Turati chiude con un realistico discorso il dibattito politico del Consiglio Nazionale unitario

Turati chiude con un realistico discorso il dibattito politico del Consiglio Nazionale unitario Turati chiude con un realistico discorso il dibattito politico del Consiglio Nazionale unitario Aventino, lotta elettorale, problema finanziario nei rilievi dei maggiorenti del Partito Roma, 30. mattino. La seduta antimeridiana di 'ieri ha avuto inizio alte 9,30. Salutato da applausi, ha assuinito la presidenza l'on. Trampolini, il quale ha dato subito la parola all'on. Canopo. Canepa polemizza con Modigliani L'oratore dichiara di consentire picnamen. ie nelle note programmatiche dell'on. Basso e che ieri furono validamente difese dall'osi. Treves. Pertanto, limiterà le suo dichiara, zimni a qualche punte, contrapponendo le proprie argomentazioni alla tesi contraria dell'Oli. Modigliani. L'oratore esamina il feno. meno del dopo-guerra ed osserva, che, so nei paesi più deboli la psicosi bellica ha avuto manifestazioni meno gravi di (incile che si sono avute in Italia, ciò si devo anche agli errori del partito socialista italiano, è doveroso riconoscerlo. Dalla massa si sono allontanato le classi medie, che ora tornano in parte. Ricorda, come 'esempio, tra 1 'lauti errori commessi dal partito socialista, che lil segretario generale di esso, Gennari, raccomandava in una circolare di annovero alla conquista dei comuni!, col dichiarato scopo di sabotarne il più che fosso possibile l'amministrazione, porcile, in tal «nodo, si sarebbero resi benemeiiiii del partito. Dice l'oratore : « Riconosciamo i passati errori, apriamo le braccia allo nuove l'orzo die vengono a noi, .le quali non ci chiedono nò abiure, nò attenuazioni del mostro programma. Ora non si tratta di revisione. Io* mi auguro che la nuova direzione voglia nominare, una. Commiisskine, la quale, tenendo canto dell'esperienza degli altri paesi, proceda, a formulare delle proposte in proposito, ma. l'approvazione di esse non può essere cho demandata ad un vero e proprio congresso; Ora non rivediamo nulla; solo diamo degli schiari, menti ». Rispondendo all'on. Modigliani, l'ori, canepa sì sofferma ad esaminare il concetto delio Stato forte dello Stato democraticoliberale, come l'intende il relatore. In esso davo comandare la maggioranza, col rispetto dei diritti delle minoranze, sino a ohe a loro volta queste non diventino maggioranza. Nello .Stato forte le classi devono icombnttere liberaunente la loro lotta : devono sapersi difendere dagli assalti di olii, comunque, volesse distruggere la democrazia e la libertà. Approvando il concetto dell'on. Basso, in inerito all'esercito, l'oratore ricorda cho Jaurès, il proto-martire del periodo della guerra, nel suo libro « L'arrnxè nouvelle » precisamente scriveva: « Nessun popolo mai darà il potere ad un partito, il quale non garantisca la sicurezza del territorio nazionale », e contìnua : « So voi, o compagni, foste stati al Governo nel 10S2. o soli o con altri partiti, non vi sareste serviti dell'esercito per difendere He Camere del lavoro? ». L'oratore passa a trattare del problema del pareggio e della deflazione. « Il pareggio non è una necessità di bilancio, ò un interesse per le condizioni dei lavoratori, perchè più aumentano i debiti, più le loro condizioni diventano gravi. Circa la deflazione afferma che i socialisti unitari devono essere deflazionisti, perchè ì 'Inflazione è la causa dell'abbassamento della vita ed il rinvino della lira, uno strumento che la plutocrazia' sfrutta a tutto rianno del proletariato e delle classi medie. La nazione è divisa in tre grandi scomjpartiinenti : una classe plutocratica, confederazione della grande industria, dell'agricoltura. Circolo della caccia: la seconda classe è costituita dai coti medi, dai professionisti, dai piccoli proprietari, da tutti coloro che non appartengono alla tersa, la quale è costituita dal proletariato propriamente detto. Un grande economista., l'Einaudi, sosteneva proprio ieri su di un giornale, che la plutocrazia ha grandi fondi all'estero, in dollari, sterline e franchi oro. Più la liretta italiana abbassa il valore più crescono i forzieri della plutocrazia all'estero. Anche il Wells, nella Giustizia, qualche