Il Re inaugura il Parco torinese della Rimembranza

Il Re inaugura il Parco torinese della Rimembranza Il Re inaugura il Parco torinese della Rimembranza Le festose manifestazioni popolari per il giubileo del Sovrano Al Còlle della Maddalena Cominciamo col dare un'occhiata al Pbtco destinato a ricordare gli eroi. Sono appena le 8. Le autorità non saranno al colle della Maddalena che alle 9; il Sovrano ©d i Principi non giungeranno che alle 9.30. Abbiamo tutto il tempo per percorrere i grandi viali, le strado e te stradette, ove già in parte vi sono, ed in parte saranno allineate le piante, ognuna delle quali taTà testimonianza dell'eroismo di un torinese caduto combattendo. Strade, viali, sentieri, hanno uno sviluppo complessivo di dieci chiiameiiri : movendo da due centri, che costituiscono l'uno lo spiazzo d'onore, dove sorge l'Ara votiva e l'altro il Belivedore del colle, tagliano il parco in cento modi; si incrociano, si inteiisecano e verrano a formare, quando gli alberi avranno dello chiome alto e folte, come una specie di laberinto, nel quale a dtòtiricarsi sarà fatica. E cM vorrà traviare proprio quel tale albero che ricorda la persona che gli età a cuore, se non conoscerà la località dove sorge, dovrà munirsi di una carta topografica. Questo è ballo. Come vi fu nella guerra urna fusione di spiriti « tutti furono uguali noi momento del sacrificio, è significativo ohe qui doive sono ricordati i morti si abbia una unità, diremo quasi una insoindibilità. In giro pel Parco I lettori delia Stampa, e non una volta sola, sono stati informati 6Ulle caratteristiche del Parco della Rimembranza. Lo abbiamo percorso insieme al nostri lettori, in pieno inverno, quando si stavano tracciando i viali, e il colle della Maddalena era tutto un sommovimento di tema. Ed era con noi Emilio Zanzi, l'ex ' assessore alle Belle Arti, al quale spetta l'iniziativa. Più tardi ci siamo ritornarti per renderci ragione del come procedevano i laivori e per cercarne i valori ideali ed erano ad accompagnarci il comnrissario ing. Pellicciotti, l'ingegnere capo del Comune Scanagatta, l'architetto Ricci, l'ideatore dell'Ara, per la quale dettava l'epigrafe, significativa e bella epigrafe, il barone La Via, l'ingegnere Giovanni Barba, il direttore dei lavori e il geometra Montalenti, che del Parco della Rimembranza torinese Eà può quasi considerare come il papà, perchè ne fu il massimo artefice diretto; lo segnò, lo formò, lo curò, o con particolare emonie, e perchè anoh'egli ha Q suo morto nei Parco da ricordare, A quanto abbiamo scrìtto allora, poco dobbiamo aggiungere. Quanto allora abbiamo visto, in gran parte con £1 sussidio degli illustratori ed in parte jB&jtatttdoed colla fantasia, oggi si è fatto (realtà. Ma, dobbiamo confessarlo, la realtà supera quanto noi avevamo Immaginato. C'è un magnifico sole alle 8, un sole che batte in pieno il colle e lo incendia e ci consente di vedere la meravigliosa catena delle Alpi; ma, in bassa, vi è tanta nebbia, che abbiamo l'Impressione che la cerimonia, se non sarà disturbata dalia pioggia, verrà ad avere dei confini limitati. Non è nebbia, che si assottiglia e che si disperde, ma è nebbia che si va facendo sempre più densa e ohe sale. E' un peccato! La prima fina le caratteristiche del Parco della Maddalena, è la sua posizione. Non vi è migliore balcone sui teoUl torinesi per ammirare la città, il ipiano, ì monti Non si memora sola, alla Maddalena, ma si glorifica. Se la nebbia invaderà il colle e delimiterà la vista, i partecipanti alla cerimonia che ignorano il luogo, non potranno farsi un'idea delle ragioni ideali che hanno fatto prescegliere, iper la glorificazione dei Caduti, la Maddalena. Non diciamo questo per il Sovrano. 