La facoltà di emanare norme giuridiche

La facoltà di emanare norme giuridiche La facoltà di emanare norme giuridiche E si passa alla discussione del disegno-legge sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche. ROMANO RUGGERO (fascista) : — Alla dottrina democratica, che vorrebbe il controllo della magistratura sul potere esecutivo e perfino sul legislativo, il fascismo deve contrapporre il suo metodo. Così pure alla teoria liberale e particolarmente alla pratica di Governo liberale va contrapposta la teoria, la pratica di Governo fascista, n Governo parlamentare, che si ispirava ai principi! democratici e liberali, aveva esautorato se stesso, il parlamento e lo Stato, tutto concedendo al capriccio delle oligarchie parlamentari. Giunse perfino a ferire le prerogative sovrane proponendo l'avocazione al Parlamento del diritto di grazia e di quello di proclamare la guei'a e fare i trattati. Il fascismo invece intende restituire tutta la sua autorità allo Stato, e, per esso, al potere esecutivo che è l'organo di attuazione immediata della volontà e dei fini dello Stato. Si dichiara d'altronde sicuro che il Governo non abuserà delle, facoltà conferitegli e conclude affermando che con le leggi fasciste il Governo rompe finalmente la stridente antitesi tra l'essere costretto a governare con leggi liberali e ad agire coi metodi, con l'azione, con l'anima fascista, ai quali è bene facciano riscontro 1- ggi fasciste. E sarà maggior gloria che esse siano così chiamate perche il fascismo non è un partito ma è l'anima stessa della nuova vita nazionale e determina le nuove leggi e i nuovi destini di grandezza e di prosperità della Patria [applausi). MACCOTTA (fascista): — Il disegno-legge che disciplina in modo completo ed organico la facoltà del Governo di emanare norme giuridiche, risponde ad un bisogno veramente sentito Rileva che tra i suol pregi ha quello principale di stabilire una demarcazione netta tra le facoltà del potere legislativo e nuelle del potere esecutivo introducendo nel nostro diritto pubblico una effettiva e sostanziale distinzione tra leggi e regolamenti. Del resto il disegno di legge circonda la facoltà di emanare decreti-legge di molteplici cautele. Cosi stabilisce che il decreto-legge, per avere efficacia, debba essere presentato al Parlamento non oltre la terza seduta dopo la 6iia pubblicazione, rispettando cosi l airitti e le prerogative del Parlamento, concludendo afferma che l'Italia con una diuturna fatica nel campo legislativo, _si avvia a diventare una grande nazione aprjartatrice nel mondo dei principii di civiltà e di progresso [applausi, congratulazioni). L'on. Giovannini GIOVANNINI (liberale) comincia dicendo che questa discussione avrebbe potuto essere utilmente rinviata: - L'argomento ed investe problemi assai delicati. Uno deeli oratori precedenti ha criticato la Pratica liberale, ma non ha trovato argomenti sufficienti in difesa del decreto-legge. I precedenti oratori, mentre hanno fatto la critica al liberalismo ed alla democrazia, non hanno poi trovato di meglio che appellarsi al pensiero di scrittori politici liberali a cominciare dal conte di Cavour. Il progetto potrebbe rappresentare veramente una remora al potere esecutivo disciplinando la materia dei decreti-legge, ma per il suo spinto è invece conforme alle direttive del Governo fascista di restringere sempre più il campo dell'attività legislativa del Parlamento togliendo ogni dubbio sull'efficacia dei provvedimenti legislativi emessi dal potere esecutivo. Infatti, le disposizioni del disegno di legge amplificano il campo riservato ai decreti-legge e toglieranno al Governo quella che poteva essere una remora por l'eccezionalità dei provvedimenti; e mentre inizialmente i decreti-legge, durante la guerra, rappresentarono la conseguenza di una delega espressa dei poteri del Parlamento al Governo, da ora in poi saranno una forma connate <H legiferazione da parto del pote¬ re esecutivo. Nè può giustificarsi 1 estensio. ne della legiferazione per decreto-legge colla consuetudine, perchè questa ha valore soltanto quando crea norme giuridiche de. dotte da disposizioni della legge scritta. II problema va considerato sotto due aspetti: o si vuole affermare un principio di ortodossia costituzionale, oppure il provvedimento ferisce la costituzione; o il progetto, riconoscendo l'abuso dei decreti-legge, vuole limitarne l'uso; oppure crede affermare quello spirito anti-parlamentare che è la caratteristica del fascismo. Una lezione al ministro Rocco « Il ministro, nella sua relazione, riserva alcune materie all'esame del Parlamento e tra queste sono quelle che riguardano la libertà dei cittadini. Ma noi tutti sappiamo come oggi sia regolatala liberta di stampa e come le leggi vengano parzialmente applicate. Io contesto che una consuetudine creata dallo stato di fatto, in una serie numerosa di decreti-legge emanati durante e dopo la guerra, possa citarsi a conferma della legittimità dei decreti stessi, in quanto la consuetudine può essere fonte di diritto soltanto se non contrastante esplicitamente con la legge scritta. Vi è in proposito un progetto, quello dell'on. Scialoja, che porta la firma di molti senatori. Perchè il Governo non lo ha fatto suo? La realtà e che lo spirito del disegno di legge governativo è diverso dallo spirito che informa il disegno di legge Scialoja. ROCCO: — Il disegno governativo è miglioro 1 . ,. GIOVANNINI: — Io, on. Rocco, ho molta stima del suo valore come giurista; però mi sorprende che ella voglia quasi svalutare l'opera di uomini che sono delle autorità nel mondo dei giuristi. ROCCO : — Ho un forte dubbio che lei non abbia letto il disegno di legge Scialoja. GIOVANNINI: — On. Ministro, io sono sempre molto rispettoso verso i componen. ti il Governo; però debbo notare che per la seconda volta a deputati che parlano da questi banchi ella fa l'accusa di non avere lottò i documenti sul quale discutono. Io non ho ma1 parlato senza essermi fatto lo scrupolo di averli letti- Se mai fosse possibile portare un documento a riprova di ciò che dico, mostrerei la relazione Scialoja debitamente annotata (ed in cosi dire mostra la relazione Scialoja). Se l'on. Rocco mi avesse detto che io non avevo capito, non avrei ribattuto perchè ci sarenbe stato un giudizio di merito; ma egli mi dice di non aver letto il documento di cui si tratta e questo è un giudizio di fatto e pertanto ho protestato (vive approvazioni, da parte degli oppositori dell'aula: commenti e rumori della maggioranza). I « liberali-nazionali », che riconoscono l'on. Scialoja come loro capo, terranno conto dèlie parole del ministro sulla relazione Scialoja [commenti e proteste dei fascisti). Quindi l'orrtoro osserva che questo progetto non è giustificato neppure da ragioni di fatto perchè oggi si ha un Parlamento che non oppone nessuna resistenza e funziona rapidamente Ricorda il prece, dente del prezzo del grano, aumentato con una discussione alla Camera anziché con un decreto-legge. Siamo contro il progetto di legge per due motivi: 1.o) perchè crediamo che i decretMegge siano un mezzo insufficiente a tutelare gli interessi nazionali; 2.o) perchè crediamo profondamente all'istituto parlamentare. Voci fasciste: — Come funzionava una volta ! « Grave ed oscuro l'avvenire » GIOVANNINI : — Ma nou parliamo sempre del passato ! Noi pensiamo che ii Parlatnento sia insopprimibile. Gli inizi di questa legislatura furono accompagnati da molte speranze che sono rimaste deluse. Ieri avete vulnerato il principio di indipendenza della magistratura..: MUSSOLINI: — No. si spieghi con un esempio. . GIOVANNINI: — SpiegoI Un magistrato non si sentirà piji Ubero nell'esercìzio della sua delicata funziono. Ora quésta legge sottrae, al Parlamento il controllo delle più importanti materie... MUSSOLINI ridendo: — Legga la Gazzetta Ufficialo di oegl e vedrà che vi è una leggo per i cerchioni dei veicoli. Noi vogliamo sottrarre alla Camera i cerchioni dei veicoli I [Ilarità). GIOVANNINI conclude: — Noi facciamo Opposizione a questa legge perche- l'on. Guardasigilli, con i 6iioi atteggiamenti precedenti di uomo politicò, è e sarà assertore d< uno Stato Onnipotente e Invadente così come la dottrina nazionalista vuole, cioè ri uno Stato che rappresenterà i vincoli in ogni campo e ogul matèria. Questa concezione, accompagnata dalla facoltà di emanare decreti-legge, che sottraggono alla di scussione del Parlamento anche materie politiche essenziali, rende grave ed oscuro l'avvenire. Dimostrate voi che noi abDiami torto. Ocrgi noi abbiamo il dovere e il diritto di votare contro e cosi voteremo. [Approvazioni delle opposizioni liberali). LEICHT (fascista), afferma che il progetto del sen. Scialoja si Ispira sostanzialmente agli stessi princinl fondamentali concretati nel progetto i.n discussione: il criterio dell'urgenza, l'obbligo di presentazióne al Parlamento entro un dato termine e la dichiarazione di decadenza In mancanza d'ella approvazione del Parlamento in un.Periodo determinato. Ma l'oratore ritiene che 11 disefjno governativo sia per molti riguardi preferibile al progetto Scìatoja, poiché conferì-, sce un sufficiente conti-òlio al Parlamento sull'attività legislativa del Governo e In sostanza ne ripristina la dignità e l'ajitoritA soverchiamente diminuita negli ultimi tempi. Per queste ragioni l'oratore darà voto favorevole al disegno di legge. L'oratore dei comunisti Ha quindi la parola, per i comunisti; Ton. GRAZIADE1, il quale comincia a parlare a bassa voce Ua più parti si grida: « Fòrte! Forte! »; ed allora, di rimando, il deputato comunista esclama: «Vi dò ciò che posso! ». [Viva ilarità). L'orate re dice: — Questa legge è caratteristica, polche investe problemi squisitamente politici, tra quelli che si possono presentare ad un Parlamento. Quando noi, entro certi | limiti, rilevavamo il significato e l'importanza storioa di certi istituti delta democrazia, sembrò che noi cadessimo in contraddizione col nostro pensiero; ma noi abbiamo un con. celto relativista riguardo alla democrazia. Vi è una democrazia di classi borghesi e vi e una democrazia di classi operaie. Noi slamo fra queste contro quelle. Nel passaggio dall'una all'altra parte, noi siamo democratici, ma per consolidare la democrazia operaia non abbiamo scrupoli a combattere quella borghese. Gli uomini della rivoluzióne francese potevano apparire anti-democratici di fronte alle Autorità che combattevano, ma non lo erano certo per le classi e per i fini che rappresentavano. Così Cromwell poteva essere diversamente giudicato, considerato di fronte al potere regio che combatteva e di fronte ai suoi segnaci. Noi siamo disposti a riconoscere ancue ì vantaggi che la deniocra. zia borghese vecchio stilo può rappresentare di fronte alla reazione. Questa legge ha appunto la caratteristica di essere contro quei principii liberali e democratici rappreseutati dal Parlamento, i-arlo naturalmente dei Paesi che hanno un vero Parlamento. In regime comunista, la divisione dei poteri è ridotta. Noi siamo per la minima possibile divisione dei poteri riguardo alla democrazia operaia; ma nei senso opposto al vostro, e cioè, che il potere legislativo deve avere la massima coincidenza col potere esecutivo. L'oratore illustra, a questo riguardo, i due primi Governi operai, la Comune di Parigi e la Repubblica dei Sovieti, e dopo aver esposto la organizzazione del Governo russo, dice che il ministro Rocco deferisce al potere esecutivo la facoltà di legiferare in molti campi, che prima erano riservati al potere legislativo. L'oratore esamina quindi la relazione ministeriale e quella della Commissione, nella quale si parla delle discussioni avvenute al Senato nel 1923, sotto il Governo fascista: — Ebbene, la prova migliore del carattere tipicamente autoritario ed anti-par. lamentare del progetto Rocco è che le dichiarazioni fatte dai T6 senatori in quella discussione, possono sembrare liberali in confronto. Il provvedimento del Senato era molto meno reazionario. Anzitutto il Senato non ha mai pensato di provvedere, come invece fa il progetto Hocco, che venga conferito definitivamente al potere esecutivo la facoltà di date norme giuridiche in materia finora spettanti al potere legislativo. Fra quei 76 senatori sono: Scialoja, Giardino, Ca. lisse, dall'Ogliò, Polacco, Colonna, Santucci, un certo Badoglio... Non appena l'oratore pronuncia le parole: « un certo Badoglio •, molti deputati fascisti insorgono. PEDRAZZI: — Brutta scimmia! GRAZIA-DEI: — Ma è pericoloso occuparsi della bellezza fìsica di un nonio da parte di un altro uomol [viva ilarità). La relazione Rocco riconosce, questa volta, la verità di quanto ho affermato. Questo disegno di legge è la più grande sopraffazióne che sia compiuta ai danni della borghesia democratica. MUSSOLINI: — La democrazia, ai miei tempi la difendeva lei! GRAZIaDEI: — Di fronte alla reazione che voi rappresentate, la democrazia borghese è meno malel FERRARI, rivolto all'on. Mussolini: — Lei non è mai stato marxista, bensì blanquista. MUSSOLINI: — L'ho insegnato io a voi il marxismo! GRAZIADEI: — Questo non è vero! Riprendendo, GRAZIADEI dice che il Senato ha avuto di mira la disciplina nell'uso dei decreti-legge mentre lo scopo del progetto Rocco è quello di dare al potere esecutivo la facoltà di legiferare in moltissimi campi prima riservati al potere legislativo. Nella relaziono del Senato si afferma che lo Statuto non solo non autorizza, ma addirittura esclude la facoltà di emanare provvedimenti aventi forza di legge. In quella relazione si riconosce soltanto lo stato di necessita, ma si afferma eh* lo stato di necessità si può invocare per giustificare un fatto di Per sè illeggittimo non per creare nuovi diritti. Il Senato approvava un ordine del giorno affei mante la necessità di infrenare l'uso dei decreti-legge. Nello spirito della discussione del Senato e nel progetto si rileva: che il dccreto-ieggj» venne considerato un istituto eccezionalmente pericoloso, politicamente Inferiore, contro ciii occorrono cautele e limiti; che il decreto-legge poteva essere giustificato solo dall'urgenza dello stato di assoluta necessità e che poteva adoperarsi soltanto in determinati casi come qneUl di calamità pubbliche, catenacci finanziari. Nell'esame successivo, da parte del Parlamento, il giudizio sulla necessità era separato e veniva prima 1! giudizio di merito, e perciò, quando la prima condizione non fosse stata riconosciuta, il decreto perdeva ogni forza di legge. Ben diverso è il prager to Rocco. Il potere esecutivo potrà legiferare — in base al progetto Rocco — sulla Or¬ ganizzazione, sul funzionamento e su quasi tutte jc amministrazioni dello Stato, sulla organizzazione del personale addetto ad esse, sull'ordinamento degli istituti di bene licenza. « Il destino dei Governi di roazione » L'oratore, esamina quindi le disposizioni del progetto soffermandosi a rilevarne la portata, e prosegue: Se voi. volete ricorrere a questa legge significa che voi credete d rafforzarvi con provvedimenti eccezionali, ma se guardiamo alla storta, troviamo che leggi simili sono indice di separazione tra il Governo di eccezione e le forze che l'hanno appoggiato, Tra voi e le classi medio, che avevano creduto nel fascismo, è avvenuta la separazióne. Questo è il destino dei Governi di reazióne che possono essere necessari in taluni moménti, ma che, per la stessa loro eccezionalità, non hanno la possibilità di raccogliere grandi e duraturi consensi, « sono perciò condannati a perdere i consensi. Non parliamo di quelli dei contadini e. degli operai... POSSO.NI: — Ma le masse operale sono disciplinate. GRAZIADEI: — Le classi medie, tutte le volte ehe possono farlo senza paura di essere colpite dal Governo, manifestano la io. ro sfiducia à voi. Due fenomeni recenti lo provano: il fenomeno di borsa ed il deprezzamento della lira. Le classi medie investono i pròpri risparmi in altri paesi, dove trovano pure avversari, ma avversari di ben altro càlibro e di ben altra stoffa. Chi bolscevizzerà le classi operale non siamo noi, ma siete voli ROSSONI; — Le masse operaie sono disciplinate ! L'oratore comunista siede tra vivi rumori. Il ministro Rocco Prende la parola il ministro guardasigilli ROCCO, il quale prima di parlare del suo progetto dice: — A nome del presidente del Conpiglio prego i deputati di non assentarsi perchè stasera, alle 10, la Camera dovrà tenére una seduta per discutere argomenti che non sono all'ordine del giorno (commenti). Quindi il ministro Rocco dice: — Questo disegno di legge è stato definito eminentemente fascista. A questo proposito devo dichiarare che con ciò deve intendersi che il progetto mette ordine e disciplina in una materia finora caotica, non già che miri a togiiere al Parlamento le sue facoltà e prerogative. Si tratta, infatti, di un progetto eminentemente normalizzatore. Non vi è dubbio che il potere esecutivo sempre ha avuto facoltà legislative. E' questa una norma di diritto pubblico vigente in tutti gli Stati. Tutto è questione di limiti. Nei primi anni del regno d'Italia, quando l'attività del paese èra ancora ristretta, il Governo aveva larghi poteri legislativi. E' poi accaduto che, man mano che la vita del popolò 6i andava sviluppando, questi poteri si andarono sempre più restringendo perchè si vollero sempre più ampliare i poteri di controllo del Parlamento su tutta l'attività del Paese. Ne conseguì ehe il parlamento dovette occuparsi di una nuantità di materie anche di lieve importanza. Sopravvenne poi la guerra, e le speciali contingenze del momento e le difficoltà di convocazione del Parlamento resero necessaria, da parte di quest'ultimo, la delega al Governo di poteri legislativi. Si ebbe via via un allargamento sempre maggiore della facoltà del Governo di legiferare con decreto, non per capriccio di uomini,' ma sotto l'assillo della necessità. Il numero dei decreti andò poi sempre più aumentando per la necesità di regolare con decreti le più svariate materie, e il Parlamento non potè pili nemmeno adempiere all'ufficio di esaminarli particolarmente per la loro ratifica. Cosi oggi si è giunti ad un punto di tale confusione che se non si provvedesse a disciplinare questa materia in modo definitivo, la situazione peggi orerebbe a tutto danno del Parlamento, poiché l'uso senza freni dei decreti-'egere finirebbe col ridurlo ad una Camera di registrazione. Perciò, con questo disegno di legge il Governo fascista compie un atto di assoluta ortodossia costituzionale, nonostante l'opinione preconcetta di qualche oppositore. • E' stato ricordato il progetto Scialoja; ma esso regolava soltanto la materia dei decretilegge, mentre l'attualo disegno di legge affronta il problema nel suo complesso, nell'intenio ili delimitare con precisione il campo di attività del potere legislativo e quello del potere esecutivo. Infatti, l'art. 1 del disegno di lecere definisce tassativamente le facoltà che gli competono nell'emanazione di norme, per tutti obbligatorie, per quanto si attiene alla esecuzione delle leggi e all'organizzazione dei pubblici uffici. Circa l'esecuzione delle leggi, è pacifico che essa spetti al Governo, ed egualmente è pacifico che spetta al Governo la facoltà di disciplinare i poteri che gli spettano per legge, la facoltà óioe di autolimitare i proprii poteri. Quanto poi all'organizzazione delle pubbliche amministrazioni, non si tratta che di un ritorno alla tradizione giuridica italiana, poiché, fino a qualche decennio fa, essa era, come oggi torna ad essere, prerogativa del potere esecutivo. Tutto