Sciopero bianco in Borsa

Sciopero bianco in Borsa Sciopero bianco in Borsa Inazione e nervosismo — Gli affari a termine disertati, i cambi sempre più tesi: la sterlina rasenta le 120 Hre -- Il ministro De Stefani non ha'ricevuto gli agenti di cambio — I borsisti fascisti milanesi mandano a Roma gli on. Alfieri e Belloni per parlare al Governo Il decreto e la lira Quando scrivevo l'articolo comparso ieri contro il decreto sulle Borse, criticando specialmente l'articolo 4.0 — sia nel suo assetto immediato : in quanto non teneva conto del fatto che, essendo le operazioni a catena, uri arresto improvviso di esse era, .sotto ogni aspetto, deprecabile; sia per il futuro, in quanto che, allora, la misura in esso proposta era troppo facilmente aggirabile e quindi priva di effetto — non pensavo che, proprio in quelle ore, i fatti maturassero una cosi pronta conferma a quella critica. La massa di operatori era tale, che il proposto versamento del 25 % sulle transazioni a termine comportava in ogni Borsa cifre fantastiche, tali da fermare immediatamente il mercato. E ciò scompaginava altresì tutta la preparazione con cui gli agenti responsabili predisponevano il modo di far fronte al movimento di titoli che sarebbe avvenuto a fine mese. E siccome, come avvertivo nell'articolo predetto, i grossi operatori al rialzo su titoli si coprono con altre contrattazioni in danaro, era evidente che il primo effetto del collasso provocato dal decreto doveva essere quello di rendere inutile una grande massa di contante e quindi di far precipitare il valore della moneta; la quale, difatti, 6 discesa di colpo, quotando 119,42 la sterlina, 25,10 il dollaro, 483 il franco svizzero e, persino, 354 le pesetas. Naturalmente, i soliti giornali si sono subito affrettati ad avvertire che questo salto dipendo da un rialzo generale nel valore del dollaro, senza neppure riflettere che, per dare a questa affermazione una parvenza di verità, bisognava che la lira non scendesse di fronte alle monete buone europee e che, soprattutto, la sterlina non si mantenesse — come invece ha fatto — ferma di fronte al dollaro. lo non divido certe critiche mosse all'art. 4: quella, soprattutto, che il decreto, con tale articolo, favorisce i ribassisti a danno dei rialzisti, perchè questi ultimi, comprando a termine, devono subito versare un quarto del prezzo a garanzia, mentre i primi, vendendo titoli a termine ed allo scoperto, non devono versare niente. Questa obiezione, che a tanti ha fatto effetto, non mi sembra importante, appunto perchè il Governo può rispondere che esso, col suo decreto, ha precisamente inteso di fare un'offensiva contro i rialzisti eccessivi in titoli, perchè essi sono, per ciò stesso, ribassisti sulla lira, che ci si proponeva di difendere. Ed è anzi, appunto per questo che il decreto impone un versamento in danaro: per rialzare il valore della moneta artificiosamente; cosi come, nure arti filosamente — secondo il modo iti vedere di Roma — gli operatori lo deprimevano. L'errore gravissimo di coloro che hanno escogitato, consigliato ed emanato il decreto, non è dunque, a parere mio, nella formulazione dell'articolo 4.o — salvo, sempre, per quanto riguarda la mancata gradualità della misura prescritta — ma è proprio in re ipsa: ossia, nel credere che il ribasso della lira dipenda dalla speculazione sui titoli e deducendone che bisogna smorzare l'impeto delle Borse perchè si verifichi il fenomeno opposto. Mentre è vero precisamente il contrario; sicché, l'improvvisa richiesta di danaro, che l'articolo 4.o impone, non potrebbe avere, in ogni modo, se non un effetto momentaneo, destinato a fare ritornare, passato il primo urto, le cose allo stato in cui si trovano oggi. 10 non voglio e non posso dire, precisamente qui, tutto il mio pensiero, anche perchè non è questo il momento più adatto; ma ritengo che se il ministro delle Finanze, nell'attuale momento, trovasse in sè stesso tanto spirito patriottico da gettare in seconda linea un piccolo amor proprio, dovrebbe