La Strada Reale

La Strada Reale PAULA SIRI* fetta PERSIA La Strada Reale (Dal nostro inviato speciale) -nor^ìn-ni - ,neraziom. - Uu giorno, da una - | fini della Maueiurh l i . à a PALMIRA, giugno. A raccontare in Italia che Teheran è acirca diecf'gioriri da Roma, vale a dire cheogni comune mortale può raggiungere lacapitale della Persia in quel breve spaziodi tempo senza bisogno di affidarsi al veli-volo, c'è da destare, ritengo, una certa in-i j credulità. Permettofomi quindi di spiegar-- lj qU3St0 nuovo miracolo moderne dellefr- wmunicaaj0ni inter-asiatiche e di farlo dal--, ., . o ; la prima tappa del rapido cammino auto-o mobilistico che dalle rivo siriache del Me-- ,|-,p;.raneo porterà a quelle caucasiche°-1 W Caspio. La tappa è a Palmira, a 200 Km. da Da-masco in un albcrghetto che non ha nep-puro un anno di vita e che fu costruitoall'ombra delle rovino della città di Zeno-bia, la Regina del deserto, dalla stessacompagnia d'automobili che assicura il ser-vizio fra Damasco e Bagdad. Luogo pieno di suggestione quest'oasi dii I Palmira ! Sorvolo su quelle del passato, ec-e ces3Ìvamente complesse e mi limito ad a-i cennarvi allo presenti poiché in fondo rav-o vivano j0 prinle di solendida luce, le fanno^ : risorgere dallo età più remote, dandovi ili senso dei valori eterni di queste contrade,o che videro, più vasto il tormento delie ge-i perduta città ai con-vi dissi che la conqui-sta più grandiosa del dopo guerra è senzadubbio quella compiuta sui deserti, nulleimmensità pietroso o sabbiose. L'autcmobi-le ha distrutto questi ostacoli, questi ocea-ni di sofferenza o di lentezza. Li ha sop-Dres'i nell'Asia settentrionale, li ha neu- . F1^" u»u«iii somcui.wuuaie, u uà ucu ' tralizzati nel Sahara, e qui, nel Deserto j Siriaco, ha fatto ancor più: ha sfondato j resistenze che sembravano insormontabili, o a j Tre anni fa, da Damasco vi parlavo di I Bagdad come di un-punto direttamenteirraggiungibile a cagione dell'ostilità bedui-na che premeva ai conimi della Siria, che spadroneggiava e. quelli dell'Irak. Ho la- sciato Damasco ieri e fra due giorni sarò a Bagdad, e la strada ò sicura. Le comunicazioni automobilistiche Iuufo i 1000 chilometri che separano la capitalo siriana dalla fatidica città maggiore d'ell'Irak, fun-zionano oramai quasi da un anno e duran- te questo tempo non si obbo a deplorare | che un scio atto di brigantaggio | 1 " rp""s " al COI,fi.m del1 lrak attacca- ! ron° nei marzo scorso il convoglio (le caro- vano automobilistiche che attraversano il I deserto di Siria sono sempre composte di | tre vetture con larga provvista d'acqua e I uccidel'e 1 viaggiatori. Li volevano soltanto ' depredare. Disgraziatamente, una pallotto- ! la di rimbalzo colpì la giovanissima sposa I del console francese a Bagdad e la uccise. j La signora aveva in braccio un piccino di 1 un anno che rimase illeso. Gli assalitori non erano che quattro o cinque, gli assaliti di più. ma presi rial panico cercarono scam- po nella fuga. Nella fuga a piedi poiché lo macchineerano stato immobiliz-'ale dal- le scariche. Tentativo vano. Infatti — dove I 3* P"° trovare scampo, a piedi, nel descr- to pietroso di Siria? I fuggitivi furono fa- cilmente raggiunti, depredati a fondo e abbandonati'attorno alle macchine. Vi ri-1 masero due giorni con la morta ed il pie- L'«. .i^ux . . „• x. masero due giorni con la morta ed il pie- cino sinché giunsero i soccorsi. La Francia reclamò una punizione esemplare per i ra- | i mente darle ogni soddisfazione. Sguinza-I " pinatori e l'Inghilterra seppe fulminea-1mente darle