La revisione della tattica dell'Aventino proposta dal Consiglio nazionale della Democrazia sociale

La revisione della tattica dell'Aventino proposta dal Consiglio nazionale della Democrazia sociale La revisione della tattica dell'Aventino proposta dal Consiglio nazionale della Democrazia sociale Dichiarazioni di federzoni sul l.o maggio 3n Italia ronautica - La nomina di Badoglio a capo dello Stato Maggiore dell'Esercito Il riordinamento dell'fte- Roma, 2, notte. Di nuovo oggi il problema della tattica aventiniana ha un ampio riflesso nell'atteggiamento di un numero senza dubbio notevole di oppositori, i quali, a quanto pare, si sono convinti della necessità di una revisione nella condotta dell'Aventino. Dagli indizi che la cronaca offre, risulterebbe che non si tratta più ormai di pareri personali di questo o quel deputato, bensì di tendenze decisamente prevalenti in taluni dei gruppi facenti parte dell'Aventino. Tornare nell'aula La revisione della tattica si concreterebbe nel ritorno dell'opposizione nell'aula. Il fatto nuovo che si apprende oggi nel campo secessionista è, secondo le informazioni pubblicato dal Giornale d'Italia, questo: Nella recente riunione del Consiglio nazionale della democrazia sociale, sotto la presidenza dell'on. Di Cesarò, si è discusso a lungo sulla possibilità dell'opposizione di scendere nell'aula parlamentare, e tutti i presonti, interloquendo ned dibattito, si sono espressi in senso nettamente favorevole alla discesa. Era stato anche presentato un ordine de] giorno in questo sanso, e si sarebbe voluti) che i deputati del gruppo ed i rappresentanti del Comitato delle opposizioni 6i fossero impegnati a sostenerlo strenuamente, ma l'on. Di Cesarò ha fatto rilevare che così si sarebbe mancato alla disciplina imposta dall'alleanza e si sarebbero determinati malintesi e screzi assolutamente deprecabili: L'ordine del giorno è stato quindi ritirato ma 6i è convenuto che l'on. Di Cesare ed i colleghi del Gruppo della democrazia sociale avrebbero informato il Comitato esecutivo ed il Comitato extraparlamentare dell'Aventino, del pensiero nettamente espresso dal Consiglio nazionale dal p*rlito. Risulta che tanto l'on Di Cesarò, che fa parte dell'Esecutivo aventiniano, quanto l'on. Stancanelli, che rappresenta i demosociali nel Comitato extra-parlamentare, hanno compiuto passi nei rispettivi consessi : senonchè l'Esecutivo, pur prendendo atto della comunicazione, avrebbe per il momento riconfermato l'atteggiamento fin qui tenuto, salvo a riesaminare la situazione nell'imminenza della riapertura della Camera e nell'eventualità che si verifichino circostanze nuove di ordine parlamentare, le quali consiglino all'opposizione secessionista una tattica diversa. In seno al Comitato extra-parlamentare la comunicazione fatta dall'on. Stancanelli è stata oggetto di vivo dibattito ed ha raccolto consensi ed obbiezioni da parte dei rappresentanti degli altri partiti. Il Comitato delle opposizioni tornerà a riunirsi martedì prossimo e riprenderà in esame l'argomento per giungere ad una conclusione, che possa servire di norma alle decisioni dell'Esecutivo. La riunione demosoelale Da quanto peraltro si afferma negli ambienti demo-sociali, da autorévoli esponenti di essi, la discussione avvenuta nella riunione del Consiglio nazionale del partito ha avuto una portata ed un carattere notevoli, per le tendenze espresse, ma non decisive. Tale riunione, avvenuta domenica scorsa, era la prima dopo il congresso. Il Consiglio era convocato per la nomina del segretario del partito e della Giunta esecutiva, nonché per concretare le direttive da impartire alle organizzazioni locali e per tracciare l'azione del partito «.tesso. Il