Dal guardasigilli Rocco a Mussolini

Dal guardasigilli Rocco a Mussolini Dal guardasigilli Rocco a Mussolini ' BOCCO (ministro della giustizia) : — Premette che. non lo si può sospettare di non essere amico della grande famiglia della burocrazia, e mai avrebbe messo la firma ad una legge che avesse avuto significato di ostilità perchè egli ricorda che la burocrazia, in un certo periodo, seppe resistere all'anarchia che scendeva dall'alto e saliva dal basso e assicurò la continuità dello Stato. Non è strumento di persecuzione questa legge; è invece un necessario provvedimento di difesa 11 fascismo andando al governo fu molto generoso coi suoi avversari. Questa legge, ha un carattere essenzialmente politico, in questo carattere politico sta la sua intima .moralità. Era facile fare una leggina che si fosse prestata a tutte le insidie, a tutte le vendette. Iiinanzilullo è il nostro animo clic si ribella a certi sistemi. Noi vogliamo riie coloro i quali servono lo Stalo, rome noi lo serviamo, convengano che non è soltanto formalmente che 10 si serve ma sostanzialmente. E' in questo carattere politico che sta la massima garanzia ; è cosi che noi assicuriamo la grande massa degli impiegati. Essi sanno che potranno essere licenziati soltanto quando si metteranno in antitesi con noi. Noi non vogliaiir.o introdurre nella legislazione un provvedimento continuativo; intendiamo invece di forgiarci gli strumenti della nostra azione. Ci si è detto che cosa succederà con questo precedente, quando venisse un altro ministero. Ebbene, dobbiamo parlarci chiaramente. Il nostro governo non è un ministero. Lo disse chiaramente l'on. Mussolini assumendo il potere. 11 nostro governo segue la rivoluzione fascista, rivolgimento spirituale. Noi ci vogliamo foggiare gli strumenti adatti per la realizzazione dello nosire idee. L'on. Gioitili non ha presentato alcun disegno di legge di riforma burocratica, ma ha prodotto un grande sconvolgimento mettendo a capo degli organi più delicati uomini di sua piena fiducia, uomini che servivano a/1 un uomo, non ad una idea come noi vogliamo, noi che sopra ogni altra cosa sinmo un solo pensiero e una sóla aspirazione; l'Italia soprattutto lappìujisi vivissimi). Del resto, bisogna clic ricordi anche quello che in passato hanno fatto i governi democratici ligi alla massoneria che oggi muove tutto... SOLEBI : — Meno che noi! [Rumori, proteste). BOGCOf — Specie quando nell'aureo periodo anti-clericale perseguitavano l'impiegato se andava in chiesa e lo sorvegliava se accompagnava la moglie e i figli alla Messa, e ciò in omaggio ai principi democratici. Bicorda le famose ficlics del Governo Combes, che attuò la separazione della Chiesa dallo Stalo in Francia, sotto l'impulso della Massoneria. Ciò fere quel Governo in nome della democrazia. Ebbene, noi faremo questo nel nome della Patria. Lo Stato è una entità astratta, che si concretizza attraverso il Governo. Ora, immaginare un funzionario fedele allo Stato e contrario al Governo, è concepire un assurdo. (Applausi fascisti). Il fascismo — si è dello -• è isolato dai partiti. Ebbene, ciò non significa, essere, isolato dalla Nazione. Ci è stato obbiettato che nella applicazione potremo cadere in errori. Ogni legge può essere erroneamente applicata. Noi cercheremo di applicarla con saggezza. Non è vero che la legge porti un onere finanziario perché, in questo caso, non si sa se l'on. De Sl-efani avrebbe dato i fondi... DF. STEFANI : — No! ■ROCCO.:"— La legge sarà applicata a poche persone, che danno triste spettacolo di indisciplina a tutta la Nazione. Lo spirilo elio anima questa legge non ó di persecuzione, ma di difesa. Noi non potevamo più oltre consentire che fra i funzionari dello Stalo fossero degli avversari, che si servivano dei mezzi che lo Stato dava loro per combatterlo. Ricordate quando gli agitatori avevano il permanente sulle Ferrovie! (Applausi fascislQ.