Come si è iniziato il processo Regazzi a Bologna La Parte Civile si ritira per le condizioni dell'ambiente

Come si è iniziato il processo Regazzi a Bologna La Parte Civile si ritira per le condizioni dell'ambiente Come si è iniziato il processo Regazzi a Bologna La Parte Civile si ritira per le condizioni dell'ambiente (Dal nostro Inviato speciale) Bologna, 23. •'in questo penultimo giorno di Carnevale, Augusto Regazzi e compagni sono stati tradot/ti davanti ai giurati popolari delie Assise di Bologna e il processo continuerà in quaresima. Le vicende di Augusto Regazzi sono state già lumeggiate. La sua notorietà, circoscritta a Molinella, Marmorata e dintorni, sali di cólpo nell'ottobre dell'anno scorso quando fu dissepolto un mandato di cattura spiccato nei di lui confronti in data 15 Settembre 1923, cioè esattamente dodici mesi prima. Come i personaggi omerici che nei momenti di maggiore pericolo venivano, per la protezione di qualche divinità dell'Olimpo, avvolti in una nuvola, Regazzi potè esplicare tranquillamente ogni sua attività, partecipare a comizi, a riunioni e a feste, persino alle sedute del Consiglio provinciale insieme eoa un altro catturando per gli stessi fatti, cioè il Forlani. Sotto un mandato di cattura Se ne trova documentazione negli stessi atti ufficiali del Consiglio provinciale di Bologna a pagina 193-194 In cui risulta, tra gli intervenuti all'adunanza presieduta dal ministro guardasigilli on. Ovigllo. anche il consigliere Forlani. « Assiste all'adunanza — dicono gli Atti stessi — il Prefetto gran cordone dott. Fausto Aphel, che dichiara aperta la seduta straordinaria in nome, ecc. ecc. ». E nel Resto del Carlino del 23 marzo 1924 in testa alla due prime colonne della sesta pagina si leggeva sotto il titolo « La preparazione elettorale - I discorsi di. S. E. Origlio », che la domenica 23 il Ministro si era recato a Molinella dove gli era stato offerto un solenne rinfresco in quel Municipio. In quella circostanza < gli hanno rivolto calde parole di saluto il dott. Gulmelli per gli agricoltori e il si*. Regazzi per i Fasci e per le Organizzazioni. Il mandaito di cattura, oggetto di tante discussioni, era nei seguenti termini: « Noi, avv. De Filippo Antenore, giudice istruttore, visti gli atti del procedimento e le conclusioni del Pubblico Ministero, a tenore degli articoli 312 e segg. del Codice di Procedura Penale, ordiniamo la cattura di: 1. Regazzi Augusto di. Luigi e di Zocchi Catterina, di anni 36, da Barloella, agricoltore; 2. Forlani Francesco del fu Filippo, d'anni 25, da Molinella; 3. Bucchi Domenico, d'anni 54, nato a Monselice e residente a Marmorata (Molinella); 4. Maiani Viviano, detto « Bertuocon », di Alessio, d'anni 23, nato a Torino, residente a Molinella; 5. Zuccheri Carlo di Marcello, di 18 anali, da Molinella, imputati: l.o Regazzi Augusto di omicidio volontario premeditato in persona di Marani Pietro, mediante un colpo di fucile (articoli 374 e 376 secondo capoverso); 2.o tutti gli altri di correità per cooperazione immediata nell'omicidio di cui abbiamo detto prima (articoli 374 e 376 N. 2 a p. 63 C. P.), 3.0 tutti: a) di correità in lesioni premeditate in persona di Marani Pietro, con conseguenze di malattia per giorni 9; Biavati Adelmo, con conseguenza di malattia per giorni 23; Baldi Vittorio, con conseguenza di malattia per giorni 4; Zuccheri Arcangelo, con conseguenza di malattia per giorni 22; Mainardi Gaetano, con conseguenza di pericolo di vita e malattia per oltre venti giorni (articoli 63 e 302, prima parte, n. 1* articoli 333 e 366, capoverso