ogni soddisfazione. Sguinza-! glio la sua magnifica polizia del deserto jcostituita precisamente da beduini monta-!ti su cammelli corridori alla caccia degli !assalitori, i quali furono raggiunti, cattu- rati e fucilati in pochissimi giorni. |Dopo questo fatto fu imposto ai beduini jdi non avvicinarsi a più di cinque miglia !dalla pista percorsa bisettimanalmente dal- ; le automobili. L'ordine è eseguito così scru- ! pelosamente che non si riesce più a scorge- ' re un beduino altro che nelle sue oasi dove j si fa sosta prima di giungere a Bagdad : Palmira e Kubesa. ■...ni u « aj.uucaa.. Per contro si incrociano o si sorpassano le carovane ancestrali che vengon dalla ' Persia o ci vanno. Avremo campo di par- j lame poiché sono le più straordinarie ca- | rovane per numero di cammelli e ricchez- i za di tonde e di ornamenti che battano ; ancora le decrepite arterie asiatiche. L'au- ; tomobile impiegherà cortamente del tem-; po prima di ucciderle, cioè prima di rima- ' nere il solo mezzo di trasporto fra la Per- sia e la Mejopotamia e fra questa e la S'ria. Cosicché fra le molte e straordinarie ini- pressioni che si rienvouo in uu viaggio di i questo genere, la più forto è certamente j Huella di incontrare al ritorno della corsi, j 1 Damasco-Teheran (2500 Km. che si posso | no coprire in sei o setto giorni) la stessa carovana òhe avete incrociato nell'andati, Ho rievocato l'unico episodio brigantesco accaduto nelle traversate automobilistiche ' del deserto di Siria, per dimostrare che j questi paesi ritenuti selvaggi sono forse ; più sicuri delle contrada cosidetto civili : comprosi gli Stati Uniti dove lo grassazio : ni lungo le autostrade fi contano a decine ° », » • j per mese. Ma in America od altrove pochi si preoccupane so il banditismo è in fiore, mentre l'episodio della carovana siriana at | taccata dai beduini ha avuto ed ha ancoraancora | un'eco di una vastità inverosimile, tanto | che son sicuro che no sentirò l'eco a mi ; g'.iaia di chilometri di qui. j Questo recenti organizzazioni automobi ; listicho che avvicinano così notevolmente la I Persia e la Menopotamia al Mediterraneo ! hanno incominciato a restituire alla Siria ila sua anHea funzione di raccoglitrice dei | prodotti dell Asia sud-occidentale. In ulti-; ma analisi francesi ed inglesi fanno quel ' che fenici e romani fecero ai loro tempi a ; vantaggio di Aleppo, di Damasco, di Bei- , rut che mostran già i segni di rapidi risor- ; gimenti commerciali. Certo la stasi di mi-: serie, di abbandoni, di crisi politiche m-l terne che afflisse questi Paesi nei turbo- ì lenti anni del dopo guerra appare supera-lta: Damasco specialmente è incamminata ' a togliere al Cairo la supremazia commer- ' ciale del Levante, quel primato che le in- : tolleranze della Turchia Repubblicana ha j fatto perdere a Costantinopoli e che era i precisamente passato al Cairo dopo la cac- ciata del Califfo e l'inizio in Turchia del . .... . . , ; 1 era xenofoba, cggi più che mai in fiore. | Cosicché Damasco che tre anni or sono i vidi chiusa, languente, deserta è oggi di- ventato ii nodo stradale più importante del Lovaute, l'emporio più grandioso da que- sta parte del mondo, il centro dei prodot i ti da e per la Persia, l'Irak, l'Arabia, la Transgiot'dania, l'Anatolia. L'avvento automobilistico nell'n hinterland » desertico della Siria che sta per essere integrato da comunicazioni aeree re- , golari (fra giorni dovrebbe funzionare il ] servizio postale bisettimanale Cairo-Tehe| ran per Bagdad : 2 giorni) ò stato il colpo ! di bacchetta magica ner il risveglio delle remoto iniri.