Il contrasto Mussolini-Thaon di revel in Sento sull'ordinamento dell'Alto Comando militare

Il contrasto Mussolini-Thaon di revel in Sento sull'ordinamento dell'Alto Comando militare Il contrasto Mussolini-Thaon di revel in Sento sull'ordinamento dell'Alto Comando militare Le critiche del l'ex-ministro al disegno di legge - Interruzioni e battute • Una frase del "duce,,: "Oggi non c'è un ministro della Marina... ma domani gli interessi della Marina saranno tutelati da un eventuale ministro,, - La legge approvata Roma, 18 notte. Oggi, il Senato — presieduto dal vice-pre. siderite Zupelli — ha invertito l'ordine del giorno, su proposta del presidente del Consiglio, per discutere subito il disegno di legge sull'ano comando dell'esercito. Sono presenti tutti i sonatori generali ed il capo di .Stato Maggiore generale sen. Badoglio. Fra la viva attenzione prende la parola 'l'ex-ministro della marina THAON DI REVEL, il quale — come è noto — si dimise proprio a causa di onesto disegno di legge. L'ex-ministro delia Marina THAON DI REVEL: — 11 disegno di legge per il quale viene chiesta la nostra approvazione tende ad uno scopo, al raggiungimento del quale dove rivolgersi ogni volontà. Esso mira alla coordinazione di tutti i mezzi apprestati per la difesa del paese. E' ovvio che non si può parlare di tre guerre separate: sulla terra, sul mare e per aria; ed è ovvia anche la necessità di trarre la màssima utilizzazione dal complesso del nostro apparecchio bellico, armonizzando al più alto grado la preparazione e la condotta della guerra nei tre campi, in omaggio all'eterno principio dell'economia delle forze. E' logico anche che, per ottenere che tutti gli sforzi convergano davvero al line comune, bisogna che una sola persona, raggruppando in un'unica visione gli avvenimenti ed i fatti, prepari, disponga e decida; ed è infine evidente che per la designazione di questa persona non può aspettarsi che le nuvole diplomatiche minaccino tempesta; bisogna che la sua opera di azione sia preceduta ed affermata da quella continua, solerte opera di preparazione, senza la quale ogni ordinamento militare noni potrà mai trovarsi pronto a fronteggiare gli eventi al momento del bisogno. « Queste semplici considerazioni 6ono pertanto bastovoli a chiarire che non è affatto mia intenzione di infirmare il principio fondamentale sancito nella relazione che accompagna il progetto di legge in esame, principio che ognuno di noi ha già accettato con piena e libera convinzione, ma che io solo intendo stabilire, e tracciare la via che a mio avviso è la pili adatta a far si che il principio stesso venga pienamente realìz-, zato. A tale riguardo io ritengo ehc oggi l'unità di direzione .della guerra debba ammettersi, alla condizione però che ciascuno dei fattori essenziali della difesa nazionale abbia tutto Io sviluppo e l'autonomia di preparazione e di impiego indispensabili per fornire il rendimento massimo. Se nella realizzazione dell'unità di comando si seguisse una inesatta valutazione dell'importanza relativa delle forze di varia specie, si commetterebbe un. gravi» errore perchè, invece di cordinazione, si verrebbe a stabilire una illogica subordinazione che riuscirebbe maggiormente fatale ad una troppo larga autonomia, e farebbe ancor più risentire l'influenza di quegli inconvenienti che si vogliono evitare ». L'oratore rileva anzitutto che vi è un fattore immutabile: la minaccia dal mare, che proviene al nostro paese quali che possono essere le decisioni della guerra, o per terra o per mare. Quindi l'ex-ministro continua: Il pericolo dal mare « Le sorti dell'Italia si possono anche de cidere sul mare prima che sul fronte terre stre. Date le speciali esigenze del nostro paese, per avere una visione generale delle possibililà guerresche il punto di vista fondamentale deve essere quello marittimo. Con ciò non si vuole intendere, si badi bene, che la marina debba avere parte prevalente nell'alto comando delle forze armate, ma si vuole illustrare come la Marina, a ragion veduta, debba preoccuparci se le sue necessità di sviluppo e di impiego non vengano giustamente comprese ». A conforto della sua tesi l'oratore ricorda con