Mussolini al "Gran Consiglio fascista,,

Mussolini al "Gran Consiglio fascista,, Mussolini al "Gran Consiglio fascista,, d ,, discorso d'intransigenza assolata e un ordine del giorno di lotta contro 1'"antifascismo,, - "La Milizia sia sempre in perfetta efficienza materiale e morale,, - Il diritto di sciopero affermato per le corporazioni fasciste sotto il controllo del Partito - Il voto amministrativo va concesso alle donne perchè "nè più nè meno pericoloso del voto maschile,,. Rama, 23. notte. Si è riunito oggi, alle ore 16, a Palazzo Venezia, il Gran Consiglio del fascismo. Dopo la riunione è stato diramato il seguente comunicato: « Oggi alle or.e 10 ha avuto luogo la prima seduta del Gran Consiglio fasciste, sessione di aprile. Erano presenti: S. E. Mussolini, i ministri Federzoni, Ciano. De Stefani, Fedele, Giuriati, il sottosegretario di Stato on. Grandi, gli on.li Balbo, Bianchi, Barnaba, Caprino, Ciu.rlantini, Cucco. De Cicco, De Marsico, Farinacci, segretario generale del partito, Pelicioni, Igliori, Meraviglia, Mazzolili!, Sardi, Rossoni, Postiglione, Bastlanini, i senatori Gentile e Corradini, il dott. Forges-Davanzati, il prof. Masi, il comm. Me.lchiorri, Mencsini, Bonclli. colisi-Rossi, il segretario del Gran Consiglio on. Giunta. Erano assenti giustificati: il ministro Di Scalea, il ministro Rocco, il sottosegretario alla presidenza on. guardo, l'on. Arpinuti. il generale De Bono, l'on. Gray. « All'inizio della seduta, il presidente si alza in piedi, seguito da tutto il Gran Consiglio e, tra il religioso silenzio e l'intensa commozione dell'assemblea, propone il se. guente ordine del giorno, che viene approvato aJla unanimità: « Il Gran Consiglio della sessione di aprile « del 1925, anno terzo, prima di iniziare i « suoi lavori, saluta romanamente e chiama « a gran voce i seguenti militi caduti nella t settimana 5-12 aprile : Volterra, Chinassi, ■« Mongurdi. Martirolli, Marugllo, Di Carlo. « Ricorda agli italiani che il fascismo è an« cora e sempre una milizia, che si espone a « sacrifici supremi e si consacra nel sangue; « addita a tutti t fascisti il mirabile stoici«sino di quelle camicie nere che sono morte « gridando Viva il fascismo. Ordina al parti« to di arruolare incessantemente i suoi mi« gliori gregari nel primo e nel secondo ba.n* do perchè la milizia sia sempre in perfetta e efficenza materiale e morale; 6 sicuro che « il Governo è pronto a reprimere coJÌà nea cessarla severità ogni conato di contro-ri. » votazione dell'anti-fascismo ». « Quindi il presidente del Consiglio ha fatto una dettagliata e mirabile quanto vasta relazione sulla situazione politica generalo, investendo tutti i problemi, da quelli 6treitoniente politici a quelli di ordine economico-finanziario, e riferentcsi ai lavori pubblici di tutta Italia, e particolarmente del Mezzogiorno. Aperta la discussione hanno interloquito ì ministri Fedele, De Stefani, l'on. Ciano, l'on. Farinacci, l'on. Bianchi, gli on. Sardi. Meraviglia, Postiglione e ForgesDuvanzali. La discussione si è animata particolarmente sopra a.lcuni aspetti della politica finanziaria, in ciò che si riferisce soprattutto al lavori pubblici. Sotto quest'ultimo aspetto, si può diro che il problema del Mezzogiorno ò stato nuovamente ed efflcacenien. te trattato. La relaziono del presidente del Consiglio è durata quasi due ore e la discussione ò terminata alle 19,30. Sarà ripresa domani alle ore 1G per essere immediatamente seguita dalla relazione sulla situazione politica del partilo, che 6arà latin dall'on. Farinacci. Per la ritintone i\\ domami è convocato anche il direttorio delle Corporazioni sindacali fasciste ». Come ha parlato Mussolini Questo il comunicato ufficiale. L'ordine del giorno votato dal G. C. dimostra ancora una volta, se ve ne fosse bisogno, che Mussolini è ormai deciso a mantenersi fermissimamente su quella linea di intransigenza che fu inaugurata col discorso del 3 gennaio. Nessun altro significato possono avere le esortazioni a mantenere in efficienza la milizia e l'assicurazione clic il Governo reprimerà « con la necessaria severità ogni conato di contro rivoluzione dell'antifascismo». Si noti che la dizione « antifascismo » non indica affatto le sparute forze comuniste, bensì, evidentemente, l'intera opposizione ed il largo seguito che essa ha nel paese. A parte questo succinto rilievo, poco vi è da aggiungere sulla seduta inaugurale della sessione del Gran Consiglio fascista. 