La battaglia scongiurata con 10 milioni di sterline

La battaglia scongiurata con 10 milioni di sterline La battaglia scongiurata con 10 milioni di sterline I lavoratori inglesi si avviavano ad un vasto sciopero generale - Il pressante appello di MacDonald a Baldwin - U Governo darà un sussidio alle miniere meno redditizie e sottopone la complessa materia dell'industria ad una grande inchiesta parlamentare • Salari e orari di lavoro resteranno per intanto immutati. (Servizio speciale della STAMPA) Londra, 31, notte. Poiché la notte scorsa, dopo mezzanotte, 10 sciopero del carbone ha potuto essere miracolosamente scongiurato, la minaccia del grande blocco trade-unionistico sta smobilizzando a grande velocità. Un accordo prowisorioi indubbiamente destinato a prolungarsi per circa un anno, domina ora la situazione. Il paese non pensa più che alle vacanze del suo ferragosto, le quali cominciano domani. Coloro che travedevano il balenio di una rivoluzione improvvisa, in questa terra di moderazione persistente, si confortano guardando la pioggia che inumidisce il ferragosto. Il solo guaio è che, nelle ultime' ore del meriggio, tornato un po' di sereno, i profeti di sventura assicurano che esso non durerà. Una pace a buon mercato H conflitto minerario è stato scalzato con una mancia di dieci milioni di sterline alle due parti in contesa. L'erario provvede a questa mancia, sotto forma di sussidio temporaneo, in attèsa di un raggiustamento. In fondo, è una pace a buonissimo mercato. Una lotta sarebbe costata dieci volte di più, anche senza tener conto dei suo prezzo politico* Invece, politicamente, là maggioranza del paese ha già smesso i suoi patemi d'animo.. Nel cuore dei proprietari delle miniere, ed in quello dei minatori, si sono eclissati i fantasmi di due dittature, che le passioni del momento stavano suscitando. Gli uni e gli altri si sono infatti perfettamente democratizzati, dopo avere ottenuto ciò che tratanta discordia erano concordi nel volere: ossia il contributo dei contribuenti. Questo servirà a mantenere lo statu quo minerario sino alla primavera prossima. In realtà, nè i padroni nè i minatori anelavano a battersi. Il loro desiderio essenziale era che lo Stato fornisse loro le vettovaglie per la pace. La fornitura, all'ultimo istante, venne concessa. Il resto si risolverà secondo il modo in cui la pace comperata verrà posta a profìtto per la riorganizzazione e la rimessa .'in valore dell'industria carbonifera inglese. Si dclinea un margine di otto o nove mesi per quest'opera ricostruttiva. Essa rimane praticabilissima. Se sortirà qualche esito (ed è diffìcile escluderlo) la mancia dei dieci milioni di sterline sarà il migliore investimento che il Governo britannico abbia fatto sino ad oggi. Il Gabinetto, in base alle diffide di'una larga porzione del partito conservatore, non voleva dare niente a nessuno. Le tasse sono già abbastanza gravose. Inoltre, se si comincia a sussidiare un'industria, le altre chiederanno'eguale trattamento e l'erario ruzzolerà verso la bancarotta. Baldwin, peraltro, sapeva da vario tempo che il bandolo della matassa mineraria nori poteva essere afferrato se non con le pinze di un sussidio : egli era costretto, ancora iersera, ad intimare ai contendenti minerari che non sperassero mancie. Ma 11 Gabinetto, subito dopo, lo autorizzava ad allentare i cordoni della borsa. Momento intensamente drammatico Fu un trapasso autenticamente drammatico. Ormai sulle bilancio si trovavano le spade sguainate. La lotta che si prospettava era inutile ed appariva ancora meno evitabile della guerra europea, al finire del luglio 1914, quando i popoli si trovavano alla vigilia di un cimento mortale, senza avere la menoma 'Voglia di cimentarsi sul serio. I minatori ed i proprietari, alla loro volta, preferivano il quieto vivere, e detestavano le complicazioni incalcolabili della lotta; ma le loro spade stavano sulla bilancia. La spada dei minatori, in ispecie, veniva minacciando complicazioni oscure. Il direttorio del trade-unionismo aveva aggrottato le ciglia dinanzi ad una voce diffusissima, come un incendio in una stoppia. Baldwin, in uno dei suoi colloqui coi leaders minerari, aveva onestamente avvertito che le paghe operaie, in tutte le industrie inglesi, erano destinate a qualche falcidia, in seguito alla rivalutazione monetaria, determinata dal ritorno all'oro, che poco alla volta avrebbe abbassato il livello del ^caro-viveri. La prima parte della sua dichiarazione venne staccata dal contesto, e lanciata intorno come una fiaccola