L'omaggio di Predappio all'on. Mussolini e sua madre

L'omaggio di Predappio all'on. Mussolini e sua madreL'omaggio di Predappio all'on. Mussolini e sua madre Forlì, 31, mattino. La città e Imbandierala e animatissima. Il Prefetto comm. l'elici e il sindaco coadiuvati dal consolo della Milizia l'elici hanno provveduto perfettamente ad organizzare l'ospitalità ed il collegamento automobilistico tra Devia, frazione di Predappio e l'orli, punto naturalo di concentramento dei partecipanti alla cerimonia con cui Predappio vuole esaltare il suo figlio Uenito Mussolini e rendere omaggio alla venerata memoria di sua madre Rosa, rei giorno in cui la chiesa festeggia la santa omonima Alle oro 11 nello sale della Pinacoteca municipale il sindaco ha offerto un ricevimento alle autorità convenute per le cerimonie di Devia. Vi hanno partecipalo i deputati e senatori presenti alla cerimonia e molle pcrsonlità fasciste e locali. 11 prof. Pergoli ha illustrato la Pinacoteca da lui dirotta: il sindaco di l'orli ha pronunciato un applaudito discorso di saluto agli ospiti ed ha concluso inneggiando al Duce e all'avvenire dell'Ilalla. Il discorso di Farinacci Più tardi. Autorità e popolo si sono recati a Predappio ad inaugurare la lapide sulla casa ove'nacque l'on. Mussolini, Qui l'on. Farinacci ha pronunziato il seguente discorso: « La cerimonia di oggi ha uno speciale significato; ò il popolo operoso che rivendica i suoi valori. Uenito Mussoliwi nacque in questa, casa umilissima che di poco supera il prezzo della lapide di marmo che vi avete apposto. Sarà questa piccola casetta il tempi'1 più "• icco ai ricordi e di fede per la nostra Italia, legata da imperitura riconoscenza, non solamente al Duce ,ma alla mamma diletta che diede a molti di voi 1 primi insegnamenti, al babbo suo che seppe crescendolo nel lavoro, temperarne lo spirito alle prime lottò, preludio delle grandi battaglie vittoriose della politica. Gli avversari ce ne fanno quasi una colpa, ma è orgoglio nostro di essere venuti dal popolo, di avere sopportato lo più grandi sofferenze ed i più grandi sagriflzi e di esserci saputi imporre al popolo stesso nell'interesse della patria. Benito Mussolini 10 avete conosciuto quando giovane fabbro 'fermio legava il ferro alla sua volontà; lo ritrovate oggi, forza possente, che piega gli uomini alla volontà della nuova coscienzaGiovanetto, militò nelle fll.e socialiste, giovanetto difese i sacrosanti diritti dei lavoratori ed è ridicolo prestero fede alle calunnie degli avversari che vorrebbero fare passare il fascismo ed il Duce come nemici delle classi lavoratrici. « Il fascismo è sovratutto proletario ed in pariicolar modo rurale e le prime manifestazioni politiche del vostro ccncittadino non furono da voi comprese, tanto che egli conseguito il diploma di magistero, .per esclusiva forza di volontà, lasciò il vostro paese imbronciato con la vita e col mondo e con una visiono ancora ristretta del problema sociale e nazionale. Dopo vario vicende, dopo lotte che gli costarono dolori, manette e carcero, senza mai perdere la sua linea <li serenità, di audacia e di ardimento, forgiò l'animo suo ad una visione più realistica e più profonda della vita, Nel partito socialista seppe conquistare le simpatie delio masse ed è a lui che si deve se il socialismo raggiunse l'apogeo della sua forza. Era allora direttore dell' « Avanti! ». Fu sempre coerente alla sua fede e alla sua idea cjl ancora oggi rimane socialista, sebbi-ne avversario accanilo del partito ai quale egli diede tutto il suo entusiasmo e che per colpa di uomini, privi di coraggio e di fede, è caduto nella più voi