I problemi della politica finanziaria e i casi della politica interna

I problemi della politica finanziaria e i casi della politica interna I problemi della politica finanziaria e i casi della politica interna Roma, 23, notte. L'on. Mussolini ha trascorso la mattinata a palazzo Chigi dove ha ricevuto il ministro delle Finanze on. Volpi, col quale ha avuto un colloquio di oltre un'ora. Dopo il colloquio di ieri sera col presidente del Consiglio, il dott. Mario Alberti ha conferito oggi col ministro Volpi sulle trattative da condurre col Governo americano per la definizione della questione dei debiti. Si è già parlato della delegazione italiana che dovrebbe recarsi a trattare col Governo americano. Quantunque nei giorni scorsi fosse stata data per imminente la nomina di tale delegazione, pure finora nessuna decisione è intervenuta al riguardo. Gli ufficiosi dicono che l'on. Mussolini, nei vari colloqui avuti con le diverse personalità competenti, e a più riprese col comm. Alberti, abbia manifestato l'intenzione di tracciare approssimativamente le linee essenziali dell'azione italiana sull'argomento e che intenda procedere fra non molto alla scelta delle persone che della delegazione italiana dovranno far parte. L'on. Mussolini ha ricevuto dopo il ministro Volpi il ministro degli Esteri di Lettonia, giunto ieri sera a Roma e intrattenutosi con lui circa un'ora. Lo rivedrà ancora domani. Infine, ha avuto colloqui coi sottosegretari Su ardo e Grandi, col contrammiraglio Sirianni e col ministro degli Interni Federzoni. Lo zucchero gl'industriali e t consumatori Delle dichiarazioni del ministro Volpi e del ministro Beli-uzzo si occupano ancora oggi alcuni giornali. Una cronaca informativa e commentata reca « Il Popolo d'Italia », che loda i propositi dei due ministri di stimolare la produzione nazionale ; e accennando più oltre alla sistemazione della questiono dello zucchero, assicura che si procederà con criteri equi : « Il Governo intende mettere d'accordo agricoltori e produttori di barbabietole e industriali, che utilizzano la materia prima prodotta dai nostri campi. Si pensa che nè gli uni nè gli altri debbano pretendere di guadagnare troppo, e s'intende pot conciliare questa necessità con quelle della larga schiera dei consumatori, la quale non può essere troppo gravata. Sappiamo poi che la Commissione speciale già esistente per lo. studio del problema degli zuccheri, è stata invitata ad affrettare le sue conclusioni, che dovranno considerare a fondo la questione dell'industria in confronto con l'agricoltura e con le esigenze dei consumatori. Il ministro dell'Economia e quello delle Finanze stanno considerando 1 criteri da seguire per proteggere i consumatori, da un lato, e per permettere, dall'altro, \A vita dell'agricoltura e dell'industria. Ieri sera ed oggi hanno avuto luogo a tale uopo colloqui tanto al Ministero dell'Economia quanto a quello delle Finanze fra 1 due ministri e una rappresentanza degli zuccherieri. Certo, non può passare senza considerazione il fatto che in quest'anno per acquisti di zucchero all'estero sono stati spesi circa 330 milioni ». In aggiunta poi al comunicato sui lavori del Comitato per il grano, il giornale ufficioso informa che il Governo tende a favorire la formazione di classi medie tecnico-agricole, e ancora : « Si costituirà una speciale Commissione di competenti per l'utilizzazione nazionale del combustibili. Nella Commissione saranno rappresentati tutti prli Enii che consumano carbone (Marina, Ferrovie, industrie ecc.). II decreto che costituisce la Commissione è in preparazione e sarà approvato in uno del prossimi Consigli dei ministri. Si vogliono emanare norme coattive perchè avvenga che il carbone sia bruciato nelle migliori condizioni di rendimento. Si apprende poi che sarà creato un ente autonomo per la raccolta di informazioni commerciali di ogni Stato e per la propaganda colà dei nostri prodotti. L'Ente dovrà soprattutto segnalare i bisogni, le richieste le esigenze dei vari mercati. Esso si appoggerà al Ministero dell'Economia nazionale e sarà facilitato nel suo funzionamento dal Ministero degli Esteri ». Il torchio e un dilemmi Circa le dichiarazioni del sen. Volpi sull'entità della circolazione cartacea, lo stesso «Popolo d'Italia» afferma che essa sarà « rigorosamente controllata » : « Saranno prese tutte le necessarie provvidenze