Consiglio veniva convocato a breve scadenza dal congresso e perciò il dibattito svoltosi sulla situazione e sullo spirito emerso dal congresso, non poteva apportare notevoli modificazioni. Lo stesso esame della situazione politica era stato esaurientemente fatto nel congresso. Ciononostante, l'aspetto più interessante e significativo della discussione avvenuta nel Consiglio consiste nel fatto che il problema della tattica dell'Aventino è stato prospettato in tutti i sensi, colla maggiore precisione di elementi, com'è possibile in seno ad un organo direttivo qual'è il Consiglio nazionale. 11 problema del reingresso è stato lumeggiato in ordine alla necessità dell'azione da svolgere. A questo riguardo i rappresentanti delle province hanno espresso Fa sensazione piuttosto diffusa nelle province medesime, dell'inazione dell'Aventino, ritenendola determinata dalla pregiudiziale secessionista. Da questo punto di vista essi hanno sollevato il problema del reingresso, sul quale hanno interloquito gli esponenti dell'una e dell'altra tendenza. Occorre per altro avvertire che, a quanto si assicura, non si è trattato d'una tendenza not;ait,niite negativa in senso secessionista, come pure di un'altra decisamente favorevole al reingresso a qualunque costo, ma piuttosto di una tendenza che potremmo chiamare revisionista e che risponderebbe alle preoccupazioni che, come abbiamo detto, si sarebbero manifestate per l'inazione dei partiti di opposizione. A questo riguardo l'on. Di Cesarò ha illustrato la tattica e l'attività del Comitato stesso, illustrando le ragioni prò e contro il rcingresso, considerato indipendentemente dalla situazione generale e soprattutto affermando ohe l'Aventino non si è inibito il ritorno nell'aula, nè ha premesso a questa eventualità alcuna pregiudiziale. Soltanto esso considera il rcingresso in rapporto al verificarsi di circostanze e di eventi che lo rendano utile ed opportuno. Il problema dèi reingresso deve perciò essere esaminato in rapporto agli eventi. Nell'abboccamento che dopo la riunione del Consiglio l'on. Di Cesarò ha avuto con alcuni esponenti dell'Esecutivo dell'Aventino, egli ha esposto le discussioni avvenute in seno al Consiglio, assicurando per altro l'Esecutivo della solidarietà della Democrazia sociale. L'atteyglamento del popolari Ciò che avrenbs detto l'on. Chiesa A parte l'impostazione più ampia e forse più recisa del problema avvenuta tra i demosociali, negli ambienti delle opposizioni si assicura che, mentre la questione del reingresso è sempre attentamente esaminata, nessuna decisione si può ritenere imminente, almeno allo stato attuale delle cose. Ciò risulterà quasi certamente anche dulia riunione che terrà mereoledì prossimo la Direzione del Partilo popolare, Questa non potrà infatti fare a meno di occuparsi della questione oggi nuovamente sollevata dall'atteggiamento dei demosociali. Secondo informazioni che abbiamo ragione di ritenere attendibili, la direzione del Partito popolare non sarebbe in massima contraria alla discesa nell'aula, ma riterrebbe superflua una discesa immediata, f popolari ritengono, infatti, che l'imminente sessione parlamentare non abbia alcuna seria importanza e che il progetto di legge sulla stampa, se sarà iscritto all'ordine del giorno per indurre i secessionisti a tornare nell'aula, non verrà in discussione che a novembre. In autunno, secondo alcuni deputati popolari, il ritorno nell'aula sarebbe opportuno, per l'importanza delle riforme legislative che verranno discusse in quella sessione. Circa il modo con cui si effettuerebbe la discesa, nel campo popolare si osserva che gli oppositori rientrando nell'aula, potrebbero dichiarare di mantenere intatte