11 discorso Mussolini ha molto impressionato i suoi per il tono risolutamente fascista. Egli "ha fatto una cronistoria minuziosa degli avvenimenti di questi ultimi mesi, inquadrandoli nella situazione generale del paese; e soffermandosi particolarmente sugli episodi delittuosi di cui sono stati vittime dei fascisti in queste ultime settimane, ha detto che gli avversari non considerano convenientemente questi fatti e che il fasci?: io deve contro gli avversari raccogliersi nella disciplina più austera. Infine ha raocomandalo che tutti i fascisti facciano parte della milizia., « presidio della rivoluzione », assicurando che il Governo fascista « non inanellerà ai suoi doveri per la tutela della vita dei cittadini » e che, comunque, « quelle riforme legislative che sono scaturite dalla speciale situazione di questi ultimi anni, serviranno ad integrare l'attuale legislazione con funzioni rispondenti alle necessità più urgenti derivato dalla rivoluzione fascista ». Mussolini, che ha avuto frequenti e vivaci spunti polemici, ha anche esaminata brevemente l'azione del partito, affermando « la necessità di dare all'attività dei fascisti un contenuto concreto, che ti stacchi anche dal comune concetto della politica intesa come lotta di partiti». Il «duce» ritiene necessario che ai fascisti sviluppino le loro attività pratiche e costruttive » lo quali, appunto perchè late, « offrono occasione a far valere lo proprie azioni e a dare un contributo allo affermazioni teoriche del partito ». L'on. Mussolini ha soggiunto che in quest'azione il partito fascista può contare sull'appoggio più completo del Governo, « il quale saprà trovare i mezzi per risolvere i pKi vitali ed urgenti bisogni della vita economica della nazione, intesa come sviluppo di traffici, bonifiche, irrigazioni, ponti, strade, acquedotti, costruzioni edilizie, ecc. ». L'on. Mussolini, a conclusione delle sue dichiarazioni, ha presentato poi l'ordine del giorno, che è stato votato per acclamazione. Lo sciopero e il voto alle donne In seguito ha dato lettura agli intervenuti di tre ordini del giorno sui quali egli desidera che domani e nei giorni successivi si svolgano le discussioni. Due di questi ordini del giorno riguardano la materia sindacale. Nel primo si afferma l'importanza degli" avvenimenti sindacali dei primi di marzo e si parla 'di « affermazione delle forze operaie fasciste ». Il secondo riguarda il diritto di sciopero per Jo corporazioni fasciste, affermato come mezzo di difesa degli interessi delle varie categorie lavoratrici, ad eccezione di quelle appartenenti ai servizi pubplici. Però, nell'ordine del giorno, è specificatamente detto che qualunque deliberazione di sciopero non può essere presa, se non dopo l'approvazione da parte deglforgani direttivi delle corporazioni e del partito. In tal modo, tutte le vertenze in materia di lavoro vengono ricondotte, sia pure dopo una prima valutazione da parte delle corporazioni, sotto il controllo deliberativo degli organi gerarchici del partito. Non può sfuggire l'importanza di quest'ordine del giorno che, nei concetti del capo del Governo, mentre da un lato garantirebbe il diritto di sciopero, dall'altro si propone di disciplinarlo attraverso una valutazione politica di carattere generale, dalla quale dipende l'approvazione o meno del partito fascista. Con