La politica di Baldwin verso i minatori approvata da quasi tutta la Camera dei Comuni di Lloyd George

La politica di Baldwin verso i minatori approvata da quasi tutta la Camera dei Comuni La politica di Baldwin verso i minatori approvata da quasi tutta la Camera dei Comuni Un fibrato discorso del Premier - Le frecciate di Lloyd George contro il Cancelliere dello Scacchiere - MacDonald difende l'azione dei Sindacati operai - Il ministero conservatore ha ottenuto anche voti labonristi (Servizio speciale della « Stampa ») Londra, 6 notte un altro passo innanzi, e fu similmente i liberare il commercio e l'industria da tutte le pastoie possibili, entro i limiti imposti dalle necessità finanziane; raddolcire i contrasti, anziché invelenirli, e ciò anche a cesto di qualche appaiente acquiescènza; riaprire i canali del credito in tutta la misura praticabile in tempi di strettezza; queste sono state le intenzioni del Governo attraverso la fase acuta della crisi mineraria e sotto la grandine delle immancabili critiche, in buona o in mala *°Le procedure possono essere state più o meno errate, ma le intenzioni che sopravvivono vennero riconfermate stasera, non nolo attraverso un discorso di Baldwin alla Camera, ma per il tramite di una misura finanziaria che ha preceduto il dibattito parlamentare. La riduzione del tasso dello sconto La misura consiste nella riduzione del saggio dell'interesse della Banca d'Inghilterra Nello scorso marzo il tasso di sconto, dopo una serie di alti e bassi, si trovava al quattro per cento, e venne portato al cinque per cento, in vista dell'imminente ritorno all'oro. Lo scopo era manifesto, o mirava ad attrarre a Londra, col richiamo dell'interesse relativamente alto, tutto 1 oro che si poteva, sotto forma di moneta buona: in pratica sotto forma di dollari. Il rialzo del saggio dell'interesse corrispondeva tuttavia ad una restrizione di crediti per il finanziamento di queste industrie, perciò, non appena la restaurazione aurea si fosse consolidata sulla piattaforma dell'oro attratto a Londra, era inteso che il tasso di sconto sarebbe stato ridotto. L'oro ò venuto. La Banca d'Inghilterra ne ha ricevuto un fiotto, il cui valore supera otto milioni di sterline, e le sue riserve auree hanno attraversato il periodo di transizione, aumentando anziché diminuire. Ora la posizione appare così fortificala che una riduzione del saggio di interesse non determinerà, secondo le autorità bancarie, alcun riflusso. della buona moneta americana affluita a Londra nell'ultimo trimestre, e non infirmerà le garanzie metalliche dietro la moneta inglese. Orbene, è annunziato appunto stasera che il tasso ufficiale di sconto viene riportato dal 5 % al 4 1/2 %. Non si tratta di su a diminuzione permanente. E' anzi possibile che si debba tornare al 5 % verso la line dell'anno, quando occorrerà finanziare alcuni grandi acquisti semestrali di vettovàglie estere per l'alimentazione del paese. Ma nel frattempo il tasso ridotto, in misura del. mezzo per cento, incoraggerà gli industriali, agevolando loro, con un'amplificazione di crediti, il finanziameli lo 'delle rispettive imprese che hanno Insogno di essere rinsanguate quasi su .tutta in. linea. . Per incidenza la metamorfosi odierna Età gjà accentuando la quotazione dei titoli "pubblici. 