-X nostri, oppositori ci .vorrebbero riportare a sistemi di Governo per cui siamo ben lieti di averli contro di noi. (Commenti animati c non molti applausi). FARINAGCI-grida: — Affissione, affissione ! Ma la sua voce non trova eco fra gli altri deputali. Voci: — Chiusura! Chiusura! Il PRESIDENTE mette ai voti la domanda di chiusura, che è approvata. Snrroechl pel "liberal!,, nazionali Prende la parola l'on. SABROCCHI, pei cosi detti « liberali-nazionali ». Egli premette che il gruppo «liberale-nazionale» è assai esitante nel riconoscere i vantaggi di questo disegno di legge: esso non ritiene che al concetto di libertà politica repugni la difesa dello Stato contro impiegati infedeli od ostili, ina teme che una applicazione incanta o eccessiva possa compromettere senza giusta causa diritti validamente costituiti, e che sia difficile dissipare dalla burocrazia, fondamentalmente onesta, un turbamento di coscienza e di dillondere nei cittadini preoccupazioni di una minore imparzialità nella pubblica amministrazione. Ma. poiché il Governo, sotto la sua responsabilità politica, chiede questi temporanei poteri, non crede di noier rispondere con un reciso diniego, che presupporrebbe un generale dissenso con la politica del Governo e larghe affinità colle opposizioni. Invoca perciò una formula, e in tal s»nso ha presentato un emendamento, nel senso cioè che le manifestazioni di fflcompatibilità con le direttive del Governo, che daranno Hogo all esonero, debbano essere di carattere essenziale e derivanti dalla inosservanza dei particolari doveri dell'impiegato per la particolare e specifica natura della sua {unzione. 11 gruppo ritiene pure che questa legge, per il suo carattere eccezionale non possa applicarsi ai magistrati dell'ordine giudiziario. (Vivi commenti). Bitiene jnnn> elio ai funzionari si debba concedere di conoscere le cause per le quali si provvedere!)be al loro esonero, in modo che sia possibile la difesa contro accuse ingiuste ed infondate a coloro che possono essere facile bersagho di sospetti o delazioni per una consue udine di austera riserva. Con questa proposta e con questo riserve, il gruppo appro(ConiMMtif8'0 a"Q discussiono degli articoli. L'on. Mnffi c Landra Mussolini c le chiari MAFFI chiede la parola per una dichiarazione di voto, ma non appena il deputato comunista comincia a parlare, un fascista grida: — Landrùl MAFFI, rivolgendosi all'interruttore, di rimando: — Morrai arso in una cucina economica ! (ilarità vivissima). Dai settori della maggioranza si grida al1 indirizzo del deputato comunista: — Iettature! lettatorcl — Poi, molti fascisti agitano le chiavi facendo degli scongiuri e per alcuni minuti risuona nell'aula il rumorio delle chiavi agitate. Anche l'on. Balbo si avvicina al banco del Governo e fa toccare al presidente del Consiglio alcune chiavi. Ristabilitosi il silenzio, l'on. MAFFI dici che intende rilevare in modo inequivocabile che la burocrazia, uscita dulia media bor gliesia e asservita alla borghesia dominante, ha prima avversato il proletariato, poi è divenuta antifascista, conservando però la mentalità che e presidio della borghesia, la qua le fa dei ceti medi degli strumenti servili. L'esperienza di questa legge servirà a snebbiare la mente dei ceti medi da cui esce la burocrazia. La