Un grande discorso di Painlevé a Ginevra per la pace e la libertà dei popoli

Un grande discorso di Painlevé a Ginevra per la pace e la libertà dei popoli L'opera della Società delle Nazioni: "Senza i successi della Lega il mondo sarebbe già stato sospinto verso la catastrofe,, - Ciò che si deve fare: "Creare una nuova moralità fra le Nazioni,, (Dal nostro inviato speciale) Un grande discorso di Painlevé a Ginevra per la pace e la libertà dei popoli Ginevra, 7, notte. Nella sala della Reformation si è aperta stamane la sesta assemblea della Società delle Nazioni. La vasta sala era affollata dei delegati di ogni Nazione e gli uomini più notevoli della politica internazionale sì notavano in essa, da lord Robert Cecil a Nansen, da.Benes a Radici), da Briand a Chambcrlain, da Vanderwelde a Ishii, da Mentis a Skrzynski, da Nincic a Motta. Fra i delegati non mancavano le signore, che stanno con disinvoltura in mezzo alto stuolo preponderante delle Delegazioni maschili. I tipi più diversi si incontravano e si confondevano: dal marahjà di Patiala, barbuto, alto, imponente, codazzurro turbante sul capo ed i preziosi orecchini scintillanti, al principe persiano Mirza Riza Khan Arfa-od-DovIeh, col fez nero che mai non abbandona, ai rappresentanti della Repubblica americana di Liberia, gravi, austeri, sebbene muovano timidamente il passo in mezzo a tanto autorevole Consesso; ai giapponesi raccolti, silenziosi, sempre attenti, ai biondissimi delegati dei popoli nordici europei, lituani, finlandesi, estoni, svedesi, danesi, ai rappresentanti dei popoli meridionali : la Francia, la Spagna, l'Italia, i Balcanici: quale varietà di razze, di speranze, di ambizioni! I delegati delle Nazioni continuano ad affluire. Sulla via, il pubblico si affolla, trattenuto dai gendarmi, che, nella linea del copri-capo, ricordano i nostri carabinieri. Non soltanto la sala dove hanno accesso le Delegazioni è presto affollata, ma anche il doppio ordino di vaste tribune accoglie un pubblico vario, maschile e femminile, che riempie la sala ed assicura una decorazione vivente e mobilissima, che risalta sullo sfondo uniforme delle pareti. Quando si preannuncia l'ingresso del Presidente francese, che deve pronunciare il discorso inaugurale, l'ordine ed il silenzio tornano rapidamente nell'aula ed i delegati prendono posto ai loro banchi. Fede nella Società delle Nazioni Painlevé sale alla tribuna presidenziale, alla cui sinistra siede il segretario generale della Società delle Nazioni, Drumxnond, si accinge subito a parlare. Tutti i delegati sono ormai ai loro seggi. L'assemblea appare imponente. Painlevé parla lentamente, scandendo le parole, cosicché le sue dichiarazioni sono'udite da tutti. Dopo aver ricordato il salvatore della umanità, Branting, morto ora non è molto, egli rivolge un saluto rispettoso alla signora, che porta il gran nomo di Wilson, presente in questa riunione; porge quindi il benvenuto ai rappresentanti delle 54 Nazioni riuniti nella sala « per collaborare fedelmente alla iniziativa più generosa che sia stata tentata dagli uomini»; ricorda i critici pessimisti dell'azione della Società, che si compiacevano di denigrarne il lavoro, preconizzandone il sicuro insuccesso. Ed afferma: • < In realtà, se gualche giudice imparziale, scevro di illusioni, aliano dai metodi compiacenti, vorrà incaricarsi di considerare l'opera che, in cinque anni, voi avete compiuto, egli sarà colpito dallo sviluppo crescente della vostra autorità. Se il governo francese ha voluto che, a malgrado delle preoccupazioni del momento, il suo capo verisse a presiedere la vostra prima seduta, non lo fece certamente per portare alla Delegazione francese un soccorso, di cui essa non ha bisogno: la Francia vuole affermare solennemente, di fronte al inondo, la sua deferenza per la Società dello Nazioni e la sua fede nella sua azione benefica e nella sua opera » {applausi). "Creare una nu.va moralità tra le Nazl.