La dichiarazione di Painlevé alla Camera francese approvata dopo un lungo o burrascoso dibattito

La dichiarazione di Painlevé alla Camera francese approvata dopo un lungo o burrascoso dibattito La dichiarazione di Painlevé alla Camera francese approvata dopo un lungo o burrascoso dibattito 304 voti favorevoli; 218 contrari — Violenta insurrezione delle Destre contro Caillaux politica estera e finanziaria del nuovo Governo — Nel solco di Herriot. — La (Servizio speciale della STAMPA) Parigi, 22 mattino. Palazzo Borbone ina presentato ieri una animazione febbrile, come nelle grandi giornate. Le tribune erano affollatissime c cosi opiire i vari settori. Appena il iviee presidente Buisson prende posto -al suo scanno l'emiciclo si riempie rapidamente. I ministri arrivano a poco a poco. Un'acclamazione .fragorosa, che dura parecchi minuti, echeggia nell'aula. E' Herriot, che prende il suo vecchio poeto al centro sinistro. Viva Herriot I gridano le sinistre, che In piedi gli fanno una lunga ovazione. Nuovi applausi, misti questa volta, a grida e fischi, si hanno quando entra Painlevé, seguito 'da Briand e da CaUlaux. Quest'ultimo è impassibile o sorridente, (malgrado le ingiurie lanciategli da alcuni dei più accesi deputati della destra. La dichiarazione I negoziati internazionali Buisson dà lettura della lettera di dimissioni di Painlevé da presidente della Camera. Quindi Painlevé sale alla tribuna Ira gli applausi della sinistra, per dare lettura della dichiarazione ministeriale, di cui ecco il testo: «ìl Governo che si presenta davanti a voi si trova, come i Governi precedenti, in presenza di due doveri grandiosi, urgenti e gravi di responsabilità: preservare per d'avvenire la sicurezza della "Francia, e garantire il suo equilibrio finanziario. In questo momento, di fronte a tali problemi, tutti gli altri, per quanto importanti, scompaiono. Che. sette anni dopo una guerra vittoriosa, per la quale sonò stati consentiti sacrifici cosi gravi, eroici e dolorosi, 11 nostro paese debba conoscere le inquietudini di cui 6oftre attualmente, e un'amara delusione, ma. il paese vuole guardare in faccia alla verità. Per quanto severi siano i doveri che deve assumere, esso impiegherà, uell'adempie.rli la stessa energia che ha spiegato sui campi di battaglia. L'ostinata speranza di ottenere quelle riparazioni ohe la giustizia esigeva, che l'opinione pubblica reclamavi!, dopo tante rovine « sofferenze, ima che la realtà rifiutava, ci ha. fatto parecchie volte respingere proposte che ogni ritardo faceva diminuire maggiormente. Ma, stanco di speranze illusorie, il suffragio univèrsale ha fatto conoscere la sua volontà sovrana di pace nella sicurezza e nel rispetto dei trattati, e di stabilita economica in un regime di giustizia fiscale. Somo queste le due aspirazioni che scaturiscono dall'ultima consultazione del paese. Tali aspirazioni han: no orientato l'attività dell'ultimo Governo; esse devono orientare la nostra. A questo dijplice e grave compilo che si impone, noi invitiamo a collaborare tnlti i cittadini francesi, nei quali il sentimento patrio si faccia «sentire più fortemente che non la passione di parte o gli interessi particolari. ■ « Nei prossimi negoziati internazionali, u Governo continuerà a curare l'esecuzione del piano Dawes e nello stesso tempo prùvvederà a! regolamento dei debiti interalleati che pesano così gravemente sulla nostra politica e sua nostro credito: ma sovra ogni coca ex sforzerà di •moltiplicare le garanzie di pace e. di sicurezza dei popoli, che ieri si sono cosi duramente e coraggiosamente urtati sulla linea del fuoco. Strettamente fedele a tutti i suoi alleati, giusta, e pacifica verso tutte le nazioni, la Francia ha un desiaerio profondo di contribuire a dare al mondo il riposo « la stabilità di cui esso ha tanto bisogno. Ma, la prima condizione per una stabile pace e che la Francia si 6enta in sicurezza. Sirarezza, arbitrato e disarmo: ecco le tre condizioni solidali, delle quali il protocollo di Ginevra è un primo abbozzo per un grande patto internazionale di pace. Noi rimarremo fermamente attaccati a queste tre condizioni, continuando con tutti i nostri sforzi a raggiungere questo duplice obbiettivo: da un lato mantenere il pieno accordo coi popoli che ci furono fratelli d'arme, e dall'altro, conformemente ^al voto di tutte le associazioni di ex-cooiÉkiitenti, sviluppare l'opera di unità e di