Il presidente del Parlamento tedesco parla a Parigi per la riconciliazione con la Francia, per la pace del mondo

Il presidente del Parlamento tedesco parla a Parigi per la riconciliazione con la Francia, per la pace del mondo Il presidente del Parlamento tedesco parla a Parigi per la riconciliazione con la Francia, per la pace del mondo "Affettiamo qualsiasi regolamento Intornirionale che condanni la guerra come un delitto,, (Servizio speciale della STAMPA) Parigi, 3 notte. Ier, alla fine della cerimonia di inaugura/ione del 24.o Congresso internazionale dfla pace, il presidente del Reichstag, Loeìs, non prese la parola, c ciò aveva urtao numerosi delegati ed in partiicoiar niotò la delegazione tedesca, mentre altri proestava.no n3i corridoi per il fatto che la lignora Severine, designala nella riuiiicae preparatoria .a parlare, non aveva pouto parlare e sii affermava che l'eco di qitsto incidente non avrebbe mancato dà ìitetersi oggi. Ma, almeno per quello che rijuarda il Loebe, l'incidente — se pur ijcidente può dirsi — è stato risolto nel <jrso della colazione che il ministro degli Istari ha offerto oggi alla delegazione rancese ed a quelle straniere partecipanti il Congresso. Un incidente risolto a banchetto In assenza di Braand, presiedette il banchetto il ministiro della Pubblica Istruzione, De Monzie, il quale, pronumelando la tradizionale allocuzione, disse tra l'altro : » In questo palazzo della diplomazia laeciatemi salutarvi diplomatici della pace. .: Ieri ero inquieto, ma la mia inquietudine si è dispersa. Sotto la grande vòlta della Sorbona, in quel magniflccn anfiteatro consacrato alla scienza ed agli studi, erano muniti i delegati della pacificazione universale. Si aspettava forse non tanto il discorso di un ministro — troppi ministri parlano, troppo spesso 1 <— quanto il discorso del rappresentante del Reichstag, signor Loebe ; ma quando venne il momento di prendere la parola, obbedendo ad un senso di alta discrezione, il signor Loebe si astenne e fu una delusione nel pubblico ed una disillusione fra le delegazioni. Ma la più grave disillusione fu q Ila del popolo francese ». J rivolgendosi verso il signor Loebe, il ministro De Monzie aggiunse : a Vorrete,.signor presidente, dare a questa partecipazione del popolo francese ad una generale disillusione, il suo yero senso ». Il ministrò salutò poi, applauditàsslmo, l'apertura del Congresso della pace, dicendo di vedere in questa manifestazione il preludio e la preparazione della vera pace. Dopo che il prof. Richet, presidente del Congresso, ebbe pronunciato poche parole per ringraziare il Governo, i membri del Congresso ed i delegati stranieri, prese la parola Loebe. Egli disse, fra gli applausi, di felicitarsi che gli incidenti ai feti,fossero stati appianati con tanta eleganza, e rilevando che il ministro della Pubblica Istruzione aveva parlato di « diplomatici della pace », ha soggiunto che ciò prova che il progresso di questa. idee.-, net mondo è grande. Citò infine vari pacifisti tedeschi, che hanno lavorato, 'come lui' e come il dottor Quidde, allo sviluppo delle relazioni pacifiche fra la Francia e la Germania. Calorosi applausi accolsero le parole del presidente del Reichstag, il quale accompagnato dallo stesso De Monzie, si recò poi nel pomeriggio all'Eliseo, a visitare il presidente della Repubblica, Doumergue. La prima seduta plenaria del Congresso si è aperta nel pomeriggio, alla presenza di tutte le delegazioni straniere. Quella italiana è poco numerosa: ne fanno parte, tra gli altri, l'on. D'Aragona e il prof. Cosentini. Il prof. Richet, prendendo la parola, osserva che il presidente del Reichstag aveva" spontaneamente rinunciato a parlare nella seduta solenne di apertura data la forzata assenza di Herriot, presidente della Camera francese; ma ora egli era particolarmente lieto di dare la parola alla rappresentanza della democrazia tedesca, venuta a Parigi per contribuire al riavvicinamento delle due grandi nazioni, riavvicinamento