La necessità dell'unione per la causa della libertà

La necessità dell'unione per la causa della libertà La necessità dell'unione per la causa della libertà Accordo da perfezionare Avemmo, in marzo, il convegno nazionale del Partito socialista unitario; e ora si sono succeduti, in giugno, o in parte si sono svolti contemporaneamente, il primo congresso dell'Unione Nazionale, il Consiglio Nazionale del Partito liberale italiano, c il congresso del Partito popolare. Considerati nel quadro della situazione presante, ciascuno di questi convegni e congressi ha dato risultati notevoli, che acquistano maggior valore considerati nel loro insieme. Poiché, senza indulgere a nessuna commistione, senza propugnare nessun trasformismo — noi desideriamo, anzi, la netta divisione e la spiccata individualità dei partiti — è lecito constatare con soddisfazione come questi quattro partiti siano venuti spontaneamente-a costituire un raggruppamento di forze politiche in difesa della legge, della libertà e della democrazia. Questi tre principi — che si traducono in altrettanti postulati politici e giuridici: Stato di diritto, libertà civili e politiche trovanti fra noi il primo fondamento nello Statuto, sovranità popolare esprimentesi attraverso il suffragio universale _ sono comuni ai quattro partiti, e la loro difesa e rivendicazione costituisce oggi per essi, come si è visto da queste loro adunate, l'obbiettivo principale. E' lamento assai comune quello della molteplicità dei partiti. Noi crediamo che questa molteplicità ~- comune a tutta l'Europa continentale, e, possiamo dire, alla stessa Inghilterra, dove fra i due partiti 'classici è venuto a inserirsi un terzo, e accanto a questo spunta, sia pure in proporzioni minuscole, un quarto, il comunista — abbia in parte la sua ragione nella complessità della vita moderna, in parte nella immaturità politica di certe regioni e di taluni ceti sociali. Si deve frenare la tendenza allo sminuzzamento, e favorire le teoncentrazioni tra affini e l'eliminazione di gruppi politicamente inefficienti; ma tutto questo non può avvenire che gradualmente H spontaneamente. Oggi come oggi, occorre prender atto di questa molteplicità, e perciò tanto più tener fermo — parliamo /specialmente nei riguardi italiani — a quegli accostamenti e a quegli accordi che Bono prodotti genuini delle necessità politiche attuali. Per guardare,— coma pur si ideve sempre — alto e lontano, non bisogna perder mai di vista la situazione presente e il compito dell'ora. Gli accostamenti" a gli accordi vanno,anzi sviluppati e integrati in una salda' coalizione, che non può affatto pregiudicare alle individualità dei Singoli partiti, ma anzi costituisce la premessa per la conservazione e lo sviluppo di quelle. Trattasi, infatti, di salvare e restaurare quelle condizioni politiche e giùridiche di carattere generale che sole possono permettere la vita personale specifica ilei partiti medesimi. L'esperienza di questi congressi ha mostrato essa, coll'evidenza dei fatti superiore ad ogni altra, l'impostazione comune insieme con le fisionomie particolari. Abbiamo visto — procedendo sempre secondo l'ordine cronologico — il partito socialista unitario rivendicare le pubbliche libertà e la sovranità del suffragio popolare, affer mando come simili valori politici universali fossero altresì quelli necessari alla vita del proletariato. L'Unione Nazionale, trasformandosi in partito democratico e ponendo il problema di una ricostituzione e trasformazione integrale della vita pubblica italiana in base al doppio principio della libertà individuale e della sovranità popolare, ha additato alla nazione mete non raggiungibili — anzi, neppur perse guibili — senza il ritorno preliminare alla normalità costituzionale. Il Partito liberale ha appunto impostato la sua battaglia nel senso di questo ritorno, e insistendo sulla difesa della costituzione e delle libertà statutarie, è stato condotto — per logica intrinseca irresistibile — a far sonare la nota dell'opposizione con acuta nettezza, graditissima ad ogni orecchio ben temprato. Infine, il partito popolare, polemizzando con i « cattolici nazionali » ed implicitamente con elementi più alti e più lontani, ha svolto proprio quel punto da noi sopra affermato: essere, cioè; la riconquista della libertà politica condizione pregiudiziale per il mantenimento dell'autonomia del partito, e cioè per l'affermazione, ideale e pratica, dei valori sociali, etici e religiosi costituenti la sua più profonda ragion d'essere. Nessuno pensa a tracciare scale di grandezza e- di precedenza o a proclamare supremazie e monopoli C'è posto