Un episodio tremendo della guerra marocchina

Un episodio tremendo della guerra marocchina Un episodio tremendo della guerra marocchina Il racconto Jel capitano Duboin che resistette 22 giorni nel "posto,, di Aulay (Dal nostro in vìato speciale) FEZ. 19 maggio. Ho potuto conversare oggi, 19 viaggio, con altri colleglli francesi, con il capitano Duboin, diventato leggendario oramai al Marocco per la strenua resistenza del posto di Aulay, che e stato liberato ieri l'altro. Il capitano ferito si trova presentemente all'ospedale di Fez. I cadaveri mutilati Siamo rimasti ventidue giorni bloccali. — ha detto — Dapprincipio i berberi del villaggio vicino hanno fatto causa comune con noi, e ho dovuto convenire |che fu soltanto dietro le terribili minaccie dei riffavi che in seguito son passati con i seguaci di Abd-el-Krim. Ma ho avuto modo di vedere che si battevano senza nessun entusiasmo. Niente gridi di guerra e neppure i'iù iù! caratteristico delle donne, quando un proiettile dei cannoni nemici arrivava nel nostro recinto. Per contro, i selvaggi di Abd-el-Krim furono terribili. Hanno cercato subito di terrorizzare i miei senegalesi trascinando attorno al posto qualche cadavere dai nostri soldati mutilati crudelmente. Da ogni parte eravamo costretti a subir la vista di quell'orrendo spettacolo. Il quale, però, ha avuto come risultato che i senegalesi, vedendo quello che ci sarebbe toccato se fossimo stali presi, raddoppiarono di vigilanza e d'energia. — Et cannoni riffanif — Ne abbiamo avuti contro tre. Dapprincipio erano abbastanza aitivi, anzi non ci davano requie. Bisognava vegliare la notte contro gli assalti e durante ti giorno per riparare il muro e la trincea sconquassata dall'artiglieria. Per fortuna, avevamo l'aviazione che ci ha soccorso. E' mento suo se abbiamo potuto resistere. Gli aeroplani riuscivano a permaner quasi tutto il giorno sul nostro cielo e allora i cannoni nemici reslavan nascosti. Quando sentivo il rombo di un velivolo che si avvicinava, mandavo i miei senegalesi a dormire. Potevano farlo senza pericolo. 16 superstiti: tutti feriti E com'era il tiro riffano? — Qualche proiettile è riuscito ad arrivare nel posto e a sfondarci la cinta, (i posti sono in fondo dei fortini cintati veri e propri con un baraccamento al centro che serve di abitazione). Ma in generale il tiro era pietoso benché i riffani fossero riusciti a mettere un mortaio da montagna in un blokhaus, a soli cento metri dal muro. 1 serventi del pezzo erano uniti telefonica' mente con un osservatore che annunziava i risultati dei colpi in un cattivo francese. Si sarà forse trattalo di un nostro disertore della legione. Fallo sta che udivamo distintamente le indicazioni-. « destra, sinistra, più lungo, più, corto ». Noi ci riparavamo aspettando il colpo. Ma siccome era peggiore del precedente, i senegalesi si sgangheravano dalle risa gridando: « Nalù! », che sarebbe come dire: « Torna a scuola.' ». Ero mollo occupato a scrivere a grandi caratteri su cartelli i messaggi per gli aviatori. Essi discendevano sino a 20 metri dal svolo per riuscire a leggerli.'... Alle nostre allegre dimoslrazioni per i colpi mal riusciti l'osservatore ci rispondeva-, « Non temete, vi prenderemo tutti! ». Comunque le granale nemiche ci ferirono parecchia gente e parecchia ne uccisero. ! sedici superstiti della difesa, quando fummo liberati, eran tutti feriti. Abbiamo dovuto respingere parecchi attacchi con le granate a mano. Il mio eroico tenente, Charbonncl, fu [erito il primo giorno, poi ucciso. Per mio conto ne avrò, pare, per tre mesi d'ospedale... E il bravo capitano tace sorridendo e affaticalo. Lunghi riccioli dei suoi capelli biondi aurcolano il viso scarno, ma rischiaralo di bontà dagli occhi dolci e franchi. Ha raccontato ai colleghi francesi e a vie, che ci troviamo a Fez, il suo eroico episodio come la cosa più naturale del mondo. Ha rettificato persino un'inesattezza che circolava prima della liberazione di Aulay: la sega che aveva domandato all'aviazione non era destinata alle amputazioni, ma a riparare la mitragliatrice... il maresciallo Liautey ha decorato ieri sera personalmente il capitano Duboin rimettendogli la rosetta di ufficiale della Legioii d'Onore. .-e forze dei Riffani L'opinione dei militari francesi al Marocco dinanzi all'invasione riffana (poiché in ultima analisi si tratta di un'invasione, sia pur modesta) non è tutta concorde. Accanto alla sicurezza di una rapida soluzione della crisi esistono dubbi ed ipotesi meno ottimiste. Intanto, è certo che Abd-el-Krim ha gettato oltre i confini del ftiff, una trentina di migliaia d'uomini almeno, e continua a cercar di tirar dalla sua le tribù di frontiera. 