I blocchi costituzionali e le elezioni amministrative

I blocchi costituzionali e le elezioni amministrative I blocchi costituzionali e le elezioni amministrative Quelle di Palermo rinviate? - Come l'on. Di Cesarò ha risposto a Farinacci - Dichiarazioni dell'on. Viola sulla organizzazione indipendente dei Combattenti - La politica economico-finanziaria dei ministri Volpi e Belluzzo Roma, 22 notte. Le recenti riunioni dei combattenti e dei liberali ed il viaggio in Sicilia dell'on. Farinacci nutriscono oggi la cronaca politica. E' stato riferito che nel recente convegno dei combattenti si è discussa l'iniziativa presa dalla Direzione del Partito liberale per la costituzione del blocco delle forze costituzionali nelle elezioni amministrative, iniziativa che potrebbe avere un cospicuo e pratico sviluppo se aderissero al blocco anche le fòrze costituzionali dell'Aventino, il quale, dopo la pubblicazione del noto documento, è ormai da considerarsi sciolto. Si ricorderà infatti che qualche giornale dell'Aventino ha dichiarato che tale documento avrebbe reso libertà di azione ai singoli gruppi secessionisti, dapprima legati da un patto di coesione. Secondo quanto hanno pubblicato gli stessi giornali fascisti sull'iniziativa di costituire il blocco costituzionale, questo avrebbe dovuto fare il primo esperimento nelle elezioni amministrative di Palermo. Per le trattative dirette alla formazione del blocco delle forze costituzionali palermitane, è stato dato incarico, com'è noto, agli on. Orlando, Lanza di Trabia e Di Scalea. Senonchè, stamane nei corridoi della Camera si è diffusa la voce — che anche La Tribuna raccoglie — secondo In quale le elezioni amministrative dì Palermo, fissate per il 2 agosto, sarebbero state rinviate. Il giornale fiancheggiatore soggiunge però che nei circoli bene informati si assicura che nessuna decisione è stata presa in tale senso, ma in pari tempo non è smentita l'esattezza della notizia. Per La Tribuna in questo provvedimento è la migliore conferma della propaganda a rovescio fatta in Sicilia dall'on. Farinacci: « E* evidente, infatti, che il Governo non sentirebbe affatto la necessità di rinviare le elezioni di Palermo, se il segretario del Partito vi avesse destato i frenetici entusiasmi di cui parlano i suoi giornali ». D'altra parte, stasera a Montecitorio si faceva osservare che il rinvio delle elezioni amministrative a Palermo, se risponde a verità, è voluto dal Governo, che forse pensa ad avvisare al modo migliore per sostenere il fascismo palermitano contro il blocco costituzionale. Il discorso Di Cesarò Intanto, l'on. Di Cesarò ha replicato, a Messina, ai vari discorsi di Farinacci, ed altra replica è preannunciata da parte di Orlando, che parlerà a Palermo. Del discorso Di Cesarò dà notizia II Giornale d'Italia in questa sua corrispondenza messinese: « Per ieri alle 16 era indetta una assemblea dell'unione democratica messinese, sezione della democrazia sociale e della Federazione provinciale della Democrazia sociale, per procedere ailla nomina delie cariche sociali; se non che, inattesamente, il prefetto ha emesso il seguente decreto: « il Prefetto, ecc., considerato che per le ore 16 di oggi sono state indette contemporaneamente Je riunioni della sezione messinese del partito democratico sociale e della federazione (provinciale del partito stesso nella sede sociale; tenuto conto che, per il numero rilevante delle persone che potranno intervenire, la riunione predetta perde il carattere di privata; ritenendo che la riunione ostile al governo darà certamente luogo a grave turbamento dell'ordine pubblico, visto l'art. 3 della legge comunale e provinciale, decreta: — è vietata la riunione degli aderenti al partito democratico sociale tanto nei locali sociali quanto in qualsiasi altro locale ». « Per ordine dei auestore tutta .la forza pubMica è stata scaglionata nei dintorni della sede della democrazia sociale. Gli aderenti al partito, pur tuttavia, sviando l'attenzione dell'autorità, 6i sor» riuniti in gran numero in un sotterraneo eli una bottega ed hanno proceduto alla elezione delle cariche sociali. Dopo di che l'on. DI" Cesarò ha pronunciato un discorso. L'ex ministro, nel suo