Pagine di storia

Pagine di storia Pagine di storia I saggi storici eh* Angelo Gatti riunisca in un vario e ricco volumo edito dal Mondadori — cui impose un titolo suggestivo': Uomini e folle rappresentativa — hanno già richiamato l'attenzione più favorevole del pubblico e dei critici. 11 Gatti è scrittore di pregio singolare. Ha una visione larga dei fatti storici; sa esercitare una critica penetrante, senza soverchiare la linea della narrazione con citazioni e discussioni eccessive; sa ravvicinare senza sforzo i fatti della vita presente a quelli ch'egli considera di un'epoca passata; scrive con nobiltà di forma, quantunque alcuni dei suoi scritti di libri precedenti ci sembrino dotati d'uno stile più sobrio e robusto; è insomma un autore di saggi storici piacevoli e pregevoli ad un tempo, sia per la vivezza del racconto, sia per l'acume dell'indagine. *** Tra le cose e gli uomini ch'egli discute e rappresenta, appare in rilievo la figura d'un generale uomo-politico, die la sconfitta subita dalle armi francesi nel 1870, nella guerra contro la Prussia di Moltke e di Bismarck, doveva mettere in prima fila nella politica della Francia, divenuta improvvisamente, un'altra volta, repubblicana : il generale Trochu. La carriera militare di Trochu fu delle più rapide e brillanti : pure non si può dire di lui ch'egli sia stato un uomo veramente fortunato. A trent'ott'anni il Trochu era colonnello e direttore del personale al Ministero della Guerra; a frentanove era capo di Stato Maggiore generale dell'esercito d'Oriente nella campagna di Crimea; cosicché nel 1870, quando scoppiò la guerra con la Prussia, il Trochu era il generale divisionario più giovane d'anni e più anziano di grado. Ciononostante, il Trochu non era circondato da troppe simpatie nelle alte sfere militari : tanto ch'egli fu escluso, all'aprirsi della campagna sulla frontiera dell'est, da ogni coniando nell'esercito combattente. Quest'ostracismo si spiega con l'atteggiamento spregiudicato e frondista che il Trochu aveva osato di assumere in altre precedenti occasioni. Memorabile un suo scritto del 1867. Correvano gli anni dell'adulazione encomiastica e delle lodi sconfinate. Allora, o poco dopo, il maresciallo Niel parlava in maniera enfatica dell'esercito imperiale : — Mai l'esercito ha avuto un'educazione guerriera più compiuta di oggi... Noi non potremo essere sorpresi. Siamo così preparati che dobbiamo essere tre volte saggi per non dichiarare la guerra ! — E il Rouber, poco dopo, quando ormai la Francia aveva dimenticato tutta la saggezza attribuitale dal maresciallo, insisteva, dicendo: — Da quattro anni l'Imperatore ha dato ogni perfezione all'armamento dell'esercito e ha fatto questo onnipotente. — Orbene, in quegli anni nei quali l'esercito francese si gloriava delle vittorie riportate nelle due ultime guerre d'Europa, quella di Crimea e quella d'Italia, il generale Trochu aveva osato di ammonire la Francia che il suo strumento di guerra non era perfetto, non si doveva considerare invincibile. In quell'anno il 'Pcochu aveva pubblicato un libro: L'esercito francese nel 1867, nel quale segnalava le deficienze dell'esercito. Il libro cadde « come una bomba dinanzi al disegno di legge » sul riordinamento dall'esercito che si studiava in quel tempo : e il suo autore, specialmente negli ambienti militari, fu considerato come un insopportabile guastafeste. ' Era perciò inevitabile che quando la sventura colpì la Francia, quando la guerra con la Germania toccò il fondo dell'umiliazione e della rovina con la giornata di Sedan, i francesi si volgessero all'unico fra i militari che non aveva illuso o ingannato il paese. Il due settembre Napoleone cedeva la spada al re vincitore di Prussia; il quattro settembre un governo provvisorio nasceva a Parigi, a capo del quale veniva chiamato il Trochu. Sarebbe ingeneroso accusare questo generale, portato al comando nell'ora della sconfitta, quando l'esercito è decimato ed umiliato, quando la nazione si riconosce tradita, si vede invasa, si sente perduta, sarebbe ingeneroso accusare il Trochu di non aver riconquistato gli allori che le aquile imperiali non avevano saputo prima assicurare alla Francia, in condizioni tanto più favorevoli. Angelo Gatti rileva che i francesi furono ingiusti con il Trochu : avrebbero essi forse voluto che il critico inesorabile dell'esercito napoleonico conquistasse la vittoria alla Francia, allora quando tutto il potere era in sue mani e, quindi, sarebbe toccato a lui solo di riparare agli errori del passato? In verità non pare che questa fosse la ragione del malcontento che, dopo l'armistizio del gennaio '71, si diffuse tra i francesi; nè possono unicamente ascriversi al dissidio tra lo spirito d'un militare e quello, tanto dissimile, degli uomini politici con i quali il Trochu si trovò a collaborare, le recriminazioni che seguirono alla onerosa pace stipulata con il vincitore di oltre Reno. Non par dubbio che il Trochu, generale e capo del governo della difesa nazionale, cadde, fin dall'inizio, in un errore che non potè più essere riparato.- Il sei settembre, due giorni dopo la creazione del nuovo governo, veniva diffusa al popolo francese una dichiarazione solenne, nella quale si poteva leggero questo periodo : « Tutti hanno compreso che. nella crisi che la Francia attraversa, là dov'è la lotta, là dev'essere il potere ». La lotta stava per scatenarsi intorno a Parigi, di cui era imminente l'assedio, ed il governo della Francia si riprometteva di restare a Parigi : « là oà est le combat, là doìt ètre le pouvoir ». II De Freycinet, che tanta parte ebbe, quale delegato del Gambetta, nella organizzazione delle forze difensive che la Trancia traeva dal suo seno per lanciarle contro l'invasore, giustamente mette in rilievo quale eresia militare fosse racchiusa in quell'affermazione. Tutte le incomprensioni, tutti gli errori successivi, ai quali' eflìcacernente accenna anche il Gatti ma ch'egli attribuisce prevalentemente alla ge- ,fia Mpolitici nei riguardi del militare, alla diffidenza dei repubhlicani nei confronti d'un uomo che repubblicano non era, traggono l'origine loro da rmell'errnro capitale dell'ultima disperata fase della resistenza francese contro gli eserciti tedeschi. Quando il governo delia difesa nazionale, e il capo di quel governo, furono chiusi in Parigi assediata, la Francia si trovò priva di un'unica direzione. A Tours s'era creata una delegazione del di Parigi, a capo della quale tu r ohe settimana il Crémieùx, uno i bri del governo provvisori» : poi giunse il Gambetta, fuggito pallone, e il Gambetta, min terni e della guerra, dolo.: dei suoi potori, limifatame. nistrazione militare, ni Lv ! Era inevitabile a questo p Parigi e Tours si creasse Ufi dannoso dualismo Difficili le comunicazioni fra la capi- P-7] >verao qualmemsi ngis: iti l'i friparia r.'.nii- tra

Persone citate: Angelo Gatti, Bismarck, Gambetta, Mondadori, Niel