L'opposizione dell'Aula e l'Aventino dono le dimissioni del "Presidente della Vittoria"

L'opposizione dell'Aula e l'Aventino dono le dimissioni del "Presidente della Vittoria" L'opposizione dell'Aula e l'Aventino dono le dimissioni del "Presidente della Vittoria" i e o e o e e al ouoel e ia e o o ») a ni un ni agemia. Roma, 10 notte. A qualche giorno di distanza dalle dimissioni dell'on. Oliando, emerge chiaro, come già avvertimmo, che l'atto dell'expresidente del Consiglio si inquadra nella questione e nella situazione generale e non ,può essere perciò considerato come un episodio personale, detcrminato da una particolare situazione locale e, pertanto, circoscritto alle elezioni di Palermo ed all'esponente più autorevole dell'opposizione. Tale carattere e tale portata gli ufficiosi hanno invece dato al gesto dell'on. Orlando, cercando di ridurlo a proporzioni assai limitato e perciò senza possibilità di più efficace (risonanza. La tesi ufficiosa, sostenuta ancora stasera in un breve corsivo deli'« Idea Nazionale», è contraddetta dalle stesse ripercussioni che ha avuto la decisione dell'ex-presidente del Consiglio, la cui importanza non può essere diminuita dal fatto che in taluni ambienti dell'opposizione liberale si riconosca la necessità di non appartarsi dalla lotta. 11 significato della lettera dell'on. Orlando è stato rivelato giustamente da tutte le opposizioni, le quali, per la stessa complessità della situazione, ritengono che la questione vada esaminata senza affrettate decisioni. E' questo un punto di sostanziale convergenza fra tutte le opposizioni, le quali, senza precipitazione nel decidere l'azione da seguire, non hanno mancato di esprimere la loro solidarietà all'on. Orlando, per il significato politico del suo gesto. Vanno intanto smentite le notizie di una riunione degli esponenti dell'Aventino e di una prossima riunione del Comitato delle opposizioni. Soltanto alcuni esponenti dei partiti costituzionali dell'Aventino hanno avuto alcuni scambi di idee, subito dopo la lettera di dimissioni dell'on. Orlando, ma essi affermano che, data la composizione e le origini deM'Aventino, le dimissioni stesse non possono avere un effetto immediato per i vari gruppi dell'Aventino. Ogni decisione non potrà essere presa che in autunno, alla ripresa dei lavori parlamentari. La solidarietà del Combattenti I combattenti, naturalmente, si riservano, non appena sarà fissata la ripresa dei lavori, di partecipare a tutte le riunioni dell'opposizione dell'aula, sul cui atteggiamento, essi affermano, non potrà non avere una grande influenza il gesto dell'oli. Orlando. I dirigenti dei combattenti intanto smentiscono anche la voce corsa delle dimissioni dell'on. Musotto. « Un fatto di importanza veramente grande — è stato dichiarato alla Tribuna da una personalità politica — è contenuto nella motivazione delle dimissioni dell'on. Orlando. L'on. Orlando sostiene che oggi è impossibile combattere in difesa delle proprie idee politiche. Alla ripresa dei lavori spetta al Governo fascista di mostrare il contrario ed alle opposizioni dt valutare, sul terreno politico e parlamentare, se l'ex-Presidente del Consiglio abbia giustamente o no pronunziato tale giudizio ». II a Giornale d'Italia» riferisce le spie gazioni dell'ordine del giorno dei combat tenti, avute da un deputato assisiano, il quale ha detto: <t L'ordine del giorno che abbiamo approvato ieri l'altro, non può prestarsi ad equivoci. Noi abbiamo tenuto ad essere vicini all'on. Orlando, la cui figura di patriota e di statista non può essere diminuita dalla gazzarra 'a cui si è abbandonata la stampa fascista. Per di più, abbiamo voluto anche confermare la nostra solidarietà con quel