Le dimissioni dei ministro della guerra Di Giorgio

Le dimissioni dei ministro della guerra Di GiorgioLe dimissioni dei ministro della guerra Di Giorgio gMussolini assumerebbe 1'" interim,, per attuare V unificazione dei servizi militari (Esercito, Marina, Aeronautica) nel "Ministero della difesa nazionale,,: Cadorna? - Badoglio preconizzato Capo di Stato Maggiore - La necessità di maggiori stanziamenti per l'Esercito e le altre spese Roma, 3 notte. L'on. Di Giorgio, come avevamo previsto, non ha. tardato a regolare la propria posizione in seno al Ministero Mussolini. Stamane egli ha inviato al capo del Governo una semplice lettera, colla quale dichiara di mettere a sua disposizione il portafoglio del Ministero della Guerra. L'on. Mussolini si è riservato di deliberare. Quali siano gli intendimenti dell'on. Mussolini non è dato sapere. Si sa che il presidente del Consiglio, nel procedere alla soluzione delle frequenti crisette parziali che hanno caratterizzato la lunga esistenza del suo Ministero, ha agito sempre col più grande riserbo e le sue decisioni hanno spesso sconvolto le previsioni apparentemente più autorevoli e fondate. Quello che pare sia da escludere è una soluzione consistente nel rifiuto di accogliere le dimissioni dell'on. Di Giorgio. Parimente, sembra inconcepibile che al dicastero della Guerra sia chiamato uno dei generali oppositori alla riforma ed ai concetti del ministro dimissionario. L'on. Mussolini, ritirando quella rifornia, ha auspicato, in sostanza, un programma minimo intermedio, che deve rappresenta-Je il pi-udente contemperamento delle tesi avverse, e sulle quali l'alto comando deve trovare 'a sua unità di visione. Per assicurare questo programma e la concordia e la collaborazione tra i capi,. occorre un uomo di alta autorità, rimasto il più possibile estraneo al dibattito di questi giorni. Solo queste considerazioni, peraltro ovvie, accreditano ed avvalorano, anche negli ambienti fascisti, le probabilità di una successione Petitti di Roreto o di una succassione Montuori, i soli due generali di armata che non abbiano preso parte attiva all'appassionante discussione prò e contro la riforma Di Giorgio (anche perchè il generale Montuori non è senatore). Ma è dubbio che.l'on. Mussolini, voglia limitarsi ad una semplice sostituzione di uomini. Secondo autorevoli informazioni il capo del Governo — come già altra voi- ta si è verificato — vorrebbe invece ap profittare di questa crisi parziale, per un vasto rimaneggiamento di organismi. Si tratterebbe, questa volta, di una complessa riforma di ordinamenti amministrativi, quale fu ventilata già prima della marcia su Roma e quale fu richiesta e caldeggiata alla Carriera, anche recentemente, dall'on. Soleri: la creazione cioè del Ministero della Difesa nazionale. Più precisamente, domenica l'on. Mussolini chiederebbe al Sovrano l'autorizzazione di assumere l'interim del Ministero della Guerra. Ottenuto l'« interim », egli attenderebbe ad attuare l'unificazione dei servizi attinenti alla difesa della nazione (Esercito, Marina ed Aeronautica), in un unico grande organismo, a titolare del quale verrebbe poi prescelto un nome di alta rinomanza nazionale. E' qnì che tornerebbe, a proposito la candidatura del maresciallo Cadorna, che, se non sembra la più indica'.^ limitatamente al dicastero della Guerra, acquisterebbe nuove ragioni di essere in un ufficio più vasto e com plesso. Tutto ciò riferiamo con la necessaria riserva. Si tratta, come vedete, di un progetto tutt'altro che semplice e tutt'altro che facili ad attuarsi. Alle difficoltà obbiettive, inerenti alla fusione dei servizi, si aggiunge la necessità di considerare la questione — in un certo senso — in funzione dell'uomo. Comunque, si ha ragione di ritenere che .le decisioni dell'on. Mussolini saranno note tra breve. Al rinvio del Consiglio dei Ministri, che avrebbe dovuto riunirsi oggi, non è estranea la crisi passeggera e parziale che il Governo attraversa colle dimissioni dell'on. Di Giorgio. Lunedi l'on. Mussolini comunicherà ai colleghi del Gabinetto, prima, ed al paese poi, la decisione adottata. Badoglio già in viaggio? Intanto, per la cronaca della giornata, oltre ai tre nomi che vi abbiamo segnalato ieri, cioè quelli dei general. Montuori, Petitti di Roreto e Cavallaro, la Agenzia Nazionale fa anche il nome del generale Ugo Cei, comandante attualmente la divisione di Bologna e amico personale dell'on. Mussolini. I giornali