ritirare subito il decreto ed esaminare, in modo completamente diverso, la situazione. Tanto, il decreto, per quanto venga rabberciato, non può restare che un cataplasma, il quale imbarazza e ritarda il riassestamento del mercato, con tanti danni anche dove si potevano evitare. E se si crederà di modificare l'articolo 4.0, sostituendo all'obbligo del versamento in danaro da parte degli operatori quello di un deposito in titoli, mi sarà facile dimostrare quanto altro danno porti con sè una misura di tale specie. L'art. 4.o non si può sanare, perche è incurabile : esso è logico solo cosi com'è, ossia come un farmaco che ammazza l'ammalato. 11 problema, dunque, consiste — e sono dolente di doverlo ripetere per la terza volta in così pochi giorni — nello studio delle cause per le quali la lira, in questo momento, va perdendo continuamente della sua potenza di acquisto di fronte alle valute estere. Mi riserbo di portare altri nuovi e forti argomenti — perchè dedotti da fatti che in questi giorni mi cadono sotto all'occhio — per dimostrare quali sono queste cause e come esse potrebbero venire evitate, ove esistesse una politica di tesoro, ove gli Istituti di emissione facessero il loro dovere, ove non si fosse venuta creando una fatale divisione tra il compito di tali istituti, quali rappresentanti dell'interesse collettivo, ed il dovere dei dirigenti di essi di fronte ai proprii azionisti. Inoltre, la debolezza politica in cui oggi ci si trova pone il Governo in uno stato difficile, di fronte ad altre nuove e sempre crescenti richieste, che colpiscono la sezione autonoma sui valori industriali e rendono la situazione monetaria — già di per sè stesso tanto delicata a causa di quanto avviene sul mercato internazionale — sempre più ammalata. Il momento è veramente importante ed interessante, ed è quindi il caso di studiarlo con animo pacato, senza suscitare nuove difficoltà con improvvisazioni legislative, su di un terreno cosi infuocato, come quello delle operazioni a termine nelle Borse. ATTILIO CABIATI. A Genova Genova, 3, sera Le trattative alla nostra Borsa Valori furono oggi sospese, avendo gli agenti di camgio dichiarato di non poter operare in base al noto decreto sulle Borse. Sequestro di giornali Milano, 3, mattino. Stamane con decreto prefettizio è etata 6C-questrata La GttwfUia. M a r o n o a 2 o a o o a a i e e a r n e i e n o i , i o a o o e e i i o i o a l e i n o e o i à i o , o à n e e A Roma Roma, 3, notte. Anche oggi ei sono avute considerevoli ripercussioni del decreto sulle Borse. Gli agenti di cambio e gli operatori 6i riunirono Ano da stamane nel recinto delle ■ grida •, nel salone centrale dello stabile di Piazza di Pietra, ma nessuna offerta di affari è 6tata avanzata, Nervosismo impressionante L'animazione e il nervosismo nel palazzo di Piazza dt Pietra sono stati amebe oggi impressionanti. Il comm. Ceresa, rappresentane -1 Governo nella deputazione di Borsa, il comm. De Angelis, direttore della sede di Roma del Banco di Napoli e vice-presidente della deputazione stessa,'il comm. Ghislotti rappresentante della Banca d'Italia ed il comm. Raita membro della deputazione, sono convenuti nel recinto per controllare le operazioni ma queste, come ei è detto, non hanno avuto luogo. Nel recinto delle » grida » si ò verificato poco dopo le 13,30 un incidente tra il comm. Renato Sacerdoti, presidente della deputazione di Borsa di Roma, e il comm. Hanau. Pare che l'incidente avrà un seguito cavalleresco. Intanto, nel recinto sono affluiti numerosi agenti di cambio, ma non 6l è compiuta alcuna quotazione, eccezion fatta del consolidato, poiché il decreto prescrive la quotazione dei titoli di Stato. La rendita ha chiuso a 83,75 per contanti e a 84,14 a fine mese, il consolidato 5 %, che all'apertura era a 98,30, alle 14 era a 98,05, prezzo che ha mantenuto fino alla chiusura per la quotazione per contanti; mentre per la quotazione fine mese ha chiuso a 98,20. Tutti irli altri titoli industriali non 60no etati trattati, ma sono stati