"Se la legge sarà respinta io certamente me ne andrò,,
"Se la legge sarà respinta io certamente me ne andrò,, "Se la legge sarà respinta io certamente me ne andrò,, Cosi il ministro Di Giorgio ha concluso in Senato la difesa dei suoi progetti - Alcuni accenni polemici - Mussolini interverrebbe oggi annunziando un maggiore stanziamento di 150 milioni per il bilancio della guerra - Una iniziativa di Farinacci: convocazione dei senatori fascisti Il fatto nuovo? norr.a, 1 La discussione, che da tre giorni va svolgendosi al Senato sui progetti Di Giorgio, dovrebbe chiudersi domani; nò obiettivamente può dirsi che oggi gli umori prevalenti nell'assemblea siano mutati si da autorizzare previsioni diverse da quelle fatte, cioè più rosee, circa i provvedimenti difesi oggi senza economia di parole e di argomenti dal loro autore e presentatore. Stasera però si accennava apertamente alla possibilità dell'intervento di un fatto nuovo che sopruggiungerebbe a modificare radicalmente la prevedibile continuazione dei dibattito. Poiché questa possibilità ò ammessa chiaramente e specificatamente negli ambienti ufficiosi, met1c conto di registrare, le autorevoli voci circolanti al riguardo. Si tratta di questo: domani, al principio di seduta, l'on. Mussolini interverrebbe nella discussione ed annunzierebbe cliè il Governo, venendo incontro ai desideri manifestati da diversi oratori, ha voluto riesaminare la questione nei riguardi della disponibilità finanziaria. L'onorevole Mussolini aggiungerebbe che il Governo consente che la cifra stanziata per l'esercito nel bilancio della guerra per il l'J25-!?G sia elevata di 150 milioni: tutto questo in seguito agli accordi presi nel Consiglio dei ministri di stamane, dove la questione è stata largamente e lungamente dibattuta specie tra gli on-. Mussolini, Fcclerzoni, Di Giorgio e De Stefani. Non è. dato, con le scarse notizie che si hanno da fonte ufficiosa, prevedere stasera quale sarà l'effetto pratico, ai lini dalla discussione, delle dichiarazioni del presidente del Consiglio. Secondo alcuni, il Senato potrebbe, appagandosi delle assicurazioni del presidente, approvare nella stessa seduta di domani il progetto Di Giorgio con le necessarie modifiche. La correzione degli stanziamenti per l'aggiunta dei 150 milioni verrebbe poi fatta senza indugio in tutta semplicità nell'altro ramo dei Parlamento dove non ò stata ancora iniziata — lo sarà forse domani — la discussione del bilancio preventivo del dicastero della guerra. La coincidenza indubbiamente sombra rendere non impossibile questa soluzione. Altri però ritengono più probabile che, dopo le dichiarazioni dell'on. Mussolini, i progetti Di Giorgio vengano ritirati per essere ripresentati alla prossima ripresa di maggio organicamente corretti e modificati. Sono due vie traverso le quali si eviterebbe, con tutte le conseguenze che il fatto porterebbe seco, la bocciatura della riforma. Nell'uri caso come nell'altro il ministro Di Giorgio dovrebbe provvedere a regolare la propria posizione personale. .Certo, ove la bocciatura dei progetti fosse evitata, non vi sarebbe alcuna ragione di incompatibilità alla permanenza dell'onorevole Di Giorgio al Governo, a meno che il ministro non intendesse di difendere ad oltranza certi suoi, punti di vista tra cui quello che non valga la pena di destinare eventuali ulteriori stanziamenti di somme alla forza bilanciata. Ma questo atteggiamento di intransigenza non sembra essere nei propositi del ministro. Egli stesso, infatti, noi suo discorso odierno, ha prospettata la sua riforma sotto una luce di necessità, ossia come la migliore possibile nello attuali condizioni del biOancio della guerra. Senza entrare nel merito del contenuto teorico del discorso, conviene rilevare clie alcuni accenni polemici del ministro della Guerra hanno, in un certo modo, turbata quell'atmosfera di serenità in cui .sinora si era svolto il dibattito. Cosi, quando il ministro ha affermato che il tono di passionalità cui la discussione della riforma ha dato luogo sarebbe stato generato da pregiudizi politici, il Senato ha reagiti) vivacemente, tanto che il gen Di Giorgio ha dovuto ripiegare con dichiarazioni deferenti verso la Assemblea vitalizia. Proteste