La condotta del Partito fascista e la politica del Governo

La condotta del Partito fascista e la politica del Governo La condotta del Partito fascista e la politica del Governo Il discorso di JF*ed©jrasolai &. Brescia © il comunicato di Farlnaool sui fatti di Parma, a proposito «eli violenze » Induzioni & commenti romani. 27, notte. Roma Avete già dato notizia (edizione di ieri, lunedi) del discorso tenuto domenica dal ministro Federzoni a Brescia. Di questo discorso viene rilevata la parte finale, in cui il ministro dell'Interno ha richiamato i fascisti alla disciplina dicendo che « non bisogna, o fascisti, lasciarsi provocare dagli episodi di violenza che oggi sono più che mai delittuosi e stolti, in quanto offrono, a poco prezzo, una facile e fertile palma del martirio a coloro che non serbano alcuna speranza, fuorché quella dei nostri possibili errori ». Viene anche rilevato il comunicato di Farinacci a proposito delle violenze contro i mutilati a Parma; comunicato nel quale — com'è già noto — il Partito fascista dichiara: « Il partito fascista, esaminata attentamente la situazione di Panna in seguito agli ùltimi incidenti ed in risposta al comunicato dell'Associazione nazionale mutilati, dichiara : « di sconfessare, deplorandole vivamente, le devastazioni di studi appartenenti agli uomini dell'opposizione, invitando la Federazione provinciale fascista ed il Fascio di Parma ad individuare gli autori di esse e denunciarli all'autorità giudiziaria ». Ma si aggiunge: « L'episodio del mutilato rag. Brunazzi schiaffeggiato dal segretario del fascio, non può prestarsi a sneculazionl di sorta, in quanto che il gesto del segretario di Parma, rag. Marco Bernardi, valoroso combattente e decorato, era diretto esclusivamente contro la persona del rag. Brunazzi, che' aveva dato alla stampa una. lettera offensiva e minacciotsa per i fascisti parmensi ». . L'influenza di Volpi? Ora, tanto quell'appello di Federzoni alla « disciplina fascista», quanto questo comunicato di Farinacci, sono interpretati in taluni ambienti politici romani — e, per essere.più precisi, in quelli dei fiancheggiatori ed in taluni dell'opposizione liberale — come indizi di un allentamento probabile della pressione interna da parte del fascismo. Si vogliono anzi mettere in relazione le manifestazioni del minstro dell'Interno e del segretario generale del partito con una conversazione a tre avvenuta sabato tra Mussolini Federzoni e Farinacci. A quella conversazione, che ebbe per oggetto la situazione interna, ne segui una seconda tra Mussolini e Federzoni. Bisogna notare che tali colloqui avvengono quotidianamente; comunque è verosimilissimo che tanto il discorso del ministro dell'Interno quanto il comunicato di Farinacci siano stati decisi nella conversazione di sabato; come pure è verosimile che in tutto ciò possa ravvisarsi l'influenza del senatore Volpi, il quale avrebbe già esplicitamente dichiarata la necessita di una situazione interna meno tesa, ' se si vuole svolgere con successo un'azione di difesa della nostra-finanza. C'è pertanto chi spera in una « nuova fase » della politica interna fascista e di questa speranza si rende, in certo modo, interprete l'editoriale del Giornale d'Italia, il quale ritiene appunto che si apra un periodò in cui si potrà pacatamente ragionare dei problemi de! paese: « Bisogna rendersi conto che, se in politica interna la volontà di un Governo può, con una più o meno leggera stretta di freni, procurarsi la soddisfazione di disarmare i suoi avversari, la politica finanznria è dominata da fattori in gran narte non modificabili dalla volontà di un Governo, e che, il credito di un paese si basa in molla porte su un fattore morale — la fiducia — sul quale nulla possono, anzi esercitano sovente una influenza dannosa, i gesti compressivi e le parole forti. La fiducia risulta per i nove decimi da un freddo espertissimo e sensibilissimo giudizio internazionale sul quale nulla possono, bene spesso esercitano una suggestione sfavorevole, l'eccessività oratoria e scritta del fascismo ». Il giornale insiste che si faccia la propaganda di pacificazione tra i fascisti e si consenta la discussione di problemi concreti, notando a questo ' proposito : « La mancanza di una ampi,a e serena discussione di questi in Parlamento e nella stampa, nuoce allo stesso Governo, che spesso si trova, come nei giorni scorsi, a risolvere li per li dei problemi che meriterebbero ampio