registrati i riapertivi prezzi nominali. Anche oggi nessun 'bollettino delle quotazioni è stato affisso in Borsa. Nel mercato dei cambi si è notato subito una tendenza al rialzo. La sterlina ha chiuso a 119,-iO, il dollaro a 27,075 e il franco'a 126,50. Notizie consimili sono giunte da altre Borse. Per domani è attesa a Roma una Commissione di agenti di cambio accompagnata daigli on. Belloni ed Alfieri e da industriali e commercianti lombardi. La Commissione si propone di svolgere una azione presso la presidenza del Consiglio per ottenere temperamenti delle disposizioni contenute nel decreto-catenaccio pubblicato sabato scorso. Il rinato del ministro Ieri, come è noto, i delegati dei borsisti si sono recati al Ministero delle Finanze eoa l'intenzione di essere ricevuti dal ministro De Stefani per esporgli i termini della questione; ma giunti al palazzo di XX Settembre gli agenti di Borsa si sentirono rispondere che il ministro non intendeva riceverli, sicché essi si limitarono a esporre i loro desiderata al gr. uff. Stringher. A lui gli agenti di Borsa hanno prospettato gli inconvenienti del nuovo regime legislativo ed hanno chiesto che tali inconvenienti fossero prospettati al ministro De Stefani, dichiarandosi pronti ad applicare 11 decreto purché ne fossero Chiariti, i punti oscuri : in mancanza di chiarimenti e di istruzioni da parte del ministro, essi non ei sarebbero sentiti in condizioni di espletare le consuete trattazioni dei titoli privali. Appunto per questo, non essendo tali istruzioni pervenute nella giornata, i titoli industriali non hanno avuto quotazione. Il Giornale d'Italia rileva invece i difetti del decreto e scrive: « Al ministro De Stefani si attribuiscono dichiarazioni di irremovibilità di cui, per quanto possano essere conformi alla sua indole, non possiamo giurare l'autenticità, se davvero esse corrispondessero al vero, vale a dire se egli non volesse iu alcun modo rivedere e ciu-reggere l'opera dei suoi collaboratori, si sarebbe preclusa la più logica via di uscita dall'odierno labirinto: quella della serena e calma revisione delle disposizioni del decreto, con il concorso di elementi tecnici che possono portare un concorso prezioso. E' noto che il ministro del Tesoro ha rifiutato ieri di ricevere la rappresentanza degli agenti di cambio, a quanto ci consta essi non si daranno per vinti, e porranno in opera ogni sforzo per illuminare Ivi Presidenza del Consiglio sui pericoli della situazione. Certo, molte norme dei decreto non reggono ad una obiettiva critica, e insieme alla ingorda speculazione ne rimangono colpiti anche onesti e legittimi interessi. Anche se in linea di massima il Governo crede necessario non derogare dal prò. posito di vigilare da vicino il funziouamento delle Borse e dei mercati del caimbl, la collaborazione dei tecnici per la compilazione di disposizioni efficaci e non dannose può riuscire immensamente preziosa ». Me&sa In luce la connessione tra il rialzo dei titoli bancari, industriali, fondiari e in generale di tutte le azioni di società anonime, e la svalutazione della moneta, Il Mondo 6crlve : t II decreto De Stefani sembra preoccuparsi specialmente del rialzo dei titoli come di un male da evitare con mezzi energici. Cosi ha creduto di creare una bardatura pesante, impacciosa, che, se dovesse essere applicata rigorosamente, vulnererebbe nella loro essenza i contratti a termine e differenziali, i riporti e tutti i congegni di quel delicato, rapidissimo organismo che è la Borsa; senza dire che 6l presenta una ferrea alternativa; o si chiede sul serio il deposito cauzionale In denaro e s'impone la immobilizzazione sotto controllo, il che oggi determiaerehèe una meno rapida circolazione del denaro, una contrazione nelle disponibilità bancarie e un pericolo di un aumento di circolazione; oppure si lascia agli agenti di cambio una certa discrezionalità, con la possibilità di adattamenti mediante il sistema del credito, ed allora l'allarme sarà superiore alla reale Influenza del