gare contraffazione. « Lo ricordiamo al Congresso di Ancona, quaiKlo condusse la prima battaglia contro la massoneria, battaglia che egli, coerente, ha reso decisiva con l'avvento del fascismo al potere. Quando scoppiò la grande conflagrazione europea, egli, che non poteva essere pacifista, che considerò la guerra una vera rivoluzione di popoli, anziché preferire gli onori di un formidabile Partito, anziché essere il capo di una grande massa, preferì marciare contro corrente. Per difendere, come fecero gli onesti socialisti del Belgio, della riancia e della Germania il proprio paese, la propria patria, affrontò allora l'ira brutale delle 6cbiere ubbriacate dai falsi pastori, sub! ogni genere di minaccia, fu chiamato traditore, ma non lui, gli altri, avevano tradito; egli rimase fedele alle dottrine del sano socialismo, care agli amici del babbo suo, Amilcare Cipriani ed Andrea Cosi a, i quali, come Carlo Pisacane affermarono sempre che il socialismo non poteva essere la negazione della Patria e che non si poteva parlare di internazionalismo se prima non fossero state formate le Nazioni. Dal partito socialista Benito Mussolini ha dunque portato nel fascismo la parte migliore, lasciando agli altri la zavorra. Sorel fu profeta quando lo giudicò, molto tempo prima delle battaglie dell'interventismo e del fascismo: il suo pronostico è divenuto realtà. « Noi. modesti giovani, sentiamo oggi la intima soddisfazione di averlo seguito in pochissimi. Bicordo con profonda commozione 11 mio Duce di oggi, compagno e fratello di ieri, quando nell'autunno del '14, fondava con 1 nostri contributi dì sacrificio morale e materiale, il giornale che doveva diventare l'organo animatore dei gruppo del fasci rivoluzionari interventisti, i quali nel radioso maggio del 1915 trascinarono la moltitudine nelle piazze d'Italia, guerra o rivoluzione, "u guerra, e guerra vittoriosa, alla quale egli oltre lo spirito, diede il suo sangue. E lo ricordo, quando, nel 1919, chiamò a raccolta i pochi estremisti superstiti e formò i fasci di combattimento, che furono la base di quella rivoluzione che doveva nell'ottobre 1922 portarci a Roma per seppellire il passato e per iniziare l'avvenire di grandezza per la patria nostra. Il fascismo delle squadre di combattimento rivoluzionario, è divenuto oggi regime. Chi spera che l'attuale situazione politica possa mutare, dimostra di essere fuori delia realtà. « Il nostro partito è una religione. Fuori di essa si e sperduti. Sono ridicoli coloro che pensano ad impastare brutte copie di fascismo e vanno alla ricerca di un uomo da contrapporre all'uomo che rappresenta una di quelle magnifiche gemme che raramente produce la natura per il bene dell'umanità, più volte rifiuti del nostro partito hanno tentato nuovi movimenti ; ora i fasci autonomi, ora i fasci nazionali, ora nuovamente i fasci di combattimento o Lega italica, ma con brevissima durata e scarso successo, tanto che oggi ne esiste appena il ricordo Il partito mai è stato cosi granìtico da permettersi di potere procedere liberamente alla revisione dei suoi quadri e dei suol uomini. Il partito fa oggi parte del regime verso il quale non è possibile osare perche ha a sua disposizione, oltre le forze fasciste, oltre la milizia, le forze armate dello Stato a capo delle quali è colui che fu l'artefice della nostra rivoluzione. Fascisti, conterranei di Mussolini; non ho inteso nè di tessere l'elogio del nostro supremo capo, nè di rievocare gli episodi più salienti della sua vita. Nulla di lui ò ignoto a voi. « Noi siamo qui perché vogliamo che dalla sua Predappio gli giunga il rinnovato giuramento di