Un discorse di Mussolini ad Asti

Un discorse di Mussolini ad Asti Un discorse di Mussolini ad Asti 'La tattica rimane immutata: rigida e religiosa intransigenza,, Canelli, 24 notte. Il viaggio del presidente dui Consiglio, colincialo ad Asti e finito umcialmer. minciato ad asu e imito unreiiuiiisaite a canelli è durato dalle io alle 17,30. Ad Asti l'on. Mussolini è giunto con treno speciale da Chi vesso, scortato dal cano dei Compartimento di Torino. Accompagnavano l'onorevole- Mussolini il capo di Stato Maggiore gen. Badoglio, il segretario particolare commendntor Bottini ed il maestro di scherma cav. Ridolfl. Nonostante che l'arrivo per ferrovia, invece che in automobile, fosse stato annunziato solo nella notte, la stazione venne tutta imbandierata e drappeggiata, e : primi treni dei mattino sono oartiti da Asti recando affisse alle vetture molte strisce di carta a colori vivaci con la scritta: «\iva Mussolini ». Le accoglienze e le visite Quando si annunzia il treno presidenziale la stazione viene fatta sgombrare: rimango^ no soltanto lo autorità e le rappresentanze annate. Sono rappresentate le provando di Torino e di Alessandria e le « gerarchie » di entrambi le Federazioni fasciste. Per il fascismo torinese sono t>rcscnti l'avv. Tuninetti il gen. Perol ed altri della milizia. In rappresentanza di Alessandria seno il prefetto gr. uff Regard, il vice-prefetto comm. Frattafoli, il gen. Pantano comandante la Divi, sione militare, il gen. Rovelli comandante di brigata, il presidente della deputazione provi.ncie.le Vaccari, il deputato provinciale Balduzzi, il commissario prefettizio Masi, il questore comm. La Polla, il segretario del fascio, dott. Nicola, il vice-segretario federale Marchesi, il presidente della Federazione de. gli enti autarchici avv. Francheo, il segretario delle Corporazioni sindacaili Barni, il colonnello Zerman comandante la legione del carabinieri, l'on. Gianferrari fiduciario del Partito per il Piemonte, l'on. Burcnzo presidente del Consiglio provinciale, sen. Borsarelli. Fra le autorità di Asti sono il sindaco fascista aw. Della Rissa, l'assessore anziano avv. Sallario, altri assessori e consiglieri comunaili, il console Montagna-, il se. gretario del Fascio ro-rof. Bologna, il delega, to circondariale della Federazione Mancini, il fiduciario circondariale del partito tenente Chiesa, il presidente del Tribunale, il procuratore del Re aw. Perocchio, il colonnello Bastico comandante il nono bersaglieri di stanza ad Asti, il tenente colonnello Lai. il consigliere provinciale comm. Emanuele Montatemi ed altri. Sulla pensilina maggiore sono schierati un plotone eli Bersaglieri ed alcuni plotoni di camicie nere, comandati dadi ufficiali fascisti Bovo. Casa Ione, Capriata. Merano e Rossi Mia vettura-salon l'on. Mussolini è ossequiato dalle autorità; quindi nassa in rivista lentamente i bersaglieri ed i militi. Una fanfara suona « Giovinezza », che nello giornata sarà ripetuta con altri canti fascisti " all'infinito, in città, nel paesi di transito, sullo colline, suonati da decine di fanfare e cantati a perdifiato dalle camicie nere. Ritto sull'attenti, presso i bersaglieri, è anche il vecchio, vegeto e noto garibaldino Francesco Gino, astigiano, al quale Musson ni strinerò la mano. Poi il presidente del Consiglio esce dalla stazione. Le finestre od i balconi di via Ca j vour sono ornati di bandiere, e cosi quasi tutte le case dello vie principali. La gente affolla la strada e si pigia dietro i cordoni. Scoppiano aupl.iusi fraeorcsi, dominati a tratto dalle voci dei militi, elio gridano 1' « alala ». Mussolini prende posto su una grande torpedo guidata dallavv. Eugenio Montalcini, astigiano e residente a Torino, in camicia nera. Le autorità fanno corteo con altre automobili. Dopo si incolonnano fanfare, militi, carabinieri ed una lunga coda di gente cittadina e campagnola, radunatasi di buon mattino. Sullo facciate dello case sono affìssi diversi cartelli. Uno. per esempio, dice: « Per te, o Duce, siamo pronti a combattere e a morire! ». l.a gente, che non riesce a vedere la persona di Mussolini, indugia a rileggere lé scritte murali. La prima visita è alla caserma Carlo .Alberto del nono Bersaglieri. L'edificio è imbandierato e la fanfara suona la Marcia Reale, nonché l'inno fascista « Giovinezza », o le proprie marce. Le truppe sono schierate e scattano il presentat-a^m. L'on. Mussolini passa in rivista il reggimento, .poi sale ad una loggetta del primo piano, ov'ò stato costruito un palco d'onore, ed assiste alle evoluzioni dei soldati: sfilaiiienti, esercizi ginnastici d'assieme e di persona, marcia di pattuglie-ciclisti, tutti eseguiti con perfetta armonia e magnifica agilità. Finito il breve spettacolo delle truppe, l'on. Mussolini visita in modo particolare la compagnia ciclisti comandata dal eap. De Siena ed invita gli i ufficiali a raopcrto nella sala di convegno. a o i i i e i| n a i e . è e o In questa sala non entrano le autorità. 