< ni,, « Quando la Snc.ietì rìdilo Nazioni e nata, alla fine della grande tormenta, essa era come una piccola fiamma ili speranza, fiamma ancor vacillante, eh;' al primo soldo sombrava dovesse spegnersi ; ma ossa era nutrita dall'ardori! di tuffi i popoli. Essa ha resistito, è divenuta vitale, ha fatto fronte a molteplici difficoltà; la sua missione non e soltanto quella di farsi arbitra dei conflitti, di redigere delle convenzioni, la cui perfezione logica e precisa e ammirata dai giuristi ; la sua missione è di creare uno stato d'animo nuovo, una nuova moralità fra le nazioni. Questa duplice missione essa l'ha assolta coraggiosamente, con il senso esatto (Iella sua forza andando sino all'estremo limite del possibile, senza commettere l'imprudenza mortale di sorpassarlo. Era necessario che essa andasse avanti ogni giorno e traesse s:co, senza inquietudini, l'opinione comune, di guisa che non avvenisse che lo spirito pubblico, sconcerlato, rinunciasse a seguirne l'opera precorritrice. Es--a aveva il dovere di opporsi al];.' iniziative di violenza, evitando di entrare, essa medesima, in lòtta con forze superiori alla stia forza nascente. Questa fermezza, questa misura, questo sangue freddo fecero della fragile Società del IfiJO la possente Lega del 10ì5. Ciascuno volle il suo successo: le avete dato modo di spingerò più avanti le sue indagini e a,.- ■ ..-.•■■■ere I! suo prestigio noìle folle. Ciascuna delie sue discussioni solenni !ia contribuite a ? inerire l'altnosferu di diffidenza fra Io nazioni: ha incitato le classi dirigenti e la gioventù di lutti i paesi sulla via dell'avvenire: cosicché delle iniziative, che ieri ancor sembravano chimeriche, sono òggi rese possibili perché voi molto avete osato i. Painlovc ricorda quindi l'opera molteplice svolta dalla Società delle Nazioni nei campi più differenti: politico, economico, finanziario, sanitario. Il Consiglio di Segreteria, il Comitato, la Corte di Giustizia dell'Aia collaborarono infaticabilmente a quest'opera di pacificazione comune. Il Presidente francese accenna ni miglioramenti introdotti nel testo dello Statuto della Società delle Nazioni, perfezionamenti che non modificano le obbligazioni imposte ai membri della Società, ma precisano il regolamento giudiziario dei conflitti internazionali. Ricorda l'iniziativa dell'ultima assemblea per la codificazione del diritto internazionale, privato e pubblico, la creazione dell'Istituto internazionale di coopcrazione intellettuale, l'opera di soccorso prestata ai rifugiati russi ed armeni, ai profughi greci, alle popolazioni affamate dell'Albania: turbamenti collettivi codesti, che hanno ispirato al senatore Ciraolo l'opera magnifica, che è in via di attuazione: la Federazione internali.male per il soccorso alle popolazioni Colpite da calamità. Ricorda ancora l'assistenza prestata all'Austria ed all'Ungheria, per la resurrezione finanziaria, la vigilanza esercitata durante lo scambio delle popolazioni ({reca e turca, l'intervento pacificatore della Società fra polacchi e lituani, fra la Polonia e la città libera di Danzica e le in¬ dagini eseguite per l'assegnazione del vilajet di Mossul. E l'oratore conclude così questa parte del discorso :. Per giungere al "protocollo,, « Ma tutti questi argomenti, per gravi che essi siano, si dileguano davanti al problema capitale della sicurezza. Signori; che lo statuto, sul quale riposa la Società delle Nazioni, sfa stato concepito non già durante un periodo pacifico, ma allorquando il rumore delle armi risuonava ancora e la terra era ancor calda per il sangue versato e per i molteplici incendi distruttori, è questa una circostanza di cui la storia non offre un esempio o ci indica imperiosamente il nostro dovere. Lo statuto della Società non fu imposto da una élite chiaroveggente e saggia a delle moltitudini bramose di sangue; esso traduce, al contrario, in linguaggio legale, la volontà profonda dei popoli ed anzitutto dei combattenti. Giacché si era precipitati in un abisso di orrore, nessuno voleva più ricadérvi e, meno di tutti, coloro che ne avevano toccato il fondo. E' questa una aspirazione verso una pace fondata sulta giustizia, verso un mondo che la violenza più non avrebbe dominato. Si è adottato lo statuto della Società delle Nazioni, e specialmente la parte essenziale compresa negli articoli 14, 15 e 1C; ma per adottare efficacemente questi articoli dello statuto nelle più diverse eventualità, per sviluppare le disposizioni che necessariamente sono state fissate in linea sommaria, per precisare net dettagli l'interpretazione analoga e per dare ad esse tutta la loro forza operante, erano indispensabili altre