questo ordine del giorno la situazione sindacale, cosi come appariva dopo le vivaci polemiche di questi giorni, trova una soluzione imprevista ed è diminuita in un certo senso l'autonomia delle corporazioni sindacati di fronte al partito. Il terzo ordine del giorno, presentato dall'on. Mussolini, riguarda il voto amministrativo alle donne e ne propone la concessione, perchè « il voto femminile non è nè più nè meno pericoloso del voto maschile ». Il manifesto degli "intellettuali,, aspramente criticato dall'"Impero,, Il manifesto fascista degli intellettuali è ancora oggi commentato dai giornali; ma le critiche al manifesto non vengono soltanto dalla stampa di opposizione, bensì anche da quella più spiccatamente fascista, come l'Impero. Il giornale oltranzista dichiara in un articolo di uno dei suoi direttori, che il manifesto non lo entusiasma, lo ha lasciato freddo anche alla seconda lettura, ed ora che vengono comunicati I nomi dei firmatari il giornale dice che è diventato addirittura di ghiaccio: • « Il manifesto degli Intellettuali fascisti è tutto fuor che un manifesto intellettuale; è una specie di catalogo prolisso nell'elencare i dati di fatto che costituiscono fa fisionomia esteriore del fascismo; ma quando vuol darcene l'anima, che è davvero profonda e forse misteriosa, si limita ad incolonnare una filza di luoghi comuni di cui sono pieni i giornali e le riviste di nostra parte. E', insomma, un saggio discretamente riuscito di manualetto di propaganda, ed avrebbe fatto bene a reggersi sul piede gelatinoso di un filosofo di cattedra mentre ha voluto essere appuntellato da quel mille piedi che comprende le innumeri firme dei più sapienti e diligenti professori d'Italia. Perchè mancano al professore precisamente le due qualità indispensabili alla sintesi consuntiva e preventiva del fatti, e cioè, la partecipazione diretta e lo spirito profetico. Le sforo ulliciaìi dol fascismo, dal settembre in poi, si sono troppo preoccupate di dare la prova elio il fascismo non ha solo buoni muscoli, ma altpesi « cervello nutrito e respirante ». Ecco, perchè non ci sentiamo legati a quell'infelice manifesto, che vorremmo sepolto al più presto, come una prova inefficace delle nostre enormi possibilità. Sarebbe proprio il caso che noi. anti-professorali, per una volta tanto salissimo in cattedra e dessimo una solenne bocciatura al trecento professori che per il momento non hanno capito il fascismo e che sarà bene non ritentino la prova ». Il Risorgimento, organo democratico, rileva la profonda differenza fra il programma fascista del 1919, nel quale « si parlava perfino ili terra ai contadini e di abolizione del Senato », e quello attuale, e rileva poi la incongruenza di confondere lo squadrismo fascista del '21 con la « Giovane Italia » ; « Sarebbe necessario dimostrare che l'autorità dello Stato resta intatta quando, per evitare manifestazioni illegalisliche di un partito non sappia far altro ehp sopprimere l'esercizio di diritti legali agli altri partiti Noi, che non siamo riiosofi dell'alto puro, crediamo passatisticamente che l'autorità dello Stato debba affermarsi contro tutti i cittadini nell'interesse di tutti I cittadini Ma gli tellellunli fas'isii. nella frena ili dare un contenuto... r 'igioso al movimento, cui aderirono nell'Old, della fortuna, non badano a contraddizioni, e sperano che soprattutto al¬ l'estero sia accettata come dogma una argomentazione che non resiste al più blando scontro con la critica. E malaccorti 6i dimostrano quegli intellettuali che domandano « di vedere quando il Governo ha fatto uso delle misure restrittive sulla 6tampa », che proprio la data condanna la promulgazione di esse, massime se si pensa che il decreto era stato firmato un anno prima. Manifesto infelice dunque, che può dimostrare due cose: o gli intellettuali mancano di intelligenza o hanno assunto la difesa di