studio, impegnandosi di punto in bianco empiricamente, e-quasi senza discussione, su indirizzi di politica economica che potrebbero anche dare dei frutti negativi. La battaglia del grano, tanto per intenderci, non si vince in un giorno; a nostro avviso, non si imposta in modo sicuro se non dopo unti ampia discussione pubblica di principio e di pratica, in cui uomini politici e tecnici, Camera e Senato, stampa e partiti, abbiano esaurientemente considerato il problema da tutte, le parii, in tutti i suoi riflessi. Ma il tema ci porterebbe lontano. Non pensiamo affatto a mettere in dubbio la buona volontà e le buone intenzioni del Governo in questo campo ; per oggi ci limitiamo all'augurio che l'invito a moderare i toni polemici ed a lasciare da parte le violenze sia ascoltato dai gregari, sia concepito dai capi come un passo definitivo sulla via della 6eria e reale pacificazione degl animi ». Il manganello e la critica Come si vede il giornale liberale dà alla relativa deplorazione delle violenze da parte di Farinacci e di Federzoni una in¬ , terpretazione estensiva, nel senso di una vera e propria, anche se graduale, revisione delle odierne direttive della politica interna. Tutto ciò è senza dubbio augurabile ed è nel cuore di ogni italiano; ma nel prendere atto delle dichiarazioni dell'on. Federzoni e di quelle dell'on. Farinacci conviene vedere quale interpretazione si dia alla « deplorazione » delle violenze negli ambienti fascisti, specialmente in quanto essa proviene dal segretario del partito, ed in merito ai sintomi di revisione della politica intransigente che qualcuno vorrebbe vedervi. Ora, negli ambienti fascisti si osserva che le violenze squadriste non hanno nulla a che fare con la politica intransigente instaurata il 3 g'ennaio e che in conseguenza se è deplorevole l'uso del manganello contro le persone degli oppositori e dei critici, è tuttavia salutare impedire con « mezzi legali» l'attività politica e critica degli oppositori stessi. In altre parole, l'uso o meno del manganello non ha nulla a che fare con l'esercizio della libertà di stampa e dei diritti statutari. Queste considerazioni degli ambienti fascisti, che abbiamo obbiettivamente esposte, sono suffragate dall'Epoca, diretta dal- l'on. Bottai. Si ricorderà che all'on. Bottai, in occasione dei suoi recenti propositi in-transigenti, da un giornale romano della sera fu riesumato il suo antico revisionismo. Senonchò, il deputato fascista rispondeva che il suo revisionismo non significava affatto accostamento alle grandi correnti tradizionali del pensiero italiano, ma tendeva piuttosto all'instaurazione di un'azione intransigentissima del pnrtito contro uomini ed idee del passato, abbandonando ogni a7ione squadrista ed ogni violenza materiale. Ciò spiega le ragioni di soddisfazione dell'on. Bottai per il comunicato dell'on. Farinacci, nel quale egli ravvisa un accostamento al suo programma. Scrive infatti L'Epoca: « Non da ora pensiamo che simile genere di violenze, che si estrinseca in piccole e meschine guerriglie locali, non ha niente a che fare con quella magnifica forza del fascismo che tutti ci sospinge ad una lotta senza quartiere contro uomini ed idee del passato. Siamo quindi lieti di vedere provato a tutti che, in tema di forza, l'intransigentismo dell'onorevole Farinacci procede per vie non molto lontane da quelle che sono notoriamente care all'indirizzo di questo giornale ». Da quanto abbiamo esposto è lecito desumere che non vi sono per ora i sintomi di una revisione dell'intransigenza. Comunque, le esortazioni al Governo non mancano, poiché anche La Tribuna, rilevando l'affermazione dell'on. Federzoni che « il fascismo ò così forte da non temere di qualsiasi tentativo degli sgominati nemici », scrive : « Se ciò è vero, e siamo discosti ad ammettere che è vero, lasci l'on. Federzoni che anche l'apparenza corrisponda alla' realtà; e poiché il fascismo non ha nulla da temere, permetta al fiancheggiatori del tempo antico ed alle opposizioni stesso, per lo meno, q'ualcne onesta critica. Nuqvi tentativi pericolosi non vi è chi pensi di inscenarli, ma qualche osservazione soltanto, qualche commento non prono, darà a noi ed agli altri la sensazione che la pace fascista non sia venuta a toglierci il diritto di pensarla colla nostra testa ». La... profilassi dell'"Assalto,, Quanto agli ambienti ed ai giornali aventiniani, lo scetticismo regna anche riguardo alla fine delle violenze. Il Popolo osserva che l'on. Federzoni avrebbe dovuto essere più deciso ed invocare dai fascisti la disciplina: a Le opposizioni stannq diventando un po' il capro espiatorio di una situazione che riguarda l'intorno del fascismo, più che il suo esterno. La ripresa dello squadrismo, che la stessa stampa fascista e le autorità fasciste .ammettono, non ò un fatto determinato dall'atteggiamento delle opposizioni. E' questo ultimo, in molti casi il pretesto allo squadrismo per affermarsi nei confronti delle tendenze più temperate. Certe situazioni suno notissime, come sono note le difficoltà di risolverle. 