giorno fa scriveva un luridissimo articolo per dimostrare che la deflazione corrisponde all'interesse del proletariato e dell' classi medie. Nello stesso senso si esprimeva anche « Quidam i nell'.lvanti! Si può essere di scuola diversa ed essere inflazionisti, si può discutere, ina non è un'eresia, non è mancare al nostro programma socialista, esporro una. tesi deflazionista. .Onesta tesi non è di destra uè di sinistra-: è una tesi scientifica. Trattando 'a questione dei servizi pubblici, l'on. Modigliani ha esposto, prima di ogni altra cosa, che bisognava pensare alla libertà, all'autonomia dèlie classi, perdio potessero liberamente giostrare. Togliendo la libertà di sciopero agli addetti ai servizi pubblici, evidentemente — dice Modigliani — si viene ad infirmare il principio delio Stato liberale. Ma l'on. Basso non ha. mai inteso, neppure per lontana ipotesi, di invocare leggi punitive e restrittive della libertà di sciopero, ma soltanto, di fronte agli abusi che di quest'arma si era fatto in tempi non lontani — egli dice — occorre studiare dei congegni arbitrali, degli accordi colle organizzazioni, mediante i quali si possa arrivare, se non ad eliminare, almeno a ridunre a casi straordinari lo sciape, o dei servizi mibbliei. « E mei rivendicare i loro diritti — afferma l'oratore — gli addetti ai servi;;i pubblici devono tenere anche conto degli interessi nazionali, die sono, in ultima, analisi, gli interessi di tutte le classi proletarie, le quali costituiscono l'immensa maggioranza della popolazione ed il cui bene quindi, si confonde col bene della, nazione. Lo Stato liberale è lo Stato forte, che permette la lotta di classe in piena libertà, è lo Stato senza paternalismi, lo Stato liberista, perché non si concepisce la libertà politica, senza una tendenza liberista in economia politica. In tinto questo, nulla di erotico da parto di Basso, ma neppure nulla di nuovo. Sono dei semplici schiarimenti, che occorreva dare al pubblico, per impedire, il travisamento della nostra, dottrina, travisamento fatto dai contradditori e dagli avversari. Noi non vogliamo, come diceva Costantino Lazzari, gettare il sasso nella, macchina perchè si arresii. ma nel giorno in cui il partito socialista unitario, solo, o in coalizione con altri porliti, dovesse salire al potere, vogliamo procedere con quegli slessi criteri che hanno guidato i compagni più di noi evoluti della democrazia tedesca, 1 laburisti inglesi, il partito operaio dei Belgio, 1 socialisti svedesi e danesi, che tengono od hanno tenuto il potere del loro paese, governando mirabilmente ». ' L'Aventino e la lotta elettorale L'oratore, spesso interrotto da applausi, nassa ad esaminare il problema dell'Aventino e dice che, nel congresso della democrazia sociale che si svolge in questi giorni, alcuni oratori hanno affermato la necessità di scendere dall'Aventino. , « Ouesta possibilità non e esclusa, come rilevò l'on. Baldesi, perche altrimenti ì demutàti dell'opposizione avrebbero dato le loro dimissioni, ma per ora non se ne vede l'occasione. Scendere dall'Aventino per discutere delle leggi? Non si.o'ttenrebbe che il Tafforzamento della maggioranza, fascista. Oggi la discesa sarebbe un atto di debolezza, ni riconoscimento della Decessila di cambiare sistema, di lotta. Vorrebbe dire demoralizzazione di quella parte del popolo che ci segue, vorrebbe diro fare cantare, vittoria ai fascisti Questo assolutamente non dove. ' tessere e non sarà [applausi). Vi potrebbe essere un fatto nuovo che potrebbe, consigliare la discesa nell'aula, ma per ora non e il taso di parlarne. Oggi, occorre, continuare la. battaglia, la quale deve avere per Biotto.11 titolo di un giornale «Non mollareI». Intransigenza, assoluta, radicale, resistenza a itutte lo seduzioni ed a tulio lo minacele; questa deve esseru la regola per la direzione, ber, il gruppo parlamciitare. per noi stessi . - Sud «-svitami che onesta malattia grave del paese si cronicizzi occorre persistere nella lotta senza tregua, ciascuno nel proprio ambito. Chiamiamo tutti i lavoratori, tutti gli uomini liberi ad un'opera incessante, applicando il motto del Risorgimento agli italiani : 1 Agitati o agitatori ! » {prolungali applausi). Molò, di Siracusa, ricalca il discorso