ufficiosi affermano, tuttavia, che tutte queste voci non hanno alcun fondamento, nulla avendo deciso l'on. Mussolini. Quanto al sotto segretario generale Clerici, anche egli dimissionario, L'Informatore della Stampa accenna alla probabilità che egli sia sostituito da un ufficiale superiore dell'Esercito e deputato fascista, che ebbe nel dicembre scorso ad affrontare la questione dell'ordinamento dell'esercito in un discorso tenu to alla Camera. Le dimissioni del ministro della guerra sono giunto senza dubbio gradite in quelle alte sfere del fascismo delle quali si era fatto interprete l'on. Farinacci. Va rilevato, tuttavia, che qualche giornale ministeriale mostrava di credere che l'on. Di Giorgio potesse tranquillamente rimanere al suo posto. In questo senso si esprime, per esempio, Il Corriere d'Italia. Inoltre, la necessità di un capo di Stato Maggioro dell'Esercito, affermata da tutti i senatori generali, ha messo già in circolazione nomi di candidati anche per quell'altisisma carica. Da fonte ufficiosa si as¬ sicura che col nuovo ministro della guerra si procederà subito alla nomina del capo di Stato Maggiore, che dovrà studiare, d'accordo col ministro, il nuovo ordinamento dell'Esercito. Il nome dato per certo, quello anzi sul quale II Giornale d'Italia assicura sia già caduta la scelta del Governo, è quello del generale Badoglio ; mentre come sottocapo di Stato Maggiore si fa il nome del generale Liuzzi, attualmente comandante della Scuola di Guerra di Torino. Il generale on. Baistrocchi, relatore del bilancio della guerra approvato dalla Camera nella seduta antimeridiana di stamane, ha dichiarato al Giornale d'Italia che il generale Badoglio è unanimemente indicato come capo di Stato Maggiore, ed ha soggiunto : « Egli deve tonnare dal Brasile e mettersi a capo della suprema direzione tecnica dell'Esercito. Quando la questione dello Stato Maggiore sarà sistemata; allora anche il progetto del nuovo ordinamento troverà l'organo competente a discutere e decidere, e perderà cosi ogni importanza parlamentare. Del resto, l'on. Mussolini ieri ha avviato il problema verso la più soddisfacente soluzione: le sue dichiarazioni sulla necessità globale della difesa nazionale sono della più alta importanza e dimostrano ohe si batterà la strada giusta. Dal canto mio, sono Jieto di avere fatto quanto era in me perchè 'si giungesse a questo risultato. Se, come era stato stabilito, il bilancio della Guerra fosse stato discusso alla Camera all'inizio dei lavori parlamentari, forse la questione del riordinamento dell'esercito sarebbe stata pregiudicata irrimediabilmente, tanto essa era connessa al bilancio stesso. Io ho segnalato la cosà aill'on. Federzoni, e cosi si convenne di rinviare il bilancio a dopo il dibattito senatoriale. Stamane, infatti, con l'approvazione del bilancio stesso solo agli effetti amministrativi, la Camera ha mostrato di accettare la decisione dell'altro ramo del Parlamento e di approvare il contegno del presidente del Consiglio nei riguardi del progetto del ministro della Guerra ». Secondo II Giornale d'IUilia, si assicura che il generale Badoglio è già in viaggio per l'Italia; ma la notizia è evidentemente prematura. Dopo il dibattito Intanto, si hanno oggi le ripercussioni nella stampa della seduta di ieri al Senato. Gli ufficiosi esaltano il discorso presidenziale. Il Popolo d'Italia scrive-. « Si tratta della vita o della morte delia patria; perchè non si dovrebbe far tesoro del contributo di esperienza e di meditazione di ciascuno dei saggi, quando essi difendono o combattono una riforma tecnica t dimostrano di stare lontani da ogni partito preso, di personali apprezzamenti, di gruppi e di partiti? Il Governo può e deve mettere a frutto, per il bene più sicuro, per il profitto più chiaro ed evidente della patria, questo capitale di sapienza e di critica. Cosi ha fatto il Governo; e perchè cosi ha fatto, il potere esecutivo ed il potere legislativo sono chiamati a discutere e a vagliare ancora, ed il paese è messo nella condizione di più largamente e seriamente informarsi di questa materia, di nutrirsi di conoscenza e di volontà militare ». V Idea Nazionale, rivendicando ancora al fascismo il merito di aver fatto sentire al paese la necessità di un esercito forte, afferma che ormai il problema militare è un problema fondamentale del regime da non più lasciarsi alla trattazione di gruppi di generali nè ad una discussione col ministro delle