La festa di nozze a Racconigi

La festa di nozze a Racconigi La festa di nozze a Racconigi Mafalda di Savoia sposa a Filippo d'Assia RACCONIGI, 23. Sotto ui cielo bigio, di cui il sole non riesce a rompere la nuvolaglia greve, Racconigi apparve stimane tutta festosa di tricolori, pavesata e ^stonata, le vie tripudiano, e animatissime. Sin dalle prime ore di questa mattinata autunnale, tra la nebbia umida che ristagna sulla cittadina e sulla vasta pianura circostante, è stato un affluire continuo, incessante, di gente di ogni specie e condizicne, su tutti i mezzi di trasporto, su carri rusticani, su automobili di lusso, su carretti e carrozze. Abbiamo visto macchine automobili e torpedoni gremiti: — ogni più piccolo posto è utilizzato in questa circostanza da graziose signorine in eleganti toelette ; — abbiamo riveduto i tradizionali birocci piemontesi,' carichi anch'essi più del consueto di graziose villanelle spigliate, molte in costume del luogo, come nei bei di delle feste; e poi ancora motociclette, biciclette, e molti molti che vanno e vengono a piedi, provenienti dal paesi vicini. Tra tutta questa folla abbonda l'elemento femminile. Le donne, le fanciulle specialmente, vogliono vivere un'ora accarito alla febeira della principessa Mafalda. Anche se vedranno poco, anche se non vedranno niente, anche se scorgeranno appena la sommità della gradinata del castello, potranno dire che vicino a loro, poco distante, nella cappella di un regale Castello, un cuore che ama, realizza il suo bel sogno di amore. E per loro ciò basterà. La lolla davanti al Castello Dalla piazza della stazione alla piazza Carlo Alberto è una processione continua. I treni che arrivano sono sowaccarichi, e riversano migliaia di persone, donne e bambini. Fra le bande musicali, ne sono giunte anche due militari. Ovunque sventolano tricolori, ovunque si odono suoni e voci giulivi. E' una giornata di. gioia, è una giornata di festa, malgrado questo cielo grigio e plumbeo, che, di momento in momento, minaccia la pioggia. La piazza Carlo Alberto presenta un colpo d'occhio magnifico. Una gran folla si addensa innanzi alla cancellata che forma l'ingresso principale del Castello. E 11, sin dalle prime ore. E tutti non hanno che un desiderio: poter scorgere, anche per un, attimo, la sposa, poterle gridare un evviva augurale che l'accompagni durante la cerimonia nuziale, che le porti fortuna nella sua nuora residenza. Automobili infiorate stazionano in attesa dell'ora in cui potranno sfilare innanzi agli sposi. Mal tante automobili .verniero mobilitate e meglio infiorate. I caffè e gli esercizi pubblici rigurgitano di gente. B aoeera 1 troni da ToriaòjuU Ciinpo.continuano a riversare vere fittatene di popolo. Una musica passa innanzi all'ala destra del Castello, mentre da una finestra si è improvvisamente affacciata, tenuta in braccio dalla Cameriera, la piccola Maria Ludovica, la figlia ideila principessa Jolanda, una bella bambinetta bionda e vispa che all'udire le note festose agitava le marnine e sorrideva graziosamente. L'atto della piccola contessina solleva ondate di entusiasmo nella folla, che comincia ad addensarsi sotto la finestra, sempre più numerosa, sinché la bambina viene tolta eH 'ammirazione popoiare.- Il manifesto del sindaco L'Amministrazione liberale di Racconigi ha affisso 11 seguente manifesto: < Cittadini! In questo giorno memorando in cui si compie il voto soave di due cuori principeschi, colla celebrazione in questo avito castello dei lieti sponsali di S. A. R. Mafalda di Savoia col Principe Filippo d'As: 6ia ; in questo giorno, in cui sono convenuti fra le nostre mura S. M. la Regina Madre, i Principi di Casa Savoia e di numerose altre Corti d'Europa, nonché le autorità dello Stato — le LL EE. Mussolini, Tittoni e Casertano —-; in questo giorno, nel quale si convergono alla volta della nostra città i cuori di tutti gli italiani, Racconigi, prediletta ai nostri amati Sovrani, lieta ed orgogliosa di cosi alto onore, porge agli augusti sposi, ai Principi, Principesse, alle autorità ed insigni personaggi intervenuti per te memorabile ricorrenza, l'augurale e riverente suo saluto. • Racconigesi! Salga alla Reggia il nostro grido festoso, pieno d'entusiasmo e d'augurio, uniamo i nostri cuori a quelli degli augusti ospiti e bene auspicando ai destini dell'Italia nostra grande e potente, gridiamo ad una sola voce: Evviva gli augusti sposi 1 Evviva Casa Savoia I Il sindaco: G. Tribaudino*. Anche il Fascio locale ha pubblicato un manifesto di saluto agli sposi. E le mura della cittadina sono