La crisi della Borsa

La crisi della Borsa La crisi della Borsa La situazione Ciò che si viene verificando- nelle borse dimostra se eravamo pessimisti di partito preso, quando continuavamo a battere in breccia i recenti decreti sulle borse ed avvertivamo che gli effetti di essi si sarebbero ripercossi ben oltre Ja liquidazione di marzo. Non occorreva difatti uno speciale spirito di antiveggenza per scrivere tale affermazione, come facemmo, prima della riapertura delie borse : bastava essere informati un poco meglio di quanto non fossero a Roma di cosa era costata la chiusura di fine marzo e constatare che essa aveva yi massima non liquidato, ma riportato a fine aprile tutta la situazione. I compratori per il 31 marzo, i. quali contavano di rivendere a condizioni migliori, di fronte al tracollo cercavano di farsi riportare in attesa di tempi migliori. I venditori, di fronte all'insolvenza dei compratori e sicuri della discesa ulteriore dei titoli, concedevano proroghe, ma cercavano danaro per saldare coloro che avevano fornito loro i titoli. Le banche riportavano a quel prezzo che il danaro acquietava dn quei giorni e prendevano i titoli al valore non già pattuito dal compratore, ma a quello assai più basso della giornata, sul quale poi facevano lo scarto prudenziale del caso. Sicché il compratore a 1000, poniamo, veniva riportato a 700. Oggi prevede che a fine aprile il riporto gli verrà concesso a 500. Allora, se non ha forze per sostenersi, cerca di vendere : ma la stessa massa di vendite peggiora la situazione generale e la palla di neve, ruzzolando, si forma a valanga. Alcune società, i cui titoli si trovano per un numero rilevante in poche e forti mani, si mantengono meglio perchè i capitalisti interessati a non lasciarsi sfuggire il controllo delle aziende acquistano al ribasso : e ciò spiega il perchè taluni valori si sostengono valorosamente fra 11 tracollo generale. Le domande più interessanti che possiamo propotei sulla situazione sono tre : 1. a Quale parte ha in questa discesa di quote la così detta speculazione? Essa ha la stessa parte al ribasso, che sino al 28 febbraio ebbe al rialzo. In una parola, il capitale speculativo oggi opera nella stessa guisa di prima, a specchio rovesciato. II fatto fondamentale in questo mese è che la massa dei venditori si è fatta ingente, ossia si offrono titoli contro danaro. Allora il rialzista che ottenne ad 800, poniamo, il titolo che al momento della consegna valeva 1000, lo ha rivenduto a queirt'ultimo prezzo, ma oggi non vuole ricomperare se non ad un massimo, poniamo, di 500. Chi può comperare immediatamente, suppongasi-, 5000 titoli a 500, li butta sul mercato per provocare un ribasso di tutta la quota, spingendola ad esempio, giù a 300 : ed allora, comperandone il doppio, a tale prezzo, realizza un guadagno di mezzo milione. E cosi dicendo. Logicamente, il ministero del Tesoro dovrebbe intervenire, per le stesse, identiche ragioni per cui intervenne nel caso opposto. Ma è sperabile che sino a questo non si giunga. Quello che è stato è stato, ed ora solo il libero gioco delle forze economiche può risanare il mercato. I ribassisti hanno contro di loro due forze. Il « diritto di sconto », per cui i compratori possono farsi consegnare i titoli in qualsiasi momento. Il fatto che lo stato di molte aziende, le cui azioni vengono cosi tartassate, è ottimo sotto l'aspetto produttivo e quindi ad un determinato momento potenti forzo finanziarie potrebbero farsi comprntrici per fine mese ai bassi prezzi odierni, ponendo i venditori nel pili duro imbarazzo. 2. n Perchè, dato questo bisogno di danaro, la lira non migliora sul mercato dei cambi? Per una ragione assai semplice : che la speculazione opera all'interno ed il valore interno della lira è staccato da quello estero. L'intervento governativo sulle borse ha semplicemente rovesciato delle situazioni, e null'altro. Ora l'apprezzamento che l'estero fa della -nostra moneta non dipende dal fatto che i milioni entrino nello tasche dei compratori (rialzisti), o dei venditori (ribassisti); tutto ciò fuori d'Italia torna supremamente indifferente. 