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ultimi: ultimi: Dopò Ginevra NOTIZIE Tumulti alla [amerà francese Contrasti di partiti e di religioni [Servizio speciale della • Stampa ■) Parigi, 17, notte. Le impressioni trasmessevi ieri sera non Cenarono sostanzialmente modificate dai pochi particolari nuovi che 1 giornali di oggi ci forniscono intorno ai colloqui diplomatici del Quai d'Orsay. La scarsa entità degli accordi realizzati fra Herriot e Cliamberlain trova attendibile conferma nel tono insolitamente impaziente deìVKrc Nouvclle. Osserva infatti l'autorevole foglio radicale: « La Gran Brettagna poteva offrirci o l'accettazione dei protocollo o una proposta accettabile di un iiatto. Ora sembra die noi dà essa non avremo ne pano secondo i nostri voti uè protocollo. La manovra del Foreign Office è complessa. Essa non apparisce nei comunicati ufficiali. Avremo l'orse ben presto l'occasione di spiegarla ai nostri lettori. Benès ha finto lodevoli sforzi per sventare questa manovra, ma non è riuscito che parzialmente in questa delicata impresa. La Gran Brettagna vuole ignorare gli Suiti orientali. La sorte di queste nazioni nate in virtù della volontà di tutti i vincitori non interessa il vincitore che detiene ancora la maggior parte delle coionie tedesche. E' ben difficile, in tali cond.zioni, concepire come sia possibile mettere in piedi un testo in calce al quale un governo francese e un governo britannico potranno ragionevolmente porre la loro firma. Sembra sempre più che divenga impossibile sfuggire al dilemma seguente; o noi faremo, d'accordo con l'Inghilterra, qualche cosa d. fragile che inquieterà i noslTi amici senza imporla ai nostri nemici o faremo qualche cosa di serio... senza l'Inghilterra. Non dimentichiamo che il vero e pregevole destino della nostra politica è sul continente. Non si potrebbe avere a Londra la pretesa di crearci dei doveri di alleati, senza darci in cambio dei diritti. Noi vogliamo la sicurezza frnncese in una organizzazione generale di sicurezza europea, che cosa varrà l'alleanza britannica pe- l'Europa se essa non protegge che un quarto dell'Europa? Noi abbinino bisogno non di ima moratoria della guerra, ma della grande pace continentale. Ora Chamberlain non sembra detenere il segreto di quella pace Questo scatto di impazienza dell'Ere Nouvelle ci sembra eccessivo, in quanto che parte dal presupposto che l'accessione di questo o quello Stato ad una sistemazione di reciproche garanzie territoriali possa essere ottenuta dall'oggi al domani, col sistema miracolista che aveva fin qui presieduto alla formazione della convenzione di Ginevra. Il lavoro che oggi è in corso richiederà non soltanto parecchi mesi, ma qualche anno, e bisogna abituarsi a compierlo a tappe, nò niù nè meno di come si fece per le riparazioni, da trecento e più miliardi del 1910, allo stato dei pagamenti del 1921, e da questo al piano Dawes del 1924. E' già qualche cosa che gli allenti siano riusciti, come pare, a mettersi d'accordo sulla necessità di regolare, prima dei problemi di grosso calibro, la posizione della Germania di fronte alla Società delle Nazioni. Ora è questa una discussione che con tutta probabilità non terminerà prima del mese di settembre, alla convocazione dell'assemblea delle nazioni a Ginevra. 