le loro pregiudiziali, spiegando però di essere stati indotti a valérsi dell'unica tribuna rimasta libera per discutere i problemi in questione, combattere le soluzioni progettato dai fascisti e prospettare delle soluzioni in contrasto con esse. Per quanto si riferisce al disegno di legge sulle, associazioni segrete, se esso venisse in discussione dopo l'eventuale ritorno delle opposizioni nell'aula, i popolari voterebbero contro, dando però al voto un carattere di sfiducia generale. I giornali romani aggiungono poi altre notizie relative all'Aventino, che per obiettività di cronaca debbono essere' riferite. Così II Giornale d'Italia riafferma che in seno al Gruppo popolare la tendenza al reingresso ò assai forte e ricorda come essa sia anche trasparita dal manifesto di qualche mese addietro della Direzione del Partito popolare. Inoltre il giornale rileva le due tendenze profilatesi nel partito massimalista, osservando che la nomina dell'aw. Vernocchi — favorevole, come è noto, al reingresso nell'aula — alla carica già tenuta dall'on. Oro Nobili, non è forse rimasta priva di effetto se il direttore delVAvanti !, già fervido sostenitore della tesi secessionista, tende ora ad accostarsi ai compagni dell'ala sinistra. Quanto agli umori del partito repubblicano, che traspariranno meglio dal prossimo congresso, 71 Giornale d ltaìin riferisce che l'on. Chiesa, discorrendo nei giorni scorsi nei corridoi della Camera sulla situazione attuale, affermava l'inopportunità di perdurare nella secessione. Il. deputato repubblicano avrebbe detto: « Dovessi essere solo a compiere un gesto simile, al momento opportuno scenderò ne)l'uula e difenderò come posso, ma assolventi do tutto intero il mio riovore, i diritti della libera stampa e quelli dei liberi cittadini italiani >. Una smentita degli unionisti La Tribuna, che a sua volta nei giorni addietro aveva raccolto voci invero non molto esatte di tendenze diverse nel campo avontinista, ritorna oggi sull'argomento, riferendo in particolar modo notizie sulle correnti che si sarebbero rivelate in seno all'Unione nazionale. Il giornale ripete che nell'Unione nazionale vi sono due tendenze: una possibilista, capeggiata dagli on. Bonomi e Giuffrida; la seconda intransigente, della quale è leader l'on. Amendola. Il dissidio tra il binomio Bonomi-Giuffrida da una parte, e l'on. Amandola dall'altra, si sarebbe manifestato più vivo in occasione della convocazione del congresso dell'Unione nazionale. L'on. Giuffrida, pur seguendo disciplinatamente la corrente aventìnisia, non sarebbe mai stato, convinto della pratica efficenza del metodo negativo dell'opposizione. Dal canto suo l'on. Bonomi, pur fiancheggiando il movimento secessionista, vorrebbe evitare che le opposizioni si cacciassero in una strada senza uscita, L'on. Amendola, per contro, si sarebbe trovato nella necessità, a detta dell'organo ministeriale, di preoccuparsi del suo atteggiamento in seno all'Unione nazionale di tutti gli altri partiti aderenti al blocco aventiniano. In conclusione il giornale dice che esiste veramente un movimento secessionista in seno all'Unione nazionale e che gli on. Bonomi e Giuffrida in questi ultimi giorni avrebbero tracciato la loro linea di condotta. Vi sarebbe, cioè, una pubblica dichiarazione da parte dei fautori della corrente secessionista; il movimento avrebbe la settimana prossima un organo giornalistico e troverebbe aderenti, oltreché nell'Unione nazionale, anche tra varie personalità appartenenti ai gruppi unitario e popolare. Vi sarebbe anche un movimento inteso a ricostituite il disciolto gruppo riformista. Queste notizie erano questa sera negli ambienti dell'Unione nazionale recisamente smentite. Il