Il Governo contesta all'Associazione Combattenti il diritto di convocare in marzo il Consiglio nazionale

Il Governo contesta all'Associazione Combattenti il diritto di convocare in marzo il Consiglio nazionale Il Governo contesta all'Associazione Combattenti il diritto di convocare in marzo il Consiglio nazionale Il Comitato centrale deciderebbe di non rinviarlo, ma di tenerlo a Roma invece che a Viareggio e e o è l i o e i o i l a di unnti a o u ROMA, 26. notte. La cronaca registra un inatteso colpo di scena nei riguardi del Consiglio nazionale dei combattenti, il quale — come è noto — era stato convocato a Viareggio per i giorni 4, 5 e 6 del prossimo marzo. Senonchè, il Governo ha creduto improvvisamente d'intervenire. La presidenza del Consiglio, infatti, ha inviato al Comitato centrale dell'Associazione nazionale Combattenti una lettera, con la quale il Governo fa rilevare ai dirigenti dell'Associazione — che è costituita in ente morale — che la prossima riunione di Viareggio non è convocata nei limiti di tempo stabiliti dallo statuto, il quale prescrive clie il Consiglio nazionale deve convocarsi in autunno e in primavera e che la composizione del Consiglio deve essere volta a volta rinnovata. Inoltre, la lettera osserva che la riunione autunnale non fu tenuta, nonostante sia la più importante ed essenziale, e quella del prossimo marzo è in anticipo sulla data stabilita dallo statuto medesimo. L'Associazione, quindi, terrebbe un congresso straordinario, della cui coavocazione il f Governo non ravvisa-la necessità. La riunione dal Comitato Questa lettera della presidenza del Consiglio ha indotto l'on. Viola — presidente dal Comitato — a convocare subito il Comitato nazionale, per l'esame del caso. La discussione, che si è svolta nel pomeriggio^ di oggi, è stata ampia e vi hanno partecipato, particolarmente, l'on. Viola, gli on. Bavaro, Russo e Savelli. Non essendosi adottato una decisione definitiva, la discussione sarà ripresa domani. Intanto, nella riunione odierna si è avanzata la proposta di rinviare sine die la convocazione del Consiglio nazionale, ma la propoeta è stata scartata, perchè si è osservato che la notizia del rinvio darebbe alle federazioni la sensazione che il Comitato centrale ceda. La proposta del rinvio sine die, pertanto, è stata appoggiata solo da quattro membri del Comitato. Si è prospettata anche l'ipotesi di un breve rinvio fino ad aprile, ma neanche questa proposta è apparsa accetta alla maggioranza dei convenuti, i quali sono stati dell'opinione che sia opportuno mantenere per il Consiglio nazionale la data già fissata del 4, 5, 6 marzo. E' sembrato giusto, però, di cambiare la sede della riunione, dato che a Viareggio — negli stessi giorni — si riuniranno gli « arditi di guerra » e 1' « Unione nazionale dei combattenti », che raccoglie nelle sue file i combattenti fascisti di quelle sezioni disciolte dal Comitato centrale dell'Associazione combattenti, e quelli che l'Associazione stessa hanno abbandonato a seguito delle ultime polemiche sulla politicità o apoliticità del movimento combattentistico. Si è proposta, per queste ragioni, un'altra sede al Consiglio, e si è accettata la proposta di indirlo a Roma. Comunque, le decisioni odierne saranno riesaminate e concretate definitivamente domani. Apprendiamo che il Comitato centrale vorrà replicare alla lettera della Dresidenza del Consiglio, impugnando l'interpretazione data in essa dello statuto e spiegando che se il Consiglio nazionale non fu tenuto in autunno ciò dipese dalla eccezionalità della situazione politica, mentre oggi la convocazione idei Consiglio è imposta dalla necessità stessa di dare una soluzione naturale alla crisi manifestatasi in seno all'organizzazione. Il Comitato nazionale della « Combattenti », nella sua riunione di oggi, ha anche votato il seguente ordine del giorno in risposta alla violenta campagna di alcuni giornali fascisti contro la «medaglia d'oro » on. Viola : « 71 Comitato nazionale, mentre deplora n che passioni di parte, varcando i limiti « imposti dalle più elementari norme di « onestà e probità civile e politica, abbiano a indotto certa stampa a colpire in E. Violila l'eroica figura di soldato, fulgido « esempio di onestà e integrità pubblica u e privata, e la insegna del più alto dei u valori e dei ' sacrifici, guadagnata sul « campo dell'onore, gli esprime la