Le case

Le caseLe case Le nuove disposizioni costituiscono insanii tutto il riconoscimento della persistenza, della crisi degli alloggi. Parecchio dell© cause per le quali la precedente legieiazione — imperniata sulla .esenzione per 25 anni dall'imposta s-ui fabbricali civili — non riuscì -pienamente al suo scopo furono commentate su queste colonne proprio quando quel decreto venne emanato : ed i latti hanno dato completa ragione alle nostre non difiicili previsioni. Avvertivamo allora soprattutto che la impotenza legislativa a risolvere soddisfaCbiitemcnte il problema avrebbe portato a questo effetto : che la domanda di alloggi, continuando a superare l'offerta, faceva sì che il prezzo d'affilio di essi si sarebbe commisurato inon sullo case nuove che non pagano per 25 anni l'imposta, ma su quelle vecchie che la pagano. In una parolai, i fìtti, determinati per le case vecchie dallo squilibrio esistente fra domanda ed offerta, non sarebbero diminuiti per il fatto che le nuove costruzioni venivano esentate dal tributo. Per rallentare questo, inevita-, bile fenomeno, allora, il legislatore si vide costretto a continuare in via di fatto a concedere quanto con le nuove disposizioni si era proposto invece di abolire, e òioè ogni ostacolo alla libera contrattazione fra proprietario ed inquilino. In tal caso però, come allora osservammo, sarebbe stato molto meglio sin dall'inizio diminuire pian piano i vincoli, concedendo ai padroni continui aumenti dei fitti sino al 1028, od al 1030, quando cioè si supponeva che le libere forze del mercato avrebbero ritrovato il loro equilibrio. Il punto da discutere e che, dopo una analisi degli elementi costitutivi il costo della casa, avevamo lasciato allora appositamente in sospeso, era il seguente : se il beneficio dell'esenzione tributaria, dal momento che non giovava prevedibilmente all'inquilino, avrebbe avvantaggiato il proprietario dell'edificio, oppure coloro che disponevano dei coefficienti della fabbricazione, e cioè dei torneni, del credito, dei materiali da costruzione e di rifinimento e la mano d'opera. Oggi tutti constatiamo che il vantaggio è toccato a questi ultimi. Senza ripetere qui cifre che, sul loro giornale di classe, i costruttori edili sono venuti man mano illustrando da diciotto mesi a questa parte, basti dire che in Genova, ad esempio, dove pure .il dopo-guerra non ha portato l'incremento di popolazione di Torino e di Milano, .il costo medio per le abitazioni della buona borghesia si è in quell'intervallo di "tempo elevato dallo 18.000 lire di prima alle 20.000 odierne : e quello delle case di tipo popolare è passato da 11.000 a 16.000 lire per vano. Sicché è facile da queste cifre dedurre i fitti medi delle abitazioni composte fra gli otto e i dieci vani, quando si tenga conto dell'interesse sul capitale, dell'ammortamento, delle spese di amministrazione, di quelle per le riparazioni ordinarie e dei tributi di varie specie locali ed erariali, dedotto, 6'intende, quello diretto sui fabbricati. Bisogna aggiungere due altri elementi : l.o oggi tutti i padroni di casa sono diven-' tati degli ottimi scrutatori dei valori monetari. In quest'ultimo 'periodo, in due soli mesi il prezzo di un alloggio sfitto e da concedersi con un contratto di tre soli anni, è stato portato dalle 15.000 ih marzo alle 20.000 lire annue' in maggio, unicamente per le oscillazioni intervenute nel frattempo nel valore della lira ; 2.0 avviene che specialmente nelle costruzioni! destinate ad uso della piccola borghesia e degli operai si edifichi male e con materiali di scarto, allo scopo di far pagare fitti minori ? e sono evidenti gli inconvenienti di molteplice natura che ne risultano. Il tentativo legislativo pose così in luce Uno degli errori in cui incorriamo ostinatamente tutti, compresi noi economisti: è cioè di partire, per inveterata abitudine mentale prebellica, dall'ipotesi che sui mercati fornitori di beni