finanze. Quindi continua: « E' necessario quindi che il presidente del Consiglio possa egli direttamente influire nel porre io basi di questa nuova azione di governo, che rompe un cosi tristo tradizionalismo. E' necessario che 11 fascismo faccia suo il problema militare, ne abbia conoscenza, lo volgarizzi, sopratutto a questi fini unitari che ora gli sono stati riconosciuti, in modo che cessino certe separazioni troppo netto tra forze di terra di mare e di cielo, tra le forze militari e tutte le altre preparazioni belliche, dalle spirituali alle industriali alle sportive. Quanto all'esercito, la 6ua necessità pregiudiziale è che abbia dopo troppo lungo periodo di vacanza di responsabilità esclusivamente militare, bisogna dirlo — un capo di Stato Maggiore con le attribuzioni che gli occorrono. Ouesta nomina è il primo assestamento. A questo capo di Stato Maggiore deve provvedere il capo del Governo; poi verrà il resto ». Questi rilievi del giornale ufficioso vanno considerati, perchè mentre preludono all'imminente nomina del capo di Stato Maggiore dell'Esercito, confermano la notizia del raggruppamento del Ministero della Guerra, della Marina e del Commissariato dell'Aeronautica in un unico dicastero della « Difesa nazionale ». Secondo taluni, anzi, le dimissioni del ministro della guerra darebbero l'occasione all'on. Mussolini di procedere, a Camera chiusa, ad un rimpasto ministeriale, e si avrebbe così la costituzione del Ministero della Difesa nazionale, mentre il Ministero delle Finanze si sdoppierebbe nuovamente, ricostituendosi quello del Tesoro al quale (le voci corrono prontamente) sarebbe preposto l'on. Hocco attualmente ministro di grazia e giustizia e culti. Queste le voci che raccogliamo a titolo di cronaca e che per una parte trovano conferma negli accenni e nelle richieste degli ufficiosi. Intanto, una cosa è certa ormai : l'ulteriore stanziamento di fondi per l'Esercito, e di ciò si ha pure conferma negli ambienti ufficiosi. // Corriere d'Iluìhi, infatti, commentando il discorso Mussolini, scrive; « La stretta connessione tra ia solidità del bilancio dello Stato e la potenza del suo Esercito, è stata dall'on. Mussolini affermata aion per escludere, ma a nostro avviso per confermare la voce corsa fui da ieTi di nuovi prossimi stanziamenti per le più urgenti spese militari ». " In altri tempi... „ Qualche notevole accenno politico fa 11, Giornale d'Italia. L'organo liberale, in primo luogo, nota che taluno ha detto che la soluzione cui si è giunti non poteva essere prevista, e rileva che questa osservazione s'inspira ai tempi passati, quando il ritiro di un progetto importante implicava altri ritiri. Il giornale ricorda che'Deprctis sostenne là responsabilità dell'intero Gabinetto sulla questione dei 12 anziché di 10 corpi d'armata, e l'on. Di Rudinì provocò le dimissioni dell'intero Ministero sul progetto Ricotti. E il giornale — non sequestrato — soggiunge: « In altri tempi, un Governo che si trovasse costretto a rinunciare ad una importante riforma per le insuperabili critiche di uno dei due rami del Parlamento, non rimaneva illeso nel suo -prestigio complessivo. Oggi, invece, il Governo forte se la cava perfettamente. Quello che interessa, ad ogni modo, è che una riforma militare che non lasciava affatto tranquillo il paese e che era stata vigorosamente contrastata dagli artenci della vittoria, sia caduta nel nulla. Lungi da noi il pensiero di fare una speculazione politica dell'infortunio toccato al ministro Di Giorgio, tanto più che sarebbe una speculazione a vuoto, dati i tempi che corrono.. Ci basta constatare che non è stata inutile la campagna della stampa contro l'avventura militare ohe si voleva far correre alla nazione : e questa è un'altra riprova della utilità della stampa al fine dell'interesse del paese ». L'organo liberale afferma quindi che il problema militare è molto complesso : « Occorre affrontarlo con un piano urga nico per il coordinamento delle tre armi, di cielo, di terra e di mare, riconoscendo che <=per la difesa nazionale occorre spendere di più. Ma il contribuente italiano è già molto gravato e perciò il denaro per la difesa nazionale deve ricavarsi da economie nelle 6pe se non necessarie e superflue. Da questo lato in due anni e mezzo, il Governo dell'on Mussolini non ha fatto una nuova politica- per non parlare di ciò che si spende per effetto delle singolari relazioni che intercorrono tra lo Stato e il Partito che lo