In attesa del programma di Volpi

In attesa del programma di Volpi In attesa del programma di Volpi La tesi della inflazione nei giornali fascisti - Il "Corriere d'Italia,,: "non è il caso di tenersi fermi proprio sui 20 miliardi,, • Un articolo del sen. Corradini sul "Popolo d'Italia,, Roma, 17 notte. Stamane l'on. Mussolini ha avuto1 un lungo colloquio con l'on. Federzoni; ha ricevuto quindi il ministro Belluzzo che gli ha esposto il suo pensiero su varie questioni d'indole economica ed ha anche tratteggiato il programma che si propone di svolgere e di cui darà conto nel prossimo Consiglio dei ministri. Rassicurare "l'uomo della via,, Sulla situazione finanziaria l'on. Mussolini conferisce quotidianamente col senatore Volpi. Il ministro delle Finanze ha ormai stabilito intorno a sè tutti i necessari contatti per l'attuazione del suo piano, che esporrà egli pure al Consiglio di martedì venturo. Gli ufficiosi confermano che le dichiarazioni del conte Volpi saranno assai importanti, sebbene brevi. Conviene aggiungere, a questo proposito, che il senatore Morello esorta il Governo — in un articolo sulla Tribuna — a rassicurare gli italiani o, per usare della sua stessa frase, « l'uomo della via ». Egli scrive tra l'altro : « Le condizioni della lira, le preoccupazioni che suscitano i disegni che si attribuiscono ora agli speculatori interni ed esteri, ora agli uomini di banca, ora al Governo, tengono in ansia., in sospetto, l'uomo della via, che se operaio teme di vedere da un giorno all'altro ridotta la produzione industriale e quindi teme la disoccunazlone. e so borghese e professionista teme di vedere annullate le sue economie ed i suoi investimenti. Ebbene bisogna che il Governo vada immediatamente incontro all'uomo delia via, che il nuovo mi nistro del Tesoro parli alto e convincente all'uomo della via; gli apprenda quello che con sa e lo rassicuri in ciucilo che più lo tiene preoccupato, e soprattutto diradi il mistero che egli è disposto a Immaginare intorno a tutte le operazioni di finanza dalle quali, fino ad oggi, non ha mai visto balenare un raggio di luce che conforti. Credo infine che farebbe cosa molto utile e produttiva di bene il presidente del Consiglio se, dopo l'annunziata relazione del ministro del Tesoro, volesse rivolgere una parola ammonitrice e rassicura■trice, al Paese, non a torto disorientato e preoccupato in seguito alle ultime agitazioni Sjianziarie ». Ma finora non si sa nulla a riguardo dei propositi dei due ministri : si dice da qualcuno che essi, nel Consiglio di martedi, elencheranno le*cause che hanno dato origine alla presente situazione. "39, 40 miliardi possono essere una circolazione buona...,, Pertanto la polemica economico-finanjsiaria si aggira oggi principalmente sul tema della deflazione e dell'inflazione. E' noto che l'on. De Stefani aveva cercato, negli ultimi tempi, di fare una politica deflazionista; e che il senatore Einaudi ha sostenuto essere assolutamente necessario non oltrepassare i venti miliardi di circolazione cartacea, resistendo alle pressioni degli industriali. All'affermazione dell'illustre economista rispondeva ieri l'altro II Corriere d'Italia, osservando che non è il caso di tenersi fermi proprio sui 20 miliardi, ma piuttosto di stabilizzare la circolazione su una cifra adeguata alle necessità del paese. La stessa tesi del giornale clerico-fascista sostiene oggi sul Popolo d'Italia il senatore Enrioo Corradini che scrive: « Venti miliardi, dieci miliardi, trenta miliardi, sono parole. Il Piave dei venti mtliardi, la necessità di resistere sul Piave del 20 miliardi, il dovere di non abbandonare il Piave dei 20 miliardi, sono immagini e similitudini inventate dal senatore Einaudi per la divulgazione della sua opinione. La verità, a mio avviso, si è che la cifra dell'inflazione non è assoluta, ma relativa. Venti miliardi possono essere non il Piave, ma la Caporetto; trenta, non la Caporetto, ma il Piave. Venti possono essere una inflazione cattiva, doppiamente cattiva perchè contro le norme e perché dannosa; trenta, quaranta, una circolazione buona, se mire fuori delle norme ordinario, perchè utile. Tutto sta a vedere come i miliardi agiscono in Italia, o meglio, come gli Italiani agiscono con i miliardi. Se li adoperano a produrre e riescono a farli produrre, bene: se non li adoperano a produrre ma li adoperano male, molto male. L'inflazione allora è vera inflazione e più cresce e tanto peggio è. Insomma, il bene e male dell'Inflazione non sono proporzionali alla cifra del suo aumento e della sua diminuzione; o meglio, non sono proporzionali soltanto a ciò, ma anche alla capacità produttiva nazionale, anzi a due cose : alla somma