Il giaccio dei debiti di guerra rottodall'America

Il giaccio dei debiti di guerra rottodall'America Il giaccio dei debiti di guerra rottodall'America Riduzioni ? (SerTizlo spoetale della .Stampa.) Now York, 18, notte. Benché tutti quanti approvino le aperture (atte dal Governo americana alle Nazioni debitrici perchè provvedano sollecitamente a consolidare i loro debili con ali Stati Uniti, pochissimi membri della Camera dei rappresentanti e del Senato pensano che VAmerica possa ottenere da qualsiasi paese i 30 o 40 milioni annui di sterline che sta versandole l'Inghilterra. Anche i più ottimistici fra i legislatori di Washington, sono convinti, in cuor loro, che i negoziati ora apertisi non potranno condurre se non a considerare la riduzione dei debiti in generale. Si dichiara che occorre ridurre a tutti i debitori in particolare i loro debiti; e poiché Vlnghilterra finora è {a sola Nazione che provveda a rimborsi, ne segue che occorrerà, per giustizia, accordare facilitazioni anche all'Inghilterra, Queste vedute si rispecchiano nell'editoriale odierno del New York World il grande organo democratico, che scrive: « Inevitabile riduzioni potranno attuarsi mediante moratorie, oppure con un saggio di interrisse mollo busso, o con qualche altro espedienle finanziario, perchè nè la Francia nò l'Italia potranno o vorranno pagare annualità maggiori di quelle che esse sperano di ottenere dalla Germania ». lì giornale quindi argomenta che il Governo inglese, dal canto suo, non potrebbe permettere alla Francia e all'Italia di versare a Wàshington maggiori quote dirimborso che all'highilterra. Ne segue che occorrono raggiiistamcnti generali, fra cui una riduzione dello stesso debito inglese, perchè l'America non potrà pretendere che l'Inghilterra rimanga vincolata a rimborsi più onerosi, di qiu'Ui. che verranno concordati con le altre nazioni debitrici, nè potrà esigere che l'Inghilterra, a rimborso dei propri crediti, si conlenti di ottenere 'dalla Francia versamenti minori di quelli che la Francia farà a Washington. Queste idee risultano condivise anche in Wall Street, dove confidenzialmente non si esita a parlare di riduzioni ingenti a vantaggio delle nazioni debitrici, ora. sollecitale a sdebitarsi, e di revisione del consolidamento del debito britannico. (Daily Telegraph). 9 Washington è offesa con fiducia una nobile emulazione tra i debitori Londra, 18, notte. L'Agenzia Tteuter ha da Washington: Essendo stato rotto il ghiaccio sulla questione dei debili interalleati, i competenti funzionari di Washington attendono i risultali della Nola diretta ai paesi debitori. Essi sperano che l'invilo diretto alle nove Potenze, di fare proposte onde consolidare i rispettivi debili, creerà una emulazione tra di essi, che condurrà ad un chiarimento generale della situazione dei debili. I circoli bene informati ritengono che il Governo degli. Stali Uniti, non si aspetti proposte immediate da parte di lutto le Potenze debitrici, ma pensano che alcune di esse risponderanno con offerte, in base alle quali potranno essere iniziate conversazioni preliminari. L'opinione dei circoli di Washington sembra attribuire alla Francia la parte di punto centrale di tutto il problema internazionale dei debili; essi ritengono che appena la Francia prenderà disposizioni per consolidare i suoi debili, versi.' gli Stati Uniti e la Gran. Bretagna, sulla base di una lunga scadenza, immediatamente seguiranno le proposte da parte delle lire Potenze debitrici Notizie particolari annunciano che si può sperare che l'Italia sottoporrà la proposta per il consolidamento dei propri debiti, dopo che la Francia avrà stabilito il pagamento dei suoi, debiti». Entro 55 giorni la Francia presenterà un progetto ili sistemazione (Servizio speciale della « Slamivi.) Parisi, 18, notte. II Consiglio dei minis'tri aveva incaricalo, nella sua riunione di venerdì scorso, Briand e Caillaux di « studiare la soluzione da dare alla questione dei debiti interalleati ». Il Temps crede sapere che prossimamente, senza dubbio entro . 