11 consolidato inglese era bensì rimasto fermo sotto gli urti della crisi mineraria, astenendosi dall'imbeversi di quel panico artificioso che coperse le pagine di mólti giornali. Ma ora si delinea ih questo titolo pubblico un rinnovato movimento, al disopra della pari. Baldwin si è quindi presentato alla Camera con un'inattesa piuma nel cappello, in virtù di questa coraggiosa e fiduciosa, operazione della Banca d'Inghilterra. Il ritorno all'oro, lungi dal provocare il progressivo avviamento alla rovina, offriva al paese i suoi primi frutti, attraverso il denaro a più buon mercato. L'aria trionfale con cui Winston Churchill aveva calpestato ieri le critiche alla sua politica finanziaria, trovava conforto in questo magnifico colpo di scena. Ihidwin parla ai Comuni L'aula era stipata come nelle grandissime occasioni. Ma ormai nessuno si aspettava se non una battaglia vinta in anticipo. L'interesse della seduta era più che altro dialettico. ■ In qua! modo avrebbe Baldwin spiegato e giustificato non tanto le sue direttive, che in sostanza tono accettale di buon animo anche dai suoi avversari più leali, quanto il brusco trapasso della notte del 30 luglio, da una posizione di resistenza ad una completa détente »? L'obbiettivo del Premier è di ottenere dalla Criniera la piena autorizzazione a sussidiare l'industria mineraria per i prossimi nove mesi, in conformità dei noti accordi. Egli parla pacato e positivo, rifacendo anzitutto la storia dei conflitti minerari, dal 1912 in poi. Sul primo capitolo di questa storia, il capitolo che arriva al 192-2, si estende la responsabilità di Lloyd George. Baldwin non fa il nome dell'antagonista, ma rievoca le concessioni di ogni genere strappate via via dai minatori, fino a quelle con cui il Governo di allora' tamponò il terribile salasso di tra mesi di sciopero minerario nel 1021, sotto il costante fuoco di fila del partito conservatore, denunziante tutte quelle dedizioni continuate. La morale che Baldwin cava dalla sua cronistoria non è recriminatrice. Egli si limita ad osservare come l'industria del carbone, a differenza di ogni «altra, sia stata oggetto di interventi governativi e di ripetute ingerenze statali, incluso il controllo diretto e parallello a cui essa venne sottoposta negli ultimi tre anni della guerra. Il principio che Baldwin dichiara aver «.dottato alla fine dell'anno scorso, quando si delincarono i nuovi malumori nelle miniere, è stato quello del minor intervento possibile. Era necessario, per una volta tanto, lasciare alle duo parti strettamente interessate l'onere e l'onore di accordarsi senza spintoni e senza zuccherini estranei, come Si fa in tutte le grandi industrie del mondo. Perciò Baldwin non mise un dito nelle trattative intavolate tra minatori e padroni durante l'inverno, e si attenne a questo metodo sino al giugno scorso. Purtroppo si arrivò frattanto ad un punto morto; da qui la Corte d'inchiesta, dopo la quale Baldwin cercò invano di mettere le due parti a contatto. I quattro motivi del sussidio Egli òitt di esser riuscito a persuadere i panconi a certe concessioni, die secondo lui potevano servire di base a negoziati, ma i minatori rimasero irremovibili sul punto di discutere i salari e gli orari. Fu Impossibile indurre i padroni a muovere un altro passo innanzi, e fu similmente impossibile modificare l'immobilità dei minatori. Tale la posizione nella sera del trenta luglio. Si prospettavano due sole alternative: un arresto industriale, oppure un espediente a scongiuro di peggiori guai. Baldwin dichiara di aver optato per l'espediente inteso ad evitare la lotta e ciò per quattro ragioni specifiche: prima, la certezza di paralizzare l'industria per mesi e forse per anni, in un momento in cui si, avvertivano vaghi sintomi di una ripresa: seconda., la possibilità di nerdite uguali a centinaia di milioni di sterline o molto niù: terzo, lo sofferenze che sarebbero state inflitte alle masse operaie; quarta, la necessità di non impegnare, in una contesa a fondo, il popolo di questo paese perfettamente innocente di quanto stava accadendo, senza fare- un supremo tentativo per appianare le cose. P.imaneva soltanto da considerare se l'espediente