1! Reich non può, evidentemente, preciiitarBi nella Società delle Nazioni come il topo jn una trappola- Il Temps prevede, al contrario, da parte tedesca le più dotte manovre per eludere gli obblighi impliciti nel riconoscimento del natio e scrive: « Bisogna prevedere che la Germania vorrà darsi, a proposito della sua entrata nella Società delle Nazioni, ari un mercanteggiamento Che non sarà senza pericolo. Si è proclamato troppo alto il desiderio di vederla rappresentata a Ginevra perche ossa non sia tentata di reclamare anticipatamente certi vantaggi per consentirvi. Invece di domandare delle garanzie ad essa, che disconobbe deliberatamente i suoi doveri internazionali, per essere ammessa nella SocHà. delle Nazioni, è essa che ne reclamerà ner consentire ad entrarvi e già si assicura che insisterà sul regolamento dello sgombero di Colonia e sulle condizioni alle quali essa parteciperebbe ad un patto "di garanzia, prima di fare un passo decisivo. Questo invertimento delle parti permette di misurare tutto il cammino percorso dal 1019 ad oggi ». nell'elezione presidenziale tedesca Le vane fatiche di Marx (Servizio speciale della • stampa • ueriitio, notte. Abbiamo un nuovo candidato nella lotta elettorale per Ja nomina dei presidente della Hepubbica: l'ex-ministro e deputato bavarese 1-ehr, presentato dalla Lega dei contadini bavaresi. 11 franiuinamemo ueile ■tendenze e dei parliti continua e non la ; che rendere più sicuro il latto che nella } prima votazione nessuno dei candidati rag-! giungerà la maggioranza assoluta e sarà j necessario un secondo scrutinio, quello in I riti nrevarrA il rnnrìirìntr, eh» nvrà In moir cui pie\aiid u canaiaato che avrà la inag- gioranza relativa e per il quale potranno essere presentate persone che non sono state presentate nella prima votazione. | i dd •ima votazione. l rima votazione. | d er nda elezione, "sai- ■ •ima votazione. lare — e qualche erchò non si nro- ■ !11!"1,™„!' P&\ Certo, ci si può domand giornale lo fa di già — per laer!11 ggpcede senz'altro alla seconda elezione, "sai- ■ landò la prima, per mezzo di opportuni ri- ! tocchi alla legge elettorale, poiché la prima elezione non serve assolutamente a nulla, non fa che ritardare il risultato definitivo di un mese e acuire i dissensi di partito e di tendenza. Questa proposta non potrà però essere accolta per il momento, data l'impossibilità di cambiare le condizioni elettorali della prima votazione. Ma c certo che la legge elettorale, cos'i come ò concepita, è difettosa, e sarà probabilmente riformata dopo l'attuale esperienza. L'elezione di ballottaggio assume ora il valore di una vera e propria decisione tra quei due o tre candidali che abbiano riportato il maggior numero di voti nell'elezione precedente. Un primo effetto della campagna elettorale si ha nella soluzione della crisi prussiana, o, per meglio dire, nella ritardata soluzione della crisi prussiana, che comincia col diventare cronica. Il presidente del ministero, Marx, eletto per In seconda volta dalla Camera prussiana a questa carica ed incaricato di comporre il Gabinetto, aveva ripreso le sue trattative con i partili delia destra; allo scopo di comporre col 1010 appoggio un Gabinetto prussiano superiore ai partiti, un cosidetto partito degù impiegali, ma nemmeno questa sua proposta ha avuto fortuna. 1 rappresentanti dei partili di destra hanno dicniarato oggi che, considerato il fatto che l'excancelliere Marx viene presentato quale candidato alla presidenza della Repubblica, in contrasto col candidato della destra Jarrcs, e impossibile ormai ogni collaborazione con lui. In seguito a questa definitiva risposta, Marx aveva già pensato di restituire il j mandato nelle mani del presidente del ! !11!1,„! P&\Landlag e qualche giornale della sera dava già il fatto come avvenuto. In realtà, i tre partiti medi del Landtag, hanno pregato Marx di soprassedere alla sua decisione, e questi ha ripreso allora le trattative col partito del centro, facendo dipendere dalle I deliberazioni di questo partito la continua-: zione o meno delle sue fatiche. | La campagna elettorale assume qua e là I quei caratteri confessionali che Marx aveva i spettivamente capisce, del. resto, che data l'esistenza di un certo rincrudimento dei contrasti religiosi e di razza in Germania, nnesti contrasti si facciano sentire più vivamente e più immediatamente in un'elezione in cui si tratta di porre un solo uomo in cima a tutta