"Atto di pacificazione,,

"Atto di pacificazione,, "Atto di pacificazione,, I commenti della stampa fascista Roma, 1, notte. Il decreto di amnistia e lo violenzo sono i due argomenti della discussione odierna. Considerato nel suo aspetto politico, infatti, l'odierno alto di clemenza sovrana — ohe ha una portata assai vasta — si propone di raggiungere il fine della pacificazione degl'i animi. Ora, evitandosi la punizione per delitti aventi per movente la passione politica, si tronca, non solo lo strascico doloroso del dibattimento giudiziario, ma, implicitamente, sull'esempio dell'atto sovrano, s'invita il cittadino a perdonare a sua volta e lo si impegna modalmente ad astenersi da ogni nuova azione delittuosa. Privata di questo valore, l'amnistia verrebbe frustrata nelle sue conseguenze altamente morali e, forse, nel suo significato politico. Ecco perchè le discussioni politiche abbinano i due argomenti, dell'amnistia e della violenza: perchè, giustamente, si afferma che all'atto di clemenza sovrana deve seguire l'instaurazione piena ed assoluta della legalità e dell'autorità statale, considerata quest'ultima come sicura tutela della vita del cittadino. *' La vita umana, bene elio ad ogni altro sovrasta, Sono i più autorevoli giornali fascisti' che, nel fare l'esegosl della relazione Rocco al decreto di amnistia, pongono in evidenza il carattere di pacificazione del decreto stesso. Rilevatane l'importanza politica, Il Popolo d'Italia soggiunge : « Un'altra solenne manifestazione è questa dell'opera di politica di pacificazione cui attende da tempo il Governo nazionale con fatti concreti, anche se, neila sua travagliata azione,' continua od essere ostacolato, per calcolo politico o per incomprensione. L'onorevole Fefloxzoni. po.'hi giorni or sono, a Brescia, rendendosi interprete della ferma volontà dell'on. Mussolini, ancora una volta chiaramente fissava le direttive della politica interna del Governo nazionale. La Maestà del Re r-?se maggiormente possibile l'attuazione di tali direttive, andando incontro all'azione etlioaee del suo Governo, fortificandolo col suo augusto consenso ». Più oltre, il giornale presidenziale osserva che il carattere di pacificazione dell'odierna amnistia risulta assai meglio che da quella precedente, poiché il perdono non è più limitato a motivi determinati da « fini nazionali », ma è esteso anche a quelli « antinazionali » e quindi l'amnistia ha carattere di « smobilitazione delle fazioni ». Riferendosi direttamente al delitto Matteotti, il giornale presidenzfale scrive ancora; « Naturalmente, se le attuali esigenze politiche dovevano suggerire un larghissimo passo verso l'opera di completa pacificazione, tuttavia non si poteva e non si doveva trascurare la protezione della vita umana, bene questo che ad ogni altro sovrasta. In conseguenza, dall'amnistia per i delitti politici è stato escluso in primo luogo l'omicidio, anche se preterintenzionale ». "Non spirito di parte, come l'amnistia precedente,, Analogamente, L'Idea Nazionale-, dopo avere detto che anche in questo atto di clemenza sovrana si vede lo spirito fascista, perchè non sono condonati i reati contro la patria e lo Stato, dichiara che l'amnistia ha carattere di pacificazione : « Essa, non urtando i sentimenti più elementari ed i principi più sacri della vita sociale e nazionale, mentre giova ai colpevoli, non nuoce agli interessi della generalità, non demoralizza lo spirito pubblico ». , Il clericofascista Corriere d'Italia, scrive: « L'amnistia dimostra che il Sovrano è veramente al di sopra di ogni competizione politica del paese e che il Governo è ormai giunto a tale punto di maturità da sentirsi ispirato a suggerire al Re un decreto di amnistia, non informato ad intransigente spirito di porte, come potè avvenire nel passato, ma ad un criterio obbiettivo di giustizia, di serena opportunità e di grande interesse nazionale ». Un altro foglio fascista, L'Epoca, cosi commenta : «'L'amnistia rappresenta lo svolgimento di quell'ariane pacificatrice verso la quale il movimento rivoluzionario ha sempre dimostrato di volersi dirigere. Una volta maggiormente rinsaldati i fattori della ricostruzione nazionale, opportunamente, giù starnante il Governo ha proposto di comprendere neU'atonlstla per i reati politici, anche- quei reati che sono stati commessi da finf divergenti da quelle idealità na. rionali, la eui reanimaziane ogni giorno l'on. Mussolini non si stanca di additare come in. sopprimibile necessità. Non si dà cosi un premio egli antinazionali; si rivolge cosi un alto e solenne monito, quale soltanto un Governo forte e per nulla pavido dell'opera sua poteva dare. Si ammonisce cioè che l'azioiw di pratica pacificazione che informa l'amnistia i non è espressione di debolezza, ma, per contro, forza consapevole, che intende, per l'avvenire, essere inesorabile se potranno essere in giuoco i più vitali interessi del