perchè si verifichi un sicuro miglioramento della circolazione cartacea. Anche nelle economie saranno eseguiti criteri della più stretta rigidità. Va posto in rilievo il fatto che ieri in Consiglio dei ministri era stata portata la proposta di nuove spese da stanziare in bilancio per nuove costruzioni ferroviarie, ma polche queste non sono state ritenute urgenti la decisione è stata rimandata sine die ». Le spese ferroviarie, accennate dal giornale presidenziale sono probabilmente quelle di cui parla « L'Epoca », la quale, credendo forse che sarebbero state deliberate, preannuncia il rannodamene di tutte le minori stazioni ferroviarie, con un totale di spesa, da suddividersi in dieci annualità, di mezzo miliardo ciascuna. Sempre secondo « L'Epoca » il ministro Ciano ha provveduto a dotare le ferrovie di nuovi potenti locomotive nonché, di un considerevole numero di carrozzoni di prima, seconda e terza classe costruiti con moderni criteri. Qualche rilievo alle dichiarazioni dei ministri Volpi e Belluzzo fa ancora « Il Popolo », scrivendo fra l'altro : « Tutti coloro che hanno letto il comunicato ufficiale si saranno trovati di fronte al solito dilemma: o le splendide notìzie economiche e finanziarie ufficiali soffrono di qualche omissione e di qualche Involontaria Inesattezza, o contro le benefiche forze che concorrono alla rinascita agiscono attività che attenuano, se non cancellano, i risultati provvidenziali del regime e dei Governo. Questo dilemma è semplicista, ma su questo wwnto dovrà approfondirsi l'indagine del nuovo ministro, che dovrà pure giungete a stabilire quale è la forza negativa che annulla i benefici della rinascita». A sua volta « La Voce Repubblicana » osserva che, prima ancora che il ministro. Volpi facesse la sua esposizione finanziaria, nel campo fascista si erano levate autorevolissime voci ad infirmare il concetto, in apparenza fino a pochi giorni fa prevalente, dell'opportunità di non oltrepassare in nessun modo i limiti attuali della circolazione cartacea e di fare anzitutto il possibile per restringerla. Il giornale repubblicano ricorda quindi che l'on. De Stefani è caduto anche, e forse in prevalenza, per la tenace e instancabile campagna condotta contro di lui da gruppi giornalistici e politici notoriamente inspirati da elementi industriali e finanziari favorevoli ad un illimitato aumento della circolazione. Ed il foglio repubblicano continua : « Contro questi precedenti di fatto, 11 cui valore non può essere assolutamente negato, stanno le prudenti parole con cui il ministro Volpi ha dichiarato, in occasione di quell'atto di ordinaria amministrazione che è stato e che ha voluto essere la sua esposizione, che « il severo controllo e il mantenimento nel limiti strettamente necessari della circolazione cartacea rientrano nel programma fondamentale del Governo nazionale ». Il ministro si è espresso, come ognuno vede, molto prudentemente, in modo tale da non impegnar»1 in alcun modo, nè per l'aumento, né per V. diminuzione, nè per lo statn quo. Eetli ha parlato senza fare cenno di alcuna cifra di « severo controllo » e di « limiti necessari », espressioni formali che possono es sere usate senza alcuna difficoltà per le più opposte soluzioni. Il « severo controllo » è naturale, qualunque via esso batta, per ogni ministro dello Finanze, ed i « limiti necessari » sono in diretta dipendenza delle necessità fondamentali a cui egli intende inspirarsi. Quali siano per lui queste necessità il ministro Volpi non ha detto ». ' Le elezioni a Palermo La voce raccolta ieri dalla- » Tribuna », di un rinvio delle elezioni amministrative a Palermo,, è smentita stasera dal a Popolo d'Italia », il quale afferma che le elezioni avranno luogo nel giorno già fissato, cioè il 2 Agosto. Ancora a proposito del viaggio di Farinacci in Sicilia, « Il Giornale d'Italia » replica al « Popolo d'Italia », riaffermando come la « situazione personale » che il segretario politico del partito fascista ha definito « clientela » abbia assicurato il mandato parlamentare a uomini insigni ; e poiché l'organo presidenziale si è meravigliato'che sia stato citato Crispi, « Il Giornale d'Italia » riproduce stasera il pensiero dell'on. Soanino, che a Crispi fu assai devoto, sul collegio uninominale, quale emerge da un discorso alla Camera del luglio 1019 cóntro la proporzionale : « L'on. Sonnino credeva