di ricchezza giacente, per cosi dire, ed alla capacità produttiva in atto, o pronta ad entrare in atto, degli italiani». Come già è stato detto, il Consiglio dei ministri nella riunione del 21 corr., o quasi certamente in una delle successive sedute, affronterà il problema delle convenzioni marittime. Secondo quanto ha dichiarato nell'ultima riunione del Consiglio, il ministro Ciano desidera che l'assegnazione delle concessioni marittime sia fatta direttamente dal Consiglio dei ministri. A quanto si assicura, egli si limiterà a fare ai colleghi del Gabinetto una relazione dettagliata sui termini della questione e fornirà schiarimenti sulle varie ditte che risultano concorrenti. Circa il sottosegretario all'Economia Nazionale, rimasto ancora vacante dopo che l'on. Blanc ha fatto presente al presidente del Consiglio di voler piuttosto attendere ai suoi studi, nulla ancora è deciso. In proposito, non c'è da segnalare che una lettera dell'on. Blanc all'/dea Nazionale. Il deputato fascisia riafferma « la sua fede profonda nel fascismo e la sua insanabile avversione al parlamentarismo », e tiene a dichiarare che « non si è trattato, da parte sua, di accettazione o di rifiuto del sottoportafoglio, ma semplicemente, da gregario fedele e disciplinato, ha sottoposto al capo gli elementi occorrentigli perchè potesse decidere della sua migliore utilizzazione: il mio integralismo od oltranzismo, che dir si voglia, si manifesta, infatti, in un'illimitata dedizione ai voleri del duce ». La " detente,, secondo gli organi fascisti Abbiamo riferito ieri che La Tribuna annunziava il divieto da parte della censura di commentare il documento delle opposizioni: infatti, nessun giornale di opposizione ha commentato — nemmeno con. una parola — il documento. Sennonché anche oggi i giornali fascisti inveiscono contro l'opposizione. Così II Popolo d'Italia scrive : « Ma sino a quando il fascismo, malgrado ogni suo buon volere di quiete, potrà restare immobile bersaglio di fronte alla vivissima persecuzione scatenata contro il regime, contro i singoli fascisti, contro la stessa pace in tenta dell'Italia? Riteniamo che la rivoluzione fascista, dopo avere conquistato il potere dopo avere con un'opera poderosa risollevati il prestigio e la forza produttiva dell'Italia, I debba oggi porsi un problema di puro e sem¬ plice ordine interno, contro i mestatori, gH agenti provocatori. La nazione ha necessità di un lavoro fecondo, quindi ha pieno diritto di difendersi contro gli avvelenatori. Non si provvede forse contro gli ubbriachi molesti e contro i perturbatori dell'ordine pubblico 7 Siamo di fronte a sovversivi anarchici, senza bussola, lanciati follemente alla, disgregazione Interna. Con quella politica gli avversari possono turbare la nostra vita nazionale. Ma con quale saggio e fermo provvedimento si può mettere line ad imo scandalo ormai divenuto grottesco ed insostenibile? E' ora di finirla! Questo il comandamento della nazione. Gli avversari hanno ormai messo .fuori tutto il veleno. Ora basta» E' il momento dì chiudere la cloaca pestilenziale ». Avendo 71 Popolo voluto rispondere a questo articolo del Popolo d'Italia — articolo intitolato : « Detente i — è stato sequestrato nella sua seconda edizione. Lo stesso motivo dell'organo presidenziale è ripreso, anche oggi, dall'Impero,' che reca questo titolo : « Gli aventiniani sono dei ribelli alla Corona, allo Stato ed al Governo : bisogna punirli in obbedienza alla legge ». E scrive : « Il movimento fascista, che come tutte le vere rivoluzioni tende alla totale reintegrazione dell'ordine (quelle che tendono agli utopistici ordini nuovi e al perpetuo confusionismo non sono rivoluzioni, ma ribellioni) ha il dovere di individuar? tutti gli uomini che tendono alla disorganizzazione dello Stato per trattarli da sovvertitori. Trattarli, s'intende, fascisticamente col massimo rigore. Agll aventiniani, che, disertando il Parlamento si pongono in aperta ribellione dinanzi alla Corona, allo Stato, ed al Governo, si debbono applicare le più dure sanzioni. Essi sono 1. sovversivi per eccellenza, cioè coloro che per i propri fini calpestano anche quella che è la loro pseudo ideologia. All'anarchico si può concedere la fucilazione nel petto; l'anarchico rammollito non merita che una scarica di proiettili nelle vilissime terga ». Il Mondo, accennando al divieto annunziato dalla Tribuna scrive : « La situazione denunziata da un giornale, che non è dell'Opposizione, ed intorno alla quale ogni commento sarebbe superfluo, spiega ai nostri lettori perchè gli articoli pubblicati sull'argomento da giornali fascisti — ed oggi stesso il nostro corrispondente milanese ce ne segnala due