significative si sono puro avute all'affermazione che la opposizione non ò al progotto di legge, ma al programmiti ed all'idea del ministro. Ma "dóve il gen. Di Giorgio è entrato decisamente nel campo politico, è stato quan-' do ha riallacciato la discussione attuale a quella svolgasi al Senato nel novembre scorso sulla questione della Milizia. L'oratore ha accennato al dubbio, affacciato da taluno, che l'efficienza dell'Esercito potesse essqre inferioro a quella di altri Corpi armati, quale la Milizia. A questo dubbio il mih'?tro ha risposto dichiarando che l'Esercito non deve essere nò fascista uè anti-fasciste, ina semplicemente l'Esercito regio italiano (della quale cosa nessuno aveva mai dubitato), e che egli è. per l'Esercito forte e null'altro. Occorre però avvertire, a questo proposito, che negli ambienti ufficiosi si annunzia che l'on. Mussolini farebbe categoriche dichiarazioni domani sui rapporti tra Esercito e Milizia, riafferri lindo il proposito di mantenere quello estraneo alle competizioni politiche ; e ciò per rassicurare quei senatori che, nei loro discorsi, sono apparsi giustamente preoccupati di considerare il problema della forza bilanciala anche in rapporto all'efficienza della Milizia. Le vicende di questa discussione sembra non siano stufe estranee ad un'iniziativa dell'ori. Farinacci. Il segretario del Partito fascista ha convocato per domani tutti i senatori iscritti al Partito. Scopo della riunione ò quello di costituire un gruppo senatoriale fascista, per ottenere che i senatori iscritti al Partito possano svolgere un'azione organica e compatta, specie oggi clic — in seguito alla recente elargizione di tessere ad honorem — essi sono diventati relativamente numerosi. Alla riunione interverranno il senatore Corradini (che sarà quasi certamente il presidente del gruppo) ed i senatori CipPico, Mazziotti, Morelli ed altri. Abbiamo detto che domimi, concluso il bilancio dei Lavori Pubblici, la Camera inizierebbe la discussione sul bilancio della guerra. Questo, però, presuppone che prima, le sorti del progetto Di Giorgio al Senato siano decise in un modo o nell'altro, -altrimenti la Camera inizierebbe la discussione del bilancio dello Finanze e poi passerebbe a duello della guerra e quindi a quello delie entrate. Sarebbe così interrotta una vecchia consuetudine, che vuole abbinati alla discussione parlamentare, per economi:! di. tempo, i bilanci delle Finanze e dello entrate. La seduta Roma, 1, notte. La seduta, presieduta da Tittoni, 6 aperta allo ore 15. Gli " squadristi „ di Genova FEDERZONI, ministro dell'Interno, risponde all'interrogazione dei senatori Ricci Federico e. Fadda i quali vogliono sapere se abbia notizie degli incidenti (aggressioni, percosse, ecc.) avvenuti a Genova il 10 marzo dopo una adunanza della Confederazione operaia genovese (nella quale si inaugurò una lapide at soci morti in guerra) e quali provvedimenti abbia preso al riguardo. Dichiara elio gli intervenuti a quella adunanza gì erano quasi tutti (pacificamente allontanali quando, nel vicolo Giustiniani, un gruppo di tre fascisti ed un gruppo di « sovversivi » si incontrarono. Uno dei sovversivi, Faralll, sparò un colpo di rivolte-Ila che al tre fascisti parve diretto contro loro. Perciò tentarono di sopraffare l'altro gruppo, ma la forza pubblica intervenne prontamente, protesse il Faralli e 10 trasportò in Questura. Il Faralli aveva lievi abrasioni alla faccia, mentre qualcuno di quelli che lo protessero ebbero contusioni ed escoriaaioni. L'azione della forza pubblica fu superiore ad Ofpni elogio, sia per il mantenimento dell'ordine sia per aver impedito che l'incidente degenerasse in grave disordine. RICCI FEDERICO replica che egli è in possesso di un rapporto dei fatti alquanto diverso dalla versione ufficiale. Nelle vicinanze della sedo della Confederazione operala 6i riunivano parecchi squadristi o, come si chiamerebbero oggi, soci di gruppi sportivi. Al l'uscita, alla spicciolata, essi presero ad esercitare il loro sport. Trenta persone almeno furono colpite, come da referto mèdico, taluni con lesioni guaribili in 15 giorni. I carabinieri hanno un tale cullo per questo genere di sport, che non intervennero ad interrompere la