11 problema della violenza ha avuto larga eco nella cronaca e nelle discussioni di questi giorni ». A questo proposito il giornale osserva che se la violenza è stata giustificata, con un certo garbo di forma, dagli organi fascisti autorevoli, certi fogli minori hanno lasciato da parte ogni velo retorico, e cita L'Assalto di Bologna il quale scrive : « Accettando senza riserve la sentenza del ministro dell'interno : « la forza deve essere del governo », io penso e credo fermamente che il piccolo castigo immediato, fulmineo, deve essere ora e sempre dello squadrista. Non è l'apoteosi della violenza per la violenza; è una persuasione profonda di tutti coloro che vivono giorno per giorno, ora per ora la piccola politica pratica. Tutti i di si presentano contingenze piccole si, ma che moltiplicandosi potrebbero procurare guai seri, nelle quali la forza, parola alta e terribile, non può essere applicata perchè o troppo lenta o troppo lontana; anche perchè incomodarla, la grande terribile dea, sarebbe un profanarla; ed in quei cosi il castigo subitaneo non solo è sanitarissimo, ma necessario, provvido e profilattico » Da cotale linguaggio del giornale fascista bolognese, lì Popolo trae il rilievo che si nega l'esistenza della legge, sia come norma generale, sia come norma particolare; indi prosegue: .«L'esperienza ha dimostrato, senza possibilità di contestazioni, che le distinzioni tra violenza idiota e violenza intelligente, tra violenza dosata e violenza non pesata, non hanno servito che ad una cosa sola: a fare si che gli episodi continuassero senza tregua. Se si ammette il diritto alla violenza, e solo si fa questione della sua forma e della sua misura, nessuno può illudersi di una liberazione da essa. Giustificata in antecedenza, impunita in grazia di questa giustificazione, troverà sempre degli italiani disposti ad usarne a proprio vantaggio e a vantaggio della propria passione. La realtà di questi anni è stata tale, e ncn accenna a mutare: non accenna a mutare perchè non mutano i sentimenti degli uomini -che compongono questa realtà ». Pure ammettendo che nessun Governo lia mai potuto impedire il sopruso, la violenza, i delitti, il giornale conclude: « La triste umiliante novità della situazione è in ciò: che siano autori delle vendette politiche, quelli precisamente che potrebbero invece rendere al governo buona testimonian. za delle virtù che esso rivendica e i suoi partigiani gli assegnano ». Contrasto fondamentale A sua volta 11 Mondo, accennando al discorso dell'on. Federzoni, scrive: « Por esasperazione .passionale, l'oratore | di Brescia — .patria di Zanardelli, che dallo I TradiVionTdella più alta e più umana sapienza 1 giuridica e dalle esigenze della civiltà moder- na trasse ispirazione e dottrina, codici e norme della convivenza sociale, attraverso la de terminazione precisa dei diritti e dei delitti — non poteva intendere, crediamo, quello che si è manifestato, ad esempio, a Montecatini; ove vn gruppo di uomini tuttaltrò che improvvisamente, ha aggredito di notte e ferito l'on. Amendola: nè, per le ragioni ben note, possiamo soffermarci a confutare le affermazioni del ministro degli Interni circa l'azione svolta .per denunziare al paese alcuno fra le risultanze emerse dall'istruttoria De Bono. Ci limitiamo ad osservare come il ministro non si sia preoccuoato di spiegare e risolvere il contrasto fondamentale che passa fra l'asserita forza del fascismo, da un lato, e dall'aitro la situazione in cui si trovano in Italia le libertà costituzionali, nonché la concreta funzione e l'autorità dello Stato, posto di fronte agli episodi delittuosi e stolti, che l'on. Federzoni rimprovera al partito ». Queste le impressioni e le ripercussioni polemiche della « deplorazione della violenza » da parte dell'on. Federzoni e dell'on. Farinacci. I sottosegretari Circa