n: 2, del Codice Penale); o di violenza privata in danno di Marani Pietro. Alfonso, Augusto e Filippo, di Simoncini Maria, Cavallini Enrica, Maria e Dina Ossanna in Marani, e di Maria Filomena, compiuta in riunione fra di loro, mediante minacce con armi, ma senza conseguire l'intento (art. 154 capov., l.a sanzione); c) di danneggiamenti alla casa dei Marani predetti, con violenza verso di essi ed in riunione fra di loro (articoli 424 capoverso n. 2, e 425 Codice penale; d) di porto d'arma abusivo, di fucile e di rivoltella, e di omessa denuncia all'autorità di P. S. delle armi stesse (art. 46i parte prima, n. 1 Codice Penale e leggi sulle concessioni governative in relazione con le relative tabelle; articoli 1 e 4 R. Decreto 3 nii sto 191S. n. 1370). « Il Maiani Viviano anche di violenza privata in danno della Cavallini Enrica in Marani, a mano armata di bastone e conseguendo l'intento (art. 154 capoversi, 2 sanzione Codice Penale). Augusto Regazzi, come si ricorderà, si costituiva nelle carceri di San Giovanni in Monto la mattina del 14 ottobre dopo avere lanciato un messaggio ai compagni fascisti in cui affermava che era 6tato sfruttato il suo nome coll'unico intento di nuocere al Partito. E aggiungeva testualmente: « Per troncare l'evidente speculazione ho deciso di costituirmi spontaneamente m carcere, animato da quello stesso spirito di sacrificio e di dovere che mi ha guidato sempre in tutte- le mie battaglie. I nostri 6i 6ono sempre dichiarati pronti a qualsiasi sacrificio per il bene della patria. Ieri quello che promettemmo, oggi lo manteniamo. Sono tranquillo nella mia coscienza, ed i miei giudici dovranno riconoscere l'ingiustizia delle accuse fattemi ». La casa assediata Insler-1 al Regazzi l'istruttoria rinviava a giudizio tredici fascisti, cioè: Bucchi, Maiani e Zuccheri, i quali sono detenuti. Forlani t-i è mantenuto latitante. Tutti gli altri furono rinviati a giudizio a piede libero, e precisamente: Ghedini Armando, Burnelli cesare, Totti Armando, Burnelli Aldo, Cocchi Umberto, Donati Adolfo, Donati Guglielmo detto Dario, Bertocctii Cesare, Mezzetti Filippo, i quali devono rispondere, come si è detto, di omicidio volo.itario senza premeditazione, in persona del lolon ; Pietro Marani. Questo sanguinoso episodio si svolse, insieme ad altri episodi di violenza, il 9 agosto 1923. In Marniorta di Molinella. In quel pomeriggio, in seguito ad alcuni incidenti fra fascisti e socialisti e specialmente fra alcuni coloni ed il Regazzi, il quale affermò di essere stato in quell'occasione bersaglio di alcuni colpi di rivoltella andati a vuoto, parecchie squadre di fascisti in automobile, in motocicletta ed in bicicletta mossero verso le caee. di alcuni colono, iti Marmotta, non la- scritti ai Sindacati fascisti, devastarono le loro abitazioni. 11 percossero e causarono loro lesioni. Gravemente ferito rimase in quell'incontro certo Gaetano Mainardi, il quale riportò la frattura del cranio, per cui ne ebbe malattia per la durata di un anno e debilitazione permanente. Quindi i fascisti affluirono alla casa colonica di Alfonso Marani, padre appunto del morto, Pietro Marani, accerchiandola e assalendola. Il fabbricato fu fatto bersaglio a vivo fuoco di armi diverse; poi vi fu addensato fieno e paglia per appiccarvi l'incendio; mentre alcuni fascisti avevano scardinato le imposte, altri a mezzo di scale a piuoli erano saliti sul tetto della casa, l'avevano scoperchiata, penetrando da più parti nell'interno. La penna rifugge dal descrivere la paurosa 6cena che ne segui. I dieci componenti la famiglia