Mondo, uscito in edizione straordinaria, scrive: « In seno all'Unione si è esaminata'recentemente la situazione politica, anche in rapporto alla convocazione di un Congressounionista, ma la discussione si ò chiusa con l'approvazione all'unanimità di un ordine del giorno dell'on. Alessio, che deferiva al Comitato centralo la facoltà di convocare il Congresso alla data che «30 riterrà più opportuna Inoltre, recentemente ebbe a riunirsi il gruppo dei deputati aderenti all'Unione, clic ha esaminata la situazione politica. A tali riunioni ebbe a partecipare l'on. Giuffrida. Possiamo escludere categoricamente che tali discussioni si siano chiuse con il dissenso che si pretenderebbe di attribuire all'on. Giuffrida nei confronti dei suol colleglli. 11 gruppo unionista avrà occasione di riunirsi ancora o procedere oltre nell'esame della situazione ». I lavori della Camera Quanto all'ordine dei lavori che svolgerà la Camera nella prossima ripresa, l'Idea Nazionale questa sera conferma nettamente che la legge contro le Associazioni se grete sarà discussa poco dopo l'inizio dei lavori. Il Governo avrebbe anche fatto sollecitare la Commissione incaricata di esaminare il disegno dì legge sulla stampa, dimodoché l'on. Ungaro posr>a prepararne rapidamente la relazione. Si conferma invece che non sarà possibile che siano presentate le riforme dei « Diciotto ». Infatti alla fine del mese la Commissione avrà completato un piano di riforme di carattere generale, ma tuttavia non definitivo. Esso dovrà essere esaminato dui Gran Consiglio ed approvato ed eventualmente modificato dal Governò, senza contare che il Congresso del partilo fascista, clic si terrà il L'I giugno, sarà forse chiomato a dire una parola sulla questione. Evidentemente, dunque, si va a novembre. E se, come si afferma, è a questa Camera che il Governo vuol affidare la riforma della Costituzione, risulta chiaro che non c'è da parlare di quest'anno di elezioni politiche, salvo, naturalmente, il verificarsi di fatti nuovi. Intanto il lavoro degli uffici del Ministero degli Interni per le delimitazioni delle circoscrizioni elettorali, è nrossimo ad osselo condotto a termine. Come è noto, per la metà del corrente mese sono convocate le Commissioni parlamentari, le quali a norma di legge hanno l'incarico di prendere in esame le proposte formulate dal ministro dell'Interno per la de-limitazione delle circoscrizioni. Quando tali proposte saranno state approvate dalle Commissioni della Camera e del Senato, verrà emanato il decreto reale che avrà valore di legge, in quanto il Governo ne ha ricevuto apposita delegazione dal Parlamento. Tale decreto reale stabilirà i Comuni che dovranno far pai-te delle nuove circoscrizioni elettorali. Secondo informazioni dell'Epoca, non vi saranno notevoli spostamenti di Comuni nella formazione dello nuove circoscrizioni, eccetto che per le nuovo Provincie e per quelle regioni nelle quali è stato aumentato il numero dei rappresentanti al Parlamento nazionale. Con la nomina del gen. Badoglio a capo dì Stato Maggiore, il Governo dovrà procedere alla scelta del suo successore all'ambasciata di Rio de Janeiro. Nei circoli diplomatici si fa così il nome del ministro Orsini Barone, che da Bruxelles dovrebbe essere destinato all'ambasciata del Brasile. Secondo l'Epoca molto probabilmente nel prossimo giugno la presidenza ' del Consiglio dei ministri si trasferirà a Tivoli, insediandosi alla villa d'Este per tutta l'estate, il giornale fascista scrive : « L'on. Mussolini stabilirà la sua residenza nella villa, ove troveranno sede anche il gabinetto e gli uffici di presidenza insieme coi gabinetti della guerra e degli esteri. L'intenso lavoro a cui