Mussolini intima alla Borse di cessare l'agitazione non ammettendo ulteriori richieste

Mussolini intima alla Borse di cessare l'agitazione non ammettendo ulteriori richieste Mussolini intima alla Borse di cessare l'agitazione no ammted ulterior riiete La minaccia di " gravi immediate misure „ se l'agitazione continuasse - " Verrebbe da me considerata come un attentato sabotatore della vita economica della nazione „ Roma, 10, notte. Come abbiamo rilevato ieri, il regolamento sulle Borse, non corrispondendo alle richieste degli agenti di cambio, non poteva logicamente troncare l'agitazione borsistica, come, dopo i colloqui col presidente del Consiglio, si era sperato. Senonchè l'on. Mussolini ha diramato stasera ai prefetti di Torino, Genova, Milano, Roma, Trieste, Firenze e Napoli il seguente telegramma: « L'Agenzia Stefani ha diramalo i. pròv« vedimenti sulle Borse, che furono con« crelàti, in massima parte, con la coltali borazionc dei rappresentanti degli agenti ti di cambio, il mio intervento valse ad « accogliere tre richieste notevoli della. <> classe degli, aderiti, cioè : « l.o ammissione totale degli attuali a agenti, sia pure in soprannumero, alti l'esercizio professionale, come del resto ti era stalo prospettalo nei precedenti coli manicati governativi; «2.o aumento dal 35 al 45 per cerilo del ti versamento cauzionale in titoli indù« striali: « 3.ò la questione della modalità del ti versamento è stala deferita ai Consigli ti sindacali.' » Respinsi nettamente la richiesta deliriabolizione del versamento, che sarà d'alti tronde gradualmente attuato; e respinsi u la richiesta dell' ammissione delle Banti che alle « grida ». « Gli agenti di cambio si dichiararono ti soddisfatti. Non ammetto quindi ullett riori richieste, perchè quello che si poti leva e doveva accogliere, delle domande tt degli agenti di cambio, fu accolto e collii cesso. Faccia intendere ai dirigenti loti cali del gruppo degli agenti di cambio, « che ogni ulteriore agitazione o sospen« sione dell'attività delle Borse, verrebbe ti da me considerala come un attentalo satt botalore della vita economica della nati zione, e preiiderei gravi immediate miti sure iii conseguenza, l'.to Mussolini ». Ciò che gli agenti chiedono ancora Non è dato sapere, alio stalo attuale delle cose, so la circolare dell'Oli. Mussolini sia destinata ad avere un sollecito e quieto accoglimento da parte degli agenti di cambio e degli ambienti finanziari. La cosa può apparire dubbia dagli orientamenti che finora prevalgono negli ambienti della Borsa. La cronaca di questa, nuova ripresa dell'agitazione borsistica, in seguito alla pubblicazione di ieri del regolamento e degli altri decreti, registra oggi due riunioni. L'urna, mattutina e terminata poco dopo il tocco, e 6tata quella degili agenti di cambio romani, i quali, dopo breve discussione, hanno votato il seguente ordine del giorno: « Gli agenti di cambio di Poma, riuniti In assemblea il giorno 111 aprile, udite le dichiarazioni del colleglli Reclinati e Gelpi, nonché quelle del dott. Angolini; presa visione del nuovo regolamento sulle borse; constatano unanimi, che detto regolamento non corrisponde ai bisogni e alle esigenze, dei mercati finanziari, anzi ne impedisce il loro lìbero svolgimento; decidono comunque di riprendere martedì 14 la loro attività pròfessionafle con la sicurezza che tutte le n\itorità superiori accoglieranno quelle, obiettive considerazioni, quelle modificazioni e correzioni, che si riterranno necessarie, allo scopo dì ottenere che il regolamento permetta lo svolgimento normale e corrente degli affari; inoltre fanno voti che sia chiarita la portata degli artìcoli 7 del decreto 9 aprile, e 15 dolio disposizioni transitorie, in armonia con le assicurazioni date dall'on. Mussolini, a! quale aurora una volta esprimono sentimenti unanimi e compatti di fiduciosa devozione ». Più importante è stata la riunione di questa sera nella sede della. Camera d'i commercio, fra 1 rappresentanti dei diversi Sindacati e che al momento di telefonarvi continua. In tale riunione si è deliberato di presentare al presidente del Consiglio lo fondamentali richieste degli agenti e cioè : 1) Abrogazione dell'art. 4. 