Le Opposizioni rinunciano ancora alla tribuna parlamentare

Le Opposizioni rinunciano ancora alla tribuna parlamentare Le Opposizioni rinunciano ancora alla tribuna parlamentare I Gruppi dell'Aventino, eccettuato quello della democrazia sociale, si pronunciano a maggioranza contro la discesa — La Giunta esecutiva aggiorna la revisione della tattica Roma, 16, notte. L'Aventino non discende : i deputati secessionisti restano immobili sul sacro colle. Ieri sera la situazione era nelle mani dei socialisti unitari. Si sapeva infatti che i popolari, di fronte ad una decisione in senso descensionistà degli unitari, avrebbero vinto le ultime riluttanze, e che i massimalisti ed i repubblicani si sarebbero rimessi disciplinati alla volontà dei gruppi maggiori. Quanto ai demo-sociali, essi si erano già riuniti ed avevano deliberato in senso decisamente favorevole alla discesa. Conoscete le dichiarazioni dell'on. DI Cesari). Dal canto suo la Giunta esecutiva del. l'Aventino stava studiando le modalità tecniche della discesa e si faceva già da taluni, con molta discrezione, il nome del deputato che avrebbe dovuto fare alla Camera una dichiarazione in nome di tutte le opposizioni secessioniste. Che cosa è dunque avvenuto? E' avvenuto questo. Di fronte al caso Donati, i popolari hanno, nelle ultime 48 ore, accentuato la loro ostilità al Governo ed hanno significato agli altri gruppi, particolarmente al gruppo unitario, il loro stato d'animo. Dal canto loro gli unitari si sono trovati un po' abbandonati a sé stessi. I fautori della discesa, di cui era autorevole interprete l'on. Turati, si sono astenuti, a incominciare dallo stesso Turati, da qualsiasi pressione in senso discensionista, mentre l'on. Treves ritornava al suo antico punto di vista re cando in tale modo un rinforzo inatteso e decisivo alla corrente contraria alla discesa. Nella riunione degli unitari, pertanto, l'on. Turati si è trovato seguito da altri cinque deputati, contro 10 favorevoli alla astensione e contro altri 6 fautori delle dimissioni. La deliberazione degli unitari è stata accolta con giubilo da quei popolari che non volevano scendere e che hanno avuto facilmente ragione dei colleghi favorevoli alla discesa. Nel campo popolare, le due tendenze si bilanciavano. I contrari al ritorno nell'aula si erano astenuti fino ad oggi da qualsiasi azione che potesse assu mere carattere di una pressione in favore della loro tesi preferita. E questo per due ragioni; prima di. tutto perchè i fautori dell'astensione pensavano che le ragioni atte a giustificare lo stalu quo fossero state sciupate dal fatto stesso che erano state poste in discussione; in secondo luogo perchè una propaganda troppo spinta in senso astensionista pareva ad alcuno degli stessi intransigenti non conforme all'abito ed a quella che deve essere la mentalità di un partito cattolico. E' facile pertanto im. maginare con quale respiro di sollievo è stata accolta la decisione dei socialisti unitari, da quei popolari che, fino, ad oggi, non erano riusciti a smuovere i loro colleghi desiderosi di rientrare nell'aula. La deliberazione degli unitari permise loro di conquistare facilmente il sopravvento trincerandosi dietro un fatto compiuto, che costituiva, oltre tutto, un comodissimo alibi. In seguito alla deliberazione degli unitari e dei popolari i massimalisti hanno riconfermato la tattica dell'astensione ed altrettanto hanno fatto i repubblicani. Di fronte a queste decisioni la Giunta esecutiva delle opposizioni si è trovata nella necessità di redigere un comunicato che, mentre rende omaggio alla volontà dei gruppi, modifica sostanzialmente ile ragiona che determinarono là primitiva secessione. Chi legga con attenzione quel comunicato non tarda a persuadersene. Per la prima volta, infatti, si parla della secessione come di ima tattica: si dice esplicitamente che non esistono attualmente delle condizioni che possano giustificare la discesa. Salta agli ochi il fatto che le ragioni le quali avevano mesi fa consigliato un atteggiamento