Le dimissioni del Ministero Herriot

Le dimissioni del Ministero Herriot Le dimissioni del Ministero Herriot La crisi provocata da un voto contrario del Senato -156 voti contrari e 132 favorevoli (Servizio speciale della. STAMPA) Parigi, 10 notte. Stasera, dopo due acerbe requidtorie di Francois-Marsal e di Poincaré; messo in minoranza di 24 voti nella Votazione dcll'OTdine del giorno che ha concluso la discussione al Senato, Herriot, si e recalo a-portare al Presidente della Repubblica le dimissioni del Ministero. Erano già vari giorni che là stampa di sinistra annunziava che, prima di sera, sì sarebbero avute decisioni definitive. Le decisioni erano pullulate, le une diverse dalle altre, divorandosi per turno, ma ancora di decisivo < si era vièto spuntare nulla La giornata di oggi al Senato, collo scoppio di una crisi, che solo un miracolo orinai avrebbe potuto evitare, ci ha arre- ' cato, almeno, la chiusura di una fastidiosa e vana polemica, dove Je vere questioni urgenti del momento tendevano a passare in seconda linea, davanti al desiderio di coprire, con giuochi di parole; con giuochi di penna, la responsabilità degli uomini. Una polemica equivoca Giacché — prima di passare alla voluminosa e vertiginosa cronaca di questa giornata, che non sarà se non la prima di una lunga serie di giornate analoghe, se il blocco delle sinistre resisterà alla tentazione di sfasciarsi e di imporre al paese un nuovo Gabinetto cartellista — è bene dire che la polemica, che nello spazio di una settimana ha portato il Gabinetto Herriot alla catastrofe, riposava, in sostanza, sii di un equivoco, e la sua chiusura lascia, il pubblico nella perplessità e nell'ignoranza che lo turbavano all'inizio di essa. La famosa lettera del direttore del movimento dei fondi, De Mouy, a cui alluse ieri Herriot, per dimostrare le irregolarità della gestione De Lasteyric, lascia supporre che, se all'epoca in cui quest'ultimo era ministro delle Finanze, il limite legale degli anticipi della Banca di Stato venne, come ha affermato di nuovo oggi Poincaré, rispettato, ciò abbia avuto luogo unicamente grazie ad un artificio di contabilità, che permise di tenere celati gli anticipi effettivi. Ammesso questo, la prova delle irregolarità era fatta, ed Herriot non aveva quindi tutti i 1orti nel dire che la sua sola colpa fu di avere accettato di continuare un sistema posto in onore dai suoi predecessori. Senonchò, qui saltavano su i predecessori, compendiati oggi nella persona dì FrancoisMarsal (De Lasteyrie, non essendo senatore, ne deputato, aveva dovuto accontentarsi di assistere alla seduta dalla tribuna del pubblico) e ribattevano: prima di tutto il limite cui allude la lettera De Mouy del 27 giugno 1924 è quello degli anticipi della Banca allo Stato e non quòilo della circolazione fiduciaria, di guisa che, di banconote stampate irregolarmente, di banconote false, ai nostri tempi, non ce rie furono. In un secondo tempo la lettera dice che « il limite sarebbe stato superato se... ecc. ». Ora, questo vuole precisamente dire che « il limite non fu superato ». Vedete subito l'ambiguità della tesi. E tale ambiguità ha consigliato ancora una volta ad Herriot di ripetere, alla tribuna 'del Senato, gli attacchi pronunziati ieri ella tribuna della Camera. Ma, disgraziatamente per lui, la sua tesi non era meno ambigua di quella degli avversari, in quanto che, dei due miliardi o cento milioni di aumento della drcolazione fiduciaria, rivelata dal bilancio di ieri della Banca di Francia, egli non ci disse se rappresentano o no un'emissione accordata da quest'ultima ai governi precedenti e rimasti abusivamente nascosti sino a ieri. Ed il fatto che non lo disse, proverebbe che l'emissione ha servito proprio a rimediare agli imbarazzi della sua gestione e non delle gestioni precedenti. Oggi Ja tesi ministeriale aveva subito, infatti, una