La rinuncia di Briand al Governo dopo il voto contrario dei socialisti

La rinuncia di Briand al Governo dopo il voto contrario dei socialisti La rinuncia di Briand al Governo dopo il voto contrario dei socialisti Painlevé nuovamente incaricato di risolvere la crisi (Servizio speciale della STAMPA) Parigi, 14, notte. In seguito al rifiuto dei socialisti, conosciuto privatamente poco dopo mezzogiorno e ufficialmente a pomeriggio avanzato, Briand ha rinunziato all'incarico di formare il Ministero e si è recato alle 19,30 all'Eliseo ad informarne il Presidente della Repubblica Il fallimento di questo tentativo laborioso ha prodotto molta costernazione nei gruppi moderati del Parlamento ed una evidente soddisfazione nei socialisti '; ma. non ha sorpreso nessuno. A rigore, Briand avrebbe potuto giuocare la propria carta anche senza i socialisti. La situazione del suo Ministero sarebbe stata infirmata da una debolezza, forse più che altro transitoria. Non appena messi in discussione i progetti fiscali del suo ministro delle finanze, che si suppone dovesse essere Loucheur, con nove probabilità su dieci quella cinquantina di radicali di mala voglia che •oggi seguono.il «cartello» unicamente per inerzia e per timidezza, avrebbero finito per venire ad ingrossare la sua sparuta maggioranza: e poiché tutto sta nel cominciare, non è detto che l'esempio di questo primo esodo non si sarebbe allargato in un progressivo isolamento dei socialisti, realizzando di fatto quel Ministero di concentrazione di cui a parole" nessuno vuol sapere. Ma conviene dire che Briand abbia voluto oggi rispondere all'ostilità del « cartello » col dargli una prova di lealtà e di disciplina. Il suo rifiuto sarà domani simpaticamente commentato dal Quotidien e dagli altri organi estremi dalla maggioranza, e non è impossibile che di qui a qualche giorno, nell'ipotesi che nè- Painlevé, nè Renoult, nò altri, osino o possano affrontare i pesi e le responsabilità della situazione, la candidatura di Briand risorga e incontri presso i socialisti diffidenze meno vive. In ogni caso la sua manovra gli ha reso una certa indipendenza di movimento, di guisa che se domani il « cartello » dovesse vedere di nuovo cadere al Senato un Ministero uscito dal proprio seno, e se l'impossibilità di prolungare la paralisi della vita statale imponesse lo scioglimento della Camera, la persona di Briand sarebbe ancora abbastanza immune da compromissioni per prestarsi a diventare il fulcro di quella combinazione centrista che egli ha oggi ritenuta prematura. Senonchè questa paura dello scioglimento della Camera è precisamente la colla che per il momento tiene insieme il « cartello ». L'on. Casalz, capo dei radico-socialisti, non ha esitato a dichiarare oggi che se si dovessero fare le elezioni subito, le sinistre sarebbero battute. La riunione tenuta stamane alla Camera dai quattro gruppi della maggioranza, per nominare la Commissione incaricata di compilare il progetto definitivo di prestito forzoso, dimostra dal canto suo il desiderio di affrontare, senza ulteriori indugi, le difficoltà che nelle ultime due settimane avevano sordamente minato la compattezza del blocco. Ma ai desideri non sempre rispondono i risultati, e non è ancor detto che l'accordo intorno al prestito forzoso sia raggiungibile, e quindi ancora non si sa se si potrebbe coltivare sul serio la speranza che Painlevé, o magari Herriot — dato che, come a più ripreso abbiamo prospettato, i socialisti riescano a far prevalere il loro proposito di farlo tornare alla testa del Governo — ottenga di farlo sottoscrivere dal Senato. La crisi risiede, non ci stancheremo di ripeterlo, in un conflitto di principi di interessi e di metodi, non in un conflitto di uomini e di clientele : e fintantoché la Camera e il Senato staranno su questo terreno l'uno contro l'altra armati, solo un miracolo potrebbe risolverla in modo non effimero. 