tappezzate di iscrizioni di augurio per i due Principi, di cui oggi si corona il bel sogno d'amore. Il dono del Pontefice Sin dalle ore 9 cominciano ad affluire al castello gli invitati per la cerimonia che, com'è noto, è fissata "per le 10. Le signore vestono splendide toelette chiare e fanno mostra di gioielli. Ammiratissima è stata al suo passaggio la Duchessa d'Aosta, che per recarsi al castello ha dovuto traversare in una limousine la piazza Carlo Alberto affollatissima. La Duchessa d'Aosta non abita nel reale castello, ma ò ospite del conte ceri ana Maineri, a 3 chilometri di distanza. iVeste un magnifico abitò grigio perla, con guarniture scure, ed ha un fulgido diadema in capo. Aveva seco, nell'automobile, in un grazioso e sgargiante abito esotico, il suo moretto, che farà- anche lui servizio d'onore durante la cerimonia, accanto agli staffieri ed ai corazzieri. In automobile hanno fatto il loro ingresso al castello anche l'Arciduca Francesco Giuseppe e il Principe Carol di Romania, provenienti da Torino, ove furono ospitati stanotte al palazzo reale. , Poi, altri personaggi e altri invitati. Le automobili si susseguono rapide; e al cancello del parco, sulla via che viene da Torino, e alla porticina laterale del castello, Dell'angolo di piazza Carlo Alberto, scendono gentiluomini, in abito d'etichetta, dame In suntuose vesti di festa. Nella prima mattina sono anche giunti altri doni e altri omaggi di fiori. L'avv. Tirai, netti ha accompagnato in Castello il dono della Federazione ProvinciaSe fascista, consi. Mente in/un girando vaso di ceramica, dlpin)o a mano, opera di nostri artigiani in Fron. pia. Una ricca «corbeille» omaggio dei reali jarabinieri in servizio a Racconigi è stata -«a un «side-car» da un gradua¬ to dell'arma. E monsignor Beccaria, cappellano di Corte, ha consegnato agli sposi il dono del Pontefice: un'artistica riproduzione della Basilica di San Pietro in oro ed in argento, magnifico lavoro di oreficeria del peso di cinque chilogrammi. SI dice che sia giunto anche un dono, oltreché un telegramma, dell'ex-Kaiser Guglielmo IL Molto ammirate le grandi « corbeililes » offerte dal presidente del Consiglio, dal Sottosegretario alla Presidenza, on. Suardo, e dal Prefetto di Torino, cavaliere di gran croce D'Adamo. Il sindaco di Milano, senatore Mangiagalll ha inviato al gonerale Cittadini il seguente teTogramma: « Porgo, a nome della città «he ho l'onore di rappresentare, alle LL. MM. il Re e la Regina, con l'espressione del più profondo e devoto ossequio, vive felicitazioni, edi insieme l'augurio più fervido, per le fauste nozze di S. A. R. ila principessa Mafalda ». CU ultimi apprestamenti - Il corteo Anche durante la notte al castello s'era febbrilmente lavorato. E stamane la Regina Elena si levò di buonissim'ora, avanti che il giorno schiarisse, per controllare di persona, proprio da buona madTe di famiglia e da saggia padrona di casa, che tutto fosse all'ordine e pronto. Ella compi un rapido, ma accurato giro per le sale, sostò in quella dei Ricevimenti, provvedendo a qualche modificazione, scese nella cappella, ove anche volle che qualche cosa fosse modificato e perfezionato, soprattutto nella disposizione dei fiori e nei toni delle luci. Poi, si recò di persona a svegliare la Principessa Mafalda; e volle vigilare ella stessa alla vestizione e all'acconciatura della sposa. E di tempo in tempo l'abbracciava, o accennava lievemente a una carezza; mentre gli occhi, 1 suoi grandi occhi materni, le ai gonfiavano e arrossavano di contenuta commozione. Poi, con le sue mani, impose sul capo della figlia e adattò la corona dei fiori d'arancio; e venne ravviando, e quasi modellando, le pieghe del lunghissimo velo. Alle 10,25 precise, in una sala che dà ac cesso agli appartamenti privati del primo piano, 6i forma il corteo nuziale, il quale, poi, esce nella sala Cinese, e l'attraversa, per raggiungere la sala dei Ricevimenti II corteo è aperto dal gran maestro delle ce rimonte, conte di Cellere, e dal prefetto di Palazzo. Viene quindi il Re, che dà il braccio alla Principessa Mafalda; seguono il Principe d'Assia, che dà il braccio alla Regina Madre ; il Re Giorgio di Grecia con la Regina Elena; il Principe Danilo di Montenegro con la Principessa Xenia di Montenegro; il Prin clpe Carol di Romania, con la Principessa Carol di Romania; il Principe Cristoforo di Grecia, con la Principessa Irene di Grecia; li Principe Paolo di Serbia, con la Princl pessa Maria José del Belgio; l'Arciduca francesco Giuseppe, con la Principessa Olga di Serbia ; il Principe