la nazione. La Mattonai Liberal Correspondenz riporta la risposta data giorni fa ad un referendum dal presidente del grunno democratico del Rciclistarr. l'ex-ministro Koch. Alla domanda se davvero si creda che un uomo di fede evangelica ppssa ritenersi inadatto a conrire l'altissimo posto di precidente delia Ren"bbTien, Koch diede una r'snnsia affermativa, prononpndo di cercare un candelaio che potesse riunire sopra d; si>. oltre i sntrrn<sì socialisti e. d^mocrnf'Vf nnche quelli dei cattolici e dei repubblicani. P. M. Attacchi dell'opposizione a Herriot Due deputati censurati (Servizio speciale della • Stampa »l Parigi, n. notte. Dopo che la Ornerà ebbe con 365 voti contro 503, e -on il consenso di Herriot fissato a giovedì la discussione dell'interpellanza Cazals sull'atteggiamento che il Go- le istituzioni laiche e scolastiche dell a "Ro pubblica, contro le leggi e contro i principii sui quali si fonda la società moderna», "a Camera ha ripreso il dibattito sul regime amministrativo eh 11'Alsazia-Lorena e ben Presto la seduta divenne tumultuosa, Era salit0 aJla tra,Una il deputato alia zian0 Walter pei protestare contro i próvvt dimenti presi in Alsazia e Lorena, in con tràsto alle promesse che erano state fatte oniaro CDe sc a]saziani ■ regolamento, Poitu-Duplessy sali alla tribu na per spiegarsi brevemente. Egli dichiarò che il 22 novembre del 1918, in una conferenza all'Università degli Annali, Herriot aveva confermato 11 proclama che il generale Mangia aveva fatto affiggere sui muri di Metz, e nel quale era detto che le tradizioni delle popolazioni sarebbero state rispettate JiMjzu t,iiziii.s suu ii.w-i.'ggiiUTienio die 11 Go- vento ritiene di prendere « in presenza"darli attacchi diretti dai vescovi di Francia contro ir.isio aire proiirtsse eoo erano state fatte ,ul1te volte da persone autorevoli e fra le più autorizzate dell» Repubblica. ApplauditissiW ** °,daf|a destra l'oratore ni- che se gli alsaziani ed i lorenesi era.no pronti a collaborare alla assimilazione, essi non avrebbero mai accettato Io misure imposte e l'oratore rimproverò irt Herriot di aver dimenticato le promesse fatte da Poinca.-c quand'egli annunciò « brutalmente ». il 17 gennaio u. s., senza essersi messo In rapporto colla grandissima maggioranza dei rnppruentanti dell'Alsazia-Lorena, l'introduzione delle leggi laiche nelle due provinci?. Un ahro deputato, il Paquè, rammentò le promesse di MLVrand. confermate da Poincaré, secondo le quali le tradizioni ed i costumi alsaziani dovevano essere scrupolosamente rispettati. Gli statuti delle scuole e dei ciUti non potevano essere modificati che di pieno accoido con la popolazione dei dipartimenti ricuperati e dei loro eletti. Walter citò le promesse del maresciallo .loffre nel 1014. d. Poincaré nel febbraio 19J5, di Dfise.hanc. il giorno dell'armistizio, del gen. Mangii. il IP novembre 1918. « Infine — disse l'oratore — lo stesso Herriot. in una conferenza tenuta nel 1918 all'università non aveva forse dichiarato che le promesse fatte all'Alsazia avrebbero dorato essere mantenute? Io non credo che Herriot, presidente del Consiglio, possa rinnegare mirilo che Herriot conferenziere aveva detto all'univeisltà ». Mentre si applaudiva su numerosi banchi, si senti questa apostrofe lanciata dall'on. Poitu-Duplessy alla maggioranza: — Mvcchia di tartufi La sinistra e l'estrema sinistra insorsero di un balzo, n presidente ammoni l'interruttore: — Ave. : pronunciato una parola ingiuriosa, disse Painlevé. Vi chiedo di ritirarla. Ma Poitu-Duplessy rifiutò, dichiarando di mantenere la parola « tartufi », che era rivolta alla maggioranza. Il rumore divenne in questo momento altissimo, mentre dalla sinistra si gridava a Painlevé di applicare la censura. Painlevé annunciò che avrebbe consultato la Camera. Ma, secondo esige 11 n Queste parole - disse Poitu-Duplessy — il Presidente del Consiglio le avallò con tut io il suo cuore di patriotta francese, se la Camera vuole cambiare il suo bacio di pace ,n.un ba.cl° dl G,uda noJ sapremo quali sono i . . J la dichiara che la censura è proit in spettivamente la, dichiara che la censura è pronunciata in confronto dell'Interruttore, Dal centro e dalla sinistra violenti apostrofi e proteste scoppiarono allora. L'ex ministro Le Trocquc." disse che se non approvava la parola di Poitu-Dup\essy, egli non approvava neppure la misura presa contro di lui. Egli vole.