inspirato ad una intransigenza assoluta ed insuperabile, vengono all'atto pratico sostituite da altre di carattere contingente, che soltanto l'avvenire potrà confermare, modificare o distruggere. Tutto ciò non deve stupire alcuno; era anzi inevitabile. Non si mette impunemente in discussione una tattica come quella che era stata adottata dall'Aventino. Non è consentito alla cronaca diffondersi in commenti, sebbene ricordate che noi rilevammo, parecchi giorni fa, che ì deputati secessionisti, e particolarmente gli unitari, — i quali avevano speciali ragioni — si sarebbero decisi più facilmente in favore della discesa se ave-ssero avuto davanti a sé un maggior lasso di tempo, necessario non tanto a discutere quanto a preparare l'animo adeguato al « passo deM'uscio *>. Rilevammo che questo ena il Jato debole dell'Aventino e non esitammo ad affermare ohe tale debolezza era stata intuita dal presidente del Consiglio, che proprio per questo aveva anticipato di una diecina di giorni la riapertura della Camera, Con questa decisione il .presidente del Consiglio si proponeva due scopa-: accettare subito la battaglia parlamentare minacciata dai secesionisti, e privarli con temporaneamente del tempo utile per i necessari esercizi spirituali. In fondo, il presidente del Consiglio non desiderava il ritorno dell'Aventino. Prima di chiudere queste note ci sia consentito di rilevare, per la cronaca, due fatti: che l'on. Amendola è il solo deputato che da questa avventura esce incolume, perchè si sa che egli era preparatissimo alla discesa e pronto a tutto; e che l'on. Gioiitti aveva preveduto la soluzione odierna esattissimamente fino nei minuti particolari. Non per nulla il vecchio uomo di Stato ha governato per tanti anni l'Italia! M La decisione negativa Roma, 1G, notte. Giornata movimentata, oggi, per l'Aven tino. Dopo il gruppo demo-sociale, già pronunziatosi fin da ieri sera, tutti gli altri gruppi hanno preso la loro decisione. Due riunioni hanno tenuto gli unitari, due i popolari, una soia gli .altri. Il risultato è stato la vittoria della tesi intransigente, per cut l'Avieaitino, per ora, non scenderà. Ecco da cronaca particolareggiata delle riunioni. Gli unitari: 6 contro 16 Il gruppo socialista unitario ha tenuto due lunghe riunioni, nella mattinata e nel pomeriggio. Nonostante che la maggioranza del gruppo fosse anti-descensionista, pure la discussione è stata laboriosa per il fatto stesso che l'opinione dei maggiorenti del gruppo era divisa, ed il più autorevole di essi, Turati, si era manilestato decisamente favorevole alla discesa. Alla riunione erano presenti 22 deputati unitari. L'on. Turati, che coll'on. Baldesi rappresenta gli unitari nella Giunta aventiniana, ha riferito circa la discussione svoltasi in seno alla Giunta stessa spiegando che questa, dopo aver predisposto tutto per la discesa, affinchè i gruppi non fossero còlti impreparati da una decisione di reingresso, si è rimessa per la decisione definitiva ai singoli gruppi. Di qui la necessità che il gruppo unitario manifestasse liberamente il proprio pensiero. Dal canto suo, l'on. Turati ha parlato brevemente ed eloquentemente in favore del reingresso, sostenendo che, nella situazione attuale, i gruppi aventiniani dovevano riprendere in pieno la loro attività parlamentare. Nonostante che la tesi descensionistà fosse sostenuta dallo stesso leader del gruppo, in favore di essa si sono pronunciati soltanto gli on. Canepa, Morgari, Casalini, Baldesi e Innamorati. Contro questa tesi si sono manifestate due tendenze: una, sostenuta dall'on. Modigliani e condivisa dagli on. Gonzales, Labriola, Cosattini ed Agnini per le dimissioni immediate; l'altra — che ha avuto maggiori consensi — per la riaffermazione della tattica intransigente e secessionista. L oratore maggiore di questa tendenza è stato 1 on. Treves, a cui si sono associati l'on. Musatti ed altri. Cosi il risultato è stato il seguente: favorevoli alla discesa- ticontrari: 16. i Questa votazione segna un regresso verso la tesi