di Piemonte, con la Principessa Elisabetta di Grecia; il Duca d'Aosta, con l'Arciduchessa Immacolata; il Duca delle Puglie, con l'Arciduchessa Margherita; il Duca di Spoleto, con la Principessa Francesca di Orléans; il ponte di Torino, con la Principessa Anna di Orléans; il Duca'di Gè nova, con la Principessa Giovanna; il Principe di Udine, con la Principessa Maria; il Duca di Pistoia, con la Principessa Laetitia; il Duca di Bergamo, con la Duchessa d'Aosta; il conte Calvi di Bergolo, con la Principessa Adelaide; il senatore Tittoni, con la Principessa Jolanda; l'on. Mussolini, con la Principessa Haage di Danimarca. Il Re ed i Principi vestono l'alta uniforme militare, con le insegne dell'Annunziata; 10 sposo veste la sua uniforme tedesca, di ufficiale dei dragoni ; anche in uniforme sono 11 Principe Carol di Romania, il Principe Danilo di Montenegro, l'Arciduca Francesco Giuseppe, e il Principe Cristoforo di Grecia. L'ex-Re di Grecia e gli altri Principi greci vestono la marsina, con decorazioni. Anche in marsina sono il presidente del Senato, on. Tittoni, e il presidente del Consiglio, on. Mussolini, entrambi con il Collare dell'Annunziata. La Principessa Mafalda è, naturalmente, tutta in bianco, la veste d'un raso lievemente argentato, il grande velo, che lo scende dal capo, composto di antichi merletti preziosi. Le regge il lunghissimo strascico il conte di Rosemberg, il figlio del Principe Aage di Danimarca e della cognata del la Principessa Jolanda : il ragazzino veste un elegante costumino bianco, alla marina ra, ed appare tutto compreso della sua fun zione. La Regina Madre è vestita di color lilla fondo, con un lungo velo di merletti antichi e con una stola d'ermellino: in testa un alto diadema di perle e brillanti, e al collo le sue perle famose. La Regina Elena veste anche lei di lilla, ma chiarissimo, con guarnizioni di perline : ha in testa uno scintillarne diadema e al collo vezzi di perle. La Principessa Giovanna veste di rosa; la prin cipessa Maria, di bianco. Meravigliosa tra tutte la toeletta della Duchessa Elena d'Aosta: grigio perla — come abbiamo già detto — con guarnizioni scure : e un diadema di preziosissimi brillanti sul capo. Tutte le altre Principesse e le dame vestono abiti chiari, col velo: predominano 1 colori del lilla tenue, del giallo sfumato, del rosa, e pervinca. Qualcuna, anche, decisamente in bianco latteo. Il corteo è chiuso da un folto gruppo di alti alti dignitari, di dame di Corte, e da una parte degli invitati. Gli altri invitati fanno ala. nelle varie sale, al passaggio. Alle porte, alti, diritti, impettiti, i corazzieri, in alta uniforme, le lunghe code equine ricadenti dagli elmi lucenti sulle quadrate spalle, la corazza scintillante, la spada nuda, o il moschetto in pugno, nella rigidità dell'attenti. Il corteo entra nella 6ala dei Ricevimenti.. In un iato di questa, di contro alla parete del camino, è un tavolo, innanzi al quale si trovano alcune poltrone allineate. I principi, i dignitari, le dame e gli invitati si raggruppano attorno alle pareti, e a semicerchio, dietro le poltrone. La firma dell'atto In queste poltrone prendono posto gli sposi, al centro: ai loro lati, da una parte i Reali, dall'altra i testimoni. Questi sono,' per la cerimonia civile, il principe ereditario Umberto di Piemonte e il principe Carol di Romania. L'on. Mussolini, in funzione di notaio della Corona, e l'on. Tittoni in funzione di ufficiale dello Stato Civile, sono ritti in i piedi dietro il tavolo. Rapidamente si svolge il rito civile, secondo la formula consueta. Gli atti vengono letti dal comm. Perrino, della Segreteria. Generale del Senato. •Poi il senatore Tittoni rivolge la domanda di rito allo sposo: — L'Altezza Vostra è contento di prendere per legittima moglie S. A. R. la principessa Mafalda di Savoia? Lo sposo, secondo l'etichetta, prima di rispondere, si rivolge al Re, in atteggiamento, a 6ua volta, di richiesta. Il Re gli risponde con un cenno del capo. Ed egli, rivolto al senatore Tittoni, a sua volta, risponde cbla-^ ro, netto — SI. Il senatore Tittoni chiede alla principessa Ma'alda: — Vostra Altezza è contenta di prendere per legittimo marito S. A. R. il principe d'As6ia7 Anche la principessa. Mafalda, sempre secondo l'etichetta, si rivolge al padre, interrogandolo con un cenno del capo e con gli occhi. E poiché il padre le fa cenno d'assen60, rivolta al senatore Tittoni, risponde, mormorando — SI. L'on. Mussolini ora porge, prima allo sposo, poi alla sposa la penna d'oro; ed essi firmano l'atto. E dopo di essi firmano, nella