notevole modificazione. «Poincaré, De Lasteyrie e Francois-Marsal non seppero dall'inflazione. Fecero di peggio. Chiesero alla Banca di Francia di reinvestire in Buoni della Difesa Nazionale 500 milioni destinati all'ammortamento delle perdite previste sul credito della Banca stessa verso la Banca Imperiale Russa di guisa che altre disponibilità analoghe, o di altro genere esistenti, subirono la stessa sorte; chiesero alla Banca di Francia di vendere, con facoltà di riscatto, per coprire i bisogni del Tesoro, due milioni di sterline, e ciò in un momento in cui la massima cura di un Istituto di emissione, che appartiene in un paese dove l'oro non è più che sulla carta, dovrebbe essere quella di assicurarsi una riserva sempre più cospicua di divise sane ». L'interpellanza di Francois-Marsal Ora, dall'altro canto, a queste accuse era troppo facile rispondere : « Questi sono errori e non frodi ». E' precisamente quanto fu detto da Francois-Marsal, ministro delle Finanze nell'ultimo gabinetto Millerand del 1920, e poi, come ricorderete, ultimo presidente del Consiglio di Millerand nel giugno del 1924, il cui discorso è stelo il trionfo di questa giornata di sconfitta, sebbeno non si possa affermare che le sue dichiarazioni avrebbero esercitato sui seuutori altrettanta persuasione, qualora Chéron, Berengor o Delahaye non avessero lavorato il terreno da lunga mano, e, soprattutto, qualora Herriot non si fosse trovato handicapè dal progetto, o, per dire meglio, dai molti progetti finanziari in laboriosa gestazione. Ma veniamo alla cronaca della seduta. I.corridoi del palazzo Lussemburgo sono oggi pieni di animazione. Si nota la presenza di numerosissimi deputati, e in particolar modo quella di Paul Boncour. Nei gruppi si commenta l'esito probabile del dibattito e si attende una battaglia aspra, violenta. La seduta è aperta alle 14,30 davanti ad un emiciclo che si riempie a poco per volta e alle tribune già gremite. Presiede il presidente De Selve». Herriot è al banco del governo avendo accanto a sè De Monzie, ministro delle Finanze, e la maggior parte degli altri membri del Gabinetto. Il presidente De Selvés annunzia di avere ricevuto una domanda di interpellanza da Francois-Marsal, concernente le dichiarazioni fatte ieri alla Camera dal capo del Governo. Herriot si alza e chiede la discussione, immediata. Frahcois-Mursul siile alla tribuna e dice : in Io non avevo l'intenzione di provocare tt> dibattito finanziarlo, poiché ritengo che vi è. interesse a votare il bilancio il più presto possibile, lo non difendo interessi: io non appartengo alla squadra, dei rimpiazzanti. Ma il presidente del Consiglio ha ieri alla Camera trattato di questioni che angosciano il paese. Egli ha messo in causa i governi precedenti i cui rappresentanti erano assenti. E' bene che il dibattito sia evocato anche davanti al Senato, poiché i due interlocutori si troveranno così l'uno di fronte all'altro. Io potrei dire che mi disinteresso del documento pubblicato ieri da un giornale del mattino (il Quolidien), poiché le operazioni cui esso si riferisce erano state effettuate dal mio predecessore De Lasteyrie. Ma io non mi sottraggo a nessuna responsabilità e, avendone accettata la successione, mi rendo solidale con gli atti del passato. « Chi ha del resto dato alla pubblicità un documento che doveva rimanere confidenziale? Secondo quanto è dato arguire non fu un membro dell'alta assemblea. Che cosa prova, d'altronde, quel documento? Esso prova che le Ba.nche e i nostri amici americani sono venuti in nostro aiuto nel momento in cui il franco era attaccato ». Poincaré e la salvezza del franco Francois-Marsal ricorda in quali condizioni il ministero Poincaré dovette sostenere la lotta per la salvezza, del franco e l'ex-ministro delle Finanze entra in particolari di un tecnicismo così arduo da stancare alquanto l'attenzione. L'oratore