paese. Vogliamo pensare che, di fronte al chiaro valore politico dell'attuale amnistia, dovran. no alfine riconoscerne, i soliti zelatori della libertà, la grande importanza, e vorranno, in conseguenza, ossi per i primi non tornare ad invelenire gli animi. Essi dovranno tornare allo basi di una leale e veramente pratica lotta politica. Se ciò non faranno, potremo dolercene, ma non potremo mai nutrire nessuna veramente seria preoccupazione ». All'unanimità, dunque, la stampa fascista rileva il carattere di pacificazione generale 'dell'amnistia. Il Messaggero esprime la fiducia che, data l'attuale ricerca della mano d'opera, tutti i liberati dal carcere possano trovare facile e proflctio lavoro e prosegue: « Tale decreto, come è facile intendere dalla natura delle sue disposizioni, le quali dimostrano eloquentemente la ponderazione con la quale sono state emanate, troverà il plauso e la riconoscenza della grande maggioranza degli Italiani in quanto esso, non soltanto appaga il senso di giustizia del nostro popolò, ma altresi risponde al suo profondo bisogno di pacificazione. Basta tale rilievo per sintetizzare la portata non soltanto sociale ma politica del decreto odierno. la comprensione degli italiani non può non valutarlo in tutto il suo significato e in tutto 11 suo valore. Ancora una volta le brutte conseguenze delle risse e delle passioni politiche, quelle che lasciano solchi di odio o di rancore, vengono cancellate. Cosi si cancelli dal cuore del nostro popolo questo rancore e la lotta politica tornerà a svolgersi in una atmosfera di cavalleresca e serena cordialità ». i rilievi della stampa d'opposizione L'amnistia è accolta dai giornali dell'opposizione con scarsi commenti. Cosi II Giornale d'Italia ricorda la precedente amnistia per i reati a « fine nazionale », e premesso di non voler discutere l'atto sovrano soggiunge: « Se tale atto può contribuire alla pacificazione dsgli animi ed al rasserenamento del clima sociale e politico del paese, esso sia benvenuto; ma una amnistia di questo genere presume una ferma volontà da parte del Governo di assicuravo l'effettivo e definitivo, nonché completo ed assoluto ritorno alla legalità. Altrimenti l'amnistia non si spiegherebbe e sarebbe un atto, più che inutile, dannoso ». Approvata l'esclusione del delitto Matteotti dal'amnistia, l'organo liberale conclude: « Noi non possiamo trattenerci dall'esprimere alcune riserve intorno alla capacità dell'attuale regime di assicurare il pieno ritorno alla legalità. Purtroppo, l'esperienza ci ha amaramente ammaestrati; ma se l'amnistia odierna significa che si vuole veramente chiudere il ciclo della violenza e tornare alla normalità giuridica e morale, ed assicurare Insomma la pace fra gli italiani sotto l'imperio della legge, ebbene possiamo considerarla un atto opportuno, ma solo a questo patto. Come abbiamo già detto, è la seconda volta che si esercita questa vasta indulgenza. Il Paese reclama ohe sia l'ultima ». A sua volta II Mondo osserva: « Questa terza — e speriamo definitiva — amnistia del regime, è di una larghezza tale che non riteniamo di dover commentare, perchè si commenta da sè. Certo, questo costume politico e giuridico per cui si annunziano le indulgenze per i reati molto tempo prima che siano concretate nei decreti, costituisce una specie di immunità preventiva, per cui si vengono a sopprimere le sanzioni di maleflzi, anohe gravissimi; ed esso non giova a riportare il senso di responsabilità e rafforzare l'autorità della legge nelle moltitudini, pervase dallo spirito di violenza. E non crediamo, per oggi, di dover aggiungere altro ». , La distinzione di Farinacci stilla violenza L'ennesima esortazione del Giornale d'Italia per la fine dell'illegalismo squadrista, ora clie si 6 data l'amnistia, si ricollega alla polemica sulle violenze. E' stato molto commentata negli ambienti politici romani la lettera aperta che l'on. Farinacci pubblica su Cremona Nuova indirizzandola al direttore di un giornale filofascista milanese. I] segretario del partito comincia col dire che l'illegalismo fascista non è più giustificato dal momento che le leggi fascistissime sono state votate dalla Camera. Dopo di ciò, Farinacci desi, dera che gli sia dato atto che egli fece sempre « una giusta distinzione fra la violenza sciocca, e perciò dannosa, e la violenza, intelligente, e perciò utile e benefica», e rivolgendosi sempre al direttore del foglio milanese, soggiunge: « E la distinzione resta' é giustifica l'atteggiamento del partito di fronte a certi casi che sono effetti di provocazioni e di fronte a certi altri che sono il residuo di uno stato d'animo non ancora superato e che io per il primo disapprovo. D'accordo quindi con te nell'affermare che tutto il fascismo deve essere di¬ sciplinato e stretto intorno al suo duce e al Governo, senza inutile sperpero di energie, per assisterlo nella grandiosa opera di ricostruzione