15 giorni al massimo, il Governo francese presenterà ai suoi alleati creditori, Stali Uniti ed Inghilterra, un piano e delle proposte precise in vista del regolamento dei debiti di. guerra. L'Agenzia Ilavas riceve da Washington: «II Governo americano ha richiamato l'attenzione di tulli i paesi coi quali non sono stati ancora conclusi accordi sui debili. Esso spera che i governi interessati si preparino ad una prossima discussione colla Commissione dei debili, per concludere un regolamento della questione. Tulle le nazioni debitrici sono siale simultaneamente interpellate. Al Dipartimento si nega che alcuna Nota sia stata inviata, e solo si animelle che dell,: conversazioni abbiano avuto luogo recentemente per •mezzo dei rappresentanti diplomatici-». Commentando il nuovo sviluppo della situazione, e riassumi udo l'impressione dei tircoli bene informati, un'alta personalità ha dichiarato che l'azione degli Stati Uniti trova una spiegazione : l.o nel desiderio del Governo di far sufficientemente progredire la questione dei detriti, prima della riunione del Congresso, in modo da evitare discussioni appassionate poco adatte per aiutare la riuscita dei negoziati; 2.o nella convinzione del Presidente e dei suoi consiglieri, che ogni progresso realizzato verso la soluzione del problema dei debiti non può che giovare al miglioraménto delle condizioni generali finanziarie ed economiche; 3.o allo scopo di calmare l'opinione pubblica francese, interpellando tutte le nazioni debitrici. I circoli ufficiali attendono ora la risposta. dell'Europa. Per ciò che concerne la Francia, essi considerano come molto probabile che essa possa adottare un'azione definitiva prima del voto del suo bilancio. Da Herriot a Painlevé Avvisaglie e moniti all'indirizzo del Ministero francese (Servizio spoetale della • Stampa •) Parigi. 18, notte. Sotto la calma apparente di queste giornate di attesa, un sordo malessere continua a regnare, provocato dall'incertezza costantemente sospesa sulla sorte del ministero. La politica del gabinetto Painlevé raccoglie, come già a più riprese avvertimmo, l'approvazione di importanti centri di opinione e probabilmente anche quella di una larga frazione del Parlamento. Ma spiace agli elementi decisivi del cartello. Troppe concessioni vennero fatte dai tre principnli ministri al pòtere allo spirito di conciliazione ed alla tesi delfa minoranza, perché la maggioranza possa adattarsi a ratificarle. II Quolidien, sempre il primo a dare il là della situazione, rivolge oggi al capo del governo un ammonimento, che sotto il tuo tono benigno non manca di essere minaccioso. Scrive l'organo socialista: « Painlevé ci è personalmente carissimo e siamo ben decisi a difenderlo con energia contro i suoi avversari. Può darsi che non abbiamo per tutti i suoi collaboratori la stessa ardente simpatia e che il loro passato non ci inspiri la stessa intera fiducia politica; ma infine cosi come è noi facciamo fiducia al Gabinetto. Noi gli chiediamo soltanto di compiere il suo destino, che 6 quello di continuare la politica del ministero precedente e di continuarla senza debolezze. Quando il ministero si ò costituito il 17 aprile, si è potuto lasciarci ingannare dall'atteggiamento del Senato, da voci eli corridoio, da manovre, da calunnie: si credeva che la volontà nazionale avesse ceduto. Le giornate del 3 maggio e del 10 maggio attestano altamente che ciò non è affatto vero, che ci si è ingannali, che il paese non è mai stato più saldo nelle sue risoluzioni e più premuroso di farle trionfare. Nói non chiediamo al governo che di conformarsi olle giuste esigenze della democrazia. Allora esso troverà il Cartello altrettanto unito per difenderlo, sostenerlo, incoraggiarlo, come fu unito per difendere sostenere incoraggiare Edoardo Herriot ». Gli ammonimenti che, come vedete, condizionano già molto nettamente 1 appoggio al Ministero, alla sua fedeltà rigorosa al programma cartellista, sono tanto più gravi in quanto si accompagnano ad una squilla di tromba contro il Senato, quel Senato che Caillaux, Painlevé, Briand e Schrameck fanno il possibile e l'impossibile per propiziarzi. Scrive infatti il Quolidien: « Tutti i cartelHsti o quasi tutti, sono perfettamente decisi a democratizzare quell'assemblea ed a sopprimere il diritto di voto, clic praticamente essa esercita. Non si contesta il suo diritto di controllo; ma non gli si riconosce il diritto di opporsi a tutte le riforme