incendiaria. Il capitalismo scendeva in lizza per strangolare l'economia delle masse ! Non c'erano pompe capaci di arrestare lì per lì il diffondersi delle fiamme. Il direttorio del trade-unionismo dovette quindi assumere di colpo la posa più gladia toria dei suoi annali di combattimento. Esso, in realtà, aveva avuto paura dello sciopero minerario, come di ogni e qualsiasi avviamento rivoluzionario, e non aveva sognato che una pace negoziata. Ma l'idea di un attacco generale al livello dei salari operai lo sgomentò ancora di più, per la semplice ragione che in una lotta alla spicciolata, i padroni, oggi mentre i fondi sindacali sono in basse acque, vincerebbero su tutta la linea. Dunque, il blocco, oppure un'irresistibile serie di sconfìtte. Il direttorio del trade-unionismo, preso dal terrore, decideva iersera di costituire, in appoggio ai minatori, un blocco di una compattezza senza precedenti nella storia di queste organizzazioni lavoratrici. La decisione venne presa con la freddezza di chi non vede altra alternativa se non la lotta a fondo, sopra un fronte unico. Ad un tratto si sparse persino il preannunzio di uno sciopero ferroviario a tre giorni di distanza da quello minerario, e sorse lo spettro dello sciopero generale, uno sciopero generale privo dì ogni base dottrinaria, ma creato automaticamente da un repentino senso di necessità, fondato sulla paura. Thomas e MacDonald a Downing Street Allora Thomas, ex ministro labòurìsta, pieno di buon senso e di coraggio, còrse a Downing Street ad avvertire Baldwin che la situazione si era fatta estremamente grave. I leader^, trade-unionisti avevano preso la mano ai politici del labourismo ed i consigli di prudenza non valevano più. Il Labour Party, che pur prevedeva la possibilità di una catastrofe, veniva trascinato nel vortice, pena il suicidio. La voce di MacDonald suscitava meno eco di quella del più umile segretario sindacale. Il Governo doveva aprire, all'undecima ora, senza badare al còsto, una via di uscita. Anche MacDonald, poco di poi, confermava al Primo ministro le esortazioni di Thomas. I capi trade-unionisti e le masse operaie, in cuor loro, rimanevano ragionevoli e temperate, ma per il momento, sia pure a torto, avevano la sensazione di essere prese in trappola. Bisognava distruggere questa sensazione capace di scatenare eccessi immediati, i cui pentimenti avrebbero potuto giungere troppo tardi Baldwin, a sera inoltrata, riunì d'urgenza il Consiglio dei ministri e due ore dopo uscì dall'aula consigliare, fiancheggiato da Churchill e da Neville Chamberlain, i due ministri nelle cui mani stanno le casseforti- per uso Interno. Nel frattenv po erano state convocate telefonicamente a White Hall la delegazione padronale e quella mineraria. Esse ricevettero di colpo una proposta risolutiva: quella che do. veva scongiurare lo sciopero. L'intesa fu che, entro oggi, le due parti avrebbero dato il loro responso definitivo al riguardo. Ma, verso mezzanotte, quando le riunioni si sciolsero, il Governo aveva già la certezza delle due accettazioni. Che cosa ha proposto in modo specifico il Gabinetto? Ecco qui: l'industria mineraria tirerà innanzi cosi com'è, con salari ed orari così 'come sono, sino alla primavera prossima I proprietari denunziarono il concordato vigente, dimostrando che non potevano più sostenere il gravame, perchè, in buona parte, le ditte stavano lavorando in perdita; ebbene, lo Stato si addosserà, per otto o noye mesi, queste peadite padronali, offrendo un sussidio temporaneo all'industria, cioè stanziando circa 10 milioni di sterline per le miniere a beneficio tanto dei proprietari quanto dei minatori. 11 sussidio e l'inchiesta Si badi che lo Stato non verserà questa somma col disinteresse con cui il Gove/no del 1921 ne versò una consimile, dopo la revoca del controllo minerario di guerra, in virtù del quale l'industria mineraria era stata controllata come in regime di nazionalizzazione. Stavolta lo Stato vorrà vedere i libri mastri, controllare i conti, farsi un'idea esatta della situazione amministrativa. E non basta. Il sussidio venve offerto soprattutto alla condizione ehe si provveda ad una grande inchiesta sul .funzionamento dell'industria mineraria, allo scopo di escogitare i metodi più acconci per migliorare il rendimento e per tener fronte alla concorrenza estera sul mercato mondiale del carbone. L'inchiesta verrà affidata ad una Commissione reale, che forse sarà investita di pieni poteri. L'ultima parola sulle sue raccomandazioni spetterà, ben inteso, al Parlamento. Il mandato