che sulla base della situazione personale rappresentata dal collegio uninominale potesse sicuramente poggiare l'istituto parlamentare; l'on. Sonnino riteneva che la soppressione del collegio uninominale avrebbe sconvolto l'equilibrio politico del paese ». Venendo poi alla critica fascista contro la base personale, l'organo liberale rileva che se l'attuale Governo ha ripristinato il collegio uninominale, nei fascisti predomina tuttora la mentalità di parte creata con le ultime leggi elettorali, ed osserva.: « Ma è possibile 11 collegio uninominale senza base personale? Non fu forse e non sarà sempre nella base personale il carattere della stabilità politica degh' uomini di vero valore? Ora, la clientela personale sarà « za, vorrà », ma è zavorra che assicura la stabilità della chiglia, nella più difficile navigazione. Nelle masse organizzate dei partiti che seguono più o meno schiettamente i loro dirigenti, è invece un carico pericoloso e mal distribuito, che fa sbandare ora a diritta ora a sinistra la nave. Ringraziamo Iddio che abbiamo ancora molti uomini politici la cui posizione è saldamente radicata nell'affetto e nella storia dei loro compaesani o concittadini, e auguriamo che non prevalga definitivamente la men:alità gregaria, che ha portato la massa op-raia dietro il miraggio rosso o bianco, .poi < dietro quello nero, e chissà dove potrebbe portarla domani in mancanza della forza equilibratrice della tradizione e della posizione individuale più solida ». "Il senso dell'Impero,, Anche stamane L'Impero attacca l'on. Salandra, il prof. Ricci e il senatore Mosca, dei quali chiede l'allontanamento dalla scuola politica universitaria, che, afferma il giornale, venne istituita dal Gentile e che, creata dui fascismo, deve, naturalmente, intonarsi alle necessità e alle idee del fascismo, trattandosi di una scuola politica. Il giornale aggiunge : « L'on. SalandVa, l'amletico menagramo liberale ne ì presidente ; le due materie fondamentali sono affidile a due velenosissimi antifascisti ». (Questi due altari sono Umberto Ricci e Gaetano Mosca). « Se i tre su noninati signori — continua l'Impero — non sentono disagio della loro posizione, noi speriamo che intervenga il Governo con mezzi chirurgici per affidare la scuola in mani di persone meglio adatte. Quando gli interessi del fascismo sono in gioco, non vi 6 iibu regolamentare che valga ». L'Impero dèdica il suo editoriale alla partenza dell'òn. Devecchi e scrive: « Come- sembrano remote alla memoria ie recenti portanze dr prosaici governatori in giacca che la poveri Italietta di sinistra umilmente inviava lagj. ù, quasi timida di offendere le grandi potinze coloniali del mondo I Questa volta è il pioconsole romano che sai. pa sulla nave impelle e lo scortano i littori con il fascio e la scure; ha pronunciato delle fiere parole di ertezza italica, e tutti amici e nemici deLi nostra patria, debbono finalmente sentire che l'Italia ha oggi una coscienza d'impero. Anzi, in confronto alla ipocrita fraseologia democratica, come suonano schiette e sinceramente dure le forti parole del grande quadrumviro della' potente rivoluzione imperiale. Mentre oggi il senso dell'impero è perduto nel mondo, mentre le borghesi potenze della democratica civiltà occidentale ammantano di modestia le loro conquiste, il proconsole che salpa per l'Africa fa sventolare sulla sua nave la bandiera di una grandezza che pareva perduta per sempre ». Gli aggressori dell'on. Amendola ancora " sconosciuti „ Nelle condizioni generali dell'on. Amendola si nota-, da ieri un. miglioramento, che si può ritenere tranquillante. Naturalmente, l'ex-ministro è tuttora assai sofferente, soprattutto per le ferite alla mano e alla testa, ma ogni pericolo di commozione cerebrale e infezione è scongiurato.Il ferito, che è sfebbrato, ha passato una buona notte. A casa sua si recano frequen. temente amici ed estimatori; pervengono telegrammi e lettere in grande quantità da ogni parte d'Italia. Accennando ai particolari dell'aggressione, Il Giornale d'Italia (ediz. meridiana) scrive ; « Come è noto, l'on. Amendola dopo essere stato assediato all'albergo di Montecatini, potè finaUnonte salire in una automobile procuratagli dal proprietario dell'albergo, con la intesa che due fascisti avrebbero protetto l'ospite e ne avrebbero garantito, sulla loro parola d'onore, l'incolumità. Dopo venti minuti