0. P. Da Briand a Painlevé ^Le Camere investite d'urgenza della difficile situazione bancaria Parigi, 14, notte. Di buon'ora questa mattina Briand, continuando le pratiche iniziate dal momento in cui 6 stato incaricato della formazione dot nuovo Gabinetto, ha avuto un colloquio 6ulla situazione coi suoi fedeli amici Peyceìòn, Guist'iiau e Danielou. sono quindi cominciate le consultazioni. Fra le persone elio questa mattina si sono recate nell'appartamento dell'Avenuc Kléber, oltre l'ex-segretarlo della marina mercantile Rio, si è notato anche il segretario generade della Confederazione generale del lavoro, Jouhaux che,"giunto alle 10,20, è uscito dopo pochi minuti. Egli annunziò ai giornalisti elle si è intrattenuta con Briand, che è, puro delegato alia Società dello Nazioni, ili questioni relative il Consiglio economico delia Società. — La mia visita — egli disse — non è stata affatto politica e non ha nessuna relazione con la crisi attuale. — Ma non è piuttosto perchè Briand pensa a voi come ad un futuro ministro dal lavoro ? obbiettò qualcuno. Ma Jouliaux rispose sorridendo di no e scrollando le spalle. AUe 10,30 fu la volta del senatore De Monzie, il quale rimase con Briand per una ventina di minuti. Quando egli usci, fu subito circondato, ma egli rinnovò le dichiarazioni fatte il giorno prima. - Ho promesso a Briand — disse — di tenerlo fedelmente al corrente di tutto quanto può interessarlo. U mio compito è di informare esattamente tanto coloro che se ne vanno, quanto quelli che potranno domani sostituirli. E. mentre De Monzie si allontanava, ecco arrivare il governatore generale della Banca ai Francia, Robmeau, il quale dopo un quarto dora uscì, rifiutandosi di fare qualsiasi dichiarazione e chiedendo grazia ai fotogran. La situazione finanziarla Poi fu la volta del senatore Enrico Beranger. relatore della Commissione delle Finanze al Senato. Egli rimase una mezz'ora circa con Briand. Nel loro colloquio i due non si sono occupati che della situazione finanziaria e in particolar modo delle vedute della Commissione senatoriale delle finanze Al suo uscire Ber anger ha dichiarato: « Io e Briand ci siamo limitati ad un esame approfondito della situazione finanziaria che avevamo già cominciato ieri, come sapete. Non abbiamo parlato della costituzione del ministero, nè dell'attribuzione di portafogli. In quanto a me sono preoccupato da questioni della massima importanza. Per quello che concerne la tesoreria e la Banca di Francia, noi riteniamo che il governo interinale abbia qualità per prendere le disoosizioni che si impongono col concorso delle due Camere e così la situazione della Bauca di Francia può essere perfettamente regolata. In quanto al voto del bilancio, ritengo elio esso può intervenire prima del 30 aprile se un governo energico assumerà la direzione degli affari: il bilancio infatti è in perfetto equilibrio. Importa tuttavia elle il Parlamento disgiunga certe disposizioni che non hanno carattere urgente e possono perciò essere rinviate ad un mese almeno. Nelle circostanze attuali quello che occorre anzitutto è fiducia, buon senso, e buona volontà ». Il sen. Paolo Doumer, subito dopo Beranger, rimase con Briand per qualche minuto o al suo uscire dichiarò: « Sono venuto semplicemente per dire a Briand che non devo lasciarsi scoraggiare ». Alle 12,15 Briand usci per recarsi all'Eliseo, dove giunse cinque minuti dopo. Presso il Presidente della Repubblica lo* aveva preceduto Cazals, presidente del gruppo parlamentare radicale-socialista, il quale espose al Presidente Douwiergue le riserve che un certo numero di membri del suo gruppo formulavano alla costituzione di un gabinetto Briand nelle circostanze attuali. Cazals non nascose che il suo Partito era chiaramente ostile allo scioglimento della Camera, poiché questo avrebbe condotto i radicali e i radicali-socialisti ad una sconfitta completa. Briand si è intrattenuto col Presidente delia Repubblica per cima un'ora e al suo uscire ha fatto le dichiarazioni seguenti: « Tutte le disposizioni sono prese. Non devono esservi turbamenti a tale riguardo. Si erano fatte correre stamattina voci allarmanti sulla Tesoreria e sui rapporti dello Stalo colla Banca di Francia. Non vi è nessuna ragiono di inquietarsi. 