11 colonnello Bastico presenta gli ufficiali e ringrazia l'on. Mussolini della visita. Il presidente risponde compiacendosi della magnifica disciplina dei soldati, elogia gli esercizi ginnastici compiuti dai bersaglieri, parla della 'propria giovinezza di ginnasta e di bersagliere, incita gli ufficiali alla disciplina ed allo spirito del dovere. Le autorità prendono un vermouth e la visita è finita. Ma all'uscita dalla caserma l'on. Mussolini è trattenuto da un aiutante di battaglia: è il Ripamonti, che fu già suo superiore. 11 Presidente lo saluta con cordialità e gradisce di conoscere la sua signora. 11 corteo delle automobili sosta per la seconda volta dinanzi al palazzo-museo Vittorio Alfieri. Nella rapida visita fanno da ciceroni il comm. Gabbiani e il comm. Montanino, che si interessa di raccoglierò tutti i cimeli alfieriani. I.'on. Mussolini scrive su un album speciale la frase « Con l'animo reverente e ricevo l'offerta di un quadro, che ritrae la camera di Alfieri, del pittore Giuseppe Manzone. Omaggio al " vecchio solido Piemonte „ Al ricevimento in Municipio sono presenti anche i sindaci del circondario. Sono rappresentati quasi tutti gli 80 Cornimi. E' pre sente anche il vescovo mons. Spandre. Molta folla attende sulla piazza S. Secondo. SI contano un centinaio di bandiere e circa cinquanta gagliardetti. L'on. Mussolina si in trattiene brevemente con gli orfani ed i p!u renti dei caduti, riceve il sailuto augurale del sindaco avv. Della Rissa e si affaccia al1 balcone per parlare. Quando taciono i ripetuti « alala •, egli dice: , « Camicie nere! Non ho più la consuetu« dine dei discorsi. Quindi, il mio discorso « sarà estremamente breve. In primo luogo « voglio ringraziarvi delle accoglienze che «mi avete tributate, poi voglio dirvi parche « sono venuto tra voi: per rendere omaggio « ad un vostro grancie concittadino che fu il « primo, in tempi oscuri, a lancialo il grido .' della riscossa, a levare la parola d'ordine * per l'indipendenza d'Italia, parola che fu « raccolta: e il secolo scorso e quello attuale s hanno visto concludersi una vicenda che ««««n«««<t»««aaètcctlppdgcSdslps««•««•««« 1 o e e o l o e u e e « non è destinata a scomparire dalle pagine « della storia. E sono anche venuto peretta « invitato da un vostro concittadino, che è. il «più alto dei miei coUaJboratori, colui che n guidò l'esercito alla vittoria e che lo guide« rebhe ancora domani, in caso di necessità. « Io voglio in questa piazza., dove parlo a voi « o alla Nazione, rendere omaggio al vecchio. <t solido Piemonte, che è la pietra angolare » e infrangibile del Risorgimento e dell'uni« là d'Italia. Per le battaglie di oggi e di « domani, camicie nere, a noi!». Il breve discorso è interrotto due volte da applausi e si levano anche grida inneggianti al « compaesano » gen. Badoglio, che — come è noto — è di Grazzano Monferrato. Il dltcorso nel Teatro Alfieri L'on. Mussolini riceve subito dopo il direttorio del Fascio, il Consiglio comunale ed alcune notabilità cittadine, e alle 12,30 partecipa ad una colazione in Municipio di ventiquattro coperti. Quindi, alle 14.30, ha luogo la riunione fascista nel teatro Alfieri. Sono predenti tutti i rappresentanti dei fasci. Ma prima di scendere sul palcoscenico, il presidente del Consiglio riceve l'omaggio di un gruppo di signore astigiane e si intrattiene col grande mutilato Angelo Rabezzana, 'di San Damiano, privo defilé gambe. La. sala del teatro è gremita di fascisti; nei palchi sono molte ed eleganti signore. L'arrivo del. l'on. Mussolini è salutato da prolungati applausi. Egli accenna a partere ed ottenuto/U silenzio dice: « Camerati ! Sono perfettamente sicuro «Kt « non volete un discorso, nè un supplemento «di discorso. Parlerò alla militare. Le cose • vanno bene: non benissimo. Non bisogna « mai essere troppo ottimisti in politica, per« che il troppo ottimismo è