l'on. Mussolini si deve quotidianamente sottoporre, sarebbe cosi alleviato dai benefìci di una residenza estiva. Le comunicazioni tra Roma e Tivoli verranno rese subito più rapide e frequenti, tanto sulla linea ferroviaria o s:i quella tramviaria, quanto sulla strada rotabile. Verrebbe inoltre Impiantata a Tivoli una potente stazione radiotelegrafica, mentre i servizi telegrafici e telefonici saranno messi in grado di espletare la grande mole di lavoro che st accentrerà a Tivoli in seguito al trasferimento colà della presidenza del Consiglio ». Anche questa notizia è però questa sera ufficialmente smentita. I passati Governi e la Libia Muovendo dall'inaugurazione del monumento ai caduti in Libia, li Giornale d'Italia si chiede a chi spetti il merito della riscossa e ricorda a questo riguardo l'opera svolta e le difficoltà superate dal Governo che fece l'impresa di Libia. Accennando alle difficoltà di carattere internazionale, l'organo liberale ricorda il tentativo del Governo di Berlino, subito dopo il nostro sbarco a Tripoli, per un componimento tra Italia e Turchia, e soggiunge: a Ma quando no fu data comunicazione a Roma, si ebbe una risposta sola: No. L'onorevole Giolitti disse: « L'Italia non è l'Inghilterra, non può accontentarsi di una situazione come ciucila ohe. questa ha in Egitto E l'ingegno dell'on. Di San Giuliano, per cui superava gli altri ministri del tempo amici o no, ottenne il ritiro da Costantinopoli del Marshall, che effettivamente era rimasto sconfìtto. Soltanto la Russia non ci creò ostacoli in quel periodo che fu fatalmente lungo e che in ultimo si completò con lo scoppio della guerra balcanica, da cui l'instabile equilibrio europeo era tutto profondamento messo In pericolo. I bulgari arrivarono a Cistalgia ed il dominio turco in questo continente stava per cessare. Eppure nessuno dei nostri governanti, ai quali non erano certamente ignote le difficoltà dell'impresa decisa nel settembre 1911, ebbe un momento di esitazione. L'Italia doveva prendere il suo posto, non solamente in Africa, ma nel mondo; occorreva agiro e persisterò tino all'ultimo. Fu in pochi giorni improvvisato un corpo di spedizione, che per larghezza di mezzi stava a confronto di quelli inglesi ; e alla marina fu affidata la più rischiosa cooperazione. Sì fecero succedere continuamente nuove truppe per- domare la resistenza indigena che riceveva mal dissimulali ma abbandonati soccorso e validissimi eccitamenti. Non ci furono né patimenti, né isoste. Così vollero e operarono i governanti di li anni or sono, governanti appartenenti al partito liberalo e che poco dopo risposero con im rifiuto agli alleati che volevano fin dal 1913 provocare la guerra mondiale. Lo stesso rifiuto ripeterono pochi mesi'dono iniziando l'ultima gesta; la gesta gloriosamente definitiva del riscatto na zionalo ». Il giornale quindi rileva che del Gabl netto facevano parte anche radicali ed all'impresa plaudirono anche socialisti come Bissolati. Quindi prosegue : « I governanti di allora che non ignoravano le avversità a cui andavano incontro, avevano la coscienza della immancabilità di un esito sicuramente vittorioso por il consenso del popolo italiano. Questo, nel tempo laboriosamente trascorso, aveva raggiunto in sieme una saldezza economica e ima coscien za di sè che dopo secoli di tirannia straniera e indigena, necessariamente difettavano pri ma. Nel lavoro e con la libertà si era i-inno vata la vecchia tormentata gente. Essa voleva contare nel mondo per quello che positivamente era, cioè era divenuta ». L'organo liberale conclude : « Allora l'on. Farinacci probabilmente era alle scuole tecniche c si preparava a diventare socialista. Non parliamo di altri tra 1 .maggiori assertori del fascismo, i quali allora si posero di traverso all'impresa "«tea. Successivamente si convertirono, e noi li lodiamo. Ma certo, in quei giorni difficili de. 1911 e del 1912 non da essi la Nazione ebbe soccorso di nnnoggi e di conforto ». Inchieste tra fascisti Roma, 2 notte. L'intervento dell'ori. Farinacci nel processo por i residuati di t'uerra ha prodotto negli ambienti fascisti viva impressione. Lonor. Mnzzolini, cann dell'ufficio disciplina, ha iniziato una .speciale inchieda per assodare le accuse lanciate tra fascisti nu'.le movimenta, te sedute giudiziarie de! processo Scaleràlui pero. Secondo quanto riferisce il Sereno, l'on. Farinacci ha oi.linaio un'altra inchiesta a carico di un deputato fascista del collegio di Itnma per le sue mene affaristiche e per i suoi notévoli guadagni fatti dopo la marcia su Roma con una nota ditta di costruzioni. In seguito a quésta inchiesta il predetto deputato sarebbe stato deferito davanti al Consiglio di disciplina istituito in stno alla Direzione del panilo f iscista. Il Consiglio dei Ministri Roma. 2, notte. Si è riunito oggi, sotto la presidenza del' l'on. Mussolini, il Consiglio dei ministri. Erano presenti tutti ì ministri, traimi quelli della Marina e delle Colonie. Il presidente ha riferito sull'atteggiamento assunto dal R. Governo di fronte agli ultimi avvéniménti più importanti per la politica internazionale, e cioè la situazione bulgara e Le elezioni del Presidente del Reich. Ha quindi proposto, ed il Consiglio approvato definitivamente, l'ordinamento della R. Aeronautica, già deliberato in linea di massima dal precedente Consiglio dei ministri del o aprile, 60tto riserva di ulteriori discussioni 6u alcuni punti, allo scopo di raggiungere l'accordo totale fra i Dicasteri interessati. Le discussioni ebbero luogo sotto la presidenza dell'on. Mussolini durante il mese di aprile ai Ministero della Guerra, presenti i ministri della Marina, il sottosegretario per la Guerra, il vice Commissario per l'Aeronautica, 1 capi di Stato Maggioro del R. Esercito e della FI. Marina, il comandante gene, rale interinale della R. Aeronautica, ed hanno condotto alla relaziono definitiva ed unanime dell'ordinamento col quale la R. Aeronautica acquista una fisonomia sua propria, unitamente alla possibilità di un ordinato sviluppo ulteriore. I quadri dell'Aeronautica H relativo decreto-legge consta di CI articolo, e riguarda soltanto l'organismo dell'Aeronautica militare. Da nostre informazioni risulta che in base al decreto l'Aeronautica comprenderà, oltre allo stato Maggiore generale, un ufficio di Stato Maggioro dell'arma, il Corpo del Genio, il Corpo di commissariato, la Scuola di aeronautica, il Consiglio di aeronautica ed il Comitato tecnico. L'arma è ripartita in due ruoli: il combattente e lo specializzato. Lo Stato Maggiore generale comprende 3 generali di squadra aerea, 6 generali di divisione, 13 generali di brigata, un generale • capo del Genio aeronautico, un generale commissario ed uno a disposizione. 'Complessivamente dunque 20 generali, limitati a 10 per l'esercizio 19201926. Il territorio nazionale viene ripartito in zone aeronautiche indipendenti, che avranno complessivamente 80 squadriglie; quelle assegnate alla marina saranno 36; quelle assegnate alle Colonie 12. n totale degli apparecchi sarà di 2068. L'aeronautica ausiliaria per l'esercito dipenderà direttamente dalle autorità militari : così quella per la MariDa e quella per le Colonie. 