interessante manifestazione: intervennero soltanto quando fu sparato un colpo di rivoltela. Questi incidenti — di cui 11 prefetto impedì la pubblicazione — serio una offesa alla nostra educazione civile e politica. La lettera Cadorna Quindi il Presidente dà la parola al Ministro della Guerra sulla sua riforma dell'JisorcMto * DI GIORGIO : — lì sen. Cadorna, con una lealtà di cui gli sano grato, ha letto alcuni brani di un documento che ebbe occasione di mandarmi : poiché di tale documento si è lungamente discusso nella stampa, sento Il dovere di precisare che il documento non è una lettera privata, ma una comunicazione ufficiale al ministro della guerra, dacché 10 avevo mandato ai due marescialli d'Italia la copia del disegno di legge ohe contemporaneamente inviavo al Consiglio del l'Esercito. Desidero che la lettera sia acqui, sita agli atti parlamentari {rumori, commenti animatissimi). CADORNA: — La. lettera è chiarissima. DI GIORGIO: — La leggerò 1 Voci: — La legga! La leggat CADORNA: — Domando la parola! TITTONI: — Il Senato è impaziente di conoscere il pensiero del ministro della Guerra. Non vedo, pertanto, ]a necessità che si dia lettura della lettera, che potrebbe inserirsi negli atti parlamentari {commenti). Voci: — No! No! DI GIORGIO: — Si tratta di un documento obicttivo, che contribuirà ad illuminare la prosente discussione. DI GIORGIO legge la lettera del sen. Cadorna, quindi dice : — Io non potei, per ragioni di malattia, fair pervenire al sen. Cadorna, insieme col disegno di legge, la relazione, e di ciò chiedo pubblicamente scusa al sen. Cadorna. Venendo all'esame del disegno di legge, premetto di aver desiderato fin d:al primo momento che la nazione rivolgesse ia sua attenzione e si interessasse al disegno di legge, ma non avrei mai creduto che questo interessamento assumesse un tono cosi passionale,- inquinato da pregiudizi politici per non dire di peggio {rumori, commenti, vivissimi). Non intendo con queste mie parole di alludere al Senato, ma solo alla stampa {commenti, vivissimi). Anzi sono grato agli oratori che mi hanno preceduto per aver essi mantenuto nel campo strettamente tecnico la discussione, sottraen. dola alla passione politica. Finora si sono discusso le ideo che mi hanno guidato nel formulare il disegno di legge piuttosto che 11 disegno di legge stesso, ed io credo che, esaminando attentamente quest'ultimo, molti equivoci saranno chiariti. La forza bilanciata li ministro continua: « Le ragioni del disegno di legge si imperniano principalmente ni tre pumi: l.o l'entità della forza, bilanciata, di cut si vorrebbe un minimo fissato per legge; 2.o la ferma per la seconda categoria, che si vorrebbe superiore ai 4 mesi; tf.o il modo di raggruppare la forza, che l'ordinamento proposto divide in reggimenti-quadro da una parte e in rcggiinenii efneianti dall'altra, mentre gli oppositori vorrebbero che ai reggimentiquadro fosse lasciato almeno un battaglione efficiente. «Sulla "questione della forza bilanciata faccio-osservare che, trattandosi di una leg. ge di ordinamento, essa trova i suoi limili e il suo scopo nell'ordinamento della forza e non nella sua determinazione. Anzi, un buon ordinamento deve essere indipendente dalla forza \' sapersi adattare alle inevitabili fluttuazioni di questa, senza che occorra, come ò accaduto sin qui, di turbare la compagino dell'Esercito, mutandune l'ordinamento ogni qual volta, per vicende poli, tiohe e finanziarie, si debba diminuire od aumentare la forza bilanciata. Il primo requisito, di una legge di ordinamento deve essere quello della .stabilità, e perciò la legge non dove fondarsi sulla forza bilanciata che -- come dico il suo nome stesso — è legata al bilancio e quindi mutevole in sommo grado. Essa deve, invece, essere tale da adillarsi armonicamente a tali fluttuazioni. II.metodo fin qui usato, per meUero in accordo l'ordinamento in vigore con la forza bilanciata, ha portato ai. ripieghi dei congedamenti anticipati e delle ferine graduali; ripieghi che, oltre a sfuggire al controllo della leggo e del Parlamento, mettevano l'Esercito in critiche condizioni nei periodi forza minima. Col sistema di ordinamento ora proposto, l'adattamento a qualunque situazione di forza