una causa per salvare la quale non c'è cavillo curialesco che possa passare ». II Consiglio dei Ministri rinviato di una settimana Si apprende che il Consiglio dei ministri subirà il rinviodi una settimana, perchè nei prossimi giorni diversi ministri dovranno assentarsi dalla capitale per il viaggio del Re a Milano ed a Genova. Come è nolo, il Re si recherà quanto prima a Milano, accompagnato dal ministro della Economia nazionale sen. Nava in rappresentanza del Governo, per visitarvi la fiera campionaria. Da Milano andrà a Genova, il 27, per presenziare all'inaugurazione del monumento al generale argentino Manuel Belgi-ano. A tale inaugurazione parteciperanno anche il presidente della Camera on. Cnsertano — che ha pertanto rinunziato a far parte della comitiva parlamentare che si reca a Rodi ed in Libia — ed il sen. Zupelli, vice presidente del Senato, in rappresentanza della Camera Aita. La Repubblica Argentina sarà rappresentata dal suo ambasciatore a Roma signor Perez. Nella visita a Genova il Re inaugurerà pure i lavori del nuovo grande bacino di carenaggio. A fianco del Sovrano saranno per queste due cerimonie anche alcuni ininistri. L'on. Federzoni pure si assenterà da Roma per assistere alla commemorazione di Oriani n Bologna, e probabilmente si recherà a Milano nei giorni in cui vi sarà il Re. Il Consiglio dei ministri non potrà perciò riunirsi che verso la fine della prossima settimana. Esso terrà varie riunioni, nelle quali sarà innanzi tutto esaminato il proolemr. del riordinamento dell'esercito e saranno decise le nomine del capo di Stato Maggiore e del sottosegretario alla Guerra, alle quali cariche sembra siano ormai sicuramente preconizzati i generali Ba loglio e Cavalieri». In attesa di Badoglio Intanto al ministero della Guerra l'on. Mussolini ha frequenti abboccamenti con le autorità militari sul problema della difesa nazionale. Anche stamane il presidente del Consiglio ha presieduto una riunione alla quale sono intervenuti alcuni ministri e gli alti ufficiali dell'esercito, dell'armata e dell'aeronautica. Tale riunione non e stata che la prosecuzione delle altre avvenute nei giorni scorsi per l'esame della questione militare. Terminata tale riunione, l'on. Mussolini ha ricevuto l'on. Federzoni per il quotidiano rapporto sulla politica interna. Si assicura che il gen. Badoglio atteso domani a Roma — conferirà subito col presidente del Consiglio e con i marescialli Diaz e Cadorna. Circa i lavori parlamentari di cui il Consiglio dei ministri dovrà pure occuparsi per concretarne definitivamente l'ordine, le notizie che si hanno stasera da fante ufficiosa lascerebbero prevedere qualche novità. No. nostante che si confermi la brevità della prossima ripresa pure ta possibilità che dopo l'elettorato femminile si discutano anche gli altri progetti riformatori, è stasera ammessa dalia stessa stampa governativa, contrariamente a quanto si assicurava ieri dopo il colloquio dell'on. Mus solini con gli on. Tittoni e Casertano. La prima riforma istituzionale a maggio? fi Popolo d'Italia, mentre conferma la data del 14 maggio per la riapertura della Camera e del 5 per quella del Senato, annunzia che, dopo i trattati di commercio che seguiranno ai consuntivi o all'elettorato alle donne, verranno discussi i disegui di legge concernenti le associazioni segrete, la stampa ed i pieni poteri per la riforma dei codici. Il giornale inoltre credo di sapere che è intenzione del Governo di presentare alla Camera, alla prossima ripresa, il disegno di legge per il regolamento dei rapporti fra lo Stato e le forze sindacali. L'organo presidenziale soggiunge: «11 presidente del Consiglio avrebbe manifestata questa sua volontà al presidente della Corr/inissione dei 18, sen. GentHe, nel corso dell'ulti;.io colloquio che ebbe con lui nei giorni scorsi, e gli fece vive raccomandazioni perchè i lavori della Commissione sul grande