Il Principe Ereditario

Il Principe Ereditario Il Principe Ereditario Il Princpe Ereditarioil telegramma de! Partito Siberaie .italiano - giornata a Racconci Omaggi e ricordi Roma, 15, notte. Per il ventunesimo compleanno del Principe ereditario, i palazzi capitolini sono stati addobbati con arazzi e stasera sono illuminati, compresa la torre, e cosi tutti gli edifici pubblici. Al Principe sono stati indirizzati, tra gli altri, i seguenti telegrammi: La Direzione del Partito liberale italiano : « .VcJJa torte terra che sa le glorie degli • avi. Le giungano oggi gli auguri e i saluti « devoti dei liberali italiani, che dalle tradl« zioni del P-iemcnte reale ripetono l'antica » fede in Savoia e nelle libere istituzioni del« la Patria ». Il ministro della Marina: « S. E. generale Clerici, primo alutante di cam« po. Prego VE. V. di presentare a S. A. n. II Principe (U Piemonte gli auguri che 1 marinai « «l'Italia rivolgono a lui nella ricorrenza del suo « 91.0 compleanno — l'.to Mussolini ». Il Principe ha risposto: < Gli auguri di V. E. e quelli di tutti i mali rinai d'Italia mi sono giunti molto graditi. « La prego di rendersi interprete verso la vali lorosa Armata del mio animo cordialmen« te grato per la cortese manifestazione. — « Umberto di Savoia ». La Sezione genovese del Partito liberale italiano: « Mentre l'augus'o p'incipe. continuatore dolio . virtù della stirpe, entra nella maggiore età e « siederà in Senato operando a consolidare gli « Immancabili destini della patria, la Sezione gc- • noveso àel Partito liberalo Italiano, porge reve« Tenti auguri e fa garrire festante al vento it « tricolore con la bianca croce, nella quale 000.000 « eroi della guerra fissarono con entusiastica fede - lo pupille morenti ». 11 Gruppo dei giovani liberali di Roma : • La gioventù liberale di noma, che guarda a « V. A. con sicura speranza, alimentata da fortls«slma fede, prega accogliere omaggio profonda « devozione ». Il commissario regio di Roma: « II giorno In cui V. A. varca la soglia della » maggioro età. Roma, elle ha già riposto In Lei « ogni più lieta speranza, attesta oggi profonda « devota fiducia, e facendo fervidi voti per la « sua felicità col bc-ne della patria, Indlssolubll« mente congiunti, invoca sulla sua augusta per« sona la benedizione ai Dio ». li generale Bazzan, capo di Stato Maggiore della Milizia fascista: « S. E. Clerici, primo aiutante di campo: Prego • V. E. presentare al Principe Umberto, nella rì« correnza del suo compleanno. 1 fervidi auguri " che le camicie nere d'Iialio formulano per la " sua felicita e per le prospere fortune di Casa « Savoia, Indissolubilmente legate con quelle della •> patria ». Ne' tempi quieti e in quelli di crisi In un articolo sulla personalità del Priricipe, La Tribuna scrive: « Il ro costituzionale, non è sempre coperto dalla responsabilità dei suoi ministri. Qualora pur si voglia ammettere per vero — il che non è — essere fortunato l'uomo senza storia, ove alla individuale e breve vita umana si sostituisca quella perenne di un popolo diviene impensabile, una serie di generazioni, senza qualcuna di quelle crisi di cui è fatta la storia. Se negli anni di quiete e di prosperità il re regna e non governa, | quando una crisi si determina, nel 1848 o nel 1849;' come nel 1915 o nel 1923, per ricordare solo le più evidenti, nel pugno del re vengono a trovarsi le sorti della nazione. E' un attimo talvolta che decide delle sorti di un popolo. Napoleone III e Guglielmo II sono stati schiacciati sotto le rovine dei loro imperi. Gli uomini della dinastia sabauda, in ogni caso pensosi della sorte del loro paese, più che dei propri interessi, eppero sempre assumere, quando occorse, le più gravi responsabilità, e il risultato della loro aziono fu ognora felice per il paese. A differenza del padre, Umberto di Savoia, nella sua adolescenza che oggi si concluse, è stato tertimone dì una fase grandiosa della storia del suo paese e della sua casa. Nato appena pochi mesi prima del '70, Vittorio Emanuele Ili assunse il trono dopo un trentennio di quel lavorio di necessario assestamento, che seguiva il periodo epico della unificazione nazionale, dal quale l'Italia era uscita spossata e malata. La tragedia che lo fece re dimostrò come, pur nella rinascente prosperità della quale l'Italia si apprestava a godere negli ultimi anni del secolo, un profondo malessere morale travagliasse le masse. Quattro anni dopo nasceva il principe Umberto. A sette anni allorché il pensiero infantile.si comincia a plasmare e reagisce già consciamente allo sensazioni esterno, dalla reggia il suo genitore proclamava il per divenire una morsa pronta a stringersi diritto dell'Italia su quei mari, che stavano ai suoi Ranchi. Da quel momento, se anche attraverso a qualche oscura parentesi, .il giovane principe ha assistito alla nuova fase della storia italiana, fase di ardimenti, di gloria e di rinascita». Il Giornale d'Italia, nel rilevare come il Principe acquisti da oggi la sua autonomia di vita, aggiunge: « Per lui la data di oggi significa qualcosa di più di un qualsiasi compleanno: significa la riconosciuta sua