del Popolo d'Italia e uno. del Secolo — rimangano, necessariamente senza replica da parte nostra ». Fatti che non esistono Circa la pubblicazione del documento aventiniano si ricorderà che il primo giornale a portarlo a conoscenza del pubblico è stato L'Epoca, la quale ieri se ne compiace molto. A tale proposito II Mondo pubblica quanto segue:: « Non vogliamo turbare la legittima gioia dell'organo integral-revlsionista di via del Tritone, ma teniamo a fargli sapere le due seguenti modestissime cose: l.o che sinché continuerà a darci dei dispiaceri del genere di quello dell'altro giorno, non si toglierà certamente lo sfizio di vederci montare in furia; 2.0 che in una qualsiasi somigliante occasione futura, quando gli prenderà la vaghezza di associarsi a noi nel lodevole compito di diffondere i documenti della Opposizione si rivolga pure direttamente a noi, che la serviremo a puntino, risparmiandogli cosi l'incomodo di dover passare la trafila che, con o senza automobile, va a mettere a capo di qualche domestico infedele ; oppure, chissà, infedele sino ad un certo punto, infedele per destinazione. Giacché, o furbissimi uomini di via del Tritone, sulla scala della furberia c'è sempre pericolo di essere dupe di qualcheduno più furbo di noi ». Sotto il titolo « Diffamatori », Il Popolo d'Italia pubblicava ieri che, dopo la pubblicazione del documento aventiniano, hanno chiesto il passaporto per l'estero gli on. Amendola, Turati. Treves, Modigliani Chiesa, Macrelli, Maffi, ecc. A detta del giornale presidenziale questi deputati andrebbero « a fare propaganda antifascista all'estero, tenendo come centro di raccordo Lugano, dove risiede l'on. Nitti», mentre don Luigi Sturzo « continuerebbe ad avversare il Governo italiano a Londra ». Il Mondo, in un corsivo intitolato : « Calunniatori », così risponde : o La calunnia è cosi melensa, che non metterebbe conto nemmeno di rilevarla, se non giovasse a sottolineare la mentalità polemica ed il costume morale a cui trovasi ridotta la stampa fascista nella sua sistematica denigrazione dell'opposizione. Oltre a tutto, il magno organo super-fascista (che va a misurare i centimetri cubi d'aria pura che i polmoni degli oppositori possono respirare eventualmente a qualche chilometro oltre confine), dimentica che vi sono moltissimi che, muniti del passaporto, non se ne servono da lunghi anni, da lunghissimi anni. Ma a tanto siamo giunti: che ormai ogni buon patriota deve rispondere al Partito nazional fascista delle pulsazioni del suo cuore e del ritmo del suo respiro ». Lo stesso Popolo d'Italia, in quel suo « Diffamatori », parlava di una riunione tenuta a Lugano cui sarebbe intervenuto anche « il corrispondente della Stampa »., E' una fandonia che non vale la pena di smentire: nessun corrispondente della Stampa ha inai partecipato a nessuna riunione a Lugano od altrove., "Parte Guelfa,, Come abbiamo detto, si è costituito il gruppo di cattolici di « parte guelfa», che si propone il raggiungimento degli « Stati Uniti d'Europa, con il Papa moderatore». Commentando il fatto 11 Giornale d'Italia aveva osservato che il gruppo, come partito, giungeva buon quarto tra quelli cattolici, cioè dopo l'«Azione Cattolica», il Partito popolare ed il « centro-nazionale ». Rispondendo al giornale liberale la rivista Parte Guelfa nega di essere un partito e che vi siano inoltre quattro partiti cattolici. Indi soggiunge: « Difatti l'Azione Cattolica, perchè cattolica, cioè universale, non è partito, cioè parte che abbraccia uomini (e donne) di ogni partito. Basta dire che a Ferrara, feudo del conte Grosoli, il capo dell'Azione cattolica è un fascista. Il cosidetto centro, poi, non è un partito, secondo la sua stessa affermazione programmatica: è un aggruppamento ministeriale, che ottiene dei vantaggi in cambio della diffamazione del Partito in cui i suoi membri mangiarono e bevvero a crepapelle, starnino per dire a Carapelle. a parte ciò, sono dei fascisti belli e buoni. Parte Guelfa non è un partito, è una rivista, un, lievito di idee e di energie. Moltissimi dei suoi aderenti militano nell'Azione cattolica e nel Partito popolare Italiano simultaneamente. Parte Guelfa esprime in sostanza un orientamento europeo federativo di libertà, di pacifismo, di anti-dispotismo, di anti-imperialismo; opera di sua esclusiva iniziativa, senza impegnare la responsabilità di alcun organismo nè cattolico, né politico, motivo per cui ogni monito — e ciò risponde ad un'ipotesi di cotesto spettabile giornale — non avrebbe, neppure sotto questo aspetto, alcuna ragione di essere ». Critiche di Meda alia riforma forense L'ex-ministro Meda negli Echi e Còni* menti esamina il proselito di leggo svlU#