Vaghe voci di "nuovo orientamento,, in vista dei giubileo reale il dì dello Statuto

Vaghe voci di "nuovo orientamento,, in vista dei giubileo reale il dì dello Statuto Vaghe voci di "nuovo orientamento,, in vista dei giubileo reale il dì dello Statuto Roma, 8, notte. L'Agenzia Stefani comunica: « S. Af. il Re ha accettalo le dimissioni del ministro della Marina, grande ammiraglio Thaon di Tlcvel, ed ha affidato l'interim alVon. Mussolini. Domani mattina l'on. Mussolini presterà giuramento nelle mani di Sua Maestà ». L'annunzio ufficiale delle dimissioni del sen. Thaon di Revel non ha recato nessuna meraviglia, In quanto esso era ormai atteso. Così come abbiamo subito prospettato, il presidente del Consiglio, assumendo l'interim della Marina, concentra oggi nelle sue mani il comando di tutte le forze armate dello Slato. Una tale concentrazione prelude alla formazione di un Ministero unico della Ditesa nazionale, ovvero serve unicamente a facilitare la soluzione del problema militare in senso unitario, come già si è cominciato ad attuare col disegno di legge sull'ordinamento dell'Alto Comando, ma sempre mantenendo la divisione dei Ministeri? In realtà, la corrente che oggi predomina negli ambienti del Partito fascista e specialmente in quelli del nazionalismo, si preannunzia nettamente per un Ministero unico della Difesa nazionale, con a capo l'on. Mussolini. Dopo la bocciatura in Senato della riforma Di Giorgio, il problema militars ò diventato, come si sa, il problema, primo del « regime >•. Risolto il problema in senso cosi ampio, i fascisti giudicano logico ed essenziale che al nuovo Ministero presieda 10 stesso capo del Governo. Sopra un altro binarlo? Mentre ormai è certo che alla Marina sarà nominato un sottosegretario (un ammiraglio), e ciò avverrà nei prossimi giorni, non vi è per ora da attendersi alcun rimpasto ministeriale. Tuttavia, il rimpasto che le voci più diffuse e concordi indicano come assai vasto e comprendente anche la « rotazione » dei sottosegretari, è dato come malto probabile, in taluni degli stéssi ambienti vicini al Governo, per la prima decade di giugno. Si vuole da taluni che il rimaneggiamento del Gabinetto, chiamando al potere uomini non fascisti, ponga la politica fascista sonra un altro binario. Il Governo, abbandonando la linea del 3 gennaio, cercherebbe di riaccostarsi al paese, da troppo tempo privo dei suoi diritti statutari. A spianare 11 cammino ad un tale nuovo orientamento gioverebbe l'appello che — a quanto si afferma — il Sovrano dirigerà al popolo italiano nel giorno dello Statuto, prescelto per festeggiare il 25.0 anniversario del suo Regno. L'appello del Sovrano per la concordia e la pacificazione degli animi, unito forse ad un atto di clemenza sovrana assai esteso, verrebbe a dare uno speciale significato all'annunzio del rimpasto. Queste le notizie diffuse nei circoli politici della capitale. Bisogna peraltro notare che, sul terreno pratico, esse non trovano alcuna conferma. La legge sulla stampa, ad esempio — che, se anche di carattere antiliberale, verrebbe comunque a sottrarre i giornali italiani all'arbitrio del potere esecutivo — non si discuterà con grande probabilità nella prossima ripresa dei lavori parlamentari; nè si ha ancora segno di alcuna lontanissima rinunzia a quel complesso di riforme, le quali, volendo attuare la cosidetta « rivoluzione fascista », sono in netta antitesi, a parte ogni altra questione, con la tradizione liberale del Risorgimento, la sola tradizione profondamente sentita dal popolo italiano. Del resto, i nomi che si fanno per il rim. pasto ministeriale non conferiscono ad esso alcun speciale significato. Si parla, per ora, di possibile sostituzione degli on. De Stefani, Nava, Giuriati e Di Scalea; e si fanno