organizzazione della Società delle Nazioni, assicurarle l'adesione d.i tutti gli Stati e preparare la riconciliazione dell europa, senza la quale la nostra civiltà rischia di soccombere. I.a felice soluzione di questi problemi di politica estera, influirebbe grandemente' sull'alleggerimento e sul rinnovamento della nostra organizzazione militare, che il paese ha energicamente reclamato e eh* noi continueremo e realizzeremo con ogni nostra attività. Jl problema nuauziario I rapporti col Vaticano '« Per ciò clic riguarda la politica interna, nessuno ignora oggi la gravità della situazione finanziaria lasciataci dagli anni di guerra e da quelli che l'hanno seguita, ma conviene non drammatizzare tutto. Un grande progresso è stato realizzato il giorno in cui il Governo che ci ha preceduto, ha coraggiosamente affermata la sua volontà di ritornare alla regola salutare dell'unità del bilancio. Il Governo che è dinanzi a voi, considera come suo primo ed essenziale dovere rispettare questa regola. Col pieno accordo del Parlamento, farà tutti gli sforzi affinchè queste vedute prevalgano nel bilancio dell'esercizio in corso Si impegna formalmente a non presentare per il 1926 che un progetto di bilancio, nel quale tutte le spese definitive dello Stato, mantenute colla massima parsimonia, sai.inno coperte dalie imposte, nessuna di esse dovendo mai essere attribuita al Tesoro. Il fatto che si è abusato del Tesoro pubblico in ogni modo e sotto mille forme fd il fatto che lo si è alimentato con emtssio ni senza freno di valori a breve, a brevissima scadenza, sono le due cause principali degli imbarazzi attuali dello Stato. Noi siamo persuasi clic, appoggiati dai rappresentanti del paese e dall'opinióne pubblica, sormonteremo le difficoltà immediate, di cui — i: bene ripetere — non bisogna esagerare il pericolo. Quando ne saremo usciti e quando nessuno potrà pili contestare che siamo giunti al pieno e definitivo equilibrio del bilancio, ci studieremo di liberare lo Stato dalle funzioni di banchiere che gli sono state fatte troppo largamente assumere, é diminuire un passivo insopportabile per un grande paese che vuole e che deve avere delle finanze libere e forti. Bisognerà domandare larghi sacrifici alla nazione e faremo appello al patriottismo di tutti i cittadini ». , Abbiamo la convinzione che. preoccupati di assicurare la regolare evoluzione degli alti destini della Francia e servire la causa fielVnmnnUh. confusa codi interessi particolari, i contribuenti non ci lesineranno la loro liuoua volontà e compiranno gii obblighi che loro sono imposti dalle necessità attuali e dai doveri verso le generazioni futuro. Noi faremo d'altronde tutto quanto sarà in nostro potere perchè Ciò avvenga e perche le disposizioni produttive e misurate dì una fiscalità giusta e democratica — che noi ci sforzeremo, in , collaboraziono coi repubblicani, di far approvare e quindi di applicare — si realizzino in un'atmosfera di concordia nazionale. L'equilibrio finanziario, senza il quale la rovina minaccerebbe la Francia, è ai nostri ocelli essenziale: esso richiede tutta la nostra vigilanza e ci impone il dovere di scartare ogni dibattito che rischiasse di suscitare malintesi irritanti, che delle polemiche appassionate potrebbero cercare di rendere irreparabili. E' in questo senso che terminata la discussione parlamentare sulle relazioni tra la Repubblica francese ed il Vaticano, è apparso che conveniva tenere conto contemporaneamente delle esigenze della UoueonJla nazionale e delle condizioni deli-, «fate 'dc'là politica mondiale, per mantenere presso il Vaticano un rappresentante altamente qualificato. Tutti i membri del Parlamento, quali siano le loro convinzioni dottrinali, sono stati d'accordo nel chiedermi, in nome degli interessi generali, di non riaprire una controversia inopportuna e dannosa al credito pubblicò. Ma se siamo rispettosi di tutte le credenze e decisi ad evitare tutto quello che potrebbe turbare le coscienze, noi rimarremo indefettibilmente attaccati alla legislazione laica e repubblicana, che sapremo far rispettare, applicandola con misura e con fermezza. La politica sociale « Quanto all'Alsazia e Lorena, esse sono troppo care al nostro cuore ed il ricordo del giorno di indicibile gioia in cui sono state rese alla loro vera patria e troppo vivo nei nostri cuori, perchè possa dubitarsi che i malcontenti forse appassionati, non siano