complesso di ragioni politiche cui l'on. Orlando ha accennato nella sua lettera. Ma, da questa affermazione ideale, che era nostro dovere di fare con fermezza, alle dimissioni per imitare l'on. Orlando, il passo non è breve, e nessuno di noi pensa di superarlo con precipitazione. Non voglio per altro ipotecare l'avvenire ed una possibilità che, date le incognite della situazione, potrà anche attuarsi. Ma, ora come ora, il nostro pensiero è di essere presenti ovunque ci sia consentito di continuare la nostra battaglia. Se mai, lo dimissioni dell'on. Orlando sono ancora una ragione, aggiunta a mille altre, di ordine politico costituzionale e morale, per rinvigorire e confortare i nostri spiriti e quelli del paese»: Il giornale riferisce pure il pensiero autorevole di un deputato liberale, il quale ha dichiarato che le dimissioni sarebbero da preferirsi, eventualmente, ad un'estensione della tattica secessionista, con la partecipazione dell'opposizione dell'aula. "Restare sulle positroni,, L'organo liberale rileva che la situazione rimane immutata ed osserva: « Cosi tra le file dell'opposizione dell'aula, come tra i partiti dell'Aventino si riconosce l'opportunità di rimanere nelle posizioni sinora tenute, per difenderle, anzi, con maggiore fermezza. L'esempio degli on. Giolitti e Salandra deve ammonire e. con questo non vogliamo, affatto, diminuire la portata ed il valore della nobile e fiera protesta dell'on. Orlando, la quale, anzi, appare e rimane sempre più un fatto di considerevole significato morale, i cui frutti i partiti liberale e democratico e, in genere, i costituzionali, devono, sul terreno politico, realizzare, con la fermezza che non può e non deve cedere come si affrettano i giornali fascisti ad annunziare, dinanzi al fascismo farinacciano» La tesi di rimanere fermi sulle proprie posizioni è ribadita dal Giornale d'Italia nel suo editoriale. Prendendo, infatti, le mosse dalle note osservazioni dell'on. Fera, il giornale osserva che il fascismo persegue inesorabilmente la dispersione dei partiti medi e delle costruzioni politiche a carattere moderatore, esattamente come ha fatto il bolscevismo in Russia: « Tale distruzione può essere guidata dal proposito di cercare di non uerdere entro un breve periodo il potere, ma, secondo la storia dimostra, nessun potere è immortale. E. che cosa seguirebbe del nostro paese quando la lotta civile si riassumesse tra due sole fazioni : la fascista e la rivoluzionaria ? Ecco come, ancora una volta, si nalesa la indispensabilità della funzione eccellentemente armoTiizzatrice dei partiti medi ». L'organo liberale osserva che i liberali non hanno alcuna intenzione di abbandonare il campo. • L'on. Orlando, vinto non dalle delusioni ma dalla nausea di certe manifestazioni, ha preferito allontanarsi. Abbiamo deplorata la sua decisione, ma non per questo i liberali rimangono senza capi illustri e senza lede nei principii professati. Gli on. Giolitti e Salandra non si muovono; non si disperdono i nuclei recentemente accresciuti con sempre maggiori delusioni. Parte dei conservatori britannici reclamano per se, come vanto, 11 titolo di « duri a morire » cioè fermi nella custodia dello idealità loro sino al sacrificio ultimo. Senza trarne argomento di vanto, quanti tra noi sono nutriti nella dottrina e nell'esempio di Camillo Cavour, si sentono formati di uguale carne e dello stesso sanuc. Non lo momentanee vittorie aitici pos - vergognose rinunzie e l'ob- Nziaa l'oto,lor«gu.espriesogiaopqugli10 CodaunnolitcoessziobarisallquOr25 tudegiPepal'emsiorachpepa11 pevenodoseprdel'pqgbcosopdsisodlacrvme pghl'hpsrsl'evpintabpmMracMqcpddrsspmzlvsulrihmdddldisono indurli a bligo che hanno verso ìa Patria è ai'rlmanère fermi.»