-a continuare ma 11 rumore raddoppiò. La sinistra e l'estrema sinistra battevano le tavolette dei leggìi, furiosamente. 11 presidente dovette coprirsi e sospendere la seduta. Dopo una ventina di minuti la discussione riprese e gli incidenti anche. Il socialista Maes, rivolto a Walter che era ritornato alla tribuna, gli gridò: — Voi siete alsaziano-lorenesi non siete francesi ». L'on. Walter si fermò di botto, col volto rosso di collera mentre al centro ed alla destra si urlava e si strepitava. XI Maes allora spiegò: — Oui dovremmo parlare francese. Walter parla in alsaziano-lorenese; questo ò duello che ho voluto dire. — Sono fiero di essere alsaziano, — replicò Walter. Al centro ed alla destra si chiese la censura contro Mae», ma Painlevé disse che era regola costante che si tenesse per vera la spiegazione che un oratore dava alle sue parole. Violentuiiflnte apostofato dall'on. Balanant, l'on. painlevé lo richiama all'ordine. Ma il depulato tomo alla carica vigorosamente, dicendo: — Finché vi sono 6tati nella Camera dei presidenti, non si é mai visto, neUa stessa seduta, infliggere la censura a un membro della minoranza c rifiutare di applicarla a qualcuno della maggioranza. Questo atteggiamento giudica l'assemblea. Painlevé annunciò allora che avrebbe consultato la Camera anche sull'applicazione della censura per Balanant. Questi ebbe la parola per spiegarsi e dis66: Le ingiurie lanciate in volto ad un deputato alsaziano sono state spiegate ma non ritirate. E' l'ingiuria più grave che si possa rivolgere ad un alsaziano. Nè l'insultatore nè il presidente hanno espresso il menomo rammarico. In queste condizioni la seduta non potrà continuare. In mezzo ad un tumulto indescrivibile la censura viene applicata anche a Balanant, mentre l'on. Walter esclama- — La Camera ha applicato la censura al difensore dell'Infauliato e nessun richiamo all'ordine b 6tato inflitto all'insultatore. Mentre il centro e la destra applaudono fre. nettamente, sui banchi del cartello si alza un clamore indemoniato. Fra gli applausi della maggioranza, Painlevé dichiara che non avrebbe lasciato sabottare il Parlamento francese. Ma ntanto egli si affretta a togliere la seduta che venne rinviata a martedi, in mezzo ad un disordine indescrivibile. Un attentato contro il treno in cui si trovava Chamberlain (Servizio speciale della « Stampa •) Parigi, 17 notte. I! ministro degli esteri di Gran Brettagna, Austin Chamberlain è partito stamattina per Londra, salutato alla stazione de! nord dal signor Herriot e dall'ambasciatore dl Spagna Quinones de Leon, coi quali si è intrattenuto affabilmente per alerai minuti. Durante il percorso fra Parigi e Chantilly venne contro il treno lanciato un proiettile, che ha infranto un vetro del vagone ristorante. Il convoglio si è fermato alla stazione di Crcil e la gendarmeria, avvertita, ha proceduto ad un'inchiesta, ma 6ino ad ora non 6i è potuto mettere le mani sull'autore di questo atto malvagio. Seconde ì'Hawas il proiettile lanciato contro il treno in cui viaggiava Chamberlain, avrebbe precisamente colpito il vetro delio sportello della vettura in cui si trovava il ministro desrli esteri britannico. Un soprassoldo dl montagna agli ufficiali alpini e di artiglieria Roma, 17, notte. In seguito all'azione parlamentare evolta dall'on. Pedrazzì si annunzia che il