sinonimo di pa- • cefondaismo e il pacefondaismo significa; « paralisi, inerzia ed immobilita. Abbiamo « vinto una battaglia tenendo duro, applican« do la mia parola d'ordine:' dorare, inflessi sibilmente, giorno per giorno, mese per « mese, anno per anno. Ci hanno dichiarato « una guerra di posizione. Essa è vinta, per« che la posizione avversaria e smantellata. « Avevo previsto, mentre l'esercito risaliva, in « disordine le valli — e c'ò mia uno clie ha « visto, che ha determinate gli avvenimenti « - (grida di: Viva Badoglio.'), avevo pre- • listo the gli avversari sarebbero discesi., » l.a lattica rimane immutata: rigida e religiosa intransigenza. Il fascismo può inse« gnare egli italiani la coerenza profonda e i fondamentale della vtta. Abbiamo creduto « che le larve del passato potessero ancora • essere utilizzate. Niente di tutto ciò. Sareb« be come voler mettere il vino nuovo negli «otri vecchi: o il vino inacidisce o gli otri « si spezzano. Mal come in questi mesi il « Governo ha lavorato. Abbiamo creato istl« luti nuovi; ne creeremo ancora. Mai come « in questi mesi ho sentito attorno al Gover« no ed attorno alla mia modesta persona il « consenso incontenibile della sana e labo» riosa popolazione italiana. « Questo mi conforta a proseguire. Non ho n nessuna ambizione. Disdegno la vanità. « non mi sorride neanche l'idoa del futuro. " Quello che mi fa persistere, è l'ambizioue <• di vedere grande la patria e l'amore del « popolo italiano. Poiché io lo amo il popolo « italiano, lo amo alla mia maniera: il mio è l'amore armato, non l'amore lagrimoso •< ed imbelle, ma severo e virile. Il popolo « sa che io lo amo e da tre anni me ne dà « le prove. La indisciplina, le irrequietezze, « le intemperanze, sono limitate alle mino« ranze di pochi spodestati. U popolo lavo« ratore, poco a poco, strappa la nebbia fitta « delle menzogne, impossibili, e riconosce nel « fascismo una delle poche idee creatrici del« la civiltà in questo tormentoso periodo sto« rico. Sento che vibrate dei miei stessi sen. ■> timenti. Sapete che non sono nè il tiranno « nò il padrone, ma il servitore del popolo •> italiano e che sarò pago quando avrò visto •> che le tappe essenziali sono raggimi'-1. Voi « siete i marciatori, il nuovo popolo, forgiato « a Vittorio Veneto e temprato nell'ottobre « del '22. quando è crollato il vecchio regime « come un vecchio scenario tarlato ». Il discorso si chiude con una liaffermaziono di fiducia, negli « ulteriori trionfi del fascismo », e i fascisti applaudono fragorosamente. Applaudono anche le signore. ■ A Canelli Le cerimonie astigiane sono finite. Il corteo delle automobili si rimette 1n marcia, questa volta per la più lunga tappa di Canelli. Ma prima di valicare la duplice catena di basse colline, l'on. Mussolini sposta improvvisamente l'itinerario per visitare la caserma della milizia fascista. E' una fermata di pochi minuti; poi le macchine si distendono sullo stradale, come ad un inseguimento velocissimo e polveroso. Su tutto il percorso, a varia distanza, sono distaccati piccoli plotoni di carabinieri. Presso i centri abitati la gente attende ai margini della strada. Molte bandiere sono appese alle case, i fascisti fanno crocchio e ala all'entrata di ogni paese, le fanfare -suonano «Giovinezza» al paesaggio del corteo. Il tragitto, magnifico per la serenità della giornata, che rende più dolce l'armonia lineare di questi panorami, è compiuto in breve tempo. A Canelli suonano le campane e scoppiettano i « mortaretti ». Molta gente della città e dei paesi vicini è assiepata davanti al Municipio. Ci sono le fanfare ed il concentramento dei Fasci, comandati dal «seniore» Faccio. Fa gli onori di casa l'assessore anziano colonnello Sarti, poiché il sindaco colonnello Pizio, fascista, si è dimesso in questi giorni. 11 ricevimento ir Municipio 6 breve. L'on. Mussolini firma lo statuto di un nuovo Istituto per malati cronici intitolato al suo nome, e tra gran confusione di folla si reca presso il monumento ai caduti, ove l'attendono gli orfani e i parenti dei soldati morti in guerra. Il proseguinvento è quasi impedito dalla folla, che rompe i cordoni; ma awie-ne soltanto un po' di chiasso e nessun incidente. L'ultima visita, quasi intima, è per lo stabilimento vinicolo del comm. Gamia. Alle 17,40 circa, l'on. Mussolini riparte in treno speciale per tonnare al castello di Mazze', facendo !a linea Ni ir* - Asta-Chi va « so -