'L'apprezzamento straniero è basato sulla quantità e qualità della moneta e sull'indirizzo generale della nostra condotta economico-finanziaria. Se mai, i decreti hanno influito in senso negativo, insegnando ai risparmiatori esteri di non operare su un mercato, dove il punto « giusto » del rialzo o del ribasso nelle borse è regolato per decreto. 3. a A Roma si dice e si ripete die si vuole porre un riparo alla strapotenza delle banche di credito ordinario. Ora avviene che mai, come oggi, la nostra vita economica è messa nelle mani di esse. So le banche non riportassero a fino aprile, si avrebbe una liquidazione da non dire : pubblico, agenti, banche minori o casse rimarrebbero senza bussola. Le grandi banche — ini affretto a soggiungere — rinnoveranno i riporti e cosi salveranno il mercato nazionale. Ma il prezzo a cui questo si verificherà non si può prevedere, perchè esso è del tutto estraneo alla volontà delle banche. Obbligo di queste — come già sciassi in marzo — è di non immobilizzarsi e di nou operare salvataggi col danaro dei clienti : cento volte me- ' glio un cataclisma fra privati operatori, che non una malattia bancaria. Certo è però che le banche ordinarie non tengono inoperose nelle casseforti le centinaia di milioni che la liquidazione di fine aprile richiederà. Queste centinaia di milioni non possono darle se non gli istituii di emissione, con anticipazioni su titoli di Stato, i quali perciò si affollano nei loro portafogli, e mediante risconti. Ossia, aumentando la circolazione, già cresciuta a marzo. Credo che il panico potrà ancora arginare, se lo Pialo non ci inetto le mani. Ma il consuntivo della situazione sarà interessante. ATTILIO C ABI ATI, Giornate bianche Il Governo concede vacanza lunedì - Gli agenti vorrebbero un più lungo riposo Un convegno nazionale a Milano. Roma, 18 notte. Oggi anche a Roma gli agenti di cambio hanno deciso di sospendere le operazioni L'on. Mussolini, che ieri sera ebbe un colloquio a palazzo Chigi col- ministro delle finfi.nze on. De Stefani e col ministro delle comunicazioni on. Ciano, stamane al ministero della guerra, ha conferito a lungo col comm. Stringher, direttore generale della Banca d'Italia, sulla crisi borsistica. Un secondo colloquio l'on. Mussolini ha avuto coll'on. De Stefani sul medesimo argomento. Stasera il Popolo d'Italia pubblica quanto segue : « Oggi nelle Borse vi è stato in generale mercato fermo. E' etata deliberata dagli agenti la chiusura temporanea delle Borse. Il Governo ha concesso che essa si effettui per la giornata di lunedì, trattandosi di un giorno che cade tra due festivi — domenica e il 21 aprile — essendosi già altro volte, quando il lunedi era seguito <la un giorno di festa .accordato per quella giornata la chiaisura. Viene intanto smentita nel modo più fermo la notizia, fatta correre negli ambienti borsistici, di nuovi ed imminenti provvedimenti del Governo ». Risulterebbe all'Epoca che tra le proposte prospettate dagli agenti di cambio al prefetto di Milano vi sia quella di rinviare le riunioni di Borsa sino al 2 maggio, per dar modo alle forzo finanziario di esaminare e risolvere 'il problema della liquidazione di fine aprile cliu si presenta con eccezionale gravità. Qualcuno dovrà pagare Intanto la sanazione borsistica e variamente commentata dai giornali romani. La Tribuna trova strano, che, mentre in taluni ambienti aspramente si oritica la politica del ministro dello finanze, un coro di approvazioni sì levi nei circoli finanziari e politici francesi, inglesi ed americani. Il giornale quindi si chiede quali siano le causo della nuova crisi ed a questo riguardo 6crivc: « La liquidazione di aprile si avvicina o con essa il momento di pagare gli interessi notevoli che orano rimasti in sospeso in quella di marzo. D'altra parte, una larga massa di operatori che si era prestata sino ad ora ad assorbire tutta quella parte di 1itoli dei quali i più abili ritenevano giunta l'ora di sbarazzarsi, e che alla fine di marzo ha pagato forti differenze, perdendo almeno per qualche tempo la possibilità e la voglia di continuare il giuoco, ora si è ritirata dalla Borsa. E' avvenuto cosi che gli agenti che notoriamente lavorano anche in proprio, e ■molti incauti operatori, si trovino