di Canepa. * Cirenei, di Spezia, aderisce alla relazione Basso per quello che riguarda l'opera svolta nell'interesse del Partito e del popolo italiano, ma non consento negli accenni programmatici, dai quali sembra esulare completamente ogni spirito di vero socialismo. Sostiene elio non può escludersi dalla lotta nemmeno'lo sciopero dei pubblici servizi. Parla quindi il dottor Giuseppe Soragat. della sezione di Torino. Egli aderisce in grande pai-te al concetti di Bas6o, in quanto il suo programma è informato ad uno spirito nettamento liberale e vi aderisce perche ne apprezza la probità, perchè condivide l'animo stesso clic Io ispira. Si tratta di porsi un punto di vista essenzialmente diverso da quel giacobinismo, in cui. si trovava il Partito negli anni passali. E' esatto che il fascismo non eia solamente un fenomeno di plutocrazia: esso ha le sue radici anche nella mancata rivoluzione liberale della nazione. Compito del Partito deve, essere anzitutto q;iello di determinare la formazione dello spirito liberale ohe in Italia è finora mancato. Tri Italia le caratteristiche fondamentali della psicologia politica ondeggiano tra l'assenza del senso statale e la assenza del senso di libertà. Sono questi i due poli tra cui si svolge il dramma della vita italiana ; anarchia e statolatria. Il fascismo ondeggia tra la illegalità anarchica delle squadre armate e la statolatria, che giunge fino all'assassinio, fino alla negazione del diritto aWa vita. Occorre creare lo spirito liberale, che determini quali sono i limiti dell'autorità dello Stato di fronte ai diritti inalienabili della coscienza individuale. L'oratore non condivide, perù il concetto che traspare dai principi programmatici dell'on. Basso, laddove esso parla ili transigenza. Se bisogna essere intransigenti ciò 6 precisamente quando si affanna l'idea liberale: ed è questo errore dell'on. Basso che ha potuto fare cadere in equivoco l'on. Modigliani, allorché egli ha detto che bisogna svalutare il liberalismo. La realtà è che si deve essere liberali, perchè la libertà è la premessa necessaria per un qualsiasi sviluppo della vita politica, italiana. La Sezione di Torino ha dato mandato ' fiducia al suo rappresentante, invitandolo ad esprimere il pensiero, che il Partito unitario deve farsi interpreto presso iil Comitato delle Opposizioni per l'Astensione dalla lotta elettorale. L'oratore, ascoltato con viva attenzione e spesso applaudito, è salutato alia fine del suo discorso da una lunga ovazione. L'on. Reina L'on. Reina si propone di discutere brevemente la situazione politica e la questione sindacale. Orca la questione politica egli ha sentito parlare di. una seduta segreta, il che fa supporre a possibili spostamenti nelle linee direttive fin qui seguite. L'oratore elogia l'opera dell'Aventino. Ritiene ohe sarebbe stato impossibile accettar© la sfida lanciata dall'on. MussoKni in Parlamento, perchè la Camera avrebbe soffocato la questiono morale con un voto di maggioranza, di queflla maggioranza precostituita. Se però approva la linea di condotta fin qui seguita, sostiene ohe deve essere mantenuta la uiitere.uzaziione tra nari-iti,-onde non nascano confusioni. Se ha approvato che l'Aventino, impedito di agire alla Camera, lavori nel paese, ritiene che la costituzione dei cornatati dii opposizione avrebbe dovuto limitarsi ai comitati nei capoluoghi di provincia, perchè nei piccoli centri ii par dito può essere confuso o perdere lo sue caratteristiche. Occorre però essere preparati a qualunque eventualità politica. So il partito non procedesse con avvedutezza, potrebbe essere ricacciato indietro por molta strada e compromettere tutto quello che ha fatto finora. • Nei movimento di masse — dice l'oratore — bisogna procedere con molto tatto o molta avvedutezza ed elogio la condotta della Fiom, che ha saputo profittare dei mali passi degli altri, presi da una febbre di concorrenza, per dar© la sensazione di quello etie vale e per affermare ancora una volta il dii'itto alla libera organizzazione. Occorre togliere alia massa quei senso di scoramento che l'aveva presa e farle ritrovare la fiducia che essa aveva; occorre ridare l'anima alle masse e impedire loro degli eccessi. Bisogna essere pronti a reagire al comunismo, che