l'attività politica governativa, ben poco ha da registrare la cronaca. Il presidente del Consiglio è tornato stasera a Roma da Nettuno, verso le 19,30, e si è recato subito a. Palazzo Chigi, quindi alla sua abitazione di via Rasella. Non è stato ancora provveduto a rimpiazzare i posti di sottosegretari lasciati vacanti all'Economia Nazionale e alle Finanze con le dimissioni degli on. Larussa e Spezzotti. Negli ambienti ministeriali oggi si assicura che per ora nessun successore sarà dato ai due parlamentari, anche perchè i! ministro delle Finanze, on. Volpi, avrebbe manifestato il desiderio di non ritenere opportuno in questo momento un collaboratore" politico. L'Informatore della Stampa crede anche di sapere che il Larussa sarà in definitiva riconfermato, essendosi egli conquistata la fiducia dell'on. Belluzzo. federzoni a Brescia Broscia, 27 mai. no. Ieri mattina, alle ore 9, è giunto in treno a Cremona il ministro, on. Federzoni, il quale ha poscia proseguito in automobile per Brescia. Quando l'on. Federzoni ha raggiunto Pontevico, primo paese del Bresciano, ha sostato brevemente, per inviare il seguente telegramma a Gabriele D'Annunzio: « Dalla mia prima sosta in terra bresciana saluto devotamente il grande italiano che sulla sponda deL riconsacrato Benàco custodisce gli spiriti immortali della poesia e della vittoria ». Parlando dal Palazzo della Loggia, l'on. Federzoni iia detto fra l'altro: « Gli stessi avversari, e più ancora quelli che hanno tentato contro il fascismo la più detestabile insidia, mascherandosi fino all'ultimo da amici, hanno ormai compreso di non .potere piti adoperare, per la loro perversa volontà di demolizione del fascismo, il richiamo d'ordine e l'autorità del quale io sono particolarmente custode. Se un vanto lo posso affacciare nella modesta mia opera ò quello di aver interamente disingàn.iato, sia detto una volta por sempre e perchè tutti intendano, gli assenti e i presenti, che noi Governo fascista nessuno ha amici personali, ma soltanto commilitoni sotto uni. ca bandiera. Ed ecco la compagine mirabile del fascismo, Governo e Partito rinsaldata per le nuove battaglie, quelle che -abbiamo intrapreso, affrontando con animo consapevole e degno della grande próv,a, i maggiori problemi della vita economica finanziaria, interna ed internazionale del nostro paese, quei problemi doi quali accettammo senza inventario l'eredità insoluta dei passati governi, che non seppero se non trarne illusorio argomento di schermaglie elettorali e parlamentari. Tali problemi assommano tutte le difficoltà e tutte le esigenze terribili della piccola Italia, che, sorta come per miracolo dalla gesta del Risorgimento, non potò far altro che differirli di giorno in giorno fino a quando alla testa della nazione non giunse un uomo veramente atto noi suo intelletto, nel suo volere, a raccogliere i comandamenti della provvidenza per la salvezza, per la grandezza aella nazione ». « Tra questi problemi il più urgente è quello finanziario. Noi delibiamo anzitutto, riavvalorare, dopo una travagliosa crisi, dovuta ad un concorso di circostanze derivanti dalle particolari condizioni naturali e storiche del nostro paese, il simbolo più caratteristico dol credito dello Stato, la nostra valuta; dobbiamo, cioè sviluppare al massimo grado tutte le nostre possibilità produttive agricole ed industriali, dobbiamo realizzare nell'organamento interno dello Stato monarchico ed unitario, perchè essenzialmente fascista, tutti i provvedimenti capaci di salvaguardare i valori ideali e storici della Patria, per la ferma difesa dei quali il fascismo insorse e non ha disarmato e non disarma. Dobbiamo infine portare l'Italia, nel perenne inarrestabile contrasto delle forze internazionali, a quel livello di influenza e di potenza che le hanno .meritato il sacrificio dei suoi caduti e il valore del suoi soldati. « Ecco i fini verso i quali noi tendiamo, fini che non sono punti di mira vaghi e lontani sull'orizzonte di un indefinito avvenire, ma sono, compagni fascisti, se Dio ci aiuta, le mete alle quali vogliamo pervenire e perverremo in un prossimo domani ». Dopo aver accennato al problema del Mezzogiorno, conclude : « Ma tutto questo sforzo sovrumano, che, concreta il compito attuale del fascismo, esige concordia operosa e disciplinata fiducia, paziente e lungimirante, tutto questo sforzo del nostro capo deve, dove, deve essere secondato. Bisogna che i fascisti abbiano imperativa