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J La Stamp e particolarmente alla nuova, anzi novissima Italia, della prima Roma erede e consorte della seconda? Cosi dicono molti, e più ripetono: gli uni, con raccostamenti approssimativi o più o men volontarie contraffazioni e confusioni, gli altri, con docile ed innocente ripctìo dei primi. Intanto, per chi ha il senso della diversità della storia — non meno necessario che quello della continuità sua — di Rome cristiano non ve n'è una sola, ma parecchie. La Roma delle catacombe èv ben diversa da quella dell'Alto Medio Evo ; come la Roma del Papato dominatore d'Europa e lottante coll'Impcro non è la stessa che la Roma della Rinascenza o della Controriforma. E se fra queste diverse Romj esisto un fdo di continuità, esso si ritrova rielle origini, trasformazioni e vicende del cristianesimo cattolico e del pontificato romano, anziché nella pretesa eredità del- [fl'antica Boma. Città e popolo romani non psono fra i principi animatori di questa continuità e di questa evoluzione: ora favorevoli, ora contrari, ora profittanti, ora soffrenti, estranei sempre c per lo più spettatori passivi. Se v'è periodo del pontificato in cui si possa parlare di continuazione della Roma imperiale, questo è per formo l'età che comprende Gregorio settimo e il terzo e quarto Innocenzo, dalla fino dell'undecimo secolo alla fine del decimoterzo. Proprio in quel periodo, pontificato e città di Boma si differenziano, si staccano e si contrappongono: è il periodo del cornane di Roma, cho prende i papi a salate, e di Arnaldo da Brescia, morto sul rogo papaie-imperiale. E quando, più tardi, completati gli edifici del diritto canonico e dell'accentramento papale, la Curia giganteggia e. splende assorbendo nella sua vita quella, della città di Roma, e sembra ripristinarne il dominio' sull'orbe, proprio allora il pontificato decade, nella doppia crisi della Rinascenza c della Riforma. Se Roma, allora, cinge ancora la sua fronte di una corona imperiale, questo è l'impero dell'urte e dell'individualità risorgenti, non del diritto canonico o del diritto romano. La .Roma aulica dell'impero e la Boma medioevalo del papato hanno la loro radico in principi divorai fino all'opposizione : paganesimo e cristianesimo. Da una parte lo stato, il diritto, la forza, dall'altra l'anima individuale, l'umanità, la religione dello spirito. Non è strano che i grattacarte dolla retorica e gli organali ambulanti della demagogia ignorino questa opposizione di principio, quando ben altri sombra talora dimeni icnrla, sostituendo lo Stato-potenza alla Beligione-amore, in una inversione del fine coi mezzi che a fantasie apocalittiche apparirebbe come sogno celeste della imminente fine -del mondo. Ma l'opposizione rimane ; e non nelle deteriori-somiglianze coi Cesari e coi loro proconsoli, ma noi tanto di meno appariscente preservazione dei germi cristiani stanno, per la Roma papale, la grandezza di ieri e lo possibilità di domani. La Roma medicvale-orietiana, che appartiene alla più grande, storia, non si restringe e non fa capo alla « città di Roma nel M. E. »,; ne questa continua la Roma antica in altro modo che nei vani uognl di Ottone III e di Cola di Rienzo. Rema città, dopo la caduta dell'impero, è veramente quale ci appare nella storia del-| Gregorovius: ricordo rainoso della storia passata, testimone muta della nuova storia. Colui clic ha appreso il fascino di Roma, non dai luoghi stantii della letteratura scolastica, nò dai panegirici dei politici occasionali, continuanti la tradizione decadente dei Nazari e dei Mamertini, ma dai lunghi, ripetuti, solitari vagabondaggi sullo orme