esempi storici che quando nei popoli si è affievolita quella sensazione del mare che non si acquista davvero in un breve volgere di anni, allora 6 stabilito, incomincia la decadenza. Errori del genere sono stati ripro. dotti nell'ultimo conflitto per parto della Germania. La mentalità tedesca di guerra fu esclusivamente terrestre. Se alla corsa su Parigi la Germania avesse anteposto l'occupazione delle coste di Fiandra e della Manica, ben maggiori risultati essa avrebbe ottenuto. Tagliate le comunicazioni fra l'Inghilterra e il continente, reso impossibile il traffico che era elemento indispensabile agli eserciti in Francia l'opera dell'Intesa sarebbe rimasta paralizzata. Troppo tardi la Oer. mania comprese l'importanza dell'obbiettivo ed iniziò quella che fu chiamata la corsa al mare; troppo tardi, perché già alle coste si erano saldamente attaccale le truppe avversario appoggiate da cannoni navali. Questa la vera, reale genesi di una disfatta cagionata da deficienza nell'elemento navale, de. licenza che riflessasi negli ordinamenti bellici nemici, portò a stabilire funzioni di comando erronee, per il fatto che le varie branche armate del paese non furono tenute su un piede di perfetta uguaglianza. » Vorremmo noi oggi — si chiede l'oratore — dimenticare questa tremenda, sanguinosa realtà? Sul disegno di legge che si intitola all'Alto Comando dell'Esci ito, ma che In realtà ha una portata iissni niù vasta, nulla ho da obbiettare per tulio ciò che concerne le funzioni assegnale al Lapo di Sialo Ila»g;ore generale nei riguardi dell'Esercito, ma non credo opportuno che per creare l'ente che deve assicurare l'unità di direzione nella guerra, si stabilisca che il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito debba dare le direttive, sia pure di massima, i>er la preparazione, lo sviluppo e l'impiego della Marina. In tal modo il decreto-legge si ispira ad una visione di guerra puramente terrestre e pone praticamente la Marina alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. 11 comandante unico non può ad un tempo essere tale e comandare l'Esercito, poiché diverrebbe insieme e giudice e parte ed in tal caso è inevitabile che la' Marina diventi un'appendice dell'Esercito. E' proprio questo, a parer mio, il massimo difetto del sistema proposto, difetto che può sparirò solo se la Marina o l'Esercito saranno a parità di condizione e di dipendenza nel riguardi dell'ente che mrige le operazioni. Se tale modifica essenziale non fosse introdotta, la formula vaga che ora stabilisce la facoltà di impartire direttive di massima, può sempre prestarsi ad una esecuzione troppo ampia e dar luogo ad un intervento di esagerata importanza, valevole in pratica a tradurre l'unità di direzione in vincoli così dannosi da costituire un regresso, anziché un progresso. L'isolamento della Marina « Bisogna stabilire il giusto limite delle attribuzioni e precisare bene dove finisce il concetto direttivo e dove comincia quello esecutivo. La giusta e buona coordinazione delle varie branche della difesa nazionale non può, secondo me, realizzarsi che mediante un ordinamento che definisca la collaborazione sopra un piede di effettiva parità, in guisa da permettere al comandante unico di mantenere colla realtà e colle necessità del problema militare, il contatto stretto, ma uniforme, indispensabile, per lo svolgimento delle sue attribuzioni. In tale svolgimento egli non può che considerarsi alla esclusiva dipendenza del capo del Governo, e questi furono appunto, onorevoli colleghi, i principi da me raccolti in un controprogetto intitolantesi, non già al solo Alto Comando dell'esercito, ma ai compiti complessi della difesa nazionale. ■ Ho accennato rapidamente ed in linea ideologica ai pericoli derivabili in guerra dal disegno presentato dal Governo. Aggiungerò ora che nella subordinazione più o meno larvata nel quale esso mantiene la marina e l'aeronautica rispetto all'esercito, può derivare fin nel tempo di pace una influenza in contrasto allo sviluppo ed allo spirito della marina. Qualsiasi umana applicazione non può infatti astrarsi dalla qualità delle persone che debbono realizzarla, e poiché oggi l'esercito