ingombri di titoli dei qnalt devono sbarazzarsi prima della liquidazione, e non trovando la contropartita, nò volendo svendere, desidererebbero che la liquidazione stessa fosse per il momonto sospesa, fidando su di un avvenire migliore. Ora, che vi sia chi perda alla fine dei giuoco, può essere doloroso, ma è inevi. tablle. Del re6to la perdita è relativa, dato che la quotazione dei titoli ieri ti.ai era in genere inferiore a quella di fine dicembre •. Il giornale afferma poi che qualcuno dovrà pagare e soglunge : , « Siccome fortunatamente si può affermare con piena sicurezza che nessun importante organismo finanziario — Banche, istituti, Casse di Risparmio — dovrà soffrire dalla crisi, e siccome gli agenti di cambio, nella grande maggioranza, quali mediatori che naturalmente operano conoscendo la solvibilità dei proprii olienti, potranno far f. onte alle differenze che per conto degli stessi clienti dovranno pagare, i sinistrati saranno alcuni incauti operatori attratti ialla Rorsa come dal tappeto verde ed alcuni ag?nti che hanno lavorato in proprio ». I danni dei decreti secondo un organo fascista Particolarmente grave considera «L'Epoca• il momento determinato dal decreto 27 febbraio e dal regolamento 9 aprile. Scrive l'organo fascista: « I danni sono di varia natura: da un insopprimibile aumento della circolazione per fronteggiare le necessità della situazione ad una improvvisa e sensibilissima restrizione di credito all'industria. Il maggiore danno consiste nella sfiducia del risparmio e dei capitali nazionali in genero, negli investimenti, clic direttamente od indirettamente alimentano il lavoro della Nazione e che costituiscono — essendo mossi dal corso dei mercati dei valori — le arterie elio alimentano lo industrie ed i commerci ». II giornale quindi scrive che « por 1 caratteri che aveva assunto sin dai primi giorni, per la lunga durata di gestazione che ha avuto, per il fatto — e la storia giudicherà i veri colpevoli — che coloro che avevano gettato i primi germi del male si sono accaniti ad ingigantirli, per tutti questi motivi o molti altri ancora, che sarebbe fuori di luogo elencare, la crisi dello Borse, che i soliti semplicisti credevano ristretta ad una questionoella di agenti di cambio e di cauzione, doveva dilagare impetuosamente in un maroso destinato ad investire tutta l'economia nazionale », Aggiunge poi cho l'inasprimento della crisi è tale da imporsi all'attenzione del Paese e ripete die molti, ma molti danni sono ormai irreparabili, ma se non è questo il momento di recriminare sull'irreparabile, è sorta invece l'ora della responsabilità, o della responsabilità netta e precisa, per evitare il male clic è ancora evitabile ». 11 Giornale d'Italia Tileva che la tendenza al ribasso 6i aggravò ieri, e se in tempi normali l'alternarsi delle tendenze non avrebbe avuto effetti eccezionalmenti gravi, non altrettanto è avvenuto ora. Quindi prosegue: « La mussa degli interessi in giuoco, la tensione generalo degli animi, la mancanza di qualsiasi di resa del mercato, nell'assoluta oscurità sulle intenzioni e propositi dogli elementi regolatori, non potevano non dare alle borse un'impressionabilità acutissima, quasi morbosa. i;iù spiega gli incidenti della Borse di Torino, Milano, Trieste e Firenze, e servo a far comprendere la sospensione delle contrattazioni iniziata ieri c destinata a proseguirò sino a mercoledì, in cui con le. risposto del premi, si jnizleranno le operazioni di liquidazione di fine aprile ». Il Moiulo nota come taluno abbia affermato elio la crisi c di sfiducia da parte del pubblico e a tale riguardo osserva che le Borse sono fatte di aumento e di ribasso, e gli operatori che per due anni quasi senza interruzione hanno visto salire lo quotazioni dei tiioli dello Stato e industriali, potevano almeno immaginare che prima o poi, per una ragione o per l'altra, un arresto od un ritorno indietro bisognava puro aspettarselo, fecondo il giornale democratico la ragiono occasionale dell'arresto e del ribasso è stata questa volta troppo inaspettata ed è troppo palese e troppo certo per non offrire a fil di logica almeno l'occasione per una protesta da parte dei professionisti ed