Taza sulla via di Fez sta per essere abbandonata

Taza sulla via di Fez sta per essere abbandonata LA NUOVA FASE DELLA GUERRA MAROCCHINA Taza sulla via di Fez sta per essere abbandonata Il nuovo comandante dell'esercito francese e il crescente fermento fra le tribù - 11 probabile imminente accordo franco-spagnuolo (Servizio spedale delle STAMPA) Parigi, 7, notte. L'ultimo comunicalo sull'insuccesso delattacco riffano di ieri mattina al nord di Beliassen tende invano a migliorare V impressione ultra-pessimista che si sprigiona dall'insieme delle operazioni marocchine degli ultimi giorni. Il solo dato di fatto che possa venire preso in scria considerazione è che il comando francese, dopo un paio di mesi di inefficace resistenza sull'ala destra del suo fronte,,è. stato costretto ad ordinare l'immediato sgombro di Taza da parte della popolazione. Questo colpo fierissvmo, preveduto da lunghe settimane, e ciononostante non potuto scongiurare, è indice luminoso del carattere tu il' altro che confortante della situazione francese al Marocco, dopo tre mesi e mezzo di campagna. L'abbandono di Taza L'evacuazione di Taza ci è annunziala contemporaneamente alla nomina di un nuovo generale in capo, destinato a sostituire Lyautey nella condotta delle operazioni. Poiché il generale Naulin, secondo quanto è stato deciso dal Consiglio dei ministri di ieri, non partirà per raggiungere il proprio posto prima di una dozzina di giorni, sembra lecito dedurne che l'abbandono di Taza sia ormai ritenuto inevitabile e che la partenza del generale non nhhia luogo subilo per evitare che la caduta della città si verifichi, o contemporaneamente al suo arrivo sul fronte, o immediatamente dopo. Giaechè se Taza fosse rincora salvabile, non si vede il motivo per ad il nuovo capo delle forze francesi larderebbe tanto a recarsi ad assumere la responsabilità della lotta che dovrebbe decidere delle sorli di quell'importantissimo nodo delle comunicazioni tra Marocco ed Algeria. Ora, purtroppo — diciamo purtroppo, in quanto non è possibile, nelle circostanze attuali, non sentirsi fino ad un certo punto solidali con la Francia nella difesa del colnnial\smo nord-africano — nemmeno la probàbile perdita di Taza permette, finora, di essere considerata come il punto di depressione massima della parabola iniziata, e cioè come preludio di un successivo ristabilirsi della situazione. La nomina di S'aulin ha il suo retroscena. Questo retroscena è costituito dal rifiuto opposto precedentemente dai generali Guillaumat e Weygand di accettare dalle mani di Painlevé lo stesso incarico. Perchè i due grandi capi — che tanta meritata stima si accattivarono durante le operazioni della Ruhr e cììe» appunto per il modo savio ed incruentò con il quale seppero condurle, godono di larghe simpatie nelle stesse sfere di sinistra, hanno oggi allontanato da sè, l'uno dopo l'altro, l'amaro calice? Dobbiamo credere semplicemente che il desiderio di non mettere a repentaglio una riputazione già sicura, li abbia indotti a schivare la nuova prova, certo non meno ardua della precedente? Sarebbe interpretazione indegna di due uomini superiori entrambi ad ogni sospetto. Dobbiamo supporre che il loro rifiuto sia stato detcrminato, come pretendono i portavoce delle opposizioni, dalla impossibilità di ottenere da Painlcvè carta bianca per la condotta delle operazioni, per l'entità dei rinforzi da impiegarsi c dei mezzi tecnici da mettere in campo? K più verosimile, sebbene discutibile. Il nuovo capo Dobbiamo finalmente credere che Guillaumat e Weygand siano stali scartati, non già in seguito a loro rifiuto, -ma in seguito all'opposizione di Lyautey, a ad la loro personalità di troppo rilievo sarebbe costata una perdita di prestigio troppo grave? E' su questa terza ipotesi che pareva si fossero fermati oggi i comunisti, nel presentare alla Camera una domanda di interpellanza di cui era autore l'on. Vaillant-Couturior, sui « provvedimenti che il Governo conta prendere per assicurare l'armistizio immediato e sulle ragioni che determinarono il generale Guillaumat a declinare l'offerta del comando supremo delle truppe in Marocco». Ma la breve discussione, provocata dai comunisti, non ha portalo, a dire il vero, alcun nuovo lume sulla questione. Painlevé, il quale presentò oggi il progetto di legge sui nuovi crediti per il Marocco, chiese il rinvio puro e semplice dell'interpellanza, e dopo qualche breve scambio di invettive tra deputati di opposti settori, il rinvio venne accordato, rimandando a domani la discussione dei credili. Sia come si voglia. Il Governo si è rivolto innegabilmente ad un generale di notorietà modesta, almeno tanto modesta da prometterlo malleabile al suo posto di supremo comandante militare, più di quanto non sarebbero stati i due trionfatori della Ruhr — se di trionfo della Buhr è lecito parlare proprio il giorno che si procede mclynconicamenlc e senza strepito allo sgonìbro di Bochum. Il generale Naulin, che conta oggi solo 55 anni, possiede già, come sapete, uno stato di servizio coloniale, avendo fatto parte, dal 1905 al 1910, dello Stato Maggiore dal generale D'Amade, durante le operazioni in Africa: nel 1914-15, da tenente colonnello, comandò il 170.o fanteria; a Verdun, colonnello, si distinse come capo della 303. a brigata; da generale brigadiere comandò ncWAisnc e nella Champagne la »5.a divisione algerina; nel giugno 1918, alla testa del 21.o Corpo di Armata, partecipò all'offensiva della quarta armata. Dopo la guerra coperse successivamente il posto di capo delle forze alleate in Alta Slesia, di