del sussidio fosse onorevole. « Io mi convinsi — proclama Baldwin e ne sono tuttora convinto, che_ scegliemmo la via più giusta e più saggia". La questione presentava peraltro un secondo appetto: si profilava una grande assemblea di sindacati, che avevano il potere e la volontà di infliggere enormi ed irreparabili danni ai loro connazionali. "Questa alleanza — esclama il Primo Ministro, abbassando la voce e volgendo gli occhi ai banchi laburisti — doveva averp qualche premeditata intenzione di promuovere un arresto industriale, senza badare alle sofferenze infinite eh" essa avrebbe creato. Questa fu ed è una grave minaccia ». Baldwin osserva che se ciò fosse irreparabile, l'evoluzione del sistema popolare di Governo «arr-bbe giuria ad uno stadio molto triste. Se la politica del sindacalismo, sino alle «streme conseguenze, venisse assecondata dal Labour Party, come potrebbe sopravdvere il Governo costituzionale? "La nazione riuscirà sempre a salvarsi,, « Badate che la comunità riuscirà sempre a proteggere sé medesima — riprende Baldwin. Essa deve mangiare e saprà sempre procurarsi i suoi alimenti. Se dovesse giungerò l'ora in cui la comunità si sentisse costretta a salvaguardare la propria esistenza, vedrete che essa, con tutta la forza del Governo dietro di sé, riuscirà a fare questo, ed il responso del popolo, al richiamo della necessità generale, sarà tale da stupire le forze anarcoidi di tutto il mondo. <( Questo mio è un semplice ammonimento ed ho la coscienza di farmi eco di un profondo istinto generale e dell'opinione dell'enorme maggioranza di questo grande e libero popolo nostro. Nel caso concreto, col prezzo del sussidio, si è ottenuto un periodo di respiro che risulterà di immenso valore. Il Governo non mira se non a stabilire la pace industriale, essendo convinto che ogni altra cosa condurrebbe al disastro un paese come l'Inghilterra. « Per ottenere la pace occorre la volontà di pace, mentre con lo spirito di lotta.si ottiene soltanto la lotta. Ma se temporaneamente lo spirito della lotta avesse a prevalere e ci trovassimo ancora una volta di fronte ad una sfida simile a quella che sapete, lasciatemi dire che nessuna minoranza in un paese come il nostro potè mai, né potrà mai, imporsi all'intera collettività ». Cosi termina Baldwin, tra i battimani della maggioranza. Abbiamo saltato via i brani dedicati ai particolari specifici del problema minerario immediato, cogliendo soltanto la linea del lunghissimo discorso. Anche nei settori liberali questa linea è giudicata diritta e forte, benché Lloyd George si accinga a scagliarsi contro Baldwin. " La legittima difesa., del minatori Prende la parola MacDonald per i laburisti. Egli trova eccessivamente dure le frasi finali del Premier. « Il trade-unionismo si mobilitò in massa, solo quando i minatori — dice MacDonald — si trovarono chiuse tutte le porte verso il miglioramento delle loro condizioni e quando si prospettò la minaccia di una riduzione generale dei salari. Fu una mossa di legittima difesa. Purtroppo, la differenza tra una mobilitazione di tal genere ed una mobilitazione .a scopi politici, è straordinariamente sottile.' E' facile prendere abbagli sulle intenzioni trade-unionistiche : ma stavolta il problema era essenzialmente industriale. « La straordinaria manifestazione d'unità operaia a cui assistemmo fu promossa dalle circostanze di una controversia puramente economica epperò, sostiene MacDonald, fu ampiamente giustificata. Il Labour Party aveva invitato da lungo tempo il Governo ad occuparsi a fondo della questione mineraria, ma il tempo fu perduto. « Ora la Camera deve capire che i leaders minerari e quelli trade-unionisti non volevano battersi per il gusto d; battersi. Nessuno più di loro è