discorso, accennando ai viaggi dell'on. Farinacci in Sicilia ha detto: « E' venuto in Sicilia il segretario del fascismo, l'uomo di Cremona come lo hanno chiamato immaginosamente 1 suol giornali. Evidentemente volevano dire l'uomo di Cremona scalo. In ogni città ha parlato ed ha espresso pochi e semplici concetti: gli uomini del passato, che erano solo .preoccupati della conquista della medaglietta, essere ormai per 6emipre tramontati ; l'entusiasmo delle accoglienze averlo confermato nel convincimento che anche In Sicilia il fascismo può e deve essere intransigente; dovere i fascisti siciliani mantenersi puri e fare del fascismo senza cercare di trarne onori e favori, compensi e lucri. Per me potrei anche sottoscrivere le auree massime di Roberto Farinacci: per quanto riguarda la proclamata fine, }a morte civile, degli uomini del passato — non parlo della loro aspirazione alla medaglietta parlamentare, che non è> certo inferiore a quella dei signori del fascismo — per quanto riguarda la morte civile degli uomini del passato sono sicuro di esprimere un sentimento comune a tutti i miei colleghi dell'opposizione quando dico che 6arei ben lieto di trarrai in disparte se la mia uscita dalla scena della vita pubblica potesse giovare al mio paese ». «L'oratore concorda poi pure con le altre due affermazioni dell'on. Farinacci:" « Il fascismo in Sicilia deve essere intransigente: è l'unica tattica che gli viene ancora consentita dall'isolamento completo in cui lo ha lasciato la generale avversione dell'Isola. E' evidente, e Inoltre norma di buona politica opportunistica, far passare per orgoglioso gesto di alterigia quello ohe non è che un debolo ripiegamento su posizioni arretrate, n fascismo deve essere puro, escludere i profittatori, non servirsene come mezzo per consegui/re onori e lucri. A questo punto mi sia consentito di elevare '_n inno a voi, amici di parte democratica, ed a quanti con voi, militando anche in altri partiti, sostengono l'aspra battaglia della libertà, della giustizia e della moralità; diciamo in una parola della civiltà contro il regime dei prepotenti, perchè voi avete saputo dare prova di anteporre la causa della purità a qualunque considerazione di convenienza, il bene collettivo a qualunque interesse privato, la bellezza del sacrificio a qualunque miraggio di onori e di predominio. La purezza di intenti, che l'on. Farinacci' predica ai suoi, consta di commende, di appalti, di regi commissariati, di profumati stipendi e ricche sinecure. I benefici, che io posso promettere a voi in questa impari battaglia, possono compendiarsi nelle note .parole di Garibaldi: « Offro pano, sete fatiche, combattimenti e morte: chi vuole, mi segua ». La vita della Nazione è come quella di noi uomini: la vita, per noi, non ha che sca.rso valore per quello che ci dà di materiale soddisfazione, ma sono i sogni, le speranze, le aspirazioni, che l'animano e la fanno degna di essere vissuta. Anche uria Nazione ha i suoi sogni, magari le sue illusioni; quando sono sogni di grandezza, la Nazione procede innanzi e soffre sacrifici, dolori pur di raggiungere l'ondata mèta e farsi avanti; ma quando l'opprime un incubo di dolore, ogni sua virtù è morta ed ogni energia è paralizzata ». U collegio "rurale,, ellMezietforM Intanto II Giornale d'Italia difende anche oggi, nel suo editoriale, il collegio uninominale e più precisamente il collegio rurale, che, insieme con le vecchie clientele, è stato oggetto in questi giorni di attacchi dell'on. Farinacci e del Popolo d'Italia. Ora il giornale liberale ricorda che i denigrati collegi rurali hanno recato un felicissimo contributo allo sviluppo civile della vita politica italiana, perchè i più insigni uomini politici poterono lungamente sedere in Parlamento grazie alla fedeltà di alcuni collegi rurali. Così, Zanardelli, Giolitti, Sonnino, Salandra, Depretìs, Luzzatti, Orlando, Crispi e molti altri, che il giornale elenca per osservare poi: « Dunque non è lecito consacrare alla vergogna e condannare alla inabilitazione perpetua quei collegi rurali che con la loro fedeltà assicurarono la cooperazione di così fecondi ingegni alla vitalità parlamentare. Ma quella fedeltà faceva e