Lo zucchero

Lo zucchero Lo zucchero Un esempio dei vantaggi del liberismo 11 patto che gli industriali hanno stretto fcoi bieticultori per la nuova campagna saccarifera agosto 1925-luglio 1926 deve dimostrare agili stessi zuccherieri quanto utile sia stata la lotta condotta contro li dazio eccessivo su queste colonne, non solo nell'interesse nazionale, ma anche in quello bene inteso delle loro aziende più serie. La nostra industria zuccheriera ha sofferto fin dal suo sorgere di una malattia fondamentale, l'eccesso di difesa doganale, la quale ne paralizzò il sano sviluppo in tre modi: l.o) non incoraggiandola, sino all'epoca della guerra, ai necessari perfezionamenti tecnici, sia meccanici che chimici; 2.o) disinteressandola completamente, dal modo con cui la bietola veniva seminata, lavorata e trasportata; 3.o) garantendole, malgrado tutto queste inferiorità artificiose, una massa ed una facilità di lucri talmente ingenti, da allevarle in seno il serpe peggiore, quello della speculazione borsistica e finanziaria, della quale proprio in questi tempi ultimi si sono avuti esempi tipici e con effetti duraturi. Quando finalmente potei avere nelle mani gli elementi necessari per stabilire il costo di produzione di una buona raffineria-tipo nel nostro paese, raffrontandolo con quello di una raffineria ceco-slovacca, rilevai con molto interesse che oramai questa nostra industria potrebbe lavorare senza nessuna protezione, ove la bietola italiana avesse la stessa resa zuccherina di quella di alcuni Stati esteri : sicché, in fondo, la difesa doganale concessa agli zuccherieri non costituiva per la massima parte che una partita di giro, per cui la protezione veniva data effettivamente ai coltivatori di bietole pessime. E se fino a due anni or sono questo fatto non era venuto alla luce, si era per il motivo che tale difesa doganale era cosi larga, da dare da mangiare abbondantemente a tutti, senza spingerli a preoccuparsi neppure lontanamente nè del progresso dell'industria, nè di quello agricolo. La sospensione del dazio sullo zucchero, provocata dal fatto che per un certo periodo di tempo il prodotto estero aveva raggiunto un prezzo superiore a quello interno, incitò gli industriali. a studiare meglio i loro rapporti coi bieticultori' e si introdusse il concetto che la bietola dovesse venire pagata non solo in rapporto al peso, ma anche e soprattutto, come è logico, avendo riguardo al titolo zuccherino di essa. Ma lo spirito antico permaneva talmente nell'animo dogli industriali, che essi nello scorso anno commettevano l'errore massiccio di garantire ai bieticultori, indipendentemente dal titolo, un prezzo minimo di L. 13,50 per quintale di bietola, anche in quelle zone dove gli agricoltori sarebbero stati dispostissimi a cedere il prodotto sulla base di 9 lire. Essendosi abbassati i prezzi esteri, 1 nostri industriali non dubitavano neppure che il Governo avrebbe rimesso il dazio di 18 lire oro e <]Uimli non badarono per il sottile alle condizioni del contrattò. Le conseguenze furono gravi. Immediatamente, dato un prezzò così remuneratore, I contadini estesero là coltura della bietola su circa 150.000 ettari di terreno. La resa zuccherina media si abbassò da 10 a 8 %; si produssero Quintali 3.750.000 di zucchero con \m costò medio non inferiore alle L. 260, mentre il prodotto ceco-slovacco poteva venire reso a Trieste a L. 200, e mentre il consumo medio nazionale tocca ancora appena i 3.200.000 . quintali. E nel frattempo i lauti profitti degli anni precedenti spingevano alcuni grossi finanzieri ad impiantare nuove fabbriche, con una potenzialità produttiva di altri 600.000 quintali di cristallino. 1 lettori ricordano la lunga polemica che ne seguì. Il ministro De Stefani appoggiò gagliardamente la nostra tesi liberista; ma la guastò in parte, elevando l'imposta di fabbricazione a L. 400 al quintale, il che doveva forzatamente costringere le classi più povere ad una restrizione in questo consumo, della quale non si sentiva affatto il bisogno, come appare dal quadretto seguente : Consumo medio Imposta di fanbr. annuo per abit. sullo zucchero . Paesi In Kg. per ìoo kg. Italia 7,50 L. «».— Spagna 8,50 • 162,— Germania 15,— » 126,— .Francia 17,— » 60,— . Austria 17,— • 50,— ' Belgio 25— » 49 — Ceco-Slovacchia 23,— » 28,— Inghilterra 35,— sospesa " Stati Uniti N. A. 48,— zero . Nella scorsa primavera infine il ministro dovette cedere parzialmente anche sulla difesa doganale, avendo la Banca d'Italia concesso larghe anticipazioni agli zucche rieri sul prodotto in magazzeno, sicché la perdita della svendita avrebbe significato una immobilizzazione per l'Istituto di emissione, che naturalmente avremmo dovuto pagare noi tutti, sotto forma di un maggior rincaro generale dei prezzi. Però l!on. De Stefani riuscì almeno a dimezzare il dazio, portandolo da 18, a 9 lire oro al quintale. La resistenza del ministro è giunta a dare risultati altamente istruttivi. Gli Zuccherieri, non potendo più riversare sui consumatori le conseguenze dei loro spropositi, misero alle strette i bieticultori. La lotta aspra, durata alcuni mesi fra i for nitori della materia prima e gli elaboratori di essa, fu molto interessante ed anche discretamente spassosa.. « Arcades ambo » quando si trattava di far pagare 1 consumatori — sicché i