La Francia e il Marocco

La Francia e il Marocco La Francia e il Marocco 60 navi bombardano Aidir — Il Consiglio dei ministri affida a Pétain il supremo comando militare e rimanda Lyautey per razione politica, Parigi. 3 notte. Gira e rigira la questione del comando al Marocco è stata lasciata presso a poco nei termini in cui si trovava prima dell'arrivo di Lyautey. E' mancato a Painlevé il coraggio di tagliare la testa al toro. Riconosciamo tuttavia che il maresciallo ha fatto il possibile e l'impossibile per levarglielo, non indietreggiando neppure davanti alla opportunità di cattivarsi l'appoggio di Caillaux, recandosi in persona ad ossequiarlo al suo ministero, come per i membri dell'Accademia di Francia, che si visitano una volta in vita per guadagnarli alla propria candidatura all'immortalità. Risultato: il Consiglio dei ministri ha deciso che la direzione suprema delle operazioni militari in^ Marocco spetta oggi al maresciallo Pétain, capo unico delle forze francesi « a cui l'opinione pubblica sarà unanimemente grata di mettere ancora una volta al servizio del paese il proprio metodo, la propria facoltà di organizzazione, la propria conoscenza profonda di tutte le risorse dell'esercito»; ma che « dovendo l'azione militare accompagnarsi ad una azione politica, intesa a tener in riga le tribù del protettorato, il compito di assolvere Quest'ultima seguiterà ad incombere al residente generale, in contatto col maresciallo Pétain e d'accordo col Governo». Soluzione critica La sola soddisfazione accordata a quanti chiedevano il richiamo di Lyautey consiste nel trattenerlo a Parigi fino al 12 settembre e nel promettere loro che, in ottobre, vi sarà riconvocato di nuovo ' « per informare il Governo dell'andamento delle operazioni », ma la verità è che il maresciallo, con l'appoggio della destra, l'ha spuntata, e che, se Painlevé non troverà di qui al 12 settembre un qualche nuovo pretesto per indurlo a prolungare benevolmente il soggiorno nella capitale, tra un paio di settimane il conflitto di autorità, tra lui e Pétain e tra i rispettivi stati maggiori, sarà belle e ricominciato. Naturalmente la grande maggioranza della stampa moderata e consevatrice fa le vi3te di non rilevare se non l'aspetto di equità della decisione del Consiglio dei ministri, adducendo, per l'ennesima volta, l'impossibilità di sbancare dall'oggi al domani, con un provvedimento che non potrebbe non avere carattere disciplinare, l'uomo a cui la Francia deve il protettorato sul Marocco. Ma i giornali seri e usi a non appagarsi di vane formule, come il Journal des Debats, non nascondono al ;ontrario il proprio vivo malcontento. Esso scrive : « La logica vuole che l'autorità e la responsabilità appartengano ad una sola e medesima persona. Si può ammettere che il residente generare, responsabile della difesa del Marocco, abbia sotto di sè un capo militare responsabile verso di lui della condotta delle operazioni. Si può pure ammettere che la metropoli mandi sul posto un'alta autorità, incaricata di rendersi conto del buon impiego dei mezzi, in uomini ed in effettivi, che essa pone a disposizione del protettorato. Il residente generale, assorto dalle sue molteplici occupazioni, non può esercitare di fatto il comando di truppe equivalenti a tre corpi di armata. Siccome, d'altra parte, nnn dispone che- delle risorse inviategli dalla metropoli, egli si trova nei riguardi di questa, in una situazione subordinata, la quale viene manifestata dalla presenza temporanea di un: inviato del Governo. Il rischio si è che la missione di questo inviato non diventi permanente. TI caso si produce quando, la fiducia del Governo nel residente generale non essendo più completa, esso ritiene necessario di esercitare in modo più stretto il suo diritto di controllo. Ma allora si produce una crisi, i cui effetti possono essere temibili, soprattutto se. come è ora il caso, si vuole avere qualche riguardo verso una situazione vecchia e gloriosa, nel momento stesso in cui comincìeranno delle operazioni attive. Tuttavia, anche allora, importa non lasciar produrre conflitti di attribuzioni e di responsabilità. E' un conflitto di ttile genere che la decisione presa dal Consiglio dei ministri stamattina, con la nomina del maresciallo Pétain a comandante in capo, mentre il maresciallo Lyautey rimane residente generale al Marocco, rischia di organizzare. E' la peggiore soluzione che potesse intervenire poiché essi saranno entrambi responsabili dinanzi al Governo. Orbene, una responsabilità non si condivide. E* una confusione voluta e organizzata ed è anche fare molto onore ad Abd el Krim inviare contro di lui due marescialli di Francia. Ci resta una sola speranza: che questa soluzione sia forse provvisoria, ma essa durerà quanto durerà il periodo critico delle operazioni attive ». Il ragionamento è calzante e Painlevé sarà nrobnbilmente l'ultimo a metterlo in dubbio, ma i conflitti di autorità che legano le mani esistono n Parigi prima che al Marocco. E' inutile prendersela con 'in uomo che, come l'attuale presidente del Consigli», non pecca certo per difetto di buone intenzioni. 