problema siano condotti a termine con sollecitudine. La Commissione del 18 ha concluso con la seduta del 21 aprile le sue discussioni sui punti di massima, secondo le direttivo già da noi brevemente illustrate lunedi, o ha nominato una Commissione di tre membri con l'incarico di studiale i particolari di attuazione. Onestò triumvirato ,>>vrà riferire al più presto, si ritiene vex<ìo i .primi di niatr«Jo, cosicché si oufivla cria verso la metà di maggio. la itplnvltrsPcgdvdssvcstsdsobmmedcfslnszncsssfsnnbtOdapcèbdvnrfmlncmcsiriCgpdgpcbpmnecln« Si paiia di «istituto istituzionale », cioè Im■ aCommissione sarà in grado di presentare al Governo i risultati completi del suoi lavori » Stanilo quindi allo notizie, evidentemente ufficiose, dell'organo presidenziale, il Governo penserebbe, come si dice, ad una ripresa in grande stile, investendo la Camera non solo dei progetti che, per il loro carattere e per lo scopo cui tendono, hanno sollevato commenti e critiche vivaci, ma anclie di una parto della stessa riforma costituzionale, quella sindacale. La maggioranza fascista sarebbe cosi chiamata ad un vero record, poiché se i due rami del Parlamento dovessero restare aperti, come si afferma, non più di una ventina di giorni ciascuno, a parte ogni altra considerazione di natura politica, non si sa come possano affrontare la discussione, sia pure con metodo sbrigativo, di disegni di legge di così ampia portata e di spiccato contenuto politico. L'inopportunità rilevata da un "fiancheggiatore,, Ijna simile procedura, nella situazione politica e parlamentare attuale, sembra inopportuna alla Tribuna. Il giornale rileva che, avendo la Camera approvato i bilanci 1925 e 1926, a parte il disegno di legge per l'elettorato amministrativo alle donne — questione importante ma non urgente — i progetti principali di carattere politico che la Camera potrebbe discutere sono quelli riguardanti la stampa, la riforma dei codici e le società segrete. A questo riguardo il giornale fiancheggiatore attribuisce all'on. Mussolini il merito di aver fin qui limitato il lavoro legislativo allo stretto necessario, in considerazione delle condizioni anormali della Camera e riconosce altresì che le- opposizioni secessioni ste non possono rientrare che a processo finito. Il giornale soggiunge; « Di questa secessione non è più il luogo di intrattenersi lungamente: commesso l'errore di disertare dal proprio posto di combattimento, gli aventinisti, logicamente, e malgrado tutte le chiacchiere che si fanno e tutte le tentazioni, non riprenderanno il proprio posto se non dopo che la ragione originaria specifica della secessione avrà avuto l'epilogo giudiziario. Non può essere lontana la decisione della Commissione d'istruttoria del Senato nel procedimento iniziato contro il senatore De Bono, e conseguentemente dovrà concludere la Sezione di accusa e iniziare, alla fine, il dibattimento del processo Matteotti ». Il giornale ritiene per queste ragioni che la Camera debba limitarsi alle poche sedute necessarie per le conversioni in legge più urgenti, senza affrontare questioni che, per il loro contenuto politico, possano vieppiù inasprire gli animi. Ed osserva : « E' forse opportuno che argomenti come quelli relativi alla stampa, alle Società segrete, alla riforma politica dei Codici siano discussi da una Camera pacificata e integra, o meglio ancora da una Camera nuova. A noi sembra di una convenienza evidente: seppure, ad esempio, il regime della stampa, affidato agli arbitri dell'art. 3 della legge co. manale e provinciale, ci appaia tutt'ora intollerabile. Ma piuttosto che si faccia una legge sulla stampa da una Camera di maggioranza, in vista di eventi che inevitabilmente le devono consigliare restrizioni, preferiamo l'attuale regime di arbitrio non legalizzato. Abbiamo almeno la consolazione di pensare che è un regime provvlsoiio ». ' "Chi assume la