è uno stato d'animo, se non in teoria, in pratica molto simile al fascismo. Di fronte a questi duo estremismi il punto di equilibrio è rappresentalo nel concetto espresso dall'on. Basso, i cui punti programmatici non annullano e non modificano il no. st-ro programma sostanzialo dello Stato forte socialista; ma è un concetto ormai entrato nella coscienza di tutti ». Afferma che la limitazione dello sciopero nei servizi pubblici trova la sua ragione di essere nell'essenza stessa del socialismo, che afferma la negazione del diritto di proprietà in quanto sia in contraddiziono con gli interessi generali della collettività e conclude: « Occorre la calma dei forti e la virtù del sacrificio che ha animato il nostro grande martire ». L'assemblea scatta in piedi e grida: • Viva Matteotti ». La dimostrazione si prolunga per qualche minuto, tra la generale commozione. L'on. Reina svolge quindi, alcune raccomandazioni da parte del gruppo femminile milanese e coglie l'occasione per inviare un saluto alla vedova dell'on. Matteotti, saluto ch3 è accolto da grandi applausi. L'oratore concludo ira grandi applausi dicendo che occorre rafforzare l'anima socialista, dare la sicurezza che il domani sarà del socialismo. Il presidente Trampolini fa alcune raccomandazioni in inerito all'aiuto die i compagni debbono dare al giornale del partito. Nel pomeriggio assume la presidenza l'on. Labriola. Molte in votazione la chiusura della discussione la quale è approvata. Ha la parola Fiore in rappresentanza della Federazione di Sassari. Non accetta nel loro complesso le linee programmatiche dell'on. Basso, che sono troppo revisionistiche. E' contrario alla, partecipazione alle eventuali eIczioni che sarebbero una beffa. Fior, rappresentante della Venezia Tridentina, approva l'opera svolta dalla direzione, ma rileva che i rappresentanti del Partito socialista unitario in seno al Comitato delle opposizioni non hanno riaffermato, in ogni occasione, i principi! rigidamente socialisti. Polemizza vivacemente con l'on. Easso circa le clic lineo programmatiche, specialmente per quante riguarda l'accenno a Noske, sulla cui opera pronuncia un giudizio severissimo. Cosi non accetta il criterio dello Stato forte. Si parla di revisione del programma del 1892, ma la revisione deve avvenire a destra od a sinistra? L'oratore è per la revisione a sinistra e conclude dicendo che il partito socialista unitario deve continuare a rimanere fedele alla sua tattica aventinistica, portando però in seno all'Aventino una decisiva affermazione del programma del socialismo. E' favorevole, infine alla partecipazione alla lotta elettorale. Nicotri di Palermo fa brevi dichiarazioni: non condivide 1 timori di Modigliani in confronto dei ceti medi. Tutto il movimento estremo dell'Italia meridionale, dove non vi lì proletariato nel senso assoluto della parola, è stato ed è movimento dei singoli ceti medi, i quali hanno tutto dato alla causa del socialismo. Venendo a parlare del movimento delle opaesizloni, rileva che ogni partito deve mantenére la sua fisionomia, ina deve, nello elesso tempo agire concordemente con gli altri partiti. Rileva a questo proposito le benemerenze del partito popolare nella lotta contro il fascismo. Richiama l'attenzione del partito su tutti i problemi meridionali che devono e66ere risolti nell'interesse del proletariato. Deflazione e inflazione L'on. Donati richiama l'attenzione del convegno su .un aspetto preminente della questione economica di oggi, cioè la questione monetaria. Di fronte al problema: inflazione o deflazione — dice — bisogna rispondere nè inflazione nè deflazione, perchè tanto runa che l'altra arrecano danno allo classi lavoratrici. L'inflazione porta un aumento vertiginoso nel costo della vita che non può essere seguito da un eguale aumento dei salari: così la deflazione porta al fallimento dello Stato ed a tutte le gravi conseguenze che ne derivano, anche se essa sia graditale, corde sostiene l'on. Ca.nepa. Quando si- parla di deflazione, si parla di una cosa che danneggia sempre, forse più della inflazione; in una parola la deflazione porta alla disoccupazione: ecco il lato del problema economico che Interessa la classe lavoratrice. Labriola interrompendo: — L'inflazione