produceva in seguito, la devozione alle persone, la clientela irreggimentata? Pur questo non è vero: il voto alle persone era determinato da consensi di idee, come conferma la scarsa preoccupazione degli interessi puramente locali che quelli da noi ricordati professarono sempre. Ad esempio, Minghetti, Depretis, Zanardelli, non andarono nel collegi che li eleggevano costantemente se non per pronunciare discorsi politici, a distanza di anni ». Il giornale liberale contesta altresì che 11 ragionamento fascista valga per il Mezzogiorno, al quale si rimprovera la « maffia » e la « camorra », notando invece che non ci può essere corruzione dove per lungo tempo scarseggiarono capitali disponibili e dove non furono eletti candidati politici multimilionari, mentre invece vennero alla Camera uomini relativamente poveri come Giovanni Bovio e Matteo Renato Tmbriani. Quanto alla Sicilia, Il Giornale d'Italia afferma che i suoi abitanti hanno sempre preferito essere rappresentati in Parlamento da uomini che conoscono, e conclude: « La Sicilia, come quasi tutto il Mezzogiorno, fu lungamente alla opposizione; i suoi deputati formarono appunto la maggioranza di quella sinistra, che pure ebbe la forza di resistere ai governi di destra, che erano ben forti e 6ani. Ma in seguito la deputazione siciliana fu spesso favorevole ai ministeri succedutisi. SI, ma perchè (come il Mezzogiorno del Continente) è per istinto, per educazione, per tradizione, schiettamente liberale ». I combattenti assisiani dalle Alpi alla Sicilia Come documento dell'entità di una parte delle forze costituzionali, va segnalata la intervista che l'on. Viola, nuovamente elet. to presidente dell'Associazione dei combattenti indipendenti, ha concesso alla Tribuna. Richiesto sulla situazione dell'organizzazione, l'on. Viola ha dichiarato che essa è generalmente buona, poiché le poche defezioni, mentre hanno servito a rinsaldare la compagine dell'Associazione dei Combattenti indipendenti, sono state compensate dalle forze di nuovi nuclei di combattenti assisiani. L'on. Viola ha tratteggiato così, in sintesi, lo stato delle forze dell'organizzazione : » In Piemonte è nella sua piena ed antica efficienza tutta con noi; in Lombardia è completamente d'accordo colla Giunta difettiva; nel Veneto, nella Venezia Giulia e Tridentina, resistono bene le Federazipni di Trento, Verona, Belluno, Udine e le Sezioni di Trieste e Padova. Nuclei importanti abbiamo nelle Provincie di Treviso, Venezia e Fiume, in Liguria resistono tenacemente le Federazioni di Genova ed Imperia, mentre a Spezia amici di buona volontà stanno raccogliendo i numerosi fedeli; in Emilia e nella Romagna resiste la Federazione di Forti, non ancora sciolta e non piegata, la Federazione di Parma e la Sezione di Modena. A Ferrara Ravenna, Piacenza, Bologna e Reggio, 1 nostri amici lavorano per salvare quanto è possibile. L'Umbria è rimasta efficiènte e fedele Il Lazio si organizza.e dà magnifiche prove di disciplina. In Toscana resistono mirabil¬ mente Lucca e Porto Ferraio. A Pisa e sa 1 gregari sono diminuiti, ma resistano. A' Firenze, Siena ed Arezzo vi è un risveglio 41 elementi di fiducia. Nell'Abruzzo e Molise stanno dovunque sorgendo nuclei di fedeJL Nelle Marche, ad Ancona, Macerata, Pesaro ed Urbino resistono disciplinate e colo' A» scoli Piceno ha ceduto. In Campania, Napott si riorganizza, mentre Caserta e Benevento; sono rimaste efficienti e resistono ». Continuando nella sua rassegna, l'onorevole Viola ha dimostrato che le fona! dei combattenti assisiani sono più che buone anche nell'Italia meridionale e nelle isole e quindi ha soggiunto: « Il problema che più preme in questo momento è quello della riorganizzazione delle nostre forze, che è insieme d'ordine spirituale e finanziario, e va affrontato e risòlto con spirito di sacrificio, con prontezza, chiamando a raccolta tutti coloro che condividono la gnstra passione, anche senza èssere combattenti, purché diano proye tangibili della loro solidarietà. La Giunta, ottemperando a quanto si era deliberato in un procedente convegno, non ha mancato di promuovere, là dove le condizioni ambientali lo hanno consentito, la costituzione di «nuclei di Vittorio Veneto ». In Piemonte, particolarrr.ente, ed in modo speciale a Torino, come in Lombardia ed in Sicilia, funzionano già gruppi importanti di detta nuova formazione ». L'on. Viola ha infine rilevato che il Cotv siglio Nazionale ha approvato all'unanimità le direttive sin qui seguita, è ha eoa» eluso : • Resta così confermata la politica intransigente dell'Associazione, nei riguardi del Partito dominante, politica che prevarrà-alno a che il Governo non avrà accettato 1 principi! contenuti nel noto ordine del''giorno di Assisi. L'intransigenza implica resistenza ad oltranza all'azione disgregatrice del triumvirato, che si è installato a palazzo Venezia. L'accordo regna fra tutti i' diri-, genti dell'Associazione, per cui possiamo dire che la nostra Associazione, dalle Alpi' in Sicilia, è sempre una forza compatta ed inscindibile ». Zacchera e catti Ieri, in succinte note di cronaca, abbia» ino riferito le impressioni romane sulle dichiarazioni del ministro dell'economia nazionale, e specialmente su quelle del ministro delle Finanze, e già ieri 1 commenti vertevano, come è naturale, su due particolari punti delle dichiarazioni dei dua nuovi ministri: il problema della valuta, e l'impulso alla produzione in primo luogo (la questione è in certo modo connessa, perchè si sostiene che un vero' impulso alla produzione non può essere vincolato da un limite fisso di circolazione)-, e la questione degli zuccheri, in secondo luogo* Converrà ricordare che l'on. De Stefani si era mostrato decisamente fautore, negli ultimi mesi della sua permanenza aliai direzione delle Finanze e del Tesoro, di una politica deflazionista e perciò .era età- ' to specialmente avversato dai « produttori». Inoltre, come notavamo ieri, egli si era sempre opposto alle richieste . degli zuccherieri di una barriera protezionistica, che avrebbe è vero fortemente agevolato l'industria nazionale' dello zucchero, ma avrebbe non meno fortemente danneggiato i consumatori, che senza le barriere protezioniste possono assai a più buoni mercato provvedersi dello zucchero stesso* Ciò era necessario premettere per inquadrare i commenti odierni alle dichiarazioni dei due ministri, delle quali i giornali fascisti sono assai soddisfatti. L'Epoca la approva toto corde: « Per la prima volta ei troviamo di fronte ad un ministro delle finanze e del tesoro che prospetta al paese il suo problema di rtta economica in modo completo, integrale, armonizzando cioè e dirigendo ogni sforzò ad uno scopo unico e finale, la prosperità della, nazione. L'on. De Stefani si era ridotto ad essere il contabile delle entrate e delle spese. L'on. Volpi ci ha parlato ieri come l'amministratore delegato di una azienda che si chiama Italia, della quale tutti gli italiani sono gli azionisti ». L'Idea Nazionale è lietissima anch'essa delle dichiarazioni del ministro Volpi « del ministro Belluzzo, e ribadisce: « Bisogna assolutamente mantenere il con. seguito pareggio, il che si potrà fare soltanto aumentando le entrate. A raggiungere tale scopo, scartando il mezzo di nuovi contributi, occorre disboscare con maggiore alacrità! contribuenti latitanti e rendere più intensa a produzione e più rapidi il movimento™ tutti gli affari. Per quanto riguarda lapoUfica del tesoro ed in partlcolar modo il prò. blema della valuta, l'on. Volpi si mostra egualmente distante così dagli apriorismi teorici come dall'empirismo degli uomini di Borsa; ma guarda il problema con quel sano realismo che deve essere la prineip&le dote dell uomo di governo. L'inflazionismo ed il deflazioniamo, assunti a cardini programmatici, sono egualmente pericolosi: l'accorto ministro delle finanze deve manovrare con la massima cautela, tanto nell'aumentare quanto nel diminuire la circolazione cartacea, tenendo presente da un lato le esigenze della produzione e dall'altro le necessità di non alterare eccessivamente il corso dei cambi », L'organo dericofascista per i "mezzi finanziari,, all'industria Anche il clerico-fascista Corriere d'Ita» lia approva le dichiarazioni di Volpi e di Belluzzo, esaminandolo specialmente dal punto di vis-ta dei propositi di favorirà., l'industria nazionale. Così si dichiarai d'accordo per la promessa sjstemariona;