solida« rietà più affettuosa ed incondizionata ». Gli unitari Contrariamente alle previsioni troppo ottimistiche degli ufficiosi, in questa seconda fase dell'attività delle opposizioni, più che sintomi di disgregamento, si hanno finora notevoli manifestazioni chiarificatrici sui due problemi attualmente più discussi: la tattica dell'Aventino e le elezioni. Su queste due questioni, che sono poi le più importanti, nonostante le inevitabili tendenze diverse, individuali e di frazioni, la coalizione delle opposizioni si mantiene concorde a grande maggioranza Notevole importanza ha avuto — essendo una manifestazione della direzione del Partito e del gruppo parlamentare — la discussione e la conseguente deliberazio ne degli unitari. La discussione iniziata ieri, si è conclusa oggi con l'approvazione di un ordine del giorno, clic non si pubblica. L'ordine del giorno è stato redatto dall'on. Treves ed approvato con lievi modificazioni. Quanto alla questione della discesa dall'Aventino, l'assemblea ha deciso di non prenderne in considerazione, nelle presenti condizioni, la possibilità. I massimalisti romani per la libertà' di azione Meno importante è stata la discussione all'Unione massimalista romana, Presiedeva l'on. Costantino Lazzari, il quale ha riassunto la discussione avvenuta nella precedente assemblea e ha commentato .e illustrato il questionario inviato dalla direzione del partito alle sezioni. Ripresa la discussione, ha parlato Buschi, segretario, il quale ha esposto il preciso pensiero del Comitato, polemizzando con coloro che hanno sostenuto la necessità di un blocco elettorale e con gli altri che hanno disapprovato che il partito abbia, all'inizio, aderito all'intesa delle opposizioni. Ha presentato infine un ordine del giorno che riassumeva le idee esposte. Quindi ha parlato l'on. Velia, sostenitore della tesi che vuole la permanenza del partito • nel Comitato delle opposizioni e ritiene necessaria anche un'intesa elettorale. L'on. Velia ha diffusamente spiegato il suo noto punto di vista, attraverso un esame dettagliato della situazione politica, e ha sostenuto che non si può difendere oggi l'intransigenza quando questa è stata ferita il giorno in cui si è accettato di entrare nel Comitato delle opposizioni. Polemizzando col Vernocchi, ha affermato che il blocco dov'essere a programma negativo e fine a se stesso, e che il partito riprenderà, a lotta compiuta, la propria autonomia. Infine, ha presentato all'assemblea un ordine del giorno in cui si afferma : « L'Unione socialista romana, chiamata dd una consultazione nazionale per la prima volta dopo l'ultmo Congresso dell'aprile 1923 ; col fermo proposto di lottare contro i rinnovati tentativi di fare assorbire il partito in altre formazioni politiche; di fronte alla situazione creata dal fascismo, ritiene che le ragioni della coaiizione aventiniana non siano superate, ma anzi traggano nuovi motivi di comune difesa dalla rinnovata opposizione statale ». E sul problema elettorale; « L'Untone socialista romana ritiene e prò pone che le opposizioni non debbano rispon dere all'appello, e nel caso che alla generale astensione non si potesse concordemente addivenire, autorizza la direzione a possibili intese con tutte le altre opposizioni (non esclusi i comunisti), fatte però pregiudizialmente e tassativamente salve le ragioni programmatiche del .partito e la sua più completa libertà ed autonomia ». Dopo Velia ha preso la parola l'avvocato Francesco Russo, che ha sostenuto vivacemente la tesi contraria. Niccolini ha lumeggiato la medesima tesi. Quindi hanno parlato l'on. Alceste Della Seta e Masini, per dichiarazioni di voto. Infine, ha replicato brevemente a tutti gli oratori Olindo Vernocchi, condirettore dell'Acanti.' che, dopo avere prospettato e difeso le ragioni dell'adesione iniziale al Comitato delle opposizioni, illustrando il significato della secessione parlamentare del giugno, e dopo avere dimostralo come un blocco elettorale negativo sia un mito al quale non credono nemmeno i suoi assertori, perché fatalmente stabilirà legami che si dovranno protrarre, in caso di vittoria, anche dopo le elezioni, ha presentato all'approvazione dell'assemblea il seguente ordine del giorno • L'Unione socialista romana, discutendo dei problemi che dalla direzione del partito sono sottoposti all'esame del consiglio nazionale ; « considerato