è la causa di questo fenomeno e il rimedio è la deflazione. Donati non è dello stesso parere. Nei riferimenti delle classi medio, l'oratore sostiene che queste vengono al socialismo perchè sentono che solo il socialismo potrà difenderle dal fenomeno della speculazione cho è rafforzata dall'attuale situazione economica. Un altro aspetto di questa lotta, di cui bisogna tener conto, è quello delia questione dei debiti interalleati, perchè un partito che aderisce »ad una Internazionale politica, sindacale e socialista, deve avere in ipiesto problema delle particolari direttive. Rileva come nell'ordine del giorno presentato dal relatore si prospetti una concezione unilaterale di detta politica. Auspica che, sotto l'influenza del proletariato, si affermi una politica di intesa tra ii vari stati, di cui potrebbe essere forse l'organo la Società delle Nazioni, per dare stabilità, alla produzione, continuità al lavoro e solidità ai salari per arrestare l'ascesa continua dei prezzi. * Noi crediamo — aggiunge — che non sia opportuna nè l'inflazione nè la deflaalone, bensì esista un terzo piano, quello della stabilizzazione, raggiunta traverso una politica di intesa tra i diversi Stati ». Turati - Una grande dimostrazione E' chiamato alla tribuna l'on. Turati. Allorché si avanza verso il tavolo degli oratori, nella sala scoppia un vivissimo, prolungato applauso: tutti i convenuti sono in piedi, li Convegno, a gran voce, intona l'Inno dei lavoratori. La dimostrazione si prolunga per qualche minuto. Il leader è visibilmente commosso. Turati dice : — Non sentivo più questo canto da tanto tempo: di mio cuore paterno ne gioisce; sento un palpito di tenerezza per questo canto. Non occorre, entrando nel vivo dell'argomento, giungere ad una conclusione, por la ragione die nwn siamo qui ad un Congresso che deve essere, tlne a sè 6tesso, .ma ad un convegno, che è più intemo, piti che altro un atto di virtù, una affermazione dellarnostra possente vitalità, della nostra resistenza. Saluto i compagni venuti da tante regioni lontane, dopo tanto tempo che non ci rivediamo più, venuti al convegno, pur sopportando grandi sacrifici. Il mio saluto giunga fino agli amici della Sicilia. Io vedo affluire nel nastro movimento forze nuove, giovani combattenti, mutilati ; abbiamo tra noi il grande mutilato Gantoni (i. convenuti si alzi no in piedi e tributano al grande invalido una dimostrazione di simpatia). L'oratore ricorda che tutti i socialisti debbono essere degni dei caduti fratelli: « E' un imperativo categorico questa resistenza, come diceva bene l'on. Labriola nel discorso di ieri. Niente perplessità; l'ideale ci deve guidare all'infuori di calcoli utilitari, all'infuori delle previsioni contabili degli eventuali guadagni momentanei. E' la forza, ideale che ci deve sospingere e che produrrà i suoi frutti, perchè un'epoca di civiltà non si sopprimo; ci rifiutiamo di credere elio l'Italia sia caduta nel med'ievo e oscilli tra l'Europa occidentale e la Balcania, come diceva ieri l'on. Labriola. La relazione è stata scritta a. quattro mani, se volete a quattro piedi (viva ilarità) ; essa racchiude questo concetto: non era possibile giungere a risultali definitivi in questo convegno che però, dobbiamo riconoscerlo, si trasforma in vero Congresso del socialismo utilitario. Questa larghezza di criteri, nel mandato che voi ci dovrete dare, è lumeggiata nella relazione dell'Oli. Basso, che ha rappresentato un po' la testa di turco del.nostro Congresso. Nella relazione vi sono più che dello dichiarozioni, delle idee, degli accenni programmatici. « Se il programma nostro dovrà essere revisionato, ciò dovrà avvenire in seguito agli studi che lo stesso on. Basso propone La nostra relazione ha tur fondo ottimistico : non quell'ottimismo facilone, che non ha capito niente della profondità del fenomeno fascista e che ha ritenuto di poterne uscire dopo una ventata di entusiasmo, senza conoscere le sue profonde radici, data l'atmosfera di perturbamento idei dopo guerra; ma, conio dicevo, un fondo ottimistico che è dato dall'esame della situazione, il fascismo è un fenomeno din, se non è possibile eliminare con un soffio, è. un assurdo tale, che non può durare per lungo periodo storico in un paese di civiltà come l'Italia; che deve sparire non appena cessino le cause transeunti elio lo hanno creato e suscitato. L'ottimismo della nostra relazione è fondato sull'esame dei fatti economici, su cui è basato il fascismo. Migliorata la situazione economica, attenuata o quasi scomparsa la disoccupazione ripresa la produzione, conseguito il riattamento naturale, il fascismo dovrà necessariamente scomparire tanto più presto, quanto noi sapremo meglio dì questi eventi approfittare. 