e l'aeronautica sono retti da una stessa mentalità di preparazione alla guerra, si spie ga perfettamente che l'aeronautica non possa vedere inconveniente alcuno al suo stato di subordinazione. La marina, invece, che deve essere armata ed equipaggiata per impieghi e scopi diversi, non può adattarvisi colla stessa facilità, e ciò non già per spirito di insofferenza e di intransigenza, ma perchè la pone decisamente in un nocivo stato di isolamento. Che cosa infatti può prevedersi che avvenga? E' facile dirlo. Per ragioni programmacene di governo, l'aeronautica deve avere tutto lo sviluppo nrevisto: e poiché non si può certo arrestare la via di tale sviluppo lungo la linea di parità da me tanto vagheggiata nell'unione delle tre branche, si trasformerà inevitabil mente in una scala che avrà, in alto l'aero nautica, in mezzo l'esercito, in basso la marina: e poiché le necessità occorrenti all'neronautica sono forse assai superiori a quelle ora prevedibili, e poiché il nostro esercito de ve provvedere ad occorrenze pressanti, ben poco potrà restare alla marina. « Linea di eguaglianza » « E' questo il quadro reale; poiché fino a che il giudizio distributivo sarà fatto con la sola mentalità terrestre, è naturale e logico che venga dato maggior interessamento a quanto si conosce di più che non a ciò che si conosce di meno. Io ho piena sicurezza nella forte e viva simpatia che il nuovo ministro ha per la Marina, ma so anche per prova più volte vissuta che, dinanzi ad impedimenti di denaro, qualsiasi benevolenza rimane platonica. Ecco perchè nel futuro io vedo immancabilmente disegnarsi un interrogativo, che si sostanzia nel dubbio che la Marina o non possa tenersi nella sua giusta efficienza, oppure non possa raggiungerla che con molto ritardo. Questi due pericoli sarebbero evitati se venisse realizzata quella linea di uguaglianza, che è nel mio progetto, e che anche per la parte preparativa, anzi essenzialmente per essa, diventa una necessità assoluta, in tal caso, infatti, colui che sarà posto al di sopra di tale linea, la percepirà tutta con visuale di simmetria e udrà perciò colla stessa intensità solenne la voce dei tre richiedenti. Ma se invece il calcolatore scenderà sulla stessa linea occupandone un punto qualsiasi, è inevitabile che egli dovrà sentirla più forte di chi gli griderà da vicino, e quest'ultimo avrà sempre ragione. « Come vedete, non sono un passionale che si lascia indurre in una via partigiana e non sono affatto un ribelle a quelle idee nuove che giustamente la giovinezza italica vuole affermare. Io sento invece che la mia convinzione mi trasporta con ardente impulso anche più >n là del progetto che oggi rappresenta la decisione del Governo al quale sono flerp di aver appartenuto per trenta mesi. Se una imperiosa ragione di coscienza non ini aveàau imposto, io vi parlerei oggi da un altro bacco, ma coSa. eoecittUa non si transige, tanto più quando è in giuoco la sicurezza della nazione. Io sento oggi che il mare d'Italia, il gran mare che tanto amo, mi affida la sua causa di rivendicazione di fronte a tutti gli italiani. Accoglietela, la voce potente che oggi è fervida preghiera ma che potrebbe un giorno essere grave minaccia (approvazioni). Tre ammiragli AMERÒ D'ASTE dice che, come ebbe a rilevare in un discorso tenuto al Senato In questi ultimi tempi, esiste già un organismo che ha la funzione di coordinare le varie forzie militari ; questo organismo è la Commissione suprema di difesa. E' lieto che nella leggo itn discussione sia ben messo in evidenza questo fatto. Ora occorre chiaramente stabilire che il capo di Stato Maggiore dell'esercito non ha facoltà di mutare le deliberazioni, ma deve limitarsi a concretare ciò che ha deciso la commissione suprema di difesa. E' altresì convinto che. In tempo di guerra, il capo di Stato Maggiore dell'esercito, dovendo raggiungere obbiettivi di particolare competenza delle due Armi speciali, si rivolgerà direttamente ai capi di Stato Maggiore della marina e dell'areonautica. E' favorevole alla modrlicazione proposta per ciò che riguarda le esercitazioni comuni, ma vorrebbe che fosse esplicitamente dichiarato che il giudizio sulle