coscienza delle difficoltà dell'ora e dell'importanza dfegli intenti che ora ci proponiamo. Che non ne abbiano coscienza i nostri irriducibili avversari, che hanno tentato di sfogare contro il fascismo la rabbia della sconfitta e le. velleità della rivincita, provocando una contesa parricida su un'assurda e nefanda nuestioné morale, si può intendere, poiché, essi, con l'atto sedizioso della secessione, si misero fuori della costituzione, anzi della vita nazionale. Ma i fascisti hanno il dovere di comprendere, di obbedire e di collaborare. Questo ve lo dico non il tutore dell'ordino formale, ma il compagno di fede e di battaglia. ■ Per preciso incarico del nostro glorioso duce, del quale non sono che il più umile e pronto gregario, io vi dico che il fascismo, oggi, è talmente forte che nulla ha da temere da qualsiasi tentativo dei nostri sgominati nemici, forte "per gli strumenti di cui dispone, forte per la chiara visione dei suoi fini, forte per la sua invitta ed invincibile volontà. Orbene, si possono comprendere le esasperazioni passionali, determinate qua e là, improvvisamente, dalla stessa tracotanza avversaria, che rifiuta perfino di inchinarsi alla più alta parola' di autorità e di giustizia, perchè non vuole rinunciare alla sua folle propaganda di vendetta e di denigrazione, ma non bisogna, o fascisti, lasciarsi provocare dagli episodi di violenza che oggi sono più che mai delittuosi e stolti, in quanto offrono, a poco prezzo, una facile e fertile palma del martirio a coloro che non serbano alcuna speranza, fuorché quella dei nostri possibili errori. Ancora una volta, la nostra parola d'ordine è la parola della disciplina. Ascoltatela e seguitela, sicuri come siete che il duce ed il Governo sapranno fare possibilmente tutto il loro devere verso il fascismo ». Gli incidenti di Parma secondo l'on. Mammalella Roma, 27, notte. L'Epoca pubblica sulla portata degli incidenti di Parma tra mutilati e fascisti quanto segue: « Abbiamo voluto sentire il pensiero dell'on. Mammalella, componente.del Comitato centrale dell'Associazione dei mutilati. Il giovane parlamentare ha anzitutto escluso che gli avvenimenti possano avere maggiore strascico di quanto, non abbiano già avuto. La sicura buona volontà dei dirigenti del Partito e lo spirito di responsabiiltà dei dirigenti del sodalizio non consentono speculazioni di oppositori che, se non riuscirebbero a turbare neppure di una linea la magnifica serenità del Partito, potrebbero, purtroppo, nuocere alla tradizionale compattezza della grande Associazione. I l'atti, che hanno culminato all'inqualificabile aggressione subita dal mutilato Priamo Brunazzi, hanno origini molto remote, e la tentata resurrezione dol Piccolo è soltanto l'ultima determinante dell'Incidente. Gli attuali capi della Sezione mutilati di Parma sono, su per giù, gli stessi che nel 1917 crearono il movimento degli invalidi, in un ambiente dominato dalle figure politiche degli on. Ruini e Berenini. E questo peccato originale ha sino ad oggi alimentato le diffidenze, che ormai si dovrebbero ritenere sorpassate alla stregua della sincera linea di condotta impressa al sodalizio dagli uomini che lo reggono da Roma. Pare d'altronde, che l'iniziativa del mutilato Rrunazzi per la ripresa delle pubblicazioni del Piccolo, sia stata preventivamente concordata, seppure non definita, con lo alte gerarchie del Partito fascista, e questo fatto avvalorerebbe l'Impressione che i deplorevoli incidenti si siano verificati per l'irrequietezza di elementi locali, che non hanno visto nella persona del Brunazzi la sicura garanzia circa il nuovo atteggiamento che si doveva imprimere al vecchio.giornale democratico. Dagli Incidenti di Parma potrà comunque ricavarsi un beneficio notevole per la maggiore chiarezza di ranporti a Parma ed altrove tra i dirigenti del fascio ed i dirigenti dell'Associazione. I .mutilati si convinceranno meglio che spesso, nell'insincerità della politica, si corre in buona fede il rischio di coprire colla propria bandiera immacolata .merce dì contrabbando, ed i fasci locali 6i rassegneranno a non chiedere più di una leale collaborazione ad un sodalizio che, per il suo carattere totalitario, comprende nelle sue file nomini provenienti da tutti i Partiti a carattere nazionale La lira immobile a Londra Londra, 27, notte. La quotazione della lira non ha subito oggi alcuno, variazione di sorta, n franco belga segnala 105,10 e quello francese 102,65,