Ministe- ro delle guerra istituirà prossimamente un sopraesolto di montagna per gliluffitìalLde- gli alpini « di artiglieria da montagna, nellamisura di 150 lire mensili g pgmisura di 150 lire mensili. DA CUNEO presidente; Massla cav. uff. Giovanni. Celledà aw. suore, cappa Antonio, Boni avv. Umberto. Burlot Silvio, Bassignano rag. Silvio, Salvatore cav. off. 6las°PBe- Fenogllo Francesco, Girardi cav. geom. Francesco, Odlltredl Giorgio, consiglieri. Il Consiglio direttive dell'Ateoolailon* eommer. ciantl ed industriali pel 1S2S e rimasto cosi eom- . . posto-, isoarch Luigi, presidente; Sola Terzino, vice- ; l' mppps Il caso del comunista Polliti discusso ai Comuni Protesta di liberali e laburisti Servizio speciale de' a iSUtopa-i ond-a, 1?. notte — Noi non c'entriamo, ha dichiarato James Birchall, segretario generale del movimento dei « british fascisti » della con- I j- t .ki_. i_ ■_ , j , . i tea di Lancashire, la quale include Liver - pool. Posso garantire assolutamente che il nostro movimento è stato estraneo al ratto ed al sequestro del caporione comunista Harry Pollitt. L'idea che la responsabilità possa risalire a noialtri costituisce un'offesa gratuita che ci indigna. Ogni atto di questo genere è contrario al nostro principio. La nostra società milita per la legge e per l'ordine, non per la violazione dell'ordine della legge. II Birchall ammette la possibilità che i rapinatori del Pollitt fossero un gruppetto di fascisti, agenti di loro iniziativa ed alla chetichella, ma egli prospetta anche l'ipotesi che il rapimento sia stato combinato dai comunisti a scopo di autoréclame. Questa seconda teoria per altro sembra piuttosto temeraria, giacché la reclame che emerge dall'avventura del Pollitt è equamente divisa fra i « british comunisti » ed i «british fascisti», gli uni e gU altri bisognosi di una certa pubblicità in mezzo ad un paese che, in larghissima parte, si ostina ad ignorarli. Nel frattempo l'incidente si è spogliato di ogni aspetto drammatico, perchè lo stesso Pollitt, ad onta di un tonante ordine del giorno votato dai comunisti di Liverpool, i quali promettono pan per focaccia, ha finito per ridervi sopra. Anche il più rovente dei comunisti inglesi, dopo tutto, non può a meno di essere un inglese, cioè un cittadino al quale la libera esperienza delle generazioni venute prima di lui hanno accordato il privilegio del senso del comico. — Mi trattarono un po' bruscamente a tutta prima — narrava ieri sera il Pollitt, dopo aver diradato le versioni drammatiche del mattino — ma devo riconoscere che l'animosità cessò presto ed alla fine fummo abbastanza amici Io apprezzai certamente la comicità della situazione. Gli avversari del Pollitt, anzi, insinuano che egli deve aver apprezzato qualche altro elemento dell'avventura : se si fosse agitato per davvero é avesse chiamato gènte con tutta la sua voce la liberazione sarebbe , seguita in dieci minuti., poiché l'ottanta i per cento dei passanti per ogni strada di Inghilterra è sempre disposta a regalarsi in casi simili il diversivo di un energico intervento per la rivendicazione delle libertà personali e della legge. Sembra che, in realtà, il Pollitt abbia preferito lasciar fare. II peggio che potesse capitargli era di mancare ad un comizio ed i rapitori, che si sarebbero trasformati nei suoi ospiti in una buona trattoria campagnuola, non avrebbero potuto impedirgli di assumere poco di poi la corona del martire. Pure, sebbene il preannuncio del cattivo scherzo abbia disseminato risolini anche sulle labbra di fogli liberali estremamente spettivamente beràli e dei laburisti a rinnovare stasera alla Camera i loro incalzanti punti interrogativi sull'accaduto. — Si è dunque mosso il ministro degli inferni? E che cosa ha potuto assodare nelle ultime 24 ore? ■ ■ •• — Ho ricevuto un rapporto che conferma i fatti cosi come sono stati