Celebrazioni patriottiche e rievocazioni di guerra

Celebrazioni patriottiche e rievocazioni di guerra Celebrazioni patriottiche e rievocazioni di guerra scirpiésè del nemico^ si tenevavicino alla co .il neiran SI monumento • ricordo inaugurato.a Spotorno Spotorno, 17, mattino. Innumeri sono gli episodi della grande guerra recente, destinati a suscitare angoscia e ammirazione: angoscia per la violenza crudele con cui il conflitto si svolse, senza considerazione delle vittime umane che esso, ogni giorno, richiedeva; ammirazione per lo spirito di sagrtflcio, nel quale i combattenti dell'una parte e dell'altra avevano rifuso l'animi e il cuore, divenuti freddi, se non ancora insensibili. Eccone uno, di questi episodi, che, durante il lungo battagliare, restò ignoralo alla maggior parte dei contendenti: il siluramento del Transilvania, nelle acque della rada di Noli, dove trovarono improvvisa morte oltre 400 inglesi, sui 3900 imbarcati sul transatlantico, diretto in Oriente. La guerra dei sottomarini può registrare con l'aftondaniprito del Transilvania una delle sue manifestazioni più efferate e funeste. Il carico del " Transilvania „ I sottomarini tedeschi avevano dato, tra il 1016 e il 1917, frequenti segni della loro comparsa nelle acque della Liguria. Siluramenti e bombardamenti avevano consigliato i trasporti dell'Intesa alla massima prudenza, a proceder.; in convogli serrati, a farsi scortare da vigilanti e rapide torpediniere e cacciatorpediniere, a viaggiare nelle vicinanze immediate della costa. 1 sottomarini tedeschi pare abbiano potuto mantenersi pressochù ai sicuro nelle acque della Liguria, sfruttando anfrattuosita subacquee della costa o di qualche isolotto vicino alla costa, dove la scogliera precipita a piombo, e la corrosione delle acque ha aperto profondi rifugi, di cui approfittò l'invisibile nemico. I.a mattina del 4 maggio, 1917 il grosso piroscafo Transilvania, di circa 10.000 tonnellate di portata, fu visto tra Savona e Bergeggt, ria Spotorno, da Noli, doppiare il Capo Noli, e procedere, con buona andatura, scortato da due cacciatorpediniere giapponesi. 11 Transilvania, per sottrarsi quanto più possibile alle mico, si teneva vicino alla costa, e ciò «li era facile essendo queste acquo profonde anche in prossimità del litorale. Sul piroscafo — un notevole ausiliario tifila marina da guerra britannica — si trovavano circa 4000 uomini, tra ufficiali e solditi, destinati a rafforzare l'esercito di Oriente del Regno Unito, su quella penisola di Gallipoli dove i turco-tedeschi arrestarono, con una resistenza davvero invitta., il tentativo di raggiungere Costantinopoli e di colpire nella sua capitale la forza di resistenza dell'Impero Ottomano e l'unità delle comunicazioni tra gì; Alleati della Quadruplice centrale d'Europa. Oltre a questo materiale umano, era sul Transilvania una grande quantità di materiale da guerra: cavalli, autoblindate, cannoni, munizioni, poi materiaIo sanitario e sessantacinque dame della Croce Rossa britannica. Un carico di cospicuo valore e di una notevole importanza per ì bisogni della guerra d'Oriente. Il doppio siluramento ) a 5 , i a i e Al largo di Capo Noli il Transilvania, senza che i due cacciatorpediniere di scorta potessero scorgere traccia del nemico, venne colpito improvvisamente da un siluro; ma il danno non fu grave, giacchè la nave era stata colpita in una delle 6ue parti non vitali, di Transilvania forzò allora le macchine, per sfuggire'ad altri colpi e per guadagnare più presto Porto Vado, dove avrebbe potuto riparare i lievi danni; e frattanto i marinai si accinsero, durant-3 la navigazione, a pompa re l'acqua che aveva invaso molta parte del la nave, e a turare provvisoriamente la falla. Le siluranti giapponesi, sorprese dall atl'attacco improvviso, si diedero a cannoneggiare furiosamente; ma senza una mira precisa, qua è là, dove pareva loro di notare un qualche "movimento delle acque, una scia turbinosa, un vortice