11 Re è già | salito più volte su questo cole. Appena seppe che per 11 Parco della Rimembranza, Torino aveva (prescelto il colie della Maddalena, volle vedere la località, e ammirò il luogo e lodò la scelta. Pensiamo agli altri, che mai furono qui, e ohe della località non rileveranno che la troppa distanza che li Bepara dalla città. Non rileveranno la bellezza dell'epigrafe che, sia sull'ara, semplice ma indovinata opera d'arte : ■ Vigili, la materna Alpe ed il Fiume — Torino esalta in santità di fronde — Il sacrificio dei suoi Figli e il Nome », La corte d'onoro Percorrere tutti i dieci chilometri di strada sarebbe troppo. Se vi è taluno dei nostri lettori che si senta animalo da tale desiderio può togliersene il capriccio con facilità. Il Parco, da oggi, è ufficialmente aperto, e poiché i canceEi non sono chiusi che nella notte, in una giornata ha tutto il tempo per soddisfare questo desiderio. Ed ha anche modo di fare te soste che la lunga passeggiata e l'aria fresca rendono consigliabili. Alla Maddalena non manca nulla. Vi è l'automobile per abbreviare la strada; giunti là ci si può fermare e mangiare ed anche, se si crede, dormirà Limitiamoci a percorrere i principali viali. Dalla rotonda ove è stata eretta l'Ara, per una larga e comoda via, girando attorno al cocuzzolo, si scende al Belvedere. Qui, tra una corona di olmi, oggi ancora esilissimi, come lo sono tutti i platani, i frassini, i diospiiros, le querele, i cipressi é gli ippocastani che sono stati piantati a ricordo dei morti, ma hanno già le loro targhette, possiamo fare. il riconoscimento dei morti e mandare un pensiero alla loro memoria. E' una specie di corte d'onore, corte che ha il suo Principe ed il suo Ministro. Il principe, è il figlio della Principessa Laetitia, il conte di Salami, il ministro, l'eroe del Timavo, il maggiore Randaocio, cosi fortemente esaltato da Gabriele D'Annunzio. La corte è formata da tutte le medaglie d'oro, da tutti gli ufficiali torinesi caduti In combattimento. Non lasciamoci tentare da questa magnifica balconata. L'ora dèlia cerimonia si avvicina te non ci rimane molto tempo per II nostro [vagabondaggio. Attardarci 6ul belvedere è tacile. VI è tutta la provincia di Torino da scoprirle. Dallo spiazzo dove sta raccolta la corte d'onore, si Inizia l'intrico dei viali e ideile stradette del Parco. C'è una 6trada carrozzabile che è lunga 2500 metri ; è quella che dall'entrata inferiore conduce alla vetta e che attraversa il Parco nella parte dominante. Sull'inizio non è più di sei metri di larghezza, ma. a misura che si distende, si ialiarga; giunta in alto e un vialone di ben 'dodici metri di larghezza, clic qua e là si gonfia « forma 1 piazzali. Altre strade e viali, teettM» £1 parco in vario senso e sono in¬ tersecati da stradette e viottoli elio chiudono il colle della Maddalena come in una rete. Ghi resta silenzioso, clii si abbandona alla meditazione sente, non senza meraviglia e compiacimento, di canterellare delle fonti. Quando gli alberi saranno cresciuti e la vegetazione, oggi impoverita dagli scavi e disturbata dai larari, prospererà, il Parco sarà una meraviglia La stilata delle Autorità Giungono gli invitati e le autorità. E' tempo di portarsi sulla vetta. Il commissario Grassi, che ha disposto per il servizio d'ordine e che personalmente lo viglia, badando a che non vi sia pezzo di strada senza una guardia civica o milite nazionale, finirebbe par richiamarci, Risalendo la strada guardiamo intorno. Il colle della Maddalena non è vicino alla città; por giungervi a piedi ci vogliono due ore, ma con tutto questo molta gente si affaccia già dalle siepi di filo spinarto die circondano il parco. E in tutte le strade d'accesso vi è folla che attende. Molto l'interesse, viva la curiosità. Le autoriità giungono sul coite in automobile. L'elencazione viene ad essere facilitata. Il primo automobile che giunge alla Maddalena porta il generale Etna, che è accompagnato dal segretario capo comm. Fubini e dal capo gabinetto cav. Gualco. La seconda il ministro Fedele e il sottosegretario on. Celesia, giunti nella mattinata a Torino per presenziare all'inaugurazione del Congresso della Dante Alighieri, Poi vediamo i commissari aggiunti, Ci sono tutti: Bardanzellu e Broglia, in divisa della milizia nazionale, e Colisi Rossi in divisa ria ufficiate di fanteria, Pellicciotti, Orsi, Buffa di Persero, Pesci, Antonielii, Collino e Bosso in redingote e tuba. L'automobile die dovrebbe portare alla Maddalena l'on. Boselii porta 11 comm. Domenico Lanza che lo rappresenta ed altre personalità dell'Ordine mauriziano. Per l'arcivescovo, ancora trattenuto fuori Torino a causa della malattia, giungono sul colle