si sforza soprattutto di giustificare le operazioni che Herriot ha fatto note e discusse. E continua: « Il Governo di quell'epoca, si è limitato a chiedere alle Banche private un anticipo di sottoscrizioni ai Buoni del Tesoro. Nel 1922 si era al di sotto del limite legale. Non è che a quel momento che bisognò aumentare la. circolazione e portarla a 2-1 miliardi. Nell'ottobre del 1923 la campagna contro il franco costrinse l'on. De Lasteyrie, per i bisogni della battaglia monetaria, a cercare altri concorsi. Ma nessuna di quelle operazioni è uscita dalla legalità. Quali abbiano potuto essere gli espedienti impiegati, mai il limite legale è stato oltrepassato. Inoltre gli anticipi acconsentili tanto da Banche francesi quanto da. Banche estere erano stati tutti rimborsati nel giugno 1924. «All'inizio del gennaio 1925 la situazione era normale. E' soltanto in febbraio che essa peggiora. Per quali ragioni? Per ragioni di politica interna. Il pubblico non sottoscrive più ai fondi di Stato, perchè è inquieto per le progettate misure della legge di finanza ,e questo malessere ha la sua ripercussione sui cambi. Tuttavia il Governo non manca di mezzi per agire su questi. Ma la Banca di Francia, che ha un'azione importante sul còrso delle divise straniere, pretende in una lettera del suo direttore — (e l'oratore legge il documento) — che soltanto il Parlamento e il Governo possono rassicurare la fiducia e influire sul corso di queste divise. Tutte le difficoltà provengono dalla crisi di fiducia...- — Da voi! — si grida a sinistra, mentre altri osservano: — E' un equivoco! — L'equivoco — ribatte subito Francois Marsal — è di sapere chi governa. E per mostrare il predominio che i socialisti esercitavano sul Gabinetto Herriot, il senatore Francois Marsal si riferisce ad una lettera del presidente Coolidge...; E prosegue: <( E' per distruggere questo equivoco che il Senato scarterà dal bilancio, in conformità della veduta della sua Commissione delle finanze, le misure introdotte per vie oblique, e che sono contrarie al sentimento del paese. Perchè la tesoreria ha ceduto? Il reddito delle imposte era invero eccellente. La crisi di fiducia è invoce soprafflnata. Herriot ha voluto fare come i suoi predecessori, alia non lo ha potuto, perche il margine di circolazione non esiste più. E' opportuno ricordare a questo punto la lunga corrispondenza seguita fra il Governo e il Consiglio della Banca di Francia, corrispondenza nella quale questo Consiglio non cessa di dare degli avvertimenti, affinchè non sia oltrepassato il limite legale di emissione dei biglietti, e perchè venga praticata una politica di rigorosa economia finanziaria. Il presidente del Consiglio, Herriot, il quale sa che il limite è stato oltrepassato, chiese tuttavia al Consiglio della Banca di Francia di osservare, per ragioni elevate di interesse nazionale, un atteggiamento di aspettativa. Infine nè imposte straordinarie, ne imposte sul capitale, nè prestiti forzosi renderanno ai francesi la fiducia che essi hanno perduto in coloro che si trovano alla 'loro 'testa. Spelta ora al Senato pronunziarsi ». La destra e il centro fanno una vera ovazione a Francois Marsal. 11 discorso di Herriot Herriot salo a sua volta alla tribuna e, salutato dagli applausi dell'estrema sinistra, comincia a parlare. « Io credo che sarebbe meglio per il paese che questa discussione non tosse aperta e che il Senato potesse esaminare anzitutto la questiono nelle Commissioni. Questa discussione non avrebbe dovuto essere evocala, davanti alle, assemblee, se non quando le soluzioni fossero state si.iiiultuiieaiucnie proposte. Ma il Governo è lieto di spiegarsi su di un argomento di tanta gravità e poiché, checché si dica, l'on. Francois Marsal ha posto la questione sul terreno politico, si tratta di sapere chi è responsabile. » E' dunque il Governo che è davanti