bilanciata, è garantito senza scosse per l'Esercito e col massimo rendimento. In nessuno degli ordinamenti precedenti la forza bilanciata 6 stata determinata per legge: perchè dunque, si vorrebbe ora fissare il minimo? E su quali basi? Io non ne vedo la necessità; anzi prospetto gli inconvenienti che potreb. boro derivare da un minimo fissato per legge, qualora osso si venisse a trovare incompatibile con una data situazione di bilanciò. Nel contrasto tra due leggi, quella di ordinamento e quella di bilancio, si dovrebbe spttofetaire a quella di bilancio, « l'ordinamento dovrebbe ancora una volta essere cambialo. Anche prima della guerra nell'ordinamento Spingardi, la forza bilanciata non fu lobata all'ordinamento, nò stabilita con questo, Attacco ai pattati Governi « La cosa sarebbe possibile col consolidamento dei bilancio per un reato numero di unni, ma si ricordino lo difficoltà incontrate dal Bismarck per ottenere dal Parlamen¬ to tedesco il famoso settennato. C'è qualcuno che possa illudersi che qualcosa di simile sia da ottenersi in Italia? E dato per assurdo che si potesse ottenere, come difendere poi una simile legge dal prevalere di nuovo difficoltà finanziarie e di diverso correnti politiche? Ricordo a questo proposito che l'armistizio lasciò l'Italia con un meraviglioso esercito, ricco di uomini e di mezzi, e bastarono i tre anni della nota disastrosa politica militare, perdio tutto andasse distrutto o disperso, nonostante vi fossero al Ministero della Guerra generali, quali Zupell'l. Caviglia, Albricci e Cittadini, e uomini di insospettabile fedo patriottica, quali r»H i-vv, Pnnnmi l>.-,rl-i<n flftHiornHn a Cd. UUII lI l M i l HI /.'; 1 ) 11 ! IIUI1 IlllUOld [| Uil ! 11 Ul LK, 1 Duca della Vitto-ria e il generale Badoglio Dato il regime parlamentare, non è possibile impedire ad un- Governo che la sua azione malefica si eserciti anche sulle isti, luzicmi militari {vivi commenti), , , «Col sistema consacrato nei miei disegni di legge, io inetto al riparo delle vicende politiche e delle necessità finanziarie la-intelaiatura dell'Esercito, la parie sua veramente vitale, cioè, i quadri; <> in tal caso anche l'opera di un Governo distruttore non potrebbe attentare alla vita dell'Esercito, che è'assicurato col funzionamento del reggimento-quadro, mentre allo slato attualo delle còse ogni diminuzione di forza bilanciata è invece un'attentato alia vita dell'Esercito ». L'oratore fa poi un esame delle pronoste fatte dagli oppositori, per dare una "soluzione diversa al problema dell'ordinamento militare, e dice che sono da escludersi le soluzioni mefite di compromesso: o forze bilanciate altissime e spesa insostenibili, oppure sistemi elastici a quadro, come quelli proposti. Riguardo alla questione della ferma di leva, dice: « L'ordinamento proposto non introduce alcuna innovazione sostanziale ai sistemi attualmente in vigore ». Dai rumori agli applausi Quanto alla mobilitazione, l'oratore dimostra che incorporando tutto il contingente ogni armo, come egli propone, per formare e unità di guerra basterebbero cinque clas.ù, in luogo delle dieci che sarebbero necessarie col sistema proposto dall'on. Giardino, d'incorporare solo 160.000 uomini del contingente per tenerli tutti i 18 mesi: _ Nè si può avere la certezza di disporre di tempo sufficiente, dopo scoppiala la guerra, per istruire il resto. Né è detto che la guerra dell'avvenire non possa risolversi rapidamente. Ricordo clic nella grande guerra non sempre i complementi furono sulla linea di combattimento una efficace immissione di forze; è quindi erudente provvedere ad istruire tutto il contingente per assicurarsi complementi che abbiano avuto una istruzione militare sia pure elementare. In tal modo, anche se la ferma sarà breve, noi avremo avuto il modo di procurarci complementi istruiti. Quella della istruzione del soldato è stata la preoccupazione angosciosa dogli italiani nel problema «eli ordinamento militare. Ciò che dava pen9™3 molti era la supposta differenza di attitudine militare degli uomini delle varie Provincie d'Italia {Rumori, commenti). C'è voluta la fratellanza d'ai-mi nelle campagne di Adua, della Libia e della grande guerra per convincere gli italiani che i