libertà di movim-nfi. con una propria casa ed una legittima autonomia ». Re Umberto e il giuramento di Vittorio Emanuele III A proposito del cerimoniale del giuramento che il Principe dovrà prestare al Senato, del quale da oggi fa parte, La Tribuna ri.'orda elio Vittorio Emanuele III entrò nel Senato il 10 novembre 1*90 e prestò giuramento un mese dopo la sua entrata al Senato, l'il dicembre, e cioè il giorno dell'inaugurazione della prima sessione della 17. a legislatura. Nella stessa seduta prestò giuramento Emanuale Filiberto, duca d'Aosta. In quel giorno il presidente del Consiglio, on. Crispi, dopo aver preso ordini dal Re Umberto, invitò i senatori e deputati a sedere. L'on. Zanardelli, ministro guardasigilli, pronunciata la formula sacramentale, invitò1 i senatori a prestare giuramento. Primi, tra lunghi applausi, giurarono, stendendo la mano, Vittorio Emanuele principe di Napoli ed Emanuele Filiberto duca d'Aosta. Giurarono nella stessa seduta ii senatore Giosuè Carducci ed il deputato Salvatore Barzilai. Finita la cerimonia del giuramento, il Re, svolgendo il rotolo che aveva tra lo mani, diede lettura del discorso della Corona. A proposito della nomina a sonatore del Principe Ereditario il Re cosi disse: « Sono lieto, signori senatori, cho per prov» videnzlade coincidenza, insieme ad altro « principe della mia famiglia — il quale ri« coi da a me ed alla Nazione il compianto ed « amatissimo mio fratello [acclamazioni prò. « lungule). la cui memoria •estera indelebile t nel nostro cuore -- entri mio aglio a far a parte del vostro consesso (applausi prò• Iwtgali), mentre si discuteranno osi risol« veranno, io 6pero, in modo propizio alla paci ce sociale, importanti problemi. Egli verrà . cosi, a compimento dei doveri costituzio« nali che l'avvenire gli prepara scorgendo « viemmeglio come si provveda alla prosperità della Pania e si fecondi l'amore dei « popoli ». Nella tornata dell'll dicembre 1890, il presidente del Senato on. Farini pronunciò un discorso nel quale, dopo aver esposti i lavori programmatici della Camera Alta, concluse dicendo : « La legislatura che sorge ha recato al Sepalo un onore singolare ed a noi una cagiono di alta letizia. Da pochi giorni l'albo nostro è stato fregiato con il nome del Principe Vittorio Emanuele di Savoia, del figlio dell'augusto Re, il cui regno andrà ai posteri quale insuperabile per lealtà, per valore e patria carità [bravo! applausi}. A lui, nipote del gran Re redentore, in giovane età già desino dell'avo e -lei padre, io, in presenza vostra, rinnovo l'omaggio reverente dal Senato oggi è un mese tributatogli [vivi applausi), fossa la fortuna d'Italia volgersi sempre a lui feconda; possano sul suo capo accumularsi i trionfi che rimeritarono il Regno dell'avo e le fervide acclamazioni che accompagnano quello del padre, strenuo avanzatore di libertà, ai miseri soccorrevole e della contentezza dei popoli promotore alacre ». Il presidente lesse quindi la lettera di partecipazione dell'iscrizione di Vittorio Emanuele nell'albo dei senatori e la seguente risposta del Principe : « Eccellenza, ho ricevuto con grato animo « l'annunzio della mia iscrizione nell'albo dei « senatori. Le parole con le qi.ali ella mi dà n quella partecipazione sono dettate dalla be« nevolenza sua per me. Mentre tornano care « al mio cuore, ini additano pure quali sono « i doveri che mi impone la fiducia del Se« nato, io mi studierò di compierli, inspiranti domi alla tradizione della mia Casa all'ali more vivissimo che sento per la Patria noli stra. alla devozione ed alla obbedienza ver« so l'augusto mio genitore I lavori del Soli nato conlinueienno ad essere oggetto dei « miei studi, sicuro di apprendere dalla sali pienza e da.! patriottismo dell'alto conses<■■ so quanto può riuscire utile alla prosperità . e decoro della nostra Nazione. Le porgo, « caro presidente, i miei cordiali saluti, con « sentimenti di sinrera considerazione. — «Firmato: Vittorio Emanuele di Savoia: Una seduta solenne in Senato Circa le modalità del giuramento dell'attuale Principe ereditario non si hanno ancora esatte notizie definitive. La Presidenza del Senato si troverebbe nella necessità di dover creare forse un nuovo cerimoniale perchè l'allora principe Vittorio Emanuele prestò giuramento in seduta straordinaria, cioè durante l'inaugurazione della 17.a legislatura. Anche Umberto I, che entrò in Senato il 14 marzo 1865, prestò giuramento il 18 novembre dello stesso anno, durante la seduta reale. Il Duca di Genova, entrato il 6 febbraio 1875, prestò giuramento soltanto dopo sette anni, cioè il 22 novembre 1882, durante, anche lui, una seduta reale. Data la mancanza di precedenti, per quanto riguarda il Principe ereditario, il Senato dovrà stabilire, d'accordo con la Corte, le modalità del giuramento del Principe Umberto, ove non .«i volesse rinviare la cerimonia alla inaugurazione della 28.a legislatura. Ma poiché la data di tale inaugurazione può anche essere alquanto lontana, La Tribuna ritiene probabile che il Principe ereditario presterà giuramento in una speciale solenne seduta alla prossima riapertura del Senato.