1 giovani saranno anche più ottimisti di nei, più sereni e più forti: ma noi ci rifiutiamo di cedere a questo ottimismo naturale, che è stato portato qui da qualche oratore, ina particolarmente dagli amici Modigliani c Labriola, da quest'ultimo che ci fa l'onore di presiedere e di ascoltarmi senza scampanellare » (ilarità). " Socialisti e democratici „ L'oratore vorrebbe delle severe misure contro il pessimismo infondato e dice: « Noi siamo un esercito in marcia, che ha bisogno anche di fanfare ». Ricorda l'invocazione di Matteotti che fu soprattutto grande nella fedo incrollabile, perchè ragionata, e profonda, a dispetto di tutte le tristezze e di tutto le angoscie. L'oratore ricorda però come la concordia dei partiti di opposizione non alteri per nulla il costante entusiasmo del socialisti, ma sia un presupposto necessario per riconquistar© la libertà. u Noi potremo pensare a revisioni programmaliche solo quando il proletariato abbia raggiunto un possibile, assetto sociale. Noi siamo sempre stati socialista e democratici, oserei dire democratici perchè socialisti e socialisti perchè democratici, fino all'estrema conseguenza, non soltanto nella forma politica, ma. anche nella vita reale. La concordia in questa opera di liberali non è una rinuncia, è una necessità assoluta di vita, non per distruggere le nostre masse, ma per conservarle e conservare noi ad dea. Della questione dei ceti modi si è già parlato troppo; è una questione complessa, ancor nuova per noi, se volete, non nuova per il marxismo. Carlo Marx non era marxista, non era un professore pedante, pedissequo ripetitore di formule, ina. continuo revisionista di se stes. so. Oggi sarebbe stato un terribile revisionista. Per Marx l'intesa Ira. i ceti è stata contemplala fin dall'inizio del socialismo; occor¬ rerebbe rileggere le analisi argute o miinute ed esatte che Marx ha fatto nel suo libro ' La lotta delle classi in Francia ». Occorrerebbe sceverare tra ceti e ceti, nel fare delle distinzionti. Vi sono dei medi ceti oggi che non seno più quelli di ieri; piccoli esercenti intellettuali, impiegati e .tecnici che. hanno in. teressi comuni con noi e altri ceti che hanno eoa noi dei contrasti. Non dobbiamo diro che tra. i ceti medi e noi vi sia la trincea, la trincea, coi suoi reticolati, che presuppone una topografia in realtà complicata, ma io mi domando se oltre a parlare di classi e di etti si debba parlare di opinione pubblica, aie può venire a noi indipendentemente dalle classi e dai ceti. Io non credo che nella relazione dell'amico Basso vi sia qualcosa di eretico, vi sia qualche concessione alla democrazia conservatrice. Possiamo disputare sull'esattezza storica di qualche frase, ma, m fondo, dobbiamo riconoscere che egli ha espressi i concetti che gii venivano dall'impulso di questo momento e che le sue note rispondono alle sue personali opinioni, condivise da tanti. Non gridate il cruciflge'; egli ha doto prova del' suo amore al partito. Per esempio, sulla questione dello sciopero dei servizi pubblici, si fa la questione se le ferrovie, quando sono dipendenti da imprese private, perdono il loro carattere di servizio pubblico agli effetti dello sciopero; 6i fanno tante altro questioni che sono troppo minute ni materia di scioperi di servizi pubblici; voi dovete capire che non si può ammettere lo Èfiopero a ripetizione, lo sciopero anche ricattatore, quando si è in possesso di grandi mezzi. Specialmente .lo sciopero in materia ai servizi pubblici non può essere libero, ma devo essere circondato da certe cautele, da ima. certa revisione. Non dobbiamo quindi defenestrare il nostro Basso: siamo democratici 6oe.ialii.sti non sindacalisti ; siamo per unti i diritti dei sindacati, che non feriscano profondamente gli interessi della collettività » altronde, dobbiamo pensare che lo Stato e venuto a modificarsi, che delle grandi evoluzioni sono state compiute dal '4S ad oggila evoluzione democratica in grande scala, 3 sJlffr1(lff'o universale, con l'ascensione intellettuale e morale delle classi; ma che ne o stesso tempo lo Stato si è modificato nella sua struttura, ha ora diverso esigenze ili £"-n •nel- ^ « nel 185!