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r r La Sezione d'accusa nella eua ultima udlaiua uà Qelinito • l'aftare Canuto >, ordinando 11 rinvio a giudizio di Caterina Soni Ricliiainiaino — sulla scorta della sentenza testé emanata — i fatti ed i termini di questa dibattuta vicenda giudiziaria, che potrebbe avere come epilogo la revisione di un processo svoltosi due anni fa davanti la nostra Corte d'Assise Verso le ora 5 del mattino del 27 agosto 1922 fu rinvenuto in corso Savona il cadaveri del macellaio Alessandro Canuto, che presentava parecchie ferite al capo. La necro6Copia accertò che la morte di costui era avvenuta verso le ore 3 di quello stesso giorno, in conseguenza di colpi contundenti inferti alla vittima da più persone. La versione cieli accusatrrco Iniziatasi l'istruttoria penale, Caterina Sona, all'Autorità di pubblica sicurezza dapprima, al giudice istruttore poi, affermò di av. re assistito all'uccisione del Canuto, nelle seguenti circostanze: La sera del 26 agosto 1922 s'incontrò con Giorgio Massa Micon, che già conosceva per avere trascorso con lui la notte dal 23 al 24 agosto 1922, all'» Albergo dei Tre Galli ». Il Massa, dopo averle chiesto se disponeva di qualcuno ■ per fare un glosso colpo, spiegando che si trattava di depredare una persona denarosa, entrò con la Sona nell'« Albergo della Fucina». Quivi trovavasi il povero Canuto, in compagnia di due conoscenti. Dopo avere conversato con lui, il Massa accompagnò la Sona alla porta Sulla strada stava Leopoldo Audisio, al quale il Massa raccomandò di vigilare il Canuto. • All'amica il Massa fissò un appuntamento per le ore 4 del mattino successivo in piazza San Giovanni, e la Sona vi si ;ecò. Giunsero intanto, in due vetture, Massa, Audisio e Ca: nuto, in compagnia di Anna Neri. Con essi la Sona si recò sino in coreo Savona. Qui la comitiva abbandonò le vetture, e dopo aver percorso un tratto di strada a piedi, si incontrò con Ernesto Praio, che si unì. ad essn. Pochi istanti dopo il Massa, con un grosso bastone, colpì con violenza al capo il Canuto,- che cadde a terra. Gli furono sopra, tempestandolo di colpi, il Massa, l'Audisio e il Prato. Il disgraziato rimase esamino ed i tre giovani lo depredarono di quanto aveva indorso. Const-ravito il delitto, fu fissato un appuntamento per le ore 7 dello stesso mattino, al « Caffè Messina ». Il Prato intanto • si allontanò, mentre il Massa. l'Audisio e la Neri si recarono in casa della Sona, quindi al « Caffè Messina », poi in un altro caffè. Là donna fu poi mandata a vedere quanto accadeva nella località ove giaceva il cada-vere della vittima. Quando ritornò al « Caffé Messina » non trovò più la Neri, ma il Massa. l'Audisio e il Prato, i quali dividevano il bottino. A lei furono date 25 lire. Contrasti e denegazioni Ques'. ì circostanze affermate dalla Sona, iuione negate dagli altri, che esclusero recisamente di avere partecipato comunque al convegno ed al delitto. La Neri, a sua discolpa, narrò che, dopo la mezzanotte del 20 agosto, fu in carrozza insieme a Lucio, Co; stamagna ed a tre uomini, identificati poi per Giovanni 'Emiliano Alifredi, Giovanni 'Milanésio e Nicoia Bietto. Mentre il Milanesio ed il Costamagna ari una certa ora si appnrtarc.no, gli altri continuarono a scarrozzare. \d essi si unì, in via Porta Palatina, la Sona. Assieme si recarono in corso Palermo e rimasero nei prati di quella totalità sino all'alba. Quindi la Neri rincasò. Da- parte sua il Massa affermò che dopo essere uscito dall'albergo Fucina si era recato col Canuto in una birraria, poi al caffè Monticone: uscito dal locale per breve istante, quando vi rientrò, non vi trovò più il Canuto. In seguito si recò all'Albergo della Caccia .Reale, incontrandosi, ivi con l'Audisio, dal quale peraltro si separò verso l'una antimeridiana del 27 agosto, facendo ritorno a casa. 'E da easa non uscì poi che alle ore 8 circa del mattino. L'Audisio narrò che la sera del 26 agosto, dopo essere stato all'albergo della Caccia Reale col Massa, nelle circostanze riferite, era rincasato verso le ore due antimeridiane del 27 agosto. Ed il Prato aggiunse che la sera del 26 agosto, verso le ore 22, era •andato a letto, perchè indisposto, alzandosi solo verso le ore 7 del mattino seguente. Durante il corso dell'istruttoria parecchie volte Ja'Sona ritrattò lo sue accuse, ina in seguito le riconfermò di nuovo. 