Marani ed alcuni bambini, rifugiatisi nelle 6tanze superiori, vennero fatti segno dal tetto a rivoltellate e fucilate. Disperatamente cercavano riparo sotto il letto; ma. intanto vari fascisti avevano invaso le stanze. Due di costoro buttarono in aria i letti, e - Pietro Marani rimaneva colpito da un ooìpo di furiile sparatogli addosso quasi a bruciapelo, mentre invocava aiuto. Una famiglia dì lavoratori La famiglia Marani è composta dal .padre Alfonso e di parecchi figli, tutti di età adulta, i quali con le rispettive mogli e figli abitavano la stessa casa, vivevano nella stessa terra, e lavoravano in comune con le proprie braccia. Costituivano una di quelle tipiche, famiglie di lavoratori emiliano-romnecnale attaccate tenacemente alla propria terra'"* alle vecchie e buone consuetudini di un tempo. Dai famigliari del Marani si afferma che non nutrivano affatto idee rivoluzionarie, nè potevano, con quelle loro tradizioni di lavoro, di parsimonia e di disciplina. Si erano semplicemente opposti a piegarsi alle pressioni, ai voleri dei nuovi sindacati e del fascismo, come in altri tempi si sarebbero opposti alle violenze dei ros6l. Quando i Marami sentirono l'avvicinarsi del camion e delle automobili alle loro case, si trovavano sull'aia a lavorare, ed allora, per evitare guai, si ritirarono tutti nella vecchia casa, asserragliandosi. Alcuni del figli avevano fatto la guerra, qualcuno è anzi decorato: ma di fronte all'irrompere della clamorosa turba degli assalitori, abbandonarono ogni idea di resistenza, cercando piuttosto di nascondersi. La moglie di Pietro Marani, visto cadere ferito a morte fi marito (fu colpito alla faccia e la ecarica gli portò via un dito della mano destra Con cui si era fatto schermo) ruppe il cerchio dogli assalitori che volevano trattenerla, uscendo disperatamente sulla strada, per correre alla ricerca di un modico. Ma più lungi fu trattenuta di nuovo, e ritornò-a casa, dove trovò iì marito già morto. Gli imputati presenti Una enorme folla gremisce l'ampia sala della Corte di Assise. Straordinarie misure sono state prese non 6olo nel dintorni ma anche in città per evitare gli incidenti. Il palazzo del Besto del Carlino, nelle immediate adiacenze del Palazzo di Giusti ::a, 6erve di accantonamento a numerosa truppa al comando di un colonnello. E cosi difende anche il suo stabile. Carabinieri in divisa e in borghese 6ono disseminati lungo le strade dove è passato a grande velocità il camion che trasportava dalle carceri i quattro detenuti. Guardato dai carabinieri è pure lo studio dell'aw. on. Bergamo, che è già stato devastato due volte. La polizia 6l è pure informata a quali alberghi sono discesi gli inviati dei giornali, supponiamo per tutelare vuoi la loro persona, vuoi il loro lavoro. Grandi scritte a stampatello di • Viva Redazzi » 60no apparse stamane sui muri della città e specialmente nelle vicinanze del Palazzo di Giustizia. Nel pubblico vi sono molti giovani amici dei quattro imputati. Costoro dalla gabbia dispensano saluti al pubblico. Sembrano tranquilli. Regazzi veste elegantemente in nero ed ha l'apparenza distinta, mentre gli altri tre suoi compagni sono contadini. Alle 10 entra la Corte. Il Presidente procede alle solite formalità, chiedendo la generalità dei quattro imputati presenti. Regazzi ha 38 anni, è nato e risiede a Baricella; Maiano è di Torino, ma risiedeva a Molinella ed ha 24 anni. Bucchi è nato a Conselice, ricredeva a Molinella ed ha 55 anni. Zuccheri è nato e risiede a Molinella ed 6 il più giovane dei quattro, avendo appena 19 anni. Francesco