denunciati, ha risposto l'onorevole Johnson Hick. Il bigliettario della stazione di Hedge Hill rimase sordo agli appelli del sequestrato e non chiamò i gendarmi per la ragione che si convinse che il Pollitt si trovasse già nelle mani della polizia {ilarità). Le indagini comunque proseguono. L'on. Kenworthy insistette: — Non vede il ministro l'indicazione di un curioso stato di cose nella circostanza che un passeggero può essere agguatato in una stazione ferroviaria, senzn che il personale ferroviario sollevi un dito? Sono cose che potrebbero capitare domani a lui ed anche a me... A questo punto la Camera si abbandona ad una risata incontenibile, perchè U comandante Kenworthy è stato per molti anni campione di boxe nella flotta britannica e nessuno si sognerebbe di mettergli le mani addosso, non importa con quanto vantaggio numerico. Il colonnello Wegdwood ristabilisce la serietà. — Questo non è un incidente da ridere, egli grida. Poi, rivolgendosi al ministro degli Interni chiede: — Intende l'on. Johnson Hick muovere tutti i passi necessari per assodare chi abbia macchinato questo atto e per andare a fondo di tutto l'episodio? — Certamente, replica il ministro. Ripeto che le indagini continuano. La polizia si è già messa in contatto col signor Pollitt e se egli e pronto a sporgere la necessaria denuncia, ogni assistenza in potere mio sarà a sua disposizione [applausi). A questo punto un laburista ultra-moderato non può rattenersi dallo scoccare una freccia anticomunista. Egli chiede: — Non sarebbero per caso pervenute al ministro informazioni che una compagnia di attori cinematografici è scatenata in quelle campagne? {ilarità generale). E' la volta del deputato laburista del collegio di Hill, il quale vuole sapere se la polizia si è rivolta al quartiere generale londinese dei « british fascisti » e se conosca una lettera che il sodalizio scrisse stamane al Pollitt II ministro dichiara di ignorare questa ettera aggiungendo : — Se, come è desiderabile, giustizia dovrà essere fatta, ritengo opportuno mantenere il riserbo sul modo con cui si svolgono le indagini. La Camera può confidare che andrò a fondo dell'incidente. La lettera scritta al leader comunista Pollitt, dalla sede centrale dei « british fascisti » e citata stasera in Parlamento, è così concepita; «Nei riguardi della vostra sfortunata esperienza di sabato scorso, noi confidiamo che il vostro sequestro personale da parte di « quattro individui dall'aspetto di ex ufficiali » non sia riuscito esiziale alla vostra salute. Speriamo di aver il piacere di ascoltare a Liverpool il discorso che avete promesso per domenica prossima ed attendiamo con interesse le vostre osservazioni. Accogliete i nostri complimenti ed i nostri migliori àuguri ». La crisi politica dell'Italia in un discorso di G. Ferrerò Milano, 17 notte. Stasera al Teatro dell'arte mod*rnq, in via c£^t5,^-^^t.'^"VIontr.ìto demr£jratico. Guglielmo Ferrerò ha parlato , suUa „ CrisI poifliea italiana » 11 teatro era . . ; l'Unione Nazionale, che porto il saluto ai ' metallurgici in lotta, rilevando come lo scto' affollatissimo e si notavano le più spiccate personalità delle opposizioni milanesi. n Ferrerò fu alla fine aeclamatisoimo. Dopo di lui parlo il prof. Mira, segretario dei- pero ingaggiato dalla Fiom, risponda ad un principio di libertà. Lo stesso concetto fu svolto da Filippo Turati. I metallurgici Un comunicato della Fiorii La situazione a Tonno - Sciopero anche a Trieste Milano, 17 notte. Il comitato centrale della Fiom dirama stanotte il seguente comunicato: « La cronaca della giornata non ha bisogno di commenti. In Lombardia la prosecuzione dello sciopero ò stata pienamente conforme alle nostre previsioni. Oggi il comitato intersindacale esaminerà la situazione. La parola d'ordine è sempre questa : le ' maestranze dovranno riprenderò il lavoro solo quando sarà ordinato