Il Congresso del partito repubblicano
Il Congresso del partito repubblicanoIl Congresso del partito repubblicano L'opera della Direzione approvata Milano, 11, mattino. Ha continuato Ieri 1 lavori il Congresso repubblicano. Alcuni congressisti erano giunti nella mattinata, cosicché erano presenti circa 500 rappresentanti di 761 sezioni. Tra i presenti figurava anche Gigino Battisti, accolto da una manifestazione di simpatia. Dopo la lettura di varie adesioni prende la parola l'on. Pirolini, il quale deplora che la Direzione del Partito non abbia ancora detto con chiarezza quale sia il 6no punto di vista nei confronti dell'Aventino. Egli, dopo il delitto Matteotti, ha approvato la secessione aventiniana, ma ora crede che si imponga di risolvere con chiarezza e precisio. nei il problema dell'ulteriore permanenza o dell'uscita dall'Aventino. Dopo il 3 gennaio la soluzione della crisi italiana non può più essere una soluzione di compromesso parlamentare. Bisogna trascinare fuori di questo terreno le opposizioni aventiniano altrimenti si sarà perduta un'altra magnifica occasione. Dopo 1 rappresentanti di Trieste e di Pola prende la parola l'on. Eugenio Chiesa, accolto da vivi applausi. Egli rileva il successo del Congresso. Ritiene che la situazione si presenti oggi favorevole ad una azione feconda del Partito. Parlando della possibilità di ritorno nell'aula di Montecitorio, l'oratore dice che il' 3 gennaio doveva dare il motivo dd rientrare in essa, per concretare l'atto di accusa contro il Governo. Dopo i discorsi di vari altri oratori il Congresso vota la chiusura ed il presidente legge i vari ordini del giorno presentati. Nella seduta pomeridiana, la discussione si è interamente svolta intorno agli ordini del giorno. Uno dei più applauditi oratori fu l'on. Bergamo, il quale, trattando della politica dell'Aventino, sostiene che la Direzione del Partito ha interpretato il sentimento più diffuso tra i repubblicani italiani, e, quello che più conta, ha interpretato i sentimenti dell'enorme maggioranza del popolo italiano. La Direzione, traverso l'Aventino ed i Comitati locali di opposizione, ha posto il problema colitico e di esso ha permeato i Partiti coalizzati nell'opposizione. Sostiene che il Partito repubblicano deve farsi più efficace assertore delle rivendicazioni economiche del proletariato e cercare in questo la base del suo avvenire. L'on. Facchinetti rivendica la rettitudine e la sincerità dell'opera della direzione e del gruppo parlamentare repubblicano. Illustra le ragioni che unirono i repubblicani ai vari partiti dell'Aventino e rievoca l'azione che i repubblicani svolsero dopo il manifesto del giugno, puramente negativo e quello di novembre fortemente positivo. Sostiene che a nessuna fede, a nessun diritto, a nessuna libertà rinunciarono i repubblicani, pure nell'ardua contingenza aventiniana e che renderebbe un segnalato servizio al fascismo quel qualunque partito che per primo si staccasse dall'Aventino, determinandone lo sfasciamento. Auspica un vere e duraturo risveglio del popolo, che maturi lo stato morale necessario per un'azione liberatrice. Siano, della Federazione gievanile, vuole un'azione audace ed incessante per scuotere il popolo, quest'azione non può che mirare alla creazione d'una coscienza rivoluzionaria. Si dichiara recisamente favorevole all'astensione elettorale, checché facciano gli altri partiti. Il prof. Schiavetti rileva che tutti gli ordini del giorno presentati potrebbero essere accolti. Il dissenso è di sfumature non di principio. Vi sono due metodi: quello intransigente, educativo ed insurrezionale, e quello dell'intransigenza manovrata, che agisce sul terreno dei fatti e non già su quello delle idee. L'oratore non esclude nessuno di questi due metodi. Però avverte che una divergenza tra di essi esiste e si dichiara contrario di dare ad uno di tali metodi una preminenza assoluta. E' pure contrario, per ragioni tattiche, alla tendenza della teorizzazione in pubblico della preparazione rivoluzionaria. Si dichiara convinto sostenitore dell'atteggiamento della direzione del partito. L'opera della direzione del partito è infatti approvata coll'o. d. g. presentato da Ghiselli Basini. Sulle direttive del partito si approva quasi all'unanimità l'ordine del giorno dell'on. Bergamo.
Persone citate: Eugenio Chiesa, Facchinetti, Ghiselli Basini, Gigino Battisti, Matteotti, Schiavetti
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