Amundsen Il pensiero di un aviatore inglese che conosce l'oceano artico

Amundsen Il pensiero di un aviatore inglese che conosce l'oceano artico Amundsen Il pensiero di un aviatore inglese che conosce l'oceano artico (Servizio speciale della, « Stampa») Londra, 1, mattino. L'aviatore inglese Giorgio Binney, il quale l'anno scorso diresse la spedizione universitaria di Oxford nell'oceano artico e riuscì a toccare in aeroplano l'ottantesimo grado di latitudine, ossia il punto più settentrionale finora raggiunto per via aerea, ha esposto alcune osservazioni abbastanza sensate in una intervista col Sunday Times, sulla sorte di Amundsen. 'Egli ha detto : « La debolezza del-suo piano consiste nell'aver preso seco due macchine per un viaggio che avrebbe potuto compiersi assai meglio con una macchina sola. Ognuno dei due idroplani è una unità sufficiente a se stessa e non ha alcuna relazione colle altre. Se una macchina si guasta e deve atterrare per forza, l'altra è costretta a condividere la stéssa sorte e così vengono a trovarsi sperduti sui ghiacci sei uomini in luogo di tre solL Amundsen si è> affidato alla perfezione meccanica di quattro motori, mentre avrebbe potuto affidarsi a quella di due soli, per un volo continuato di una ventina d'ore. In ogni caso la possibilità che tre uomini riescano a venir indietro .dai ghiacci polari è maggiore dì quella di sei uomini, giacché più una comitiva è numerosa e più accentuata è l'eventualità di malattia .o incidenti che colpiscano uno dei componenti e far ritar. dare tutti gli altri. Mi sembra una circostanza piuttosto grave quella che la spe« dizione ha preso seco provviste per soli due mesi, mentre un viaggio di ritorno a piedi è problematico e pieno di azzardo, anche con abbondanti provviste. Naturalmente io presumo che Amundsen abbia avuto un atterraggio forzoso sui campi di ghiaccio. Secondo me, in tal caso, egli ora sta compiendo tutte le tappe verso il capo Columbia, nella terra di Grant, giacché il ritorno per la via di Spitzberg sarebbe moL to più faticoso. Se Amundsen avesse seco dei cani esquimesi e quattro settimane di provviste soprannumerarie, il suo ritorno sarebbe quasi sicuro. Mi sembrano vani tutti i tentativi di andar alla ricerca di Amundsen per via d'aria. La probabilità di trovarlo è trascurabile,ed i rischi sono grandissimi. L'unica cosà che, secondo me, si può fare è di inviare una baleniera a Capo Columbia, che è un obiettivo assai difficile per sè stesso, e di .mandare una seconda baleniera a. perlustrare i ghiacci al nord dello Spitzberg, nel caso che Amundsen abbia iscelto questo secondo itinerario ». . _ Da ultimo il Binney, ad onta di tutto, si è manifestato persuaso che, un giorno o l'altro, Amundsen finirà per ricomparire nel mondo civile. La persuasione fa a pugni col ragionamenti tecnici, ma l'avia tore inglese continua a coltivarla.

Luoghi citati: Columbia, Londra, Oxford, Spitzberg