democratiche, perchè il modo di votazione da cui il Senato è sorto finora ha assicurato sempre una maggioranza al conservatorismo sociale. Su questo ò perfettamente vero che non transigeremo • . A buon intenditor poche parole. Il Temps, a cui questi segni forieri di tempesta non sfuggono, avverte questa sera: « Come si vede l'intimazione è formale. O Painlevé riprenderà la politica del suo predecessore, o dovrà furo a meno della fiducia del cartello. E' la volontà doU'cx-capo del Governo che deve esprimersi negli atti del suo successore. AU'infuori dell'heriottismo non vi è salvezza. Il gabinetto Painlevé sarà heriottista, o cesserà di esistere. E' impossibile contestare, e nessuno crediamo vi pensi, che gli amici di Herriot non tollerino il governo attuale che sotto la condizione sospensiva, o se si preferisce sotto la condizione risolutiva. La condizione sospensiva è che Painlevé ripudi, almeno eoi suoi atti, gli impegni che ha preso con la sua dichiarazione ministeriale ; la condizione risolutiva si ò che vi si dichiari fedele ». ila quello che il Temps non dice è che tale spada di Damocle sospesa sul Ministero getta la sua ombra sull'intera politica di questo, rendendo impossibile ai Partiti, al Parlamento e al paese stesso, di valutare quanto in essa possa esservi di definitivo, e quanto di incurabilmente provvisorio. E' questa una situazione in cui sarà bene che la ripresa dei lavori parlamentari porti al più presto la necessaria chiarezza. C. P. Caillaux candidato al Lussemburgo Parigi, 18, notte. Dopo una rentrée politica, di cui non è esagerato dire che fu sensazionale, Caillaux. tra qualche settimana, farà la sua rentrée parlamentare. Già a parecchie riprese i deputati della Sarthe avevano offerto all'ex presidente del Consiglio di dimettersi, per permettergli di riprendere il suo posto a Palazzo Borbone. Caillaux aveva sempre declinato queste offerte, per quanto amichevoli fossero. In seguito alle ultime elezioni municipali, ciac assicurarono nella Sarthe come altrove una vittoria clamorosa per il Cartello, il dottor Gigon, eletto di recente senatore in sostituzione di D'Estournelles de Constantin, fece dei passi nello stesso senso, mentre il gruppo radicale socialista e socialista del dipartimento fece nuove pressioni su Caillaux perché si prestasse ad una calorosa manifestazione che si sarebbe fatta sul suo nome. Questa volta Caillaux ha accettato In una riunione che ha avuto luogo questa mattina al Municipio di Mans, alla quale hanno partecipato tutti gli eletti della Sarthe appartenenti al Cartello, è stato approvato un ordine del giorno col quale viene offerta al Ministro delle Finanze la candidatura al Senato e al posto che lascierà vacante il dottor Gigon. Oltremodo commosso Caillaux ha accettato. E' probabile che l'elezione abbia luogo nel mese di luglio. Marx a Roma Roma, 18 notte. Slamane proveniente da Chiasso è arrivalo l'ex-cancellicre Marx. L'illustre uomo viene a Doma in qualità di pellegrino in occasione dell'anno Santo. Parigi e Londra non trovano il terreno d'accordo per la nota sul disarmo tedesco iServlzlo speciale della « Stampa •) Londra, 18, notte. « Vi siete proprio congratulati con Hiindenburg? » ha chiesto il deputato liberale Kenworlliy stasera in Parlamento. Il sottosegretario agli Esteri ha risposto che da ultimo fra gli alleati è intervenuto un accordo, nel 6C-nso di felicitare Hiudenhurg per la sua elevazione alla Presàdfinza della Repubblica tedesca. Si segue per queste congratulazioni, ispirate alla massima politèsse, la procedura consueta. FI sottosegretario quindi ha potuto esimersi da diffusi ragguagli. Senonchè le felicitazioni hanno finito per emergere su tutto il resto, che tende frattanto ad allontanarsi più che mai. La nota alla Germania sulla questione degli armamenti subirà, secondo informazioni di stasera, ulteriori indugi. Il testo della lettera.di accompagnamento dell'elenco delle inadempienze, stenta ad essere concordato in via definitiva fra Parigi e Londra, per cui occorrono meditazioni e scambi di vedute In soppannimi ero. E' meglio dire chiaro e netto che al disotto delle perifrasi e dei lenocini verbali, regna in questi ambienti responsabili un pessimismo più sovrano che in ogni occasione