oae l'atteggiamento delle opposizioni secessioniste è venuto mr.anifestamente modificandosi fino a trasferirsi su di un piano di preparazione positiva che, partendo da un blocco elettorale, dovrà giungere ad una formazione di Governo borghese; « ritenuto che tale atteggiamento è in pa lese contrasto con le ragioni ohe diedero origine e base alla secessione parlamentare; « delibera di dare mandato al proprio rappresentante di sostenere la necessità che il partito riprenda la propria libertà d'azione e di difendere al Consiglio nazionale la vita, la vitalità e la funzione storica e politica dei partito stesso ». Lazzari, Russo e Buschi dichiarano di ritirare il loro ordine del giorno e di associarsi a quello Vernocchi. L'on. Della Seta dichiara di votare l'ordine del giorno Vernocchi perchè rispecchia più esattamente il suo punto di vista. Rimangono così in votazione gli ordini del giorno di Velia e di Vernocchi L'assemblea a grande maggioranza approva l'ordine del giorno Vernocchi. La tesi Vernocchi — approvata dalla sezione massimalista romana — a quanto si assicura, raccoglie il consenso, in seno al Partito, di una esigua minoranza, prevalendo invece quella dell'on. Velia, condivisa dall'altro condirettore dell'Aranti'.', Pietro Nenni. Negli ambienti massimalisti si osserva, circa la tesi Vernocchi, che essa parte da una premessa infondata,, quella cioè di considerare l'attuale coalizione delle opposizioni come la base di una contesa futura, per cui la permanenza nella coalizione, per la lotta elettorale, dei massimalisti, pregiudicherebbe i principi programmatici del partito. La infondatezza della tesi risulta dalle stesse ragioni contingenti inerenti alla situazione generale, che determinarono l'alleanza, ragioni che, essendo la situazione inumi- bnnSnmdndphdsc<=sK»ciiuu » an.utu.iuuo ìumili-tata, persistono tuttora e consigliano il i e l e , i i a o i o o , e , i- blocco elettorale. Questo, data la situazione, va inteso come un'altra fase dell'azione iniziata con la mozione del 27 giugno. Senza le ragioni lumeggiate nella mozione del giugno, non solo i massimalisti, ma anche altri partiti avrebbero pregiudiziali da avanzare. L'offensiva fascista Intanto la stampa ministeriale conìinua ad occuparsi a modo suo dell'Aventino. Nonostante la precisa interpretazione data dall'on. Turati ieri alle parole da lui pronunziate a Milano, il clerico-fascista Corriere d'Italia scrive che quelle parole hanno messo in grande imbarazzo i capi dell'opposizione secessionista, ed afferma quindi che i popolari continuano a lavorare per staccarsi dai repubblicani e dai massimalisti e conclude: L'on. Mauri ha sbarazzato il terreno della 27.a legislatura, dichiarandola ormai finita, ed ha proclamato la necessità di prepararsi per le ellezioni. E' quindi già disposto ad allearsi anche col diavolo per tentare di rovesciare il fascismo. Ma la questione non è cosi semplice, come può sembrare al fervido deputato popolare di Milano. Sappiamo che il gruppo popolare sarà convocato prima della ripresa e crediamo che il problema sarà affrontato con minore disinvoltura e non potrà essere risolto tanto facilmente. Si fa eccessivo affidamento 6ui cattolici italiani. Comunque, la 27.a legislatura continuerà a funzionare, tanto più attivamente e cpn tanto maggiore rendimento legislativo, quanto più l'Aventino si ostinerà nella secessione ». Quanto al Popolo d'Italia, esso scrive che « comincia a scoprirsi il giuoco delle opposizioni », perchè dietro ad esse si scoprirebbe a la figura dell'on. Giolitti ». Accennando quindi alla ventilata possibilità di un blocco elettorale dell'Aventino colle opposizioni dell'aula, l'organo presidenziale scrive : « Benissimo! ed i fascisti staranno a vedere lo spettacolo interessante. Per ora, ciò che interessa è stabilire che tutta ila manovra, preparata di lunga mano e della quale già da tempo 6i avvertirono i sintomi, è sta. ta concepita, elaborata, rifinita, preparata dietro le quinte da Giolitti. La vecchia volpe ha vista l'uva e pare non sospetti che l'uva è ancora acerba, e se ne avvedrà. Infatti, una forza che ha radici profonde nel Paese, come il fascismo, non 6i spianta cer tamente con una combinazione elettorale, che riuscirà, del resto, re-pugnante a tutti, Ma per il fascismo è questa una chiarificazione veramente risolutiva su tutta l'area » "Turati e Amendola nel maggiore accordo, Ma oggi i giornali di opposizione, che non sono stati sequestrati, rispondono al l'offensiva delle chiacchiere, delle ipotesi e delle argomentazioni, che contro l'Aven lino è stata in questi giorni sferrata dalla stampa fascista. 