di marcia della macchina accadde l'imboscata, e i due fascisti di scorta dissero, a cose finite, che non avevano potuto iar niente per proteggere l'on. Amendola, essendo gli aggressori una quindicina. Saggiunsero di non aver riconosciuto alcuno. L'on. Amendola, quantunque grondante sangue da ogni parte per le ferite, e in preda a dolori atroci, potè dire amaramente ad uno dei due fascisti: « Veramente, se io avessi preso qualcuno sotto ìa mia protezione e ne avessi data la parola d'onore, non lo avrei .poi abbandodon-ato sotto i colpi dell'aggressore ». Ma molti si domandano come mai la forza pubblica non scortò l'on. Amendola. « Ecco una versione tendente a spiegare questa anomalia. Su un camion che scortava l'automobile dove trovatasi l'on. Amendola avevano -preso ,posto quindici carabinieri agli ordini di un ufficiale e di un funzionario di Pubblica Sicurezza. 11 camion seguiva l'automobile, che si allontanava da Bagni di Montecatini e si teneva a breve distanza dallo stesso. L'automobile però ad un certo punto aumentò la velocità in modo tale che il camion durava fatica a mantenere il collegamento, tanto che finì per perderlo di vista, anche per i densi nembi di polvere che l'automobile lasciava dietro di sè. Ed avvenne cosi che, ad un bivio, perdute le traccie, Il camion prese una strada diversa da quella seguita dall'automobile. E in questa maniera l'on. Amendola andava a cadere senza protezione alcuna nell'imboscata ». Sullo stesso episodio 11 Risorgimento pubblica : « Notizie da Montecatini recano che in seguito all'aggressione dell'on. Amendola il questore di Lucca ha incaricato il commissario avv. Trezza di compiere una rapida inchiesta. Dall'inchiesta è stato precisato il franto dove avvenne l'aggressione, il quale ò precisamente prima di Serravalle e poco dopo Pieve a Nievole, dove esiste una fornace in costruzione, le travi della quale servirono, appunto ad ingombrare la strada. Il territorio è in provincia di Luoqa. Il commissario Trezza ha interrogato nel pomeriggio lo chauffeur Vannelli, che conduceva la macchina di Amendola; egli ha fatto le stesse dichiarazioni degli altri, e cioè che non conosceva gli aggressori e che al momento dell'assalto alla macchina abbandonò il suo posto. « Un particolare ora raccolto è che gli sconosciuti interruppero ad un certo momento di colpire l'on. Amendola, allarmati dal fatto che ima autombile munita di splendidi fari illuminò ad un tratto la strada. L'automobile era di uno straniero, il quale si fermò per porgere opera di soccorso. Gli assalitori si erano nel frattempo dileguati. « Anche il fascista Otello Pallini, che è uno dei due che scortarono l'on. Amendola, interrogato dal funzionario, ha dichiarato di non conoscere gli aggressori ». Prima e dopo il documento aventiniano li Giornale d'Italia, riferendosi a quanto ha scritto 11 Popolo d'Italia circa il documento aventiniano e l'aggressione alI'on. Amendola, scrive: « Arnaldo Mussolini scrive che l'ultimo documento aventiniano ha allontanato qualsiasi discussione di approccio. Queste discussioni di approccio noi le abbiamo fatte, non essendo mai stati aventiniani. Ma quale accoglienza hanno avuto da parte della stampa fascista? Una accoglienza sprezzante e beffarda; siamo stati descritti come piagnugolari invertebrati, ecc., ci è stato detto che non vi è altra nonna che l'intransigenza, ci è stato risposto che non vi è niente da afre, e che tutto al più le Opposizioni di ogni specie non avrebbero avuto che da accettare una pace romana. Ci è stato ripetuto svariate volte il «vae viotis ». Insomma, abbiamo fatto un regolarissimo fiasco; e tutto ciò è accaduto pri. ma del documento aventiniano ». « L'Epoca » ha cercato di intervistare il sen. De Bono su quanto egli si ripromette di fare in Tripolflania, ma il De Bono -si è rifiutato di fare dichiarazioni, asserendo che egli «maanca da troppo tempo dalla Libia per parlarne da qui ». Ha soggiunto, comunque, che « continuerà l'opera intrapresa dal suo predecessore ». La stessa «Epoca» insiste anche oggi a dire che il Senato protesterà contro il documento aventiniano. Ti previdente on. Tittoni, peraltro, non è ancora tornato dal suo castello di Manziana. La "Parte Guelfa,, Già è stala data notizia di un movimento cattolico alquanto ristretto, definito di « parte guelfa », il cui compito sarebbe di giungere agli « Stati Uniti con il