indispensabile all'opera di civiltà. Il discorso di Loebe Loebe si alzò allora a parlare. Nel suo discorso egli ha constatato anzitutto come l'idea della pace abbia fatto grandi progressi in seguito all'applicazione del piano Dawes, il cui maggior merito spetta, in Francia, all'attuale presidente della Camera, Herriot. E ha soggiunto : « Il signor Herriot non ha esitalo a preconizzare la costituzione degli Stati Uniti d'Europa. Io esco dal Ministero degli Esteri, dove ho insislito sul fatto che la riconciliazione dei popoli doveva basarsi, non soltanto sui fattori intellettuali e morali, ina anche sugli elementi economici. Noi accettiamo qualsiasi regolamento intemazionale che condanni la guerra come un delitto. Nessuna questione d'interesse, ne di ragioni nazionali giustifica il ricorso ad un mezzo qualsiasi di guerra, la quale è causa di milioni di vittime. Non vi è dovere nazionale più elevato di quello di mantenere, sviluppare e migliorare la vita dei cittadini. Così, in mancanza del protocollo di Ginevra, noi accettiamo il patto di sicurezza. La questione dell'arbitrato obbligatorio ha sempre preoccupato l'Unione interparlamentare e le Società della pace. Noi vogliamo l'arbitrato obbligatorio; ma te l'arbitralo obbligatorio sarà adottato, bisognerà che ad esso segua il disarmo. Il disarmo com'è definito nell'introduzione alla quinta sezione del Trattato di Versailles non è concepibile. Il disarmo parliate, di alcuni paesi, ci sembra soltanto una tappa versa il disarmo generale. La nostra generazione seppellirà gli ideali nazionalisti con tutte le idcolorjie del passato, e per riuscirvi non vi è mezzo più efficace della riconciliazione [ranco-ledeica. Gridiamo agli uomini di Stato: compite l'opera di legislazione internazionale ceri bene incominciata! Non stanchiamoci 'di ripeterlo, da rarigi a Berlino e da Berlino a Parigi. Quando la riconciliazione tara completa fra Pari;)i c Berlino la riconciliazione di tulli i popoli europei sarà considerevolmente facilitala. In tal modo la riconciliazione franco-tedesca è una delle condizioni essenziali della pace del mondo ». Quindi, il segretario generale Hudson ha dato lettura di un telegramma di MacDonald, il quale esprime il suo voto « per il successo degli sforzi tendenti a far nascere nel mondo uno spirito di pace e di fraternità internazionale ». Fu poi data lettura di un telegramma del ministro degli Esteri ceco-slovacco, Benes, il quale dichiara che la politica europea del dopo guerra deve affermare il principio democratico delle relazioni internazionali per assicurare la pace europea e mondiale e creare un nuovo programma giuridico intemazionale,. La sedata plenaria Dopo di che la prima seduta plenaria è stata tolta e si è riunita la prima Commissione, nella quale Milhoud, relatore, ha pronunciato un lungo discorso per rilevare l'importanza capitale che nella questione della pace hanno i problemi economici. L'oratore ha affermato che la Società delle Nazioni vorrà occuparsi del regolamento dei rapporti economici fra le varie nazioni, e ad illustrazione della sua te6i ha. citato il caso dell'Italia, che è priva- di materie prime ed ha una sovrabbondanza di popolazione. Egli ha detto : « Bisogna mettere l'Italia in condizione di pater far vivere i suoi figli, altrimenti, per necessità stossa delle cose l'Italia non potrà svolgere una politica pacifica. Le stesse condizioni dell'Italia si trovano in altre nazioni tra cui il Giappone. Non basta la propaganda per la pace, bisogna togliere alle nazioni qualunque mezzo per fare una politica di impeni alismi ». E' seguita una breve discussione durante la quale è stata avanzata la proposta della creazione di un parlamento internazionale economico ; ma la proposta è stata respinta a grande maggioranza, poiché si è osservato che, data l'esistenza della Lega delle Nazioni, è superfluo parlare di altri istituti, che non potrebbero che complicare i problemi. La discussione è stata quindi rinviata a domani.