71 Popolo fa rilevare agli avversari che essi, da gente d'onore, de vono tener conto della disparita di condizioni in cui viene a trovarsi la parte interessata, ed afferma recisamente : « Sta di fatto, intanto, che la resa a discrezione non c'è da parte dell'Aventino, t che ogni atto che l'Opposizione sarà per compiere non sarà ispirato che alle esigenze inderogabili dei princìpi sui quali hanno fondato la lotta da essa Intrapresa ». L'organo popolare torna poi sulle parole pronunciate dall'on. Turati, che nel linguaggio ufficioso sono addirittura diventate la « tesi Turati », naturalmente per il reingresso nell'aula Dopo aver detto che nelle due riunioni di ieri dei socialisti unitari il problema di un eventuale ritorno nell'aula non è stato neppure discusso, Il Popolo soggiunge: « La tesi dell'on. Turati non esiste affatto. Coloro che hanno udito il discorso del leader socialista all'assemblea milanese possono testimoniare che egli non ha per nulla sostenuto il criterio del ritorno nell'aula. Egli disse che, qualora le Opposizioni dovessero abbandonare la loro pregiudiziale astensionista, nel caso di elezioni fatte dall'attuale Governo, avrebbero però il dovere di partecipare unite alla battaglia elettorale, perchè col Collegio uninominaile senza ballottaggio più candidati antifascisti avrebbero per effetto di assicurare la vittoria dell'unico candidato governativo. Circa il ritorno nell'aula l'on. Turati disse che le Opposizioni non st sono mal precluse la possibilità del ritorno qualora le necessità della battaglia lo dovessero consigliare; ed egli et disse contrario anche oggi a qualsiasi pregiudiziale che dovesse privare l'Aventino della libertà di manovra, che è indispensabile in ogni battaglia politica Ma l'on. Turati non sostenne a Milano la tesi del ritorno immediato nell'aula, ed egli non lo 606tiene a Roma nelle attuali riunioni della Direzione del suo Partito, poiché non vede per ti momento alcunché che consigli tale ritorno. La contrapposizione che è stata fatta dai giornali fascisti tra Turati ed Amendola è quanto mai arbitraria. Sui criteri generali della battaglia aventiniana vi è fra i due uomini, come vi è fra tutti gli esponenti dei diversi partiti dell'Aventino, a maggior accordo, e frutto di quell'accordo sarà la decisione che sarà presa dai Comitati direttivi circa gli sviluppi futuri della lotta». Un'esaltazione dell'Aventino E" noto che qualche giornale liberale di opposizione si è dimostrato favorevole al ritorno dell'Aventino nell'aula, appoggiandosi su ben note argomentazioni. Il Moti do confuta nell'editoriale odierno tali ragionipremettendo anzitutto che allo stato dellei- i cose non vi è più posto per tesi intermedie ili poiché la aitu.a»iojie impone un dilemma.:onvrrdadngradclpvptrtdzlclsmt6splroMcpbcntgcss è i e i r i di al no i, e e .: o col fascismo o coll'atuifascismo. -L'organo dell'opposizione democratica, non convinto che il reingresso nell'aula avrebbe risultati positivi circa la politica antiliberale del Governo, riafferma la necessità della tattica secessionista. Accennando poi alle varie accuse di incoerenza e alle voci di sgretolamento della coalizione aventiniana, Il Mondo osserva che sta a'vantaggio dell'opposizione secessionista la grande riprova dei fatti, e conclude: « Pochi periodi di lavoro più proficuo ha avuto la secessione di quello che corrisponde al grigio e tacito inizio del 1925, e così continuerà ad avvenire. La secessione parlamentare — sia detto con sopportazione det profeti di mal augurio — continuerà a vivere e a preparare l'avvenire politico del popolo italiano, nonostante la gazzarra cartacea che dovrebbe precludere il suo funerale ; giacché l'Aventino (ce ne dispiace moltissimo per tutti gli scribi dell'opposta sponda, che strilleranno come aquile scandalizzate) appartiene ormai alla storia e noa si lascierà intimidire per i viottoli delle cronache parlamentari, e meno che mai poi tra le chiacchiere dei corridoi. Oggi le vie-*della storia non passano certamente per 'l'aula malinconica, nella quale giace, mortalmente inferma (non importa sapere se iV (morbo 6ia acuto o cronico) la ventisettesima legislatura; le vie della storia passano nella profondità della coscienza e del cuore italiano a cui le Opposizioni secessioniste rivolgono direttamente 11 discorso, discorso ormai necessariamente conciso, riassuntivo. Ma che importa? Intendere ed intendersi & cosa facile quando è necessario*. Degno di nota anche' quanto scrive t« Voce Repubblicana: « Le opposizioni devono, a nostro pare-.