intransigente, la quale nella riunione precedente del gruppo aveva avuto 7 oppositori, fra cui lo stesso Treves, che oggi si è dichiarato anti-descensionista. Anche l'on. Trampolini si è manifestato contrario alla discesa. I Popolari : 3 contro 22 Anche i popolari, come gli unitari, hanno tenuto due sedute: una mattutina, l'altra pomeridiana; ma nell'antimeridiana per la assenza di molti deputati, il gruppo si è occupato, prima di affrontare il problema della discesa, del Congresso che avrà hn-go il corrente. E' stato nominato un Comitato (li organizzazione, che traccierà anche il programma del Congresso e nominerà i relatori. Fatto quindi un primo assaggio sull'argomento della tattica parlamentare, si è avuta subito l'impressione che i descensioiiisii, già in minoranza, non avevano guadagnato terreno. Ma la discussione in pieno è stata fatta nel pomeriggio. L'on. De Gasperi ha svolto la sua relazione 6ui lavori della Giunta e sulla situazione uolitico-pm lamentare. Alla discussione limino partecipato gli onorevoli Gronelii, Bresciani, Martini, Anile, De Gasperi, Cingolani. In sostanza, al gruppo è sembrato che un mutamento di tattica non può verificarsi ai fini della pucilieazione e della giustizia, fino a che sulla base delle risultanze giudiziarie non si potrà dire la parola definitiva sulle responsabilità morali e politiche degli avvenimenti del giugno liKi. ■ invio del Questa lesi, che equivaleva ad un ''invio de remgresbo nell'aula e significava pertanto lt. riaffermazione della intransigenza, è stata approvata da 22 dei -'j deputati presenti alla . riunione Solo 3 — gli on. Anile, Martini e Siles — sono etati per la discesa. E poiché 1 gli on. DI Fausto e Milani, entrambi notoriamente descensior.isti, erano assenti, si può dire che in tutto il gruppo i fautori della discesa siano sempre quegli stessi Che la sostennero in precedenti riunioni. Infine fu confermato il mandato di fiducia ali'on. De Gasperi, quale rappresentante del gruppo nella Giunta esecutiva. I Democratici : tatti no In senso presso a poco Identico 6i è conclusa la riunione dei deputati democratici unionisti, tenutasi nei locali di via dell'Umil-. tà e presenti gli on. Amendola, Bencivenga, Mole, Presutiti, De Caro, Bracco, Lombardi. Nicola e Berlinguer. La discussione è stata assai breve ed ha condotto ad una dichiarazione unanime d'intransigenza in conformità a quello che è stato il pensiero generalmente espresso nel Congresso costitutivo del Partito, che stamane ha chiuso i suoi lavori. Una dichiarazione in tale senso è stata votata da tutti i presenti. (L'on. Giuffrida, notoriamente favorevole alla discesa, non partecipò alla riunione), con la sola astensione dell'on. Amendola, il quale ha voluto cosi, per un 6enso di delicatezza, non far pesare la propria volontà sulla decisione dei suoi fedeli seguaci. L'on. Amendola è stato quindi incaricato di portare in eeno alla Giunta esecutiva il pensiero dei gruppi unionisti, m senso nettamente aventiniano e contrario al ritorno nell'aula, nelle condizioni presenti, salvo riesaminare la situazione qualora intervenissero elementi nuovi. Massimalisti a Repabllcanl: tutti no Anche 1 massimalisti si sono dichiarati contrari alla discesa. Dopo la riunione infatti venne diramato il seguente comunicato: « Il gruppo, udita la relazione dell'on. Oro « Nobili, approva l'opera del proprio rappre« sentante nella Giunta delle opposizioni, al« la quale riconferma la fiducia, e dichiara, « per le ragioni ideali e politiche sempre c sostenute dal Partito, di essere nettamente € contrario alla progettata discesa nell'aula ». L'ordine del giorno è stato presentato dal segretario del Partito dott. Vernocchi e votato all'unanimità. L'on. Gallani ha proposto lo sbloccamento immediato dei massimalisti dall'Aventino, ma la proposta, messa in votazione, non ha avuto altro voto favorevole che quello del prò ponente. Quanto alla riunione del repubblicanL il pensiero contrario del solo on. Chiesa è risultato assai attenuato. Alla fine della