operatori di Borsa. Dal canto sito il Popolo-afferma che l'attuale agitazione è un indice chiaro della gru? ve situazione finanziaria che si attraversa. Quindi osserva: « Si è appena usciti alla fine di marzo da una crisi gravissima per l'intervento tempestivo di Istituti di eredito, e siamo purtroppo in trepida attesa per quello che potrà accadere alla fino di aprile. In questi giorni si sono notali fenomeni impressionanti, clic riguui'dauo iitoli .li Stalo la cui emissione ha dovuto essere pioerastinuta per mancanza di .capacità di acquisto nei mercati borsistici. |-Come si vede, la situazione non lieve va esa- minata con rapidità e con oculatezza dalle persone, responsabili. L'allarme che tutti i giornali, compresi quelli amici del Governo, hanno da giorni dato, significa che qualche cosa di grave turba il ritmo normale degli affari e sonq in giuoco, non solo gU esponenti del Governo, ma gli interessi generali di un grande pae?e come 11 nostro ». Il giornale dubita che l'assicurazione deil'on. Farinacci che nessun nuovo provvedimento è in vista, possa bastare a restituire la fiducia al mercato. L'estensione della crisi Dal canto suo il Messaggero rilevava > sin da stamane la grave situazione borsistica che si è nuovamente creata, e, dopo aver escluso che essa dorivi dall'azione degli agenti di cambio, soggiungeva: «Di che si tratta nllora? Il problema si è fatto più complesso. Esso è essenzialmente psicologico e deriva dalla progressiva rarefazione della fiducia del pubblico in una ripresa del mercato. Si tratta di una situazione singolare, la quale mostra quanto sia dannoso spostare inopinatamente il termine degli affari in Borsa e colpire un così delicato i6trumento della sensibilità finanziaria pubblica. Questa mancanza di fiducia indica che siamo di fronte ad una vera crisi. La situazione ha già esulato dalle inani degli agenti di cambio per investire in pieno l'azione e le responsabilità dello maggiori forze finanziarie. Il minore intervento bancario di ieri è dovuto all'impossibilità materiale di sostenere in pieno il mercato, oppure dalla previsione di una più ampia, inevitabile depressione della quota? « Si sentono fare al riguardo le più dubbie previsioni. Si accenna francamente al danno dello direttivo finanziarie che hanno portato prima di tutto a ribassi di Borsa tali da impedire il collocamento di azioni e di obbligazioni: e. poi, alla riduzione dei fidi commerciali e industriali, portante una grave riduziono d; mezzi circolanti, soprattutto alla vigilia della nuova liquidazione di Borsa, che abbisognerà anche essa di una maggior quantità di liquidato disponibile. Questa riduzione di mezzi potrebbe portare, a sua volta, a limitazione dell'attività produttiva, con qualche pericolosa conseguenza di ordine sociale. Ed è appunto la previsione di questa crisi — che esorbita dal terreno degli agenti di cambio per investire 1n pieno i maggiori problemi di politica finanziaria — che contribuisce a tenere basso il mercato. Come potranno uscire dalla situazione odierna i mercati finanziari? Ecco quello che si vedrà nei prossimi giorni ». A. Milano Milano, 18, sera. Gli agenti di cambio e i primi impiegati elio sono entrati stamane in Borsa hanno trovato affisso alla grande lavagna delle contrattazioni un avviso contenente il seguente telegramma del ministro dell'Economia nazionale, Nava: A richiesta di varie Borse, e in conformità di analoghi precedenti, dispongo che lunedi 20 aprile corr. giorno intermedio fra due festivi, le Borse restino chiuse. Prego informare organi codesta Borsa. L'ordine del ministro Nava è messo generalmente In relazione con gli incidenti av. venuti ieri in Borsa. Ancho in relazione aj questi incidenti appaiono le nuove severe dSH sposizioni di polizia prese stamane. Il vice questore comm. La Polla ha eseguito in Borsa una ispezione per disporre, insieme al commissario Fisicaro, un servizio d'ordine con agenti in borghese che 60no disposti ai vari angoli del salone delle grida e agli ingressi e controllano che tutti coloro i quali entrano abbiano le tessere regolari. Verso le 10 diversi membri del comitato di agitazione, fra i quali il signor Navotti e il decano degli