sostiene, non si e osato tagliare là dove è possibile tagliare largamente e coraggiosamente ; nei mastodontici bilanci dei TaVori pubblici e dell'economia nazionale, bersaglio perpetuo di fa. meliche richieste da parte di privati, regioni, organizzazioni politiche ed economiche di ogni genere, a cui non si osa negare. Gli sforzi per contenere le spese di questo genere urtano continuamente contro le pressioni politiche, la cui efficacia negli ultimi anni è aumentata anizichè diminuire. GTT italiani vedono grande in questo campo! Direttissime, autostrade, bonifiche, stazioni monumentali : tutto pare indispensabile e urgente e tutto si deve fare a spese o con forti contributi dello Stato. Lo S1ato sovvenziona tutto e rutti: anzi, ogni iniziativa privata, che si crede meritevole di incoraggiamento, picchia e pompa nelle casse dello Stato. Il Governo fascista, come quello de mocratico, si difende male. E' cosi della fan to attesa riforma della burocrazia. Gli impiegati 6ono più di prima e costano più di pri nta;. eppure vivono nelle strettezze più di pri ma, mentre ognuno sa che con un numerò molto minore di impiegati meglio pagati si potrebbe ottenere un maggior rendimento della macchina. Cose vecchie, ma sempre nuove, anche dopo due anni e mezzo di èra nuova ». Risentimenti fascisti contro Di Giorgio 11 Popolo d'Italia scrive: « Nel suo discorso del l.o aprile in Senato sull'ordinamento dell'Esercito il ministro della Guerra è stato poco felice nell'affermaire che egli non aveva creduto di accettare la tessera del partito fascista in quanto che riteneva che un soldato d'onore non potesse prestare che un solo giuramento. Egli ha così, non volutamente, recato offesa a tutti gli ufficiali, militi del R. Esercito, ora appartenenti alla milizia, che quali ufficiali della milizia hanno prestato il secondo giuramento alla patria ed al Re. Ci consta che la frase poco felice del ministro ha avuto ima notevole ripercussione negli ambienti della milizia e per primo il comando generale stesso se n*ò dolorosamente risentito. Sono pervenuti al comando stesso telegrammi di protesta, sull'intonazione o contenuto del quali basta citare il seguente del valoroso generale Ceccherini, comandante della zona di Firenze: « Secondo volontario giuramento prestato nostro amato Sovrano non può autorizzare ministro Guerra formulare insinuazioni che ledono chi compiuto proprio dovere verso patria. Confido V. E. tutelerà nostro onore. — Generale Ceccherini ». 1 massimalisti e l'Aventino Taluni recenti atteggiamenti deWAvanU! e specialmente l'editoriale di stamane, hanno rimesso in circolazione la voce di una scissione dei massimalisti dall'Aventino. Per il giorno 22 corrente è convocata in Roma la direzione del partito, la quale è chiamata appunto ad esaminare la situazione e decidere l'atteggiamento futuro. E' noto che in seno alla direzione stessa esiste una corrente ia quale, nella fondata presunzione di ottenere lu maggioranza sulla propria tesi aventiniana e bloccarda, vorrebbe la convocazione immediata del Congresso nazionale e quindi la rinnovazione dell'organo dirigente del partito Questa tesi è sostenuta dall'on. Velia, dall'on. Romita, dal direttore dell' Avanti 1 Nenni, i quali però sono attualmente in minoranza. La, maggioranza, composta dellavv. Rei-nocchi, dell'on. Oro Nobili e dell'on. Momigliano, Pabri, aw. Pirri e dall'on. Del Bello, è scissionista e sembra si proponga di opporsi alla convocazione del Congresso e voglia prendere in esame l'opportunità dell'uscita dall'Aventino e del itorno nell'aula, a fianco dèi gruppo comunista. Naturalmente si prevede che le discussioni saranno assai vivaci e non è da escludere che portino a decisioni di notevole importanza. La Camera finirà oggi? La Camera esaurirà i suoi lavori con la. approvazione dei bilanci finanziari. Avremo un breve discorso del ministro De Stefani ed un altro dell'on. Mussolini, che illustrerà i noti provvedimenti governativi per il miglioramento delle condizioni degli impiegati e dei pensionati statali. Un comunicato ufficiale ha .annunziato, come è noto, che la Camera si riaprirà 1*11 maggio; ma La Tribuna afferma che molti credono sia quella di domani l'ultima seduta della Camera attuale. La notizia 6 smentita negli ambienti ufficiosi, come pare è smentita la voce corsa, e raccolta dalla Tribuna, di una convocazione della Camera in Comitato segreto.

Luoghi citati: Bologna, Brasile, Firenze, Italia, Roma, Torino