nazionale a cui con volontà tenace e chiara visione di fini Ha posto mano. Dove non concordo con te, è nel tuo apprezzamento sui fatti di Parma. Mi sembra che tu non abbia bene afferrato"-il mio pensiero che mi pare di aver chiaramente espresso nel comunicato alla Direzione del partito: Netta prima parte di esso sconfessava, deplorandola vivamente, la devastazione degli studi appartenenti ad uomini dell'opposizione, e dichiaravo che lo schiaffèggilamento del rag. Brunazzi, da parte del segretario locale del fascio, nqn poteva prestarsi ad alcuna speculazione politica. Infatti questo incidente non ha nulla a che vedere con i rapporti tra il fascismo parmense eia Sezione'dei mutilati, perchè esso è limitato alle persone del rag. Brunazzl' ' e del rag. Bernardi. Lo prova il fatto che il Brunazzi ha inviato il cartello di sfida al se. gretario politico del fascio di Parma. Quindi, come vedi, tutto si riduce ad una delle solite e tante vertenze cavalleresche. E siccome accenni ai mutilati ed ai combattenti oltraggiati nel l!)19 e nel 1920, devo anche farti presente che l'incidente di Parma non ha? nulla di comune con quanto accadeva in quei tristissimi anni, perchè il rag. Bernardi non è il sovversivo .che odia l'esercito e coloro che hanno fatto la guerra, ma è un c.-wnbattente ' più volte decorato e di alti sentimenti di italianità ». ' Infine, Farinacci dice nella sua lettera: « E giacché sono in argomento, non ti dispiaccia che con tutta franchezza ti dica r.on sentirmi di poter deplorare le bastonature a Gonzales, Amendola e Zaniboni, non per il gusto che questi signori le abbiano preses. ma perchè ritengo che la lezione servirà di esempio ed eviterà guai maggiori. Non si può umanamente pretendere che il fascismo si lasci 'oltraggiare e ingiuriare e lasci assassinare i suoi migliori giovani, e poi che un bel giorno esso debba scappellarsi ed inchinarsi innanzi ai capi dell'Aventino responsabili della situazione che essi hanno, arroventando gli animi, resa carica di elettricità r. Il Mondo, constatato che l'on. Farinacci approva di nuovo le bastonature agli oppositori, scrive : « Le approva quando sono intelligenti (ed è naturalmente lui che deve giudicare sul carattere o meno intelligente delle percosse), ed anche se non sono intelligenti le approva come uvvertlssement (cosi si diceva in Francia per i primi attentati) e come « messe in guardia » per evitare colpi maggiori. Ai percossi non resta che ringraziare, e comunque sia avranno la consolazione di vedersi discutere a che titolo, di « intelligenza », di « avvertimento », di « meno male », sono giunti i colpi. Per U resto non commentiamo. I commenti sarebbero praticamente, sterili anche se fossero possibili ». Il "sempre peggio,, del ministro. Hocco Un'altra cosa conviene notare. Mentre Farinacci dice che approvate le leggi fasciste l'illegalismo non avrà' più ragione di essere, il ministro Rocco ha detto ieri sera nel discorso tenuto alla sezione fascista del rione Monti che verrà il giorno in cui c< gli avversari rimpiangeranno l'epoca del manganello ». Ed anche a tal proposito II Mondo osserva: ' « La teoria del sempre peggio affermata dal fascismo, assume in Rocco, che è un giurista, speciale rilievo e noi siamo dunque autorizzati a ritenere — sono sue parole — che la posizione che sarà fatta agli oppositori dalla legislazione fascistissima, di cui non abbiamo finora che una avanguardia, sarà più dura assai delle manganellate che nello stesso giorno l'on. Farinacci ha giustificato». La stessa Tribuna, tornando olla lettera dell'on. Farinacci sulla teoria delle bastonature, scrive : » L'on. Farinacci, che comincia col non deplorare l'aggressione all'on. Amendola, che non ha deplorata quella all'on. 'Gonzales e non deplora quella all'on. Zaniboni, evidentemente continuerà ad approvare tutte le violenze che seguiranno. Come può dire allora ' che queste lezioni servono ad evitare guai maggiori, se 1 guai continuano a trovare sempre 1 approvazione superiore? Non>vi sono, in materia di violenze, mezze misure e P°,n,,yl sono violenze intelligenti o meno-che intelUgentt, giacché l'apprenjawwaia Oivéot* qui soggettivo, dipende dalla maggiore a rró> nore intelligenza di chi giudica.. Le violenze sono sempre, in ogni.caso, deplorevoli, sotto il doppio aspetto della civiltà e dell'autorità del Governo. Ed il capo di un partito, che sentisse davvero la sua responsabilità, dovrebbe vietarle, col rigore più estremo e non affannarsi a cercare sofismi e trovare, volta per volta, uni qualche speciale giustificazione — La replica dell'organo vaticano all'organo di feti orzo ni " Entra poi ancora nella polemica delle violenze l'organo del Vaticano. Replicando all'/dea Nazionale. L'Osservatore Romano anzitutto rileva di avere citato il Times appunto per dimostrare che continuano all'estero lo ripercussioni iella, violenze e

Luoghi citati: Brescia, Francia, Parma, Roma