responsabilità?,, Intanto dallo stesso campo fascista qualche obbiezione si è mossa in merito alla riforma costituzionale indipendentemente dalle divergenze manifestatesi sul problema sindacale. A proposito dei lavori del Gran Consiglio, iniziatisi oggi a Palazzo Venezia, l'Epoca rileva che esso dovrà nei pros. simi giorni esaminare i lavori dei Diciotto. Il giornale osserva che contro la Commissione solonica si sono elevate critiche •anche da parte fascista e si domanda chi sia che si fa garante delle riforme costituzionali : « Chi assume — scrive il giornale fascista la responsabilità politica delle riforme legislative proposte dalla Commissione dei 18, o, meglio, che la Commissione del 18 presenterà al Governo nazionale nel prossimo maggio? Il partito? Il Governo? O tutti e duel O nessuno dei due? ». Il g.ornale ricorda quindi che il Governo è rappresentante generale e che il partito è il depositario della volontà rivoluzionaria del fascismo; al partito dunque spetta la conservazione e ia difesa del programma fascista e, di conseguenza, la responsabilità politica delle riforme elaborate dalla Commissione dei 18. « Ma qui — prosegue l'Epoca — si deve porre un'altra domanda essenziale: le idee dei diciotto coincidono con quelle del partito? C'è nella riforma concretata dai diciotto l'essenza viva della dottrina e della spiritualità del fascismo? Se sì, il partito deve far suo il progetto di riforma dei di ciotto; 6e no, sarebbe necessario non parlalo più dei diciotto e delle loro riformo, e diro se si vuole lasciare intatto lo Stato liberale, oppure in quale altro senso si vuole più o meno profondamente trasformarlo ». Concludendo, il giornale afferma che il Gran Consiglio risponderà a queste domande e attribuirà a chi deve assumerla la responsabilità politica che le risposi, presuppongono. In merito al sindacalismo dei Soloni i Mondo rileva nell'editoriale odierno l'in determinatezza dell'idea che domina negli ambienti fascisti e nella Commissione dei Diciotto. (li una definizione che non significa proprio nulla, a meno che con quelle duo parole non si voglia esprimere il proposito di consegnare lo Stato, cioè la vita politica e morale della nazione, al dominio delle pure forze economiche, le quali, seppure costituiscono una parte importantissima della vita di un paese, non possono, senza i danni irreparabili di una subordinazione innaturale, amministrare, dominandole, tutte le altre e più alte esigenze di un popolo. Il benessere economico infatti c il mezzo indispensabile por l'elevamento di una nazione, ma non è il fino, ed il paese elio affidasse il suo governo politico allo forze pure, della produzione sarebbe forse un paese prospero, ma non potrebbe perciò solo sperare di giungere a elevatissima civiltà ». L'organo democratico nota che in Italia le competizioni economiche hanno determinato lo sviluppo dell'industria e dell'agricoltura, operandovi profonde trasformazioni. Quindi osserva : « A conservare ed a sviluppare le conquiste morali e ideali deve tenderà lo Stato, ma non può trasformarsi senza tradire la sua missione in puro amministratore di beni materiali, come avverrebbe fatalmente se il suo Governo fosse consegnato al dominilo delle correnti economiche del paese, tosse anche per il tramite di quella reminiscenza medioevale che si chiamò Corporazioni. Si parla anche di una terza assemblea legislativa, altri sì1 limita a prospettare l'ipotesi di una reincarnazione del Consiglio superiore del Lavoro con più vasti poteri e funzioni. Se dì ciò si trattasse si potrebbe anche discutere con qualche serietà, perchè noi crediamo nella necessità di un organo che 6.1 occupi dei problemi del lavoro, ma non ammettiamo il fatto che questo organo quale che sia possa comunque vulnerare l'autorità della Camera lene, legittimamente oietu, è la legìttima rup 1 presentante- di tutta la. nazione ». reosIdsepcdrpfi