anons. Castrale, mone. Duvina ed i canonici De Secondi e Franchino. Non appena scesl di macchina i quattro prelati sl por-tano all'altare da campo eretto sulla vetta e vestono i paramenti. Sarà mons. Castrale che benedirà l'ara. Due automobili portano le autorità fasciste; altre quattro i senatori e i deputati. Sono tra i deputati gli on. Bagnasco, Miraflori e Clan; dei senatori non vediamo che Ferrerò di Cambiano; dei fascisti vi è tutto 11 direttorio con il generale Parol, il maggiore P.uel e l'aw. Tuninetti. In questo momento l'arrivo delle automobili sl fa serrato e la elencazione delle autorità presenti si complica. Vediamo il prefetto gran croce D'Adamo, le medaglie d'oro Salamano, Gemelli e Roulent, il generate (Riho rappresentante della Società del Nastro Azzurro, i magistrati S. E. Casoli, Poncini, Pasini, Di Maio, Crosta-Curti e Mirabelli, il comandante dei corpo d'armata gen. Tiscornia, il comandante la Divisione, gen. Ferrari, il gen. Gianmuzzi-Savelli, il comm. Elhirenfreund, la signora Chinaglia presidente dell'Associazione madri e vedove dei Caduti, il gr. uff. Anselmi e comm. Vincent della deputazione provinciale, il comandante dei pompieri Viterbi, ecc. Molti degli ex-asse6sori e consiglieri comunali sono presenti. Tra essi vediamo anche Emilio Zanzi, l'ideatore del p;irco. Con le autorità e gli invitati è salita dal basso anche la nebbia. Avvicinandosi l'ora della cerimonia si fa tanto fitta ohe chi sta 6ulla vetta stenta a vedere le strade che passano a dieci metri di distanza Siamo come isolati. Niente più colli, pianura, città. Della cresta dei monti lontani nemmeno la più legegra traccia. Fanfara Reale Alle ore 9,35 la musica dei carabinieri schierata sullo spiazzo suona la Fanfara Reale. Sulla vetta, fra autorità e rappresentanze (non sono siate ammesse che te Associ izioni di combattenti e veterani: pochi uomini e una diecina di bandiere) ci sarà un migliaio di persone. Tutti, si ten-, dono verso il viale che deve percorrere il Sovrano. 11 Re e accompagnato dal generale Cittadini e dal ministro Mattioli Pasqi-elini. Al suo fianco 60no la principessa Laetitia, giunta da qualche momento alla Maddalena, il Duca di Genova ed il Duca di Pistoia. 11 Re veste la divisa di generale. Appena il Sovrano si affaccia il commissario generale Etna, che porta con le decorazioni anche la fascia sindacale, gli muovo incentro, circondato dagli altri generali presenti. E tutti si avviano verso una specie di tribuna d'onore aperta che è stata eretta a fianco dell'altare. 11 Re, il Duca di Genova, il Duca di Pistoia, il ministro Fedele, il sottosegretario Celesia, il commissario Etna restano in piedi dinanzi alle poltrone. Dopo la Fanfara Reale, la musica 6uona la Marcia Reale; al termine echeggiano sul colle le aoclamazirni all'Italia e al Re. La cerimonia si inizia. Mons. Castrale, che è già presso all'altare con i paramenti, mette la mitra, recita le preghiere rituali, poi rivolte un inchino al Sovrano benedice l'aira votiva. Levando alto l'aspersorio e seguito dagli altri prelati, fa poi un giro delio spiazzo e benedicu la folla, quindi prosegue per il vialone e benedice il parco. Da quesrto momento il colle non è più la cima boschiva, meta di passeggiate e di svaghi domenicali, ma terreno sacro. Il generale Etna si avanza e pronuncia il seguente discorso: , 11 saluto della Città « Maestà, Altezze lleali, Eccellenze, Signori. Su questo colle, ormai sacro a Torino, al cospetto dell'imponente baluardo alpino e della maestosa basilica di Superga, ove già un valoroso guerriero Principe sabaudo sciolse il suo voto per Torino liberata, si celebra oggi, all'augusta presenza della Maestà Vostra, un rito di riconoscenza, di fede e d'amore, per i fratelli che in sacra purità d'ardore s'immolarono perchè fosse realità il voto consacrato nel canto immortale del poeta della Terza Italia «rendere la patria agli italiani ». In questa 6agra gloriosa celebrata nel giorno radioso di Roma capitale parola più della mia fiorita, dovrebbe esaltare la virtù italica che per fervore di Re e di popolo, rilanciò sul sacro Piave IT grido fatidico del 2-ì maggio «l'Italia s'è desta > e mosse con indomita fierezza alla realizzazione dei destini