2) Rispetto integrali! dei diritti acquisiti. 3) Rateazione della cauzione. Nuovo attacco di un ufficioso Intanto alla circolare Mussolini (a eco « L'Idea Nazionale », che lodando col «Popolo d'Italia » il regolamento delle Borse, scrive: « Col decreto di ieri vieni' a cessare ogni ragione di malcontento e di agitazione per parte degli agenti di cambio, i quali debbono ora provvedere a che nella prossima ripresa di affari, successiva alla riapertura delle Borse, ogni paralisi di affari — elio sarebbe insana e delittuosa — venga senz'altro troncata. Il Governo ha tenuto in giusta eonsidorazione i loro interessi. Sta orna loro di concorrere e collaborare eoi Governo per l'attua /.ione del «suo piano di azione per la difesa attiva delia moneta: piano d! azione, che non può c non deve essere interrotto per contrastanti interessi particolari », Peraltro, l'accoglienza che il regolamento sulle Borse trova nella stampa romana non ò certo dello più favorevoli; si direbbe anzi che 1 primi a non fargli buon viso siano ta uni degli stessi organi ufficiosi. Di più, in taluni ambienti finanziari e da parte d: qualche giornale ufficioso anche oggi si faceva risalire ogni responsabilità del mantenimento di taluni punti non accetti agli agenti di cambio, non già all'on. Mussolini, col quale erano state fissate le basi delle trattative, bensì all'on. De Stefani. Questi — secondo quegli ambienti e quei giornali — avrebbe interpretato in senso alquanto restrittivo le basi del regolamento e del decreto cosidetto integrativo, poste dall'on. Mussolini. Signilicativo in proposito è il violentissimo attacco che sferra l'ufficiosa «Epoca» contro il regolamento, nel quale riconosce senz'altro il medesimo vizio di origine dei decreti precedenti. « Questo regolamento non costituisco altro che l'ultimo tentativo per frustrare le. intenzioni chiaramente espresse dal presidente del Consiglio: dare alla burocrazia del .bifronte ministero di via Venti Settembre la vivissima soddisfazione di avere salvato qualcosa del suo pletorico aborto. L'ori. Mussolini aveva infatti chiaramente espresso il pensiero elio il regolamento fosse tale da restituire la serenità al-mercato dei valori e questo potesse promuovere al riaprirsi delle Borse, dopo le foste pasquali, con una ripresa di affari normali, un deciso avviamento alla sana stabilizzazione dei corsi. Ciò doveva avvenire e poteva avvenire soltanto so coloro che hanno compilato il regolamento de.lt'S aprile avessero, come era loro dovere, fatto piazza pulita, della vecchia mentalità e si fossero posto il quesito di concretare nel miglior modo possibile i chiarissimi intendimenti dell'on. Mussolini. Invece, la burocrazia di via Venti Settembre un altro problema ha voluto risolvere: quello di deformare, stroncare, misconoscere quanto più fosse possibile le determinazioni e gli impegni presi dal presidente del Consiglio, in modo da lasciare in piedi, quanto più si poteva, proprio ciò che il provvido intervento personale del capo del Governo era valso a demolire dei precedenti e infausti decreti ». Quindi il giornale ufficioso rileva come Ja promessa dell'on. Mussolini di mantenere intatti agli agenti di cambio tutti i diritti acquis.ti non è stata attuata. Notevoli osservazioni fa anche.il giornale a riguardo de.la cauzione, che deve essere versata entro quindici giorni. Molti agenti di cambio, infatti, non potranno trovare una somma così ingente; « Si dovrà allora assistere allo spettacolo molto penoso, per non dire altro, di questi professionisti, che rappresentano poi la parte piti sana del mercato, che hanno il solo torlo di non essersi lanciati in speculazioni le quali possano avere consentito il costituirsi di immediate fortune, ed essere obbligati ad andare a far parte di raggruppamenti ( accomandite » o « collettive. » ) con altri colleglli, perdendo eventualmente la propria individualità e la propria figura, oppure ri