1 riffani non sono lutti della stessa specie. Di essi un terzo sembrano organizzati all'europea, vestono una uniforme [quelle color kaki portate via agli spagnoli) e sui caduti vennero trovati persino pacchetti di medicazione provenienti da Costantinopoli. I a regolari » sono comandati da ufficiali che i francesi ritengono in generale turchi, i quali portano una divisa chiara che ha servito a individuarli da lontano. Sull'artiglieria riffana ci si è fatti oramai un'idea chiara. Gli spagnoli l'affermavano inesistente, o meglio impossibilitala ad agire; i francesi invece pensano che Abdel-Krim abbia un centinaio di pezzi ma non ne possa adoperare che qualcuno. C'è stato da parte riffana un impiego di trincee : naturalmente i francesi, con l'enorme tuperiorità dei mezzi di cui sono pa'(Erotti (aerei e d'artiglieria), non doman- derebbero di meglio che trovarsi di fronte un avversario deciso a combattere all'uso, diremo così, europeo, perchè avrebbero la sicurezza di ottenere rapidamente risultali positivi tangibili. Viceversa, Abdcl-Krim varia il suo modo di agire a seconda delle circostanze. Probabilmente alle trincee non tornerà più, avendo constatato che non gli conviene. Riprenderà la guerriglia. Gli ambienti militari francesi vanno assillandosi all'idea che anche nella migliore delle ipòtesi bisognerà conservare sul fronte riffano un sistema di difesa imporlante, almeno sino in ottobre Abdel-Krim ha bisogno di ritentar le incursioni nella vallata dcll'Ouerga per portarsi via il raccolto, non essendo riuscito, nella grande razzia iniziale attraverso i posti francesi, che a portarsi via del bestiame. Ma è estremamente dubbio che ci riesca. L'aviazione francese è formidabile. Si parla di 100 aeroplani militari sul fronte, e ne continuano ad arrivare, e vi è una tale abbondanza di macchine aeree qui che il Comando non ha neppur pensalo a reclamar l'ausilio dei velivoli postali che continuano tranquillamente i loro voli. Il luminoso cielo di Fez ronza come le adiacenze di un mulo o di un cammello indigeni. La strada Taza-Ouezzan, come ha permesso ai francesi di trasportar sul fronte rapidissimamente, artiglieria di grosso calibro, consente loro di stabilire un sistema difensivo materialmente insuperabile. Liautey preoccupato Resterebbe a vedere quali influenze può esercitare in Marocco la permanenza al Nord di una guerra prolungata, di uno stato di cose anormale, di una lotta condotta da un Capo musulmano, che possiede risorse notevoli e dispone di un centinaio di migliaia di ottimi fucili, che i riffani adoperano meravigliosamente (son tutti tiratori eccezionali) e che fa sapere che combatte al grido di: «Fuori i Rumi — gli infedeli — dalle terre d'Islam! ». Il futuro, naturalmente, è sulle ginocchia di Giove, ma il Maresciallo Liautey, che prima d'ogni altro aveva preveduto l'attacco, è piuttosto preoccupato. In ultima analisi il Marocco è un paese di fresca conquista. E' bensì vero che dei grandi feudatari del Sud — El Glaùi, El Goundof, 22 Metounghi — hanno dato prove di fedeltà profonda durante la grande guerra, cioè in tempi che il Marocco non era certo quello odierno; ma esistono altri importanti raggruppamenti di tribù, più al Nord, da poco sottomessi, dopo aspra lotta. La cosidetta « tache de Taza », che fu tale, cioè ribelle sino a metà del 1922, non è mollo lontana dal fronte. Si ricorda una frase che poco fa Liautey — che è la sincerità in persona — pronunziò ad una colazione intima nella sua residenza di Rabat. Dalle finestre della sala si scorge il vicino nuooo palazzo dove abita Mulai Josef, l'attuale Sultano del Marocco. Si parlava e del palazzo e del Sultano, quando un convitato non francese disse : — Ma il vero Sultano del Marocco è' qui — accennando naturalmente a Liautey. — Pas autant que vous croyez! — rispose il Maresciallo. L'attività dell'Alto Commissario della Repubblica, che ha esattamente 70 anni, è in questi giorni stupefacente. Non dorme mai. E' continuamente in movimento tra Fez, il fronte e Rabat. Chiama, quand'è alla Residenza, i suoi ufficiali di preferenza fra le 2 e le 3 del mattino. Nella sua carriera da letto sta spiegala su di un sostegno una grandissima carta del Marocco. Il Maresciallo dal letto, con un cannocchiale, la legge senza fatica e detta i suoi ordini cosi. ARNALDO CIPOLLA

Persone citate: Duboin