pronto a lavorare per la pace; ma se l'industria deve pacificarsi, la società è anzitutto in obbligo di compiere il suo dovere verso la popolazione operaia delle industrie. «Il grande problema del giorno è quello di far sì che il Parlamento possa promuovere e mantenere la pace industriale mi-, gliorando le condizioni delle masse. Il sussidio alle miniere aia il benvenuto, purché giovi a facilitare nei prossimi nove mesi una ricostruzione del'industria carbonifera, ad organizzarla nazionalmente e a. provvedere paghe adeguale ai minatori, senza di che fa paco nei bacini rimarrà un sogno » (applausi laburisti). E' la volta di Lloyd George. Egli riconosce che Baldwin ha sostenuto con molta forza le ragiona dell'attitudine governativa. Il suo intervento nel conflitto non aveva bisogno di essere giustificato. L'unica critica possibile è che quell'intervento fu tardivo. I rossi del Volga e 1 rossi ilei Tamlnj Il leader liberale quindi muove critiche tecniche al sussidio, cha egli giudica privo di quei freni e di quelle salvaguardie che sarebbero necessarie alla protezione del bilancio. II discorso poco dopo si arroventa. Lloyd George non rimprovera a Baldwin di aver cambiato idea all'ultimo momento, gli rimprovera soltanto di aver avuto paura della minaccia sindacalista. « Questa fu ammessa dallo stesso MacDonald nelle dichiarazioni di lunedì scorso, nelle quali il leader labourista, dice Lloyd George, venne rimbrottato privatamente fino al punto di dover promettere di rimangiarsele. La minaccia — ripete l'exPremier — era gravissima e derivava da una piccola minoranza. « Fu estremamente malinconico — soggiunge l'oratore — vedere coinvolto nella grande resa lo stesso Cancelliere dello Scacchiere, Von. Churchill, che anni sono era molto desideroso di combattere i rossi del Volga; ma mi duole di averlo veduto scappare di fronte ai rossi del Tamigi, lasciando sul terreno per giunta la sua borsa » [ilarità). Llovd George si dichiara d'accordo con Baldwin sui pericoli che si preparano contro la democrazia attraverso queste masse sindaralisf.e. « La democrazia è nondannata — termina Lloyd George — se si arrende alle imposizioni di una minoranza, da qualsiasi parte essa si avanzi. Nessuna può sentirsi certo che la minoranza che vince il primo scontro vincerà anche il secondo. Il partito fondato sulla forza può facilmente trasferirsi dalle mani dall'estrema sinistra in quelle dell'estrema destra ». Come vedete il grande attacco mortale che certi fogli annunciavano da parte di Lloyd George è mancato del tutto. Seguono alcuni discorsi secondari, in uno dei quali il vecchio deputato sindacalista Smillie aggredisce Lloyd George, tacciandolo di menzognero. 351 favorevoli, 16 astenuti L'ex-ministro conservatore Horne muove delle critiche molto tiepide al meccanismo del sussidio e il Cancelliere dell<jj Scacchiere conclude il dibattito a nome del Governo, insistendo sulla necessità di tenere d'occhio la tat'.;ca dei sindacati operai, giacchè è ovviamente impossibile che il Parlamento permetta che la propria autorità venga impugnata da qualsiasi organizzazione, per rispettabile e potente che essa sia. Durante le dichiarazioni di foto l'onorevole Thomas, per conto suo, dichiara che voterà a favore del Governo. La votazione avviene alle 23. Il sussidio alle miniere e tutta la condotta governativa sono approvati con 351 voti contro soltanto 16. In altri termini il gruppo labourista, in parte ha votato per il Ministero, in parte si è astenuto. I 16 voti a. cui si riduce la minoranza, appartengono evidentemente ai liberali lloydgeorgia.ni, e rappresentano la bolla di sapone in cui si risolse l'immane polemica giornalistica degli ultimi giorni. MARCELLO PRATI.

Luoghi citati: Inghilterra, Londra