stromentali, e anche di beni di diretto consumo, regni la libera concorrenza; ed a questo preconcetto informiamo la'nostra azione. La verità è che oggi più che mai la libera concorrenza impera con predilezione solo sui trattati di economia politica; mentre, nel mondo, il regime di coalizione trova applicazioni sempre più vaste e profonde. Per un insieme di cause, le quali meritano uno svolgimento per se sole, fraproduttore e consumatore il numero degli intermediari si è oltremodo moltiplicato, Creando nello spazio e nel tempo ingenti trasformazioni e passaggi di ricchezza; ma anche fra produttori e commercianti direttamente fra di loro le intese sono divenute un fenomeno normale, veloce ed automatico: l'èra dei sindacati è veramente incominciata. Ciò è apparso in pieno anche nella questione che qui si discute. I costruttori oramai non ricevono materiale di qualsiasi natura se non da forti gruppi di intermediari, i quali hanno accaparrato la prr-àuzione delle fabbriche e l'importazione dall'estero e fanno i prezzi che ritengono del caso e che mutano rapidamente : sicché il costruttore si vede cambiare magari da una settimana all'altra il costo dei generi occorrenti, e quindi i suoi preventivi. *** Le nuove disposizioni, per quel tanto che se ne sa sinora, tendono a modificare questo stato di cose in varie guise. E' notevole una premessa ministeriale al decreto, che ancora non abbiamo sott'occhio. Si dice In essa che gli investimenti di capitale nelle nuove costruzioni hanno raggiunto cifre esagerate — calcolate in 7 miliardi — le quali costituiscono anche un pericolo per l'elasticità, la rapidità ed il volume della circolazione monetaria. Evidentemente questa affermazione riguarda il problema del credito; perchè, per ciò che si riferisce alla moneta liquida, essa non viene immobilizzata, circolando dalle mani dei costruttori a quelle dei fornitori, degli operai, o dei proprietari di aree. Ora, nel suo decreto del i maggio 1924, il Governo effettivamente autorizzò la fondazione di Istituti di credito edilizio, i quali possono corrispondere al costruttore dei mutui sino all'ammontare dei due terzi del costo di costruzione e dell'area ed ammortizzabili entro i 25 anni di durata dell'esenzione fiscale. Se. nonchè, come sempre succede, è più facile creare un organismo sulla carta, che non i risparmi: ed oggi poi è difflciliseimo ottenere a buon mercato dei mutui a lunga scadenza, per un insieme di ragio. ni troppa vote per venire qui ripetute, Sicché la tumultuaria spinta alle costruzioni da finirsi »ntro il 31 dicembre 1926 — termine utile per l'esenzione — non ha creato quegli Istituti; ma invece il saggio dell'interesse pel credito è salito fra 8-9 per cento, spingendo i costruttori a rivendere rapidamente le case, per rimborsare il debito ed ottenere nuovo capitale per altre costruzioni. E, per di più ciò ha accentuato la spinta alla erezione idi case signorili, le quali possano meglio Sopportar a l'onera ài un sito interesse* Questo spiega le norme permanenti del nuovo decreto a favore delle case popolari, definendosi come tali quelle che non superino un piccolo numero di vani e quelle che sorgano in località eccentriche, per, rallentare il congeslionamento crescente della popolazione nei grandi centri urbani. Quanto poi alle costruzioni civili in corso, o già progettate, si dispone che le prime possano completarsi entro il 1928, senza perdere il beneficio dell'esenzione. Mentre le costruzioni iniziate dopo il 25 agosto corrente e che, s'intende, non vengano terminate per il 31 dicembre 1926 — nel qual caso, mi sembra, godranno dell'esenzione dei 25 anni — verranno tassate di i/15 dell'aliquota, che aumenterà ad ogni biennio, sino ■ all'inizio del sedicesimo anno. Questo beneficio della tassazione graduale di 1/15 si estende a tutte le costruzioni che saranno eseguite fino al 31 dicembro 1940. ATTILIO CABIATI.

Luoghi citati: Genova, Milano, Torino