ciò renderà più rara la necessità di ricorrere ai decreti-legge, i quali investiranno solo materie di importanza generale e pertanto saranno emanati con maggiore ponderazione. A questo proposito poi non si può disconoscere che vi sono momenti in cui l'uso dei deèreti-legge da parte del Governo è una condizione indispensabile per assicurare la vita dello Stato. Del resto, l'art. 4 del disegno di legge è congegnato in modo da assicurare pienamente il controllo politico del Parlamento escludendo ogni altra forma di sindacato e sancire in modo chiaro l'eventuale decadenza del decreto legge. « All'on. Grazìadei osservo che lo Stato moderno mira ad evolversi e perfezionarsi, e una necessità di tale evoluzioe è appunto la separazione dei poteri, mentre il bolscevismo, che questa specificazione annulla, non è che un ritorno alle forme primitive di convivenza. Ma la divisione del poteri non' può intendersi in modo meccanico, pei che se i poteri statali 6ono divisi, essi però non sono ch3 aspetti di uno stesso organismo unitario : lo Stato. Essi, pertanto, debbono collaborare per realizzare l'unità dello Stato. Il disegno di legge, che regola definitivamente le necessario interferenze tra i poteri dello Stato, non solo rènde omaggio ai principi fondamentali di diritto pubblico, ma costituisce un reale progresso della legislazione italiana ». [applausi fascisti c congratulazioni). Il relatore - L'approvazione GATTI, relatore, esprime il compiacimento della Commissione di aver potuto portare la sua collaborazione ad un disegno di legge che. regola la delicatissima materia dell'esercizio dei poteri dello Stato. Il Governo nazionale ha mostrato con quésto disegno ili legge che esso non indietreggia di fronte ad alcun problema vivo nella coscienza pubblica. II disegno di legge mira a porre limiti, controlli e sanzióni giuridiche ad una situazione di fatto, e basterebbe questo a giustificarlo. Mentre oggi non vi sono limiti alla efficacia e durata dei decreti-legge, d'ora in poi essi dovranno essere ratificali dal Parlamento entro termini ben precisi. Bisogna poi considerare che l'Esecutivo è il potere •centrale dello Stato, ^espressione suprema della sovranità dello Stato. Di fronte alla Nazióne vi deve essere un potere continuo e responsabile, ed è questa necessità che soprattutto giustifica questo disegno di legge; La Commissione confida pertanto che la Camera lo voterà, nella sicurezza che il potere esecutivo, nell'esercìzio delle sue facoltà, si ispirerà soltanto al bene supremo della Nazione. Il PRESIDENTE annunzia Che l'on. Wilfan ha presentato un ordine del giórno, che, a termine dell'art. 10 del regolamento, non può essere svolto, non essendo sottoscritto da 15 deputati. Dà tuttavia facoltà di parlare all'on. Wilfan per una breve dichiarazione. WILFAN esprime anzitutto il suo rammarico per questa limitazione del diritto delle minoranze [Rumori). Quanto al disegno di légge in discussione, crede che esso debba essere rinviato perchè si possa risolvere il problema su nuove basi, istituendo, ad esem¬ pio, accanto al Parlamento Corpi delibera» trivi locali [Rumori). Il PRESIDENTE pone a partito il. seguente ordine del giorno-dell'on. Graziadei: «LaCamera ìion approva il disegno di legge a passa all'ordine del giorno ». Non n approvato e si passa agli articoli. L'art, l.o è approvato nel testo della Commissione, con l'aggiunta al comma N. 3, dopo la parola « provincia », delle altre: € le istituzioni pubbUche di beneficenza ». L'arti, colo 3 passa con l'aggiunta al comma N. 2 delle parole: «il giudizio sulla necessità, «ì sull'urgenza non è soggetto ad altro controllo che a quello politico del Parlamento », e con l'aggiunta alla fine del 2.0 comma delle parole: «della presentazióno viene data immediata notizia nella Gazzetta, lìffli ciale ». Infine si approva l'art. 4, che é l'ultimo.

Luoghi citati: Italia, Repubblica Dei Sovieti, Ton