classe degli impiegati lottando sotto la guida del Partito comunista (rumori) e della Terza internazionale (rumori), pòtra conquistare la propria redenzione. Questa legge è animata da uno spirito di follia persecutoria. I fascisti rumoreggiano vivacemente l'oratore e questi allora grida: — Il vostro Governo potrebbe risparmiare un milione e mezzo, mettendo al vostro posto dei lattoni intona-rumori e licenziare la maggioranza 1 Conclude dicendo che, come quella contro la massoneria, questu legge, che ha tutte le caratteristiche delle leggi persecutorie, non raggiungerà lo scopo. VOLPE GIOACCHINO dichiara quindi che negli uffici si è manifestato contrario alla legge» ma per ragioni giuridiche. Tuttavia, per disciplina, voterà a favore. PRESIDENTE: — E' stato presentato un ordine del giorno di fiducia. MUSSOLINI, vivacemente protesta contro la fiducia: — lo non la chiedoI Io chiedo 11 passaggio alla discussióne degli articoli. Si ini/ivi quindi la soluzione per appello nominale chiesto dall'opposizione nell'aula. Alle 2i,lo il precidente proclama il risultato della votazione nominale sul passaggio alla discussione degli articoli: Presenti e votanti 316. Hanno risposto SI: 274, Hanno risposto NO: 42. La Camera approva il passaggio alla discussione degli articoli. Hanno votato contro i combattenti dissidenti, i giolittia.ni, i comunisti. Gii emendamenti di Sarrocchi SAROCCHI svolge i seguenti emendamenti all'art. 1, presentati insieme ai 24 deputati liberali-nazionali: «Al comma 1, rigo settimo, alle parole: « che per ragioni di manifestnzioni. ecc. », fino alle parole « direttive politiche del Governo», sostituire le parole: « il quali abbiano compiuto atti che, avuto riguardo ai loro particolari doveri, li pongano in condizione di incompatibilità con le direttive politiche essenziali e all'attività di Governo ». Al comma 2, alla fine del periodo, aggiungere. « previa contestazione dell'addebito ». Al comma 3, sopprimere la parola: «giudiziario». Aggiungere un comma 4, così formulato: « Le disposizioni della presente legge non si applicano ai magistrati dell'ordine giudiziario ». L'oratcre ritiene che il dissenso manifestalo dagli impiegati debba essere cosi essenziale da creare la presunzione di una vera e propria mancanza ai doveri fondamentali di fedeltà. Insiste su quanto ha già detto nella sua dichiarazione di voto, sulla superfluità o 6iii danni di questa disposizione ove, contrariamente ai principii statutari, es6n venisse applicata alla magistratura giudicante. Se si vuole arrivare a sindacare il pensiero" dei magistrati quale Tisulta dai loro giudicati, ciò assolutamente é da non raccomandare perchè la superiorità della magistratura a lutti i Partiti e in ogni Paese garanzia di serena giustizia (commenu). Tra Masso!ini e Ovisrlio MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri: — Non accetto questi emendamenti per il carattere politico della legge. La contestazione dell'addebito praticamente ci sarà. La magistratura non può costituire una ec: cezione alla regola. Ci sono altri organismi delicati che potrebbero, a questo titolo, rivendicare il diritto a questa esenzione. Accetto del primo emendamento il criterio discriminativo dell'atto, il cui valore, evidentemente è diverso secondo l'ambiente ove si svolga e il grado che ricopre il funzionario. Prego quindi il proponente di ritirare gli emendamenti e. ove volesse mantenerli, prego la Camera di respingerli. SARROCCHI prende atto delle dichiarazioni del Governo. OVIGLlO ha votato il passaggio agli articoli per la piena fiducia che ha nel Governo nel