loro qualità di testimoni, il principe di Piemonte e a .principe Carol di Romania. Il Re si alza dalla sua poltrona. E' il cenno per il cerimoniere di avviarsi, preceden- lnsm6tpiluaggevazrtddBp•Odo 11 corteo. E questo si riforma nello stesso»ordine di prima; e scende al piano terreno.jf■per recarsi nella cappella. Le sale ed i corridoi, che attraversa, sono addobbati di stoffe di raro valore ed ornati di arazzi preziosi* illuminati da lampadine velate, e infioratili straordinariamente. Da ogni parte sorgono) bianche corbeille* meravigliose; i fiori costi-i tuiscono veramente la decorazione più ca>* ratteristica e più attraente di tutti gl'inteiBtf,| per cui il corteo si svolge. Il corteo esce nel cortile del castello, donde si accede alla cappella. Il cortile è irn|eravigllesamente decorato con festoni d'allibro e, anch'esso, con grandi cespi di nona freschi. Lo attraversa nella sua lunghezza «un tappeto a guida, di velluto rosso, al di sopita del quale, in alto, è stata distesa, nell'eventualità di pioggia o di sole troppo ardentfe, una lunga tenda di stoffa a righe azzurre »e gialle. Il matrimonio renaiolo La cappella ha i muri e le colonne suggestivamente ornati, con arte leggiadra, fiori, in prevalenza bianchi: gigli, fiori di arancio, tuberose, legati ed intramezzati r<ia nodi e festoncini di tulle bianco paglierino d'argento. Il pavimento scompare sotto un immenso tappeto di tinta smorta a sfendo roseo, che tutto lo ricopre. Davanti alla balaustra dell'altare, al (centro, è un inginocchiatelo, con cuscini di {velluto rosso e frangie d'oro. Dal lato sin Atro, in comu Evangelìi, sono altri due picco'fl inginocchiato!, e dal lato destro, in cornvj EpU ftolae, sono tre brevi file di inginocohiatiin, coperti anch'essi da splendidi cuscini frossi, frangiati d'oro. La luce pallida, delicatamente smorzata, si spande dalle lampadine rvelate delle appliques al muri. L'altare, an<jh'c-sso tutto infiorato, splende di candele accese sugli alti candelabri dorati. Quando II corteo entra nella cappella, monsignor Domenico Tizi, che è sulla scaglia ad attenderlo, porge ai Sovrani l'acqua benedetta. Gli sposi prendono posto nell'inginocchiatoio centrale. La sposa ha un dolcei sorriso, che le illumina il volto un'po' paUajdo, 60tto la duplice corona dei 6uoi capelli '• d'oro e degli augurali fiori d'arancio. Ai due inginocchiatoi in cornu* Evangclii prendono posto il Re Vittorio e l'éx-Re Giorgio di Grecia; negli altri, cioè ini quelli disposti In tre file in cornu Epistola e, prendono posto, in prima fila, la Regina Madre e la Regina Elena; poi, nelle due fflle successive, le principesse del sangue. 1 testimoni — che per la cerimonia religiosa sono il principe Cristoforo di Grecia e - il capitano conte Calvi di Bergolo — si collocano ai lati degli 6posi. I principi si raccolgono in gruppo dietro ai due Re. La plcccifii cappella è cosi in massima parte occupata. Soltanto un piccolo gruppo di dignitari >di Corte e di dame può ancora accedere al tondo; mentre gli altri dignitari e dame e iniettati salgono alle tre tribune sovrastanti, che si aprono a ciascuno dei lati della cappella e nella parete di fondo, sopra l'arco della porta, di prospetto all'altare. Comincia la Messa, letta da monsignor Beccaria, cappellano di Corte, che veste i paramenti solenni, con la mitria al il pastorale. Egli è assistito da monsignor.; Bo6ia, prefetto della Basilica di Superga, da monsignor Gili, canonico della cattedrale) di San Giovanni di Torino, della cappeSla della Santa Sindone, da monsignor Grasso, pure della cappella della Santa Sindone, dal cappellano reale di Racconigi, don Bergoglio. Anche il cerimoniere delle funzioni reali religiose, monsignor Domenico Tizi, assiste, nel rito, il celebrante. La Messa è accompagnata dal canto fermo di diciotto cantori, che eseguono mottetti. ( cantori-sono quelli della cappella della Santa Sindone, sotto la direzione del francescano pailre Rosso. Tra essi, il tenore avv. cav. ufft Nicola Fasciolo e il basso Dominici. Dopo 'un coro a cinque voci pari e basso solista — il Coenantibus tUis, di Haller — il tenone Fasciolo intona una composizione'd'occasione del maestro Rosso. Poi, vengono eseguite altre due cantate: il Laudate Vorninun, di De Mattia, e l'Ave Maria del Paléétrine. a quattro voci pari. Finito l'ufficio, monsignor Beccaria si fa alla balaustra, davanti agii sposi, e, letta la formula di rito matrimoiriale, procede alla benedizione degli anelli, r Quindi pronuncia un discorso d'occasione. Anche la cerimonia religiosa, cosi, è finita. E, uscendo dalla cappella, si riforma il corteo, nella stessa guisa, di prima, colla variante però, che, adesso, la Principessa Mafalda è al braccio dello «sposo. H corteo riattraeisa il corridoio, e sale dal piano terreno allo salo del piano nobile, e precisamente nella siila Cinese, sano le 11,40. Complessivamente le due cerimonie sono durate poco più di un'ora. ^lzi bdvmvrldcrcocsnpzstlbRflcNncgtlPmenicldmcgasptu Il banchetto Ora Principi ed invitati porgono agli sposi le congr/atulazioni ed i loro auguri. La Regina Maciste per prima abbraccia e bacia la sposa, la (quale appare molto visibilmente commossa;, poi si sofferma a conversare con lo 6poso. 