Forlani, 6i è mantenuto anche stamane latitante, ma pare che si presenterà. Pure non rispondono in blocco alla chiamata dell'usciere gli altri dieci imputati a piede libero. L'avv. Mastellari, del collegio di difesa, avverte che si presenteranno a tempo : appena iniziato il processo. — Capirà, — spiega l'avvocato — in San Giovanni a Monte (cioè nelle carceri giudiziarie di Bologna) si sta male in questa stagione. Il pubblico è fatto sgombrare per la formazione della giuria, formalità che è sbrigata in una ventina di minuti. Quindi il dibattimento è aperto. Nella gabbia, insieme ai quattro imputati, c'è <au nugolo di carabinieri con parecchi graduati dell'arma. Nell'aula siedono il padre del Marani e la vedova. Sono due contadini, In abiti modestissimi, visibilirr.ente assai tristi; e guardano il pubblico dell'aula e .gli imputati come smarriti. Chissà, quali scene terribili rievocano quei noveri orchi! Si sono costituiti parte civile con l'assistenza dell'aw. on. Bergamo. Alla difesa degli imputati siedono (di avr. Mastellari, on. Biagi, on. Manaresi, l'avv. Giacomelli ed altvl Presiede il comm. Miotti, Pubblico Ministero, Bordignon, cancelliere Prati. Numerosi sono i giornalisti, fra cui una signora inviata dal Forwards. La dichiarazione della P. C. Il presidente riassume brevemente II tragico fatto del 9 agosto 1923 e quindi l'avv. Mastellari avverte clic l'avv. conuiv. nini, della difesa, è leggermente influenzato e perciò, a nome dei colleghi, prega il presidente di con¬ cedere vacanza, oltre martedì, anche il primo giorno di quaresima, per dar modo all'avv. Din! di presentarsi perfettamente ristabilito. Interrogati i giurati, anche si dimostrano d'accordo in questo breve rinvio. Allora il presidente esclama sorridendo: — Cedo alla violenzaI {Ilarità). Ripianeremo l'udienza giovedì mattina. Ma prima ohe l'udienza sia tolta, l'on. aw. Bergamo, della parte civile, dice che desidera fare una dichiarazione. Fra un grande silenzio l'avv. Bergamo pronunzia queste parole: « Se non ho alcun titolo onde appellarmi alla legge, mi appello, signor presidente, alla Vostra cortesia per fare una dichiarazione. La dichiarazione è d'altronde necessaria ed intendere anche meglio le ragioni e la forza dell'atto che vado a compiere. Dopo il processo che si intitola al compianto amico e collega on. Matteotti... Avv. Mastellari, interrompendo: — Che c'entra, signor presidente T Bergamo: — ... non altro vi è in Italia che più dell'attuale processo interessi la faziosità, oppure la curiosità, oppure il buon cuore della gente italiana {Interruzione della difesa). Se il processo Matteotti si farà, e «e, dovendosi far*}, non si farà innanzi all'Alta Corte, Drobahilmente si farà altrove che a Roma. Mastellari: — Chiedo di parlare, signor presidente. La parte civile venga alle conclusioni. Tutto questo non c'entra. Bergamo: — C'entra. Ecco, in questi giorni l'autorità giudiziaria di Bologna, vuoi per ragioni di ordine pubblico, vuoi per quelle di legittimo sospetto, rinviava a lungo termine vecchi minuscoli procèssi e ne chiedeva alla Corte Suprema la remissione. Chiesi anche io che fosse chiesta la remissione del presente giudizio. La Procura di Bologna la negava, opinando che non si dovesse togliere ad alcuno il giudice naturale; la negava ancora per il timore di un diniego. Io non tradisco segreti, cosi parlando, da parte della Procura romana. Mastellari : — Venga alla conclusione. Queste sono cose incontrollabili. Presidente: — Lasci dire. Avv. Mastellari: — Chi le ha detto queste cose? Bergamo, all'avv. Mastellari: — Cose