decreto. L'on. De Stefani è 6tato certo animato dalle migliori intenzioni ,ma il decreto ci pare che 6i preoccupi piuttosto dei sintomi anziché delle cause del male, e temiamo che non riuscirà nemmeno ad alleviare e attenuare le manifestazioni più evidenti. Né va trascurato un altro riflesso, che è nella natura delle cose: che siffatte provvidenze creano degli allarmi. E infatti, la prima conseg,uenza del decreto è 6tato un ulteriore sensibile peggioramento del cambio della lira .. L'opinione dell'on. Oli retti L'on. Olivetti, intervistato dal Giornale d'Italia, ha detto: « Credo che il decreto, cosi come è stato emanito. noD risponda alle esigenze tecniche della Borsa. Esso o rende impossibile gli arbitrati, 6e il versamento deve essere immediato all'atto della ordinazione, o lascia scoperti gli agenti di cambio per gli ordini die hanno eseguito nelle 24 ore precedenti se, come sembra dal comunicato di stamane, a fare il fissato (che, come è nolo, è la condizione essenziale per la consistenza del contratto di borsa) si può attendete 24 ore a fare il versamento. D'altra parte cè la da versa condizione fatta a chi comi pera, che deve versare il 25 per cento, ed a ohi vende, il quale all'atto della vendita non è tenuto a dare alcuna garanzia. 11 provvedimento è stato ispirato certamente a scopi eccellenti, in quanto gli industriali non nari55 oggi alcun interesse % vedere gonfiati l titoli oltre il loro valor reale; ma ad evitare 11 pericolo sarebbe stato più oroortuno adottare l'obbligo di non eseguire rinortl se non con il riscatto del 25 per cento. Sarebbe stata anche necessaria uni selezione degli agenti di cambio, aumentando Vammontàre della loro cauzione e facendo in modo che essi potessero fate mia scelta della loro ppmcsdvlsinimrucmLacndlzcmcdnnqfsrmqdctnadcsdpntnpdlrBsMC- oif™»S?, Mei° VÌTC uaia scelta della loro 1 Sììrì2»te£u* non disputarsela in concorrenza, looma oggi affiate»; « Kvrattutto penso enei rroaVtelavnsrmtpAidsbcuptafasvdasfanssrsvytgncbcBtdì8dLalllhugsfLaMpnladdinh^Kdptq poteva servire allo scopo il rendere di denaro più caro di quanto non sia attualmente sul mercato Italiano ». Il Mondo riferisce il pensiero di un vecchio agente di cambio il quale ha detto: « Un prow.idimento poteva essere riconosciuto necessario per regolare l'andamento delle contrattazioni di Borsa, ma esso doveva essere tale da non intralciare il corso delle operazioni, o. sovrattutto da non impressionare il mercato in un senso piuttosto ohe in un altro, vale a dire che esso non doveva impressionare il mercato in modo da favo-, rlre una tendenza speculativa piuttosto che un'altra ». L'intervistato ha affermato che il decreto, cosi com'è, può effettivamente premere sul mercato. L'organo mussollniuno per il decreto I giornali ministeriali continuano, invece, a difendere il decreto. II Popolo d Italia scrive: o II recente provvedimento sulle Borse, accolto con soddisfazione da tutti gli elementi non particolarmente interessati, va attuandosi senza scosse nelle maggiori Borse italiane. Con esso si è fronteggiata una situazione di diffidenza verso la valuta italiana, che era molto pericolosa e die. abilmente manovrata da disonesti speculatori, minacciava di aver larga risonanza. E ciò senza dire ohe le Borse, ohe costituiscono gli organismi più delicati della finanza nazionale, non potevano ormai più distinguersi da una qualunque casa da gioco. Oltre a ragioni finanziarie c'è adunque anche motivo di preservare il paese da malsane tendenze. I chiarimenti dati dal Governo relativamente al modo in cui deve attuarsi il versamento del quarto da parte dei compratori e le provvidenziali disposizioni del direttore della Banca d'Italia, per le stanze di compensazione, tolgono ogni ulteriore difficoltà di attuazione di una norma che è, d'altronde, vigente anche in altri paesi ». L'Idea Nazionale, rilevato che il malumore degli agenti di cambio si è appuntato specialmente contro l'art. 4 del decreto, sostiene che esso porterà il vantaggio di sfrondare la borsa dai