La riapertura della Camera ristabilita da Mussolini al 5 Marzo

La riapertura della Camera ristabilita da Mussolini al 5 Marzo La riapertura della Camera ristabilita da Mussolini al 5 Marzo Roma, 19, notte. Anche la notte scorsa l'on. Mussolini ha potato riposare tranquillamente. Secondo i giornali ministeriali stamane le sue condizioni erano del tutto soddisfacenti. La leggera alterazione febbrile, che per qualche ora della giornata sparisce quasi completamente, superava di poco verso mezzogiorno i 37 gradi. Dopo la consueta visita mattutina del prof. Bastianelli, l'on. Mussolini ha ricevuto, come al solito, il marchese Paolucci ed i! comm. Chiavolino, che gli hanno sottoposto all'esame ed alla firma numerosi documenti. Anche nel pomeriggio la temperatura è rimasta quasi stazionaria. L'on. Mussolini ha passato alcune ore lavorando col suo segretario. La risposta di Mussolini a Casertano Vi abbiamo infoVmati della lettera che l'on. Casertano, presidente della Camera, dopo un colloquio coll'on. Federzoni, aveva inviato all'on. Mussolini per conoscere il pensiero del Governo sull'opportunità del rinvio ad abundanliam della riapertura della Camera dal 5 al 12 marzo, onde dare modo al Senato di esaurire la discussione sui bilanci delle finanze e delle entrate e sui progetti militari Di Giorgio. Stamane l'on. Mussolini ha fatto pervenire al presidente della Camera la sua risposta. Eccone la notizia ufficiosa: « Il capo del Governo non ritiene che sia il caso di deliberare fin d'ora il rinvio della ripresa parlamentare, perchè il decorso della sua malattia lascia prevedere che egli fra brevissimo tempo sarà completamente ristabilito, e che ai primissimi di marzo potrà tornare alle sue occupazioni normali. Del resto, i' Senato, avendo votato l'esercizio provvisorio solo fino al 28 febbraio, dovrà prima di quel giorno aver votato i bilanci che ancora restano da approvare. Questa necessità impone la convocazione dell'assemblea legislativa vitalizia per il giorno 25. Alla discussione, cui il presidente non potrà quasi certamente intervenire, sarà sufficiente la partecipazione del Ministro delle Finanze, on. De Stefani, completamente ristabilito. E, poiché la discussione sui progetti militari, che seguirà subito dopo, non 'richiederà che due o tre giorni, tutto lascia presumere che il Governo possa senza difficoltà seguire i lavori della Camera elettiva^ Del resto, l'ordine del giorno della Camera non dovrà essere pubblicato che il giorno 25; quindi ci sarà tempo, se mai, di disporre altrimenti,.prima di quella data, quando si sarà seguito l'ulteriore decoreo della malattia ». Stando alla risposta dell'on. Mussolini, la Camera si riaprirà dunque il 5 marzo e non il 12. Essa dovrà discutere il bilancio 1921-25, e poiché non potrà prolungare i lavori oltre il 4 aprile, vigilia della domenica delle Palme, per dar modo ai deputati di passare le vacanze in famiglia, cosi, se le discussioni saranno lunghe, è intenzione dell'on. Casertano di tenore un buon numero di sedute antimeridiane per espletare rapidamente la discussione sui bilanci. Secondo La Tribuna, la Camera, dopo le vacanze, sarà riconvocata in maggio, solvo ben intèso l'eventuale scioglimento della Camera stessa. In quanto al dihattito sulla riforma dell'esercito in Senato, i' giornali ufficiosi confermano stasera che la soluzione a cui il Governo accederà è quella accennata dall'on. Farinacci in una recente intervista, cioè: sospensiva della discussione, secondo una proposta che sarebbe avanzata dallo stesso maresciallo Cadorna, « allo scopo di far si che si possa addivenire, con maturo studio e con migliore consiglio, alla revisione e modificazione dei progetti Di Giorgio nei punti più controversi ». "11 fascismo pud quando voglia ottenere vittorie elettorali,, In seguito ad accordi presi coll'on. Mussolini, l'on. Federzoni si- è recato stamane dal Sovrano alla cui firma ha sottoposto la legge elettorale. Comunque, anche oggi si hanno le ormai quotidiane smentite ufficiose circa la probabilità dell'imminente convocazione dei comizi. L'on. Paolo Orano sul Popolo d'Italia invita i fascisti a non preoccuparsi di elezioni, e scrive tra l'altro : ■ Le smanie e le preoccupazioni di qualche deputato o candidato fascista sono un non senso: costituiscono uno stato d'animo che sottrae l'energia e la serenità al lavoro grave e complesso del movimento