11 collegamento fra i tre organismi sarà assicurato da ufficiali dell'esercito, della marina e dell'aeronautica. La forza aerea comprende 2418 ufficiali, limitata per l'esercizio in corso a 1540. Il personale di truppa comprenderà 4197 sottufficiali e 25.029 avieri. Il decreto provvede pure alla sistemazione del personale civile. IR bilancio dell'aviazione si eleverà a 900 milioni. Su proposta del presidente del Consiglio è approvato uno schema di regio dedeto leggo per l'applicazione al personale della M.V.S-N. addetto in servizio permanente ai comandi superiori, dei recenti provvedimenti economici in favore del personale civile e militare dello Stato. La versione ufficiale sul l.o maggio 11 ministro dell'interno, on. Federzoni, riferisce poi sulle condizioni dell'ordine pubblico « che — dice — 6ono .pienamente 6oddisfacenti come è stato dimostrato nel modo più persuasivo dalla giornata del l.o maggio ». In base al comunicato ufficiale del Consiglio, ecco come il ministro Federzoni ha parlato del l.o maggio: t In vista di tale occasione, i vari partiti sovversivi avevano compiuto uno sforzo notevole di propaganda e di preparazione, soprattutto mediante larga diffusione di giornali, opuscoli, manifesti e fogli volanti, contenenti incitamento all'astensione dal lavoro ed alla violenza, ma la giornata è passata nella maggiore tranquillità in tutta l'Italia. Vero è che la metodica ed attenta vigilanza con cui le autorità politiche e di pubblica sicurezza seguono normalmente l'attività degli elementi ■ sovversivi ». ha dovuto agire come freno efficace alla velleità dei « sobillatori », dando a tutti la sicura sensazione della decisa volontà del Governo di non tollerare manifestazioni sediziose e tanto meno movimenti atti a turbare l'ordine pubblico. Ma è altresì vero ed innegabile che la totale calma si deve attribuire anche al buon senso di grandissima parte dagli operai, i quali non 6i lasciano più facilmente sedurre dalla propaganda lusingarice dei" « demagoghi », ed alla disciplina perfetta di cui hanno dato prova, può dirsi, in ogni luogo, le aliasse fasciste. E' interessante notare che le autorità, uniformandosi alle direttive loro impartite, hanno rinunziato stavolta alla consuetudinaria misura di cautela preventiva delle solite retate. « Solo in alcune Provincie furono operati fermi ed arresti di persone che tentavano distribuire stampati n sovversivi » o provocare eoartatamente l'astensione dal lavoro, come pure furono effettuati in tutto il territorio del Regno numerosi sequestri. L'astensione dal lavoro raggiunse il massimo a Milano, con una media di circa il 35 per cento, e fu del 20 per cento a Torino. A Trieste la classe dei metallurgici si astenne nella quasi totalità dal lavoro, ina in compenso gli stessi metallurgici nella vicina Monfalcone lavoravano In pieno, come pure tutte le rimanenti classi operale che nei numerosi stabilimenti in. dustriall di Trieste e dei dintorni quasi al completo attesero alle ordinarie occupazioni. Nello altre città anche di carattere spiccatamente industriale, la percentuale degli astenuti nelle officine fu minima. Si e lavorato in pieno ad Ancona, Bari, Bergamo, Brescia, Bologna, Catania, Firenze. Livorno, Perugia, Pi6a, Messina, Venezia, Piombino, ecc. I-o ferrovie o le tranvie funzionarono regolarmente ed i pubblici servizi si mantennero ovunque in piena eflìconza e senza alcuna defezione. • Pochissimi gli incidenti, di tenuissima entità, Solo a Milano, nella frazione di Musocco, verso sera, una quindicina di sovversivi esplosero alcune rivoltellate contro due militi della Milizia volontaria, i quali, rispondendo al fuoco, uccisero tal Gandini Luigi e ferirono gravemente Agostino Angelo, entrambi di Musocco. A Pieve di Teco, per motivi ancora non precisati, sorse una rissa nella quale rimasero feriti non gravemente due fascisti e tre « sovversivi ». In complesso, salvo questi due 6oli