operazioni della marina verrà dato da gradici navali, competenti nella materia. Se quanto egli ha detto è veramente negli intendimenti del Governo, darà voto favorevole al disegno di legge. SEGHI dichiara di non avere potuto adeguatamente prepararsi alla discussione e di essere perciò costretto a toccare brevemente alcuni- punti fondamentali. Questa legge, ohe dovrà essere applicata dagli alti comandi, va considerata nello spirito che la informa e non può essere paragonata ad altre leggi che, dovendo essere attuate da modesti funzionari, richiedono una precisa determinazione nei minimi particolari. Il principio fondamentale che essa pone, vale a dire che é necessaria l'unità di coniando quando ie tre forze devono agire insieme, è fuori al ogni discussione; i.n es6a, del resto, di marina e di aeronautica si .parla solo incidentalmente, e cioè per quanto riguarda l'azione comune. Nell'azione di preparazione il disegno di legge non innova nulla, e nemmeno in quanto spetta alla assegnazione dei fondi. Non ha valore l'obbiezione che vi debba) avere prevalenza l'esercito quando il comandante supremo all'esercito appartenga, perchè l'assegnazione dei fondi non dipende dai lui. Inoltre il Capo di Statò Magigore, qualunque egli sia, avrà senza diibbo senno o sentimento per tener nel debito conto 5e necessità della marina e dell'aeronautica. Sarebbe in ogni modo opportuna qualche dichiarazione del Governo che confeiPmasse questo modo di vedere. La valutazione eompairativa delle tre forze non interessa: il disegno di legge in esame non può portare nessun vanteggio. Anzi, sarebbe un errore indugiarvisi ; le tre forze stanno su un piede di precisa eguaglianza: qualunque delle tre non funzioni, la guerra si pr.rde (Approva* zioni). Persino la potenza marinara per eccellenza, l'Inghilterra, à sempre pensato che l'esercito è necessario e lo ha adoperato nello più gravi lotte che ha sostenuto, compresa quella contro la potenza napoleonica. Il disegno di lefige non infirma il concetto fondamentale della parità tra le tre forze, nessuna subordinazione ò concepibile, se noni quella personale dei gradi stabiliti dalla gerarchia. Se il Governo vorrà confermare la osservazioni fondamentali esposte dall'oratore, il disegno di legge potrà essere votato con piena tranquillità di coscienza (vive approvazioni). CITO FILOMARINO: — Si deve scindere la sostanza del disegno di legge dalla 6ua forma. Sulla sostanza il consenso ò unanime. Ma, quando alla forma, si è udito dire da un personaggio autorevole come il sen. Thaon di Revel che dovrebbe essere, corretta. Si associa a quanto ha dotto il sen. Sechi circa il bisogno di tutelare l'amor proprio e la dw gnità della Marina. SECHI: — Non è questione di dignità. CITO FILOMARINO: — Bisogna fare qualche cosa per distruggere l'impressione che può fare sul Paese il discorso del sen. Thaon di Revel. Rasterebbe che dove nel disegno di legge è detto che il capo di Stato Maggiore dà le direttive di massima alla Marina ed all'Aeronautica si dicesse-, «d'accordo col capi di Stato Maggiore della Marina e 'dell'Aeronautica ». Caviglia d'accordo con Thaon THAON DI REVEL per latto personale afferma che la sua individualità deve essere astratta dalle parole ohe ha pronunziato. Egli non ha inteso dire che la Marina non può dipendere dall'Esercito, ma bensì che non può dipendere dal capo di Stato Maggior*» dell'Esercito, perchè questi si occuperà prevalentemente dell'Esercito e non della ^rarina. L'oratore vuole che vi sia una persona al disopra di tutti, la quale giudichi con obiettività dei bisogni dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, che forse. Ira poco tempo, scomparirà come Anna a sù per restare come ausiliaria dello altre due Armi. E' necessario che questa persona non sia - la fun- vincolata a nessuna delle tre Armi: la funzione di capo di sia... Maggiore dell Esercito è incompatibile con quello ri comandante di tutte le fora.- nazionali. A dimostrare dove si possa anda/v a finire quando un'autorità' appanenente all'Esercito decida di gnestxo-

Persone citate: Badoglio, Fiandra, Mussolini, Revel, Sechi

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Parigi, Roma