i nomi, come nuovi ministri degli on. Volpi e Devecchi, mentre si dice che l'on. Rocco passerebbe dalla Giustizia alle finanze. Da alcuni si dà pure per certo un chassez-croisez degli on. Giuriati e Casertano, che si scamberebbero le rispettive cariche. Qua.ito ai sottosegretari, è sicura, come è noto, la permanenza degli on. Grandi e Suardo, nonché dell'on. Cantalupo, che peraltro passerebbe dalle colonie" agli esteri. I nomi dei futuri sottosegretari, pubblicati da parecchi giornali, sono in gran parte fantastici. Di certo vi è una sola cosa: che gli aspiranti sono moltissimi. Il Parlamento e il giubileo Intanto l'on. Casertano ha avuto uno scambio di idee col presidente del Senato, on. Tittoni, non solo in ordine ai lavori dei due rami del Parlamento, ma anche circa la partecipazione delle assemblee legislative al festeggiamenti per il 25.o anno del regno di Vittorio Emanuele III. Intorno a questo scambio di idee e alle loro conclusioni, si sono scritte cose inesatte c premature. E' inesatto che manchino assolutamente precedenti in materia, quando è noto che Camera e Senato parteciparono con proprio rappresentanze alla celebrazione, anch'essa solenne, delle nozze d'argento di Re Umberto I con Margherita di Savoia. Sembra però che non ci si uniformerà questa volta a quanto allora fu fatto, tenendosi giustamente presente la diversa natura e il diverso carattere dei due avvenimenti. L'eccezionalità del momento, il fatto significativo che il Sovrano abbia scelto per la celebrazione la ricorrenza della promulgazione dello Statuto, assai probabilmente indurranno le presidenze dello due Camere ad escogitare una forma inconsueta di partecipazione, la quale corrisponda al carattere di solennità popolare che la ricorrenza slessa avrà. Crediamo anzi di sapere che l'on. Casertano, presidente della Caiiura, proporrebbe che si organizzi un corno di deputati e senatori. Il corteo, partendo da un punto da designare, che potrebbe essere indifferentemente Palazzo Madama o Montecitorio, si recherebbe al Quirinale. Qui.sarebbe letto al Sovrano il messaggio unico del Parlamento italiano. Ma su questo punto è ancora prematura ogni notizia, perchè gli attuali accordi potranno essere modificati con quello che nei particolari deciderà il Comitato ordinatore dei festeggiamenti. Circa il messaggio, non è ancora stabilito se esso sarà opera di un'apposita Commissione interparlamentare, o se l'incarico della sua formulazione verrà demandato alle due Presidenze di comune accordo. Come Fetlerzonl non ha risposto Qualche ufficioso, accennando all'accoglienza che il Senato ha fatto ieri al discorso del senatore Albertini, ha voluto quasi prospettare l'opposizione dell'assemblea vitalizia come isolata a pochi uomini. In realtà nulla vi è di mutato. Infatti, nelle due votazioni a scrutinio segreto avvenute oggi in Senato sul bilancio della guerra e su quello dell'interno,^i sono avuti: nella prima (bilancio della Guerra) 178 voti favorevoli e 50 contrari su 228 votanti; nella seconda (bilancio dell'Interno) 165 favorevoli e 53 contrari su 223 votanti. Il problema delle "pubbliche libertà, ampiamente dibattuto ieri al Senato dagli on. Albertini e Lusignoli, riappare anche oggi sui giornali che commentano la seduta dell'assemblea vitalizia. La stampa fascista non spende molte parole, limitandosi ad esaltare il discorso del ministro. dell'Interno on. Federzoni. Il Popolo d'Italia riproduce anche una lettera dell'on. Barbaro, il quale dichiara di essere stato a Reggio Calabria il giorno in cui si annunziarono le dimissioni del Gabinetto Mussolini. Naturalmente il deputato fascista afferma che « la dimostrazione di giubilo fu fatta da un paio di centinaia di sovversivi, capitanati da un deputato socialista del luogo, al