riunlone è stato diramato il seguente comuni cato: « Il gruppo parlamentare repubblicano, riu « nitosi per esaminare la situazione politica « ha approvato l'atteggiamento fin qui se« guito dal suo rappresentante nella Giunta « delle opposizioni, confermandogli il man« dato di opporsi al ri-torno nell'aula. Il grup« po si è quindi intrattenuto intorno all'azio« ne avvenire dell'Aventino e l'atteggiamen« to da tenere in proposito ». II deliberato della Giunta Terminate con la riunione dei repubbii cani le decisioni dei gruppi, alle 19,30 «i è radunata a Montecitorio la Giunta esecutiva. Erano presenti gli on. De Gasperi, Turati, Amendola. Di Cesarò, Facchinetti, Oro Nobili. La riunione si è protratta fino alle 21. Ciascuno ha riferito sulle concluisioni del proprio grappo, dopo di che si è .adottata la seguente decisione: « La presentazione alla Camera dei diti segni di legge sulla dispensa degli im« piegati e sui poteri legislativi affidati al « Governo, hanno suscitato, nelle correnti (( di opinione pubblica facenti capo ai par. « tilt della secessione, un profondo e giù« stificato allarme, e una viva e sincera « preoccupazione di difesa contro il periti colo rappresentato dalla minacciala leti gislazionc fascista. Tale allarme e tali « preoccupazioni hanno determinato preti cise proposte alla Giunta esecutiva delti l'Opposizione, nel senso di un immediato » intervento dei gruppi secessionisti nel ti l'aula parlamentare per una energica op ii posizione ai disegni di legge in questione, « La Giunta Esecutiva, pure rendendosi » conto che nessun sforzo delle opposizioni ti nelle presenti circostanze potrebbe impe. ii dire l'approvazione delle leggi cosi dette » fasciste, e pure dubitando seriamente che a tale loro approvazione, avvenuta in preti senza delle opposizioni tornate nell'aula, ti sarebbe apparsa più valida di quanto ti non possa essere di fronte alle riserve e ii alla protesta che la secessione oppone a tt tutta l'attività dell'attuale Camera, fino a ti che durino le presenti condizioni, ha tutti tavia riconosciuto che la proposta richie» deva il piti serio e coscienzioso esame, ed ii ha ritenuto essere suo dovere di sottoti porla ad esauriente discussione e infine ti alla decisione responsabile dei gruppi a« derenli. « Dalle riunioni dei gruppi avvenute nel. » la giornata d'oggi è risultato essere npiii nione largamente prevalente in seno alla ■i secessione, che vi ha una impossibilità a inorale e politica per la revisione della ii lattica parlamentare fino a che, acquiti site le risultanze giudiziarie sulle responu sabilità che si ricollegano ai processi in | <; corso, le opposizioni secessioniste non a possano pronunciare quella parola conti elusiva che rappresenta un loro preciso a debito verso il paese. it La Giunta esecutiva ha preso atto del u la deliberazione dei gruppi ed ha deciso « per conseguenza, di aggiornare qualsiasi a discussione sul tema proposto al suo ti esame ». Stassera uno dei più autorevoli deputati dell'Aventino, commentando questo comu nioato, ci diceva: « La riaffermazione della secessione da parte della Giunta esecutiva, in base al responso dei singoli gruppi, non può stupire nes suno di quelli che ben conoscevano gli unto ri e le opinioni dei deputati secessionisti. An che quando da tutti si dava per certa la discesa, i fautori della astensione erano sempre maggioranza, e maggioranza salda, per nulla affatto disposta a lasciarsi convincere, allo stato attuale delle cose, dell'opportunità di cambiamento di tattica. Le previsioni di certa discesa erano essenzialmente fondate sulle assicurazioni in tale 6enso di qualche autorevole deputato aventiniano, che considerava ormai esaurito l'Aventino e s'illudeva di far trionfare la propria tesi. La Giunta esecutiva delle opposizioni conosceva invece benissimo l'opinione prevalente in seno al blocco secessionista. Infatti, benché fosse in suo potere decidere la discesa, si rimetteva, rnella sua riunione di sabato delle opposizioni, alle decisioni dei gruppi. La Giunta