'Uno dopo l'altro, congiunti ed invitati rijrolgono al principe d'Assia ed alla principessa Mafalda parole di augurio. Allei 12 precise si forma ancora una volta il cojideo, per discendere nel salone dove ha luogo, ai banchetto nuziale. Lassala è occupata nella sua lunghezza da un gsrande tavolo da cui se ne dipartono, ad angolo retto, altri due minori. Una leggera graziosissima decorazione floreale corre lungo muta la tavola maggiore e ricollega ad essa le minori. Sul candore dei lini si elevano preziose alzate di Sèvres e scintillano argenterie e cristalli. Gli invitati aila colazio/ne sono precisamente 190, che fanno corolla agli sposi. Nella grande tavola cen trolle, al centro, siede il Re, che ha alla sua deisira la Regina Madre, il Principe Danilo di/Montenegro, la Principessa Maria José del Biagio, l'Arciduca Francesco Giuseppe, la principessa Elisabetta, il Duca d'Aosta, l'Ar•OMuchessa Margherita, il Duca di Spoleto, la 'incipessa Anna d'Orleans, il Duca di Gèova, la Duchessa d'Aosta vedova, il conte Carlo Calvi, la signora Procupin, il conte Suardo, la contessa Campello, il conte Mattioli, la contessa Anna Calvi, il generale Cit »*^™. la marchesa Centurione, il senatore f■Cremonesi, la signora Landsher, la duchessa li ) i * ,| di Laurenzana, il generale Clerici, il prefetto ^D'Adamo, il generale Etna. Alla sinistra del Re sono la Regina Elena, il Principe Carol di Romania, la Principessa Olga di Serbia, il Principe di Piemonte, l'Arciduchessa Immacolata, il Duca delle Puglie, la Principessa Francesca d'Orleans, il Conte di Torino, la Principessa Giovanna, il Principe di Udine, la Duchessa d'Aosta, il Cav. Tittoni, la contessa Bruschi, il generale Conderescu, la duchessa Cyto, il conte di Launoy, la marchesa Pallavicini, il grand'uff. Casoli, la contessa Leonardi, il conte Campello, la principessa Giovannelli, l'on. Imberti, la duchessa Capparelli, il generale Perol, il comm. Osvaldo. Poi, nella parte interna della tavola, davanti al Re, siedono la Principessa Mafalda, che ha alla sua destra l'ex-Re di Grecia, la Principessa Carol di Romania, il Principe Cristoforo di Grecia, il Duca di Bergamo, la contessa di Rosemberg, l'on. Casertano, la contessa Della Trinità, la marchesa Dalla Valle, il generale Tiscornia, la contessa Baibis, la principessa Colerina, il conte Tozzoni, il conno. Tribaudino. Alla sinistra della principesas Mafalda siedano lo sposo principe D'Assia, la principessa Xenia di Montenegro, il Principe Paolo di Serbia, la Principessa Irene di Grecia, il Duca di Pistoia, la Principessa Maria Adelaide, l'on. Mussolini, la contessa Jolanda Calvi di Bergolo, il conte Brasati, la contessa Pes di Villamarina, il marchese Centurione, la contessa Rignon, il senatore Bistolfi, il conte Cossilla, il nobile Solare Ed ecco la lista delle vivande della colazione, durante la quale un'orchestrina esegui uno svariato concerto: Uova alla Cavour — Aldguste con salsa Tartara — Carciofi all'Italiana — Fngiani e capponi arrosto con crescione — Insalata alla fiorentina — Gelato cassata alla Siciliana — Pasta di nozze — Torte-Ulne alla Svizzera. Vini: Torre Giulia; Capri rosso; Grande spumante; Liquore. A tutti i comitati, al dolce, viene distribuita una tavoletta di cioccolato. La tavoletta è sormontata da un ritratto del Re, su un medaglione di pelle bianca, sormontato dalla corona reale in metallo bianco. Inoltre, come la sera precedente aUe Vcrne, ad ogni commensale è offerta una graziosa bomboniera, legata con un nastro di seta, che tiene annodata una medaglia commemorativa delle nozze. La medaglia porta scolpite sul retto le sembianze della Principessa sposa, e nel verso gli stemmi delle due Case di Savoia e d'Assia. In attesa del corso del fiori Mentre al Castello si 6volge la cerimonia, in piazza Carlo Alberto la folla è aumentata in modo impressionante. Tutti gli sguardi i sono rivolti al rosso edificio, che appare bellissimo con I gonfaloni tricolori e le verdi persiane. 