senso che questo, ove debba applicare la legge, lo farà con senso di assoluta giustizia. Voterà tuttavia gli emendamenti ileH'oii. Sarrocchi recativi alla magistratura perchè ritiene che l'indipendenza della magistratura debba essere assoluta. Questa è stata la sua direttiva quando è stato al Governo (commenti). Sa che in questo, da taluni compagni di partito, non è stato approvato; è stato anzi criticato; ma egli non potrebbe votare contro a quelle che sono state le sue costanti direttive. MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, dice: — Dichiaro che se, dopo circa tre anni di Governo, mi sono deciso a prendere l'iniziativa di questo disegno di legge, l'ho fatto a ragione veduta. Il disegno di legge non ha intenti persecutori contro nessuno... OVIGLIO, interrompendo: — Ne sono sicuro. •' •" ■'■ -■' " ■ ir: ■■ • MUSSOLINI: — ... Ho "difeso gli impiegati quando si è trattato di adeguare i loro stipendi ai bisogni delia vita.. Ora è avvenuto che nei primi mesi la burocrazia, per un fenomeno di mimetismo, ha'preso 11 colore del tempo. Ma, dopo gli avvenimenti del giugno scorso, mi sono convinto che fu un errore di non aver provveduto, dopo la marcia su Roma, ad una spietata epurazione (applausi). « Gli impiegati possono dividersi in tre gruppi: i tesserati, gli afascisti, quelli che non partecipano comunque alle lotte politiche ma hanno un forte senso del dovere e sono fortunatamente la enorme maggioranza. Ma,ci sono in quelli che si possono definire i gangli nervosi dell'amministrazione dello Stato individui irreducibili che non è più possibile tollerare per ragioni morali. Mi duole dire, on. Ovi«lio, che di questi individui, non molti per fortuna, ve ne sono anche nella magistratura. Alcuni, che dovrebbero essere se non del tutto al disopra della mischia, alieni almeno dal parteciparvi direttamente, non si attengono a questo criterio. Un professore di diritto, il prof. Manzini, dell'Università di Padova, sosteneva, con copia di argomenti convincenti che il Governo fascista, appena arrivato a Roma, aveva il diritto di crearsi una propria magistratura. Il Governo non lo ha fatto, ma oggi è urgente provvedere a questa epura zione. perchè, on. Ovidio, non è un governo nè un ministero, ma è un regime (applausi). Perchè il regime, ha fonti di vitalità imponenti, vuole durare e durerà e perchè i compiti, che deve assolvere in tutti i rami dell'amministrazione, sono immensi urgenti e formidabili. Nello concezione fascista la burocrazia è un esercito. E' necessario che tutti i burocrati non facciano il sabotaggio del ruotismo della burocrazia. Ora ho invece constatato molte volte, e potrei documentarlo, che provvedimenti urgenti stagnarono sul tavoli di burocrati appunto nell'intento di sabotare l'azione esecutiva del Governo. Tuttor.iò deve finire. La temporaneità del disegno di legge dimostra il suo carattere che è politico, ma sovTnttutto morale e per questo non tollero esclusioni di sorta (vivi applausi dello, maaalornnzn). SArtDI (relatore) è d'avviso che nessun emendamento Sarrocchi sia da accettare. Si oppone alla contestazione dell'addebito che può ingenerare gravissimi dubbi. Non si tratta di persecuzione contro gli impiegali ma di constatazione di una incompatibilità spirituale che deve essere lasciata alla discrezio-oc saggia misurata del Governo. Nessuna eccezione per la magistratura, perché se questa avesse il diritto ad un trattamento speciale in vista delle sue funzioni, altre categorie come la Corte dei Conti, 1 profpssoii universitari, gli alti gradi dell'esercito vi avrebbero eguale diritto. Del