per tutti, e c'è bisogno di tutti: intendendo sempre, per ■« tutti », quanti accettano quei principi politici fondamentali di libertà e democrazia, e da essi traggono la conseguenza pratica di una intransigente opposizione. Speculare e discutere sulla forma precisa in cui domani avrebbe a tradursi, per il potere e al potere, l'accordo naturale e necessario di oggi, sarebbe dilettantismo .vano e pericoloso, particolarismo colpevole. Occorro, oggi, che l'accordo si mantenga e si incrementi in coalizione solida e fattiva. Il direttore di un sfornale fascista sudato da Schiff-Gloreini Roma, 30, notte. In seguito ad alcune pubblicazioni del Tebere, Giorgio Schiff-Giorginl ha inviato i propri rappresentanti al direttore di .letto giornale, signor Interlamli. **>.• Giornali sequestrati a Milano Milano, 30. era Sono stati semestrali La. Giustizia, l'Italia ed U 'Cornare della Sera, edizioni pomeridiane. " a o a e a e à e a e l a a n e a a r e n e r o i e a , e o ena e i o a iRoma, iiO, notte. A proposito della risonanza avuta dal Consiglio nazionale del Partito liberale italiano, L'Agenzia Nazionale ha interrogato un autorevole deputato liberale, il quale, dopo aver rilevata la vitalità del partito ha detto: « La risonanza vastissima, dirai (piasi clamorosa, avuta dalla riunione, è la riprova della viva rispondenza fra l'idea liberale e l'anima del paese. Ma, badate, gli stessi partiti, elio Uno a ieri hanno avuto ragioni di contristo coi liberali, oggi hanno constatato e difendono l'opera liberale. La miglior prova l'abbiamo dal Congresso popolare, che, concordemente, ha riaffermata la decisione di lottare per rivendicare tutte le libertà e'difendere lo statuto. Questo è liberalismo schietto. Ora, io mi domando, e con me sono moltissimi colleglli della Camera e del Senato, perche, data l'identità del programma del vari partiti che lottano per la rivendicazione delle libertà étatntarie e del metodo di Governo liberale, non uniscono nel paese i loro sforzi, costituendo una unione per la difesa delle JibortÈt. E' onesta un'idea che ho manifestato a vari amici durante il convegno. L'Idea ha incontrato le più vive simpatie, non solo fra i liberali, ma anche fra gli unionisti, i ponolari e gli unitari. L'unione per la difesa della libertà norterebbo nel paese una corrente vivificatrice ed animatrice ispirandosi alle più pure fdenl'tà di itMiamitn r> civiltà, poste al servizio della grande canea della libertà. Ora l'indea è lanciata e vi assicuro che presto sarà tradotta in azione n. Ire ufficiose cóntro i liberali Intanto perdura l'accanimento degli ufficiosi contro i liberali e contro i mag. giori uomini, Giolitti, Salandra, Orlando, per le esplicite e ferme adesioni date al movimento liberale. La vigorosa riaffermazione di principi e la chiara e concreta impostazione programmatica tracciata nell'ordine del giorno del Consiglio del partito, non trovano negli attacchi degli avversari alcuna confutazione seria, bensì la sistematica accusa di ignavia, di sottomissione al sovversivismo, di trascuratezza dell'interesse nazionale. Il Messaggero, dopo la solita distinzione fra il Governo fascista che opera e le oppo. sizioni che parlano, si stupisce che l'ordine del giorno del Consiglio sia stato pre. sentato dal prof. Ricci, che ha pure collaborato .con l'on. Destefani seguendo poi all'opposizione l'on. Salandra. L'organo ufficioso del mattino accusa i liberali di voler svalutare all'estero il Governo che « ha riportato la nazione nell'ordine e nella disciplina » e si meraviglia dell'unione recente di uomini.come Giolitti, Salandra e Orlando. In più chiaro stile fascista l'Impero dice che uno dei discorsi più velenosi e avvelenati è stato quello del prof. Ricci, che definisce « l'exrsguattero della cucina governativa », rimproverando all'on. Destefuni di avergliìaflldato ia carica di consigliere dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni, di segretario dell'Istituto Interna, zionale di Agricoltura e di insegnante di economia politica all'Università di Roma, nella cattedra già tenuta da Maffeo Pantaloni. Il giornale chiede che il prof. Ricci sia mandato fuori dei piedi a pedate; e, naturalmente, non risparmia gli on. Giolitti ed Orlando; definisce Croce « incorreggibile divoratore di sterco tedesco ». Anche il senatore Corradini, nel Popolo d'Italia, prende di mira i tre ex-presidenti del Consiglio, che chiama « i tre maggiori luminari dell' antifascismo », sostenendo che il fascismo ha salvato l'Italia dalla loro politica Al coro non poteva rimanere estraneo Rastignac, il quale nella Tribuna si diffonde ad illustrare taluni brani del