precedente. GM interminabili tira e molila sulla questione del disarmo creano cattivi presentimenti per quella del patto di sicurezza. Il timore che quest'accordo si manifesti irrealizzabile sta facendosi quasi tangibile, Insieme con la sensazione che all'Inghilterra sarebbe preclusa ogni e qualsiasi alternativa all'in fuori dell'isolamento. Ciò piace poco a molti, ma moltissimo agli isolazionisti, e potrebbe piacere alquanto, prò tempore, anche al paese in genere, che ò piuttosto stufo di trattative inconcludenti. Questo senso di inutilità d'ogni sforzo diretto a pacificare l'esausto continente, sembra farsi strada anche in senso al Gabinetto, dove gli uomini capaci di insistere su questa via crucis diplomatica paiono ormai ridursi ad uno sodo: ossia all'on. Chamberlain, l'interessato più diretto al raggiungimento del patto di sicurezza, che egli ricoperse di fiori in cospetto del Parlamento e del mondo nella famosa dichiarazione del 34 marzo scorso. Sono perfettamente intonati a questo stato d'animo i rilievi che il collaboratore diplomalico del Daily Telegraph fa stasera scrivendo: « Io temo che in alcuni ambienti politici e anche ministeriali stia acutizzandosi un senso di depressione, anzi di stanchezza, di fronte al lentissimo e continuamente interrotto progresso dei negoziati sul patto dfe1curezza e sul disarmo germanico. Le numerose, e, a parere di alquante autorità inglesi, non necessarie obiezioni e condizioni sollevate ora da un lato ora dall'altro sul continente europeo, non potevano a meno di creare in Inghilterra sensazioni di questo genere, e di suscitare in alquanti inglesi il quesito se, dopo tutto, questo paese debba persistere nel proposito di aiutare una Europa la quale si rifiuta di aiutarsi da sè. Torna a grandissimo credito di Chamberlain aver tentato vi. ri 1 mente, e il tentare tuttora di fare qualcosa di concreto, per la pacificazione e il riasseslamento dell'Europa. Ma il miglior responso che le nazioni continentali potrebbero dare ai suoi sforzi in nome loro, sarebbe quello di non porre indebiti ostacoli sulla via di una sistemazione ohe lflnghilterra certamente desidera e che le stesse nazioni contincniali professano di desiderare ». Stando cosi le cese si può prestar fede alla previsione dell'informatore, secondo la quale mercoledì prossimo il Gabinetto inglese, dopo aver esaminato l'abbozzo francese di replica alla proposta germanica per il patto di sicurezza, verrà alla sola conclusione di domandare a Parigi chiarimenti intorno al significato esatto di certe frasi contenute nell'abbozzo inviato da Briand, frasi che a Londra si considerano troppo vaglie e alquanto osciu-c. Il concetto radicatosi qui e che la Francia si proponga di rendere Impossibile al Governo tedesco la continuazione dei negoziati sul patto di sicurezza e che sogni ancora e sempre una regolare alleanza con la Inghilterra. 11 Manchester Guardian invita oggi la Francia ad abbandonare una volta per sempre questo sogno I La sola cosa che la Francia può ottenere dall'Inghilterra ò la conclusione di un patto di sicurezza che includa la Germania e garentisca quindi, insieme con la sicurezza francese, anche quella tedesca, in perfetta reciprocità. Sarà vano ogni tentativo di ottenere impegni di altro genere, ogni sforzo per snaturare la sostanza del patto di sicurezza mantenendone la sola forma. Perciò il Manchester Guardian, in nome della chiarezza, invoca dal Gabinetto Baldwin una categorica dichiarazione ufficiale nel senso suddetto. Anche YObsever come il Manchester Guardian, esclude ogni qualsiasi possibilità che Chamberlain torni a fare l'amore con l'idea di un'alleanza franco-francese. L'Inghilterra vuole un patto mutuo di sicurezza per l'occidente — proclama il grande organo ministeriale — e non vuole più sentir discorrere di altro. 11 protocollo di Ginevra, ad esempio, non può venire risuscitato ad alcun costo. Gli Stati Uniti non ne vogliono sapere; l'Impero inglese non ne vuole sapere; la Germania e la Russia non vi addiranno mai. Il protocollo, ripete ì'Obsever, e un piano inteso a perpetuare in dettaglio e per l'eternità il trattato di Versailles, mentre « trattati assai migliori di quello di Versailles sono stali sottoposti a revisione ». M. P.