convenzioni supplementari ed è appunto allo scopo di concretare queste necessarie convenzioni, ad un tempo precise od obbligatorie e rispettose della sovranità di ciascuna nazione, cho lavorano assiduamente, dalla sua fondazione in qua, le personalità più eminenti della Società dtlle Nazioni. Nel 1922 è la decisione XIV redatta d'accordo da lord Robert Cecil e da Henrv De Jouvenel; nel 19S3 è il patto di mutua assistenza, corollario della decisione XIV; ed è infine, nell'ottobre del 192», il protocollo di Ginevra per il regolamento pacifico delle divergenze inernazionali. « E' una tela di Penelope — commentano i belli spiriti superficiali. — No. Giammai si videro sforzi successivi e meno contradittori; ciascuno di essi segna un considerevole progresso sopra una via seminata di formidabili ostacoli, ma che, uno dopo l'altro, saranno tutti superali ». Il problema capitale della sicure za La voce dell'oratore si fa vibrante e solenne. Il pubblico scatta in un applauso. Indi Painlevé riprende il suo eloquente discorso: • « Nessuno può avere dimenticato le discussioni emozionanti, appassionate, grandiose dell'anno scorso; i magnifici discorsi di Herrlot e di MacDonald, destinati ad operare, a confrontare, a Ravvicinare i due punti di vista francese e britannico, a sboccare alfine in questi tre termini fondamentali, obbligatori ciascuno a sé, obbligatori tutti nel loro ordine: arbitrato, sicurezza e disarmo. Nessuno può aver dimenticato la minuziosa preparazione del protocollo, nel quale la vostra Commissione giuridica e la vostra Coromissione degli armamenti si sforzarono di turare tutte le fessure, attraverso le quali la violenza vorrebbe trovare uno sfogo imprevisto, né nessuno può aver dimenticato la definizione giuridica dell'aggressore, designato di colpo come il nemico del genere umano ; né la enunciazione precisa dei doveri imposti ai membri delia Società e delle sanzioni economiche e militari contro i violatori del suo statuto. L'on. Paul Boncour, riassumendo 1' opera compiuta, affermava con forza cho « il protocollo non era una modificazione, ma uno sviluppo, un commento vivente dello statuto della Società. Il protocollo sia allo statuto cerne il regolamento amministrativo sta in rapporto alla legge ». E Painlevé continua: « I redattori del protocollo presupponevano d'approvazione immediata dei governi. Ma i mesi seguenti non hanno realizzato lineila loro speranza. Adottato alla unanimità dai primi delegati delle 54 nazioni rappresentate àR'assómblòa, sottomesso quindi alia ratifica dei Governi, il protocollo non lui ancora raccolto il numero di adesioni necessarie, perché esso entrasse in vigore. Non siamone sorpresi, noa siamone scoraggiati. Un'opera tanto audace, tanto nuova, tanto grandiosa, quanto quella proposte dal vostro Consiglio, dalla vostra assemblea, un'opera, che è destinata a trasformare da cima a fondo le relazioni tra. i popoli, non può essere integralmente compiuta che durante un certo tempo o mediante uno sterzo paziente e continuo. Le vostre discussioni non hanno soltanto l'obbiettivo di elaborare il testo definitivo e perfetto di una grande legge internazionale; esse contribuiscono, nello stesso tempo, a generare una nuova moralità internazionale, senza la quale la leggo più perfetta resta priva di forzo. Per raggiungere questo scono non basta pacificare gif odii, i rancori, c le rivalità secolari ; bisogna creare fra i popoli uno stato di mutua comprensione ; non basta conciliare i loro antagonismi di interessi o di ambizioni, occorro conciliare il contrasto dei doro temperamenti Intellettuali. E' a queste differenze di temperamento intellettuale, cho si devono, in gran parte, le resistenze incontrate dal protocollo. M suo carattere di universalità, il rigore della logica inflessibile delle sue obbligazioni erano fatti per sedurre gli spiriti latini, che amano partire da principjl astratili e concludere dal generale al particolare. Il genio anglo-sassone preferisce elevarsi dal caso particolare e concreto alla universalità e ripugna dai principii troppo generali, quando non conosce, i fatti sui quali essi riposano. Ma giacché 1 popoli latini ed i popoli anglo-sassoni aspirano appassionatamente, come tutti qua dentro, al medesimo scopo, la pace, essi sono, purché vogliano persuadersi, destinati a incontrarsi, percorrendo vie differenti: la via dell'analisi per questi, la via della sintesi per gli altri. Non è questo un ottimismo voluto. 