spumeggiante... ' C'è elli dubita che i sottomarini tedeschi, in quel punto e in quell'ora, fossero due: mentre uno di essi si sarebbe allontanato dopo il primo lancio del siluro, richiamando su di se l'attenzione dei cacciatorpediniere giapponesi, un altro, forse, stava in agguato, sfuggendo ad ogni osservazione, e riusciva cosi a compiere l'opera che al primo sommergibile non era intieramente riuscita. Mentre infatti i cacciatorpediniere nipponici continuavano a perseguitare con un intenso cannonnegglamento l'ombra di una insidia nemica, un altro siluro raggiungeva il Transilvania, e lo colpiva in pieno: al centro dei suoi fianchi d'acciaio, dove era la vasta sala delle macchine. E il cozzo e l'esplosione squarciavano la ferrea parete della nave, che fu scossa come un essere umano sorpreso da un vicino scoppio improvviso di folgore. Gorgoglio di acque sommosse, vampe sinistre di cannoni, grida disperate di uomini, che fuggivano sul ponte della nave ferita a morte, da vano a questa scena del fosco e del dantesco infernale. Il naufragio La giornata non era brutta; ma spirava un vento di tramontana che sollevava onde lunghe, lente e oscure. Il Transilvania continuava frattanto ad agonizzare: lentamente la sua prora usciva dall'acqua, e la poppa si immergeva. I battelli di salvataggio furono calati dalla nave in mare, prima di tutti per le dame della Croce Rossa; poi le imbarcazioni si riempirono di uomini, e furono tosto sovraccariche. Una di esse fu sommersa da una manovra dei cacciatorpediniere giapponesi; molti uomini si gettarono a nuoto, ansiosi di non essere travolti dalla voragine, dove sarebbe presto scomparso il ferreo colosso del mare. Ma molti degli uomini che popolavano questa città galleggiante erano contadini del Galles, inesperti di ogni pratica di nuoto; e molti di essi, benché la costa non fosse troppo lontana dal luogo del naufragio, non poterono salvarsi e guadagnare la ridente sponda ligure. Questo specchio di acque, che oggi è tutto lieto, animato e pur tranquillo, appariva in quel lontano giorno di maggio popolato da una folla di naufraghi, che cercavano disperatamente di sfuggire alla morte. Il cannonneggiaanento dei cacciatorpediniere continuava. E questo contribuì dapprima a tener lontane le barche di soccorso che, dalla costa, sarebbero giunte più presto in aiuto dei pericolanti. Poi i cacciatorpediniere, si avvicinarono al Transilvania agonizzante, ormai in balìa delle correnti marine, fatto incapace a muoversi da sò, e che sempre più s'immerceva da poppa, sempre più prossimo a sprofondare. La grossa nave da trasporto era infatti sul punto di inabissarsi. L'agonia durò meno di un'ora. Gli operai che uscivano dal cantieri e dagli stahilimenti disseminati lungo la costa, da Savona a Noli, assistettero alla morte lenta e irreparabile del colosso ferito. La prua era già tutta sollevata fuori delle acque, e la poppa era quasi scomparsa ne! gorgo. Verso mezzodì, in un verdastro spumeggiare di onde, il Transilvania sprofondò proprio di fronte all'isolotto di Bergesgi: scoinnarve, e si adagiò nel fondo del mare, a qualche centinaio di metri di profondità, dove giace tuttora, perché non fu tentato di ritirarlo alla superficie, ciato che i lavori di ricupero sono impossibili, a causa appunto della notevole profondità del mare in questa zona della Liguria. Altri, molti piroscafi, del resto, in questa plaga di mare furono silurati, nò più furono ripescati. I superstiti e le vittime Doro l'affondamento del Transiti tinta, sul mare, dintorno, era tutto un galleggiare di uomini, cavalli, rottami, oggetti di cpui forma e colore. Oliando le Imbarcazioni, dalla costa, si avvicinarono al luogo del sinistro, pe.r offrire soccorso ai naufraghi, il salvataggio procedette rapido e continuato. Di circa 4000 persone, che erano nella nave, al¬ psqzccPrlefcptpcvrgvcppegbgmlevmnCpprgprgllppnGtgsbsvsglteabmilegbnrèz .punto del litorale arrivavano a nuoto col sussidio -di una tavola