11 sole, che cerca di aprirsi il varco tra le nubi, illumina a tratti pallidamente la facciata della regale dimora. Ma vi è tanto colore che anche il pallido sole riesce a conferire al Castello un aspetto di letizia. Un imponente maggiordomo, vestito di rosso scarlatto, è sulla scalinata che accede all'ingresso principale. La piazza è nereggiante di folla, che si spinge, si accalca contro la cancellata; altra ne arriva ad ondate, continuamente, dalle arterie principali del paese. Ai pilastri delle cancellate sono appollaiati diversi fotografi, che stanno pronti al minimo segno di movimento per fare scattare gli obbiettivi; ma il palazzo è tranquillo e silenzioso; non una persona appare, non una finestra si apre. Di tratto in tratto passa qualche olafGere; null'altro. Le rosse muraglie sono impenetrabili, potenti guardiane deUa felicità di una Reggia, quasi gelosa ohe un po' di questa felicità possa trapelare al di fuori. La banda militare, quella del 34.o fanteria, spande per l'aria, giocondamente, le note degli inni, che 61 susseguono, quasi si confondono. Non si afferra precisamente queUo che si suona, ma un po' di musica è in tutti. Giungono continuamente automobili, sulle quali sono graziose signore tra fiori, molti fiori e intrecci di ghirlande. Sono le vetture che sfileranno In corteo dinanzi agli sposi. Le Più belle macchine sono applaudite lungamente. E' forse una scusa questa per poter esternare la gioia e l'entusiasmo che sono nell'animo di tutti, e vorrebbero erompere in un applauso più lungo, più caloroso, più commovente, soltanto 6i presentasse su quella gradinata l'attesa desiderata coppia. Finalmente, l'applauso contenuto ha modo di scoppiare. Dietro all'ampia vetrata del primo piano si vedono diverse uniformi rosse, che si presume facciano ala al corteo regale. Infatti, sono intravedute dalla piazza attraverso i finestroni, altre figure indecise, signore velate di bianco. Dalla folla, ecco, parte Min caloroso evviva. Alle 13 piazza Carlo Alberto é letteralmente gremita. I carabinieri stentano ad aprire un piccolo varco, di dove passano le auto¬ mobili che 6i recano a prendere posto per la formazione del corteo. Il rumore è altissimo; le macchine rombano, tentando di insinuarsi nel passaggio. I ritardatari sono costretti ad usare... dolce violenza e romba di motori per dividere la folla. Ognuno, benché pigiato, ha trovato un posticino di dove potrà vedere finalmente il gruppo dei reali 6ulla terrazza del palazzo : colà verranno gli spesi durante lo sillamento. E questa folla, costretta a disperdersi ed allontanarsi per l'arrivo delle automobili, abbandona a malincuore, seppure momentaneamente, il suo posto, che si è conquistato a forza di pazienza. Mentre nel luogo designato si svolge il concentramento delle automobili infiorate, entra nel castello la rappresentanza del Colmino di Racconigi, la quale porge agli sposi i suoi omaggi augurali. La rappresentanza è composta del sindaco comm. Tribaudino e di tutti gli assessori, dei membri del Comitato organizzatore dei festeggiamenti e di autorevoli cittadini racconigesi. La rappresentanza viene fatta entrare nel salone dei Ricevimenti, verso nord, cosicché ha modo di incontrarsi con tutti gli augusti personaggi convenuti a queste nozze principesche. Poi la rappresentanza viene invitata sulla veranda, dove poco dopo giungono, a braccio, i due sposi, quindi i Sovrani, quindi i principi. Due pompieri municipali avevano recato a mano una grande corbeille di tuberose, la quale è dal Sindaco commendatore Tribaudino offerta agli sposi. 11 Re e la Regina, nonché i due principi, hanno parole cordialissime per là rappresoti!anza della città: la Principessa stringe la mano a tutti. Il corteo automobilistico I dirigenti dell'Automobile Club incolonnano intanto le vetture sul grande vialone prospiciente il Castello, tra una doppia fila di carabinieri in alta tenuta. Le automobili sono molte. Quante T Per ora non è possibile fare un calcolo, neanche approssimativo. La colonna 6«mlbra non finisca più: sempre nuove macchine vengono ad aggiungersi. Ne notiamo molte di Torino, di Cuneo, persino di Roma e Genova, ma quasi tutte le Provincie d'Italia 6i può dire siano. rappresentate. Di fiori ve ne 6ono a profusione, di tutte le tinte, di tutte le speci. Pare un corso di gran gala; un corso di fiori. Alle 13,30 le automobili sono finalmente incolonnate. Guida il corteo quella su cui hanno preso posto i dirigenti dell'Automobile Club, gli organizzatori. Il sole non vuole