destinati a calmarsi e a condurre ad una tendenza di leale accordo tra esse ed il Governo. L'assimilazione legislativa non può essere continuata — ed i rappresentanti delle due Provincie ne possono essere sicuri — se non circondata da tutti i Consigli competenti e col rispetto dei diritti acquisiti, in una preoccupazione di intesa generale o di unità nazionale. « Se le preoccupazioni finanziarie clic noi attraversiamo ritarderanno per qualche tempo .la. realizzazione di riformo sociali troppo costose, esse non potrebbero costituire un ostacolo per le misure democratiche che possono essere adottate sin d'ora senza gravare il bilancio. Queste misure sono anzi indispensàbili a quest'atmosfera di concordia di cui parlavamo più sopra e alla quale non potrebbero partecipare le masse laboriose, se si sentissero come dimenticate dai poteri pubblici, quando la loro vita è cosi difficile. Noi affretteremo dinanzi al Senato il voto del progetto di legge sulle associazioni sociali ed assicureremo la protezione dei diritti sindacali; continueremo la reintegrazione dei ferrovieri e l'applicazione leale della logge delle otto ore, indispensabile garanzia di progresso per le classi operaie; procederemo, infine, alla, ratifica' delle convenzioni internazionali del lavoro di Washington e di Ginevra, ratifica che darà alla Francia un'autorità morale accresciuta nel Consiglio dei popoli. ■ Signori. Le difficoltà presenti per quanta ansietà, ci causino, non devono farci dimenticare le inesauribili risorse del nostro paese, né renderci inquieti sul suo avvenire. La Francia ha in suo favore il clima, le braccia ed il cervello dei suoi figli, il suo equilibrio, la 6iia impeccabile probità, che nessuna, prova è mai riuscita ad intaccare, che nessun sforzo ha mai fatto indietreggiare; ha in suo favore le Francie di oltre mare, ogni giorno più abbondantemente produttive di materie prime; ha in suo favore, il prestigio del suo eroismo e l'ardimento del suo genio e l'ammirevole sua imita morale infine ricostituita nella sua integrità. Essa è come una magnifica nave carica di tesori, ma la cui rotta è per qualche tempo seminata di scogli. Se voi ci credete capaci di tenere fermamente il timone, fateci credito, lasciateci agire, giudicateci sui nostri fati! e sui loro risultati. Se invece non abbiamo la vostra fiducia, rimettete immediatamente in altro mani i destini del paese, perchè l'ora in cui ci troviamo non comporta nò temporeggiamenti, uè dilazioni ». Le accoglienze - L'attacco a Caillaux Il discorso di Painlevé suscita parecchia manifestazioni in vario senso. Le destre -6/ dimostrano molto irrequiete ed interrompono sovente l'oratore, ma le sinistre reagiscono con energia e rispondono alle urla della destra con lunghi applausi. Gli applausi 6ono specialmente calorosi ad ogni frase della dichiarazione che. si riferisce alla solidarietà del Governo attuale con quello di Herriot. Quando Painlevé pania delle rivendicazioni degli ex-combattenti, le destre, cercano di provocare un altro incidente, lanciando insulti a Caillaux, ma questi rimane immobile al suo banco del Governo e non volge nemmeno la testa. Sembra sdegnare questi rumori. Quando la dichiarazione denunzia la politica di prestiti del blocco nazionale, la sinistra applaude fragorosamente. L'allusione all'ambasciata del Vaticano per contro provoca applausi ironici dall'opposizione, che si volge verso la tribuna diplomatica ove si trova un ecclesiastico che a distanza è scambiato per mons. Corretti. Quando la lettura è terminata le sinistre applaudono calorosamente. Ma la dichiarazione ministeriale che doveva, nel i>ensiero d«l Governo e della maggioranza costituire la parte più importante, della giornata, è passata invece in seconda linea di fronte, alla violenza estrema degli attacchi •dell'opposizione. Trascurando quasi compie tamente il programma con cui il Ministero 6i fi presentato al Parlamento, quest'ultimo ha voluto oggi rifare dalla tribima il processo a Caillaux. Sapientemente organizzata da personalità politiche di primo ordine che stanno tra le quinte si è assistito alle fasi successive di una offensiva che dall'invettivasen. timentale e relativamente platonica dell'on. Bertrand e dell'on. Taittinger, portavoci autorizzati o volontari dei combattenti, è andata a grado a grado salendo verso l'attacco a fondo dell'on. Blaisot. fondato su una documentazione precisa e