dalla loro organizzazione. « A Torino lo sciopero è riuscito completo. Si attende che gli industriali si decidano a trattare con i legittimi rappresentanti delle loro maestranze. « Ieri sera una rappresentanza della Fiom ha conferito con ring. Sacerdoti dell'Associazione industriali della Venezia-! Giulia. Le trattative non sono state conclusive perché il rappresentante degli industriali ha chiesto una nuova dilazione. Il comitato di agitazione non ha ritenuto di poter aderire a tale richiesta ed ha provveduto a dare le disposizioni necessarie perchè, a partire da stamane, anche le officine e cantieri di Trieste e limitrofi siano disertati ». Mobilitazione di "centurie,, fasciste Milano, 17, notte Questa sera hanno ricevuto ordine di mobilitazione due centurie della legione « Caraccio ». Pare che siano mobilitate in seguito al dilagare dello sciopero. Lo sciopero di ìHanfalcone continua Trieste, 17, notte. Nella giornata di oggi si sono susseguiti alla Prefettura diversi colloqui fra l'on. Livio Ciardi, delle Corporazioni fasciste, e 1 rappresentanti del Consorzio industriali. Nessun accordo ò stato raggiunto e perciò le maestranze di Monfalcone continuano lo sciopero. Nelle officine di Trieste si lavora regolarmentc. la morte di due commercianti Italiani in un disastro automobilistico presso Zagabria Zagabria, 17, notte. Nei pressi di Lupoglava, distanto pochi chilometri da Zagabria, è avvenuta domenica scorsa una gravo disgrazia automobilistica, in cui trovarono la morte due comincrcianti italiani. Essi sono, a quanto si apprende ora, i signori Ivalt'i e Fossati. La disgrazia fu causata dalla miopia dello chauffeur, il quale poco tempo addietro era giunto da Trieste a Zagabria e aveva trovato occupazione presso una impresa di au. toniobili. A quanto 6i apprende, la polizia di Trieste per il 6uo difetto, gli aveva ritirata la patente. Egli non prese una curva in tempo c l'automobile si rovesciò in un fossato seppellendovi sotto i viaggiatori. Il Fossati ebbe fracassata la testa e Vivaldi schiacciato il potto. Il colonnello italiano Tacconile viaggiava in compagnia dei due commercianti, riportò ferite alla testa e al braccio destro. Si hanno da Trieste i seguenti particolari: I due commercianti morti sono tale Pietro Ivaldi, di 30 anni, calibe, e Vittorio Fossati, di 41 anni, ammogliato, che lascia tra figli. Entrambi sono genovesi. Il Fossati è proprietario di un grande albergo di Genova. Egli voleva vendere l'albergo per stabilirsi definitivamente in Jugoslavia, dove si trova dall'armistizio In poi. Il colonnello Tacconi si trova in gravissime condizioni, come pure lo chauffeur clic é i] triestino Rukcrg. La vettura era una, «Fiat». Noto socialista dell'Astigiano Titti ma d'iuia grave caduta Asli, 17 notte. Una grave disgrazia 6 accaduta stamane verso lo 11 nel vicino Comune di Castellalfero. Il sig. Luigi Negro, direttore di quella Cantina sociale, uno dei socialisti più noti di questa Sezione, appartenente alla vecchia guardia, e molto conosciuto negli ambienti operai anche a Torino, specialmente all'Alleanza Cooperativa, cadendo da un vagone alla stazione ferroviaria, batteva del capo in malo modo a terra. Subito soccorso e trasportato d'urgenza in Asti alla Clinica del prof. Frisano, veniva da questi immediatamente operato con la trapanazione del cranio. Il prof. Fasano ha riservato la prognosi e, purtroppo, il caso è ritenuto pressoché disperato. Il Negro ha una cinquantina d'anni. DA NAPOLI L'ei-vlce sindaco della città Antonio Trolse 6 morto in questi storni Ul Influenza .1 Marsiglia. Era fugplto dalla nostra citta dopa aver commesso numeroso truffo In danno di alcune ditto napoletane. Vittorio Buratti, direttore responsabile. Stanotte, dopo lunga e penosa malattia, spirava fra le braccia dei suoi 'cari, che tanto l'amavano, munito dei conforti reli giosi, l'anima, buona del