essere assente da questa festa dei fiori, e mentre la colonna delle automobili attende di avviarsi, viene ad illuminare superbamente la facciata del Castello. Tutti gli sguardi sono ora fissi alla veranda, dove sono già state disposte sedie e poltrone di vimini. Alle 13,45 echeggiano le note della Marcia Reale: nella piazza avviene un grande si lenzio, subito seguito da un'interminabile ovazione. E' apparsa, prima di tutti, la prin cipessa Mafalda d'Assia. Ella indossa la sua bella toeletta bianca di sposa, che spicca meravigliosamente sullo sfondo rosso del Castello. Le è accanto il principe d'Assia, nella sua smagliante uniforme di dragone, nero e rossa, col grande kolbac di pelo nero. Le automobili si mettono in moto. Si passa attraverso una marea umana. La folla fa siepe, trattenuta a stento dai carabinieri. Le macchine entrano dal cancello del Castello, passano sotto la veranda ed escono subito nuovamente sulla strada. Le rose augurali Vicino alla principessa Mafalda ò il Re, insieme col Duca d'Aosta, entrambi in uniforme. Sedute sulle poltrone sono la regina Elena, la regina Margherita, la Duchessa d'Aosta, la principessa Laetitia, la quale veste una magnifica toeletta colere celest-e chiaro. Sotto. la veranda si forma ben presto un mucchio di fiori, che viene sempre più aumentando. Gli automobilisti, passando, gettano a piene mani le rose dell'augurio. La principessa Mafalda sorride, ringraziando con graziosi gesti del capo. La veranda presenta un colpo d'occhio magnifico. Le toelette delle auguste Principesse e delle aristocratiche dame e damigelle sono elegantissime, tutte in tinte chiare. Le dame portano un lungo velo bianco. Gli applausi non cessano e si rinnovano continuamente, mentre la sfilata delle automobili dura incessante. Le macchine, uscendo dal cancello di destra del Castello, si ammassano in piazza Carlo Alberto, che in breve sembra traI sformata in una enorme aiuola, tra un assordante rombare di motori ed uno squillare giulivo di musiche. La confusione è straordinaria, ma è confusione onde esulta un entusiasmo ardente. Si calcola siano sfilate davanti agli sposi circa 400 macchine. Lo sfilamento è durato esattamente 56 minuti. Da una prima sommaria statistica apprendiamo che le macchine che hanno partecipato al corteo appartenevano metà all'incirca alla provincia di Torino, un'altra buona parte a quella di Cuneo, e altre infine a varie Provincie del Regno. Il corteo era regolato dell'organizzazione ottima del Comitato dell'Automobile Club di Torino, composto dall'ing. Mussino, dal commendator Marchesi, dall'avv. Di Miceli, dal conte Thaon di Revel e dal cav. Bertolino. Un altro Comitato provvedeva a regolare le macchine della provincia di Cuneo, composto dal sindaco di Racconigi comm. Tribaudino, dal cav. colombo e dal commendator Man isserò. Quando tutte ie macchine sono riunite sulla piazza, gli sposi, i reali ed i principi abbandonano la veranda, accompagnati da un nuovo lungo interminabile applauso. Ma gii automobUisti non sono soddisfatti. Hanno potuto vedere gli augusti sposi solo come in una visione nel loro abbastanza rapido passare sotto la veranda. Vogliono ancora applaudire, vogliono ancora gridare il loro augurio a Mafalda e a Filippo d'Assia. Ma la veranda rimane deserta. Allora gli appi a il si cessano, per lasciare il posto ad un concerto di nuovo genere. Sono le trombe ed 1 claxon delle 400 macchine, che si mettono a suonare contemporaneamente. Il frastuono è altissimo e la dissonanza... perfetta I Ma anche questo concorto è di breve durata: il rombare di un motore d'aeroplano richiama l'attenzione degli automobilisti che lasciano i loro... strumenti. Poco dopo un piccolo mo. nopiano appare sopra il castello. Copte sua presentazione, il pilota compie una rapidissima ascesa, tanto rapida che l'apparecchio pare s'impenni nell'aria, seguita da un emozionante « looping i. E' Ferrarin che compio le sue audaci proverbiali acrobazie. La folla è rapita dallo spettacolo suggestivamente emozionante. Il pilota dà prova di un'audacia che ha del temerario. I « looping » non si contano più. Ferrarin ne compie due tre di seguito senza riattaccare il motore. Le Impressionanti acrobazie di Ferrarin Ai t giri della morte » succedono ben presto i «scivolamenti d'alai, gli «avvitamenti ». Dalla folla 6i leva un applauso formidabile all'indirizzo dell'audace pilota, ma Ferrarin non è ancora soddisfatto. Dopo una rapida discesa a « foglia morta • il magnifico pilota si porta ad un'altezza di non più di 50 metri, ed a quest'altezza sì mette a girare