loro fratelli di tutte le Provincie hanno le stesse -attitudini militari, lo stesso valore, e che si può avere la stessa fiducia in tutti i fratelli d Italia {Applausi vivissimi e prolungati). Questo pregiudizio pesò su tutta la [politica militare dal 1866 ad oggi. La unica preoccupazione era la istruzione del soldato e si dimenticava che le guerre non si vincono dal soldato, ma dalla organizzazione e dalla condotta: in un esercito bene organizzato e comandato, .i soldati si battono benp. L'esercito italiano dal 1896 al 1908 manco di rutto, ed è dal 1908 che cominciò una maggiore assesnaziono di fondi all'esercirò per la forza bilanciata. «La questione oggi è questa:' se debha nroferirsi il reggimento-quadro, od un battaglione-quadro. Io credo debba preferirsi il reggimento-quadro, che ha in effettivo 111 uomini per compagnia e-dà la garanzia ohe, assegnato il numero indispensabile di uomini, non potrà averne uno di più. Le inveterale abitudini circa l'impiego della forza non potranno essere sradicate elio col reggimento-quadro; I quadri - La mobilitazione « Quanto all'addestramento degli ufficiali, gli inconvenienti dei battaglioni-quadro sono maggiori come ha rilevato il relatore della minoranza dell'ufficio centrale. Mi pare che non sia stata messa in conveniente eminenza 1 importanza dolla istruzione dei reparti {commenti). E quella dei quadri è la questione più grossa e preoccupante elei nostro ordinamento militare. Gli ufficiali di complemento della guerra arrivarono al fronte spesso ignoranti di tutto ed alla vigilia di una battaglia molti non trovarono altra soluzione che farsi uccidere eroicamente. Non è certo durante la guerra che potevano istruirsi. Dopo la guerra, 1 superstiti furono licenziati ed ora l'esodilo ha perduto ogni contatto con essi, mentre dovrebbero comandare m una prossima guerra. Tra poco si avrà uno schedario dogli ufficiali di complemento ed e urgente che la loro massa sia selezionala e giudicata. Quand'anche il reggimentoquadro non desse che il mezzo di fare ciò, si raccomanderebbe solo per questo all'approvazione del senato {Commenti). « Un lato trascurato dai miei contraddittori al disegno di legge è quello della mobilitazione. L'esercito di pace deve trasformarsi in esercito di guerra; oggi nulla garantisce che noi potremo combattere su di un suolo preparato; le isolo e le coste con i imez^i attuali di guerra sono più esposte. Non può essere un segreto che deibbono esser più numeroso le divisioni da mobilitare; nella grande guerra si è compiuto un grande sforzo ma è stato graduale. In una futura guerra bisogna elio lo sforzo sia simultanao dall'inizio di essa; occorre cioè un» preparazione integrale. Nel disegno di legge il reggimento è portato da due a tre battaglioni; così vi saranno da improvvisare 104 "battaglioni di meno e credo che un vantaggio di tale genere si può pagare con qualcho inconveniente. Vi è la necessità di preparare la quantità di materiale e di mezzi tecnici per la guerra al fino di poter mobilitare le divisioni; altrimenti sarebbero malo spesi i milioni per una massa di soldati che non si potrebbe organizzare. « Bisogna pensare allo frontiere. Nel 191-i si credova che li guerra si potesse svolgevo solo sulle granai direttrici, ma oggi si <n che la irontiera può essero minacciata dovunque e siccomr.-o non ò passibile far vivere dello truppe sugli alti colli delle Alpi senza le strade per rifornirli, bisognerà pensarci a tempo per potere poi tenere efficacemente le posizioni. Il Monte Grappa fu tenuto perchè la preveggenza del gen. Cadorna aveva provveduto a far costruire una strada che ci rese possibile di portare lassù soldati e rifornimenti in maggior copia che non potesse il nemico. Di tali monti ce ne sono centinaia nella nostra frontiera occidentale; ad essi dall'ovest si arriva con buone 6trade, dall'est ci si arriva con quelle che dovremo costruire. Gii nomini e le armi « Bisogna pensare all'artiglieria e alle mitragliatrici. Noi abbiamo Unito la guerra con una ricchissima dotazione di magnifiche artiglierie, ina poiché nuovi studi e nuovi ritrovati ei costringono a rinnovare il muuiziouimcnto e i pezzi, bisognerà tenere conto lincile di questa necessità. Il nostro battaglione