>, « che elimina le obbiezioni del compagno Fior, il quale diceva che lo Stato deve essere forte, a patto che sia Stato socialista ». La coalizione delle opposizioni iZC!laS?° a P,arìare della situazione del partóie dice- coalmone delle opposizioni, l'ora- « Io dico che nella coalizione dei partiti nartftna SSS? tutti ^'ambito del nostro partito, dobbiamo essere noi. Questa formula mi sambra abbastanza precisa. Modi)\% iSU0 Q16C0K01.. ha sottintenso il ^uóto-,,?.tìJa'Vi01'0-' '.nefr i0 10 ha nominato nelle «.ut conclusioni. Il partito del lavoro e rifiutato; oggi dagli stessi organizzatori, !' ,„ra£10n! non occorre ripetere. E vengo, con tutta la reverenza che gli si deve ai ì^ssimismo che chiamerò di Labriola. Io confesso, nella mia qualità di maestro onorano, di non avere capito interamente il dito°,£° dì Lab"°la. vivace, colorito, come 6emipie Penso però die nel suo pessimismo. X?£Ti°& 61 acicosti a Modigliani. Labriola si J^W? uii dissenziente dalla deliberazione dell'Aventino: disse che si doveva ,rrualcos.;* d'altro; dopo il 3 gennaio io ?9« hvJa?]t° °ÌLe ?°sa e«u Proponesse <d lare. Egli ha criticato la questione morale, la quale a me sembra sia ancora non solo ui','„ n,um?. di Partenza, ma una grande forza, che dobbiamo guardarci bene- di inutilizzare che non dobbiamo svalutare. Labriola ha ragione quando dice che il fascismo è. oltre a tutto il resto, un fenomeno (militare. Ma •quando egli ha detto che non basta una forza morale contro una fortezza armata, io uni spettavo che. dicesse qualcosa di più venendo ad una conclusione. Labriola dice che uno sfogo potrebbe essere costituito dalla soluzione elettorale : la scheda contro il moschetto non ha valore. Io credo che la rruestio.no elettorale possa essere uno sbocco di questa situazione, perché, se l'opposizione avrà un minimo di libertà, sarà senza dubbio vittoriosa: se il Governo fascista questo mimmo di libertà non vorrà concedere allora l'opinione pubblica constaterà a quale mezzo deve ricorrere il Governo per mantenersi al potere, infine, un altro concetto del Labriola, cho io non ho capito, è questo- la liberta non è una delle condizioni del socialismo, ma il-socialismo è la condizione della liberta, lo dico cho i risultati finora ottenuti nella lotta contro il fascismo sono notovoli; vi è una frase, nella relazione, sulla situazione politica, che io voglio ricordare« i ra qualche anno la tessera del partito socialista unitàrio sarà la migliore decorazione che in questi anni dolorósi si sia potuta ottenere ». Lv stato detto che l'Aventino ha dato tutto quello che poteva dare e che si proponeva di dare. Se non ha vinto la guerra, ha vinto però tutte lo battaglie, squalificando la Camera tanto che è erollata moralmente; ha squalificato la legge elet.tora'e tonto die ii Governo la. ha cambiala; ha fatto franare la maggioranza fascista fedele al fascismo. « lo vedo la lotta snodarsi in tre momenti successivi, che ci dovrebbero dare la soluzione della crisi. « l-o momento: delitto Matteotti, secessione aventiniana, questione morale: questo primo (momento è stato molto sentito dall'opinione pubblica; «"3.0 momento, ripresa sindacale: il vostro applauso a Buoz/i ha. voluto salutare il primo segno del proletariato che comincia a reagire: l'avvenimento avrà i suoi sviluppi indubbiamente, come un malato che comincia a slare in piedi: ■<3.o) momento; lotta elettorale. Alcuni sono per l'astensione, ma io non credo che possa attuarsi, per ragioni pratiche; Ad ogni modo, se il partito deciderà di intervenire, bisognerà affrontare la lotta insieme alle opposizioni. La lotta elettorale polrà dare la soluzione della presente situazione. Bisognerà intensificare la questiono politico-sindacale, intensificare la propaganda minuta da per tutto; propaganda spicciola nell'interno delle officine, per le strade, da per tutto; propaganda che darà