-e, perfezionare o in qualsiasi modo precisare bene la natura delle loro intese, formulare un programma di azione politica, precisare con chiarezza quel poco o molto che vogliono. Le elezioni devono entrare e pesare in. tutto questo per quello che effettivamemte valgono, non di più nè di meno Non bisogna, cioè, nè sopravalutarne l'importanza, come si sta facendo in queseti giorni, hè sminuirla. Le diverse eventualità devono essere vagliate minutamente e le relative soluzioni devono essere messe in rapporto coi fini che si vogliono raggiungere ». Farinacci e 1 38 milioni d'italiani Si hanno intanto i primi segni dell'attività dell'on. Farinacci come segretario generale del partito. Egli ha sospeso oggi, per indisciplina, da ogni attività politica per otto giorni, il segretario provinciale di Parma. La punizione è approvata dall'Idea Nazionale, che afferma essere questa l'inaugurazione del nuovo sistema farinacci ano. Come è noto, il messaggio dell'on. Farinacci non è stato molto gradito dalle correnti fiancheggiatrici. Al risentimento del Messaggero, del Corriere d'Italia, e di altri, per la nota frase intransigente» della circolare dell'on. Farinacci (« o col fascismo o coli'anti-fascismo »), il segretario del partito fascista ha risposto dichiarando di accettare ci la collaborazione dei 38 milioni di italiani che non fanno della politica», e L'Idea Nazionale svolge stasera gli stessi concetti. Ma II Giornale d'Italia osserva: « Resta a domandarsi perchè questa massa politicamente analfabeta, che non sa. e non vuole sapere nulla della propria vita presente e di quella avvenire, dovrebbe essere presa dal desiderio di collaborare, e come, eoa un partito essenzialmente, rigidamente politico. Francamente, la collaborazione consentita si ridurrebbe a non fare c non dir nulla che possa dispiacere ai governanti in carica. Sarebbe cosi la vera cooperaziono nichilista,la procreazione del cittadino che non prq,. testa. Lo stesso principio praticavano i governi assoluti, imponendo di non parlare di politica, e quelli che non intendevano sottostare alla proibizione, come Foscolo e Mazzini, furono costretti a prendere la via dell'esilio. Il partito liberale, ora come allora, questo si è sempre proposto, coll'ordinarnento, coll'esempio o la propaganda v d'indurre, cioè, la maggioranza degli italiani a liberarsi dall'umiliante eredità del /passato per conquistare direttive animatrici fed una coscienza civile; perchè non può esservi Stato forte, nazione potente, senza, consentimento attivo della grande maggioranza del popolo in possesso di una matura educazione, che lo ponga in grado di sentire tortemente cosi i suoi diritti come 1 suoi doveri. Non è il silenzio di una massa incdnsa.Devole che può creare governi boneflcL L'Inghilterra acquistò la sua invulnerata poten?5, *\lor.cne il maggior numero dei suoi abiiJ^SLS1 rlve10 m,8rado di nutrire non solo la nozione, ma la passione deUa poliff Questa passione nobllm^te intuita «sentita^ è rimasta fra gravi vicende e contrasti vf. visslmi, il fondamento solido dèlia o«anìzzaxione britannica. Nè può essere\ltrimen" ti, perchè dalla massa mertehon si S gionerà. mal una attività feconda, anche so tanto in senso conservatore. Se no perchè lrilP«ver^as?oluti' Presidiati da ami e da tradizioni, avrebbero dovuto cadere man mano che la moltitudine si elevava? ». I collegi elettorali Al Ministero degli Interni continua alacremente il lavoro per la delimitazione dei collegi elettorali. Il lavoro non è semplice nè facile, poiché non si tratta soltanto di determinare quanti collegi appartengano ad ogni provincia, ma —- ed ù rjui la complessità del delicato lavoro — quali Comuni rientrino in ciascuno dei collegi. E noto quali sono i criteri che si seguono presso il Ministero degli Interni nella delimitazione dei collegi. Sembra oggi, pero, noco probabile che la Commissione nnsta sia in «rado di riunirsi per poter iniziare, la stia attività nei primi di marzo..