agenti di cambio Bon6ignore, si sono riuniti alla Camera di Commercio col sen. Salmoiraghi, per discutere della situazione. Intanto in Borsa circolano lo voci più insistenti sulle difficili condizioni in cui, se si aprisse, potrebbe funzionare oggi stesso il mercato dei titoli. Già dalie 10 davanti alla Borea c'è una notevole animazione. Le discussioni 60no vivaci ma nessun incidente è avvenuto. Alle 10,30 quando dovrebbe iniziarsi la seduta antimeridiana di Borsa, il salone dei titoli è affollatissimo come al solito di operatori. Il pubblico invece è molto scarso poiché in gran parte è rimasto all'esterno sulla gradinata o sul marciapiede della piazza Cordusio. Al momento preciso in cui dovrebbero iniziarsi lo prime grida si alzano mormorii o lo contrattazioni sono immediatamente sospese. La Borea non funziona. Essa ritorna cioè allo stato di inattività che aveva già caratterizzato i primi tre giorni della settimana 6corsa. Fra lo previsioni che molti avanzano, più diffusa è quella che la sospensione attualo debba prolungarsi fino a quando la situazione sarà completamente chiarita. Oggi intanto scadeva il termine per il deposito della cauzione di un milione da parte dei venti agenti nominati dal Governo. Si apprende che due di questi agenti 6i sono rifiutati di fare il deposito, per non assumere la responsabilità collettiva contemplata ne! Regolamento della istituenda Corporazione. Al Comitato esecutivo nominato dagli agenti di cambio è pervenuto un telegramma del comm. Sacerdoti, col quale si affermava cho la nuova situazione richiedeva prontamente nuove direttive concordi da parte di tutti gli agenti di cambio, e si proponeva al Comitato esecutivo stesso — avuta, naturalmente l'approvazione della Federazione alle direttive manifestatesi in seguito alla nuova situazione — che per lunedì venisse indetto a Milano un Convegno di tutti gli agenti di cambio, possibilmente con l'intervento della Confederazione dell'Industria e della Confederazione bancaria. In seguito a ciò il Comitato direttivo dispose perchè tale Convegno sia tenuto lunedì, in piazza San Sepolcro, N. 9, alla sede del Circolo industriale, e invitò il senatore Salmoiraghi a presiederlo. Rinnovò poi, da parte sua, l'invito all'on. Beimi, all'on. Olivetti e al commendatore Bianchini di partecipare all'adunanza. A. Firenze Gli interrogatori per la denunzia di aggiotaggio Firenze, 18, notte. Anche slamane alla nostra Borsa non è avvenuta nessuna contrattazione. Gli agenti di cambio, che erano intervenuti numerosi nel recinto dello « grida », si sono astenuti dagli affari : si sono effettuate solo operazioni in divise estere ed t cambi hanno subito un inasprimento. Ecco il listino compilato: Rendita 81.85; Consolidalo 97,05; Venezia 78. Cambi: Parigi 127,85, Londra 110,92, Svizzera 472, New York 24,42, Belgio 12:ì,G5. Le autorità di pubblica sicurezza, in seguito agli incidenti avvenuti ieri, avevano predisposto un largo servizio di ordine pubblico, ma nulla di anormale è accaduto. Da parte della Federazione degli agenti di cambio (Roma) è pervenuto a Firenze il seguente telegramma : « Nuova situazione richiede nuove pronte direttive concordi in tutte piazze, secondo ultime decisioni di Milano, che approviamo. A tale scopo abbiamo proposto Milano un convegno lunedi, presso quella piazza, con possibile intervento Associazione Bancaria e Confederazione industriale. — F.to Sacerdoti ». A rappresentare Firenze alla riunione è stato delegato l'aw. Carpì. Sono continuate intanto le indagini intorno allo accuse di aggiotaggio per alcuni titoli locali, accuse di cui vi demmo notizia ieri. Slamane la deputazione rii Borsa, al completo, ha interrogato gli accusati di aver preso parte a questa operazione borsistica. Sono st'iti pure interrogati coloro clic hanno promosso la denunzia. Terminata questa in¬ Ì chiesta in linea amministrativa, è intervenuto alla riunione il commissario cav. Cammarota. Sull'esito di questi interrogatori nulla si lascia trapelare ; ma sappiamo che i denunziatili hanno insistito di aver sorpreso un colloquio, avvenuto all'ingresso della Borsa; mentre gli accusati affermano che le cifre ricordate durante quel colloquio si riferivano