Croce, per ravvisarvi un-' identità di direttivo colla politica dell'Oli. Mussolini, non riuscendo a spiegarsi come mai, partendo dagli stessi principi del fascismo, il Croce si trovi invece d'accordo cogli antifascisti. Gli nomi ni "del passato,, o la loro storia All'irruenza .degli avversari, la stampa liberale oppone, come primo dato di fatto, la constatazióne della vitalità delle correnti politiche che il fascismo riteneva distrutte. Una confutazione calma, ma ferma, delle accuse fasciste, è fatta stasera dal Giornale l'Italia, il quale, scagionando il partito liberale ed i suoi uomini maggiori dall'accusa di anarchia rileva come « Lo stile dei liberali c talmente differente da quello fascista, chi? sembra non di due scuole politiche, ma di due genti diverse. Secondo il gusto della stampa fascista il dialogo si dovrebbe svolgere cosi: i fascisti gridano e gli altri tacciono. Si fa un'osservazione, si traccia una critica, si suggerisce una idea, si rileva tino sbaglio. Ebbene che cosa rispondono gli organi del fascismo? Contumelie e denigrazioni. Pazienza: Noi continueremo a discutere « ragionare in maniera calma, anche quando ci vediamo accusati di anarchia. Da' chi? Da uomini con fino a non molto temno addietro facevano i sovversivi contro i liberali, e elio ogui presumono negare le benemerenze del liberalismo ». L'organo liberale osserva poi che, sino a poco tempo fa, il fascismo chiamava demagogia tutto ciò che non gli era gradito. Oggi all'accusa di demagogia ha sostituito quella di anarchia Accennando agli uomini più rappresentativi del liberalismo il giornale quindi scrive: « nimoniiamo a! passato dei personaggi, che appaiono più espressivi del Congresso, agli on. Giolitti, Salandra, Orlando, tre ex-presidenti del Consiglio. Come essi governarono? A sentire i loro critici fascisti, avvolsero il paese nell'ignavia; e, invece, u-éia pace fiduciosa fra cittadini, origine '«Ijellq ardite iniziative, fecero segmire la floridezza della finanza, la stabilità del tesiro, la potenza della nostra moneta, appalto perchè la nazione potesse, dedicarsi ì .Vaste, sicure ricostruzioni. Dalla Libia f-iònqu-isitata al Dodecnmeso deftnitivamej&l occupato, dai confini naturali della Utnia alla convenzione Milner-Scialoja j?jr l'alto Giuba, essi, instancabilonente, si ingegnarono a rendere più forte l'Italia;e, ee da quei tre si passa agli altri, i qiali discussero nel Congresso, l'accusa .ppare pienamente ingiustificata. Infatti quasi tutti gli oratori furono professor ' scrittori, ' uomini che nell'industria e tei commercio hanno recato una operosi'j non priva di effetti giovevoli alla naO e al benessere del paese. Come posporr per esempio, Ruffini, MoRenedcpt Croce essere tacciati di roba sca nutrire asp | rdoni anarchiche? E da ridere ». A questo guardo, il giornale rileva che la tesi O V <n« * BPTiia aai riipe fi \ L.éXt u '< 11 giornale rileva -•.Jdamentale lumeggiata dal ^1 la del rispetto dello Sta¬ tuto, che non ha impedito dalla battaglia di Santa Lucia a quella di Vittorio Veneto, che la nazione conquistasse la propria unita e non ha creato insormontabili ostacoli al rinnovamento civile, intellettuale ed economico del paese. Replicando ai giornali fascisti, che accusano i liberali di favorire le miro sovvertitrici in quanto difendono lo Statuto che è invecchiato, il Giornale d'Italia ribatte che, l'accusa di anarcoide è analoga a quella | di forcaiolo lanciata ai liberali, alcuni anni sono, senza rimuoverai dal fare il loro dovere. A tale proposito il giornale ricorda che i liberali, pure chiamati forcaioli, poco dopo, invece di diminuire o insidiare la legittima autorità della rappresentanza nazionale, votarono il suffragio universale e, per omaggio alla Costituzione, al suo rigido funzionamento, non di rado lasciarono il potere, quasi spontaneamente, invece che di armarsi per conservarlo. Concludendo il giornale, rivendicando le benemerenze dei liberali, ne afferma la forza, l'esperienza, la tradizione. Attacchi ai popolari Accaniti si dimostrano i giornali fascisti anche contro i popolari L'Epoca ne parla come di coloro che paiono vivi. Li attacca ferocemente il clerico-fascista Corriere d'Italia in un articolo analitico intitolato « La questione morale a Congresso ». Il Giornale 'd'Italia pubblica alcune dichiarazioni dell'on. Paolo Cappa, il quale ha detto che il Congresso popolare ha dimostrato che la maggior parte delle forze del partito non è stata intaccata dalla compressione. Il deputato popolare ha quindi soggiunto : « Il Congresso ha riaffermato, nella sua vibrante assemblea di ieri, il deciso orientamento dei cattolici