11 Ministero interinale può a tale riguardo prendere colle duo Camere tutte lo misuro indispensabili ». Interrogato poi sul Consiglio nazionale socialista e se egli avrebbe assunto il poterò senza i socialisti, Briand si schermi e rammentò di avere avuto. In circostanze gravi, durante la guerra, quando era a. capo dèi Governo, al suo fianco dei socialisti come Guesde, Sembut ed Alberto Thomas, i quali non si sono considerati disonorati di aver lavorato con lui: egli ricordò di aver avuto anche la collaborazione, indiretta di Leone Bluni. mentre questi era a capo del Gabinetto di Sembat, ministro dei Lavori Pubblici. Briand e le "manovre ripugnanti,, Nel pomeriggio i corridoi di Palazzo Borbone presentavano l'aspetto dei giorni più acuti di crisi. Senatori, deputati, addetti di gabinetto e giornalisti, commentavano gli spetti della situazione. Verso le 15 giunse la notizia della decisione del Consiglio nazionale del Partito socialista, decisione che non sorprese nessuno. Briand si trovava nei corridoi dove passeggiava in compagnia ili amici. Egli accolse la notizia con filosofìa; senza il minimo malumore avverti che aspettava di aver ricevuto notificazione ufficiale del rifiuto dei socialisti e delle loro decisioni circa le condizioni alle quali sarebbero disposti a continuare il loro appoggio al Governo, per recarsi a dare una risposta a Doumergue. Verso le 17 Briand si recò alla riunione del gruppo repubblicano-socialista al quale iscritto. Una ventina dei suoi amici erano riuniti. L'ex-presidente del Consiglio fece loro l'esposiziouo del passi compiuti da domenica ad oggi e concluse dichiarando che, da to l'atteggiamento del socialisti, egli si ve deva obbligato a declinare la missione di formare il nuovo Gabinetto. Egli soggiunse che, a suo avviso, un nuovo posso doveva essere plpso o e tentato presso Painlevé. il quale gli sembra ' ancora l'uomo più qualificato per risolvere la crisi. — Io non cantavo — disse Briand — suflla partecipazione dei socialisti. Ma vi sono dei limiti a certe esigenze politiche. Per parto mia non posso ammettere accanto a me un potere occulto come quello che è stato esercitato presso il precedente Ministero. D'altra parte certi rappresentanti radicai i-soci olisti senza mandato, ma agenti in nome di un comitato politico, hanno compiuto contro di me delle manovre « ripugnanti » per screditarmi presso Painlevé e presso i radicali6oeiailisti, allo scopo di fare andare a morite la mia missione. Essi dimenticano pertanto che ho fatto tutti gli sforzi per tentare, di raggnippare al Senato una maggioranza in favore di Painlevé, nel caso in cui questi avesse accettato il potere. Infine ho sentito dire che Herriot è malcontento perchè non gli ho offerto il portafogli degli esteri. E' vero. Quando sono andato a vederlo, non mi ha chiesto nulla e io non avevo nulla da offrirgli. Io pensavo d'altronde che Herriot fosse affaticato e avesse bisogno di riposo ». Ecco intanto la nota comunicata dal gruppo repubblicano-socialista, dopo la dichiarazione di Briand: « Il gruppo repubblicano socialista, riunitosi dopo avere inteso Briand, membro del gruppo, il quale ha fatto una esposizione della sillazione, felicita all'unanimità Briand per la perfetta lealtà