bieticultori si sdilinquivano per gli zuccherieri e viceversa — i due gruppi, in quei mesi di divergenza, litigarono senza esclusione di colpi. Non pochi agricoltori piantarono in asso la barbabietola ed adattarono i propri terreni alla lavorazione del granoturco», dimostrando così in via di fatto la verità di una affermazione che io avevo fatto e per la quale i zuccherieri mi avevano dato sulla voce. La coltura della barbabietola per la nuova campagna si é ristretta intorno agli 80.000 ettari, che é una cifra più logica per noi. E ciò malgrado non si è avuto nemmeno un sintomo di quella disoccupazione agricola, che gli zuccherieri ed i professori di agraria avevano già in tono elegiaco riversato sulle mie spalle, avvezze a sopportare ben altri pesi. Si lavora dappertutto oggi nelle campagne italiane, ridimostrando l'antica nostra verità liberista che la protezione sposta e rincara l'attività produttiva di un paese, ma non la aumenta; anche perchè il dazio di protezione costituisce un elemento economico molto vantaggioso indiscutibilmente per chi lo intasca, ma non altrettanto importante per la produzione, come dimostra con una fine analisi e proprio per lo zucchero il sig. Wright, in un suo interessantissimo libro : « Sugar in relation to the tariff ». Ma l'effetto più importante ed utile di questa breve oasi liberista, già dolorosamente scomparsa, è il nuovo contratto fra bieticultori ed industriali, il quale segna un vero grande progresso in materia e può divenire fonte di fecondi risultati. Le novità del contratto sono le seguenti : l.a Gli zuccherieri in linea generale non accettano barbabietole intaccate ed il cui contenuto zuccherino sia inferiore al 9 %, salvo a comperarle in tal caso con una riduzione di prezzo; 2.a II coltivatore si impegna a seminare solo i terreni adatti, distanziando le piante ed osservando, sotto il controllo delle fabbriche tutte le norme scientifiche; 3.a I coltivatori sopportano le spese di trasporto sino alla stazione ferroviaria, nonché quelle di facchinaggio. In tal guisa non si avrà più lo sconcio che queste spese, che sono in media di L. 1,25 per quintale di bietola in Ceco-Slovacchia, si mantengano a 3 lire in Italia; 4.a II seme viene fornito dalle fabbriche, le quali possono accordare anche, con l'Interesse del 5 %, una sovvenzione di coltivazione di L. 500 per ettaro; 5. a Non si fa più un prezzo unico base, ma esso varia così : per il Veneto, L. 10,75 per ogni quintale di bietola; per la Lombardia-Emilia, L. 11,75; per la Romagna, L. 12,75; per 1 terreni vallivi, L. 9,50. Questa remunerazione, sulla base di un tenore zuccherino dì 9-9,5 %, viene assicurata se il prezzo di ricavo medio dello zucchero base cristallino in fabbrica sarà di L. 240 al-quintale. Ed essa verrà aumentata o diminuita di 5 Centrami per ogni 100 chili di bietola, ad ogni lira ricavata in più od in meno dalla vendita dello zucchero su quella base. Come si vede, in questa guisa non solo la selezione opera largamente sulla materia prima e non solo gli industriali acquistano la facoltà di far migliorare i si stemi colturali, ma gli stessi prezzi base della bietola sono ridotti a cifre ragione, voli, ove si tenga presente che il tubero ceduto dalle zone, il cui prezzo è massimo, contiene un tenore zuccherino medio non già del 9,9,5 %, ma del 13-14 %. E restringendosi la produzione agricola è presumibile che anche quella industriale si riduca nei confini della nostra canacità di consumo, mediante la selezione delle fabbriche meno redditizie e l'eliminazione dei nuovi pescicani, i quali considerano l'industria, qualunque essa sia — dal ferro allo zucchero — come un limone da spremere. Per ottenere in pieno questi risultati, però, bisogna che ci Intendiamo chiaramente sulla entità della protezione doganale. Gli zuccherieri seguitano ad insistere sul loro « Bollettino » che il dazio dì 9 lire oro è insufficiente per farli vivere. Questa affermazione viene smentita dalle loro stesse cifre. Il costo di produzione medio di 1 quintale di cristallino si calcola, con una resa media di 10 quintali di bietola per ogni 100 chili di prodotto, intorno a L. 200: il che porta a L. 225 il costo dello zucchero raffinato. Il raffinato ceco-slovacco reso a Trieste oggi sta intorno a 17 sterline per tonnellata, ossia, al cambio medio di 133, a L. 226 per quintale. Le 9 lire oro di dazio, moltiplicate per il coefficiente fissato dalla dogana di 5,3, equivalgono a L. 47,70. Quindi 11 prezzo interno dal raffinato estero — non tenendo conto naturalmente nè delle spese di trasporto, nè dell'imposta di fabbricazione, nè dei dazi comunali, — sì aggira sulle L. 273,70 per quintale di raffinato. Coi loro prezzi base gli zuccherieri, nel contratto coi bieticultori, sono partiti da un minimo di L 240 per lo zucchero base cristallino. Come si vede dunque, non solo il dazio di confine compie in pieno la sua azione protettiva, ma lascia anche un margine tale che ne permette eventualmente la riduzione; tanto più quando si consideri che il prezzo di costo comprende quelle spese esagerate di trasporto della bietola, che oggi sono destinate a ridursi considerevolmente. Questi sono stati i benefici di una breve tattica liberista, di cui si dovrà tenere conto per l'avvenire. ATTILIO CABIATI

Persone citate: De Stefani, Wright