resto, i provvedimenti saranno presi dal Governo i! quale ne risponde politicamente alla Camera. ROCCO (ministro di G. G-), dice: — Si è parlato della magistratura. Dichiaro chi! la magistratura deve non fare della politica di nessun genere. Non chiediamo che faccia della nolitìca fascista ma si esige che non faccia dell antifascismo- Fortunatamente non vi è che una inltu.a minoranza di magisirali che si trova in questa situazione. Mi auguro che la legge non debba essere neanche applicala e che costoro siano posti automaticamente al bando della magistratura italiana .approvazioni). Mussolini chiede mia» spiegazione a Giunta Il PBESIDENTE pone a partito gli emendamenti dell'on. Sarrocchi (Essi sono respinti). Si approvano lutti gli articoli del disegno di legge. L'on. CASEBTANO dice che il disegno di legge sarà votato a scrutinio segreto. Con questo la seduta sembra chiusa, ma l'on. MUSSOLINI fa cenno di voler parlare. Fra l'attenzione generale si alza e dice reciso: — « Ieri, mentre parlava l'on. Dudan, l'on. Giunta lo interruppe con questa frase che si rileva dal resoconto: « E' la politica di Sforza applicata da Contarlnl I.». Chiedo che l'onGiunta dia alla Camera c a ine spiegazioni di quest.e parole (impressione). GIUNTA, si alza dal suo banco dell'estrema destra e dice: — Premetto che dò spiegazioni solo per doveroso riguardo alla persona dell'on Mussolini. Entravo ieri nell'aula quando l'on. Dudan, con lo strazio del dalmata che ha vissuto tutta la passione adriatica, stava elevando la sua accorata protesta contro il disegno di legge che consacra alla nazione la città di Fiume, approvato quasi con Indiffe¬ renza dalla Camera italiana. Al pari dell'on. Dudan, io ho vissuto come combattente, come legionario e come fascista, tinta la passione di Fiume. Ascrivo a mio onore essere intervenuto nella giornata del 23 marzo con un mas a provocare la battaglia, che causò parecchi morii, ma che disse la parola decisiva sulle sorti di Fiume e liquidò lo zanellismo e Je mire jugoslave su Fiume. Interrompendo simpatie unente l'on. Utdar. dissi che" quella di cui egli si lamentava era l'effetto della politica del conto Sforza, applicata dal Governo fascista, e questo non era altro che l'espressione di una realtà dolorosa che, purtroppo, nessuno, e nemmeno il presidente del Consiglio potrà negare. MUSSOLINI, insorgendo: — Lo nego in pieno, lo nego recisamente I GIUNTA: — Eppure 6 la veritàI MUSSOLINI: - Fiume è ilallana, c'è stato il Re d'Italia! GIUNTA: — Ho affer.mato che era purtroppo la politica del sen. Contarmi perchè, quando fu inviato dal Partito fascista a seguire la Conferenza di Genova e, di Santa Margherita Ligure, fu Inviato appunto per impedire che si cedesse Porlo Baros alla Jugoslavia. E Porto Baros fu dato alla Jugoslàvia con la convenzione di Santa Margherita e non col trattato di Rapallo. MUSSOLINI, scattando di nuovo: — No, dal trattalo di Rapallo, con la lettera segreta del conte Slorza. GIUNTA: — Ma, on. presidente, il fascismo andato al pttere avrebbe, potuto impugnare quella lettera... MUSSOLINI, irritatissimo: — ... Facendo una dichiarazione di guerra alla Jugoslavia (approvazioni). ' La maggioranza fascista approva l'atteggiamento del presidente de! Consiglio; qualcuno rumoreggia l'on. Giunta. CABADONNA : — Ma se l'on. Mussolini lo spiegò esaurientemente al Sonato I GIUNTA: — Comunque, fu una dolorosa necessità sottomettersi. Non so se quanto ho detto costituisca un atto di indisciplina o un grave apprezzamento ai danni del senatore Contarmi, Questi, del resto,, essendo, oltre che segretario generale al