^ive umane che gli sconvolgi- , menti della grande-guerra avevano illan: euiditc ah estremo : le carovane automobi• listiehe hanno intensiScato il movimento ! di quelle a cammelli, mentre le istituzioni delle Polizie del deserto hanno restituito gere e l'antica a Bagdad-Bahn » per cause che derivano dalla situazione interna della Turchia profondamente turbata dalla re cente rivolta nel Kurdistan e dall'aspro dissidio anglo-turco per Mossul. Ma il risorgimento della Siria astrae completamente da dotta ferrovia che inte ressa più i turchi che gli anglo-frencesi. La più insigne delle produzioni dell'Asia sud-occidentale, quella voglio dire dei tap peti, ha oramai fatto di Damasco il suo centro. Le case eli Bokbona, di Sciraz, di Kirman si son trasnortate dil Cairo a Da masco. che ò diventato pure l'emporio delle lane, delle nelli, delle drogherie, delle pie tre preziose". pL,i,ì ie compagnie di trasporti lla costa siriaca al Ca- tre preziose, Parecchio sono le automobilistici dal guano un viaggio alle leggendarie rovino spio, per la Menopotamia. Coloro che so- guano un viaggio alle leggendarie rovino di Babilonia si rallegrino: è inaugurata la concorrenza attraverso le grandiose rovine | del Tempio del Sole a Baalbek, e di quelle ! di Palmira e delle altre a 1000 chilometri, l ai piedi delle torri quadrate che dominano le colline giallicce e roventi della fu me-| tropoli di Nabucodònosor. Una concorre»- za relativa poiché la corsa Damasco-Bag- j dad-Teherau è piuttosto cara: un'ottanti- j na di sterline. A quella cifra, naturalmen- ; te, bisogna aggiungerne altrettante per il j ritorno, sia che caso e il Mar N questo avvenga per il Cau- j STero, sia che si preferisca i _i.--.i_ - ,- ié—: s_ 1 : - ~ > — [ rifare la stessa strada o ingolfarsi in quel l mondo di delizie che e diventata oggi la Turchia Repubblicana con il suo ateismo, i suoi « tribunali dcll"indipendenza il suo stato d'assedio su due terzi del territorio e il regno del terrore imperante dal Lago di Van alle rive del Marinara, Vi è dunque la Compagnia inglese Nirne che senza passare da Palmira assicura il servizio fra Kaifa e Bagdad in sole 36 ora e vi ò la Compagnia anglo-francese * Eastern Transdesert Company > altrimenti detta Cattanesh, che viceversa percorre in 3 giorni la venerabile carovaniera Damasco-Falmira-Kubeza-Bagdad, »ri- a o e e e i e i , a a o a o ] selciato naturale, la duna è inesistente, a i sicché le vetture possono procedere a 50 i I chilometri orari senza difficoltà. Il solo in- ginando tuttavia da Beirut. E finalmente esiste una Compagnia italiana Parodi cha gareggia con la precedente, passando pure per Palmira. Qualche mese fa è stato da queste parti e si è spinto sino a Palmira il senatore Agnelli, il quale devo essersi certamente fatto la convinzione che l'automobile par fatto annesta per il deserto o questo per l'automobile, e che quindi l'industria automobilistica italiana può trovar campo di sviluppo, come infatti lo sta trovando, in regioni ritenute sino a qualche anno fa inaccessibili. Nel deserto siriaco le vetture a motore non debbono adottare dispositivi speciali che impediscano l'affondamento delle ruoto nella sabbia come avviene psr le traversate sahariane. Qui il suolo è forte, duro, la roccia affiora levigata per sterminati tratti formando un - I conveniente è la rarità dei posti d'acqua l j lontani talvolta fra loro di centinaia di a chilometri. Ma a questo si rimedia asse-I gnando ad una delle vetture della caro- vana la funzione di carro-botte, - | Certo, queste