La crisi francese

La crisi francese La crisi francese Non è crisi mtnisterialef-chè anzi 11 gabinetto Pninlevé ha potuto mandare a casa la Camera dopo avere ottenuto da essa Irma discreta maggioranza, nei voti sul bilancio. Ma può a bnon diritto parlarsi di cria! politica, in quanto, appunto in questo voto, è avvenuto il distacco della più gran parte del « Cartello » — cioè della maggioranza di sinistra uscita dalle elezioni del maggio 1924 — dal ministero, a cui pertanto il grosso dei voti favorevoli è venuto dal centro e dalla destra, cioè dai partiti di opposizione, battuti in quelle elezioni medesime. Sembrerebbe, dunque, essersi verificato uno spostamento quasi completo, per cui la maggioranza sarebbe divenuta opposizione, e l'opposizione maggioranza, col risultato che il « Cartello » vedrebbe annullata la sua vittoria elettorale. Prima di decidere se realmente e definitivamente sia cosi, occorro farsi ben presenti i punti di contrasto da cui si è sviluppata una situazione cosi poco normale. Questi punti sono due: Marocco e questione finanziaria. Riguardo al Marocco, i socialisti francesi rimangono contrari, alle avventure ed alle espansioni coloniali, e sentono quindi una profonda diffidenza di fronte alla campagna contro Abd-el-Krim in cui la Francia è ormai impegnata. Non è già che essi pensino menomamente ad uno sgombero del Marocco, e neppure che esigano dal governo l'abbassamento delle armi di fronte al capo marocchino. Ma non vogliono che la Francia si cacci troppo avanti nell'avventura guerresca, sperperandovi uomini e danaro; e, soprattutto, temono (se mal non ci apponiamo) che il prolungarsi e l'intensificarsi della guerra coloniale crei, anche all'interno, una atmosfera bellicosa e nazionalista, impedendo al Cartello l'adempimento del suo programma, e preparando la rivincita dei partiti conservatori e reazionari. Nè a questo loro timore può negarsi verosimiglianza, poiché infatti si discernono già i sintomi, nei reazionari francesi, di una agitazione diretta a sfruttare le preoccupazioni patriottiche destate dall'episodio marocchino a tutto vantaggio proprio e a danno dei loro avversari. D'altra parte, il ministero Painlevé, non potendo sottrarsi al suo compito — che è, sostanzialmente, quello di difendere lo stato di fatto e di diritto della Francia al Marocco — ha pur bisogno di una base parlamentare; e se questa gli viene a mancare a sinistra, esso scivola conseguentemente verso destra; e cosi viene ad accrescersi proprio quel pericolo contro il quale i socialisti -.vorrebbero reagire. •,In quanto alla questione finanziaria, il contrastò può riassumersi in questi termini. Tutti sono d'accordo sulla gravità della situazione, per il bilancio statale, e sulla urgenza di rimediarvi. Ma i socialisti avrebbero voluto che il rimedio si ottenesse attraverso una politica finanziaria democratica, che chiamasse a contributo principalmente le classi ricche (imposta sul capitale, e cosi via). Il governo, invece, e per esso Caillaux, ha ritenuto che non fosse questo il momento di affrontare una riforma finanziaria implicante un'aspra lotta politica; e che, essendoci immediato bisogno del concorso volonteroso di tutti i cittadini, e in prima linea dei più abbienti (si pensi soprattutto al nuovo prestito), occorresse non disgustare coloro dei quali pur si aveva bisogno. Politica di forza da una parte, di conciliazione dall'altra. Esponiamo, senza giudicare, i termini del dibattito: aggiungendo che l'esperienza dimostrerà se ed in che limiti la restaurazione finanziaria sia possibile senza affrontare una lotta politica; e se, per avventura, l'evitare questa lotta non equivalga, in conclusione, a farla egualmente, nel senso contrario. Sono problemi che non si pongono per la Francia soltanto, ma per tutta l'Europa continentale de! dopo-guerraCiò premesso, noi concordiamo coll'opinione, già espressa su queste colonne, ed energicamente confermata dagli organi radico-socialisti, che sia troppo presto per cantare il « Miserere » al cartello delle sinistre. Si potrebbe dire, anzi, che il cartello ha provato la sua compattezza e la sua fermezza politica, rimanendo unito per due terzi, a costo di staccarsi da quelli che erano pure, in fin dei conti, i suoi uomini di governo. Crediamo che Painlevé sarà il primo a faro il possibile contro una rottura definitiva; e che le sue salde convinzioni politiche non gli permetteranno di accettare come propria, egli uomo di sinistra, una maggioranza di destra. Per la questione marocchina, la difficoltà potrebbe essere superata, nei mesi venienti, attraverso l'offerta di pace ad Abd-el-Krim, di cui si è già parlato. O questi accetta, e allora il lieto scioglimento è in vista; o rifiuta, ed è probabile che i socialisti sentano allora vinti i propri scrupoli, e, pur rimanendo in guardia, preferiscano esercitare il loro controllo sulla politica marocchina entro la maggioranza ministeriale. Forse più delicata è la questione finanziaria; non può escludersi tuttavia la preparazione, per