Incontrollabili quanto io sono credibile. Nella mia breve vita professionale non ancora avevo appreso che l'avvocato difensore poteva diventare il regolatore della udienza. Non si capirebbero le mie conclusioni, ripeto, se non si premettesse chiaramente quello ohe vengo dicendo. Si è proprio perchè la cortesia del signor presidente si renda conto del mio atto - che io domando di continuare. Mastellari: — Cominci dalla conclusione, dall'epilogo l Bergamo: — Si vedrà la pertinenza nella causa di quello che dico. Quando, dunque, io avevo ottenuto presso la Procura Generale della Cassazione la certezza della remissione... {nuove interruzioni degli avvocati di difesa). Insomma, la Procura di Bologna rispose no, perchè la polizia si era dichiarata pronta e disposta a tutelare l'ordine pubblico. Le vicende occorsemi in questi ultimi anni, ad opera di colui che dà il nome a questo processo, esaurita l'istruttoria scritta, oggi mi impongono di non ficcare le mani in fondo nel dibattimento, al fine di non apparire, sta pure ingiustamente, non tanto preoccupato della tutela dell'altrui diritto e di quello della giustizia superiore, quanto come vlndicante in causa propria. Altri, In mia vece, me assente o con la mia muta presenza, avrebbe potuto assistere da questo banco. Ad onor del vero e per l'onore generale, e per quello particolare della 6tirpe forense, dirò che gli avvocati, quelli interpellali, sono oggi altrimenti impediti. Mastellari: — Fai un bel servizio ai tuoi colleglli. Allora sono vili Bergamo: — 11 difensore ritirerebbe frettolosamente l'Ingiuria 6e conoscesse 1 nomi. Mastellari: — Fai loro un bell'onoreI Bergamo: — Sia fatto, dunque, come si conviene, senza la Parte Civile questo processo. Una volta tanto, diserto anche io fieramente e serenamente una battaglia. Mi auguro che 11 P. M., il quale nel suo scrupolo assoluto richiedeva le citazioni anche dei testi a difesa, quando verranno in pretorio il commissario cav. Fusco e un Romita a confermarvi senza rossore i loro rapporti e i loro processi verbali, operi alla stregua delle norme penali Signori giurati, non • a noi », ma « a voi » questa volta. Non il pacifico occhio triangolare di Dio oggi vi guarda soltanto: nella vostra coscienza, oggi, scruta ancora l'occhio del mondo civile. Le parole dell'aw. Bergamo fanno molta im pressione nell'uditorio. L'aw. Mastellari, vorrebbe parlare, ma l'on. Bergamo dice andandosene: — Adesso sono io che interrompo. Ogni parola è vana: questo mio atto è irrimediabile e irrevocabile. Sono venuto a rendere testimonianza della mia opera e della mia persona. Ora mi ritiro. " Rinunziò „ Il Presidente dice alla vedova Marani: — Voi non avete probabilmente capito niente di quel che hanno detto gli awocati. Intendete rinunziare alla Parte Civile? — Rinunzio. — Allora avete capito {ilarità). — Sicuramente. Aw. Mastellari: — Mi permetto di manifestare, oltre alla mia meraviglia, anche la mia doglianza. Non voglio si creda che la città di Bologna ed i giurati siano tali da essere turbati da ipotetiche minacce. Credo piuttosto che l'avvocato awersario abbia avvertito che Regazzi e compagni non meritano di essere accusati in questo processo. Presidente sorridendo : — E questo lo dice lei, anticipando l'arringa. P. M. : — Dichiaro di far miei i testimoni citati dalla Parte Civile. Presidente: — Benissimo, e arrivederci dopo le Ceneri. li pubblico sfolla lentamente. Molti salutano gli imputati. Regazzi, il primo della fila dei quattro imputati, sorride verso gli amici c li saluta con un cenno del capo. dfàS&BL inooLi moqoi.