canto di bandiera rossa » : secondo l'on. Barbaro, il resto della popolazione era... << costernatissimo e nutriva grandi apprensioni per l'avvenire! ». Mentre il discorso Albertini non ha l'approvazione della Tribuna, che lo giudica troppo duro e implacabile, obbligando il Governo ad irrigidirsi nel suo attuale atteggiamento, 71 Giornale d'Italia osserva che l'on. Federzoni doveva dare una risposta precisa alle domande poste da! senatore Albertini circa la colpa degli italiani per essere stati privati dei godimenti dei diritti statutari : « A sentire Federzoni, la stampa, tutta la stampa italiana, si sarebbe resa colpevole di errori che minacciavano la salvezza dello Stato e l'unità dell'anima nazionale. Ma quando e come e da chi? Qui bisogna essere precisi, citare i responsabili, esporre documenti, salvo a ricadere nel concepimento dal quale unicamente partono quegli irresponsabili coi quali il ministro degli interni non vuole rimanere confuso: ritenere, vale a dire, che il partito, le sue pretese, la sua permanenza al potere, s'identifichino con la maggioranza dei cittadini, anzi con l'esistenza dello Stato e la fortuna di tutto il Paese. Una simile concezione è in irreducibile contrasto coi propositi cui evidentemente l'on. Federzoni ha inspirato il suo discorso. E questo, infatti, trova una debolezza originaria in talune imprecizioni di criterio ». Quindi l'organo liberale rileva: « Non v'è nessuna iniziativa legislativa che lasci sperare una pacificazione sinceramente voluta. Mentre gli amici del governo continuano a minacciare gli avversari è facile ripetere: « la colpa è dell'opposizione aventinlana ». In argomento noi siamo insospettati. Abbiamo, dal principio ad oggi, sempre esposto il nostro parere : tutte le frazioni parlamentari sono chiamate ad esercitare il loro mandato in parlamento ; ed anche gli oppositori, pur facendo notevoli sacrifìci, hanno da cooperare a ridare vita sincera all'assemblea nazionale. Ma si può onestamente pretendere che essi soli diano l'esempio di una iniziativa, che spetta precisamente al governo, mentre il governo, pure accennando a volere riformare tutto, rimane fermo nei metodi di eccezione? Torniamo, ma torniamo davvero alla normalità, col rispetto alle leggi, nella continuità dei principii ai quali esse furono informate; al fecondi civili contrasti delle parti diverse, ebe pure hanno inviolabile diritto di cittadinanza. Si debbono disarmare atteggiamenti ed animi. Quando questo disarmo sarà iniziato col fare le elezioni, potremo con ragione richiedere che tutti diano mano a ricostruire intera e solidamente la benefica normalità della esistenza nazionale ». Avendo poi l'on. Federzoni tenuto a differenziare nel suo discorso il Governo fascista dal partito fascista, 71 Popolo fa presente che finora ogni disegno di legge, ogni deliberazione del Consiglio dei ministri è stata preannunciata dal giornale dell'on. Farinacci. Questo premesso, l'organo popolare osserva : «Ora una delle due: o le dichiarazioni dell'on. Federzoni segnano l'inizio di un nuovo programma di Governo, tendente a liberarlo dall'influenza dei più cospicui rappresentanti del partito e assumere per intero la propria fisionomia fuor delle tradizioni fasciste, e allora prepariamoci ad assistere all'esodo degli elomenti irresponsabili con tutte le conseguenze ed i colpi di scena del caso; oppure se le cose rimanessero immutate, la frase dell'on. Federzoni non può essere considerata che come una confessione di .debolezza, per cui il Governo « forte » appare come un cieco strumento nelle mani di quegli clementi cosi ufficialmente e solennemente chiamati irresponsabili ». La libertà di Baldwin Infine II Mondo afferma che il discorso del sen. Albertini rimarrà come uno dei documenti più