1 negoziati in corso fra le grandi potenze « E' bensì vero che il grandioso progetto di regolamento universale dei conflitti non ha finora ricevuto forza di legge e pertanto la pri punizione, da parte del Consiglio della Società, delia Conferenza pel disarmo, pievista d'ai protocollo dovette essere aggiorna, ta. Ma, nello stesso tempo, dal negoziali furono aperti u sono in corso fra le potenze .più direttamente interessate al problema della sicurezza. Essi mirano a realizzare accordi o trattali di arbitrato confòrmi allo statuto (lolla Società dello Nazioni o destinati ad as. sicuraiv la pace. Noi possiamo affermare tuttavia che questo trattative non si sarebbero aperte con un tale spirito senza gli sferzi compiuti l'anno scorso dalla quinte us. sem'olea. I risultati di queste trattative, so riusciranno, saranno di legare corte nazioni, inombri della Società, mediante obbligazioni analoghe a quc'lc che aveva escogitalo il protocollo; esse sono animate dallo stesso spirilo e non ne differiscono che per il loro carattere più ristretto, il protocollo di Cin?. vr.i, coni" già il progetto di mutua assistenza de: 1923, nùtmiìttevn l'esistenza di accordi particolari.'considerati come mèzzi ili esecuzione.; questi accordi non sono dunque, in alcuna monterà — non è necessario insiste, re troppo su questo punto — in contraddi. zione col regolamento generalo elaborato l'anno scorso a Ginevra. .Se il protocollo tosse entrato in vigore, questi accordi ne sarob. bero il corollario; invece essi saranno, nel riguardi del protocollo, nella situazione sin. golare di figli nati prima che lo stato civile del loro' padre fosse regolarmente stabilito. Ciò nonostante, è indubbio che sarebbe del più grande interesse precisare l'influenza di questi accordi in rapporto allo statuto della Società delle Nazioni. Ciò che fu detto per gli accordi parziali possiamo ripetere per !<• convenzioni di arbitrato. Molti trattati di arbitrato furono conclusi sinora, ma gli uni non sono in realtà che dei trattati di conciliazione, altri escludono, dal regolamento arbitrate, gli eventuali conflitti più impor. tanti. Invece i trattati arbitrali previsti dal patto sono dei trattati completi, che non ammettono alcuna eccezione, <é di cui la esecuzione non dipende unicamente dalla buona fede e dall'accordo dei firmatari ma dalla garanzia che offlro la Società delle Nazioni. « Il problema della sicurezza si posa dunque oggi davanti all'assemblea in condizioni differenti di quelle dell'anno scotso. L'anno scorso, dopo il rigetto del progetto di trattato di assistenza mutua, l'assemblea si trovò investita di un problema nuovo e complesso. Questa volta invoco la questione non è più intatta; essa non si presenta all'assemblea con questa semplicità e con questa generalità. Voi potete meditare sul metodo da seguire e voi siete padroni di sceglierlo. Voi potete adottare il metodo sintetico, il più seducente, il più logico, il più diretto, cioè riprendere gli studi del protocollo, sforzandovi di emondarlo per rispondere alle obbiezioni che esso ha sollevato; voi potete, al contrario seguire il metodo analitico, più lento, più modesto, ma forse più adatto, attualmente, alle esigenze delia realtà: cioè, voi potete considerare l'applicazione dei principii che hanno inspirato il protocollo e gli accordi particolari. Lo resistenze e le inquietudini, che hanno suscitato le prescrizioni del protocollo, svaniranno probabilmente, se non si vorranno immediatamente impegnare su di esso tutti gli Stati del globo qualunque essi 6iano od in qualunque luogo si trovino mediante la stessa formula universale. Le stipulazioni e la procedura considerata non riguarderanno che gli Stati, i quali vogliono regolare in una maniera decisiva fra di essi il problema della sicurezza. Quanto alle obbligazioni generali dei membri della Società, queste resteranno le medesime, senza che vi sia niente da aggiungere e senza che vi sia niente da ridurre. A voi resterà l'avvenire, la possibilità sia di riprendere gli studi del protocollo universale, quando certe prevenzioni nel frattempo saranno cadute, sia di lasciare realizzare un accordo