della Commissione sarà amplissuVio, alquanto più • ampio di quello dato alla Commissione del 1919 (il cui' rapporto cadde poi nel dimenticatoio) ed immensamente più ampio del mandato conferito alla recente. Corte d'inchiesta, che i proprietari Unirono per prendere sotto gamba. L'importante ò che tanto proprietari quanto minatori comincino a cooperare cordialmente coi poteri inquirenti. La proposta governativa termina con un'esigenza immediata: i proprietari devono sospendere, per quindici giorni, la denunzia del concordato. In queste due settimane si concreterà tra le due parti la meccanica del 'sussidio governativo, cioè la sua ripartizione, ecc. Appena raggiunto l'accordo in merito, la pace definitiva entrerà in vigore, limitatamente, si capisce, per otto 0 nove mesi; ma i più velenosi denti del serpente possono ormai dirsi estratti. Una quantità di cose possono verificarsi da aui al-marzo prossimo. Tra l'altro, parecchi nodi potrebbero venire al pettine, di carattere cambiario finanziario ed economico, nei paesi esteri, che fanno concorrtnza al carbone inglese. Ma. in primo luogo, sotto la spinta della necessità, le tradizionali risorse di questo popolo, nel margine di tempo ora procurato, potrebbero entrare in azione; robuste, geniali e pratiche, come una volta, fertilizzando éi .nuovo, attraverso una trasformazione tecnica di grande stile, l'isterilito terreno minerario. I professori tedeschi garantivano, nel 1914, che l'Inghilterra era finita. E' diffìcile che sia finita l'industria mineraria in un paese il cui ventre resta gonfio di cor bone. Ciò che forse è finito si riduce al vecchio ordine tecnico di quest'industria.. Comunque, oggi la soluzione proposta dal Governo è stata accolta con evidente sollievo dalle due parti guerrafondaie di ieri. 1 minatori 6ono pronti a collaborare; il loro presunto rivoluzionarismo è annegato in poche ore nello specchio di un'inchiesta; allacciata ai grandi poteri costituzionali, incluso il Parlamento. Essi, benché le loro paghe attuali siano magre, non hanno mercanteggiato fino all'ultimo. Il mercanteggiamento è stato lasciato ai padroni, che per confabulare sul tanto e quanto hanno fatto rinviare a stasera l'annunzio finale dell'accordo concertato. "Denuncia sospesa - continuate lavoro,, In tale modo Baldwin ha potuto renderne conto alla Camera dei Comuni soltanto oggi alla fine della seduta pomeridiana. Il Premier è stato brevissimo: ha Invocato la cooperazione di tutti per spianare la via alla sistemazione fondamentale ed ha informato il Parlamento che in quel momento i leaders minerari diramavano ai bacini quattro parole telegrafiche piene dì speranza e di buona vo lontà: « Denuncia sospesa, continuate lavoro » La Camera ha. applaudito con fervore a queste poche frasi da uomini di affari. Clynes per i laburisti e Lloyd George per i liberali si sono rallegrati del lieto fine di questo con fritto. Naturalmente essi dissero che desidera, vano discutere l'accaduto e Baldwin ha concesso loro una seduta • ad hoc > per la settimana ventura, preannunciando un libro bianco con documenti e dati sulla controversia di ieri e sui propositi di domani. Si sente sollevato l'animo anche il gran pub folico? No, per il semplice motivo che il gran pubblico, a differenza del politici e delle du* parti in conflitto, non si sentì depresso nean che per un attimo. Il suo istinto gli diceva che uno sciopero generale non sarebbe mai scop piato e-che le polemiche si sarebbero'esaurite un momento prima del salto nel buio; che la falla mineraria sarebbe stata turata con il cerotto di assistenze statali. L'atmosfera delle grandi follie è sempre rimasta latitante nel travagliato corso di questa mesata di trattative* piena di smorfie e di capricci. Il gran pubblico, non respirandola, ha escluso la follia finale ed ebbe ragione. Le difficoltà — ne restano a bizzeffe — non lo impressionano. La pazzia non sembra ancora degna dì questo paese. Perciò negli ultimi giorni il pubblico si preoccupò, più che altro, di prenotare i biglietti ferroviari verso la campagna e il mare, talché le ferrovie attestano di non aver mai dovuto provvedere a maggior numero di passeggeri sulla via delle vacanze d'agosto. I negoziati edi dibattiti della prossima quindicina sulla fissazione del sussidio statale, si svolgeranno innocui e interesseranno solo i politici e gli specialisti. Tutto il rimanente andrà coma prima, ad una andatura di tempi bruschi e non malvagi, in attesa di tempi migliori. MARCELLO PRATI.

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