« : -, , , , a e o d , , e gi o a le ie ea e n» e a e eo e ite al n ia he la aco irli oni ha la ali de a i re ri 11 lla cio to, e no anos ob- " Alla Camera l'ultima parola „ Notevoli dichiarazioni ha fatto all' Agenzia Nazionale l'on. Lanza di Trabia, che a Palermo ha combattuto a fianco dell'on. Orlando. L'ex-sottosegretario di Stato, amico personale dell'on. Orlando e valoroso combattente ha detto: « Il primo impulso di tutti noi, amici e seguaci dell'illustre statista, è stato quello di .esprimergli tangibilmente la nostra solidarietà, seguendolo nelle dimissioni. Quanti sono stati coll'on. Orlando, prima fiancheggiatori leali e disinteressati del fascismo, poi oppositori aperti, ma altrettanto leali, e quanti hanno combattulo con lui la battaglia palermitana, non possono elio approvare 10 sdegnoso e fiero gesto dell'ex-presidente del Consiglio, gesto che, si badi bone, esorbita dall'episodio palermitano per assurgere ad un giudizio su tutta la situazione politica e non ha tanto un significato strettamente politico, quanto un valore morale e civile e come tale deve essere considerato, se vuole essere compreso nella sua intera significazione. Per tutte queste ragioni non è improbabile che gli amici dell'on. Orlando preferiscano, anziché dimettersi subito, chiedere alla Camera italiana onorevole ammenda di quanto è avvenuto. Noi chiederemo che l'on. Orlando possa rientrare alla Camera dove da 25 anni lo mandano i suoi concittadini, con tutta dignità, cioè sia riconosciuta la nobiltà dei suoi propositi e siano condannate le ragioni che lo hanno indotto alle dimissioni.* Per la moralità della vita politica del nostro paese e per lo stesso suo buon nome, verso l'esteri, noi vogliamo, insomma, che la Camera dica la sua ultima parola sulle dimissioni dell'on. Orlando. Che. so la nostra speranza sarà delusa, e la Camera riconfermerà che non vi è posto, nell'ora politica attuale, per gli uomini della nostra fedo e del nostro partito, sapremo compiere completamente 11 nostro dovere »'. L'avvenire dell'Aventino Per la chiarificazione della situazione, per ciò che concerne l'opposizione dell'Aventino, reca un apporto notevole l'odierno editoriale del Mondo, il quale riferendosi all'azione futura dell'Aventino, conseguentemente al gesto dell'on. Orlando, precisa in questi termini il punto di vista degli aventiniani : « Non sappiamo in alcun modo ciò che l'Aventino, organismo impersonale e complesso, deciderà a suo tempo in rapporto a questo argomento, ma crediamo che a nulla giovi e sia del resto praticamente impossibile, collocare travi sul suo cammino. Una cosa è ben certa: che l'Aventino non ha bisogno di pretesti e non mendicherà pretesti per fare quello che riterrà opportuno e logico di fare o non fare.,Non è assolutamente possibile stabilire analogie tra la situazione personale di un eminente uomo politico che, dopo avere creduto conciliabile la sua fede e la sua attività politica con le condizioni create in Italia dal regime fascista, ha dovuto oggi riconoscere le sue illusioni, e lo ha manifestato al paese con un atto radicale, e le decisioni che possono spettare a forzo politiche che non hanno mai nutrito sul togime illusioni di sorta e che da tre anni hanno pensato intorno ad esso quello elle l'on. Orlando pensa da alcuni mesi e che hanno assunto atteggiamenti che non si propongono soluzioni individuali, ma bensi una soluzione oggettiva e collettiva. Questa differenza sembra a noi che dovrebbe poter essere riconosciuta anche da chi crede che nell'azione dell'Aventino tutto sia passività ed errore. Ora può ben venire l'ora in cui l'A» ventino sia costretto a riconoscere che l'opposizione politica non sia possibile