carovane transdesertiche a -. motore non disino al viarpiatore il 8en«o - arcano dell'esplorazione. E' sul vecchio - | anzi sul decrepito che si corre. E' da unia - lenni che l'itinerario Damasco-Teheran at- ! traverso l'Irak è battuto da carri e da - j cammelli. L'unica novità a a - o - J l j ]a bussola di quello che non siano i a - l ^«Wrenuto che tutto o quasi il natnmo- j mo dl ~ltu.r*e. dl f,o!1,,p' .fil arte « di reli- consiste nella rapidità della traversala e nel fatlo che in questa stagione le carovane non camminano che di notte, mentre noi, malgrado l'altissimo calore, viaggiamo di giorno. Al buio, nell'uniformità assoluta delle disteso senza confine, sarebbero necessari guidatori più esperti nell'orientamento e nell'uso del- . meccanici della «Eastern Company». Di notte gli chaùffeurs non vedrebbero" i pali indicatori della pista e si perderebbe la strada. La strada che i romani e prima dei romani i macedoni e i persiani chiamarono Reale, la strada di Dario e di Alessandro, il cammino che l'ambrata Zencbia percorre da Palmira ad Antiochia carica di catene d'oro messele addosso da Aureliano, non certo a guisa di monili. Partiva quella strada da Raghes (Teheran), andava a Estabana (la moderna Hamadan dove un ctrust» americano sfrutta l'armonioso lavoro delle donne di Persia fabbricatrici incantate di tappeti) si spingeva sino a Babilonia che è poi Bagdad o da Babilonia si divideva in due grandi branche. Di queste, una rimontava l'Eub sino ad Ancyra, cioò ad Angora (ed i racconterò ùn giorno come i Turchi stiano a Diodo loro romanizzando ad Angora) e ad Efeso (Smirne) mentre l'altra per Palmira arrivava a Damaieo. Basta accennare alla strada Reale per sentirsi presi dal legittimo sgomento di alcune decine di secoìi di storia, e della più caotica, da evocare. Non facciamone nulla. Teniamo solo presente che il calpestio dello generazioni lungo cotesta strada sotto forma di colonne migratorie, di eserciti, di popoli condotti in prigirnia a mille chilometri dal loro paese d origine e rimandati a casa, deve entrarci per r uniche co«a nello spianamento inesorabile d'Ilo sterminato tavoliere ceninreso fra gli altipiani iranici e l'azzurro Mediterraneo. Siccome ! ^nze. e„dl *™™<* di cm 1 Europa ha £*ne' * civiltà e di barbane di tntelle ! e-, d'j?ran, 1 *«"1 Europa hi. mM,° e'a V0?lla di. inorgoglirsi, | . ° altipiani iranici con i no¬ ! vp "spettabili progenitori, cosi si può l ™£ ™* p-r ^uesta StTada Re*lo è pa... ' - | .lanto antica ó la strada che un giorno 81 ml^e a. rn°rlre; ^a probabilmente lo fece j P6.1 darcl illusione di esser rinata ed 0fj .™ a n01 «otto nuove parvenze, .'atte 31 0 cne scopertasi la via dello Indie e j^jjjo meno i[ commercio attraverso il deserto, la marea delle ma^se umane lun &° *a Strada Beale si spense. E t! letargo durò sino all'jtr>r>rti>r* Ani r>-_-i- ji e..' , - - -, — " - «uro sino ali apertura del Canale di Suez e al tracciamento delle ferrovie *s.;=Uche. Tuttavia al carro a motore doveva spettar la gloria di ripristinare al completo il valore della Strada Reale nei riguardi soprattutto delle cemunicarioni con la Persia. Infatti Bino a un anno fa l'itinerario ordinario per raggiungere Teheran dai nostri paesi esigeva il giro compieio dell'Arabia Petrea sino a Bassorae Ba^-lad (30 giorni) e 20 giorni di carovana da Bagdad alla capitale persiana, mentr» oggi, come abbismo detto, il viaggio si cojifc pia nella quinta parte di quel tempo. ARNALDO QIPOLLA

Persone citate: Agnelli, Aleppo, Antiochia, Paula Siri, Petrea, Reale, Stero, Turchi, Uche