espressivi e sintetici della travagliata parentesi che l'Italia attraversa, e quindi soggiunge: « Noi vorremmo che gli italiani 1! "cui spirito non sia dominato dalla passione faziosa, c soyratutto quelli che pure nelle ore più decisive della vita nazionale amano appartarsi per abitudine, per egoismo o per timore delle lotte Ideali e politiche in cui si riassu¬ mono i destini stessi del paese, meditassero con la consapevoleza serena é vigile del loro dovere sui ricordi e sui moniti che il dibattito di ieri contiene. Quelli contro cui l'intransigenza nemica avventa la stolida accusa di antinazionali, sono gli stessi che mantenendo alta la fronte e la bandiera, riaffermano e rivendicano i diritti conquistati dal popolo italiano e ne proclamano la piena maturità storica e. civile, in antitesi dì pensiero e di atteggiamento con coloro che quei diritti vorrebbero menomati e offesi. L'altro giorno, in una riunione giornalistica presso l'Albergo Victoria a Londra, il presidente del Governo britannico e capo dei conservatori inglesi Baldwin, esaltando i benefici della libertà, diceva : « La libertà è il cemento che ci lega tutti quanti in patria, come è il cemento che lega l'impero ». Perchè non vi -è grandezza di popolo e di Stato senza libertà, e chi negala libertà confonde l'interesse della propria parte con l'interesse della nazione e anzi questo subordina a quello, con le conseguenze politiche e sociali che è facile immaginare ». Il giornale rileva quanto inadeguata sia apparsa la risposta del ministro Federzoni ai discorsi dei due senatori di opposizione e concludo : ■ Dal dibattito di ieri al Senato, le posizioni reciproche sono rimaste immutate. E' l'urto di due mentalità: la liberale e l'antiliberale; è un dissidio dalla cui soluzione i dipende l'avvenire dell'Italia per la sua pace ' interna e per il suo prestigio nel mondo. E intanto, mentre al Senato si rievocano con le parole di Cavour e di Spaventa i diritti statutari del popolo italiano, i gruppi dell'Aventino riaffermano la loro tattica secessionista nel nome e per la difesa di quei diritti. La coincidenza è piena di un significato che non è possibile negare, nè sovvertire ». Bonomi spleria I! suo "possibilismo.. Di fronte alle polemiche ed ai dissensi più o meno aperti che l'on. Bonomi ha provocato nel campo aventiniano con il suo articolo possibilista, l'ex-presidente del Consiglio non poteva evidentemente tacere e del resto la sua risposta era stata preannunciata. Il giornale dell'on. Bonomi, L'Azione, che uscirà domani, recherà infatti un ampio articolo per chiarire meglio il pensiero dell'ex-presidente del Consiglio. La risposta comincia col premettere che la dichiarazione dell'on. Bonomi non voleva affatto essere una mossa per indurre l'Aventino a scendere subito; essa invece poneva il problema di rivedere tutto l'atteggiamento dell'opposizione e della possibilità di una opera positiva tra i partiti che si muovono nei limiti della costituzione. Quindi l'articolo prosegue: « Qua].; deve essere l'atteggiamento degli elementi che si inquadrano nella costituzione, e cioè ripudiamo le vie illegali e intendono vn'erst degli istituti presenti? Debbono essi confondersi coi repubblicani che mirano a parti'oìari mete, e coi massimalisti, che nella lotta presente vedono sempre finaliità catastrofiche? Evidentemente no. Gli elementi che da! loro passato e dai loro principi traggono norme ben chiare di azione, verrebbero meno alla coerenza se adottassero atteggia, menti disformi alle loro credenze. Se per i masslmali6tl un atteggiamento identico al nostro sarebbe immorale (e qui l'Aventino ha ragioneV altrettanto, immorale sarebbe una adozione da porte nostra deerfi ntteg'ri.