cattivi rami, per ora, della piccola e media speculazione, che gioca e non investe affatto risparmi: « Quanti titoli stanno nei cassetti dei letterati, studenti, vetturini, cocottes, cl»e si sono improvvisati finanzieri? E se la Borsa potesse in seguito essere sfrondata anche dalla grande speculazione, u vantaggio per l'economia nazionale sarebbe anche maggiore poiché il punto è questo: decidere se la Borsa debba essere un mercato di valori rispondente ad una realtà o una succursale di Montecarlo ». A Milano Milano, 3 notte. L'apertura della Borsa è avvenuta in modo regolare alla solita ora, senza che avvenissero incidenti. Era presente la solita folla di agenti di cambio, di pubblico e di operatori. Verso le 14 è giunto il sig. Navotti, presidente della Federazione agenti di cambio di Milano, reduce da Roma, il quale fece una breve relazione sull'esito delle pratiche 6volte nella capitale. Il Navotti dichiarò di essere stato ricevuto 6oio dai' comm. Stringher, direttore deMa Banca d'Italia, il quale si è limitato a dare vari affidamenti. Il sig. Navotti ha concluso dicendo: « Noi non siamo qui per protestare contro un decreto che porta la Arma del Re, ma perchè il decreto impedisce ; il funzionamento delle Borse ». Alle parole del Navotti ha fatto seguito una protesta che si è concretata in una specie di sciopero bianco, ragione per cui la Borsa si può dire che oggi non ha funzionato: Lo stesso listino ufficiale non porta la quotazione nemmeno per i titoli statali, non essendo stato presentato al Sindacato neppure una modifica. I professionisti dì Borsa iscritti al partito fascista hanno tenuto per proprio conto una seduta e stasera è partita per Roma una nuova Commissione composta dell'on. Belloni e dell'on. Alfieri. La Camera di Commercio ha inviato oggi al ministro Nava e al ministro De Stefani il seguente telegramma: « Autorità Borsa, da me convocate, mentre fanno presente la impossibilità di applicazione del decreto 28 settembre e prevedono la sospensione delle operazioni fino a che non siano emanate norme che rendano possibile raggiungimento scopo sostanziale decreto stesso, senza deleteri turbamenti mercato, invocano congrua proroga applicazione pnovyedimento. Questa Camera rendesi plenamente conto tale necessità, e riservasi inviare in giornata espresso con proposte. Firmato: senatore Salmoiraahi ». A. Trieste» Trieste, 3, notte. Per unanime consenso delle banche, banchieri ed agenti di cambio ed operatori di borsa, la riunione odierna è trascorsa senza contrattazioni. All'ora precisa, la direzione di Borsa ha fatto fare la solita chiama dei titola, ed essendo stato risposto per i soli titoli di Stato solo i prezzi di questi figurano nel ì1^1-"10- Rendita 3,50 % 83.25; Consolidato 89,a0; Buoni settennali 103,85; Obbligazioni delle tre Venezie 81,60; Buoni novennali 104 50 La restante parte dei titoli è rimasta quindi assolutamente non quotata. 11 Sindacato della Borsa si è riunito alle ore 14 ed ha preso la seguente deliberazione : « Gli agenti di cambio, riuniti alle 14 sotto la presidenza del sig. Menotti Morpurgo hanno deliberato, Ano al sopraggiungere di un invito da parte della presidenza degli agenti di cambio per la ripresa del lavoro, di sospendere ogni ulteriore svolgimento di af. fari in titola ». La Borsa di Firenze sgombrata Firanza, 3, notte. Ì^KÌ j „locaU deUa Bo*sa si sono affollati fino dall'itaizio delle contrattazioni. M* n9tatf> PCM una grande eccitazione nel pubblico dei contrattatori. Infatti, pochi mi. nuti dopo l'apertura delle operazioni ia ioL la cominciò a rumoreggiare emettendo erida contro il recente decreto, il commissario di servizio nel locale credette opj^mo di intervenire ma poiché il suo intervento non ha ricondotto la calma si è vistooortretto * ^^ey° ^bero del locale. IniiVdIatal K52£ a«enti,dt cambio, riunitisi hanno deciso di sospendere le contrattazioni e compilare soltanto la lista del titoli distato Più tardl„ll^5SbbUco «tato riainmesso in Bor" quoteto!ÌBtìn0 ** ttt°11 è ri«^ però «E