capo della Divisione di Orano, e di comandante aggiunto delle forze francesi in Siria. Verso un dannoso dualismo? Il decreto che lo nomina capo delle forze francesi al Marocco presume, naturalmente, di regolare in modo definitivo e inequivoco la divisione dei poteri, accentrati già nelle mani del maresciallo Lyautey. Ma il testo del documento contiene oscurità che non sembrano ancora precludere totalmente la strada a quei conflitti di autorità a cui, in buona misura, deve la Francia il cattivo andamento della prima parte di questa campagna. La preoccupazione di non urtare le suscettibilità di Lyautey, a cui visibilmente si informano tutti, o quasi tutti, i commenti politici e giornalistici odierni sul trapasso dei poteri militari, ha informato i criteri direttivi dello stesso provvedimento governativo. Osserva il critico militare del Journal des Debats: « Il decreto delimita in modo insufficiente le responsabilità. Esso mette anzi- tutto il commissario-residente generale sotto l'autorità diretta del ministro della Guerra. Questo è il primo errore; per la sua situazione, il residente dipende dal Governo intero, corrisponde normalmente col ministro degli Esteri. D'altra parte il residente è responsabile della difesa interna ed esterna del Protettorato, ma il comandante superiore delle truppe è egualmente responsabile della preparazione delle operazioni, della loro condotta e della loro esecuzione. Ora egli..« riceve dal commissario-residente generale le istruzioni generali necessarie per la direzione delle operazioni ». Ci si domanda: come si fa distinzione tra direzione e preparazione, soprattutto traverso ouesta responsabilità a due gradi? Vi c da temere che le esitazioni già sesmalnte tra gli stati maggiori di Fez e di Rabat, possano continuare a sussistere in questa organizzazione insufficiente. Sono stabilite delle distinzioni singolari: il comandante delle truppe esercita il comando superiore di tutte le forze del Protettorato; ma nello stesso tempo egli esercita il comando del territorio posto nella zona delle operazioni, la quale è delimi, tata dal Governo francese. Infine (questa è la disposizione più stupefacente, quella che si spiega meno delle altre e che può avere del seguiti incresciosi) si scinde il servigio delle informazioni. 1 cui organi dipendono dal comandante superiore in questa stessa zona di operazioni: ora la principato forza del servizio di informazioni — sopra tutto in questo momento in cui le più gravi ripercussioni degli avvenimenti militari sono di ordine politico — la principale forza del servizio, dicevamo, è la sua unità. Questa sembra infranta': non si vede bene come potrebbe essere mantenuta. Questo fatto è tanto più grave in quanto il servizio delle informazioni soffre SÈ, V-/'na *eTìa rrisi- alla quale si può addebitare, in gran parte, In gravita degli avvenimenti attuali ». L'incognita delle tribù Ma è forse troppo presto per emettere congetture sulle conseguenze di un provvedimento che non potrà far sentire la propria efficacia pratica prima di parecchi giorni. Per il momento i comunicati ufficiali si sforzano di tranquillizzare l'opinione pubblich, prospettando come molto bene avviato l'attacco diversivo intrapreso al nord-ovest di Kiffane, per premere sulla sinistra delle forze che investono Taza. Tali vigorose azioni — dice in data di oggi, il comunicato quotidiano Si Babai — hanno avuto come effetto, nella parte, est del nostro fronte, di far venire verso- di noi parecchie frazioni che si preparavano a partire verso i dissidenti. Esse sembrano, d'altro canto, aver prodotto una forte impressione sulle tribù nemiche, le quali non hanno più manifestato nessuna attività ». La lingua batte dove, potremmo dire, il dente duole. Questo diuturno insistere dei comunicati della Bcsidenza sul lealismo delle tribù, non è se non uno dei tanti indizi della preoccupazione ormai gravissima suscitata nel governo e nel comando francese dallo stato d'animo inquietante delle popolazioni del Marocco, in seno alle quali, dopo 13 anni di sottomissione, silenziosa, sembra venire risvegliandosi ad un tratto tutta l'aggressività e la irriducibilità che un tempo aveva procurato loro la fama di refrattarie al dominio europeo. Intanto, anche eirca l'andamento della Conferenza di Madrid, le notizie che circolano qui sono vaghe e contraditloric. Mentre da parte spagnuola il riserbo continua ad essere dominante, da parte francese si insiste sulla imminenza di operazioni concertate' tra i due eserciti. Proposte di pace verrebbero falle quanto prima ad Abd-el-Krim da delegati francesi e spagnuoli insieme; ma, nella ipolesi, sin troppo certa, di un rifiuto da parie del capo riffano, i due eserciti entrerebbero in azione subito per una grande offensiva, marciando, gli uni e gli altri, da nord e da sud, su Chechauen, dove effettuerebbero la congiunzione. A tale scopo 40 mila soldati spagnuoli sarebbero per essere trasportati da Malaga in Marocco, per sostituire, nelle guarnigioni della zona, le trup- • pe destinate ad entrare in campagna. Lo sbarco ad Alhucemas verrebbe invece rimandato a miglior tempo. I giornali francesi pretendono dare queste notizie come oro di coppella. Ma il fatto stesso che esse vengono rese di pubblica ragione obbliga a dubitare della loro attendibilità. Malvy tornerà a Parigi giovedì, lasciando Perelli della Bocca a continuare da solo le trattative col generale spagnuolo Jordana. E nemmeno questo sembra auspicio molto promettente di imminenti accordi. C. P.

Persone citate: D'amade, Malaga, Perelli, Vaillant-couturior