minuziosa, .uscente senza dubbio da archivi, nella quale non è difficile riconoscere il contributo portato da personaggi consolari e forse da ex-presidenti della Repubblica. Blaisot ha preso di mira ad uno ad uno i membri del ministero, cercando ingegnosamente di opporli l'uno all'altro, pescando nei loro atti e nei loro discorsi passati la frase, l'argomento, l'allusione capaci di metterli reciprocamente in situazioni imbarazzanti. Ed una volta il giuoco è riuscito. Briand, con la solita prontezza di spirilo, non ha mancato di ribattere che contro ogni ministero che cerchi in nomo della concordia e dell'unione nazionale di riunire uomini di diversi partiti e di diversa provenienza, potrebbero evocarsi particolari dello stesso genere. Ma l'evocazione-a cui egli stesso venne costretto circa la parte personalmente avuta nel 1917 durante il suo viaggio a Qoma n«lle disavventure di Caillaux col Governo italiano per i 6uoi rapporti con Martini, la marchesa Ricci, ecc. e la citazione della famosa lettera su « certi contatti e certe conversazioni », 6i prestò su molti banchi della maggioranza ad interpretazioni malevole, gelò i socialisti e i radicali e mise il ministro dolio Finanze in un disagio evidentissimo, dando ad un certo momento al banco del Governo su cui sedeva Painlevé, tra Briand a Caillaux, l'aspetto di un banco di galera su cui tre forzati fossero attaccati insieme, pentiti di essersi lasciati imbarcare. La rlcrocazione dell'Alta Corto Ma ecco per ordine la cronaca di questa indimenticabile giornata parlamentare, il presidente, Buisson, dà lettura delle interpellanze presentate e Painlevé dichiara di essere agli ordini della Camera. Marcello Conimi sale per primo alla trihuna; un gran numero di deputati ne approfttla per recarsi nei corridoi. L'inier. pellanza del deputato comunista mira alla politica generale del Governo. Uopo essersi chiesto se il » Cartello » continua, muove sulla possibile inflazione una serie di osservazioni a crMicbe, alle quali Caillaux si ac¬ contenta di opporre di tempo in tempo un gesto formalo di diniego. Egli censura spietatamente gli atti di ieri e le intenzioni di, oggi. Termina con una Invocazione a Caillaux, « in favore del quale — dice — l'Estrema Sinistra intervenne in passato, nel momento in cui era attaccato», affinchè venga concessa una amnistia generale. Bertrand, che gli succede alla tribuna, dichiara che il suo intervento mira esclusivamente alla presenza di Caillaux nel Ministero. Egli tradurrà l'emozione profonda e 10 stupore che si è impadronito del paese, in particolar modo dulia generazione che ha fatto la guerra. Si vantano — osserva — le qualità tecniche di Caillaux; bisogna dunque scegliere tra Caillaux e il fallimento? L'oratore teme un altro falliménto: quello morale. Ricorda che il 23 aprile 1920 l'Alta Corte ritenne contro Caillaux il fatto di corrispondere con sudditi nemici in condizioni nocive per la Francia e per i suoi Alleati. Il Senato francese lo ha condannato; la cosa giudicata non ha bisogno di essere commentata. Volgendosi verso Caillaux, l'Oratore dice: « Voi non avete cessato di protestare la vo. stra innocenza: voi avreste dovuto però/ chiedere la revisione; avete invece preferito rientrare qui per la porticina di una amnistia elettorale. Per parte mia, io che vi rifiutai questa amnistia, clic accordavo volentieri a quelli che avevano i piedi nel fango e. la testa sotto il fuoco, non soltanto vi rifiuto la mia fiducia, ma considero la vostra presenza al banco del Governo come una sfida lanciata ai morti ed ni vivi. Domani le. famiglie in lutto non comprenderanno più il valore del sacrificio; domani i nostri nomici dell'estero si raliejrreranno; domani pure il paese vi giudicherà ». L'on. Bois, terzo oratore, domanda come 11 paese può dare la sua fiducia ad un Governo che comprende un uomo che non ha avuto fiducia nel paese. Vi è sfata una sentenza se questa sentenza è ingiusta, venga riveduta, ma l'amnistia è insufficiente perchè non cancella la colpa. L'oratore dicliiara che la entrata di Caillaux nel Ministero è anormale. Il presidente del Consiglio ha fatto un piccolo colpo di Stato prendendo un mini stro contro la volontà del paese, senza il consenso del Parlamento. La Camera sarà chiamata a votare, ma bisogna che quelli che hanno condannato Caillaux si pronuncino. Finché il Senato non avrà fatto conoscere la sua opinione, l'oratore