in Italia in nessuna forma e nessun modo. Se una tale ipotesi si abbia a verificare, non vi sarà bisogno — lo creda la Tribuna — di accattare pretesti, per parlare al paese dovunque e comunque oiò possa riuscire utile e necessario. Ma di ciò non crediamo sia il caso di discorrere oggi in pieno agosto. Lasciamo il tempo al tempo ». Dalle dichiarazioni dell'on. Di Trabia, che abbiamo riferite e dall'editoriale del Mondo risulta perfettamente confermato quanto abbiamo detto sin da sabato, e cioè che non vi sarà nessuna decisione precipitata, ma una considerazione profonda da parte delle opposizioni parlamentari delle ragioni che hanno consigliato l'onorevole Orlando a rassegnare le sue dimissioni. L'Aventino pare che attenda gli sviluppi ulteriori della situazione. I compagni dell'on. Orlando nella lotta a Palermo sembrano attendere dalla maggioranza fascista un atto di deferenza verso l'ex-Presidente del Consiglio, atto che dovrebbe esplicarsi col respingerne le dimissioni da deputato. Ma sinora gli indizi ufficiosi non lasciano prevedere l'eventualità di questo gesto da parte della maggio, ranza; anzi, tanto l'on. Farinacci quanto il giornale del presidente del Consiglio, hanno già in un certo modo invitato la maggioranza ad accettare le dimissioni dell'on. Orlanclo. In questo caso gli amici deputati dell'ex-presidente sentiranno il dovere di solidarizzare concretamente con lui, rassegnando a loro volta le dimissioni dal mandato parlamentare. Può darsi che in un tale verificarsi dei fatti, l'Aventino ravvisi a sua volta elementi sufficienti per uguale decisione. Bisognerà allora vedere quale influenza l'imponenza di tali dimissioni collettive eserciterà su quegli oppositori liberali che, secondo l'interpretazione di qualche giornale, penserebbero di continuare la battaglia nell'aula per la, difesa della costituzione. Tutto ciò non può essere ora che argomento di ipotesi e di discussioni accademiche. Una sola cosa, può essere certa: che l'inizio vero degli eventuali sviluppi della situazione determinata dalle dimissioni dell'on. Orlando] si avrà nell'aula di Montecitorio. Perchè lattei Gentili si trova a posto nel ministero Giorni addietro, com'è stato riferito, il Popolo, fondandosi sul ben noto atticolo di Maurizio Maraviglia pubblicato sulla rivista mussoliniana Gerarchia, poneva al clerico-fascisti delle domande precise, cioè come essi conciliassero l'intransigenza lascista colla morale cristiana e coi loro principii di sana democrazia. Il Corriere d'Italia risponde cominciando col mettere in dubbio che le affermazioni contenute nell'articolo del Maraviglia costituiscano proprio « le sacre tavole ». Comunque l'organo clerico-fascista non trova che dall'articolo del Maraviglia, scaturisca alcuna necessità di « limitazioni. legislative » e di ic soppressioni politiche dei diritti di associazione di riunione e di stampa »„ Indi continua: « In esso è riconosciuta ed affermata una intransigenza assoluta ed uno splendido isolamento, che possono essere, più o menopiacevoli, ma che devono la loro origine ad una crisi nazionale e rispondono a condizioni storiche delle quali abbiamo, più di una volta, ricercato e denunziato le responsabilità «d i responsabili. Sopra un rilievo siamo d'accordo noi, l'on. Maraviglia ed il Popolo : il fascismo, più che un partito, è un regime, sia pure ancora in formazione, come fu un regime il liberalismo, come sarebbe.un rogtme il socialismo, se riuscisse ad impauro. sola conver- nirsi del potere. Busta questa spia genza per chiarire molte zone dai problema, ère cne n P°i,ol° ai affanna ad lutoifiiaare »« n giornale prosegue dipende» fcht». la yi*>.

Luoghi citati: Italia, Palermo, Roma, Russia, Trabia