è ancora armato di fucile ed ha 60I0 otto mitragliatrici di fronte alle 52 del battaglione francese. Il fucile- è veramente diventato una arma antidiluviana. MUSSOLINI: — Bisógna essere stati in guerra per saperlo. DI GIORGIO. — Al posto del fucilo bisogna fornire i battaglioni di armi più moderne. Dobbiamo aspettare la vigilia della guerra per consegnare-le mitragliatrici alla nostra fanteria? Nel 1915 una potenza alleata che si era impegnata di fornirci un certo numero di mitragliatrici, alla nostra richiesta, risposo che desiderava sapere contro chi le mitragliatrici sarebbero servito {commentii. ZbWELLI, elio nel 1915 era ministro della guerra, interrompendo; — Non era ancora una potenza alleata 1 DI GIORGIO: — 11 6cn. Cadorna desidera che la forza bilanciata sia portata da 190 mila a 250 mila uomini. Ora,, ecco come si dovrebbe porre il problema: i 200 milioni all'anno, che tale aumento importa, conviene più di spenderli per aumentare la' forza bilanciata o per acquistare mitragliatrici, cannoni, munizioni, (materiale per le divisioni che noi potremmo mobilitare? {Commenti). Ho dimostrato di non avere messo alcun limite alla forza bilanciata e di non aiver fatto nulla di diverso da quel che hanno fatto i «mei predecessori dal 1860 in-poi. Ho mostrato la stretta correlazione esistente tra ferina e forza bilanciata. Il minimo <li 4 mesi è un'indicazione per il ministro della Guerra quando debba fare congedi anticipati ed è vantaggioso per l'esercito e per la sincerità del bilancio che questi congedamenti siano predisposti da norme fisse. Ho mostrato i vantaggi del reggimento-quadro di fronte al sistèma dei due battaglioni-quadro, in ogni reggimento. La nuova legge non dà al ministro nessuna facoltà che egli già non abbia e io l'ho portata alla discussione del Parlamento perché mi è sembrato che la legge fondamentale dell'esercito non potesse esistere essendo semplicemente applicata per decreto leggo. Una discussione che dura da 29 anni « Mi si è rimproverato di averla presentata in questo momento mentre la discussione di una tale legge richiede una situazione pienamente tranquilla. Credevo che, di fronte alla santità della deliberazione da prendere, appena usciti dal baratro della guerra, si sarebbero interamente poste da parte le passioni (rumori). Non alludo ul Senato; dal mio posto si parla non solo al Senato ma anche al paese. La consuetudine parlamentane ha fatto sì che leggi di tanta importanza siano 6tate sempre presentate prima alla 'Camera dei deputati. Io ho creduto che fosse mio dovere presentarla in quel ramo del Parlamento dove si delineavano le critiche più vivaci e le opinioni più opposte : non ho voluto, che giungesse al Senato già corredata dell'approvazione della Camera dei deputati che, quasi certamente avrei potuto ottenere. Del resto, l'opposizione non è tanto contro il disegno di legge, quanto contro il programma e le idee del ministro [commenti). Ma quando stabilisco nel disegno che la ferma minima della seconda categoria ò di 4 mesi, dichiaro altresì che tale congedamento deve essere in dipendenza delle condizioni interne dello Stato ed esterne. Difatti nell'esercizio in corso si dovevano congedare 80 mila uomini nel mese di gennaio e questo non fu fatto; e nemmeno è nelle mie intenzioni di applicare ciecamente questa legge in modo contrario agli interessi dell'esercito ma con cautela e gradatamente. La discussione sul modo di conciliare la quantità dei mezzi a disposizione con il numero dei soldati istruiti dura da 29 anni ed è opportuno oggi ricordare la battaglia combattuta tra i generali Ricotti e Pelloux. Mi auguro che fra 29 anni non si debba ricordare la discussione sostenuta oggi. Ma la verità è ' che esiste una logica delle cose la quale è molto più tirannica che la logica del ragionamento: se si vuole un esercito con unità più efficienti ò necessario avere forze bilanciate ben più alte di quelle che sono state richieste dagli oppositori del disegno legge; bisogna o accettare il sistema proposto o ridurre gli organici. Il resto è mezzo termine. Il Senato mediti questo che è il punto capitale del problema. « ili relatore di minoranza ha parlato dell'Ispettore generale o del capo di Stato Maggiore. « Ho