rifiuterà di sedere in questa assemblea. L' " Agenda „ Martini L'on. Taittinger dice che la dichiarazione ministeriale sembra dare soddisfazione al desiderio di pacificazione che l'opinione pubblica sperava all'indomani del voto del Senato. L'appello del presidente del Consiglio alla concordia nazionale ricorda l'unione dei primi giorni della guerra, ma a quell'epoca a stato costituito un grande Ministero nazionale, un Ministero in cui la Francia poteva riconoscere la sua fisionomia, tutta' la sua fisionomia. La situazione oggi non è la stessa L'entrata di Caillaux nel Ministero non è un gesto di pacificazione o di conciliazione.' Può essa ricondurre, la fiducia? Egli arriva preceduto ria leggende: alcuni circoli dell'industria e della finanza e altri ancora aspet tano molto da lui: si giudica soprattutto un uomo politico dal suo passato. Il passato è una garanzia per l'avvenire. Voci numerose all'estrema sinistra ed a sinistra i nterrompono : — E Millerand, per esempio? Taittinger, continuando: « In tutte le circostanze il ministro deVte Finanze ha puntato sulla cattiva carta. Prima della guerra ha visto l'unione possibile con la Germania; durante la guerra egli stesso ha confessato di essere caduto nell'agguato che gli era stato teso. Inoltre ha riconosciuto al momento del suo processo il 19 aprile, che era incorso in un biasimo morale per aver accettato una pace in cui l'Alsazia e Lorena non sarebbero ritornate alla madre patria ». Il presidente del Consiglio interrompe: — Leggete tutto il testo! Taittinger legge la dichiarazione resa 'da Caillaux all'Alta Corte. Essa comprende le parole: « ... tutto quello che si potrebbe dire si-è ohe io sarei incorso in un biasimo morale per avere, secondo l'Agenda Martini, ac cettato », ecc. {Vive acclamazioni, applausi prolungati a. sinistra ed all'estrema sinistra, mentre voci a destra gridanoz — Secondo l'Agenda però!). Presidente dei Consiglio: — Signor Taittinger, vi siete giudicato da voi stesso! L'on. Moro Giafferi, che fu difensore di Caillaux all'Alta Corte e conosce l'incartamento processuale, afferma che in nessun momento Caillaux aveva accettato l'eventualità della sconfitta della Francia. Taittinger riprende il discorso dicendo che Caillaux avrà campo tra poco di smentire le. parole contenute nell'Agenda Martini, parole che egli non ha smentito in occasione del suo processo. Caillaux si e sempre circondato di gente sospetta e condannata. Cosi nei momenti in cui gravi movimenti di ordine finanziario sono da (prevedere, alcune persone si inquietano, si sbracciano... (Acclamazioni a destra). Presidente del consiglio, alzandosi: — Queste parole sono di una tale bassezza, che quasi mi vergogno di rilevarle. Taittinger chiede di spiegarsi : egli ritiene necessario che inforno al ministro delle Finanze non vi siano ormai più persone losche. Termina dicendo che se Maurizio Barrés fosse ancora in vita, direbbe certamente: « Signor Caillaux, non possiamo avere fiducia in voi che non avete avute fiducia nella Francia ». Painlevé alla tribuna Painlevé chiede la parola e sale alla tribuna accolto da applausi della sinistra. Dichiara elio si studierà ili non appassionare 11 dibattito. Se l'oratore ha accettato il potere ohe non ha ricercato, si è clic nelle circostanze attuali bisogna mantenere l'unione: « Perché — chiede — Qiillaux è a lato del presidente del Consiglio? Perchè io ho cercato gli uomini più atti a servire il paese ». Il deputato Rialt de Verneuil interrompe: — Per questo voi avete assunto il ministero della Guerra ? Il presidente del Consiglio, rivolto all'interruttore, dice: — Voi potreste ricordare anche che sono io che ho nominato Fooh e Petalo, che a Rapallo ho gel tato le basi del Comando unico. Forse avreste dovuto ricordare tutto questo prima di rivolgermi delle parole che vogliono essere grossolano e che ho diritto di disprezzaru. L'oratore prosegue poi dicendo che non rifarà quindi il processo dell'Alta Corte. D'altra parte si è constatato che talvolta è difficile, per giustificare certi attacchi, portare un testo senza modificarlo. L'amnistia è 6tata votata; i processi politici, dopo il periodo di tensione nervosa come quello della guerra, non fanno sempre la figura di processi ordinari. 