dimostrata verso tutti t gruppi della maggioranza, e per la sua fédeità alla politica del « cartello » delle sinistre quale si è affermata nelle elezioni deill'il maggio. Il gruppo ritiene che l'atteggiamento di Briand in questa crisi sia assolutamente corretto e di una rettitudine repubblicana irriprovevole; approva le linee generali della politica che Painlevé ritiene indispensabile perseguire di pieno accordo Con la maggioranza repubblicana delle due Camere; tiene pure a rivolgere al .presidente Painlevé, membro del gruppo, l'assicurazione della sua affettuosa fiducia. Il gruppo augura infine che la orisi che ò durata anche troppo trovi a breve scadenza una soluzione conforme agli interessi del paese ». • Il rifiato dei socialisti e il rifiato di Briand Nello stesso momento i socialisti comunicavano la nota che. era stata consegnata da B'um a Briand. Essa c così concepita: « Il gruppo socialista ha falto rimettere al signor Briand la risposta del Consiglio nazionale del partilo alla proposta che egli aveva fatto di non formare il suo ministero che appoggiandosi sui quattro gruppi di sinistra, i quali dovevano accettare di partecipare all'azione governativa. Ecco il testo della risposta : « Il Consiglio nazionale cui é stato rivolto dal gruppo parlamentare la proposta fatta al partito dal signor Aristide Briand, lo ringrazia, ma ritiene che non gli è possibile, accettarla ». Lasciando la riunione dei gruppo repubWicano socialista, Briand si è recato all'Eliseo. Al 6uo uscire, dopo un colloquio durato un'ora e dieci minuti col Presidente della Repubblica, Briand ha fatto ai giornalisti che lo aspettavano la dichiarazione seguente: « Dopo le varie consultazioni coi gruppi (politici c la risposta che mi è stata data dal gruppo socialista, io sono venuto a dire al Presidente della Repubblica che mi era impossibile riuscire a formare il Gabinetto. Io l'ho poi ringraziato della fiducia che aveva voluto riporre ir, me. Avevo deciso di non formare un Gabinetto se non appoggiandomi sui quattro gruppi di sinistra. Non vi sono riuscito. Ritengo che nelle circostanze attuali l'equilibrio politico die io avevo considerato necessario per un'azione governativa sia rotto, perciò mi ritiro ». — Pensate ad un gabinetto Painlevé? — fu chiesto a Brian!, e questi ha risposto: « I miei sentimenti su questo punto sono rimasti gli stèssi. Io ritengo die Painlevé sia l'uomo più qualificato per risolvere )a crisi. Egli troverà più facilmente di me dei concórsi e della buona volontà, poiché voi potete bene immaginano che nella mia carriera politica piuttosto luaga, mi è accaduto di pestare qualche piede. Ora le persone cui ho pestato i piedi me le ritrovo naturalmente oggi dinanzi. Ma io sono per lo meno giunto ad un risultato: il voto del partito socialista ha lumeggiato la situazione ». I radicali-socialisti della Camera hanno tenuto questa sera, con un forte numero di membri della Sinistra democratica del Senato, una riunione, nel corso della quale essi hanno esaminato la situazione, Essi hanno considerato con favore l'eventuale costituzione di un Ministero Painlevé. Parecchi membri del partito hanno fatto sapere che durante un colloquio che ebbero con Herriot, questi si era mostrato favorevolissimo a una tale combinazione. Quindi, un nuovo passo presso Painlevé è stato deciso: Painlevé ha ricevuto infatti poco dopo delle visite di parlamentari amici, venuti gli uni per'pregarlo di accettare di formare il nuovo Gabinetto, gli altri per chiedergli di non abbandonare lo scanno presidenziale della Camera. Agli uni e agli altri Painlevé ha risposto clic rimaneva fedele alia risposta che aveva dato dome» nioa all'offerta del Presidente della Repubblica, al quale dichiaro che un parlamentare

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