nuneiare alla carica di agenti di cambio per passare alla dipendenza dei col leghi più fortunati, in qualità di procuratore ». Prescindendo anche dagli interessi individuali desìi agenti di cambio, l'« E poca» ricordo, che il versamento della ctnuzionc obbligherà a sottrarre al mer calo valori intentissimi (circa mezzo mi liardo). Quindi il giornale ufficioso con elude: « Per quanto, infine, riguarda il 25 "ó di garanzia, diremo soltanto ohe oggi, uopo il tracollo dei corei prodottosi dal 28 febbraio in poi, e che in media non è certo inferiore al 25 %, esso si trasforma in 50 % addirittura. Se. ni insisterà nel chiedere il versamento alla clientela, pur dopo il temperamento di lasciare le modalità di applicazione alle autorità di Borsa, assisteremo ad un nuovo flusso di vendile e di liquidazioni e forse anche a nuovi tracolli del mercato. E' questo che si vuole? Ma non è tutto. Dato che il regolamento s aprile mira a sanare definitivamente lo stato d'imperfezione gravissima dei precedenti decreti, e clic, traverso le Corpoi-azioni, dà assicurazioni più ampie (fondate su me;:zo miliardo di depositi) di garanzia per lo operazioni eseguite nello Borse, pare chiaro che il 25 % di garanzia non rappresenta più ormai che un provvedimento superfluo, dannoso; ma forse, per questo appunto la burocrazia ha voluto mantenerlo facendone un punto di onore per la sua llruia ». Ciò che avrebbe detto De Stefani L'Impero, non sequestrato, accenna stamane alla probabile sostituzione, dell'on. De Stefani : « E' orami concorde l'impressione che, in seguito agli ultimi provvedimenti di carattere finanziario, la situazione dell'on. De Stefani si sia resa assolutamente insostenibile e. che la sua sostituzione si renda, oltrechè necessaria, urgente, per non compromettere ulteriormente la saldezza della compagine ministeriale. In tutti gli ambienti finanziari si ricordano infatti le recentissime dichiarazioni fatte dall'on. De Stefani ad uno degli esponenti degli agenti di cambio, dichiarazioni dalle quali risultava in modo evidente che il ministro delle Finanze, pluf. tosto che abbandonare un. solo millimetro di terreno, avrebbe preferito abbandonare il suo iioslo. Sulla successione sì sono già soffermate lo, previsioni giornalistiche, alle-qua li però, lino u questo momento, non si può attribuire nitro valore che quello di voci e dì espressioni dì desideri». I 11 giornale, a proposito della successioni. 'ritiene che il nome più probabile sia quello dslrlcpcztmPscbagcfvedtrrszcdcnmbCdagc e d , o . i l fò e . o dell'on. Rocco, il quale lascicrebbe il Ministero della Giustizia per sostituirò appunto l'on. De Stefani. L'Impera ritiene che l'incarico della successione dell'on. Di; Stefani all'ori. Itocco sia l'Ipotesi più attendibile, in considerazione delle alte qualità e (lolla competenza dell'on. Rocco. .. E' da escludere — conclùde il giornale — il ritorno alle Finanze di uomini del passato regime, la di cui tanto decantata competenza ha basi solamente ed esclusivamente bluffistlcho ». Portare la questione in Parlamento A sua volta «Il Giornale d'Italia», rispondendo specialmente alle impressioni che del regolamento si hanno negli ambienti degli aderiti di cambio, accennando alla situazione finanziaria e giuridica degli agenti in soprannumero, scrive: « Lasciare al ministro delle Finanze di concedere l'autorizzazione all'esercizio della professione sopra domanda dell'interessKto e previo accertamento delle sue condizioni morali e finanziarie, é eausa ili preoccupazione e di disagio tra gli agenti di cambio. L'obbligatorietà della domanda ha una portata giuridica grave, in quanto porta alla implicita rinuncia dei diritti che ora la Federazione si sforza di difendere ». Quanto alla spinosa questione della cauzione, il giornale liberale osserva: « Il Governo ha fatto bene ad elevare la cifra della cauzione ed a preoccuparsi che. d'ora innanzi, la garanzia offerta al pubblico dai professionisti sia molto superiore che nel passato, di fronte allo svilimento della moneta e all'immenso sviluppo dell'attività