1.0 storiografo dell'avvenire, per apprezzare esattamente questo processo, dovrà ricordare lo sciame di leggende spaventoso che turbinavano allora negli animi. Poco fa si diceva che Caillaux ha dubitato dei combattenti, ma il presidente del Consiglio ricorda che nell'ottobre 1914 quando la battaglia deUTsère era terminata «■ che la corsa al mare era finita. Caillaux venne da lui e gli disse: « Voi siete presidente di una Commissiona importante del Parlamento e avete, una grande influenza sul Governo; la Fran¬ snlm , / o cia e salvata, essa respira: chiedete al Go verno di fare un prestito gigantesco per assicurare l'avvenire della guerra e stabilire una potente imposta sul reddito ». (Appianai a sinistra). Questo ricordo, prosegue Painlevé, ha contribuito a fissare oggi la scelta del presidente del Consiglio su Caillaux come ministro delle finanze. Parlando poi del problema finanziario, di ce che una prima difficoltà risiede nell'enorme mensualità del debito fluttuante a breve scadenza. La corrente regolare dei buoni è turbata quest'anno dalla cateratta dei 21 miliardi che arrivano a scadenza; scongiurato questo primo pericolo, un risanamento grandioso dovrà cominciare, sulla modalità del quale tutti i partiti si metteranno facilmente d'accorrlo, se saranno inspirati dallo stesso patriottismo. E' dunque per una necessità nazionale che il Governo chiede a tutti i repubblicani di evitare un dibattito 'irritante che, prolungandosi, comprometterebbe la forza economica nazionale. E' questo senza dubbio per alcuni un grande sacrificio, ma parecchi dei membri del Governo vi hanno già consentito. Uno sforzo generale permetterà alla Francia tra qualche settimana di avere una situazione delle finanze sana. Cosi si potrà vedere liberamente davanti a se. (Vivi applausi). La seduta sospesa La. seduta viene sospesa alle 13,20 e ripresa dopo mezz'ora. L'on. Blaisot sviluppa la sua interpellanza. Il Cartello non è più nelle ore entusiastiche di espansione o di promesse scambievoli, eprli dice. Esso è minato dall'artcrio-selerosi. f radicali rimmcia.no all'imposta sul capitale, i socialisti sogghignano allo spettacolo dei loro vicini ed alleati. •-L'oratore ed i suoi amici avevano ragione; l'Ambasciata presso il Vaticano è mantenuta. La questione di Alsazia e Lorena si cai. ma, l'imposta sul capitale è morta. Ma questa ò l'esca di un giorno. L'oratore ed i suoi amici non ri abboccheranno, perche il presidente del Consiglio non ò qualificato per praticare una. politica di pacificazione. Egli stesso lo ha dichiarato all'inizio deUa crisi ministeriale, riconoscendo di essere un militante. Cile dire poi della squadra ministeriale, in cui si trovano vicine persone die non si sono inai molto amate? Briand fa un gesto — dice l'oratore. Ma Briand, dal suo banco interrompe: — Se non si facesse della, politica, che nell'amo, re, voi non potreste più faro dell'opposi, zione ! Blaisot continua: — Painlevé ha detto di Briand : « Finché rimarrà al potere, vi 6arà qualcosa di putrido nella nazione ». Painlevé: — Ho avuto torto a citare Shakespeare alla tribuna. In quel momento mi è stato detto: . Quando si attacca un presidente del Consiglio, in generale si va ministro qualche tempo dopo a ciò che è accaduto (applausi c risa.) Briand dichiara che se «.vesse più tardi un Ministero da formare e se il raso conducesse Blaisot a sinistra, potrebbe forse accadere 10 stesso. Blaisot ricorda che Painlevé ha detto che mancava a Briand il senso profondo del lea lismo repubblicano e che il suo Ministero era. il trionfo della immoralità politica. As sistiaino ora al trionfo della immoralità pòlitica.? chiede, in questo Governo di tre teste vi è un uomo per il quale l'oratore prò. va una viva simpatia: Briand. Il 13 dicem bre 1916, quando Briand faceva ]a sua di chiarazione ministeriale Painlevé provocò una dimostrazione ostile delle sinistre. Briand: — Ma dovete capire come nelle circostanze attuali le questioni di persone debbono passare al secondo piano. Durante la guerra, ho fatto entrare nel mio Ministero Giulio Guesde. il quale aveva chiesto in passato che io fossi messo in istato di accusa. Aver potuto fare quel riawicinamento, éarà l'onore della mia vita. Blaisot continua dicendo che. non ha mal protestato contro coloro che dal 2 agosto 1914 praticano la. dottrina dell'unione sacra. Painlevé non apparisce specialmente indicato nel momento attuale. Bisogna giudicare gli uomini dal loro passato. Dall'estrema sinistra si toma a gridare: — Millerand ! Millerand. Parlando di Caillaux l'oratore afferma che 11 procuratore, generale Lescouvé ha detto che saltante dopo una paio bianca, ima pace di compromesso sarebbe apparso questo uomo come un salvatore. Briand e gli "affari d'Italia,, L'on. Michel interrompe: — Il procuratore generale ha abbandonato l'accusa di tradimento contro Caillaux. L'on. Blaisot continuando: — Si è parlato poco fa degli affari d'Italia. Questi affari Briand li conosce benissimo, poiché ha avuto in quel momento tragico la responsabilità del potere.