ottimi risultati. Per quanto il partito dominante si mostri spavaldo, pure ha molta paura, tanto che ha dovuto sopprimere la libertà di stampa. Io dico cho non bisogna più avere paura. Cirenei ha detto che non c'è niente da rivedere nel nostro programma. Dobbiamo ricordare che questo programma risale al I80ii. Credo dì averlo scritto io stesso. Bisognava allora convogliare il partito operaio, mezzo anarchico, nelle file del nostro partito, persuadendolo della necessità di conquistare il potere. Ora però le condizioni sono diverse ed una certa previsione potrei pur fare. « Concludo con un concetto espresso nella nostra relazione, che è, anche una previsione. Non vi è nulla dt più difficile, specie per noi vecchi, di valutare quello che nella vita può nuocere o giovare. Molte volte, una disgrazia può rappresentare una. fortuna. Chi sa forse se noi non dovremo un giorno confessare che il fascismo è sitato un po' la nostra fortuna, perchè ci ha tolto delle illusioni, ci ha insegnato che la libertà non basta e che vi è bisogno, una volta conquistata, di presidiarlaI Eravamo prima della guerra nell'età dell'oro per 11 socialismo. Nell'ultimo ventennio del secolo passato abbiamo avuto numerose persecuzioni, mai nessuna così "i di oggi. Oggi più del ferro, come voi ... . ,. - niente sicuri die tutto rifiorirà, per la ragione die vi ho detto. Ne siamo profondamente convinti, perchè la democrazia realizzatrice, ma soprattutto il socialismo — di fronte < AAnt«ri/l A i"Ti/vri\ /vj-1 «ì 1 l'nrirti'mft Arai» slati prima della guerra e dopo la guerra, facili profeti del capovolgimento in senso contrario a. tutte lo promesse ed a tutte le idealità cui aderirono sinceramente anche numerosi compagni nostri nel periodo della guerra — sarà U divenire sicuro, perchè sap- piamo che il domani è del socialismo, sap-, piamo che il socialismo è la sola salvezza del mondo, è la sola salute della nostra civiltà ». .Sull'ordine del giorno da votare Una lunga ovazione saluta queste parole. Cessati gli applausi, l'on. Turati viene a parlaro dei varli ordini del giorno presentati. Dice che il suo ordine del giorno non presenta soluzioni programmatiche, ma crede che interpreti l'animo medio del Convegno e l'opportunità di fronte alle contingenze presenti, di non segnare mandati categorici. E un'impressione globale, dice, che è racchiusa nell'ordine del giorno. Un altro ordine del giorno presentato da Cirenei, Rossi ed altri, domanda che la revisione del programma sia demandata ad una Commissione di studio, ma le premesso che vi sono contenute rappresentano una mezza scomunica alla relazione Basso, sia pure a base di fiori, di gigli, di crisantemi (Ilarità). Basso : — Protesto per i crisantemi ! (Ilarità). , , . Turati rilegge il suo ordine del giorno, che racchiudo i concetti sopra espressi. Assume la presidenza l'on. Targetti, che propone la nomina di una Commissione composta esclusivamente dei presentatori di or: dint del giorno, perchè possano mettersi d'accordo per un ordine del giorno unico, da presentare all'approvazione del convegno. L'on. Modigliani si associa alla proposta e l'on. Treves raccomanda che l'ordine del giorno sia espresso in una forma che possa giungere liberamente a tutti i cittadini d'Italia. L'on. Labriola, prima che la Commissione si raduni, desidera di faro un rilievo. Egli dimostra le conseguenze dannose della stabilizzazione della moneta. Labriola continua, interrotto qualche volta da Baldesi e da altri convenuti. Egli se ne compiace, perchè ciò dimostra la preparazione intellettuale dei convenuti. Un applauso a Moli nel la Targetti, che presiede, comunica di avere ricevuto una lettera da Massarenti. Il Congresso scatta in piedi e si grida: « Viva Molinellal ». Nella lettera Massarenti, che giustifica la sua assenza, accenna al martirio di Molinella, affamata, ma non doma. Spalla porta al Congresso il saluto della Federazione giovanile, dei socialisti unitari. Il presidente fa notare che dovrebbe riferire, sul tema: « Partito e Sindacati », l'on. Treves, che è occupato nella Commissione per la formulazione dell'ordine del giorno. Il presidente dà perciò la parola all'on. Buozzi, che propone che la discussione sia rinviata a stamane, alle 9. La seduta è tolta alle 19.