11 Massa, l'Audisio. il Prato e le due donne vennero inviati tutti davanti ai giurati, sotto l'accusa di avere ucciso e rapinato il macellaio Canuto. Al dibattimento la Sona riconfermò ancora le sue accuse, sostenendo la sua versione in contrasto con gli altri imputali. In seguito al verdetto dei giurali il Massa, l'Audisio ed il Prato — che vennero ritenuti colpevoli del delitto — furono condannati a 30 anni di reclusione: la Neri e la Sona furono assolte. Due anni dopo, le proteste dei congiunti del Massa circa la falsità delle accuse lanciate dalla Sona, determinarono nuove indagini, da cui emersero elementi che indussero il magistrato ad istruire contro la donna procedimento penale per calunnia. Gravi circostanze — dice la sentenza della sezione d'accusa — inducono a credere che le accuse delia Sona non siano vere. Anzitutto è falso che nella notte dal 23 al 24 agosto la Sonala stata col Massa all'albergo dei Tre Galli. Colui che fu con lei quella notte si qualificò all'albergatole per Alifredi Emilio. P.isultò poi che era Giovanni Emiliano Alifredi, più sopra inrlicato. Egli infatti ha ammesso di essere andato due volte nell'albergo dei Tre Galli con la Sona, in epoca prossima ed anteriore alla uccisione del Canuto." Le testimonianze raccolte escludono che la Sona sia stata in compagnia del Massa all'Albergo della Fucina, e poi con la comitiva, di cui faceva parte anche il Canuto, nel luogo ove questi fu trovalo . ucciso. Nella notte dal 20 al 27 agosto il Massa e l'Aurlisio furono, dalle ore 23 fino alla mezza, all'albergo della Caccia Reale: un'ora dopo il Massa fu visto in via Roma da Luigi Papino. In quella notte la Sona girovagava in carrozza in compagnia della Neri, dell'Alifredi e di certo Boetto: licenziata la carrozza si recò coi compagni nei prati di corso Palermo. Le nuovo emergenze ed il rinvio a giudizio Altre testimonianze smentiscono che la Sona sia rientrata in casa, la mattina del 27 agosto, con altre persone e che essa abbia avuto verso le 7 del mattino il convegno al Caffè Messina, col Massa e con gli altri. Ad avvalorare — secondo la sentenza — l'opinione della falsità delle accuse lanciate dalla donna, contribuiscono le sue dichiarazioni scritte e verbali, durante il corso del procedimento. 11 3 gennaio 1923 la Sona scriveva ad una zia: n lo sono qui (in carcere) per non dire chi sono e giammai lo dirò e quelli che sono qui dentro (Massa, Audisio e Prato) non ' sono quelli che erano con me in carrozza. 10 questi non li conosco, ma al processo verrà tutto in chiaro ». Ed a Lucia Costamagna, alla vigilia del dibattimento alle As sise, la Sona in carcere disse: « Ma non sai che io ho fatto quanto ho potuto per salvare lui e a<les=o temo che lui butti giù me ». L'istruttoria ora conchiusa, non ha potuto accertare chi fossero le persone cui la Sona alludeva nella lettera alla zia, e nelle parole dette all'amica, ma è certo che la prova della colpevolezza di Massa, Audisio e Prato poggiava essenzialmente sulle di lei accuse. Nessun altro elemento che accertasse la loro partecipazione al delitto era risultato. Alle 23 del 20 agosto il Massa aveva già lasciato 11 Canuto e quesd — secondo gli elementi ora raccolti — B*ft era all'albergo della Caccia con lui. ■ Le. emergenze della nuova istruttoria — conchiude la sentenza — hanno posto in essere prove sufficienti per ritenere che la Sona abbia falsamente incolpato dell'omicidio e della rapina in * questione, Massa, Audisio e Prato, sapendo invece che costoro erano rlnnocenti. 11 suo operato costituisce il delitto previsto e represso dagli articoli 70 e 312 C P. di competenza della. Corte di .ÀJtflSS • Caterina Sona è perciò rinviata alle As sise contro di lei), sin dal 7 gennaio scorso il giudice istruttore ha spiccato il mandato di cattura. Finora però l'ordine è rimasto iiifivVo perchè la donna si è resa irreperibile. Contro di lei, i tre condannati, si sono costituiti P. C. a mezzo degli avvocati Farinelli, Dal Fiume « Torchio. Essa sarà 01jtmse. dall'ai P^eeìo.