stesso del passato ; chi ha contemplato, dal balcone della « domns tibcriana », le rovine del Foro distese ai suoi piedi, e, dalla nuda piattaforma ove un dì torreggiarono gli edifici di Severo l'Africano, ha spinto lo sguardo alle terme antouinicnc, alla cerchia aurcliana e alle tombe dcll'Apnia. frugando nel tacito infinito deserto della Campagna, per riposarsi poi sulle chiese raccolte dell'A.vent.ino solitario ; chi, sbeocato dagli archi di Tito e di Costantino alla chiesa di S. Gregorio Magno, ha risalito il clivus Scauri per soffermarsi sugli spiazzi •■'erbosi di S. Giovanni e Paolo o della Navicella, ove il tempo sembra essersi arrestato da secoli ; quegli solo conosce la vera anima di Roma. A lui nò schiamazzar di ocho invano starnazzanti verso i cieli della Storia, nò gracidar di rane scambianti i loro stagni per il « Mare nostrum » arriveranno a turbaronl silenzio estatico dcllUrbe millenaria. Proprio perchè Roma è monumento di grande storia passata, della più grande storia passata, lo spirito di chi sia Uomo non si atteggia innanzi a lei a bellicosa petulanza di preteso erede, non si accartoccia nella impassibilità dottorale di un meccanico storicismo; ma si raccoglie in religiosa meditazione. . Palla quale non affiora al labbro l'apostrofe oraziana al Sole: « Possis niliil urbe Boma Visore majus « — tanto ripetuta e strapazzata da somigliare preziosa medaglia, cui lo sfregamento d'innumeri maniV^06" abbia tolto impronta e fulgore. Rimormora invece, dal profondo, la sentenza dell'Ecclesiaste: «Vanitas vanitatum et, omnia vanitas». Tutto vanità: fuor che la vita intima dello Spirito, da nessuna crandezza esteriore sostituita, da nessuna forza esteriore spenta o assoggot- U "" LUIGI SALVATORELLI F GniiCOBOViUS, Storia dolla ritta di Boma art'Medio Evo illustrata nei luoghi, nelle persene, nei monumenti. Traci, it. eseguita di n Manza™ eon note dell'A. rivedute ed accresciute da L. BonsAM. — Ediz. curata da v Pkvi Turino, Sten. — Sono comparsi fino<Ìi di questa edizione (die fa parto col Mommsp.n e eoi Glbbon, delie « Monumentali 'norie di noma »!, il t. I e II del voi. I e il I. -I del voi. Il (L. 43 a Ionio, in pubblicazione completa). La storia d'un megalomane e d'un ricco proprietario s'ella Pomeranla (Servizio speciale della • Stampa >) . Berlino. 5 notte. anti ad un tribunale di Berlino è coinf Quest'oggi uno strano tipo di don Chie moderno, il letterato e dottore in leg- cavalleresche del medio evo. Egli, co- ò coll'aUribuIrsi il titolo di patrizio e" derico Exbach, che si era messo :iiv testa scendere da un'antichissima famiglia aratiea e die voleva risuscitare le tradirone rlell'oTdine ultraaristocratico o ca Davanti ad un tribunale di Berlino è coinfparso Quest'oggi uno strano tipo di don Chisciotte moderno, il letterato e dottore in leg- cavalleresche del medio evo. Egli, co- ò coll'aUribuIrsi il titolo di patrizio e" ge Federico Exbach, che si era messo :iiv testa di, discendere da un'antichissima famiglia arisiocratiea e die voleva risuscitare le tradizioni mirici di barone rlell'oTdine ultra-aristocratico, o ca vallcresco di San Giorgio, con uno statuto cavalleresco e cerimonie di investitura, ecc. Poi il signor Exbach. fece conoscenza della moglie di un ricco proprietario di terre della F'omerania, clic avrebbe veduto volentieri il inarilo gratificalo ili un titolo di nobiltà, n sic. Exbach promisi! che avrebbe ottenuto per il proprietario eli terrò il titolo di barone del Papa. A questo scotio egli foce abiurare ai due coniugi la religione luterana od ab[vbracciare quella cattolica; fece promettere Tina cospicua offerta ai tesoro di san Pietro; mise di mezzo