attorno al castello con un'inclinazione d'ala ohe ha del fantastico. La folla è In silenzio, segue soggiogata con ansia, con timore, il volo del piccolo monoplano che pare un giocattolo sotto la guida di si abili mani. Ferrarin rasenta i parafulmini che sono sul castello, passa in mezzo od essi, fa, col suo apparecchio, quello che vuole, tutto il più fantastico e il più tremendo delle acrobazie aeree. Ad un certo punto l'apparecchio si abbassa ancora, e scompare. E' dietro al Castello. Improvvisamente sbuca dalla parte sinistra. L'inclinazione è tale, che le ali sono verticali. Per un attimo la facciata del Castello è coperta dall'apparecchio, che ha compiuto una velocissima « virata » a non più di 30 metri d'altezza! La foUa, quando Ferrarin si libra nuovamente in volo alto nel cielo, prorompe in un frenetico applauso. Mentre il monoplano compie le sue ultime acrobazie appaiono nel cielo tre biplani, provenienti dal Campo di Miraflori, pilotati rispettiv.amente dal Cap. Gatnbino, Ten. Suffo e Sergente BaTonio. Sono come osservatori il Capitano Rinolfl ed il Ten. Ascenso. Uno degli apparecchi lancia sul piazzale del Castello un messaggio cogli auguri degli ufficiali del Campo di Miraflori alla Principessa Mafalda d'Assia. La automobili, lentamente, ancora coperte di fiori, muovono sulla via del ritorno. Alle 15,50 il Presidente del Consiglio oh'è uscito dal cancello della Palazzina Svizzera in automobile, insieme col generale Cittadini e cali'on. Suardo, giunge alla stazione. Lo attende il treno speciale che lo porterà a Torino. Ma nei pressi della stazione l'automobile è circondato da un centinaio di • camicie nere • le quali, rotti i cordoni del carabinieri, si slanciano verso il Presidente, gridando evviva calorosi. L'automobile deve sostare, necessariamente. L'on. Mussolini distribuisce strette di mano e risponde agli evviva con cenni del capo. Finalmente riesce ad avvicinarsi in stazione, dove entrano soltanto i maggiori esponenti della Federazione Provinciale fascista, tra cui il segretario generale aw. Tuninetti. CU sposi lasciano fcactonljl Fino alle 16,30 c'è stato il più assoluto mistero sulla destinazione che avrebbe scelto la coppia principesca, e circa l'ora In cui avrebbe lasciato il Castello, andando verso la sua nuova felicità. Alle 16,30 s'è spalancato il cancello della Palazzina degli Svizzeri, e la piccola folla, che dalle ore 14 si assiepava ai lati della strada per assistere all'uscita dei convitati, ha subito riconosciuto la Principessa Mafalda e il suo sposo Principe' d'Assia. Liberi dal cerimoniale, vicini l'una all'altro, si preparavano ad assaporare la dolcezza di lutti gli sposi; il silenzio, la tranquillità, l'amore. La folla ha fatto ai due augusti sposi una cordiale dimostrazione, che ha richiamato sul posto altra gente, ma frattanto la potente macchina s'era involata, scomparendo in una nube di polvere, per lo stradale che conduce a Torino. Quale direzione da Torino abbia poi potuto prendere, non ci è stato possibile di sapere. L'automobUe degli sposi era partita con destinazione ignota persino ai più autorevoli funzionari di Corte. Ci si dice che si sia avviata verso l'azzurra riviera ligure a rivedere altre rose, altri fiori, altre luci. Si è fatto il nome di Pegli. La cittadina ha ripreso a sera tarda il suo ritmo solito di vita. Tre quarti degli ospiti del Castello sono già partiti : cioè sono partiti gli invitati alle nozze e partiti tutti gli altri ospiti d'occasione, cioè il numeroso personale che in questi giorni ha lavorato per la riuscita di questi festeggiamenti nuziali. Domani o posdomani ripartiranno anche i corazzieri e gran parte della servitù. Racconigi s'è pura slollata delle migliaia di persone affluite da tutte le parti della provincia. Gli esercenti ora respirano e tirano le somme clic devono essere certamente allietanti. I prezzi, specialmente d'albergo, avevano raggiunto cifre alquanto iperboliche. Il servizio di P. s. si è svolto con molta rigorosità, ma però con tatto e con signorilità. Il mondo fotografico ha avuto intralciato la sua opera forse in una maniera che è sembrata eccessiva. Notissimi fotografi giunti da Genova, da Milano e da Torino non avrebbero potuto — secondo quanto lamentano — puntare 1 loro obbiettivi non solo al Castello ma neppure in piazza durante lo svolgimento del corteo. Si osserva che si è impedita la documentazione fotografica di una dimostrazione imponente e certamente cara al cuore dei sovrani. Anche in Castello è ritornato il silenzio. Carabinieri e funzionari di P. S. adesso riposano.