il prossimo anno, di un programma che sviluppi certi spunti contenuti nello stesso bilancio votato e nello stesso programma di Caillaux. Comunque, non si vede bene in qual modo la maggioranza improvvisata ed estremamente eterogenea della notte sul 13 luglio possa davvero costituire la base di un governo, di fronte alla compattezza di due terzi del cartello. Potrebbe farsi l'ipotesi di un distacco totale e definitivo dei radico-socialisti dai socialisti; ma crediamo che quelli ci penseranno due volte prima di compierlo. Da lontano, si ha l'impressione che la grande maggioranza della Francia — principalmento della provincia francese — si mantenga risolutamente a sinistra; e che il clerico-nnzionalismo non sia destinato a veder rinverdire i suoi allòri. Certo è, però, che il Cartello,, e in particolare i socialisti, avrà bisogno di unire, in misura rara ed in fusione perfetta, la prudenza patriottica e l'audacia democratica per padroneggiare definitiva(neate. la- situazione. La scoperta del bacillo del cancro nella relazione del dottor Gye (Ser-riilo spoetale della «Stampa») Londra, 16, notte. Una lunga relazione tecnica intorno alla scoperta del bacillo del cancro uscirà domani nel Lancet, sotto la firma del dottor Gye. I tecnicismi da lui necessariamente usati, rendono inesplicabile ai profani il documento. n Lancet, in un articolo editoriale di accompagnamento, dichiara che la soluzione presentata dal dottor Gye è altrettanto inattesa quanto convincente. L'autorevole rassegna medica si manifesta assolutamente certa che le risultanze delle ricerche del dottor Gye « spianino la via ad una rapida avanzata nella lotta contro fi cancro ». Sorge, sulla base di questa scoperta, una pleiade di nuovi quesiti, «e noi non dubitiamo — termina il Lancet — che per rispondere a quei quesiti medesimi, le indagini sul problema del cancro, il quale si è mantenuto finora inafferrabile alla scienza medica, verranno condotte a vittoriosa conclusione ». I nuovi metodi tecnici escogitati dal dottor Gye saranno applicabili — secondo fi Lancet — ad una enorme quantità di ricerche, nei campi di altre infezioni, come la scarlattina, 11 vaiolo, l'encefalite, l'afta epizootica, e persino il cimurro. Cosi il dottor Gye otterrà domani — attraverso il Lancet — il suo primo paio di speroni d'oro. Nel frattempo i giornali stanno rievocando l'umiltà delle sue origini, per fargli anche maggiore onore. Fra l'altro egli funzionò da facchino in una stazione ferroviaria; ma finalmente riusci ad avviarsi allo studio della medicina, adattandosi a sacrifici immensi per ottenere la laurea a pieni voti, mettendosi tosto al servizio dello Stato per le ricerche batteriologiche. Durante la guerra, come ufficiale medico, egli appartenne al corpo di spedizione inglese inviato sul fronte italiano. II parere del prof. Dionisi Roma, 16, notte. A proposito deHa notizia della scoperta a Londra del bacillo del cancro la Tribuna ha interrogato il prof. Dionisi, direttore dell'Istituto di Anatomia patologica della Università di Roma il quale ha detto di erodere che, per ora, non v'è alcun dato di fatto per ritenere che i tumori maligni siano prodotti da germi o da parassiti. Lo studio anatomico dimostra che i tumori sono costituiti da elementi cellulari biologicamente diversi da quelli che fanno parte del nostro organismo. Gli studi fattt anche più recenti dimostrano solo condizioni favorevoli allo sviluppo dei tumori ina non si è riusciti a dimostrare una condizione cui potesse darsi un significato di causa. Ciò non paralizza la attività degli studiosi ma spinge ad essere cauti nella valutazione dei loro reperti. !>© Pinedo La ripresa del volo: a Sidney Rama, 16, notte. L'Agenzia Stefani ha da Melbourne che slamane il comandante De Pinedo ha ripreso il volo in direzione di Sidney ove è giunto in giornata. Al telegramma augurale inviatogli a no. me dell'esercito dal generale Cavaliere, il comandante De Pinedo ha così risposto da Melbourne : « Ripartendo oggi per Tokio, il saluto augurale dell'esercito italiano, di cui sono fierissimo, è gradito auspicio di buona fortuna ». . Una rivista navale a Cherbourg atta presenza del presidente Doomergw Cherbourg, 16 notte. Il Presidente delia Repubblica, Doumergue, accompagnato dalle più alte personalità dello Stato, ha passato jn rivista una sessantina di navi da guerra ed ha impostato tn cantiere il sottomarino francese « Hedoutable •. Alia colazione offerta in suo onore, il Presidente della Repubblica ha pronunciato un discarso, nel quote ha ricordato che la Francia si è associata e si associ ora. sempre ardentemente a tutte le iniziative sincere, destinate a consolidare la pace ed è precisamente nel desiderio della pace che essa trova le ragioni decisive per non trascuratre la Marina e conservarle quel posto che risponda alla situazione mondiale della Francia ed ai bisogni di sicurezza della immensa estensione delle' sue coste e del suo vasto impero coloniale.

Persone citate: Caillaux, De Pinedo, Dionisi, Miserere, Sidney Rama