-Caillaux si e recato in Italia ad immischiarsi cogli elementi più sospetti. Nel gennaio del 1917 Briand ha constatato a Roma che tutto quello che era stato detto del viaggio di Caillaux, era esatto (esclamazioni a sinistra,- applausi a destra). Briand, interrompendo: — Sono stato in formato dalla nostra Ambasciata che certi discorsi erano stati tenuti dal mio collega Caillaux e che si interpretavano le sue parole come disfattismo. Ho avuto una conversazione con l'on. Martini: ho fatto una inchiesta e non ho conosciuto nulla che stabilisse la col pabilità di Caillaux. Per quante preoccupazioni avessi avuto di un avversario politico, avrei fatto il mio dovere se avessi conosciuto qualche cosa di grave. Ho semplicemente ap preso dall'on. Martini che egli era stato impressionato di certi discorsi riferiti. L'on. Sonnino è stato chiamato ad esaminare que. 6to affare dal Governo italiano. Quando Caillaux è tornato in Francia, egli ha creduto di doversi recare alla nostra Ambasciata. Ho detto a Caillaux elio era dovere della nostra Ambasciata informarsi, e siccome Caillaux insistette rulle sue lagnanze presso il signor Barrere, io gli ho detto che era bene, in tempo di guerra per un presidente del ConsiRlio che viaggiasse all'estero, astenersi da qua lunquo discorso anodino. Blaisot: — U Governo italiano ha chiesto 1 espulsione di Caillaux. Briand: — In presenza di ima domanda di espulsione, ho dichiarato che. preferivo che questa venisse dal Governo italiano. Continuando, l'oratore dichiara: — Ho detto che se i fatti fossero risultati esatti a carico di Caillaux, avrei lasciato il Governo italiano libero della sua decisione, ma dopo l'esame dei fatti il Governo italiano non ha ritenuto che vi fosse motivo per espellere Caillaux (applausi a sinistra). Blaisot legge estratti della deposizione di Briand davanti all'Alta Corte circa il viaggio iu Italia e di una lettera inviata a Caillaux da Briand in quel momento. Durante questa lettura, Caillaux alza le spalle a varie riprese. Blaisot, proseguendo: — Caillaux sapeva lie non poteva ritornare al potere che all'ombra della disfatta (vive proteste a sinistra, applausi a destra). In mezzo ai rumori Painlevé protesta ed il presidente Bouisson invita l'oratore a moderare il suo linguaggio. Blaisot: — Signor Caillaux, voi potete impuntarvi. Io non vi considero meno per questo ohe un « indesiderabile » per il paese. Noi non confondiamo le persone, e quando Painlervé si alza per rispondere a nome del suo ministro delle Finanze, noi gli diciamo : « Voi non avete fatto }e stesse cose durante la guerra ». Nessuno di noi dubita del patriottismo del signor Painlevé, ma 6i giudica l'arrivo al potere di Caillaux come una sfida. Consideriamo la formazione del Gabinetto che è stato costituito come una mossa politica- per le elezioni municipali (esclamazioni a sinistra) La seduta di nuovo sospesa Parla Caillaux Applaudito dalla destra Blaisot dichiara che rifiuta la sua liducia al Governo. La Camera decide di terminare iu serata il dibattito e sospende la seduta per una seconda volta. Alla ripresa Landry chiede al Governo degli schiarimenti sul problema finanziario. Vuole sapere in modo particolare se ripudia l'inflazione, il consolidamento forzalo ed il prelevamento sul capitale. Quest'intervento induce Caillaux a 6alire alla tribuna. Tra l'attenzione della Camera, il ministro dello Finanze inizia il suo brevissimo discorso coti voce commossa. Chiede all'interpellante di rendersi conto delle difficoltà considerevoli che lo assalgono al suo rientrare in una casa che trova considerevolmente mutata. E prosegue: « Lo stato della confusione dei conti, l'abuso dei conti speciali deve essere considerato come serio. Io non ho affatto l'intenzione di ammontare gli anticipi delle Banche, scarterò qualunque sistema di consolidamento dei buoni, perchè sarebbe il fallimento dello Stato. Mi sforzerò di far votare colla maggiore rapidità il bilancio