il vedovo di Osnabruch, che prestò i suoi buoni uffici presso il Vaticano, ed Infine cercò ed ottenne l'aiuto del barone Chastrori, figlio di mi minislro plenipotenziario austriaco presso il Vaticano. In questa maniera egli si fece dare dal proprietàrio di chi; una piccola parte della quale sarebbe stata effettivamente depositala presso il Valicano come prezzo del titolo ria ottenere, ma, -ino ad oggi, il signore della Pomerania attende, ancora il titolo nobiliare, e non sa neppure dove siano anelali a finire i 12 mila" fm archi. L'Exbach è stato denunziato per avere intascalo tutta o parte della somma. A càrico dell'imputato sono risultate altre vendilo di fumo ed altre malefatte. E' stato però assolto porchiì giudicato affetto da megalomania. pene da nobilitare, la soinmn di limila mar Il cinico racconto del padre ehg impiccò il bambino (Se rvtjlo spoetale della «Starnila») Parigi, 5, notte. ìl racconto del padre cho strangolò il proprio bambino di 4 anni e poi tentò uccidersi perchè abbandonato dall'amante, desta raceappriccio. Egli, al giudice che lo interrogò all'ospedale disse : « Poiché la mia amante Jvonne, nonostante le avessi scritto die avrei ucciso il bimbo, non era ritornata a casa mia, decisi così di mettere in esecuzione il proposito e quindi di uccidermi. Domenica mattina inviai il bimbo a comperare dolci e giocattoli ed intanto attaccai un chiodo nel muro, preparando un nodo scorsoio con dello spago. Ritornato a casa il fanciullo, lo presi sulle spalle, ed introdotta la sua testa nel nodo, lo abbandonai bruscamente, lasciandolo cadere eli peso. Lo spago si ruppe. Rifeci un altro cappio, con un cordone da tenda, che questa volta tenne solidamente. Attesi 5 minuti e quando la morie aveva compiuto la sua opera distesi il bimbo nel ietto, coprendolo con un lenzuolo; su questo posi la sua fotografia di quando aveva 0 mesi. Dopo cercai anch'io di impiccarmi, ma non essendovi riuscito, andai a bere un bicchiere di birra. Nel giorno successivo acquistai della tintura di iodio e la bevvi per intero. Amavo troppo il mio piccolo [sic!) per lasciarlo vivere con altri ». Il mostro è ora in via dì guarigione. — -33- lì tenente Succi ha volato ieri per 1490 chilometri in 10 ore Roma, 5, sera. L'Agenzia di Roma informa che il tenente Ferdinando Succi, ieri, a bordo di un apparecchio da ricognizione A. 300-i della U5.a squadriglia, ha effettuato un volo BolognoRoma-Napoli-Grottaglie.-Loreto-Bologna,- percorrendo ie varie tappe con i seguenti tempi: Partenza da Bologna ore 4,20, arrivo a Centocelle ore 6,30, .totale chilometri 330; partenza da Contocello alle ore 7,5, arrivo a Capodichlno (Napoli) oro 8,20 (chilometri 100) ; partenza da Capodichino ore 0, arrivo a Grottaglie (Taranto) ore 11 (chilometri 290) ; partenza da Grottaglie oro 12,50, arrivo a Loreto ore 16 (chilometri 340) ; partenza da Loreto oro 17,40, arrivo a Bologna ore 20,5 (chilometri 340). In totale il tenente Succi ha percorso 1490 chilometri con un.'"totale di 10 ore di volo, sviluppando una velocità media oraria di circi 150 chilometri. Negli, ambienti aeronautici si rileva con compiacimento questa magnifica prova di resistenza e velocita compiuta da uno dei nostri apparecchi da ricognizione, il cui pilota ha trasvolato due terzi dell'Italia. ìl bilancio della Fiera di Milano Milane, 5, notte. Stasera è seguita Ma riunione di chiusura del Consiglio della VI Fiera di Milano. Venne approvalo, con vivo plauso alla Giunta esecutiva ed agli uffici, il bilancio che mette in evidenza la fiorente situazione della riera e la sua rapida ascensione. Si è constatato die nel recente esercizio la Giunta seppe eronondzzare ben 70.000 lire nelle spese di ufficio. 