borsistica; ma non tocca a lui, sibbene alle Corporazioni ed agli Organi da cui dipendono le Borse, dove le Corporazioni non esistono, a regolare questa materia, che ha carattere assolutamente contingente e varia, a seconda dei luoghi e delle persone, 11 regolamento avrebbe pertanto dovuto modificare le disposizioni del decreto 20 febbraio. Cosa logica in quanto, come si è detto, iL decreto era anteriore al riordinamento delle Borse, disciplinate successivamente il 7 marzo. Lo ingerenze governative nel mercato finanziario irrigidiscono le Borse, le snaturano, tolgono loro la snellezza, la flessibilità, che formano la loro più essenziale caratteristica, per convertirle in un che di pesante, di ufficiale. Si mira forse ad abbassare i veri professionisti per creare ed innalzare anche in Italia una « coulisse » più disinvolta nelle operazioni, più o meno apertamente riconosciuta». 11 Giornale d'Italia riferisco che qualcuno vorrebbe che il decreto fosse portato al più presto in Parlamento per gli opportuni emendamenti, ma ritiene sia più opportuno una qualche immediata modificazione, il che peraltro, non sembra essere per il momento probabile. Le "radici invisibili,, del movimento L'Agenzia Stefani trasmette un largo sunto dell'articolo apparso stamane nel Popolo d'Italia, intitolato: «Borse e borsisti». Eccolo: « L'agitazione dogli agenti di cambio finalmente conclusa può essere utilmente oggetto di curiose e interessanti meditazioni. Per la estensione della cronaca giornalistica e la • risonanza ottenuta dagli agitati può essere sembrato che tutta la vita economica della Nazione si imperniasse sulla sorte di un centinaio di agenti di cambio, che sarebbero rimasti esclusi dai ruoli individuali e sociali previsti dalla legge. Il movimento è stato quanto mai interessante e istruttivo, anche por le radici di esso invisibili, ma che gli esperti riescono facilmente a individuare. .< Ci: stata, dopo la guerra, oltre che l'inflazione monetaria, la inflazione degli agenti di cambio, verso i quali non facciamo nessuna eccezione, perchè il farlo è, caso mai, compito del Governo. Ma sta di fatto che l'organismo borsistico, appunto a cagione dell'inflazione monetaria e delle differenze meccanicamente determinato da e660, si era dal 'la ud oggi profondamente deteriorato. Non no facciamo particolare addebito. La liquidazione della guerra ha deteriorato moiri organismi c anche molti uomini, ed era opportuno che il Governo nazionale riconducesse la disciplina nella formazione dei prezzi dei titoli e. provvedesse a difendere il risparmio nazionale da ulteriori sorprese, che avrebbero potuto soverchiare anche quella, lo si devo, lunmettere, non gradita; che ha procurato la crisi della Banca di Sconto. « Perciò è necessario che i titoli si muovano nelle loro quotazioni e nelle loro distribuzioni, in relaziono alle loro previste ed effettive possibilità e quindi non in relazione a possibilità di pura speculazione, ma a pre¬ viste possibilità economiche. La borsa infatti può e deve anticipare le valutazioni non d*. ve pero crearle, la altro parole un mercato sano non è un mercato di sole differenze, ma un mercato essenzialmente di investite, iti cui il gioco delle differenze serve a preparare il terreno a ulteriori investite, non a rendere queste estremamente rischiose e fonti di sgradite sorprese.-Non si indirizza, come oi è detto, il risparmio ad alimentare utilmente il sano sviluppo dell'economia nazionale e a ricercare il proprio collocamento in imprese di carattere industriaJe e commerciale, esponendo gli investitori, generalmente ancora inesperti, alla possibilità di perdite e, comimque, al conseguimento di uu rèddito completamente sproporzionato al cosio nonnaie dei danaro. « A chi potesse disporre di tutti ; qua per Classificare le operazioni che sono svolte nello bórse ilali.-mo negli i, imi: , odan mes,. rl-i mulinili .eli-. t!ÌW» "" »«•»•» 1* stetea b „' i. m-„ i/iinM/-. otte era. mossa all'ai. ,'!,V' ,i,'i franto tmtcètc. si disponeva a ESa; offensiva contro "Italia e Si prepara** td it