del 1923 in completo equilibrio e presenterò in giugno il bilancio del 1920. Poi verrà la grande operazione di 'risanamento, che sarà nm'operazione monetaria. Fedele al mio passato, rimarrò con moderazione il ministro che ha fatto votare l'imposta sul reddito ». Queste brevissime dichiarazioni sono calorosamente applaudite dalle sinistre. L'on. Fabry esamina quindi il problema della sicurezza Il deputato di Parigi dice che il progetto pre sentalo dal generale Nollet sembra avere disconosciuto il principio dell'organizzazione militare in rapporto alia situazione politica. Herriot lo interrompe dicendo che la Francia è interamente al riparo. Si applaude a sinistra ed all'estrema- Fabry ricorda ancora che rimangono da trattare colla Germania varie questioni che riguardano la sicurezza della Francia. Per questi negoziati accorderebbe volentieri la sua fiducia a Briand, ma i ministri sono solidali, e non vuole incamminarsi su di una strada che non condurrebbe ohe alla guerra od all'umiliazione. Briand sale a sua volta alla tribuna e risponde, che il* maggiore elemento di sicurezza della Francia è quello di restare in stretto accordo cogli Alleati. « Senza dubbio, — egli dico, — qualche elemento di non sicurezza esiste tuttora, ma la Francia non deve esagerarne l'importanza ». Il Ministro degli Esteri prosegue, asserendo di avere ottenuto dalla Souietà delle Nazioni dei mezzi di controllo superiori a quelli che speravano gli stessi consiglieri tecnici. Ricorda che. se il menomo atto di ostilità fosso compiuto nella zona smilitarizzata, la Francia si troverebbe in istato di legittima difesa ed immediatamente tutte le Nazioni interessate sarebbero al suo fianco. Egli dice che non dimenticherà mai in nessun momento, nè la,sicurezza, ne gli impegni assunti. La Germania giuocherà i! suo giuoco; essa si sforzerà di ricavare dai negoziati i più vasti beneflcii; spetta alla Francia di non essere il suo zimbello. La Germania ha chiesto di entrare nella Società delle Nazioni ed ha posto delle condizioni. Le è stato risposto: entrate come tutti gli altri. Quando la Germania farà parte come gli altri della Società delle Nazioni, vi saranno probabilità che la paco non sia turbata. Ciò che è gravo si è che grandi forze organizzato rimangono fuori del raggruppamento comune. Da esse potrebbe nascere eventualmente l'uragano. Su tutti questi punti la politica del Governo attuale e pienamente d'accordo] con quella del Governo precedente. Il Ministro degli Esteri afferma che la Francia ha delle buone ragioni per nutrire fiducia nell'avvenire. A Ginevra 32 Nazioni hanno aderito al patto. E' un elemento questo di cut la Francia deve tenere conto. Briand è applanditissimo a sinistra e su varfi banchi. Prende quindi la parola l'oratore dei socialisti, Leone Blum, che in- sostanza dice che il suo gruppo appoggerà il Ministero Painlevé, come ha appoggiato quello di Herriot, esprimendo la speranza che i socialisti vedranno accolti i principi! programmatici, e ha hanno formato la base del Cartello. Il voto In nomo dei quattro gruppi del Cartello, Cazals, PauT"Morel, Leone Blum e Violette hanno presentato l'ordine del giorno seguente! « La Camera, decisa a ricercare d'accordo col Governo le soluzioni più efficaci per realizzare il risanamento completo della situazione finanziaria e monetaria; fiduciosa nel Governo per continuare la politica di pacificazione internazionale e di progresso sociale, di laicismo, di giustizia fiscale, conforme alla volontà espressa 1*11 maggio dal suffragio universale, e respingendo qualsiasi aggiunta,' passa all'ordine del giorno ». Maginot'interviene prima del voto, per dichiarare che la minoranza avrebbe fatto un certo credito al Governo se non fosse stata urtata dalla sua composizione, poiché consi-. dera che la presenza di Caillaux al Governo ó una' sfida al Paese e a quelli che hapno combattuto per la vittoria. Painlevé dichiara che il Governo non accetta che l'ordine del giorno Cazals sulla priorità e pone la questione di fiducia. Dopo centro-prova, la priorità e accordata con 301 voti, contro 218. Si passa poi alla votazione dell'ordine del giorno. La prima parte è approvata con alza-, (a di mano. Le parole: «respingendo qualsiasi aggiunta, passa all'ordine del giorno», sono approvate con 304 voti contro 217. L'insieme dell'ordine del giorno è approvato per. alzata dimano. La seduta è tolta all'una del mattino.