fedeltà e di devozione da parte dei suoi compagni di fede che non gli furono a fianco nelle ore del trionfo, per carpirne gli onori, ma gli rimasero devoti nelle ore critiche e nello ore di amarezza. Fedeltà e devozione nel significato più puro e più sincero, non come più volte avviene che in nome del duce si commettono i più dannosi atti di indisciplina contro il fascismo e quindi contro il duco stesso. La disciplina dobbiamo imporla a noi, non quando è cosa facile, ma quando costa sacrifici e rinunce. Il nostro è e deve restare un esercito disciplinato In tutti i suoi capi, in tutti i suoi gregari ». Le cerimonie Viene quindi scoperta sulla casa di Mussolini la targa con la seguente iscrizione: ■ Qui dove nacque Benito Mussolini che, rivelatosi sommo statista, con intelletto d'amore riconsacrava l'Italia sull'altare della l'atria, ad eterna memoria i cittadini posero ». Ha cosi termine la prima cerimonia. Le autorità, le rappresentanze ed il popolo con in testa l'innumere selva di bandiere e di gagliardetti si recano sul luogo ove sorgerà la chiesa di Sj. Rosa intorno alla quale si svilup)ht;ì la nuova Predappio. Dopo il rito religioso un grande masso di travertino viene calalo nella buca profonda e con esso scende nella lerrn una pergamena sulla quale appongono la proprio Arma, invece di S. E. Mussolini assente, donna Rachele Mussolini ed il coirmi. Arnaldo Mussolini. Sulla pergamena è scrino in latino: « Sta, o pietra, e dura finché le stelle volgeranno nel firmamento i loro folgoranti giri che la terra poserà sui poli. Benito Mussolini, sedata la ribellione proletaria, rivendicata la vittoria, ristabilita col più grande e miglioro dei governi la religione degli avi, capo dei Ministri in procinto di trasformare in città il villaggio di Devia, questa pielra di sua1 mano n.urò e su umile cappella, in memoria del nome materno, volle che si innalzasse e nuovamente si sacrasse a S. Rosa di Lima, un tempio ranno Iti:."! ». 11 vescovo mons. Scarante, dall'alto del paleo appositamente eretto, pronuncia un discorso in cui ei dice sodisfatto del rito compiuto poiché esso rappreseli)a la realizzazione di una aspirazione drlla popolazione da gran tempo desiderosa di avere il suo tempio per l'educazione religiosa dei propri figli. Poscia, ni suono degli inni della patria, le associazioni c la popolazione formano un corico che si reca sull'area destinata alle case popolari che si costruiranno con i fondi donati a Mussolini da sir Becker. Qui il Sindaco ha pronuncialo un applaudito discorso. Dopo di che le autorità si sono Tecale a renderò onore e portar ghirlando di fiori alla tomba della madre di Mussolini. Ecco il testo del telegramma invialo a S. E. Mussolini dai deputati partecipanti alla cerimonia di Dovia e di Predappio: « Dalla casa che vide, nascerò il noslro amatissimo capo, dalla tomba della sua amatissima madre, eleviamo i cuori ed I pensieri all'Italia eroica e guerriera ebe Benito Mussolini guida. — Firmati: Pnolucrt, Lungaro, Scironi, Lupi, Di Crollanza, Litnongelli, Retlavid, Bennati, Negrini, Ciarlantini Leonardo, Bossonì, Maraviglia, Bianchi Michele, Ferma, Raggi, Albictni, Alflori, Genovesi, Caradonna ». G. D'Annunzio, credendo che S. E. Mussolini presenziasse le cerimonie, aveva inviato un messaggio in plico sigillato. Nel congedare il messo D'Annunzio gli ha testualmente detto: « La prego di rinnovargli il mio salutare invito al Vitloriale fraterno e taciturno. Mi saluti la mia- vecchia Romagna del mio volontariato in cavalleria ». 11 messaggio è sta10,Preso in consegna dal marchese Pnolucci do Calboli Barone che lo ha rimesso a S. E. Mussolini,