a voi che devo sopportare da solo la responsabilità delle difficoltà finanziarie attuali? Le difficoltà attuali sono la conseguenza di uu insieme di fatti che bisogna ricordare. » La cifra totale dei prestiti di guerra era di 145 miliardi, e io dal banco di deputato ho formulato, a nome dei miei amici del partito radicale, alcune proposte per fronteggiare quest'aggravio. Nel dopoguerra si è continuato a ricorrere al credito e sono stati chiesti in prestito 160 miliardi. Io domando al signor FrancoisMarsal se questi prestiti reiterati non hanno esaurito la facoltà di prestito nel paese. « Si dice che è. solo dopo il mio arrivo al potere che non si è potuto più contrarre prestiti, ma nel febbraio del 1924 un prestito per le regioni liberate è stato un fiasco. Da questo momento il pubblico ha mostrato che non voleva più dei valori a reddito tisso in concorrenza con i valori a reddito variabile. Con una politica più facile che previdente si è lasciato pesare su 1 tutti i francesi un debito così gravoso che siamo costretti a domandare come si potrà ammortizzarlo. Non c'è solo il debito interno; il debito estero arriva poi fino al punto di toglierci una parte della nostra indipendenza. « Durante l'ultima legislatura il corso del dollaro ha raddoppiato, e quello della sterlina ha più che raddoppiato. Da che noi siamo al potere, nè il dollaro, nè la sterlina, non hanno più peggiorato. FrangoisMarsal pi ha chiesto perchè non ci siamo serviti della massa di manovra. Questa massa di manovra noi l'abbiamo consolidata e non possiamo toccarla. Non è questo un onore per il nostro Governo? Abbiamo avuto di mira l'interesse del Paese, piuttosto che l'interesse del Governo. La massa di manovra Testa intatta (applausi sui banchi di sinistra). « Abbiamo mai dato fastidio ai produttori, abbiamo mai turbato le classi medie? Noi non l'abbiamo fatto. Ho provato la mia intenzione ritirando il bordereau dei coupons. io dico qui, sotto la mia responsabilità, che l'imposta sul reddito per le grosse fortune è troppo gravosa. Non bisogna che l'imposta sia causa di improduttività ». Un vivace contrattacco Dopo una breve sospensione della seduta, alle 17,15 Herriot risale alla tribuna, per ripetere, sebbene in tono minore, data la presenza delle persone messe in causa, la polemica riguardante la Banca di Francia e la Tesoreria. Evocata, la convenzione stipulata fra la Banca e Frangois-Marsal, il Presidente fa osservare che, relativamente a certe operazioni, la parola occulta è stata lanciata nella discussione. Egli dichiara che questa parola figura in un rapporto del 13 dicembre 1923 del signor De Mouy, allora direttore del movimento dei fondi al Ministero delle Finanze, a proposito degli anticipi fatti dalla Banca allo Stato. Quindi continua, la polemica: « Mi si dico che ho ucciso la fiducia. Ora 10 stesso rapporto segnala, la situazione disperata del Tesoro dal «•dicembre 1923 (Applausi. all'Estrema Sinistra). Tengo a scaricamii ciò che non è responsabilità mia. Signor Francois Marsal. voi avete difeso i Governi precedenti, che io non ho attaccato. 11 19 marzo ' 1934 voi non pensavate affatto come la pensate adesso. Voi indirizzavate a Poincaré le stesse critiche che rivolgete oggi a me (Applausi). Sono associato a voi, signor Poincaré, nelle critiche ingiustificate, giacché voi avete fatto tutto quellio che potevate, come l'ho fatto io. L'on. FrancoisMarsal ha rimproverato il 19 marzo 1934 all'oli. Poincaré di mancare di franchezza e di non aver la fiducia dei paese. Ciò era molto ingiustificato» (AppUvin a. Sinistra) Francois-Marsal: — Ho rimproverato ai signori Poincaré e De Lasteyrie di non aver preso provvedimenti die s'imponevano nei riguardi del cambio. Queste misure essendo 6tate prese, sono etato soddisfatto e non ho più detto nulla. t Herriot: — Adesso leggerò la nota che il signor Francois-Marsal ha