Ministero degli Esteri, anche senatore del Regno, potrà difendersi e accusarmi all'altro ramo del Parlamento (commenti). Si alza quindi MUSSOLINI (senni di attenzione): — Non posso dichiararmi soddisfatto di queste dichiarazioni del deputato Giunta. Anch'io ho sentito la passione fiumana. Ricordo anche che portai a Fiume un aeroplano da Novi Ligure. Lasciamo stare adunque il passato I Non intendo che la politica estera del fascismo, di realizzazione pratica, diretta da me, debba essere parificata alla politica di un uomo, che io, innanzi a quésta assemblea, qualifico come un mentitore e come un traditore. Porto Baros non è stato dato dal nostro Governo. Il trattato di Rapallo pi evedeva Fiume città autonoma. Noi, lottardo, riuscimmo a farne una città italiana sia pure senza il porto. Noi con la nostra politica abbiamo ottenuto il rifiorimento dei commerci di Fiume. Gli jugoslavi sono dei gruppi etnici che esistono e non si possono negare. L'on. Giunta dovrebbe saperlo. Se oggi la bandiera italiana è nell'Egeo e nel Giubaland, questo è merito del fascismo. Se abbiamo riconquistato delle posizioni in Albania, questo è merito del fascismo, che non è responsabile dell'abbandono di Valona permesso dal conte Sforza [applausi). Ma quando 6i vive ora per ora la politica estera del proprio Paese, come la vivo io, quando si può constatare che tutte le pratiche di politica estera sono scritte di mio pugno, non posso permettere che un deputato fascista, al quale riconosco dei meriti altissimi, faccia delle interruzioni che si possono prestare in Italia e all'estero ad.una Interpretazione incerta, obliqua e sinistra (applausi). Questo è un momento in cui la politica estera dell'Italia è straordinariamente attiva c si svolge in maniera tale da far tremare le vene e i polsi a uomini assai più forti di me. Ritengo chiuso l'incidente. Prego i deputati fascisti, quando si tratta della politica estera, che è diversa dalla politica interna e che si svolge in un raggio illimitato, (il contenere il proprio linguaggio (nuovi, applausi calorosi dei fascisti. Si (/'ida: Viva Mussolini t). PRESIDENTE: — Domani vi sarà seduta nntìmeridiana. La seduta è tolta alle 23,10. L'appello nominale Hanno, risposto 81: Abisso, Acerbo, Adlnolfl, Attertl. Albicint, Alrtlmat. Alfieri, Altee, Amlcuccl, Antonelll. Armato, Arnonl, Arplnatt, Arrlvabene Ciliberto, Bagnasco, Batocchi, Balstrocchl, Balbo. Banelll, Baraglola, Barattolo, Barbaro, narhlelllnt Amlrtel, Barbieri, narduzzl. Barnaba. Bartolomei, Bassi, Belloni Amedeo, Belloni Ernesto. Bennati, Bennt, Bertacchl. Bette. Biagi, Btancardl, Bianchi Fausto, Bianchi Michele, Blfanl, Btlucaglia, Bisi, Bodrero, Bonaltito. Bonardi. Boncompagn! Liidovtsl, Bono, Brescia Edoardo, Brocrardl, Buronzo. Buttafuochi, Cacci.inlga, Candii, Canovai, Cantaluoo. Cao, C-anrlce, Caradonna. Cartolato, Carnazza Gabriello, Cartoni. Carusi. Casairrande di Vlllavlera. Casallni Vincenzo, Catalani, Cavalieri, Cecl, Celesta di Veptlasco. Cervi. Ceserant, Chiarelli, Chiarini, Chiostri, Clan Vittorio, Ciano Costanzo, Ciardi, Ciarlantini, Clmoronl, Coluccl, Crlsafulll-Mondlo, Crlstlnl, Cucini, D'Alessio Nicola, D'Ambrosio, De Capitani D'Arzaeo, De Cristoforo, Do Marsico, De Martino De Simone, De Stefani. Di Giorgio, DI Marzo. Donejranl, Dudan. Fattrici. Farinacci, Fedele, Federzonl, Fera. Ferretti. Flnzi. Forni Roberto. Foscnlnt. Frnnrn. Frlpnanl. Oatì'M. Gnv Silvio Galeazzl, Gallo Marcello. Gangltano Garglol11, Gatti. Gemelli. Genovesi. Gentile, Geremlrcn. Giuliano; Giunta, Giurati, Gnocchi. Grandi Dino. Grassi Voces, Gray Ezio, Greco