popolari verso la libertà e la democrazia. Per noi, il cristianesimo non può in nessun modo essere confuso o asservito ad una politica di reazione, che nega le ragioni e i diritti fondamentali della personalità umana, in una esaltazione statolatra, che, fra l'altro, se oggi per ben calcolata opportunità del momento si mostra ufficialmente lusingatrice dell'autorità ecclesiastica, potrà domani, con eguale indifferenza spirituale, fare esattamente il contrario, per gli interessi dello Stato-partito ». Circa la questione costituzionale l'on. Cappa ha detto; s • Sulla questione costituzionale il Congresso ha riaffermato la realistica adesione del popolari italiani all'istituto monarebico-parlamentare, quale il Paese si diede attraverso i plebisciti, come garanzia dell'unità nazionale e delle libertà insopprimibili dei cittadini. L'ora è difficile per quanti oppositori. dell'Aventino e dell'aula, tengono ferma la loro volontà di non piegarsi, confessando la loro fede e la loro volontà di libertà, in una lotta così impari, per la loro assoluta inferiorità di forze materiali, per il loro fermo proposito di rifuggire da ogni riscossa basata sulla violenza, anche, se apparisse le* gittima ». DE BOHO Protesta della Parte Civile all'Alta Corte per la ristrettezza del termini circa il ricorso Roma, 30,- notte. Oggi scadeva per i rappresentanti delle parti civili Matteotti-Amendola ir termine utile per la presentazione del ricorso contro la sentenza dell'Alta Corte di Giustizia sulla denuncia Domati. Ma esso ò trascorso senza che nò l'on. Modigliani e Gonzales, parte civile Matteotti, nè gli on. Mance e Mole, parto civile Amendola, si valessero della facoltà prevista dal regolamento giudiziario del Senato. Questo, secondo quanto ci risulta, è accaduto sovratirtito perchè gli avvocati non avrebbero potuto farsi una idea chiara della sentenza attraverso la lettura degli atti. Stasera, anzi, l'on. Modigliani e l'on. Gonzales per la parte civile Matteotti, e gli on. Manes e Mole per quella Amendola, hanno rimesso al comm. Fontana, cancelliere dell'Alta Corte, due proteste per i termini di tempo eccessivamente brevi concessi per la lettura degli atti. Nella protesta si spiega che data la coincidenza di due giorni festivi consecutivi, agli avvocati della Parte Civile non è stato concessa, pei- l'esame degli atti, che la sola giornata di oggi. Ma non basta. Essi rilevano che è stato loro inibito l'esame di tutti i fri votami relativi all'istruttoria giudiziaria sul delitto Matteotti, esame che pure era assolutamente indispensabiile, dato che la sentenza dell'Alta Corte si è basata in grande parte sui 64 volumi in cui è raccolto il lavoro istruttorio su quel delitto e che ad e«si continuamente si richiama. Circa gli intendimenti del generale De Bono, anche oggi non si sa nulla di preciso. Il senatore De Bono, per un ritardo alla notifica della sentenza, ha tem po tutto domani per prendere la sua decisione. Questa però, secondo quanto si assicura in ambienti presumibilmente bene informati, non sarebbe per il ricorso, ritenendosi il senatore De Bono pago della sentenza. Oggi, intanto, a Montecitorio, si è riunita la Giunta esecutiva delle Opposizioni secessionfete, la quale ha iniziato l'esame della sentenza nei riguardi della posizione dell'Avventino. La Giunta tornerà a riunirsi domani. " la mll'zìa è tanto sangue del ino sangue „ I Rema, 30. notte. 11 Comandò generale della milizia fascista comunica che il generale De Bono ha così risposto al telegramma augurale inviatogli dal generale Gandolfo a nome della malizia: « Grazio. Milizia è tanto sangue del mio « sangue. Suoi sentimenti mio riguardo e « tuoi sono maggiore mio orgoglio. — « De Bono ». Giordana ferito in duello da Amendola Roma, 30. sera E' avvenuto stamane, alle ore dieci, in una villa nei dintorni di Roma, l'annuni ziato scontro alla, sciabola fra il signor comm. Tullio Giordana, direttore della Tribuna. e l'on. Giovami' Amendola. Ha diretto lo scontro il capitano Giulio Albertini. Lo scontro, condotto con grande rotnbattività, si è protratto per nove vivacissimi assalti. Al nono assalto il comm. Giordana riportava una ferita alla regione frontale destra che i medici concordemente giudicavano tale da metterlo in condizioni di manifesta Inferiorità. In seguito a ciò, lo scontro venne fatto cessare. I duellanti, che si sono comportati con perfetta cavalleria, si sono riconciliati. «-«-e Sequestri Bergamo, 30 notte. E' stuta sequestrata l'Idea Popolare, settimanale del partito popolari?. Il prefetto, uel suo decreto, dichiara che tutto il contenuto d»-; giornale è aito ad eccttaic òli animi.