indirizzato al pre. sirlente della Commissione delle finanze. Milliès-Lacroix: — Sappiamo chi vi ha dato questa nota! Voci: — Chi? Chi? Milliès-Lacroix con un gesto negativo fa Lcomprendere che non lo dirà. Herriot dice che. vuoie convincere il Senato della ingiustizia di rinfacciare a lui, perchè capo di un Governo democratico, irregolarità che, commesse da altri Governi, non scandalizzarono alcuno. Le argomenta, zioni esposte ieri alla Camera sono oggi ripetute da Herriot, ma l'ambiente è oggi troppo diverso perchè l'effetto possa essere identico. « Voi avete diritto di chiedermi — continua Herriot: — Perchè non avete fatto cessare prima d'ora questo stato di cose? La risposta è semplice: perchè sarebbe stato necessario fare quello che faccio oggi: aumentare il limite di emissione. Non l'ho fatto nell'agosto itti 1934, perchè partivo da Londra, e ini proponevo un piano, volevo equilibrare il bilancio e sistemare la tesoreria. Io non potevo fare lo due operazioni nello stesso tempo. Bisognava, anzitutto, equilibrare il bilancio; bisognava far pagare alla Germania tutto il possibile. Per la prima volta noi abbiamo delle annualità della Germania da iscrivere in bilancio. La gravità della situazione « Credo che il paese voglia fare gli sforzi indispensabili, ma esso non vuole che quello che darà vada nel baratro del bilancio. Quello che darà deve andare ad una cassa di ammortamento. Bisognava equilibrare il bilancio prima .di sistemare la tesoreria. Io volevo praticare, il più possibile, la politica della deflazione, e l'ho fatto con molteplici misure, prese d'accordo colla Banca di Francia, e specialmente col prestito interno e col prestito Morgan. Ho avuto degli imbarazzi sempre più gravi. Ho dovuto fare appello alla Banca di Francia ed alle banche private. Ilo voluto tentare sino in fondo d isfuggire all'aumento del limite di emissione. Ilo collaborato colla Banca di Francia. Mi è staio chiesto di fare una dichiarazione contro >a inflazione e l'ho fatta. Sì I Volevo lottare sino in fondo. « Alla tribuna della Camera ho chiesto l'unione; mi è stata rifiutata. Mi è stato detto che questa unione non poteva farsi con me. Bisognerà ohe i cittadini, al di sopra delle opinioni, collaborino all'interesse del paese. Quando ho visto che le misure adottate nou avevano avuto l'effetto sperato, ho deciso ili aumentare il limite delle emissioni e degli anticipi, e di chiedere nuove misure per salvare il paese, perchè qualunque 6ia il governo, occorre che il parse si salvi ». Chiudendo il 6uo discorso Herriot legge l'elenco delle scadenze di prestiti ohe vengono a maturare nell'anno in corso e domanda al Senato chi deve essere messo in causa: quelli che hanno' provocato queste scadenze I quelli che vi fanno fronte? « Della gravità della situazione ho avvertito le più alle personalità ed ho fatto di tutto per rimediarvi. Mi si dice che mi sono lasciato influenzare. II Senato non mi stimerei); bc se negassi i concorsi che sono stati dati alla mia politica. Ma se sono fedele alle mie amicizie, credete pure che non alieno mai la mia indipendenza politica. Il paese me ha abbastanza di coloro che vogliono addormentarlo; v.uolo che gli si dicala verità, che, per quanto grave, non gli fa, paura. Confido che voi direte che ho fatto il mio dovere (l'ini applausi a sinistra). II voto Dopo Herri.it parla Poincaré; quindi si passa alla votazione. 11 voto dà per risultalo: 156 voti contro il Governo e 132 a favore. E' la crisi. KYedi ultime notizie") .——— - » ^ ' — — — Due morti nelle dimostrazioni contro Balfour Damasco. 10, mattino. Durante i tumulti davanti all'albergo abitato da lord Balfour sono stati costretti a intervenire gli spalli*. Vi sono due morti. Sofie gendarmi sono rimasti furili e liti gli spuhis anche un ufficiale e due uomini sunu stati feriti.

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