Paolo, Guac.cero, Imbertl. Insabato, Jole. .Tosa, Jung, Lancila. Lanfraneoni, Lanza di Scalea, Lanzlllo, Larnssa, T.elcht, Leonardi, Leoni Antonio, Lessona. Llmonjrelll, Llssia. Lo Monte. Loreto, Lunedi, Limi, Macarlni-Carmisnanl, Maccotta, Madia, Ma (Tel, Maggi, Magrini, Majorana. Mammalella, Manaresi. Manfredi, Mantovani, Maravlcrlla, Marchi eilovannl, Mariotti, Marquet. Martelli, Martire, Matlel Gentili, Mauro, Mazzollnl, Mazzuccò, Mccco, Merlano. Messedaclta, Mlart. Milani Giovanni, Migllanl G. Battista. Monglo, Morelli Giuseppe. Moreno, Moretti, Mracb. Moscatello. Mussolini, MuzzarinI, Nèerlni. Nunziante. Olivi, Olmo, Orano, Orsolliit-Cencelll. Ovigllo, Padulll, Pala, Palmisano, Paolurcl. Pavoncclll, Pedrazzl, Femori. Pennavaria, Petna. Petrlllp. PieTazzl, Pili' Firn-ine, Plscntl. Postiglione. Preda. Pntzulu. Rachel!. Radilo, Raschi Romolo, Ravnzzolo, Re David, Renda, Restivo, Riccardi, Ricci Renato. Riolo Salvatore, Rocco Alfredo. Romanlni. Romani Michele. Romano Rueruero. Rossi Pelagio, Rossi Pier Benvenuto, Rossi Passavantl, Rossonl. Rotljrliano, Russo Gioachino. Russo Luigi. Salerno. Sa mirini, Sanna. Sansanetll. Sansone, Sardi. Sarrocchi, Savinl, Schlrone, Pelatola, Serena. Serplerl. Eeverinl, Sciotto. Stnarl, Solnil. Spezzoni. Spinelli Domenico, Starace. Suarrio, Suvlcli, Teruzzf. Tofani. Torre Andrea, Torruslo. Tosi. Tosti di Val Minuta, Tovlnl. Trigona. Tullio. Tamerici, Unsraro. Vacchelll, Valéry, Venlno. Ventrella Almeriao. Verdi. Viale. Vicini. Volpe Gioachino, Zaccaria, Zancanl. Zlmolo, ZugnI. Hanno risposto NO: De Grocls, Ducos, Fazio. Ferrari, Gasparotto. Gennari, Giovannini, Graziadel. Lanza di Trillila, Lo Sardo, Matti, Mussotto, Orefici. Paolettl. Paratore, Pasqualino Vassallo, Pellanda. Pennlsl di S. Martrlierlta, Piceli!, Pivano, Pngirl. Rlbnldl. Riccio Vincenzo, Rocca Massimo. Rossini, Rubini. Salandra. SavelII. Solerl, Srebrlnc, Susi, Velontlnl, Viola, wilfann. Il corrispondente del "Mondo,, da Bologna subisce la sesta aggressione Roma, 19. notte. 11 Mondo, non sequestrato, ha da Bologn i : <■ Questa notte il corrispondente del Mondo C stato vittima di una nuova aggressione da parte dei fascisti. Egli transitava, verso le 1,30, per la via Oberdan, quando, all'altezza di via Goito, si imbatteva con una squadra di quattro fascisti in camicia nera e armati di bastone. Passando accanto ni gruppo, il Fabi udi mormorare alcune parole, che comprese esser rivolte a lui. Tuttavia prosegui per la sua straela, ma, fatti pochi passi, venne raggiunto e fermato dai quattro fascisti, uno ,dei quali gli domandò arrogantemente: « Tu sei Fabi, il corrispondente del Mondo? ». Il Fabi rispose affermativamente aggiungendo di sentirsi orgoglioso e onorato di appartenere al Mondo. Immedirttament© l'altro lo colpi al viso con un pugno, mentre i suoi compagni gli si buttavano anch'essi addosso tempestandolo di pugni e colpendolo con i bastoni. Dopo un po' il fascista che per primo aveva rivolto la parola al Fabi, e che sembrava essere il comandante della squadra, ordinò ai suoi compagni di smetterla e l'ordine venne subito eseguito. Mentre gli aggressori 6i allottavano, uno di essi gridò al Fabi: « — Per oggi basta, ma ricomincieremo. « 11 Fabi ha fortunatamente riportato solamente leggiere contusioni e questa è la sesta aggressione cui egli è stato fatto 6egno ». DA BIELLA Morsa da una vipera al piede sinistro mentre tagliava ti fieno, la contadina Orso Ida da Candolo. p. staia ricoverata all'ospedale di Biella con prognosi riservato. In preda .- a delirium trcrr.cn» » s'ft impiccato Angelo Rosso fu Fellee d'anni 46, da Roppolo.