11 bilancio segna un residuo attivo ili 379.954 lire. In conformità dello statuto venne rinnovato il Consiglio eri alla presidenza venne chiamato l'on. Stefano Bonn!, presidente della Confederazione Generale dell'Indù stria. Il volo Parigi-Lisbona Pari*», 6, mattino. 11 capitano aviatore francese Weiss e un fortufflciaie, partiti dall'aerodromo del Benr^•••t. hanno eseguito il volo Parigi-Lisbona con' un oeropUi.no militare di tipo ordinario. Questo volo e stato compiuto allo scopo di dimostrare die i viaggi internazionali sono passibili con I mezzi militari dei quali dispongono ntliiutiniinte le squadriglie francesi. I duo aviatori dovettero lungo il viaggio prendere terra a l'au. a motivo della nebbia. Malgrado i violenti temporali, che per due volte imperiirono loro di superare i Pirenei, gli aviatori sono giunti a Lisbona ieri dopo aver compiuto il viaggio in 0 ore e venti mi- iiuti di volo effettivo, il percorso e di iC?o •ii Homo'ri. Tragica morte dell'ex deputato Jannelli «a 1 'tt leriiKi Palermo, 5 notte. Ieri sera l'avvocato Jnnnelli Giuseppe, exdepulato, mentre attraversava piazza Marina, veniva, travolto da una motocicletta, Trasportato all'ospedale veniva giudicato in pericolo di morte per commozione cerebrale. Infatti nella notte cessava di vivere. L'onorevole Jannelli, molto noto in città, fu uno dei leaders del Partito popolare, deputato, consigliere comunale, assessore alle Finanze, ecc. Gli inafferrabili banditi che volevano assalire Sinaja Servizi" speciale della «Stampa») ttukarost. > mainilo. L'inseguimento dei banditi Maniano e Tomescu. che avevano tentato persino di dare l'assalto con lo loro bande a Sinaja, si è convertito in una vera operazione militare. Il Governo ha posto una taglia di mozzo milione di levas sui banditi. I sacerdoti hanno ricevuto l'ordine di incitare i contadini a perseguire i duo banditi. Un decreto ammonisce i contadini di non dare loro ricetto. I villaggi che accoglieranno i banditi senza' dentndarli verranno puniti con la multa di 200 mila levas la prima volta, la seconda volta con il sequestro di tutti i loro animali domestici, la terza con l'incendio di tutte le case. Chi si fa complice dei briganti verni condannato a morte. Nonostante ciò i briganti sono introvabili e continuano a compiere i loro efferati delitti. ♦ »♦ « II cervello d'una donna pensante (Servizio speciale della • Stampa >) New York, ti mattino. La scienza ha stabilito sinora l'inferiorità della donna rispetto all'uomo, perchè le donne cho pensavano non hanno lasciato, morendo, il loro cervello agli studiosi, i quali, senza dubbio, in caso contrario, non sarebbero giunti a simile conclusione. A questo inconveniente ha voluto riparare Elena Garbner, autrice e donna pensante, che ha legato il proprio cervello all'Università, di Cornille. Essa ammorta la scorsa settimana e si attende con curiosità il responso degli scienziati, che hanno ricevuto in consegna il cervello di miss Garbner. lh (Dati!/ Telegraph). ■ —*e»~— La carto! na vagabonda 6 anni d! circolazione Firvsxa, 5 mattino. Il 9 agosto 1019 un soldato del G7 fanteria spodi da Anuria (Bari) ad un amico di Firenze una cartolina illustrata. Questa fece .un lungo viaggio con tanta lentezza che arrivò a dosi inazione soltanto ieri, impiegando la bellezza di <> anni meno fi giorni e facendo m media 150 Km. all'anno e 10 al mese, o po co più. Il destinatario, se ha volino ricevere la cartolina, ha dovuto pagare 30 centesimi ili multa, poiché la cartolina stessa era stata ' affrinicatii regolarmente con 15 centesimi, tu ! rifin e-; e c.'I'T'e. a della spedizione. IsflH it a 6 Agosto J