o di un galleggiante qualunque, o raccolti da qualche imbarcazione, i superstiti. E arrivavano, portati dalle correnti e dallo onde, anche i cadaveri, tra cui quelli di alcune dame della Croce Rossa. Per più giorni gli abitanti della costa trovarono sulla spiaggia, o i pescatori nel mare, le vittimo del naufragio. Tutti i superstiti furono poi riuniti a Savona: vestiti, curati, confortati dalla popolazione, che in gran parte li accolse nelle case privato, e il trattenne con sé, coi segni della massima, simpatia, per alcune settimane. Le accoglienze che Savona' fece a questi sventurati furono veramente commoventi e grandiose, come furono solenni, imponenti i funerali che, 11 giorno 6 maggio, furono celebrati pure a Savona, per le prime vittime del naufragio, racchiuse in 27 grandi cofani, seguiti dai superstiti inglesi.che poterono farlo, dalle rappresentanze delle autorità italiane e dagli equipaggi delle due siluranti giapponesi. Questo episodio memorabile della grande guerra vollero gli abitanti di Spoto.rno, la bella cittadina dove adesso si affollano migliaia di bagnanti, ricordare con un monumento, a manifestazione della solidarietà con l'esercito britannnico e a ricordo del tragico evento. E oggi il monumento, opera pregevole dello scultore Pasquali, è stato solennemente inaugurato. La cerimonia inaugurale La marina italiana era rappresentata nella rada dal cacciatorpediniere Generale Chinotto; l'Inghilterra dall'addetto militare presso l'Ambasciata britannica a Roma, capitano di vascello Blaker e dal console generale di Genova, Andrews. La cerimonia, organizzata con grande cura e sollecitudine di particolari dal sindaco De Franceschini, è riuscita solenne ed è stata favorita da una giornata bellissima. Pubblico vario, multicolore, di ogni ceto e di ogni provenienza: l'ufficiale inglese, alto, grave, distinto, il rappresentante del vescovo di Savona in veste paonazza, molti ufficiali della Marina italiana nella bianca divisa attillata, il prefetto di Genova, Darbesio, ufficiali dell'Esercito, e poi tutto un mondo di signore e signorine e signori, che popolano, in queste settimane, questa spiaggia. Invitati e rappresentanze, con bandiere e gagliardetti, slìla.rono lungo la spiaggia. 11 comandante Blacl<er, sostò davanti al monumento dedicato da Spotorno ai suoi caduti nella guerra, e quivi depose una grande corona di fiori freschi, a nome dell'ambasciatore britannico a Roma. Poi il corteo proseguì fino alla piazzetta, tutta alberata e fiorita, dove sorge il monumento, che era ancora ravvolto nel tricolore. Qualche comando militare e segnali di tromba; e l'opera d'arte viene scoperta, il basamento è di marmo di Carrara ; il monumento, in bronzo, è costituito da una figura di donna la quale rappresenta l'Umanità, che sorregge e solleva un ferito, il gruppo è modellato con grande forza. Le due figure sono davvero robuste, espressive e piene di umanità. 11 eannone del Generale Chinotto spara a salve, con ritmo lento e solenne. Il comandante Blaker è sull'attenti; tutti stanno raccolti e silenziosi. Poi prendono successivamente la parola il sindaco De Francesthini, il quale parla sobriamente, e perciò con molta efficacia ; quindi l'on. Celesia, sottosegretario di Stato alla Marina e il deputato di Genova, Corrado Marchi, i quali pronunciano sonori discorsi. Indi il colonnello Blaker trae un foglio e legge, chiaramente, in italiano, alcune brevi dichiarazioni, molto efficaci ed esplicite, nelle quali riaffermai la grande simpatia spirituale che -unisce l'Inghilterra all'Italia, simpatia che continuerà ad unire i due popoli anche dopo e oltre i legami della guerra insieme combattuta. La cerimonia finisce verso le 19. Molti volgono lo sguardo al mare, che è lucido, chiaro, brillante. Come gli uomini, anche il mare pare ansioso di dimenticare e di far dimenticare il flagello e gli orrori della guerra recente.

Persone citate: Andrews, Celesia, De Franceschini, De Francesthini, Spoto