11 benibarila mento Pétain, intanto, ha voluto mettere a profitto i giorni di libertà lasciatigli dall'assenza del residente generale, ed ha iniziato l'offensiva. Cinquanta navi bombardano Ajdir, piccola capitalo di Abd el Krim, che, come sapete, sorge a breve distanza dalla spiaggia, in fondo alla boia di Alhucemas. I francesi hanno in r<3>la la Paris, nave ammiraglia, gli incrociatori leggeri Strasburgo e Metz, cinque <i avvisi » tra cui il Palais, VAmicns e il Molmirail, sei torpediniere, due cannonniere, oltre a sei idroplani e due palloni frenati. La squadra spaglinola, molto piti numerosa, è comandata dalla Alfonso XIII. Finora si crede di sapere che i riffanl abbiano avuto una cinquantina di morti e trecento feriti e che tra i mot ti vi siano vari soldati europei, per lo più prigionièri, avendo Abd el Krim trasportato ad Adjir il suo campo di concentrnmento. E' segnalata intanto la partenza da Bordeaux di nuovi rinforzi francesi: un bat¬ taglione del 3.0 reggimento coloniale e 2000 uomini del 18.o fanteria, imbarcati rispettivamente sui piroscafi Haiti e Kentucky. Le operazioni in corso, necessarie a permettere lo sbarco di effettivi spagnuoll importanti, non sono se non un preludio dell'offensiva, ancorché nulla sia più verosimile che, per facilitare lo sbarco, i francesi attacchino o magari abbiano già attaccato sul fronte meridionale, onde impedire ai riffani di opporre masse ingenti al nemico del nord. Questo preludio coincide, come già altri preludi di azioni anteriori, con la pubblicazione di una intervista del corrispondente di guerra del Matin col fratello di Abd el Krim, rinnovante dichiarazioni già note del capo riffano sul suoi tentativi di avvicinamento alla Francia nel 1923. Senonchè, a prescindere dall'interesse giornalistico dell'intervista, parlare di pace in questo momento è ozioso. Ed in attesa tljlla fine delle vacanze parlamen¬ tari, maggiore interesse suscita nel pubblico le dichiarazioni, attribuite i i alcuni informatori ad Abd el Krim, di volersi difendere fino all'ultimo uomo. Solo il Paris Soir osa trarre argomento dalla pubblicazione del Matin per interpellare vivacemente Painlevé. Gli altri giornali tacciono e aspettano. Si sa ormai, che nel pensiero di Pétain la campagna non solo non potrà finire nel breve periodo di tempo rimasto prima della stagione delle pioggie, ma dovrà essere ripresa in primavera. Inutile dunque illudersi di potere abbatterò Abd el Krim durante l'assenza di Lyautey. Di qui all'anno venturo la questione del comando avrà tempo di rinascere parecchie volte : e questa è una ragione dì più per ritenerla precaria. La Siria So Painlevé sperava, del restò, di avere placato con la decisione odierna i nemici di Sarrail, i fatti possono averlo disingannato, giacché la lotta contro quest'ultimo continua più violenta che mai. Il Consigliò dei ministri odierno ha cercato, per la veii!à, di mettere ordine anche nel guazzabuglio siriaco. Esso ha deciso di rfebis. mare immediatamente il generale Mi* chaud, capo della colonna, che — come ricorderete — venne attaccato il l.o di agosto dai drusi e costretto a ritirarsi con grandi perdite, e di mandare a Damasco, in qualità di capo delle truppe del Levante e di aggiunto all'alto commisario, il generale Gamelin, ex-capo della missione militare francese al Brasile, ufficiale distintosi durante la guerra. Ma anche questa è una mezza misura e non si può ancora dire se non darà luogo a complicazioni peggióri del male. Intanto, perchè il parallelismo tra Siria e Marocco sia completo, corre voce che un attacco, con forze ingenti, sia imminente per liberare la guarnigione di Sueida e battere i Drusi, attualmente concentrati nelle gole di Hauran, nei pressi della frontiera di Palestina. c. P.

Persone citate: Alfonso Xiii, Caillaux, Metz