ad mi affare di benzina. In ogni modo, il commissario Cammarota trasmetterà gli atti alla procuro del Re, la quale dovrà decidere in merito alla denunzia. A. Torino Il mercato di Borsa ha avuto luogo ieri mattina normalmente. Gli incidenti di ieri 1 alno non ebbero seguito, salvo che nei commenti, i quali, come facilmente si comprende, perduravano tuttavia. Il contegno del pubblico presente alla riunione è stato però calmo o corrotto. Tutti gli operatori erano, come al solito, presenti, ma tutto si svolse nella tranquillità e nessun anche minimo incidente ebbe a verificarsi. Il servizio d'ordine precedentemente disposto non ha quindi avuto occasione alcuna di intervenire. La riunione era come improntata a un senso di attesa: c'era, cioè, l'impressione che la chiusura del mercato cho ne sarebbe seguita per tre giorni consecutivi avesse a portare qualche elemento nuovo atto a ridare serenità all'orizzonte, e ricondurre la tanto attesa normalità nel mercato. Le contrattazioni però furono scarsissime: più scarse ancora che nei giorni precedenti, ['or quello cho riguarda il mercato dei titoli, le condizioni dello precedenti riunioni — lar¬ ga offerta contro ristrettissima richiesta — si sono mantenuto ed anche accentuate. Questa inattività del mercato risulta del resto dalla compilazione del bollettino, il quale riporta le quotazioni di pochissimi titoli, e fra i meno contrattati. Come già abbiamo detto, la Borsa rimarrà chiusa, a Torino come in tutta Italia, per tre giorni consecutivi. Fra il riposo di domenica e quello di martedì 21 corr.. Natale di Roma, rimaneva la giornata di lunedi che avrebbe dovuto, secondo consuetudine, essere attiva; ma un telegramma del ministro Nava diramato a tutte le Borse stabilisce che anche in dotta giornata di lunedì le Borse abbiano a rimanere chiuse. Ed in proposito si fa osservare che tale provvedimento non è una novità, perchè veniva adottato anche In precedenza in circostanze simili, cioè in occasione di due giornate festive separate da una sola giornata feriale. Per quanto riguarda le condizioni generali delle Borse in riferimento alla nuova legislazione escogitata dal Ministero, risulta che il regolamento va man mano attuandosi, naturalmente con le ulteriori note modifiche ad esso apportate In seguito alla agitazione degli agenti di cambio. Risulta infatti che proprio di questi giorni il primo terzo degli agenti — quelli di nomina governativa — procede al versamento della cauzione di un milione per ogni agente. Per precisare, possiamo dire che undici agenti su quindici hanno già versata la cauzione; altri tre sono tuttora indecisi a fare il versamento non già per ostruzionismo al decreto o per disaccordo cogli altri colleghi, ma per ragioni perso¬ nali e in considerazione del proprii interessi; l'ultimo, il presidente del Sindacato di Borsa comm. Frignocca, intende dare le dimissioni da agente, in quanto già da tempo non esercitava più la professione. Prossimamente il primo terzo degli agenti proporrà al Ministero l'elenco del secondo terzo, per l'approvazione e nomina governativa. Cosi in seguito si procederà aU'appro. vaziome dell'ultimo terzo degli agenti ufficiali, di quelli in soprannumero, ecc. e il regolamento avrà progressiva attuazione. Questi, beninteso, gli umori, le intenzioni e le impressioni in campo torinese, che, a quanto pare, altrove pare invece ohe detto regolamento incontri ancora avversioni e ostilità, come la oronaca di questi giorni dimostra. A Genova Genova, 18, notto. Nella Borsa valori le contrattazioni ebbero luogo oggi regolarmente. Le operazioni però furono assai limitate, fi mercato si mantenne abbastanza fermo, dato ancho che le altre Borse- erano chiuse. Nel ceto borsistico non si nasconde qualche apprensione sulla prossima liquidazione, preoccupazioni, non dovute alle operazioni locali, ma in dipendenza di quelle di altre Borse. I venditori a premi si dimostrano sorpresi di dover sottostare ad accettare la liquidazione di fine mese, avendo operato per una scadenza a 30 giorni, che in questo mese è ridotta Invece a lì giorni, avendo anzi il Governo, proprio alla vigilia della dichiarazione dei premi, dichiarate la Borsa chiusa.