ricostituito l'ufficio di capo di S. M. nella figura precisa che questo ufficio aveva prima del 1920 e non potevo nominare l'ispettore generale dell'esercito perchè il disegno di legge in discussione non lo ammette, nò potevo nominare il capo di stato maggiore prima che il disegno 6tesso fosse divenuto legge. D'altra parte, non era urgente questa nomina: il posto è coperto degnamente dal generale Ferrari le cui idee concordano perfettamente con le mie. Quanto poi aila richiesta fatta dal relatore di maggioranza che vi debba essere un capo responsabile della preparazione della guerra avanti al Parlamento, a mia volta chiedo 6c vi può essere altro capo responsabile fuorché il ministro del Re {approvazioni). Se il disegno di legge doveva essere contenuto negli stretti limiti del tecnicismo, il miniatro nel posto di responsabiiità che occupa ha il dovere di affrontare anche gli aspetti più de. licati di ogni più delicato argomento con franchezza assoluta. La milizia fascista e l'Esercito « hi tutta la discussione non si ò fatto neppure un accenno discreto alle necessità dell'ordine pubblico {commenti). Questo silenzio è tuttora troppo permeato della discussione che si fece nel novembre scorso in questa aula, perchè io possa tacere. Vi fu un'insurrezione, fuori dei Senato, ben inteso, contro ì miei disegni di legge prima che fossero pre. sentati, che trasse occasione dal congedamento della classe del 1908 fatta per obbligo di legge senza alcun pericolo per l'ordine pubblico. Mentre da certa stampa, che osò gettare un ombra di sospetto sul mio onore di soldato, si conduceva questa campagna di opposizione, in quella seduta del Senato si affacciò il dubbio autorevole che l'esercito potesse diventare ini organismo meno forte della milizia nazionale; quel dubbio penetrò fortemente nella pubblica coscienza e si sospettò delle prave intenzioni e della insipicn. za del ministro; ma i recenti atteggiamenti di alcuni personaggi del partito fascista hanno servito mirabilmente a far cadere la ignobile speculazione. E l'accordo col quale gente dei più opposti partiti avversa il mio indirizzo di governo affranca la mia coscienza e mi conferma che l'indirizzo da me seguito è quelio buono e che l'esercito e ciò che deve essere, né fascista nè antifascista, ma semplicemente esercito regio e italiano, come dice il suo nome glorioso e intemerato {oppiatisi vivissimi e prolungati). E' l'indirizzo concordato col presidente del Consiglio e nel quale questi mi assiste giornalmente con lealtà e con fede. Meno di un Ynese prima di assumere l'ufficio, ne) discorso programma pronunziato davanti agli eiettori di Messina, dissi queste parole: « Non chiesi la lesserà fascista, porcile, soldato, non riconosco altro giuramento che quello liberamente prestato quando indossai la divisa; e di giuramento il soldato non ne presta che uno ». {Applausi vivissimi). « 11 lealismo dell'on. Mussolini non ha bisogno di essere affermato, ma ove l'on. Mussolini non fosse quello che egli è, non sarebbe venuto a cercare me, che non conosceva forse neppure di nome, ma avrebbe cercato qualcuno clic gli 6i fosso esibito prima. Si ò detto che i miei disegni di legge mfnqszpscsfiieomssrsn sono demagogici mentre io era stato sempre designato come un reazionario, ma io non sono demagogo nè reazionario; desidero un esercito forte. IK1 resto, in fatto di idee politiche applicale alla tecnica militare, non c'è nulla da sorprendersi : nel 1920 il Governo del tempo introdusse nel discorso della Corona l'annunzio che si sarebbe adottata senz'altro la Nazione armata ed era ministro della Guerra uno dei più autorevoli membri dell'Ufficio centrale {commenti). Ogni volta che negli ultimi 70 anni si è 6ceso un gradino nella ferma è stata sempre una discesa demagogica. " Hè vincitori nè vinti „ «Prima di terminare, devo'ringraziare in modo speciale il senatore Giardino dell'affermazione che l'Esercito deve restare estraneo e disciplinato e silenzioso di fronte a queste discussioni. Queste parole debbono essere considerato come una solenne affermazione di principio, non già come un appello, perchè mai, prima d'ora, l'Esercito ha dato, sotto questo riguardo, più edificante spettacolo di disciplina {approvazioni). « Il senatore De Cupis ha ricordato gli scritti di alcuni generali ed ha riferito una espressione inriverente che sarebbe stata prò nunciàtn contro di me. Ora, si tratta di ufficiali in congedo, cioè di cittadini che hanno il pieno godimento di tutti 1 loro diritti civili e politici e che in guerra hanno tenuto con onore il comando di Armate, di Corpi d'Armata e di Divisioni e che portano nomi illustri, legati non meno indissolubilmente di quanto lo siano quelli di tutti coloro che siedono in Parlamento, alla gloria della guerra e della vittoria. Nel sincero rammarico di avere trovato contrari i più alti ufficiali che siedono in Senato, i due Marescialli, i quali 6ono il simbolo e l'esponente della vittoria, tre generali di Esercito, quattro miei predecessori, io, non come ministro, ma come tecnico, mi sento altamente onorato dal consenso degli altri illustri miei colleglli che nell'altro ramo del Parlamento o fuori del Parlamento hanno scritto o. parlato in difesa dei miei disegni di legge. Ad essi attesto la mia riconoscenza. Si è parlato di un certo senso di malessere che verrebbe a determinarsi nell'Esercito e nel Paese di fronte al dissenso dei grandi capi dell'Esercito su' quella che dovrebbe essere la legge fondamentale degli ordinamenti militari. « In questo dissenso non v.i è nulla di insolito, di anormale, di scandaloso, di allarmante; esso deriva da ciò che, dopo ogni grande guerra, le disparità di teorie, di vedute e di convinzioni assumono una forma ed un tono passionale che possono produrre una certa impressione. Ma il contrasto è di giovamento perchè è confortevole per chi ama il Paese di vedere coloro che gli dettero la vittoria In passato discutere per rassicurar, gli i mezzi della vittoria di domani, e non vi saranno alla fine nè vincitori nò vinti; vi sarà solo la soddisfazione per tutti di avere compiuto un dovere (approwuio/ii). " Se la legge sarà respinta..... « Se la legge sarà respinta, io certamente me ne andrò, ma non con atteggiamento di vinto nò di umiliato; me ne andrò per ossequio ai Senato e per rispetto alla consuetudine parlamentare; me no andrò perdio non mi sento di assumere la responsabilità del mio ufficio se le mie ideo non fossero accettale. Nè vedo perchè dovrebbero uscirne umiliati 1 miei contradditori, tanto più cho essi, come membri del Parlamento, sarebbero 6ompro là colia loro autorità, colla loro sapienza ad assistermi ed a coadiuvarmi nell'applicazione della legge ». L'on. Di Giorgio, che ha parlato per due ore e quaranta minuti, quando finisce è salutato da applausi insistenti da destra e dal centro. L'on. Mussolini gli stringe la mano e cosi fanno altri ministri. La seduta è so. spesa tra vivissimi commenti. I .senatori st riversano, nella sala ed il pubblico nei corridoi attigui alle tribuno a commentare ani* matamente il vivace dibattito. La seduta è riaperta allo oro 18,40. Si riprendo la discussione. CAVIGLIA, poiché due autorevoli senatori hanno già espresso la loro opinione circa l'istruzione della fanteria, crede suo dovere di esporre il fermo convincimento in proposito, che gli deriva dalle sue esperienze di guerra. La fanteria deve, oggi più cho mai, avere un'istruzione accurata e prolungata sia per ciò che riguarda l'Istruzione individuale, sia per le cosidette manovre di piazza d'armi. E' necessario cho la fanteria sappia stare per molti giorni esposta al fuoco del nemico, tra i disagi della trincea, ma è più ne. cessano aurora che gli ufficiali abbiano alla mano i loro reparti por guidarli dove e come vogliono. Ricorda la 6plendidamanovra compiuta sulla Bainsizza dal valoroso generale Pisa (al quale manda un affettuoso saluto), cho feee cadere le tre linee austriache servendosi di soli sette bnMaglioni. E' necessario che la fanteria abbia coscienza della' necesfiilà di una istruzione accurata perchè in questa coscienza sta la sua forza {applausi). PRESIDENTE: — Dovrebbe ora parlare il relatore della maggioranza dell'Ufficio centrale. Voci: — A domani. PRESIDENTE propone che sta rinviata la discussione a domani. La proposta 6 approvata. La seduta è quindi sciolta alle 18,50. Domani seduta pubblica alle ore 13.
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