-im^' altrui. Nella nostra dichiarazione si profila l'opera critica degli elementi non Mtr-'mt» i Quest'opera è apparsa a taluni critici «poco benevoli una opposizione pos6ibill6ta. Ebbene, accettiamo la definizione in questo sol'i senso ; che la nostra azione mira a trarre profitto da tutte le oneste possibilità, cioè da tutte le contingenze neJJe quali ti nostro pensiero, sempre affermato con diritta coscienza, può essere utilmente manifestato e può aver, utili effetti per il paese. Sono dunque da escludersi 1 bassi possibilismi, che giungono alla obliterazione dolila propria dirittura morale e politica. Noi, con la nostra rassegna settimanale dei problemi italiani ci proponiamo anche di ricercare il punto di convfTgonza dolile varie forze, che sono al di fuori del partito al potere, perchè a nostro awi6o non basta negare, occorre affermare. Anche in ciò la nostra voce ha suscitato molti contrasti. Ci si obbietterà: per tenere unite forze diverse con animi diversi è saggio non uscire dalla negazione. E' vero. f»ta dopo circa un anno di blocco negativo, creato per la necessità di una battaglia che si credeva dovesse sboccare a breve scadenza in un appello agli elettori, è tempo d'iniziane (diciamo iniziare, giacché non abbiamo mai mostrato impazienza e fretta, il che non è nel nostro temperamento') l'esame di un possibile programma positivo. Giacché noi crediamo fermamente che la grande maggioranza del paese senta che per superare un periodo di storia occorra dare la sensazione di qualcosa dì organico, che si vuole instaurare, di qualche cosa che trovi preparate e concordi le forze destinate a realizzarlo. Solo a tali condizioni si può sptrare di trascinare il paese e di operare positivamente per modificare la situazione. « E giacché parliamo di situazione attuale, vogliamo rispondere a quei critici che — certo esprimendo il dolore dello stato presente — ci osservano che prima di indurre l'opposizione a esercitare una qualunque aziono positiva ed efficace bisogna che dall'altra parte si consenta almeno la libertà sufficiente per esercitarla. Questa è una verità lapailisslana, che noi non abbiamo mai negato. E' implicita nelle cose. L'opposizione non può esercitare la funzione normale che le compete se non vi è quel tanto di normalità di ambiente che consenta di operare E' il dialogo che già si è svolto Infinite volte e che si riassume in queste proposizioni ■ • vi fermate voi per primi e discuteremo » ; • priina vi fermate, e poi vi lasceremo la. facoltà di discutere ». Noi credevamo che, rivolgendosi ai nostri lettori che hanno assistito più volte a questo dialogo, fosse muta* ripeterlo e fosse più efficace trattare la linea di una opposizione operante entro la costituzione in una atmosfera di sufficiente libertà che se questa atmosfera non verrà ancora. e fosse anche per l'avvenire ostinatamente negato, la responsabilità non spetterà certamente a quelli che con onesto coraggio continuano a propugnare la fine della guerra guerreggiato tra i partiti e l'inizio dell'auspicata normalizzazione ». Questa la risposta dell'on. Bonomi. Ma come è noto, il Comitato delle opposizioni ha respinto ieri, riassumendo la manifestazione dei vari partiti secessionisti, il possibilismo espresso dal Bonomi, almeno per il momento. 72 Giornale d'Italia accenna al fatto che ieri anche gli esponenti dei gruppi notoriamente favorevoli al ritorno nell'aula parlamentare riconobbero la inopportunità, anzi l'impossibilità, di un mutamento di tattica nelle condizioni presenti; ma un ordine del giorno tendente a dare carattere di assoluta irrevocabilità all'Aventino, con una formula d'intransigenza nettamente impegnativa, trovò ostili i popolari ed i demo-sociali, ed infine, anche per coniglio degli unionisti,' verme ritirato.

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