sporadici incidenti, alla magnifica solennità nazionale del 2.1 aprilo, clie le masse operale ed italiane concordemente celebrarono come festa del lavoro riconciliato con la patria, ha fatto degnamente riscontro la tranquillità ed operosità della giornata del Lo maggio, giornata di vera, normale e di cosciente obbedienza alle leggi ». Gli alti Comandi dell'EMrcito Dopo questa versione ufficiale della giorna ta del l.o maggio, il Consiglio dei mhiistri, su relazione del presidente del Consiglio, ministro all'interim della Guerra, ha approvatouno schema di provvedimento che istituisce i'Ufficio di capo di stato Maggiore generale e ne fissa le attribuzioni e delibera di pro-porro al Ilo la nomina a tale ufficio del generale d'esercito Pietro Badoglio. Per l'ufficio di vice capo di Stato Maggiore sarà designato al Re il generale di corpo d'Armata Saverio Grazioli; e per quello di sottosegretario di Stato per la Guerra il generale di Brigata gdtmsgmdrnzlzepmfpsanmdgpsmnblnpcpmrtpdnIgCsltCibarg Cavaliere Ugo. Il Consiglio dei ministri ha quindi approvato il disegno di legge concernente l'ordinamento dell'Alto Comando eleil'Esercito, che sarà presentato al Senato. Il Consiglio ha inoltre deliberato su uno schema di regio decreto leggo per sistemare la posizione di stato di alcuni gruppi di ur: flciali invalidi o su un altro schema pure di regio decreto legge che concede alla signora Orsolina Pizzigoni, vedova Calvi, un assegno straordinario annuo di lire sei mila a vita. Il Consiglio dei Ministri, su proposta dot ministro delle Finanze ha approvato un prov. vndimento in forza del quale nessuna cessazione dal servizio degli impiegati statali, può essere disposta se non previa liquidazione provvisoria della relativa pensione da alle, garsi al docreto di collocamento a riposo.- E' stato altresì approvato uno schema di decreto legge portante mortificazioni agli articoli 35, 37 del R. D. 18 novembre 1923, Numero 2440, recante disposizioni 6uU'ammin1strazione del patrimonio e 6ulla contabilita generale dello Stato. L'imposta sul reddito Per l'imposta complementare sul reddito, provvedimenti vengono adottati con lo schema del decreto legge. Col primo di essi si dichiara che l'imposta complementare sul reddito per il primo anno di sua applicazione viene ridotta ad una metà, che in sostanza equivale a dire che per ogni contribuente l'imposta medesima viene ad avere decorrenza di applicazione dal l.o luglio 1926. Ragioni equitative inspirate al concetto di evitare il pagamento di arretrati riferibili al primo semestre dell'anno in corso, in vista anche del fatto della permanenza dell'onore transitorio per tassa di famiglia, ltanno consigliato questa mitigazione ohe gioverà indiscutibilmente al migliore avviamento di applicazione del nuovo tributo. . Con un secondo provvedimento si dettan norme relativo al procedimento di ■ riscossione della imposta compttementare in confronto degli impiegati e pensionati dello Stato, anche per tener conto di richieste pervenute dagli stessi interessati. Per effetto di esso, il,siste, ma della ritenuta diretta viene mantenuto nei confronti di quei funzionari, i quali abbiano il reddito di categoria D) superiore " lire 25.00, o non possiedono redditi di altra natura per un importo di almeno lire 1000; ma per coCoro il cui reddito di categoria D) ecceda lire 25.000 e. che abbiano altri redditi per almeno lire 1000, viene adottato il sistema del pagamento per ruoli nominativi, in relazione al desiderio che e stato da più parti in questo senso manifestato. Il Consiglio ha approvato infine alcuni provvedimenti di secondaria importanza, quindi è terminato alle ore 20. Sarà convocato nuovamente per lunedi, alle ore 16.