della patria. Ma tuttavia benedico la sorte che alla mia rude anima di soldato riservò la gioia insperata di poter oggi, quale rappresentante di Torino austera e gentile, all'augusta presenza della Maestà Vostra, dell'esercito vittorioso duce ed animai ore, raccogliere quale serto per i lTatelli caduti l'inno d'amore che sorge dai nostri petti e deporlo ai piedi di cpiest'ara votiva. > « Fratelli caduti 6ul campo dell'onore, compagni d'arme gloriosi che sull'alpe Impervia e 6ull'aspra potraia del Carso segnaste col sangue il cammino della redenzione e della vittoria, io sento oggi il vostro spirito puro aleggiare fra noi a rinverdire le fronde di queste piante votive a cui pellegrini devoti, i figli ed i fratelli vostri verranno ad ispirarsi e ad alimentare la fiamma del sacro amor di patria. Ed oggi nelle opere di pace fecondale dall'azione di un Governo redentore, il vostro sacrificio sia monito alla disciplina ed il vostro sangue generoso rinsaldi e suggelli i vincoli della fratellanza, dell'amore e dela concordia nazionale. « Nel plantare questi alberi votivi si rinvennero diversi sepolcri romani, forse del primi legionari che si affacciarono alla pianura piemontese per procedere oltre alla conquista dei paesi al di là delle Alpi, per farli partecipi poi delle istituzioni che dovevano diffondere la civiltà latina pel mondo intero: è, io penso, la stossa missione affidata da Dio alla gente nostra che si tramanda e si perpetua nei secoli. Per la civiltà, per le finalità della vita umana, forse, caddero i legionari romani qui sepolti, come son caduti sui campi della gloria i soldati d'Italia, In un fatidico ricordo storico di cuti sentiamo tutti il significato e la poesia, le aquile romane ed i littori! rlsplendono nuovamente sotto lo stesso sole — Roma! Italia! allora e sempre fari luminosi di civiltà nel mondo. « Maestà! Lo schiera degli eroi s'inizia con un nome della Vostra Casa — quello dì S. A. R. il Conte di Salerai, esempio fulgido delle millenarie virtù di Vostra stirpe. Un'altra pianta, vicino al Principe sabaudo, ri¬ e corda un prodigioso soldato, il maggiore Ran. a a o e , o e e n a a l o a a i e dacelo, il leggendario eroe del Timavo, medaglia d'oro, vanto di nostra terra. Ad essi fanno corona ben ventiquattro medaglie d'oro, costituenti come il sacrario di questo tempio ideale. L'infinita schiera degli altri eroi copre di sacre piante il colle, divenuto santuario della nostra riconoscenza e delle nostre memorie. « Maestà. Torino, ove 1 vostri avi maturarono le sorti e l'unità della patria nostra, vi ringrazia profondamente di aver voluto dare la più ambita solennità a questo rito. Torino e certa di far promessa gradita al Vostro magnanimo cuore nel giurare solennemente di custodire in austerità di pensiero e fervore di opere il ricordo 6anto di questi eroi, di non frustrarne mai il sacrificio, di tendere ogni sua volontà alla grandezza della pàtria, alla maggior gloria della Vostra Casa Il Parco è aperto Brevissimamente parlano poi, dopo il generale Etna, la signora Chinaglia, per le madri e vedove dei caduti, e l'avvocato Bertele per l'Unione Nazionale dei combattenti. Ringraziano per i morti glorificati, e a nome dei vivi rinnovano il giuramento di fedeltà alla patria ed al Re. La cirimonia, nella sua parte ufficiale è finita. U Re, avendo a fianco la principessa I<aetitia, e seguito dai Duchi e dalle autorità lascia la tribuna, si sofferma dinanzi all'ara, poi abbandona la vetta. La folla che è raccolta sul colle circonda il Sovrano o lo accompagna per il vialone acclamandolo. La musica toma a suonare la Marcia Reale. L'automobile reale, nel quale prendono posto col Re il generale Cittadini ed il ministro Mattioli, parte per la prima tra calorose ovazioni. Seguono le altre, scomparendo celerercente nei rapidi tourniquets. La nebbia limita la vetta. Il sole non ha fatto che una breve comparsa durante la cerimonia, e mentre stava parlando la sL «mora Chinaglia, poi 6 torniate a nascondersi. E il nebbione si è fatto più fitto isolando totalmente la vetta Meglio! La nebbia ha dato alla cerimonia un carattere di intimità, ha messo sui cuori un velo di melanconia. E ne ha creato la conveniente atmosfera.