nostro e permettono ad una faccenda,' che fascisticamente è di secondaria importanza, di predominare e distrarre l'attenzione della massa dai propri sostanziali e sacrosanti doveri. Il fascismo può, quando voglia, ottenere vittorie etóttorali memorabili quanto quella del. l'aprile 1924, ma tali successi non sono 11 suo scopo. Li può ottenere anche un partito che non rappresenti affatto il paese, perchè, date certe alterazioni della pubblica opinione, anche dei buoni borghesi arrivano a votare per i sovversivi e dei buonissimi massoni per degli ottimi popolari. La prova del fascismo non può essere, nè sarà mai creduta, quella delle urne ». La conclusione del processo Matteotti prevista dijii ufficiosi II Mondo dice che viene richiamata la sua attenzione su quanto scriveva due sere fa un foglio governativo della sera circa le intenzioni dell'on. Mussolini in fatto di elezioni. Il giornale a cui accenna II Mondo è La Tribuna, la quale, come si ricorderà, scriveva fra l'altro che « se l'on. Mussolini volesse preoccuparsi soltanto dell'interesse del partito, potrebbe affrettare le elezioni per sfruttare il momento di reazione che si avrà probabilmente nel paese allorché, terminato il processo Matteotti, si vedrà cadere l'arma maggiore con cui l'opposizione aventinista ha tentato di vincere la 3ua guerra contro il Governo ». Ora II Mondo osserva: « La prosa dell'organo governativo è veramente interessante data la precisione che esso si sente in grado di formulare circa la fine del processo >. Il Giornale d'Italia riafferma stasera, polemizzando con un giornale ministeriale milanese, la necessità di una distensione di animi: v « Se lo sbocco della presente non lieta *ituazione ha da essere l'appello al paese, bisogna renderlo possibile. Ecco la nostra .tesi. Ormai omelie frazioni della maggioranza che vogliono ancora chiamarsi liberali o comunque moderate, e quei giornali che appoggiano il Governo pure dicendo di non essere fascisti, dovrebbero rendersi conto del problema, che è duplice: restituire il pieno uso della liberta, senza cui sarebbe vano o infruttuoso con'-ocare i comizi, e diminuire la tensione degli animi tra i partigiani del Governo ed i suoi avversari ». Lo stesso Giornali: d'I latin, nella sua edizione meridiana, cosi commenta stamane la tesi di Cremona Nuova, la quale vuo¬ le che i deputati aventiniani, per il fatto che non partecipano alla seduta della Ca. mera, vengano sospesi dal soldo e dall'impiego : « Esso vorrebbe dunque che si modificasse il regolamento per dichiarare decaduti quei deputati che per partito preso si astengono dai lavori parlamentari. Veramente non si tratta di regolamento della Camera ma dello Statuto del Regno. Coloro i quali hanno ricevuto dagli elettori il mandato di rappresentarli alla Camera, non possono essere dichiarati decaduti perchè credono di esercitare quel mandato andando a passeggio mentre gli altri deputati attendono ai lavori parlamentari. Di aventiniani per proprio diletto ve ne sono sempre stati, e parecchie centinaia, in qualunque Camera. Infatti, non 6i è mai verificato il caso che In una seduta ordinaria figurassero presenti 535 deputati, neanche quando non esisteva l'Aventino. Se si arriva a fare il numero legale, cioè ad avvicinarsi ai 300, è sjià molto. Dunque il congegno per far dichiarare decaduti 1 deputati che non vanno alla Camera non c'è; bisognerebbe fare la legge, ma quanto sarebbe difficile metterla Insieme I E poi, fatta la legge, trovato l'inganno. I deputali dell'Aventino andrebbero ad ,mo ad uno alla Camera, unavolta ogni lanto. a firmare il registro di presenza, e tornerebbero a passeggiare. ' Eispgnerebbe fare una leggo, la quale obbttmii i deputati ad essere sempre presenti noncjc a prendere parte alla discussione. Ma allo»a la Camera sarebbe messa in condizioni ili non poter funzionare. Dall'Aventino si passerebbe all'ostruzionismo. Durrtjue, non c'è niente da fare, neanche in tema di sospensione dell'incarico parlamentare ». 