universale, mediante il giuoco naturale e benefico degli accordi particolari e mediante la loro moltiplicazione ». "Assicurare ai popoli la pace e la libertà,', Il presidente Painlevé, continuando nel suo discorso, dichiara che, in ogni modo, il disarmo non può venire che dopo la sicurezza. Quindi egli continua : « Signori, il presidente di questa assemblea ha il dovere di dimenticare, finché egli occupi questo seggio, quale sia la sua nazionalità. Lasciate pertanto ch'io vi dica, come capo del Governo francese, qualunque 6la per essere il metodo che voi crederete di dover adottare: voi sapete cho potete contare sul concorso, ^assoluto e senza riserve, della Francia. La Francia ha collaborato appassionatamente al protocollo di Ginevra; essa testa appassionatamente fedele al suo spirito; essa non rinnega alcuno degli impegni che in questo momento riafferma; essa ripudia la violenza colla stessa energia con cui la ripudiava al tempo in cui ne era vittima. E' in suo nome che il signor Herriot accettava solennemente, nel settembre dell'anno scorso, l'arbitrato obbligatorio per tutti i conflitti, senza alcuna eccezione, ma non è ad una formula die ossa resta attaccata ; è alla pace che essa si manifesta fedele. Essa è pronta a studiare lutto le modalità, tutte le convenzioni che possono assicurare ai popoli il diritto di vivere pacificamente, nel lavoro e nell'onore, e che assicurino ai popoli, per lungo tempo asserviti o smarriti o inquieti, la libertà, cosi difficilmente riconquistata. « Ma tutte le convenzioni, avendo per oggetto il mantenimento della pace non saranno efficaci se esse non avranno per centro la Società dalle Nazioni. E' quindi necessario che la Società dello Nazioni eserciti pienamente le sue funzioni di organismo tutelare della pace ». Painlevé .ricorda quindi la domanda rivolta al Consiglio dalla Germania por la sua ammissione condizionata nella Società delle Nazioni e la risposta del Consiglio, colla quale si esprimeva la soddisfazione di vedere quanto prima la Germania associata ai lavori della Società, in una posizione che corrisponda alla sua situazione nel mondo. Ricorda la grande democrazia americana, la quale, malgrado resti ancora lontana dalla Società delle Nazioni, è destinata, senza dubbio, a collaborare liberamente per il bene dell'umanità. Nessuno si illude circa i pericoli che minacciano l'Europa. La fede nella Società delle Nazioni non ò fiducia cieca o beata, ma soggiunge, concludendo, l'oratore : « Noi siamo decisi a compiere lo sforzo necessario. Un grande americano scrissi- nella storia questa massima che è divenuta banale tanto essa è evidente: u Non ò necessario — ha detto Guglielmo Deranges — sperare per intraprendere, riuscire per perseverare ». Abbiamo noi l'anima meno temperata di questo uomo di guerra? Noi che vogliamo la pace, noi che troviamo in l'ondo a noi stessi tanta ragione da sperare, noi cho possiamo inscrivere all'attivo della Società dello Nazioni ,dei successi, senza i quali il mondo sarebbe già stato sospinto versò la catastrofe.? S« non temessi di eccedere dai miei effimeri poteri vorrei esprimere il voto cho, al disopra dei lavori di questa assemblea, aleggiassero come principi ili fiduciosa attività questi tre motti : sperare, intraprendere, perseverare ». I lavori cominciano L'orazione del Presidente è lungamente applaudita alla fine. Painlevé dichiara aperta la sesta assemblea della Società delle Nazioni ed invita l'assemblea stessa a nominare la Commissione por la verifica dei potori. Su proposta del delegato cèco sono eletti per acclamazione otto membri scelti fra i delegati dell'Austria, di Cuba, dal Cile, dell'India, della Liberiti, delta Lituania, del Paraguay e della Romania. La seduta è quindi tolta o rinviata al pomeriggio. Alla ripresa della seduta pomeridiana Painlevé siede ancoia al segete presidenziale. Il presidente della Commissione per la verifica dei potori dà notizia che le 54 delegazioni prosenti hanno mandato regolare. Quindi viene aperta l'urna per la elezione definitiva del presidente dell'assemblea. La votazione procede rapidamente. Painlevé proclama eletto il senatore canadese; Dandtirand di Montreal, e lo invita senz'altro a salire ni seggi > presidenziale o l'assemblea tlibala al suo presidente un lungo applauso. CESARE SPELLANZON.