prevedeva cric, data la disposizione di spirito dei gruppi, una 6ua decisione sarebbe indubbiamente stata sconfessata. Per queste ragioni, contrariamente a quanto hanno affermato vaTi giornali, essa non prendeva alcuna decisione, limitandosi soltanto a studiare come eventualmente si sarebbe verificata la discesa qualora i gruppi l'avessero deliberata. Farinacci e " la partita sempre aperta „ Resta ora una domanda, che la decisione di astensione del blocco secessionista lascia insoddisfatta; che viso avrebbe fatto la maggioranza fascista ai deputati aventiniani? Stamane l'on. Mussolini, discorrendo col segretario del Comitato di maggioranza, on. Pennavaria, sui lavori parlamentari, ha detto che la maggioranza avrebbe dovuto accogliere gli oppositori con serietà e compostezza evitando al paese lo spettacolo di scenate disgustose. L'on. Pennavaria, riferendo queste parole, aggiungeva da parte sua l'augurio che anche gli avversari si rendessero conto di questa necessità. Ma bisogna vedere come la pensa vano' i deputati estremisti del partito al governo. Di questi si è reso interprete, come al solito, Farinacci. L'accoglienza che il segretario del partito aveva preannunciato stamane su Cremona Nuova era ben diversa da quella che l'on. Mussolini aveva detto stamane di desiderare. Farinacci, infatti, sotto questo titolo : « Le condizioni per la discesa dell'Aventino le dettiamo noi. I deputati dell'opposizione saranno considerati quali mandanti dell'uccisione di 52 fascisti e colpevoli di tutti i delitti consumati contro il partito e i suoi dirigenti. I nodi al pettine », scriveva: «Credono i deputati di opposizione di ritornare nell'aula a far la voce grossa come prima, a scegliere questo o quei settore, a sabotare la discussione, a insolentire la maggioranza? Sarebbe un grave errore pensarlo un solo istante. Non dobbiamo dimenticare che per sei mesi siamo stati diffamati e ol traggiati a sangue. Non dobbiamo dimenticare che fra i deputati dell'Aventino ci sono i mandanti di ben 52 assassinii ai danni del nostri giovasi migliori. Si è gridato che la nostra era una maggioranza di delinquenti! Si è stampato alla macchia ogni sorta di calunnie contro il capo del Governo; si sono imbastite questioni morali contro i nostri migliori uomini, si è martoriato per ben quattro mesi il sen. De Borio per istigazione del vari Albertini, Amendola, Gonzalus, Modigliani, De Gasperi e soci. « Credono questi signori che, quando un bel giorno a ess- possa far comodo di cambiar rotta, il fascismo abbia il dovere di dimenticare? No, o signori. La partita è sempre aperta: con voi non vogliamo avere contatti anche se in ginocchio ci chiedeste perdono. Il passato ci insegna che la nostra generosità dell'ottobre '22 l'abbiamo pagata a caro prezzo. La vostra entrata nell'aula giustifica ogni nostro atteggiamento e provvedimento. Vi siete messi fuori della costituzione e fuori del senso comune. Vi siete dichiarati nostri avversari irriducibili. Avete cercate di colpire il nostro duce e i suol gregari come nemici. Come nemici vi consideriamo. Non dimenticate che, per amor di patria, ab. biamo sofferto per non agire quando avete inscenato il turpe carnevale: sappiate che attendiamo quel giorno in cui tutti i nodi vengono al pettine ». La presa di posizione di Farinacci aveva suscitato anche le proteste della Tribuna, la quale fareva rilevare che il ritorno degli aventiniani sarebbe stato un notevole miglioramento della situazione. A sua volta TI Mondo replicava brevemente; « Siamo pienamente d'accordo con l'onoevole Farinacci nell'affermare che la parita ò sempre aperta. Certamente. Attendiamo anche noi che tutti i nodi vengano al pettine. Dopo di che, se il gran segretario non ò più in tempo di rinserrare il suo cachinuino articolo per altra migliore occasione, noi siamo nel nostro pieno diritto se tiisprezziamo le ridicole fanfaronate e le indegne smargiassate con le quali egli si è illuso di umiliare la secessione ».

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