1 "sarrocciil&nl,. Fra le riunioni che si preannunciano, prima della riapertura della Camera, dei gruppi parlamentari, vi sono quelle dei cosi detti « liberai' » sarrocchiani e degli amici di Salandra. Un deputato sarrocchiano ha detto alla Tribuna: « E' bene chiarire una volta per sempre questo eterno equivoco del liberalismo. C'è un orbine del giorno della Direzione del partito, c'è il voto di Livorno. Si badi che dopo il voto di Livorno tutti gli sforzi della Direzione del partito furono diretti a non infrangere l'unità del gruppo liberale nazionale, come noi liberali di destra ci denominiamo. Staccatosi l'ori. Salandra, seguito da quattro o cinque deputati, la Direzione del partito ha mutato atteggiamento. E' passata all'offensiva. Ci ha posto un ultimatum col suo ordine del giorno, e nello stesso tempo ci ha scritto una lettera, che definirò Ingenua, nella quale sostanzialmente chiede al deputati liberali di destra, che non hanno seguito nella loro maggioranza l'on. Salaudra, che cosa essi pensano dell'attuale situazione politica. Lo diremo nella nostra riunione. Rileviamo Intanto che il Congresso di Livorno, nell'apportare modifiche allo statuto, escluse la figura del segretario politico, ammettendo invece la presenza di un segretario amministrativo, con regolare stipendio. Ma mentre il presidente del partito tace, il segretario, dottor Piras, concede interviste politiche e polemizza. Tutto ciò è strano. Resterà a vedere chi alla Camera rappresenta il liberalismo: se 1 liberali slamo noi o coloro che da noi si sono dista* cati. Intanto, una cosa è certa: che 1 liberali distaccatisi, e con vivo dolore, dall'onorevole Salandra, proseguiranno nella loro via, che credo sia quella del, vecchio liberalismo anche in quest'ora di aspri contrasti, senza curarsi del fulmini della Direzione del partito ». , L'Aventino o 1 massimalisti Anche gli oppositori dell'aula terranno qualche giorno prima dell'apertura della Camera delle riunioni. Si discuterà dell'atteggiamento politico seguito dagli oppositori aventinlsti e dello scambio di vedute intercorse con essi. Martedì prossimo tornerà a riunirsi la Giunta esecutiva dell'opposizione per continuare l'esame della situazione fatta ai giornali. La Giunta riferirà quindi in seno al Comitato dello opposizioni sull'esito dei propri lavori. I socialisti unitari si riuniranno in questo mese dopo la riunione che terrà il giorno 2i la Direzione del Partito. Per i giorni 1° e 2 marzo, come è noto, si riunirà in Milano il Consiglio nazionale dei massimalisti. Il giorno 3 dello stesso mese si riunirà quindi la Direzione del Partito. Il gruppo parlamentare massimalista terrà una riunione preliminare il giorno 28 cort-ente a Montecitorio. Intanto ieri sera si è riunita alla Casa del Popolo la sezione romana del Partito massimalista. Ha parlato il presidente Costantino Lazzari, il quale ha sostenuto che 1 massimalisti hanno commesso un errore entrando a far parte del Comitato delle opposizioni aventiniane e che ora scontano questo errore iniziale. Chiamato dall'assemblea, il condirettore ' dell'Atlanti/, aw. Vernocchi, che rappresenta la Direzione del Partito, ha esposto le diverse tesi che si oppongono in seno al Partito, tesi che •vennero a lungo dibattute, nel convegno di Milano. II. Vernocchi ha espresso l'avviso che convenga ai massimalisti rivendicare senza indugio la loro libertà di azione. Ha risposto l'on. Trapanese, che è apparso sostenitore della tesi centrista, nel senso cioè di rimanere sull'Aventino con gli altri fuorusciti finché duri la situazione attuale. La discussione, data l'ora tarda, è stata rinviata a mercoledì sera. La Tribuna ritorna stasera sulla neces¬ sità di rendere la pace al paese ed a proposito dell'affermazione dell'on. Mussolini il quale ha detto al Gran Consiglio che « il fascismo ha vinto una battaglia ma non ancora la guerra », scrive : » L'errore del fascismo fu quello di credere che fosse necessario continuare a combattere quando già la ragione della lotta era stata eliminata. SI fecero avanti, cioè nella prima fila del fascismo, elementi i. quali decisero di prolungare la guèrra o per il gusto delittuoso di combattere, o perchè 11 conflitto faceva sperare vantaggi personali. Cosi, spesso, almeno tendenzialmente, negli eserciti regolari, ove, per alcuni, la guerra significa accelerate ed insperate probabilità di promozione. Naturalmente dò non poteva piacere al paese perchè la battaglia era stata accettata con spirito di sacrificio per necessità di cose, non per il gusto di battersi. Le defezioni cominciarono, l'isolamento venne, una splendili isolaUon, se si vuole, ma una soluzione nel grembo del paese che si ritrae non può essere feconda ».

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